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A Pietralunga, il comune d’Italia con piรน raccoglitori di tartufi in rapporto ai suoi abitanti, si รจ svolta la trentaduesima edizione della Mostra Mercato del Tartufo e della Patata. Venti chef stellati e non hanno cucinato i loro piatti gourmet, devolvendo il ricavato in beneficenza. Stessa sorte per un tartufo di 364 grammi acquistato da un noto ristorante perugino.

Si รจ appena conclusa la manifestazione di Pietralunga dedicata al tartufo e alla patata, dove 70 espositori di prodotti enogastronomici e di artigianato locale hanno colorato e diffuso profumi nel delizioso borgo medievale umbro. Abbiamo intervistato alcuni rappresentanti istituzionali e privati e ci siamo fatti raccontare l’evento.
Il sindaco Mirko Ceci, che abbiamo incontrato tra le animate strade cittadine, ci ha detto: ยซGli stand umbri e di fuori regione hanno arricchito le nostre vie insieme a venti chef di tutta Italia che hanno cucinato utilizzando i nostri prodotti. Per noi il tartufo รจ un volano di sviluppo: abbiamo infatti lanciato il marchio Tuber Turismo, in cui crediamo moltissimo. I turisti sono curiosi di conoscere e vivere il mondo del tartufo e desiderano entrare in contatto con il raccoglietore e il suo cane, andare nei posti di prelievo e vedere la lavorazione finale. Abbiamo nel nostro Comune oltre 400 cavatori e 120 addetti che operano in questo mondo, con due aziende del settore importantissime, che esportano in oltre 50 paesi. In questo event, abbiamo inaugurato una statua dedicata al raccoglitore e al suo cane, che riporta anche alcuni oggetti rappresentativi di questa attivitร . Inoltre, abbiamo ratificato una prima intesa per un rapporto in divenire di tipo culturale, turistico e commerciale con l’Associazione Russia in Umbria, in accordo con la sua presidente Larisa Gavrilovaยป.

 

Statua dedicata al raccoglitore di tartufo e al suo cane

 

Nel borgo regnano suoni, musica e voci che, intrecciandosi tra di loro, armonizzano i residenti con i tanti forestieri intervenuti. Troviamo l’assessore Federica Radicchi, con delega al Turismo, Politiche Sociali e Scolastiche che, appena rientrata dall’importante manifestazione bolognese Fico Eataly World, ci ha confidato: ยซAbbiamo creato una sinergia con l’istituto alberghiero Cavallotti di Cittร  di Castello i cui studenti hanno creato, con il tartufo e la nostra patata bianca DE.CO., due prodotti denominati il trifola finger food e il tortello al tartufo. Sono stati presentati a Bologna, dove abbiamo portato anche la visciola e la nocciola, che sono state apprezzate moltissimo. La nostra politica รจ quella di coinvolgere i giovani del territorio e i nostri prodotti, insieme ai paesi vicini per nuove e sinergiche collaborazioniยป.

 

Giuliano Martinelli

Dopo aver apprezzato il profumo di uno splendido tartufo, Luciano Bacchetta, presidente della Provincia di Perugia e Sindaco di Cittร  di Castello, ci ha detto: ยซNel comprensorio alto-tiberino, cosรฌ come in tutta la Provincia, abbiamo potenzialitร  enogastroniche di altissimo livello ricercate in tutto il mondo; in particolare, il tartufo bianco altotiberino ci permette di proiettarci in una dimensione piรน ampia, anche dal punto di vista promozionale. Dobbiamo lavorare molto sulle strade e infrastrutture, perchรฉ se non sono adeguate frenano lo sviluppo; noi cerchiamo di incrementare sinergie con i sindaci di questi borghi, per valorizzare l’immagine del comprensorioยป.

Poco piรน in lร  Monica Panetti, socia fondatrice di Solidart, ci racconta: ยซInsieme a mio marito, lo chef Simone Ciccotti e a nostra figlia Benedetta Sofia, ho creato l’Associazione Solidart con finalitร  benefiche unendola al mondo della ristorazione, che รจ il nostro mestiere. Nell’associazione c’รจ un gruppo di chef che ha deciso di creare eventi a scopi benefici, come quello in seno a questa manifestazione, che ha voluto indirizzarsi verso la raccolta fondi per l’acquisto di un defibrillatore per una scuola e l’aiuto a una ragazza, Daniela, per favorire la pubblicazione del suo secondo libro. Abbiamo prossimi progetti similari, perchรฉ fare del bene fa beneยป. Le note e la voce di Simone e Selene hanno chiuso, con un tocco di musica soul, la magnifica manifestazione.

Al principio del XVI secolo, probabilmente nel 1537, lโ€™umanista Matteo Dallโ€™Isola Maggiore compone un poema eroico-didascalico in esametri latini intitolato al lago che gli aveva dato i natali.

La Trasimenide (Trasimenis), che citiamo nella bella traduzione di Daniele di Lorenzi, รจ conosciuta soprattutto per il suo secondo libro, dove sono descritte le diverse tecniche di pesca impiegate nel lago, nonchรฉ le tipologie, qualitร  e abitudini del ยซvario volgo dei pesci, non esperto del proprio nomeยป.
Dallโ€™Isola menziona complessivamente sei specie indigene โ€“ tinca, cavedano, lasca, scardola, luccio, anguilla โ€“ tre delle quali particolarmente rinomate: ยซPotrebbe cedere il luccio di fronte a quello che nuota nel Tevere? / Questi hanno saporita la coda, le menole sono lodate per il petto e per la testa. Lโ€™anguilla รจ un cibo da porre / sulle mense di uomini eletti, in invernoยป.

Lโ€™esportazione del pesce del Trasimeno

Nel secolo dโ€™oro del pesce – come รจ stato definito il Cinquecento – Dallโ€™Isola celebra il Trasimeno attraverso quel settore di mercato per il quale era conosciuto in tutta lโ€™Italia centrale.
Questo lago โ€“ scriveva due secoli prima Fazio degli Uberti nel Dittamondo โ€“ รจ tanto ricco di buon pesce ยซChe assai ne manda fuor della sua terraยป. E non solo grazie alle tecniche di conservazione, in particolare la salagione e lโ€™essiccamento. Nellโ€™epistola Thrasimeni descriptio seu de felicitate Thrasimeni (1458), Giannantonio Campano descrive le modalitร  con cui il pesce fresco arriva da Perugia ai mercati ittici di Roma e della Toscana: quando arrivano i primi freddi e soffia il vento di tramontana le strade brulicano di carrettieri che trasportano ceste di vimini intrecciati ricolme dโ€™acqua, dove il pesce si conserva vivo per diversi giorni.
Per comprendere lโ€™importanza dellโ€™esportazione del pesce del Trasimeno nella prima etร  moderna basti ricordare un dato: nel 1469 la cittร  di Perugia stipulรฒ con Siena un accordo in base al quale le avrebbe destinato 200.000 libbre di pesce allโ€™anno, di cui 180.000 durante la Quaresima. A interessare lโ€™esportazione sono soprattutto i pesci grossi e relativamente pregiati come quelli menzionati nei versi di Dallโ€™Isola: i lucci, le tinche (per le quali usa il termine latino ยซmenuleยป) e soprattutto le prelibate anguille, quelle che, affogate nella vernaccia e abbrustolite, avrebbero provocato, secondo la voce raccolta da Dante, la morte per indigestione di Martino IV e, quindi, la sua collocazione in Purgatorio nel girone dei golosi (Pg. XXIV, 20-24). Secondo Dante e i suoi commentatori piรน antichi le anguille responsabili della morte del papa provenivano dal lago di Bolsena. Ma รจ probabile che arrivassero invece dal Trasimeno, considerando che Martino IV morรฌ e fu sepolto a Perugia.
Del resto queste anguille erano davvero degne delle mense ยซdegli uomini elettiยป. Buona prova ne รจ la scala dei prezzi del mercato ittico di Prato nellโ€™autunno-inverno 1441: in dicembre le anguille del Trasimeno costano 8 soldi, per acquistare quelle provenienti dal lago di Bientina e dal Padule di Fucecchio, invece, ci vogliono dai 2,4 ai 5 soldi a seconda della grandezza e delle oscillazioni del valore di mercato in rapporto alle festivitร  del calendario liturgico. Meno marcata (circa un dieci per cento) la differenza di prezzo per i lucci e per le tinche.

