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Narni รจ il grazioso borgo che ha dato i natali al condottiero Gattamelata, che allโ€™etร  di quarantโ€™anni e nel bel mezzo della sua professione nei campi di battaglia, desiderรฒ tanto prendere moglie e metter su famiglia.

Lโ€™Umbria รจ stata una regione ricca di condottieri, basti ricordare Braccio da Montone, Ascanio della Corgna, Baldo degli Ubaldi, Boldrino da Panicale, Bartolino da Terni, Bartolomeo dโ€™Alviano.

I condottieri erano delle vere e proprie guide carismatiche, capi illuminati e talvolta feroci. Spesso guidati da sete di potere o dallโ€™amor di patria erano tutti dotati di una prepotente forza suggestiva abbracciata a innegabili capacitร  tattiche, strategiche e logistiche. I loro valori erano, inoltre, lโ€™onestร , il coraggio, la forza e la fedeltร  presso il proprio signore. Se chiudo gli occhi e provo a immaginare l’azione di un condottiero, altro non vedo che un campo di battaglia su cui spicca un uomo solo al comando padrone delle vite ai suoi ordini.

Erasmo Stefano da Narni, detto il Gattamelata

Erasmo da Narni detto il Gattamelata

Senza dubbio, uno dei condottieri e capitani di ventura umbri piรน famosi e piรน abili, fu Erasmo Stefano da Narni, detto il Gattamelata. Nato a Narni nel 1370 gli fu attribuito il nomignolo Gattamelata per ยซla dolcezza dei suoi modi insieme a grande astuzia e furberiaยป, come ricorda il biografo narnese Giovanni Eroli, ยซe pel suo parlare accorto e mite dolce e soaveยป. Si formรฒ alla scuola di Braccio da Montone e durante la sua intensa carriera di uomo dโ€™armi partecipรฒ a numerose e importanti azioni che lo videro protagonista soprattutto in Lombardia e in Veneto. Rimasto infermo nel 1440, si ritirรฒ a Padova dove morรฌ il 16 gennaio 1443. Trentatrรฉ anni prima si era sposato con Giacoma da Leonessa.

Sentimenti contrastanti

Leggendo Erasmo Gattamelata da Narni โ€“ Suoi monumenti e sua famiglia del biografo Giovanni Eroli, possiamo immergerci nei sentimenti e nellโ€™atmosfera che spinsero il nostro condottiero a prendere moglie. Interessante la descrizione della sua fidanzata, i costumi per le nozze e tutto quanto ruotรฒ intorno al matrimonio.
Nel capitolo II del suddetto libro, Giovanni Eroli descrive la vita del guerriero: ยซ…sempre agitata, tempestosa, piena di fatica, di disagi, di amarezze e doloriยป. Queste caratteristiche, associate alle vittorie e al guadagno economico, rallegrano e lusingano il condottiero, ma contemporaneamente hanno un risvolto negativo che cosรฌ viene descritto: ยซ…il continuo nutrirsi di odio e di sangue avvelena facilmente la contentezza dellโ€™animo suoยป.
Cosรฌ inizia a germogliare, nelle mente e nel cuore del Gattamelata, il bisogno di amare e di essere amato, la necessitร  di avere un rapporto autentico e profondo. In lui si fa strada sempre piรน forte il bisogno di ricevere attenzione, cura e gentilezza, piรน in generale amore.
Ha desiderio di sperimentare lโ€™opposto della battaglia, del sangue, della morte, ha voglia di coinvolgersi nei sentimenti di pace, serenitร  e quiete. Scrive Eroli: ยซA niuno meglio che a lui conviensi una donna di cuor gentile, dilicato, sensibile, buonoยป.

