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Il Comune lโ€™aveva promesso nel 2021 e adesso รจ pronto. Todi gode di un nuovo ponte e di parco di qua e di lร  del Tevere, che va da Ponte Rio a Pian San Martino.

Il ponte si trova nella zona del centro commerciale, dove hanno creato unโ€™area verde con lโ€™area giochi per bambini e dove si puรฒ passeggiare con i cani e anche percorrere la sponda sinistra del Tevere. Ma la cosa piรน importante รจ il ponte Bailey – abbandonato per anni, semidistrutto e sepolto dalla vegetazione – รจ stato ripulito, ripristinato e inaugurato a dicembre 2023. Quando scende la sera รจ molto suggestivo. Una bella illuminazione a raso illumina il piano di calpestio mentre, altre luci illuminano le parti superiori e le due torri alle estremitร .

Il ponte di Todi

La sua storia

Riepilogo rapidamente la storia di questo ponte, che come il ponte Morandi รจ dotato di cognome. Quando, durante la Seconda Guerra Mondiale, i tedeschi in ritirata hanno fatto saltare i ponti, gli alleati velocemente li hanno sostituiti con ponti metallici inventati dallโ€™inglese Donald Bailey. Erano fatti da moduli metallici che si assemblavano rapidamente e sopportavano il passaggio dei carrarmati Sherman. Finita la guerra i ponti fatti saltare vennero ricostruiti velocemente e i Bailey furono trasferiti dove potevano ancora servire. Questo qui arrivรฒ a Todi dalla Toscana nel 1954. Fino ad allora per andare da Pian San Martino e Ponte Rio ci voleva la barca di Giovanni. Con la costruzione del ponte, il traghettatore Giovanni perse il lavoro, ma le macchine finalmente poterono passare il fiume. Comunque il ponte subรฌ delle modifiche rispetto allโ€™originale: รจ lโ€™unico nel suo genere perchรฉ รจ sostenuto anche da robuste funi laterali che, con le torri alle estremitร , ne fanno un piccolo ponte di Brooklyn.

La sua nuova vita

La sua nuova vita lo ha trasformato in un luogo ciclopedonale e ha aperto uno spazio verde notevole per i tuderti e la grande comunitร  turistica che vive e che transita nella zona. Le opportunitร  sono legate soprattutto al cicloturismo, che partendo da qui conduce ovunque. Da qui iniziano infatti le piste per raggiungere le rapide del Furioso con due percorsi: uno blu, antiorario e di 16 km che segue la sponda destra del Tevere e uno piรน lungo, segnato in giallo, che va in senso orario per 30 km: il tratto รจ lungo ma, a metร  percorso, si puรฒ fare una sosta a Doglio, grazioso paesino con un bel castello.

Il sentiero

Sempre partendo dal ponte si puรฒ girare la bici verso Sud e collegarsi alla pista Amerina che unisce Todi ad Amelia: sono 100 km, andata e ritorno, fortemente voluti dai due comuni e dagli sportivi delle due ruote. Se invece si decide di andare a Nord, si raggiunge il tracciato della Media Valle Tour, che tocca 10 comuni e si snoda per 260 km. La ciclabile che inizia sul piccolo ponte Bailey prima attraversa lโ€™Umbria poi si collega con la ciclabile nazionale e poi, volendo, anche con quella europea che arriva in Svezia e Finlandia.

Le ciclabili sono tutte pronte, percorribili e ben segnate e accessibili anche ai disabili. Naturalmente i percorsi che si fanno in bici si possano fare anche a piedi o a cavallo. Io ho percorso a piedi un tratto del circuito blu, di giorno feriale e verso le 12. Ho incontrato tanta gente: mamme con i passeggini, chi faceva jogging, chi passeggiava come me, ho visto le tracce del passaggio dei cavalli, ho incontrato una signora inglese con il suo cane. Il tratto che ho percorso รจ piano e qui e lร  ci sono delle panchine per riposarsi, ma la cosa che piรน mi รจ piaciuta e stata la pace e il contatto con la natura. Le macchine sono lontane e ho sentito solo il rumore del Tevere e delle piccole rapide in quel punto. Tutte queste piste, che assommano a 400 km, sono state tracciate da Walter Nilo Ciucci, presidente dellโ€™associazione Uncover Umbria, con lโ€™accordo di tutti i comuni. Comunque gli organizzatori di un simile lavoro hanno un sogno. Alla fine del 2024 verrร  ripristinato il treno che collega Terni a Sansepolcro, che รจ fuori servizio da molti anni, e la ciclabile della Media Valle Tour lo incrocia in piรน punti.

Gli organizzatori delle ciclabili vorrebbero che ci fossero istituite anche delle carrozze per i ciclisti, come succede in Austria, a San Candido vicino al confine con lโ€™Austria, e in molti altri Paesi europei. Quei treni che incrociano le piste ciclabili hanno delle carrozze dedicate solo alle biciclette, che vengono caricate, agganciate e bloccate. Ormai il ciclismo รจ diventato uno sport praticato da milioni di persone, che trascorrono qualche ora o qualche giorno sul sellino. Quindi รจ un nuovo turismo che va seguito e curato, per essere al passo con i tempi e mi sembra che Todi e gli altri comuni facciano tutto il possibile.

Il Salone umbro dell’agricoltura, della zootecnia e dell’alimentazione sempre piรน punto di riferimento nazionale. L’edizione numero 55 si svolgerร  a Umbriafiere dal 5 al 7 aprile 2024.

Orientati al futuro. Questo il claim dell’edizione 2024 di Agriumbria, che si aprirร  venerdรฌ 5 aprile con la presenza di Francesco Lollobrigida, Ministro dell’Agricoltura, della Sovranitร  alimentare e delle foreste.