 

La tinca

La lasca, salubre per eccellenza

Tuttavia in etร  moderna il pesce piรน costoso e apprezzato รจ quello di mare. Nel suo trattato sui pesci romani del 1524, lโ€™umanista e medico comasco Paolo Giovio scrive che il luccio ยซnon ha mai avuto alcuna lode o pregio alle tavole dei signoriยป. A fronte perรฒ della cattiva nomea dellโ€™ยซhispida secchezza delle polpeยป, le sue proprietร  organolettiche e curative sono considerevoli: ยซper parer di tutti i Medici, รจ riputato molto sanoยป. Di piรน: le mascelle di luccio, abbrustolite e ridotte in polvere, miscelate nel vino, servono a sciogliere i calcoli renali e della vescica. Le proprietร  dietetiche del pesce di lago sono esaltate anche da Bartolomeo Scappi che ricorda come i medici lombardi raccomandino ai malati la carne ยซbianchissimaยป del persico, proveniente dallโ€™altopiano del Tesino e dal Lago Maggiore. Le carni della lasca โ€“ scrive invece Dallโ€™Isola โ€“ non solo sono ottime, salvo che nel periodo successivo alla deposizione delle uova, ma ยซAegris hoc pisciculorum genus modeste sumptum non interdiciturยป.
Forse allora non รจ un caso che, negli scrittori fiorentini, la lasca sia sinonimo per antonomasia di salute: ยซElla รจ sana come una lascaยป, scrive Pietro Aretino nel Dialogo nel quale la Nanna insegna a la Pippa, ยซe le sue carni son piรน nimiche de le bruttezze che non รจ ella degli sgherriยป. La lasca indica a Firenze genericamente il pesce, come del resto appare dal celebre verso dantesco che allude alla costellazione dei Pesci in Pg XXXII 54 (ยซla celeste lascaยป). Tuttavia uno dei primi commentatori della Commedia, Francesco da Buti, precisa in una chiosa: ยซLasca รจ una specie di pesci che si trova nel lago di Perogiaยป. O almeno vi si trovava in abbondanza.

Il cavedano

Benessere dei cittadini e non solo

Dal Cinquecento al 1917, anno in cui fu soppressa, la pesca della lasca si svolgeva tramite impianti fissi di cattura costituiti da palizzate di tronchi dโ€™albero che si estendevano dalla riva verso il centro del lago, tra le quali erano posizionati cumuli di fascine che offrivano riparo ai pesci durante lโ€™inverno (la cosiddetta pesca-nave). Dalla seconda metร  del Novecento, la lasca del Trasimeno รจ estinta, probabilmente anche a causa dellโ€™abbassamento del livello idrico che ha causato lโ€™impaludamento delle rive.
Questo rischio era stato previsto dal medico ed erudito perugino Annibale Mariotti in uno scritto, completato nellโ€™anno della Rivoluzione francese, volto a confutare il progetto di prosciugamento del Lago Trasimeno presentato a Pio VI da alcuni nobili possidenti terrieri. Con lโ€™abbassamento del livello dellโ€™acqua โ€“ osserva Mariotti โ€“ le famiglie povere di Perugia e dei territori circostanti non potranno provvedersi del loro alimento principale: la lasca, ยซabbondantissimo pesce non men salubre, che di sapore squisitoยป. Aumenterร  lโ€™importazione del pesce proveniente dallโ€™Adriatico che, per la lunga percorrenza, ยซnon pesce, ma peste a caro prezzo si compraยป. O, peggio, i cittadini dovranno sostituire quegli ottimi alimenti con i ยซpessimi, e perniciosissimi salumi, per la provvista deโ€™ quali fuor dโ€™ogni buono, ed economico regolamento tante migliaja escono da detta Cittร , e dallo Statoยป.
Lโ€™argomentazione centrava due questioni correlate: la salute dellโ€™economia del governo perugino e quella dei suoi cittadini. In primo luogo la letteratura scientifica europea aveva dimostrato lโ€™alto valore delle proteine del pesce anche in relazione allโ€™aumento delle capacitร  riproduttive, come del resto osservava Montesquieu ne Lโ€™esprit des lois: ยซPeut-รชtre mรชme que le parties huileuses du poisson sont plus propres ร  fournir cette matiรจre qui sert a la gรฉnรฉrationยป (l. II, cap. 13). Ma soprattutto la preparazione dei prodotti di norcineria richiedeva lโ€™uso del sale sul commercio, del quale pesava la forte tassazione imposta dalla Camera Apostolica. Nel 1540 lโ€™aggravio della gabella del sale aveva provocato la nota insurrezione di Perugia con la conseguente sua sottomissione a Paolo III. Le ragioni mediche ed economiche addotte da Mariotti in difesa del lago e dei suoi abitanti appaiono, dunque, strettamente legate alla salvaguardia dellโ€™autonomia politica della sua cittร .

PerSo – Perugia Social Film Festival: nove giorni di cinema del reale, concorsi e workshop. Dal 5 al 13 ottobre Perugia diventa capitale del documentario con cinque titoli in anteprima nazionale per il concorso principale e oltre quaranta film da tutto il mondo.

ยซSiamo un Festival che porta novitร  in campo cinematografico. Proiettiamo in sala film di qualitร , che difficilmente si potrebbero vedere al cinema; inoltre lo spettatore puรฒ incontrare gli autori e vivere lโ€™ambiente del festival come se fosse una vera comunitร  formata da registi, addetti ai lavori e volontariยป. Con queste parole di Luca Ferretti, direttore artistico del Festival insieme a Giacomo Caldarelli e Ivan Frenguelli, spiega l’evento perugino.

 

Buona fortuna di Alberto Brizioli. Categoria Umbria in celluloide

 

Tutto questo e molto di piรน รจ PerSo – Perugia Social Film Festival che, giunto alla quinta edizione, attraverso il linguaggio del documentario racconta la realtร  e il mondo del sociale nel suo senso piรน ampio e nelle articolazioni piรน varie.
Differente, non indifferente e resistente sono le tre parole che meglio rappresentano lโ€™evento, che vanta quaranta titoli selezionati divisi in sei categorie, tra cui cinque anteprime nazionali.
ยซSi tratta di unโ€™edizione di resistenza per il poco budget a disposizione, rischiavamo anche di non fare lโ€™evento, ma ce lโ€™abbiamo fatta. Abbiamo deciso di mantenere la struttura del Festival nonostante le poche risorse, riuscendo a presentare un programma aperto a diversi generi e gusti. La selezione dei film รจ di altissimo livello, con anteprime nazionali, europee e internazionali che toccano temi e contenuti che attraversano il panorama del cinema del reale. Il criterio di selezione ha riguardato, sia la bellezza e lโ€™innovazione cinematografica, sia lโ€™attualitร  e lโ€™importanza dei temi trattati: un festival di cinema sociale non puรฒ prescindere dal contenutoยป prosegue Ferretti.

 

J’veux du soleil, di Gilles Perret e Franรงois Ruffin. Uno dei titoli in concorso.

Numeri e novitร 

Una cittร , tre sale cinematografiche, nove giorni di festival a ingresso gratuito, sei categorie di concorsi, una rassegna dei migliori documentari della stagione (i PerSo Masterpiece), oltre quaranta titoli nazionali e internazionali in programmazione, cinque anteprime italiane, un concorso cortometraggi e una residenza artistica dedicata ai giovani cineasti. Inoltre, il PerSo Lab per il finanziamento di nuove produzioni, laboratori e workshop: tutto questo offre al pubblico lโ€™edizione 2019, organizzata dallโ€™associazione RealMente in collaborazione con la Fondazione La Cittร  del Sole-Onlus.
Uniche anche le giurie composte dai detenuti della Casa circondariale di Perugia-Capanne, da persone immigrate che vivono a Perugia, oltre a quella degli studenti di cinema dellโ€™Universitร  degli studi di Perugia e quella del pubblico. ยซIn carcere faremo tre proiezioni e i detenuti incontreranno i registi e assegneranno un premio al miglior documentario. Questo progetto รจ senza dubbio quello che ci ha regalato piรน emozioni e piรน soddisfazioni. Oltre a tutte le categorie di concorso, siamo riusciti a riconfermare anche il Perso Lab, che sostiene nuovi progetti filmici di giovani autori, contribuendo a incentivare la produzione cinematografica della nostra regione, cosรฌ come Umbria in celluloide. Tra le novitร : gli Audio doc di Radio Tre, un racconto documentario senza immagini che siamo felici di poter ospitare, e la Residenza artistica (in collaborazione con la Siae e il Mibac) che permetterร  a sei giovani film maker di realizzare un documentario di regia collettiva che racconterร  lโ€™Umbria e i suoi personaggiยป conclude Luca Ferretti.