 

Monumento equestre a Padova in bronzo raffigurante il condottiero

Il matrimonio

Questo bisogno si concretizzรฒ nel 1410, anno in cui il Gattamelata sposรฒ Giacoma da Leonessa. Suggestiva la descrizione di quella comunanza di sentimenti che possiamo intendere come empatia, come capacitร  di comprendere i processi psichici dell’altro: ยซAveva adescato una giovane avvenente ingegnosa, di gentile stirpe, fornita dโ€™ogni bel costume, nomata Giacoma di messer Antonio Bocarini Brunori da Leonessa. […] ella aveva quรฉ medesimi sentimenti di religione e di virtรน, che governavano lโ€™animo dellโ€™amante, perciรฒ piacque a costui quale compagna, la desiderรฒ, la chiese e la ottenne facilmente. Stante la bellezza reciproca, lโ€™indole e virtรน conforme, tutti presagiron felice questo nodo; e lo fu in realtร , perchรฉ un amore intimo animรฒ sempre e fiorรฌ loro vitaยป.
Il matrimonio fu celebrato in modo solenne, gli invitati, tutti di alto grado sociale, gareggiarono in magnificenze e lusso. Gli addobbi furono sfarzosi e i banchetti opulenti con tanto di paggi e menestrelli vari a far da cornice alla cerimonia. Giovanni Eroli descrive cosรฌ anche la partecipazione, discreta e di lato, del popolo: ยซAlle nozze dei Signori prendea volentieri parte anche il popolo, il quale dร  suoi festosi plausi ed auguri traeva qualche guadagno o in doni di confetture o denaro, e talvolta divertivasi in pubblici spettacoli, come sarebbero giostre, corse, tornei, balli, commedie e che so ioยป.
Giacoma era meravigliosa ed emozionata nel ricevere da parenti e amici complimenti, auguri, dolci parole, fiori, doni, canti e suoni. Tutti gli invitati ยซbrillavano per fulgide gioie, per aurei vezzi, per abiti di broccato di tocca dโ€™oro o di argento, o veramente di raso e velluto di colore vario garbatamente recamati a studio in oro argento e setaยป.

Un altro aspetto importante del matrimonio e in particolare per la sposa e per la casa dove entrava erano rappresentati dal corredo e dalla dote. Il Gattamelata ebbe ricco il primo ma misera la seconda quantificata in 500 ducati in oro. Questa era un poโ€™ la regola del tempo, dove conveniva mantenere una dote povera per non impoverire la famiglia. ยซDa due belli robusti virtuosi giovani, caldissimi dโ€™amoreยป, narra il biografo ยซnon potean nascere che figli belli vigorosi e buoni. In fatti al Gattamelata ne vennero da Giocoma sei, lโ€™uno piรน bello e virtuoso dellโ€™altro, cioรจ un maschio e cinque femmineยป. Verrebbe da dire che tutti vissero felici e contenti; e cosรฌ fu!
Due artisti del calibro dello scultore Donatello e del pittore Giorgione ci hanno lasciato due opere di immenso valore raffiguranti Il Gattamelata. In piazza del Santo a Padova รจ posto un monumento equestre in bronzo raffigurante il condottiero, mentre presso il museo degli Uffizi a Firenze รจ presente Ritratto di guerrierio con scuderio.

 

Veduta di Narni

Narni: brevi cenni storici

Intorno al 300 a.C., lโ€™antica Nequinum degli Umbri fu conquistata dai Romani che ne fecero, col tempo, un importante Municipio con il nome di Narnia. In latino nequeo significava non posso e per i Romani ciรฒ era di cattivo auspicio, e cosรฌ fu cambiato il nome anche per la presenza del fiume Nera, Nar (in latino), Nahar (in antico umbro).

Dopo un periodo turbolento dellโ€™Alto Medioevo, la cittร , nellโ€™XI secolo, visse un periodo di potenza e ricchezza fino a quando non fu sottomessa nel 1174 da Federico Barbarossa. Nei secoli successivi Narni รจ protagonista di turbolente vicende che videro protagonisti anche il Ducato di Spoleto, il cardinale Albornoz, il re di Sicilia Ladislao e Carlo V. Lโ€™instabilitร  durerร  fino al XVII secolo quando entrรฒ a far parte dello Stato Pontificio sotto il cui dominio, salvo la parentesi napoleonica, rimase fino al 2 ottobre del 1860, giorno dellโ€™annessione al Regno di Vittorio Emanuele II.