La fiera numero 55 sarร  la piรน grande di sempre. La novitร  principale รจ la nuova area espositiva a disposizione di Umbriafiere. Si tratta della Nuova Area Nord. โ€œUn ampliamento importante – come ha sottolineato Stefano Ansideri, presidente di Umbriafiere Spa (l’ente che organizza Agriumbria) – che consentirร  di ospitare nuove aziende. La nuova zona, infatti, oltre a ridisegnare il layout della fiera consentirร  di accogliere oltre 50 nuovi espositori. Questo ampliamento significa poter dare riposte a quegli imprenditori che da anni bussano ai nostri cancelli, significa poter accogliere aziende che nelle passate dizioni non riuscivano a partecipare, significa offrire ai visitatori un’offerta piรน ampia e variegata. Un primo passo verso un ampliamento, un ammodernamento e una rifunzionalizzazione del centro fieristico regionaleโ€. Ansideri ha anche ringraziato lo staff di Umbriafiere, che conta, ha ribadito, solo 4 dipendenti e che grazie alla pluriennale esperienza progetta e realizza un Salone che ha pochi eguali a livello nazionale e che mette in moto un giro d’affari impressionante per l’Umbria e il Centro Italia, coinvolgendo, oltre ai comparti direttamente interessati, quello dei trasporti, tecnologico, della logistica, del personale (con oltre 107 assunzioni temporanee dirette), quello ristorativo e alberghiero. โ€œNel programma di workshop e incontri โ€“ conclude Ansideri โ€“ metteremo a fuoco, assieme ai nostri partner, alle associazioni di categoria, tanti dei temi fondamentali per le sfide del futuro in agricoltura. รˆ del resto una delle caratteristiche di Agriumbria, quella cioรจ di creare momenti di confronto tra mondo degli imprenditori e mondo della scienza e della ricercaโ€.

 

Agriumbria 2023

 

L’edizione numero 55 ospiterร  dunque oltre 450 aziende in rappresentanza di oltre 2.800 marchi. Come di consueto grande spazio sarร  dedicato alla parte zootecnica, con la fiera che si conferma Polo italiano delle carni. I nuovi spazi consentiranno ad Agriumbria di valorizzare settori merceologici giร  presenti aumentando lo spazio loro dedicato. Dentro Agriumbria troveranno spazio le diverse agricolture italiane e tutti i comparti produttivi e merceologici a queste legate.

La fiera umbra di fatto รจ la casa dellโ€™agricoltura italiana con oltre 85mila presenze nelle ultime due edizioni. Quello di Agriumbria รจ un fenomeno ampiamente riconosciuto dai principali operatori italiani, che trovano proprio in questa mostra il luogo eletto per accordi, contratti e sinergie, facendone la fiera di settore piรน grande del Centro Sud Italia, con il piรน ampio comparto zootecnico, ufficialmente Polo delle Carni Italianeย e curatrice dellโ€™Osservatorio sui consumi di carne. Al centro, come da tradizione, anche grazie alla partnership tra la fiera e lโ€™Associazione italiana allevatori (A.I.A.), i bovini da carne. Non mancheranno le razze da latte e quelle a doppia attitudine.

Nel programma di Bastia Umbra le due mostre nazionali curate da ANABIC dedicate alla razza Chianina, con la 37a edizione, e alla Romagnola (31a edizione). Mentre le altre tre razze del circuito, Marchigiana, Podolica e Maremmana saranno presenti nell’ambito della tradizionale esposizione degli animali di Italialleva, cuore di Agriumbria. Come spiegano gli organizzatori: โ€œAttraverso convegni, iniziative e confronti tra tutti i portatori di interesse cerchiamo di mettere al centro del dibattito nazionale il tema del rapporto tra carne e alimentazione, la sostenibilitร  ambientale ed economica degli allevamenti e il valore economico e culturale di questo tipo di attivitร โ€.

 

 

Novitร  RISTORANTE 100% CARNE ITALIANA

La nuova gestione del punto ristoro all’interno dell’area di Umbriafiere presenterร , insieme ad A.I.A. (Associazione italiana allevatori), un’offerta di ristorazione completa e garantita con il meglio delle carni italiane. Una naturale evoluzione del percorso intrapreso da anni da Agriumbria insieme al comparto allevatoriale che in questa edizione culmina con un vero punto ristorazione dedicato alle sole carni italiane. Un luogo dove assaporare e conoscere il lavoro degli operatori lungo tutta la filiera che porta la carne dall’allevamento alla tavola. Uno spazio dedicato al gusto e alla conoscenza dove il pubblico potrร  confrontarsi con gli esperti e conoscere le garanzie in termini di sicurezza alimentare, proprietร  nutrizionali e bontร  della carne di qualitร  certificata.

 

Altra novitร  di questa edizione รจ il salone specializzato e l’area demo dedicati alla forestazione.

Nellโ€™attuale panorama fieristico nazionale, il settore forestale rimane spesso relegato nel piรน ampio settore agricolo, soffrendo quindi di una sotto rappresentazione. In genere macchine ed attrezzature per i lavori in bosco e la prima lavorazione del legnoย trovano una vetrina, non specifica, nelle manifestazioni dedicate alla meccanica agricola o al settore del garden.

La novitร  2024 di una area dimostrativa dedicata alla forestazione, va nella direzione di rispondere a questo deficit di visibilitร , e nasce con l’obiettivo di valorizzare le aziende italiane del settore agroforestale e di mostrare agli addetti ai lavori i vantaggi derivanti dalla moderna meccanizzazione.

Il Salone, co-progettato e realizzato in collaborazione con G. PIRRERA EVENTI, mette a frutto la loro esperienza nellโ€™organizzazione di fiere dinamiche forestali nel nord Italia. Non mancheranno, come da tradizione, gli stand e gli spazi dedicati alla vita all’aria aperta, agli hobby e alle passioni legate al mondo della terra. Presenti molti stand dedicati al cibo, con le eccellenze italiane dell’agroalimentare. Diversi i momenti in programma per i cittadini consumatori, in particolare sui temi della sana e corretta alimentazione, la qualitร  dei prodotti made in Italy e sulle filiere e la tracciabilitร , sulle carni di qualitร  e sulla sostenibilitร  degli allevamenti. Tanti anche i momenti tecnici per gli addetti ai lavori, i convegni e le anteprime di progetti e macchine.