 

Selfie, di Agostino Ferrente. Nella categoria PerSo Masterpiece

Le categorie competitive

  • Concorso internazionale per documentari in anteprima italiana (PerSo Award)
  • Concorso per documentari di produzione italiana (PerSo Cinema Italiano)
  • Concorso internazionale di cortometraggi documentari (PerSo Short Award)
  • Premio Umbria in celluloide, storie di tematica sociale sullโ€™Umbria e/o di autori umbri
  • Concorso Percorsi/Prospettive, dedicato ai cortometraggi (sia di finzione, che di animazione e documentari) di giovani cineasti nazionali
  • Premio di sostegno allo sviluppo per progetti di film (PerSo Lab) che, oltre ad offrire un premio in denaro per sostenere un progetto filmico ancora da realizzare, offrirร  un tutoraggio tecnico con unโ€™รฉquipe di professionisti del settore.

 


Il programma di PerSo – Perugia Social Film Festival 2019

ยซรˆ un vero piacere essere intervistati da un magazine umbro elegante come il vostro. Mi chiedevo poco tempo fa: “Chissร  quando farรฒ unโ€™intervista in Umbria!” Ed eccoci quaยป.

Raimondo Rossi, in arte Ray Morrison, รจ un fotografo e direttore artistico perugino che vive fra Perugia, Roma e Los Angeles. Dopo aver maturato diverse esperienze in numerose sfilate e backstage, oggi si dedica a lavori di styling, direzioni creative o fotogiornalismo.
ยซIn questo periodo seguo due progetti che sono volti a rompere alcuni stereotipi di bellezza. Purtroppo nella moda molte riviste propongono sempre la stessa zuppaยป. Per la sua eleganza รจ stato inserito fra le 10 icone di stile su NZZ Magazine.
Per questo e per molto altro, non poteva non finire tra le nostre eccellenze umbre!

 

Raimondo Rossi, foto by Alessandro Amico

Raimondo qual รจ il suo legame con lโ€™Umbria?

Il mio legame con lโ€™Umbria รจ molto forte, รจ quel luogo dove sono a casa anche in una strada che non conosco o in un bosco in piena notte. รˆ un legame che ricorda la forza degli arbusti o degli alberi della nostra regione: anche dopo un taglio, tornano con piรน energia di prima. Di certo non svanirร  mai.

Comโ€™รจ passato dalla laurea in matematica allโ€™Universitร  di Perugia al mondo della moda?

รˆ stato casuale. Mi รจ stato chiesto di indossare dei capi di uno stilista per degli eventi a Firenze e dopo quella settimana mi รจ stato detto da una giornalista: ยซRay ti vedo bene nel mondo della moda, sei semplice e interessante. Perchรฉ non inizi a far qualche foto e a prendere i pass per i backstage?ยป. Da lรฌ son partito, prima con un semplice blog e poi con collaborazioni per Asbo e FabUK, due riviste londinesi. Poi รจ stato un poโ€™ un crescendo, anche a livello interiore e di conoscenza delle mie attitudini e capacitร .

Vive tra Perugia, Roma e Los Angeles: dovโ€™รจ che si sente a casa?

A Los Angeles vado due volte lโ€™anno, ma mi fermo sempre un poโ€™ e mi sento molto a casa. Ormai sono sei anni che vado. Perugia รจ Perugiaโ€ฆ quindi, fra le tre, forse Roma รจ quella che ancora non sento mia.

Blogger, fotografo di reportage, modello e styling: quale di questi lavori preferisce? Cosa vorrร  fare “da grande”?ย ย 

Modello lo sono stato solo allโ€™inizio o per qualche collaborazione e non รจ una cosa che mi piace. Ora sto facendo lavori che si possono restringere a tre: fotogiornalismo, styling e direzione artistica (mi viene affidato un team che guido nella realizzazione del progetto fotografico o video, o per un evento). In questo periodo seguo due progetti che sono volti a rompere alcuni stereotipi di bellezza. Purtroppo nella moda molte riviste propongono sempre la stessa zuppa, cโ€™รจ bisogno di cose nuove ma valide.

Ha cambiato nome in Ray Morrison per essere piรน appetibile allโ€™estero? Ho letto che lโ€™Italia le va un poโ€™ strettaโ€ฆ

Ho cambiato nome allโ€™inizio semplicemente per un omaggio a Jim Morrison, anima travagliata ma complessa, e perchรฉ sono abbastanza affascinato dalla musicalitร  di alcuni nomi e cognomi anglofoni. Nellโ€™ultimo anno sono tornato anche a usare il nome vero. Ma capita a tutti, no? Abbiamo parti di noi che a volte non riusciamo a collegare, poi tutto si unisce e prende forma. Chissร  quante parti di me ancora devo capire e poi far lavorare con le altre. (ride)

Cโ€™รจ qualche personaggio a cui rifarebbe volentieri il look?

Tantissimi! (ride) Mi scoccia fare nomi, ma ce ne sono. Posso dire questo: qualunque persona famosa o no che vedo vestire sempre allo stesso modo, pur bello, non ha la mia stima. Credo che lo stile nel vestire sia un poโ€™ come per la bravura di un attore: un certo trasformismo che porti ogni volta a creare nuove armonie, siano esse hip hop style o un classico dandy style.

Quando era ragazzino e andava a scuola a Perugia era giร  un tipo attento alle mode? ย ย 

Assolutamente no. Zero. Non mi interessavano. Tuttโ€™ora non sono la mia principale passione, รจ un poโ€™ un gioco, che รจ soprattutto volto a dare un messaggio: tutti voi – tutti noi – possiamo creare dei modi di vestire interessanti, non importa lโ€™etร , il peso o lโ€™altezza. Ricordiamoci che anche nella moda a volte non sanno che inventarsi e fanno cavolate inguardabili.

Ci dia qualche consiglio: cosโ€™รจ che un uomo non dovrebbe mai indossare? E invece cosa รจ indispensabile nel suo guardaroba?

Non esistono regole, ogni guardaroba dovrebbe cambiare a seconda del peso, altezza ed etร , come ho detto prima. Un completo di Dior puรฒ essere disastroso per un red carpet, se su un corpo sbagliato o su un modo di camminare non giusto, o puรฒ essere il top. Comunque, a livello personale, nel mio guardaroba non mancano mai vari tipi di cappelli, anche sportivi, e occhiali. Riguardo a cosa un uomo non dovrebbe mai indossare, forse direi i collant (ma ci puรฒ essere qualche eccezione). Anche cose tradizionalmente poco usate, quali le gonne lunghe, posso dire che, in tipi alla Tiziano Terzani, sono okay. Una cosa che a me non piace sono anche le bretelle, ma a certi tipi possono star bene.

 

Raimondo Rossi, foto by Alessandro Amico

Da fotografo, se dovesse scattare una foto dellโ€™Umbria o di Perugia come la rappresenterebbe?ย 

Assisi, in una foto con una composizione importante. Via Maestร  delle Volte, in centro a Perugia, a ritrarre piรน elementi curvilinei possibili. E una composizione di volti di varie etnie, che peraltro ho fatto, a Umbria Jazz, per un magazine inglese. Perugia e la sua immagine devono rimanere piรน internazionali possibile.

Nel futuro di Raimondo cosa cโ€™รจ?

Nessun programma preciso, sicuramente un poโ€™ piรน di Los Angeles per lavorare in quellโ€™area che sta a metร  fra moda e costume. Mi piace la moda che rompe i volumi e nel cinema succede spesso. Voglio comunque rimanere indipendente e fare pochi lavori ma giusti. Non classici e che siano molto miei.

Come descriverebbe lโ€™Umbria in tre parole?

Quiete, natura e buon cibo. Ma non vorrei descriverla solo cosรฌ, come in parte appare nel Sensational Umbria di Steve McCurry. Metterei ancora piรน in evidenza lโ€™internazionalitร .

La prima cosa che le viene in mente pensando a questa regioneโ€ฆ

San Francesco e Assisi. Tutto il mondo, California compresa, deve qualcosa a lui. E questo รจ bellissimo.

A Tuoro sul Trasimeno e allโ€™Isola Maggiore si รจ tenuta la VII edizione di Fiabando nell’isola che c’รจ, una manifestazione molto attesa e apprezzata dal pubblico di tutte le etร .

C’era un tempo in cui le nonne e le mamme accompagnavano il sonno dei loro bambini con una bella fiaba, che li conduceva dolcemente tra le braccia di Morfeo. Racconti fantastici di origine popolare, elementi magici, antiche credenze, esseri benefici o malefici, orchi, diavoli, nani, streghe, maghi, fate, miti, eroi, principi e principesse, antagonisti, poteri soprannaturali e straordinari, personaggi caratteristici, il lieto fine sono alcuni passaggi caratterizzanti le fiabe che in due giorni, tra l’accogliente Teatro Comunale di Tuoro e la bellezza dell’Isola Maggiore hanno intrattenuto tutti gli intervenuti, sia grandi sia piccini.