 

Narni sotterranea

Perchรฉ visitare Narni

Narni conserva un ricchissimo patrimonio accumulato in secoli e secoli di storia. La sua posizione, strategica nei secoli passati per la buona navigabilitร  del fiume Nera, la rende oggi un poโ€™ fuori mano, ma nonostante ciรฒ รจ un borgo umbro tutto da scoprire. Dellโ€™epoca romana rimangono il grandioso ponte di Augusto, il ponte Cardona e lโ€™acquedotto della Formina.
Del periodo medievale abbiamo la cattedrale di San Giovenale, le chiese di San Domenico e di Santa Maria Impensole. Interessanti anche le chiese di Santโ€™Agostino e di San Francesco. Una delle piazze piรน belle dellโ€™Umbria la troviamo proprio a Narni ed รจ la piazza dei Priori: situata nella parte piรน alta della cittร , รจ incantevole con il suo palazzo dei Priori, la torre civica con la loggia del banditore e il Palazzo del Podestร . Oltre che in superficie la cittร  riserva sorprese emozionanti anche nel sottosuolo con il percorso della Narni sotterranea, un insieme di ipogei, scoperti soltanto recentemente, come acquedotti, cisterne, cunicoli e anche una sala delle torture risalente al periodo dellโ€™Inquisizione. Da non dimenticare, per le buone forchette, che Narni si trova nel cuore della zona del tartufo nero.

รˆ curioso che una delle feste piรน sentite e festeggiate del mondo sia collegata non solo alla misteriosa agiografia del santo da cui trae il nome, ma che la figura stessa del martire sia ancora, in larga parte, confusa con quella di altri santi omonimi, generando una confusione non trascurabile sullโ€™origine della festa e sulla diffusione fino ai giorni nostri. Ma andiamo per ordine.

Le fonti ci dicono che un certo vescovo Valentino, nato a Interamna Nahars (lโ€™odierna Terni), venne convocato a Roma dal filosofo greco Cratone affinchรฉ ne curasse il figlio Cerimone, affetto da una grave patologia neurologica. Sembra che Valentino godesse della fama di taumaturgo perchรฉ, qualche tempo prima, aveva curato con successo un giovane nelle stesse identiche condizioni.

La guarigione di Cerimone spinge tutta la sua famiglia a convertirsi al Cristianesimo; si convertono anche alcuni discepoli di Cratone, tra cui Abbondio, figlio del Prefetto Furioso Placido. A quel punto interviene il Senato, che fa arrestare nel bel mezzo della notte Valentino e, di nascosto, lo fa giustiziare. La stessa fine fanno tre dei suoi discepoli che, nel riportarne le spoglie a Terni, vengono fatti arrestare e giustiziare dal Magistrato locale.

 

chiese di terni

Basilica di San Valentino

 

Altri dettagli, come la data della morte (14 febbraio) e la cittร  di sepoltura (Terni), si ritrovano in un documento ufficiale della Chiesa chiamato Martyrologium hieronymianum (V-VI secolo), mentre nella Passio Sancti Valentini episcopi et martiri (VI sec.) si indugia sui dettagli relativi alla tortura e alla morte per decapitazione. Le fonti ci permettono di ricostruire lโ€™epoca in cui avviene la vicenda, presumibilmente tra il 346 e il 347, in piena etร  post-costantiniana. Questo spiegherebbe anche lโ€™agire di nascosto: i magistrati non avevano piรน la facoltร  di perseguire legalmente i cristiani. Il vescovo e suoi discepoli furono poi sepolti sulla collina di Terni, al LXIII miglio della via Flaminia; qui sorse in seguito una basilica che, dopo essere stata distrutta e ricostruita piรน volte, รจ ricordata per aver ospitato lโ€™incontro, nel 792, tra Papa Zaccaria e il re longobardo Liutprando, che cosรฌ donรฒ alla Chiesa di Roma numerose cittร , tra cui Sutri. Il luogo fu scelto proprio perchรฉ i Longobardi tenevano in grande considerazione le capacitร  taumaturgiche che avevano accompagnato la figura del santo in vita come nella morte.