Alla scoperta della cittร  umbra e dei suoi monumenti: un luogo di confine tra Perugia e Terni.

Adagiata su di un colle che si affaccia sulla media valle del Tevere, Todi (da Tutere che significa confine) racchiude, allโ€™interno delle sue mura, tesori e bellezze antiche. La leggenda narra che sia nata (nel VIII – VII secolo a.C.) per volere dei Veii Umbri e di unโ€™aquila: gli Umbri volevano costruire la cittร  ai piedi del colle, sulla riva sinistra del Tevere, ma la tovaglia con cui stavano facendo colazione fu rubata da unโ€™aquila che la portรฒ via, lasciandola cadere sulla cima del colle. Questo venne interpretato come un segno divino; fu cosรฌ che i fondatori decisero di costruire Todi in cima al colle. Il legame con lโ€™uccello rapace รจ resistito nel tempo: ancora oggi รจ presente nello stemma cittadino.

La storia invece vuole che Todi sia stata fondata dagli Etruschi tra il III e il I secolo a.C. che costruirono la prima cerchia di mura della cittร . Nel I secolo a.C. Todi diventa Municipio Romano e di questo periodo sono rimasti alcuni resti come le imponenti cisterne (seconda metร  del secolo) che si trovano proprio sotto Piazza del Popolo. Con la caduta dellโ€™Impero Romano, Todi affronta il periodo delle invasioni barbariche e della guerra gotica, dopo la quale viene annessa allโ€™Impero Bizantino. Passato lโ€™anno mille prospera e si espande, diventa libero Comune e poi Signoria sotto la famiglia degli Atti, per poi essere assorbita dallo Stato Pontificio.

 

Tempio di Santa Maria della Consolazione. Foto di Luca Seccaroni

 

Proprio in questo periodo storico (nel 1236) la cittร  dร  i natali al suo piรน celebre cittadino: Jacopone De Benedetti (meglio conosciuto come Jacopone da Todi), poeta ed ecclesiastico che รจ passato alla storia per le sue quasi cento laudi in volgare e per essere stato un acerrimo nemico di Papa Bonifacio VIII.

Nel XIV secolo per Todi inizia un periodo di lenta decadenza, ma grazie al vescovo Angelo Cesi la cittร  ha un nuovo impulso e torna a rifiorire: sotto la sua guida vengono effettuati importanti lavori urbanistici e architettonici come la costruzione della Fontana della Rua o Cesia, la Chiesa del Crocifisso e il Tempio di Santa Maria della Consolazione, completato dopo la sua morte. Questโ€™ultimo si trova fuori le mura della cittร  e costituisce uno degli edifici simbolo dellโ€™architettura rinascimentale: la costruzione, iniziata nel 1508, si concluse solo un secolo piรน tardi e per la sua architettura si contrappone al centro storico in pieno stile medievale.

Passeggiando per lโ€™acropoli ci si imbatte nel Tempio di San Fortunato, un edificio gotico iniziato alla fine del XII secolo e terminato nel 1465. Nella cripta della chiesa si trovano le tombe di quattro santi (tra cui San Cassiano) e, su una parete, un ovale con lโ€™immagine ad affresco del beato Jacopone da Todi. Di particolare interesse รจ il portone centrale decorato da bassorilievi, molti dei quali realizzati dallโ€™architetto dellโ€™opera Giovanni da Santuccio di Fiorenzola e da suo nipote Bartolo.

Tempio di San Fortunato

 

La chiesa piรน importante รจ senza dubbio il Duomo, intitolato a Maria SS. Annunziata: un edificio in stile lombardo a croce latina edificato nel XII secolo nel luogo di un preesistente edificio romano. La facciata ha subito, nei secoli, numerosi restauri e rifacimenti a causa di un incendio nel 1190, di un terremoto nel 1246 e infine del crollo del tetto nel 1322. Allโ€™interno รจ conservato Il Giudizio universale di Ferraรน da Faenza, dโ€™ispirazione michelangiolesca. Nella cripta vi รจ un museo.

 

Palazzo del Popolo

 

Il centro storico si snoda tra vie strette e ampie piazze: le principali sono Piazza Garibaldi โ€“ dove svetta la statua del condottiero – e Piazza Vittorio Emanuele –ย  conosciuta con il nome di Piazza del Popolo. Questโ€™ultima รจ senza dubbio il cuore della cittร  sin dallโ€™epoca romana. Poggia le sue fondamenta su grandi cisterne romane, ancora ben conservate e visitabili: non erano solo unโ€™enorme riserva idrica, ma avevano molteplici funzioni come sostruzione, drenaggio e contenimento delle acque. La Piazza รจ circondata dai monumenti piรน insigni di Todi, testimonianza dellโ€™epoca dei liberi comuni (il Palazzo del Capitano che ospita il Museo Civico, il Palazzo del Popolo, sede del Comune e Palazzo dei Priori).

รˆ impossibile non notare anche i tre cerchi di mura che abbracciano Todi e che ne hanno definito lโ€™espansione urbana: al primo cerchio etrusco (III sec. a.C.) segue quello romano e poi quello di epoca medievale. Lungo questi perimetri si aprono ancora oggi le porte di accesso: Porta Perugina, Porta Romana, Porta Fratta (giร  Amerina) e Porta Orvietana (di cui rimangono pochi resti), i cui nomi si riferiscono ai principali collegamenti viari). Altre porte sono: Porta Libera, Porta Aurea, Porta Catena o di Santโ€™Antonio.

Per una veduta panoramica di Todi e della Valle Umbra si puรฒ salire sul Parco della Rocca (411 m s.l.m.), il punto piรน elevato della cittร . La rocca, edificata da papa Gregorio XI nel 1373, dopo essere stata abbattuta รจ stata ricostruita nel 1395.