 

 

Maria Pia Minotti, docente e psicoterapeuta, รจ stata la regista dell’evento e catalizzatrice delle energie positive dei tanti amici che si sono adoperati e prestati per il successo di questa attrattiva manifestazione sulla fiaba. Cosรฌ ci ha spiegato lโ€™evento: ยซQuest’anno abbiamo creato un programma intenso e variegato; debbo ringraziare gli amici e tutti quelli che hanno spinto e aiutato con fare positivo per la riuscita di questa edizione di Fiabando, in particolare il Comune di Tuoro con in testa il Sindaco Maria Elena Minciaroni e il suo vice Thomas Fabilli, la Pro Loco di Tuoro e di Isola Maggiore con i rispettivi presidenti Fabrizio Magara e Silvia Silvi, Francesca Caproni del GAL Trasimeno-Orvietano, tutti i relatori e gli artisti intervenuti che hanno reso questa edizione specialeยป.

A patrocinare la manifestazione, il GAL Trasimeno-Orvietano, la Provincia di Perugia, il Comune di Tuoro sul Trasimeno e di Magione, le Pro Loco di Tuoro e di Isola Maggiore, le Associazioni Nati per Leggere, Ars Cultura e La Casa degli Artisti di Perugia, Trasimeno in Dialogo, la Biblioteca dei Piccoli-AVIS di Passignano sul Trasimno, il Circolo dei Rematori di San Feliciano: si รจ conversato intorno alla fiaba, vivendo delle atmosfere magiche in uno speciale rapporto tra spazio e tempo.

Il vicepresidente della Provincia di Perugia e Sindaco di Passignano, Sandro Pasquali, ha detto: ยซSe il Trasimeno divide, le isole sono la chiave che unisce i Comuni lacustri. Complimenti a tutti quelli che hanno dato vita e supporto a questa bellissima manifestazioneยป.
Francesca Caproni del GAL Trasimeno-Orvietano ha invece sottolineato come vivere due giorni immersi nella suggestione del mondo delle fiabe sia anche un modo per allontanarsi dalle preoccupazioni quotidiane.

 

 

Il programma di Fiabando ha riservato argomenti, spettacoli e laboratori molto interessanti e applauditi che hanno catturato facilmente l’attenzione degli intervenuti. Infatti, le due giornate, la prima titolata Conversazioni intorno alla fiaba a Tuoro e la seconda Vivere la fiaba a Isola Maggiore, sono state caratterizzate dalle letture, a opera dell’artista Diego Comodo, delle fiabe La donna delle erbe e il pescatore di F. Hausmann e S. Rauch, Il gabbiano cielo di Patrizia Marcaccioli e La perla magica di Letizia Gradassi, alle quali si sono aggiunte un racconto della nascita del progetto e la raccolta Fiabe a pelo d’acqua da parte di Serena Duchini Zullo, Silvia Rossi e Valentina Canocchi. Non sono mancate l’attrice Lucia Donati, che ha letto la sua fiaba Il re di vetro, le lettrici di Nati per Leggere di Tuoro e Sara Tintori e Marianna Di Mauro della Biblioteca dei piccoli-AVIS per la Scuola di Passignano, nรฉ il musicista Federico Valeri, Teresa Bruno del Teatro C’Art di Castelfiorentino, le illustrazioni fatte da Stella Lupo di A Mano Libera di Perugia e quelle di Uri Noy-meir e Ilaria Olimpico di Imagin Action. Non da meno le pittrici Marina Sereda, Maria Cristina Bigerna, Carla Medici e Teresa Chiaraluce dell’associazione culturale la Casa degli Artisti di Perugia e di Ars Cultura, cui si sono aggiunte Erika Maderna con Quando il mito abita la Fiaba e Paola Biato con Fiabe di Potere che hanno incantato tutti con i loro dipinti ispirati dalle fiabe. Silvia Balossi Restelli ha incantato tutti con la sua Kora, l’arpa africana, e ha narrato e interpretato l’epica fiaba La donna bufala.

 

Silvia Balossi Restelli con la sua Kora

 

Un apprezzato buffet organizzato dalla fantastica e collaborativa Pro Loco toreggiana, guidata dal suo Presidente Fabrizio Magara, ha permesso di trascorre dei piacevoli momenti di conversazione tra i partecipanti alla prima giornata.
Nella seconda giornata, causa maltempo, non si sono potute tenere alcune attivitร  esterne, infatti non ha avuto luogo l’arrivo, a bordo del Barchetto del Trasimeno, dei personaggi epici di Trasimeno e Agilla, interpretati dagli attori della Compagnia Laboratorio teatrale del Martedรฌ di Magione, cosรฌ come non ha avuto luogo lo spettacolo L’uccello d’oro di Daniele Galanti, Cecilia Cosci e Mariano Mozzi della Compagnia GLAM.

 

Il clown Teresa Bruno

Nonostante l’inclemenza del tempo, durante seconda giornata sono comunque intervenuti molti curiosi e affezionati che hanno partecipato con entusiasmo alle varie attivitร . Sulla via principale dell’isola รจ avvenuta la costruzione della propria fiaba personale: i visitatori sono stati guidati, in ogni loro singola creazione, da Gianna Moretti, Diego Comodo, Valentina Canocchi, Daniele Marianello, Diana Fontanelli e ovviamente dall’onnipresente Maria Pia Minotti.
Teresa Bruno il clown, gli spettacoli Juliett di Stefano Marzuoli e Boris di Samuele Mariotti hanno tracciato dei caratterizzanti e divertenti momenti isolani. Erika Maderna che il giorno prima, a Tuoro, ha dimostrato di essere una brillante relatrice, il giorno dopo sull’Isola si รจ prestata con timida ma efficace tenacia a diffondere tra i visitatori il libro di Fiabando e alcuni ninnoli a ricordo della giornata.
Intanto lรฌ vicino, continuava la lettura delle fiabe a opera delle lettrici di Nati per Leggere e della Biblioteca dei Piccoli-AVIS per la Scuola; ancora piรน in lร  si sentiva l’accattivante e melodiosa musica della Kora, l’arpa africana, suonata da Silvia Balossi Restelli.

Berto di Giovanni, pittore umbro, pur non essendo di alto respiro poetico, presenta un certo interesse sia per le fonti spesso illustri alle quali si ispira, sia per il variare di stile nelle sue opere e aiuta a comprendere come l’arte del Perugino e di Raffaello abbiano notevolmente influito anche sulle minori personalitร  umbre.

Berto di Giovanni รจ menzionato per la prima volta in un atto notarile del 3 gennaio 1488: il suo nome figura infatti nella Matricola dei pittori per Porta Sole, anche se alcuni documenti lo nominano come Alberto o Ruberto. Viene citato per la prima volta come camerlengo dellโ€™arte e nel 1502 riceve vari pagamenti insieme a Eusebio da San Giorgio e Nicolรฒ da Cesena per lโ€™affresco, ora scomparso, di una camera destinata al vescovo nella canonica del duomo.

 

Berto di Giovanni. San Giovanni Evangelista scrive l’Apocalisse. Perugia, Galleria Nazionale dell’Umbria

Nella bottega del Perugino

Berto di Giovanni lavorรฒ a bottega dal Perugino insieme ad altre notevoli personalitร : Eusebio da San Giorgio, Sinibaldo Ibi, Ludovico dโ€™Angelo e Lattanzio di Giovanni.
La bottega era una piccola realtร  nella quale si condividevano i contrasti sociali, il proprio tempo e la propria esperienza. Questa comunitร  portรฒ allo sviluppo di una Koinรฉ linguistica; uno stile in cui diventa veramente difficile cercare di isolare in precisi contorni le zone dโ€™ombra individuali, soffocate dalla necessitร  di aderire a uno stile comune e vincente.[1]
Una tra le maggiori opere del pittore รจ la Madonna con il Bambino tra i Santi Giacomo Maggiore e Francesco; prima a San Francesco del Monte e ora nella Galleria Nazionale dellโ€™Umbria. La Vergine seduta in un ampio paesaggio tiene in grembo il Bambino, che stringe tra le mani una coroncina di fiori; i Santi sono inginocchiati accanto a lei, mentre due angeli in volo le pongono sul capo una corona. Il Bambino deriva dal cartone rovesciato utilizzato per la Madonna della collezione Kress, ora nella National Gallery di Washington, con opportune modifiche al visino e al braccio destro per fargli impugnare, ben visibilmente, la corona di fiori.
Il paesaggio che si apre alle spalle dei protagonisti rende la tavola ancora piรน affascinante. Il linguaggio figurativo della composizione sembra articolarsi su piรน registri: da una parte la calma di una composizione tipicamente peruginesca ormai arcaizzante, dallโ€™altra un’evoluzione dei personaggi piรน moderna, visibile nella resa del chiaroscuro che avvolge San Giacomo; ciรฒ porta a una difficile lettura della tavola.[2]
Datata 1507 รจ laย Sacra conversazione, ora a Londra a Buckingham Palace, nella cui predella sono raffigurate la Nativitร  della Vergine Assunta e lo Sposalizio della Madonna. La pala mostra un prevalente influsso peruginesco con qualche ricordo della Pala Ansidei di Raffaello.
Il pittore partecipรฒ anche a unโ€™eccelsa opera, ora conservata nella Pinacoteca Vaticana: lโ€™Incoronazione della Vergine, realizzata da Raffaello, poi completata da Giulio Romano e Francesco Penni. Berto di Giovanni prese parte alla realizzazione della predella, ora nella Galleria Nazionale dellโ€™Umbria.[3]