La basilica, cosรฌ come la vediamo oggi, รจ frutto di una ricostruzione seicentesca fatta a seguito della rivalutazione delle figure dei primi martiri fatta da Papa Paolo V. Vennero infatti promossi degli scavi per recuperare le spoglie di Valentino, che riposarono per circa tredici anni nella cattedrale di Terni, in attesa che i lavori di ristrutturazione venissero terminati. Oggi sono conservate in unโ€™urna posta sotto lโ€™altare.

 

San Valentino

La storia dโ€™amore tra Sabino e Serapia

Non lontano dalla basilica, vi รจ anche una necropoli, detta delle Acciaierie. Nel 1909 vi fu ritrovato un sarcofago bisomo, cioรจ con due corpi, il cui corredo funerario presentava, tra le altre cose, anche due braccialetti intrecciati. Qualcuno lo interpretรฒ come il simbolo dellโ€™amore eterno di due figure molto apprezzate dalla tradizione popolare, ovvero Sabino e Serapia che, con la benedizione di Valentino, si sarebbero amati per sempre. Da qui qualcuno ha fatto derivare lโ€™associazione tra il Santo e la festa degli innamorati. In realtร  le analisi hanno dimostrato che si tratta dei corpi di due bambine, antecedenti di 8 secoli rispetto a San Valentino: la loro tomba รจ stata ricreata completamente allโ€™interno della sezione archeologica del CAOS (Centro Arti Opificio Siri).

Lโ€™altro Valentino

In realtร  della figura di Valentino sappiamo davvero poco, soprattutto se pensiamo ai casi di omonimia e alle tante e controverse teorie secondo cui sarebbe diventato il patrono degli innamorati. Si รจ parlato infatti anche di un altro Valentino, martirizzato sempre il 14 febbraio, che perรฒ era un prete di Roma. Le date perรฒ non corrisponderebbero: sembra che la vicenda del Valentino romano si sia svolta sotto lโ€™impero di Gallieno, tra il 253 e il 268, e che il suo corpo sia stato inumato ai piedi dellโ€™attuale collina dei Parioli. Cosรฌ, per diverso tempo, gli studiosi hanno ritenuto che si trattassero semplicemente di due persone diverse.

Per altri, invece, lโ€™appellativo di santo sarebbe stato dato al finanziatore della basilica soprastante la catacomba di San Valentino, a Roma: era prassi comune, infatti, ringraziare i benefattori con appellativi altisonanti, come nel caso di Santa Prassede o di Santa Cecilia. Solo recentemente รจ stata accolta lโ€™idea che i due Valentino siano stati in realtร  la stessa persona, il cui culto si sarebbe diffuso da Roma fino alla cittร  natale del santo, non cosรฌ distante, dove i concittadini lo avrebbero tributato del titolo di episcopus.

Lo zampino degli inglesi

Questo perรฒ non spiega come abbia fatto un santo, famoso per le sue capacitร  di guaritore, a diventare il patrono degli innamorati. Per alcuni la Festa di San Valentino deriverebbe dai Lupercalia, festeggiamenti sfrenati afferenti alla venerazione del dio pagano della fertilitร  Luperco, che cadevano il 15 di febbraio. Nel 496 d.C. Papa Gelasio decise di trasformare la connotazione dei festeggiamenti in modo da renderla piรน aderente alla morale cristiana e di anticipare tutto al 14, cosรฌ che coincidessero con il giorno dedicato a San Valentino. Questa tradizione venne rinforzata dai Benedettini, i primi custodi della basilica ternana, ma fu consacrata da una cultura che potremmo definire di massa โ€“ sebbene ante litteram – da Geoffrey Chaucher. Il poeta inglese, nella sua opera Il Parlamento degli Uccelli, associa la ricorrenza di Valentino al fidanzamento di Riccardo II dโ€™Inghilterra con Anna di Boemia e chiama il santo a sovrintendere alla ยซfesta dellโ€™amoreยป che a febbraio inoltrato sโ€™impadronisce di tutte le creature disseminate sulla Terra da madre Natura, uccelli compresi. La stessa immagine viene poi ripresa da Shakespeare e da alcuni poeti francesi, che la traghettarono verso i tempi moderni sempre piรน simile alla forma in cui la conosciamo oggi.