 

Museo Lapidario

 

Da non perdere anche i Nicchioni romani in travertino (nel piazzale del Mercato Vecchio): secondo alcune ipotesi si tratterebbe di resti di un tempio dedicato a Marte; Santa Maria in Camuccia, una chiesa a due piani fondata nel VII-VIII secolo e oggetto di interventi e rifacimenti nel XIII secolo; le Fontane di Scannabecco (1241): vasche dโ€™acqua sovrastate da un elegante portico sostenuto da sette colonne; e il Museo Lapidario, inaugurato nel 2009 presso il Polo Museale delle Lucrezie, dove รจ conservata una raccolta – tra le piรน antiche dellโ€™Umbria – di materiali lapidei di etร  romana, medievale e moderna.

Infine, non si puรฒ non visitare il Teatro comunale di Todi che si trova in pieno centro, a significare lโ€™importanza del luogo per la societร  tuderte dellโ€™Ottocento. Nel 1894 ospitรฒ per la prima volta il cinematografo con un filmato intitolato Un bagno di ragazzi. Dopo una fase di declino, il teatro e i locali sono stati restaurati a partire dal 1982 e dal 1992 รจ stato riaperto al pubblico, con una capienza di 499 spettatori.

 

Panorama dal Museo Lapidario

 

Todi, volรฒ dal Tevere sul colle

lโ€™Aquila ai tuoi natali e il rosso Marte

ti visitรฒ, se il marzio ferro or parte

con la forza deโ€™ buoi lโ€™acclivi zolle.

 

Ebbro deโ€™ cieli Iacopone, il folle

di Cristo, urge neโ€™ cantici; in disparte

alla sua Madre Dolorosa lโ€™arte

del Bramante serena il Tempio estolle.

 

Ma passa, ombra dโ€™amor su la tua fronte

che infoscan gli evi, la figlia dโ€™Almonte,

il fior degli Atti, Barbara la Bella.

 

E lโ€™inno del Minor si rinnovella;

Amor amor lo cor sรฌ me se spezza!

Amor amor tramme la tua bellezza!

 

Gabriele Dโ€™Annunzio

Martedรฌ 2 aprile 2024, alle 10.30, presso la Sala Convegni della Fondazione CariPerugia Arte (piano terra, Corso Vannucci 47 โ€“ Perugia), verrร  presentato Trasimeno Slow Days, festival che, per tutto il mese di aprile, vedrร  il Trasimeno protagonista di una serie di eventi dedicati al territorio.

Trasimeno Slow Days รจ una manifestazione culturale organizzata dallโ€™associazione Hyla Nature Experience, una realtร  โ€“ con sede a Tuoro sul Trasimeno โ€“ attiva nel territorio con eventi e proposte che mettono al centro la divulgazione della natura a 360ยฐ, nelle sue infinite declinazioni sia paesaggistiche sia culturali. Lโ€™iniziativa รจ realizzata con il sostegno della Fondazione Perugia (bando Eventi culturali per la promozione del territorio 2023); partner di progetto lโ€™Unione dei Comuni del Trasimeno.

 

Come traspare dal nome, la manifestazione si basa su approccio slow, che permette di immergersi nel ritmo piรน lento del territorio, per apprezzarne la bellezza e lโ€™autenticitร . Alla base di ogni evento a calendario vi รจ quindi un orientamento riflessivo e profondo che, mediante la ricerca delle interconnessioni piรน celate tra natura, storia, arte e tradizioni, punta a trasmettere e valorizzare gli elementi che piรน caratterizzano la cultura locale.

Il festival si svilupperร  nei quattro weekend del mese: otto giornate, ognuna delle quali dedicata a uno degli otto comuni del Trasimeno. Le iniziative andranno avanti dalle 09:00 del mattino fino alle 18:00 e prevedono una ricca successione di eventi: trekking e bike tour al mattino (con il coinvolgimento di alcune realtร  museali), visite in fattoria nel primissimo pomeriggio โ€“ con possibilitร  di degustazione โ€“ attivitร  in natura e visite guidate nei borghi e musei tra le 15:30 e le 18:00. Tutti gli eventi saranno gratuiti, con la sola eccezione delle degustazioni (facoltative).

 

Si inizierร  sabato 6 aprile con Passignano sul Trasimeno, per poi proseguire, domenica 7, con Paciano. Sabato 13 sarร  la volta di Castiglione del Lago, mentre domenica 14 toccherร  a Piegaro. Sabato 20 sarร  protagonista Cittร  della Pieve; domenica 21, Magione. Panicale ospiterร  il festival sabato 27, mentre lโ€™ultima giornata โ€“ domenica 28 aprile โ€“ sarร  dedicata a Tuoro sul Trasimeno. Proprio in occasione dellโ€™ultima tappa รจ previsto un evento/dibattito conclusivo presso gli spazi dellโ€™Hyla Maker Lab, il primo FabLab del Trasimeno: una realtร  poliedrica, inaugurata pochi mesi fa, che coniuga natura e tecnologia.

Gli attori principali del festival, coordinati da Hyla Nature Experience (che vedrร  tra lโ€™altro attivi i suoi educatori e naturalisti), saranno guide locali, fattorie, agriturismi, cantine e altri piccoli produttori tra i piรน rappresentativi del territorio. Le esperienze outdoor toccheranno le principali attrattive paesaggistiche del territorio, mentre i tour culturali coinvolgeranno tutti i luoghi di interesse piรน significativi del lago. Le iniziative vedranno anche il coinvolgimento di altre associazioni locali.

 


Il calendario eventi completo sarร  disponibile a partire dal 1ยฐ aprile nel sito web dedicato alla manifestazione (www.trasimenoslowdays.it), e su tutti i canali social del festival.

Intervista con il giornalista esperto di olio e di enogastronomia e autore del libro โ€œLโ€™olio e gli altri ingredienti della nostra vitaโ€.