 

Berto di Giovanni, Gonfalone del duomo, Perugia, cattedrale di San Lorenzo

 

Nelle quattro scene della predella i forti contrasti di colore mostrano la netta influenza di Giulio Romano. Infatti, nell’ultimo periodo, Berto di Giovanni fu attratto dal grande pittore dei Gonzaga e si abbandonรฒ a una tecnica manieristica di tocco duro, con forti risalti chiaroscurali, ben lungi dalla precedente morbidezza di colorito delle piccole tavole.
Percorrendo le sale della Galleria Nazionale dellโ€™Umbria si possono ammirare altri capolavori del pittore: S. Giovanni Evangelista in Patmos con lunetta con lโ€™Eterno e la predella con le Storie del santo, che venne eseguita per le cistercensi di Santa Giuliana a Perugia. Nella tavola si puรฒ notare la goffa rappresentazione dellโ€™evangelista ripresa dalla figura di Pitagora nella Scuola di Atene; nella predella invece, si rileva un forte incupimento dei colori ravvivato solo da qualche lumeggiatura. Lโ€™ultima opera certa conservata nel duomo di Perugia รจ un gonfalone fatto dipingere nel 1526 in occasione della peste, posto sopra un altare nella navata sinistra.[4]

 


[1] Laura Teza, Un dipinto in societร : Perugino, Berto di Giovanni e la Bottega del 1496, pp. 47-61, in Pietro Vannucci e i Pittori Perugini del Primo Cinquecento. I lunedรฌ della Galleria. Atti delle Conferenze 23 febbraio-10 maggio 2004, a cura di Paola Mercurelli Salari, Soprintendenza per i Beni Architettonici, il Paesaggio, il Patrimonio Storico Artistico ed etnoantropologico dellโ€™Umbria, Perugia, Ponte San Giovanni.โ‡‘
[2] F. Santi, Galleria Nazionale dellโ€™Umbria. Dipinti, sculture e oggetti dei secoli XV-XVI, Roma, 1985, p. 140, la considera di Giannicola, mentre F. Todini, La pittura umbra dal Duecento al Cinquecento, Milano, 1989, I, p. 278 e Mercurelli Salari, Pittore di ambito peruginesco 9, Madonna con Bambino, due angeli, i santi Giacomo Maggiore e Francesco, in Perugino e il paesaggio, catalogo della mostra (Cittร  della Pieve, 28febbraio-18 luglio 2004), Milano 2004, p.60 vicina a Berto di Giovanni.โ‡‘
[3] Dictionary of Painters and Engravers Biographical and Critical, by Michael Bryan, p. 119, New Edition Revised and Enlarged, Edit by Robert Edmund Graves B.A., of the British Museum. Volume I A-K, London 1886.โ‡‘
[4] Enciclopedia Treccani, Dizionario Biografico degli Italiani, Volume IX, 1967.โ‡‘

Unโ€™atmosfera unica che fa bene al cuore e allo spirito: questo si respira a Bastia Umbra, dal 19 al 29 settembre, con la cinquantasettesima edizione del Palio de San Michele. Quattro rioni e unโ€™intera cittadina pronti a gareggiare e a festeggiare il Santo Patrono. Chi vincerร  questโ€™anno? Che la sfida abbia inizio!

Foto Ente Palio by FAPFOTO

 

Specifichiamo bene: il Palio de San Michele non รจ una rievocazione storica, ma un evento aggregativo e di coesione sociale. Con questo spirito, volto a unificare la cittadina di Bastia Umbra, don Luigi Toppetti, con alcuni giovani dellโ€™epoca, lo creรฒ nel 1962. Questa tradizione resiste ancora oggi, rendendolo uno dei pali piรน longevi e particolari dellโ€™Umbria.
Dieci giorni di sfide tra i quattro rioni – Moncioveta, Portella, San Rocco e Santโ€™Angelo โ€“ e un anno di collaborazioni per organizzare eventi e attivitร  in tutto il territorio bastiolo, dalle scuole agli enti benefici.

 

Federica Moretti, foto by FAPFOTO

Cuore, cultura e comunitร  sono le tre C che identificano la manifestazione, almeno secondo Federica Moretti, neopresidente dellโ€™Ente Palio: ยซSono stata nominata presidente lo scorso anno e ho voluto introdurre delle piccole novitร : ho reinserito lo spettacolo di apertura – affidato, questโ€™anno, alla compagnia teatrale Accademia Creativa: andrร  in scena questa sera e sarร  ispirato a La Tempesta di Shakespeare – e ho puntato sul ritorno del Rion Mini Sport. รˆ fondamentale il coinvolgimento dei piรน piccoli, perchรฉ saranno il futuro di questa festa. Unโ€™altra novitร  dellโ€™edizione 2019 รจ la mostra Visioni artistiche per raccontare il Palio: abbiamo coinvolto 27 artisti umbri che hanno realizzato opere ispirate proprio alla nostra manifestazioneยป.

Unโ€™atmosfera unica

Nei giorni del Palio, lโ€™aria che si respira a Bastia รจ ottima: fa bene al cuore, ai polmoni e alla testa. Le taverne sono un luogo di ritrovo per gli amici dove bere e mangiare, ma soprattutto dove sostenere lโ€™attaccamento alla maglia. Il rione di appartenenza si sceglie quando si viene al mondo; il colore รจ dalla nascita, รจ una simbiosi viscerale che resta per sempre: si puรฒ anche cambiar quartiere, ma se nasci a Santโ€™Angelo non potrai mai tifare San Rocco, Portella o Moncioveta. Ovviamente, stesso discorso vale per gli altri.
ยซQuella del Palio รจ unโ€™aria che va respirata a pieni polmoni. Il Palio รจ Bastia. Il Palio รจ aggregazione. Tutti si dedicano a questo evento in maniera volontaria e vi lavorano lโ€™intero lโ€™anno. Il 20 agosto abbiamo aperto i cantieri per la realizzazione dei carri e per coreografare i balletti e la sfilata. Quest’ultima รจ sicuramente una nostra peculiaritร : ogni rione decide liberamente il tema da portare in scena. Devo dire che si sono raggiunti livelli altissimi di scenografia e recitazione: dei veri quadri viventi che passano per le vie di Bastiaยป prosegue la presidente.
Quest’anno il rione Sant’Angelo realizzerร  lo spettacolo dal titolo Somni Memor, il rione San Rocco presenterร  invece Soltanto Uno, Portella si cimenterร  su La grande fabbrica delle parole, mentre il rione Moncioveta porterร  in scena Thestral M15. Di piรน non si puรฒ svelare!

 

La sfilata, foto by FAPFOTO

Tutti coinvoltiโ€ฆ nessuno escluso

Tutto iniziรฒ, come detto, cinquantasette anni fa con la sola lizza: una staffetta disputata da quattro atleti per ciascun rione; si sono aggiunti poi i giochi – corsa con i sacchi, tiro alla fune, albero della Cuccagna e un gioco di moderna invenzione โ€“ e le sfilate, delle vere e proprie rappresentazioni teatrali che trovano il loro apice davanti alla chiesa del patrono San Michele Arcangelo.