Maurizio Pescari, giornalista e scrittore, nativo di Cittร  di Castello, ha unโ€™esperienza trentennale nel settore dellโ€™olio, dellโ€™enogastronomia e dellโ€™enoturismo ed รจ una firma autorevole dellโ€™informazione dedicata allโ€™olivicoltura. Ma รจ soprattutto autore di Lโ€™olio e gli altri ingredienti della nostra vita (edito da Rubettino), un libro dedicato allโ€™olio, ma che non parla di olio. Pescari segue un filo conduttore ideale lungo il quale costruisce una storia completa e complessa, quasi romanzata, toccando gli argomenti piรน svariati: dal valore del tempo alla mezzadria, dalle tradizioni alle consuetudini, dalla spesa alla tavola quotidiana, dalla valutazione del passato alla costruzione del futuro. Il racconto รจ intervallato da storie di persone e di territori, che finiscono con una prima colazione, con lโ€™olio protagonista e conseguente ricetta.
Durante la nostra chiacchierata รจ emersa tutta la passione nel parlare di questo prodotto, in particolar modo degli olivi: ยซNon bisogna parlare di olio, ma di olivi. Stiamo perdendo gli olivi e senza di loro lโ€™olio non si faยป.

 

Maurizio Pescari

Maurizio la prima domanda รจ di rito: qual รจ il suo rapporto con lโ€™Umbria?

Sono nato a Cittร  di Castello, a sinistra del Tevere. Con lโ€™Umbria ho un rapporto che mi porta a rispettare le diversitร , non solo dialettali, ma anche di carattere. Gli umbri dal punto di vista caratteriale hanno tanto da imparare, la loro chiusura รจ una forma di autodifesa. Siamo stati sempre sottomessi e questo ci ha portato spesso a farci gli affari nostri. Da 50 anni vivo a Perugia e la cosa che mi manca di piรน รจ lโ€™improvvisata: a Perugia se si fanno le improvvisate si rischiano faide familiari e sparatorie (ride). A Perugia lโ€™improvvisata va anticipata di una settimanaโ€ฆ poi forse, si puรฒ fare! Mentre a Cittร  di Castello รจ molto piรน comune, รจ una forma culturale diversa. Detto questo, ritengo che non esista un posto piรน bello dove vivere.

 

รˆ considerato uno dei maggiori esperti di olivicoltura: come e quando รจ nata questa sua passione?

La mia passione รจ nata circa 27 anni fa quando con Marco Caprai abbiamo iniziato a organizzare eventi di valorizzazione e promozione dei prodotti umbri in giro per il mondo. Marco Caprai inventรฒ (cโ€™ero anche io con lui) Frantoi Aperti e siamo stati i primi a portare Cantine Aperte in Umbria nel 1995. Il mio interesse per questo mondo รจ legato anche allโ€™incontro con una persona: Alfredo Mancianti (aveva un frantoio a San Feliciano sul Trasimeno, ma viveva sul lago Maggiore), con i suoi racconti che giravano intorno allโ€™olio, ma che non parlavano mai di olio, mi ha appassionato alla cultura dellโ€™olivo piรน che a quella dellโ€™olio stesso. Poi il caso ha voluto che iniziassi a collaborare con il Corriere della Sera, dove curavo una rubrica su questo prodotto. Da qui tutto รจ iniziato.

ย 

Quanto รจ importante lโ€™economia dellโ€™olio, in particolare in Umbria? Come puรฒ migliorarsi?ย  ย 

Il giro dโ€™affari nel modo dellโ€™olio non lo fa la natura, ma la testa della gente. Occorre utilizzare il territorio e caratterizzarlo; serve fare comunicazione e creare un profilo identitario per rendere il prodotto unico. Lโ€™olio รจ olio per tutti. Non bisogna limitarsi a vendere la bottiglia, ma si deve coinvolge lโ€™acquirente raccontando la storia, รจ favorevole essere simpatici e ben disposti, e creare un brand: in questo modo il prodotto diventa unico e si puรฒ stabilire il prezzo. Poi รจ compito del produttore andare a cercare chi รจ disposto a pagare quel prezzo, non si puรฒ stare sulla porta del frantoio e aspettare che qualcuno passi. Gli olivicoltori devono capire che non possono essere solo agricoltori, devono diventare imprenditori, come รจ accaduto con il vino. I viticoltori si sono evoluti. Se non in rarissimi casi, nel mondo dellโ€™olio parliamo soltanto di agricoltori: loro vogliono vendere il prodotto il prima possibile, mentre lโ€™imprenditore lo incarta, lo cura, lo abbellisce e crea unโ€™identitร . Tutti compriamo un vino perchรฉ vogliamo quel vino (il Sagrantino di Caprai o il Sangiovese di Lungarotti) con lโ€™olio questo spesso non avviene.

 

โ€œLโ€™olio e gli altri ingredienti della nostra vitaโ€ (edito da Rubettino) รจ il titolo del suo libro uscito nel 2021: quali sono gli ingredienti della sua vita?

La famiglia, il cane, il gatto e ovviamente lโ€™olio.

 

รˆ un libro dedicato allโ€™olio dove non si parla mai di olio: ci spieghi meglio.

รˆ un libro dedicato allโ€™olio, ma non cโ€™รจ scritto una varietร  o un sistema di estrazione, non nomino un nome, nรฉ un profumo. Non bisogna parlare di olio, ma di olivi. Stiamo perdendo gli olivi e senza di loro lโ€™olio non si fa. In Umbria il 50% di questi alberi รจ abbandonato perchรฉ i proprietari non sanno dare redditivitร  alla loro produzione, non sanno fare gli imprenditori e quindi, visto che la gestione costa cara, preferiscono comprare olio da altre parti per poi imbottigliarlo. In questo modo le piante muoiono e con loro muore anche il nostro paesaggio. Lโ€™Umbria รจ ricoperta da olivi, sono una bellezza che va oltre il prodotto alimentare e per questo รจ fondamentale preservarli e valorizzarli. Lo ripeto: quello che manca รจ il rispetto per lโ€™olivo.