 

Una delle gare dei giochi, foto by FAPFOTO

 

ยซLa nostra รจ una sana competizione che dura dieci giorni, ma durante il resto dellโ€™anno i quattro rioni, seguiti dallโ€™Ente Palio, lavorano insieme e si adoperano per portare avanti le attivitร  nel territorio e nelle scuole di Bastia. Tutti sono coinvolti e se entri nel meccanismo e nellโ€™atmosfera del Palio non ne esci piรน, รจ facile trovare unโ€™attivitร  che possa esaltare le tue doti e i tuoi interessi: sport, cucina, recitazione e allestimenti. Ce nโ€™รจ per tutti! Anche i nuovi bastioli vengono facilmente risucchiati dallโ€™entusiasmo e partecipano attivamente. รˆ unโ€™atmosfera contagiosa.ยป conclude Federica Moretti.
Direi che vale la pena fare un giro al Palio de San Michele a Bastia Umbra, assistere alle gare, sbalordirsi per le sfilate e gustare la cucina nelle taverne – unica entrata economica dellโ€™evento. Se poi proprio non potete, incollatevi davanti alla diretta streamingโ€ฆ insomma, non viverlo รจ impossibile!

 

I rioni, foto by FAPFOTO

 


Per saperne di piรน, ecco la storia del Palio de San Michele

Il programma

Si รจ tenuta a Tuoro sul Trasimeno la Festa dell’Orto e la II edizione delloย Street Food Vegan in Umbria, i cui programmi eย stand presenti hanno rappresentato un’accattivante proposta all’insegna del salutare, del naturale e dell’ecosostenibile. Un’ottima cucina preparata a bordo di caravan e una taverna con il Vegan Master Chef Emanuele Di Biase ai fornelli sono state le proposte culinarie vegane che hanno deliziato i palati degli abitudinari e sorpreso favorevolmente i neofiti del settore.

 

L’orto, nel nostro immaginario collettivo, viene quasi sempre coltivato da un nonno sotto l’insegna della genuinitร , garantita da prodotti vegetali che non sono soggetti a trattamenti di veleni o elementi chimici. Da qui il punto di partenza per un’agricoltura totalmente o parzialmente biologica, che risponde oggi a dettami precisi per la sua classificazione. Alla Festa dell’Orto di Tuoro partecipano degli operatori, come Patrizia e Alessio, che del biologico e della stagionalitร  hanno fatto una ragione di vita, coincidente con la loro attivitร  agricola, la Terra di Jones.
Vegano รจ il termine che identifica una persona che ha deciso di eliminare dalla propria dieta quotidiana tutti gli alimenti di origine animale: carne, pesce, latte e suoi derivati, miele, sono aboliti, cosรฌ come l’uso della lana, della seta e della pelle per l’abbigliamento. Inoltre, la persona vegana cerca di pesare il meno possibile sull’ambiente. Essere vegano รจ una scelta etica, uno stile di vita che, nel mondo di oggi, non รจ assolutamente facile seguire questo itinerario, in quanto รจ necessario fare uno slalom quotidiano tra alimenti, medicine e oggetti composti, totalmente o almeno in parte, da elementi provenienti dal mondo animale.

 

 

La strada vegana รจ stata scelta da una serie di persone, presenti a vario titoloย in questa caratteristica e innovativa manifestazione. Abbiamo incontrato Francesca Ricci, la co-organizzatrice della festa insieme a suo marito Emanuele Di Biase e alla Pro Loco toreggiana, che ci ha detto: ยซDopo il successo dello scorso anno, abbiamo riproposto la Festa dell’Orto, aggiungendo uno street food vegan. Sono una giornalista che fa parte di un comitato scientifico e posso dire, con la mia esperienza, che mangiando vegetale e integrale potremmo evitare tante malattie legate ai cibi che mangiamoยป. Continua Francesca: ยซQui le persone scoprono che il vegano mangia pizza, pasta, pane e molto altro e conoscono il lato etico di questa filosofia di vita. Vorremmo che Tuoro diventasse un punto di riferimento vegano sia per l’Umbria sia per l’Italia intera. Il messaggio รจ anche di mettere i nostri figli a contatto con la natura e la terra; vorremmo essere degli educatori di pace, senza forzare nessuno. Vorrei ringraziare il presidente della Pro Loco Fabrizio Magara e tutto il suo staff, mio marito Emanuele, l’amministrazione comunale con in testa il sindaco Maria Elena Minciaroni, Luca Panichi lo scalatore in carrozzina, gli abitanti toreggiani e tutti gli operatori vegan intervenutiยป.
Nella piazza principale del paese notiamo una roulotte che porta una scritta laterale in bella vista, Girovegando. All’interno del truck ci sono Silvia, Raffaela e Monicaย tre ragazze di Roma che preparano gustose ricette vegane con panini, tempura, salse, burger di legumi, maionese, pizzette con crema di nocciola e cocco. Anche le bevande sono vegane. Tutto delizioso!

 

Silvia, Raffaela e Monica

 

Nei pressi c’รจ il sindaco, Maria Elena Minciaroni, che ci dice: ยซTutta l’amministrazione comunale crede in questa bellissima manifestazione dedicata al prezioso orto con i suoi prodotti biologici e al mondo vegano. La natura, la vita sana e genuina sono alcune delle ย peculiaritร  del nostro territorio che ci vengono riconosciute dai tanti visitatori. Debbo ringraziare Francesca Ricci, Emanuele Di Biase, Fabrizio Magara e le persone della Pro Loco per l’idea innovativa, la disponibilitร , la collaborazione e l’organizzazione dell’eventoยป.
Lรฌ vicino, c’รจ un’altra roulotte con la scritta Ginger, che viene da Viareggio e propone senza alcun dubbio cibo vegano. All’interno una mamma, Fabiana Giovannotti,ย con i figliย Giulia e Daniele, che preparano cucina vegana mediterranea a base di pasta fresca, primi piatti, panini e tanto altro, con ingredienti a km zero.

 

Fabiana Giovannotti con i suoi due figli, Giulia e Daniele

 

Incontriamo in una strada del paese, Francesco Magara, presidente della locale Pro Loco, co-organizzatrice dell’evento, che ci dice: ยซL’idea di questa manifestazione nasce perย valorizzare i prodotti che abbiamo nell’orto sotto casa e portali sulle tavole della gente. Ne รจ venuta fuori, l’anno scorso, una prima edizione molto riuscita e quest’anno abbiamo replicato inserendo musica, spettacolo, natura, sport, Tai Chi, laboratori, pittura, un corteo di auto storiche e abbiamo un gran riscontro di presenze. La manifestazione ha una notevole ricaduta economica sul territorio, infatti le strutture ricettive e di ristorazione hanno notevoli e maggiori presenze rispetto al consueto andamento stagionale. Anche se io non sono vegano, apprezzo moltissimo la cucina di Emanuele e le proposte culinarie di Francesca, sono molto gustoseยป.
Nel parco del Sodo vediamo che un gruppo di bambini รจ impegnato a disegnare e colorare con grande attenzione e concentrazione; intorno a loro, genitori e nonni parimenti coinvolti. La Casa degli Artisti di Perugia, con i sempre bravi Francesco Minelli e Carla Medici, hanno organizzato per la Festa il laboratorio per bambini e unโ€™estemporanea di pittura.

 

Hyla Group

 

Francesca Montioniย diย Hyla Group, con sede a Tuoro, ci dice: ยซHyla nasce con l’idea di mettere insieme piรน realtร  che forniscono differenti servizi. Siamo naturalisti che si occupano di ricerca, didattica, divulgazione e consulenza e abbiamo anche un’azienda agricola dove cerchiamo di raccontare la possibilitร  di un’agricoltura sostenibile che possa dialogare con i pipistrelli, con gli uccelli, con gli anfibi o le api. La nostra azienda agricola sta creando una piccola linea di prodotti, oltre a un orto con frutta e ortaggi di stagione. Facciamo anche attivitร  con le scuole e quest’anno i temi che abbiamo toccato sono la biodiversitร  e le sue dinamiche. Proponiamo anche laboratori specifici, uniti all’attivitร  esperienziale con gli asini, con le canoe o le visite in apiarioยป.
Notiamo lรฌ accanto uno stand multicolore, con il bancone trabocca di frutta. Uno dei titolari di Fresssco di Perugia ci spiega la filosofia della sua offerta, mettere nel bicchiere i sapori della natura e creare gustosissimi succhi. Ananas con curcuma, una delizia!

 

 

Emanuele Di Biase, Vegan Master Chef e pluricampione internazionale, nonchรฉ titolare dell’azienda Sayve, รจ toscano di nascita ma toreggiano per amore della moglie Francesca. Ci racconta: ยซIl mio percorso รจ un po’ particolare, oltre che uno chef sono anche un tecnologo alimentar. Sono diventato cuoco da giovanissimo, ma vegano solo una ventina di anni fa per scelta etica: a questo si รจ unito il divertimento per la sperimentazione e cosรฌ รจ nato il nostro formaggio vegano. Insieme al mio socio, abbiamo un caseificio vegano in Slovenia dove prepariamo formaggi vegetali con ceci, basici o aromatizzati con pepe, tartufo, peperoncino e altri. Qualcuno lo ha definito il nuovo formaggioยป.

Emanuele Di Biase, Vegan Master Chef

Continua lo chef Emanuele: ยซQui a Tuoro sto benissimo, c’รจ un’aria salubre e gente fantastica. Con questa iniziativa abbiamo voluto dare, io e mia moglie Francesca, un contributo a questa comunitร  per la promozione di questo territorio. I miei progetti sono legati a far conoscere e diffondere una cucina piรน sana, naturale ed etica al fine di ritornare a mangiare come facevano i nostri nonni, come nella cucina vegetale di stagione che riproponiamo nel nostro home restaurant. Inoltre siamo in animo, sempre con Francesca, di aprire entro un anno la Veganok Accademy, una scuola vegana per far apprendere il lavoro della ristorazione in chiave totalmente vegetale. Debbo ringraziare, oltre alla Pro Loco e al Comune, anche i miei amici Marco Cucurnia e Matilde Celi, provenienti dal rinomato quartiere della Garbatella di Roma, dove ciascuno ha una propria attivitร  di bar e pasticceria, e l’altro amico e consulente vegan Mario De Riccardis di Senigallia; loro mi hanno dato una grande mano durante tutta la Festaยป. Subito dopo la nostra conversazione, abbiamo potuto apprezzare una buonissima carbonara vegana, preparata direttamente dalle sapienti mani dello chef Emanuele Di Biase.

Incontriamo Sauro Martella, il fondatore della certificazione Veganok e Renata Balducci, presidente dell’associazione Vegani Italiani Onlus AssoVegan e madrina della Festa. Renata ci racconta che la sua vita da qualche anno ha cambiato direzione e da allora, ha abbracciato uno stile di vita etico ed รจ diventata vegana. Trasmette il suo messaggio con grande forza e passione a tutti quelli che transitano dalle sue parti, attratti dal suo accattivante sorriso. Renata รจ la dimostrazione che la volontร  e la determinazione sono fondamentali per raggiungere gli obiettivi in cui si crede. Il pacato ma non di meno determinato Sauro ci informa, integrando i racconti di Renata, sulla difesa dell’ambiente, sul rispetto della vita e sulla cultura non violenta e vegana che cerca di diffondere.

 

Sauro Martella, Renata Balducci e Francesca Ricci

 

Presso uno stand troviamo Emanuela De Stefanis, che insieme a Paola Sticchi e ad Antonella Panciarolaย sono le protagoniste dell’Associazione Le Olivastre. Emanuela ci ha raccontato la loro mission: il recupero, la salvaguardia e la valorizzazione dei terreni incolti e abbandonati mediante le modalitร  dell’agricoltura sociale. Le Olivastre,ย dal 2014, hanno recuperato due ettari di oliveto secolare sulle colline del Trasimeno e un orto familiare, ora convertito a campo di zafferano. Dal 2017 curano l’organizzazione de L’Oro di Agilla, concorso itinerante per il miglior olio extravergine del Trasimeno. Emanuela, mentre ci parla della Dolce Agogia, la pianta di olivo tipica del bacino lacustre, ha gli occhi che brillano e, quando ne descrive il delicato profumo e aroma, tiene affettuosamente un rametto di Dolce Agogia tra le mani, come se fosse un bambino. L’amore di Emanuela per quest’attivitร  traspare nei suoi racconti passionali e competenti che dona gentilmente a tutti i visitatori che si avvicinano alla sua postazione. Lรฌ in bella mostra c’รจ l’olio extravergine d’oliva del Trasimeno, che ovviamente mette d’accordo tutti i palati, vegani e non.

 

Emanuela De Stefanis

La trentanovesima edizione della Sagra del Gambero e del Pesce di Lago a San Savino si รจ appena conclusa con la consueta e ampia adesione di pubblico. La rinomata festa paesana si รจ tenuta dal 16 al 25 agosto nello scenografico borgo del lago Trasimeno, con un’ottima offerta enogastronomica accompagnata da iniziative culturali, spettacoli e musica di assoluto pregio.

Tramonto al lago Trasimeno

 

Un non ben precisato gruppo di buoni amici sono in vacanza in Umbria per trascorrere qualche giorno insieme, ospiti di un campeggio sulle rive del lago Trasimeno. Sono quattro coppie del nord Italia partite in moto per conoscere l’ignota e misteriosa regione, da molti definita come il cuore verde d’Italia e, in particolare, i paesaggi ricchi di storia e tradizioni che circondano il lago. Su consiglio di una coppia di turisti romani, conosciuti nel loro stesso campeggio, il gruppo di amici va a visitare il piccolo ma caratteristico borgo di San Savino, dove รจ in atto la Sagra del Gambero e del Pesce di Lago.

Lo strategico castello di Pian di Carpine

San Savino, vicino a Pian del Carpine (oggi Magione), nel Medioevo era uno strategico castello favorito dalla sua posizione elevata, a guardia e a difesa di una zona lacustre ritenuta da Perugia estremamente importante per la ricchezza del territorio e per la sua prima difesa; San Savino faceva parte, insieme ad altri borghi fortificati della costa orientale del lago, di un sistema di protezione al contado perugino. Oggi a San Savino sono visibili, della roccaforte di allora, la torre triangolare e parte delle mura su cui si apre l’unica porta d’ingresso alla piazzetta storica. L’entrata รจ sormontata da un arco a sesto acuto.
Davanti al medievale varco di accesso si apre un bellissimo affaccio sul lago da cui si possono ammirare dei maestosi tramonti di fuoco che si rispecchiano, rifrangendo le varie tonalitร  rosso-aranciate, sulle increspature appena accennate dell’acqua e mettono cosรฌ in evidenza la sottostante Oasi naturalistica La Valle, un importante centro culturale ornitologico e scientifico votato al turismo ecologico e sostenibile e all’educazione ambientale per tutti, in particolare verso i giovani scolari. L’Oasi rappresenta una delle pregevolezze lacustri.

 

Uno scatto dalla sagra

Pesce di lago in tutte le salse

Il gruppo di amici, entrando in paese, ha avuto la stessa sensazione che provano tutti quelli che visitano il borgo durante l’allegra festa. Infatti, non appena si arriva, si percepisce immediatamente la sana atmosfera della sagra paesana dove, in un clima gioioso e ridente, ci si lascia trascinare nel dettato e ammiccante programma della serata. Cena a base di pesce di lago, dove l’antipasto misto, seguito dalla pasta con i gamberi o da quella con il pesce persico, continua con gli spiedini o la frittura di lago o con il superbo guazzetto di gamberi. Il tutto bagnato da un ottimo vino bianco di una piccola ma nota cantina locale e suggellato da un delizioso Vin Santo accompagnato da gustosi biscotti, chiamati Pane del pescatore.
Si vedono tutti i paesani collaborare, in un viavai incessante di passi fatto da persone giovanissime e piรน esperte che, senza risparmiarsi, danno una mano per curare gli ospiti della sagra: ci tengono a farli mangiare nel segno della tradizione locale e metterli a proprio agio. Il clima รจ casalingo e amicale e, nonostante il gran pienone di gente, il servizio ai tavoli รจ superveloce e le portate sono di grande qualitร .
L’ottima cena รจ preparata dal fantastico team della Pro Loco, guidato dall’attivissimo e navigato presidente Maurizio Orsini; fin dall’inizio della serata si percepisce la meticolosa preparazione di tutto l’evento, infatti i vari appuntamenti della festa paesana prevedono, oltre all’angolo enogastronomico, lo spazio dedicato ai concerti, alla musica e agli spettacoli, che avvengono in un clima allegro e scanzonato. Un grande plauso a Maurizio Orsini e a tutta la sua squadra!

 

Musica e paesaggio

Dopo aver ben mangiato e bevuto, il gruppo di amici passa vicino agli stand degli espositori temporanei e a un gruppo musicale che, lรฌ accanto, suona bellamente del liscio ballato da una nutrita schiera di gente e poi si dirige verso la piazzetta storica della torre triangolare, verso cui un’accattivante musica li attrae. Tutti bravi!
Il prossimo anno gli otto amici si promettono di tornare sul Trasimeno e a San Savino e di partecipare a tutte le serate della sagra e, con questo livello di offerta, non se ne vorranno perdere neanche una. Il gruppetto, dopo aver pienamente soddisfatto le loro orecchie, si รจ fermato alla cantina a prendere un buon bicchiere di vino e poi si รจ diretto verso la piazzetta appena fuori la porta con l’arco a sesto acuto. Le quattro coppiette si siedono sulle panchine proiettate verso lo specchio lacustre, dove al riflesso stellare fa eco il profilo dell’Isola Polvese, che emerge misterioso dalle lucenti acque puntinate di astri.
C’รจ qualcuno che ha lo sguardo rapito dal magnificente panorama e piรน in lร  c’รจ qualcun altro che si sta scambiando un tenero bacio sotto la protezione certa di Tarsminass, il saggio e millenario specchio d’acqua etrusco.