 

Questo perchรฉ accade?

Perchรฉ costa caro mantenere queste piante e spesso chi le possiede non รจ capace di fare lโ€™imprenditore. Prima cosa dobbiamo dire che lโ€™olivo non fa olio, perchรฉ se lo facesse, lโ€™albicocco farebbe la marmellata. Lโ€™olivo ci mette a disposizione dei frutti, che se finiscono in mani capaci, danno un buon prodotto.

 

Pensa ancora che manchi una cultura dellโ€™olio?

In Italia manca lโ€™insegnamento dellโ€™olivicoltura e dellโ€™elaiotecnica; anche nelle scuole superiori specializzate e nelle Universitร  di Agraria questi corsi sono molto rari o del tutto assenti. Non cโ€™รจ una cultura dellโ€™olio nonostante questo sia un prodotto molto presente: in Umbria basta aprire una finestra per vedere un albero di olivo. Scommetto che anche lei ne vede uno da casa sua! Inoltre, lโ€™olio, che viene prodotto a livello domestico, รจ spesso realizzato secondo le consuetudini della mezzadria, presente in Italia fino a 60 anni fa. I nostri padri e i nostri nonni raccoglievano le olive a novembre o dicembre perchรฉ puntavano ad alte rese, la prioritร  era il profitto, questo purtroppo รจ rimasto ancora oggi. Allโ€™epoca aveva senso, oggi no. Questo va a discapito della qualitร .

 

รˆ per questo che secondo lei lโ€™olio buono occupa oggi solo il 3% del mercato in Italia?

Non รจ del tutto vero. In casa tutti abbiamo una bottiglia di olio, ma il 90% di noi compra quello che costa meno, solo il 10% va alla ricerca delle caratteristiche di fondo. Lโ€™olio non รจ tutto uguale, ogni prezzo corrisponde a una qualitร . Il prodotto che si acquista al supermercato รจ meno caro, ma non vuol dire che sia cattivo: sfido chiunque a fare un olio migliore e farlo pagare a quel prezzo.

ย 

Che voto dร  alla produzione umbra?

Quella buona รจ buona.

 

 

Dia dei suggerimenti a noi comuni mortali per riconoscere un buon olio.

Lโ€™odore. Un buon olio ha un buon odore. Va specificato perรฒ che ogni olio รจ diverso: in Italia ci sono 538 varietร  di olive e ognuna dร  vita a un prodotto differente. Non dico che si deve saper riconoscere qual รจ il piรน buono o il meno buono, ma si deve capire che sono diversi tra loro. Poi entra in gioco il gusto personale che ci orienta verso quello piรน adatto al nostro palato. Dico sempre: quando si va in giro per il mondo, invece di riportare a casa una calamita da attaccare al frigorifero, riportate una bottiglia dโ€™olio.

 

Dopotutto รจ un compagno molto presente nella vita degli italiani…

Assolutamente. Non esiste una casa dove non cโ€™รจ una bottiglia dโ€™olio. Mi arrabbio quando sento dire in televisione: ยซUsate poco olioยป. Usate poco olio scadenteโ€ฆ quello buono mettetelo.

ย 

Per concludere la nostra chiacchierata: qual รจ la prima cosa che le viene in mente pensando allโ€™Umbria? Non mi dica lโ€™olivo…

Piazza di Sopra a Cittร  di Castello, ma anche Assisi: tutti pensano che sia bella ammirata da sotto – ed รจ vero – ma avete mai guardato lโ€™Umbria da Assisi? รˆ bellissima!

Immergiamoci nell’affascinante mondo dell’antica cittadina umbra di Trevi in combinazione con l’immaginario di Salvador Dalรญ, nel contesto del progetto Umbria Ecologia Artificiale.

Trevi. Foto di Andrea Martina Tiberi

 

Attraverso l’intelligenza artificiale esploriamo la rielaborazione di Trevi sotto l’influenza surreale di Salvador Dalรญ, esaminando come il borgo si trasformerebbe se plasmato dalla creativitร  del celebre artista. Dalle strade medievali alle rive del fiume Clitunno, sprofondiamo insieme in uno scenario dove storia e arte si fondono, concependo una nuova prospettiva virtuale sulla ricca ereditร  culturale umbra.

 

Fiume Clitunno, foto surrealista di Andrea Martina Tiberi.

 

Intrigante scoprire che il nome stesso – Trevi – abbia radici profonde nel passato. Dal latino trivium, incrocio di tre strade, la cittadina si presenta forse come il crocevia di tre percorsi? Un punto di convergenza? La sua ricca storia ha ispirato numerosi artisti nel corso dei secoli. Il fiume Clitunno, fonte di ispirazione per poeti come Carducci, si immette nella cittadina e trasforma il borgo secondo ciรฒ che lโ€™intelligenza artificiale ha catturato di Dalรญ. Le sue acque, che da sempre scorrono lente e tranquille, si animano di forme e colori inusuali, piante e fiori dai colori sgargianti e dalle fluide forme.

L’opera senza tempo di Dalรญ, La persistenza della memoria, ci guida attraverso il labirinto di Trevi, dove orologi molli e non, trovano un inaspettato riflesso nel fluire delle acque del fiume. I dipinti di Dalรญ, alcuni dei quali ispirati forse dalle teorie sulla relativitร  di Einstein, raffigurano il tempo come una dimensione elastica. Il fluire del tempo diventa flessibile, proprio come le case che si piegano sotto l’influenza di una forza impalpabile. Questa concezione del tempo elastico trova un’eco sorprendente nel fiume Clitunno, dove le acque danzano con leggerezza e fluiditร , tra i tavoli esposti al sole degli edifici bronzei in corten.