Dal 13 al 15 settembre la cittadina medievale di Panicale ospiterร  nei suoi spazi urbani i molti visitatori previsti, provenienti sia dall’Umbria sia da fuori regione, senza contare i numerosi arrivi anche dall’estero. La VII edizione di Fili in Trama, su iniziativa del GAL Trasimeno-Orvietano, sarร  per tre giorni l’evento convogliatore di scuole specializzate del settore e di artigiani che metteranno in mostra le meravigliose e antiche arti del ricamo e del merletto al pari delle loro creazioni. La manifestazione sarร  accompagnata dal caloroso abbraccio panicalense mentre il lago Trasimeno sarร  il suo romantico cavaliere.

Panicale, uno dei Borghi piรน Belli d’Italia, รจ adagiato sulle pendici del Monte Petrarvella e guarda dall’alto il panorama spezzato dalle dolci sinuositร  della Val di Chiana Romana e dal chiarore del Trasimeno. Sull’etimologia del suo nome ci sono varie ipotesi, ma ci piace pensare che Pan Kalรฒn sia la piรน accreditata. Pan Kalรฒn in greco vuol dire dove tutto รจ bello e Panicale, che con la sua struttura urbana medievale a cerchi concentrici, era legata a Perugia sia come rifornitrice di derrate alimentari sia come uno dei suoi baluardi di prima difesa, ha conosciuto dapprima l’estro pittorico di Masolino a cui รจ stato attribuito un bellissimo affresco raffigurante L’Annunciazione della Vergine, e poi del genio Pietro Vannucci detto il Perugino che, con il Martirio di San Sebastiano esalta la perfezione della bellezza artistica. Panicale sarร  la cornice decorativa di Fili in Trama 2019, la Mostra Mercato Internazionale del Merletto e del Ricamo che prevede un ricco programma di appuntamenti di settore e culturali.

 

 

L’attiva e dinamica Francesca Caproni, direttore del G.A.L. Trasimeno-Orvietano, ci ha dichiarato: ยซSaranno 75 gli espositori provenienti da tutte le regioni dโ€™Italia, comprese le piรน ambite scuole di ricamo, e ben sette le delegazioni straniere. Questโ€™anno infatti Panicale potrร  garantire la presenza, in qualitร  di espositori, di scuole provenienti da Grecia, Germania, Portogallo, Inghilterra e Russia, mentre saranno presenti in delegazione ufficiale anche Lettonia e Polonia con i relativi Gruppi di Azione Locali, nellโ€™ambito della Via Europea del Merletto e del Ricamo, un progetto di cooperazione transnazionale che sta prendendo forma e per il quale il nostro GAL sarร  capofila a livello europeoยป.

Il filo di Chiara

L’ospite dโ€™onore sarร  Chiara Vigo, lโ€™ultimo maestro di bisso marino che vive nell’isola di Sant’Antioco, a sud della Sardegna. Chiara Vigo custodisce lโ€™arte della propria famiglia tramandata da 28 generazioni di donne ed รจ in grado, con un lavoro certosino, di ottenere un filo che al sole sembra dorato e con il quale si puรฒ ricamare o produrre preziosi tessuti. La particolaritร  e unicitร  รจ che Chiara riesce, come da tradizione, a ricavare il suo prezioso e minuscolo cordoncino da un filamento che un mollusco gigante in via di estinzione, laย Pinna Nobilis, produce in piccole quantitร . Dalla lunga lavorazione del filamento barboso si ottiene il bisso, in una quantitร  infinitesimale rispetto al lungo tempo di lavorazione. Da trenta grammi di bisso si ottengono 12 metri di seta di mare. Chiara Vigo riesce a riprodurre il bisso tinto oro, porpora o viola, cosรฌ come viene citato nella Bibbia, e afferma con convinzione: ยซIl bisso non si vende e non si compra. Le opere in seta del mare possono essere solo donate o ricevute. Un maestro di bisso vive di offerteยป. Una vera raritร . Mi riferisco a Chiara Vigo, ovviamente.

Luca Scarpa, consigliere GAL, ha detto: ยซLa mostra vedrร  presenti negli stand esclusivamente artigiani o scuole del settore. Un aspetto questo che ha consentito, oltre al resto, di far registrare il tutto esaurito in termini di prenotazioni delle strutture turistiche nei comuni di Panicale e Piegaro e ottimi riscontri negli altri limitrofi del Trasimeno. Ci riempie dโ€™orgoglio sapere che dieci appassionati arriveranno appositamente dalla Corea del Sud e questo testimonia come sia stata imboccata la strada giusta, anche tramite Fili in Trama, per valorizzare il nostro territorio dal punto di vista turistico e culturale e per contribuire, anche se in piccola parte, a realizzare qualche nuovo posto di lavoro nel settore specificoยป.

I valori dell’evento sono evidentemente legati alla tradizione, che viene rappresentata in questo periodo di internet, di cambiamenti sociali e occupazionali, come promozione turistica e territoriale dell’area lacustre. La riscoperta di certe arti, abbinate al settore dell’accoglienza turistica, alberghiera e della ristorazione, potrebbe rappresentare un volano che favorisca una ricaduta economica sul territorio e nuove opportunitร  per i giovani. Per riuscire, รจ importante porre l’attenzione a quello che fanno anche gli altri fuori dei confini locali, dove il GAL รจ un fervente sostenitore dell’innovazione.

Marco Mannarelli dell’Associazione La Trama di Anita, ci confida: ยซCi saranno proposte che vengono da lontano. รˆ il caso di un defilรฉ di moda a cura della Scuola creativa russa di Vera Tarasenkova e un defilรฉ di costumi tradizionali nazionali del popolo russo; la scuola, al suono di musica tradizionale, presenterร  la nuova collezione Altay della scuola Etnoclub Paraskeva. Altre sfilate vedranno protagonista il macramรจ: Il Macramรจ veste lโ€™abito, con 60 abiti impreziositi con particolari in macramรจ, animerร  Piazza Umberto e darร  a cura de Il Macramรจ di ARIANNA di Castelgomberto VIยป.

Eventi per tutti i gusti

Poi, spazio a concerti, convegni e rappresentazioni direttamente dal Pan Opera Festival organizzato dallโ€™Associazione TรจathronMusikรจ: verrร  infatti messa in scena lโ€™opera Livietta e Tracollo ovvero La Contadina Astuta, con intermezzi comici de Lโ€™Adriano in Siria di Giovan Battista Pergolesi. Ancora, ci saranno mostre di costumi dโ€™epoca e modellini di costumi di manifestazioni storiche, spettacoli di lettura e vetrine di negozi allestite a tema, passeggiate tra i colli che sovrastano il Trasimeno e le fotografie di Stefano Fasi per il pubblico, realizzate con la tecnica ottocentesca del collodio umido. Infine, presso il Museo del Tulle di Panicale, ci sarร  la premiazione del VI concorso Castello di Panicale โ€“ Premio Anita Belleschi Grifoni. Veramente un palinsesto ricco e interessante. Il consigliere provinciale Erika Borghesi, il vice sindaco di Panicale Anna Buso, lโ€™Assessore al Turismo di Panicale Giselda Bruni e quello alla Cultura di Magione Vanni Ruggeri, durante la conferenza stampa hanno avuto parole di apprezzamento per l’evento, ormai senza confini e sottolineato la sua importanza per l’intero comprensorio del Trasimeno e umbro.

 

 

Fili in Trama รจ una manifestazione voluta dal GALTrasimeno-Orvietano con il supporto delle istituzioni comunali, provinciali e regionali e di una fittissima rete di associazioni del territorio, che saranno protagoniste con continuitร  nellโ€™ambito del piรน vasto progetto I Fili, le Trame e Le Reti del Trasimeno-Orvietano, che prevede eventi specifici e dedicati, nei comuni di Panicale, Passignano sul Trasimeno, Tuoro sul Trasimeno con Isola Maggiore, Magione con San Feliciano e Orvieto.
Durante l’evento, oltre per i ricami e i merletti, la sottolineatura piรน importante sarร  quella per le antiche tradizioni e per quelle rinnovate, per le bellezze naturistiche, paesaggistiche e culturali e per le eccellenze in genere, che si possono ammirare nel meraviglioso e generoso comprensorio del Trasimeno-Orvietano.

 


Il programma completo dell’evento si puรฒ trovare su: www.filiintrama.it

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