 

Foto di Andrea Martina Tiberi

 

Le case si sciolgono sotto il calore del sole e la pressione della realtร , un’immagine della mente umana che si dissolve. Le abitazioni perdono la loro soliditร . รˆ come se le strade medievali di Trevi si piegassero e si torcessero sotto l’incantesimo surreale di Dalรญ, trasformando la cittร  in un labirinto a tratti abbandonato. I panorami offerti dall’intelligenza artificiale, arricchiti da dettagli classici e liberty dalle forme sinuose, narrano di un ciclo perpetuo di oggetti in continua trasformazione. Ogni angolo e ogni via sembrano fungere da testimonianza dell’istante precedente a un evento della vita quotidiana dei cittadini.

 

Trevi. Foto di Andrea Martina Tiberi

 

In questo contesto, si delineano forse eccentricitร  e narcisismo proprie dellโ€™artista, con l’apparizione di una figura maschile di spalle, verosimilmente riconducibile a Dalรญ. Con acume, l’intelligenza artificiale cattura questa sfumatura della sua esistenza, offrendo agli osservatori un’illuminante percezione della personalitร  singolare e provocatoria l’artista. La rielaborazione di Trevi secondo l’AI Dalรญ รจ un panorama che sfida la logica dei materiali e delle strutture, e che ci invita a riflettere sulla natura fluida e mutevole del mondo che ci circonda.ย 

La difficile e complessa sfida per contrastare i cambiamenti climatici passa attraverso la consapevolezza che il comportamento responsabile di ciascuno possa contribuire ad ostacolare un fenomeno che genera grandi preoccupazioni per il futuro.

รˆ in questo contesto che mercoledรฌ 24 gennaio us. alle ore 9.00 presso il Parco Chico Mendez a Pian di Massiano di Perugia il Lions Club Perugia Host ha attuato un intervento mirato sul territorio mettendo a dimora sei alberi che derivano dalla compensazione di CO2 emessa in occasione del Convegno Ambiente e Cambiamento Climatico: Boschi, Anidride Carbonica ed Energie Rinnovabili organizzato dallo stesso Club Lions.

 

 

Il calcolo dellโ€™emissione di CO2 รจ stato eseguito con il supporto del Progetto Europeo LIFE CLUVUT (Valutazione economica degli alberi in cittร ), di cui il Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dellโ€™Universitร  degli Studi di Perugia, diretto dal Prof. Giovanni Gigliotti, รจ capofila e il Comune di Perugia รจ partner. Responsabile del progetto รจ il Prof. Marco Fornaciari da Passano. Proprio dallโ€™adesione del L.C. Perugia Host al bando comunale Alleanza per il Verde urbano, che deriva dallo stesso progetto LIFE CLIVUT che, รจ scaturito il processo di compensazione e messa dimora degli alberi. Gli alberi, di grossa taglia, sono stati scelti secondo le loro prestazioni ecologiche, tenendo conto anche delle peculiaritร  del luogo, il costituendo Bosco del Buon Respiro, ideato dal L.C. Perugia Host per dare sollievo alle persone affette da allergie da pollini ma anche coinvolto nel miglioramento dellโ€™aria in un contesto polifunzionale di occasioni sportive e passeggiate.

Lโ€™evento rientra a pieno titolo nelle attivitร  previste per il Service Nazionale Lions: Club a impatto zer0: piantiamo alberi e ricicliamo smartphone, Distretto 108L, per la salvaguardia dellโ€™ambiente; tale service prevede anche il coinvolgimento di Amministrazioni Pubbliche e Scuole primarie che sono coloro che i Lions possono/devono coinvolgere per contribuire alla crescita ed al benessere delle proprie comunitร .

Congiuntamente, AMAR ODV (Associazione Volontariato Malattie Respiratorie) ha messo a disposizione altri sette alberi, con fondi raccolti nella Giornata Nazionale del Respiro e delle Malattie Respiratorie tenutasi il 18 settembre 2023, che sono stati messi a dimora nello stesso luogo e con le stesse finalitร .

 

 

La prima messa a dimora, sovvenzionata dal L.C. Perugia Host, la cui Presidente per lโ€™anno 2023-2024 รจ Letizia Mezzasoma, รจ stata sostenuta dal Comune di Perugia, dallโ€™AFOR (Agenzia Forestale Regionale) e dal Progetto LIFE CLIVUT mentre, la seconda sovvenzionata dallโ€™Associazione AMAR ODV, la cui Presidente รจ Alessia Zegna, รจ stata sostenuta anche dai Lions Club della Zona IXB del Distretto 108L.

Alla manifestazione hanno partecipato numerose autoritร  lionistiche tra cui Antonio Cipiciani, Presidente della Zona IXB, Letizia Mezzasoma, Presidente L.C. Perugia Host, Carla Carozzi, Presidente del L.C. Perugia Augusta Perusia, Riccardo Baldelli, Presidente L.C. Perugia Fonti di Veggio, Aldo Ranfa, Coordinatore Distretto del Service Nazionale.

Erano presenti, inoltre, lโ€™Assessore ai Lavori Pubblici, Infrastrutture, Ambiente e Aree Verdi del Comune di Perugia, Otello Numerini, La Presidente di AMAR ODV, Alessia Zegna e il Responsabile del Progetto LIFE CLIVUT, Marco Fornaciari da Passano. Alla messa dimora degli alberi hanno parteciperanno anche due Classi del Liceo Statale โ€˜Assunta Pieralliโ€™ di Perugia, accompagnati da alcuni docenti, che poi si sono intrattenuti per visitare il Parco Chico Mendez insieme ad Aldo Ranfa.

Nella splendida cornice di Villa Buitoni, venerdรฌ 19 gennaio u.s., il Lions Club Perugia Host ha affrontato il tema di studio nazionale: Salviamo le api e la biodiversitร  con una interessantissima conferenza tenuta dalla Socia del Club Dott.ssa Angela Savino, Cavaliere Ordine al Merito della Repubblica Italiana e Direttore dellโ€™Ispettorato Centrale della tutela della qualitร  e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari del Ministero dellโ€™Agricoltura, della Sovranitร  Alimentare e delle Foreste.

 

 

La Dott. Angela Savino, dopo aver esposto il tema di studio, ha voluto portare allโ€™attenzione dei numerosissimi presenti le problematiche rivolte alla significativa diminuzione della produzione di miele nel mondo. Alla trattazione relativa alle proprietร  organolettiche del miele e delle caratteristiche dei vari tipi di miele, รจ seguita quella della grave realtร  delle frodi e degli strumenti messi in essere per poterle scoprire e poter tutelare questo prezioso prodotto di cui lโ€™Italia, ancora una volta, รจ garante sia dal punto di vista qualitativo che dal punto di vista della grande varietร .

 

 

Durante la Conferenza, la Relatrice ha anche donato a tutti i presenti una bellissima esperienza sensoriale attraverso la degustazione di diversi tipi di miele monoflorali italiani, rendendo la platea protagonisti di quella che รจ stata una serata unica e intensissima. La scelta del menu, in cui il miele รจ stato indiscusso protagonista, ha permesso di apprezzare anche il valore che questo prodotto assume in tutti i piatti della nostra tavola.

Eccoci allโ€™epoca attuale. La caccia รจ oggi uno sport di massa: le campagne italiane, soprattutto, il giorno fatidico allโ€™apertura si trasformano in campi di battaglia nei quali la selvaggina sempre piรน scarsa, cerca terrorizzata di starsene ben rintanata.

Per mangiare della buona cacciagione, oggi, bisogna avere una riserva o essere tiratori infallibili. Alle lacune della fauna nostrana sopperisce perรฒ ampiamente il mercato. I Romani importavano animali pregiati per le loro mense. Non cโ€™รจ ragione che non si debba fare anche noi e infatti, oggi le tecniche di allevamento e soprattutto quelle di conservazione per congelazione o surgelazione, consentono la presenza di determinati tipi di selvaggina per tutto lโ€™anno.

รˆ vero – lo ammettiamo – che รจ di gran lunga preferibile il fagiano o la pernice fresca, presentata al giusto grado di frollatura e magari con qualche pallino di piombo che finisce ancora sotto i denti, ma รจ altrettanto vero che per garantire il regolare rifornimento del mercato, il nostro patrimonio venatorio non basta. Dobbiamo quindi rivolgerci allโ€™estero, specialmente allโ€™Est, a Paesi che non hanno i nostri problemi o che, piรน semplicemente, hanno saputo organizzare adeguati allevamenti. Entra quindi in campo lโ€™organizzazione commerciale della grande distribuzione: vi sono partite di fagiani, a migliaia, destinati per esempio alle mense natalizie, che sono giร  pronti nei magazzini frigoriferi dei paesi esportatori con mesi di anticipo. E, dโ€™altra parte, come farebbero tanti ristoranti anche piuttosto noti ad avere regolarmente in lista cervo, capriolo o cinghiale? Al buongustaio non rimane – se vuol essere sicuro al cento per cento di quello che mangia – cacciare personalmente o far cacciare da amici la selvaggina, e prepararla. Oppure comperarla in quei pochi negozi di fiducia che acquistano realmente animali uccisi durante le battute. Bisogna, รจ logico, conoscere le varie specie, saperle trattare e cucinare.

La selvaggina in Italia:

Anitra, Beccaccia, Beccaccino, Camoscio, Capriolo, Cervo, Cinghiale, Colombaccio, Fagiano, Fagiano di monte, Gallo cedrone, Lepre, Lepre alpina, Lepre bianca, Marmotta, Pernice bianca, Pernice rossa, Pernice sarda, Quaglia, Stambecco, Starna, Tortora, Uccelli di passo minori (allodole, merli, storni, tordi).

Sabato 20 gennaio alle ore 16:00 a Tuoro sul Trasimeno (Via Baroncino 10) verrร  inaugurato Hyla Maker Lab, il primo FabLab del Trasimeno, un punto di riferimento per i cittadini e per le aziende del territorio dove poter realizzare idee e sviluppare soluzioni innovative, coniugando natura e tecnologia.

Lo spazio si configura infatti come un vero hub tecnologico per lo sviluppo di progettualitร  in vari ambiti, con particolare riferimento ai temi della transizione ecologica, dellโ€™economia circolare e della tutela del territorio e della biodiversitร , rifacendosi al concetto di Green FabLab.

 

 

Hyla Maker Lab โ€“ con la sua dotazione di attrezzature e macchinari per la produzione (stampanti 3D, CNC, scanner 3D, laser cutter, saldatori, utensili manuali, attrezzi per la lavorazione del legno e del metallo), unโ€™aula formazione per corsi ed eventi formativi e unโ€™area podcast e video – rappresenta una soluzione completa indirizzata a imprese e start-up, comunitร  locali, artisti e designer, maker e appassionati di fai-da-te, studenti e professionisti che qui potranno, in base a competenze e necessitร , realizzare prototipi, creare opere dโ€™arte, pezzi di design o oggetti personalizzati, acquisire competenze pratiche e tecniche, e tanto altro ancora.

Specifiche proposte sono indirizzate alle scuole, che qui possono trovare uno spazio in cui sviluppare progetti connessi a scienze e tecnologia e, in generale, a tematiche proprie affrontate dalle STEM.

Dopo i saluti istituzionali, seguirร  una presentazione delle attivitร  che verranno svolte e una visita agli spazi del FabLab. Il pomeriggio si chiuderร  con brindisi e stuzzichini.

Parte degli interventi sono finanziati dalla Regione Umbria, nell’ambito del PSR Programma di Sviluppo Rurale per lโ€™Umbria 2014-2020 โ€“ Mis. 6.4.3, e dal Dipartimento per gli affari regionali e le autonomie, attraverso i fondi dedicati alle Imprese Femminili Innovative Montane.

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