San Valentino in Umbria

Al Santo, in Umbria, sono dedicati diversi edifici e luoghi di culto, nonchรฉ numerosi toponimi. Uno di questi รจ San Valentino della Collina, frazione del Comune di Marsciano citata giร  nel 1163 nel diploma imperiale concesso da Federico I al vescovo di Perugia.

Chiesa di San Valentino, Casteldilago

La chiesa principale del borgo รจ dedicata proprio a Valentino. In Valnerina, a Scheggino, vi รจ invece il castello di San Valentino โ€“ sempre arricchito dallโ€™omonima chiesa โ€“ sorto come villa dipendente dal feudo abbaziale di San Piero in Valle. Nella chiesa sono conservati degli affreschi votivi in cui San Valentino ora compare ai piedi della croce con Santa Caterina dโ€™Alessandria e ora attornia la Beata Vergine assieme a San Biagio.

Scendendo verso Terni, una chiesa dedicata a San Valentino si trova anche a Casteldilago, piccolo borgo posto nel Comune di Arrone. Qui una statua del santo tiene tra le mani, con fare protettivo, una riproduzione in miniatura del borgo.

Felice Fatati fu pittore della Scuola Ternana dalla poliedrica personalitร , nato ad Arrone il 23 febbraio del 1908 da una famiglia di medici e farmacisti (fu lui stesso medico pediatra); ereditรฒ probabilmente la sua vena creativa dal nonno materno, il pittore Giuseppe Fontana.

La sua formazione scientifica si sviluppรฒ, dopo la maturitร , presso la Facoltร  di Medicina dellโ€™Universitร  degli Studi di Perugia e, in seguito, a Roma dove, oltre a proseguire i suoi studi universitari, cominciรฒ a frequentare i cenacoli artistici della capitale.
Nel 1936 sposรฒ Maddalena Sigismondi da cui ebbe Viviana, lโ€™amata figlia che chiamerร  spesso con il nomignolo Kytta.
Partecipรฒ a mostre regionali e in una personale a Roma, dove un suo dipinto venne acquistato dalla Galleria Nazionale dโ€™Arte Moderna.
La morte della moglie, nel 1959, rappresentรฒ un doloroso spartiacque e un cambiamento radicale nella vita di Fatati. Da quel momento in poi si chiuse in una sorta di isolamento spirituale dedicandosi maggiormente alla sua attivitร  di pediatra senza comunque abbandonare la sua vena creativa che lo vide autore di moltissime opere non solo grafico-pittoriche, ma anche letterarie, con poesie ed epigrammi.
La sua attivitร  poetica รจ stata ricordata dal nipote Giuseppe Fatati nella pubblicazione del 2022 Novecento a fil di penna. La poesia di Felice Fatati che mira appunto ad approfondire lโ€™aspetto meno conosciuto della poliedrica personalitร  dellโ€™artista.
Proprio come poeta infatti, Fatati ricevette premi importanti e nel 1975 le sue poesie vennero inserite nellโ€™antologia Poeti Umbri, mentre nello stesso periodo alcune sue opere vennero esposte al Museo Nazionale di Varsavia.
Morรฌ il 21 dicembre 1977 a Terni, dopo 2 mesi dalla morte dellโ€™adorata figlia Viviana.
Felice Fatati fu artista lontano dalla linea accademica, il suo linguaggio innovativo aderente alla Scuola Ternana lo portรฒ alla ricerca di nuove modalitร  espressive.
I suoi dipinti e acquerelli testimoniano una pittura appassionata proiettata nel panorama artistico e letterario nazionale e internazionale del Novecento.
Attraverso i suoi disegni riuscรฌ a fare emergere la sua interioritร  e religiositร : tratti sottili alternati a chiazze dโ€™inchiostro svelano figure umane dalla grande plasticitร .

 

Figura maschile, inchiostro su carta beige, 630x560

Figura maschile; inchiostro su carta beige, 630×560

 

Amรฒ molto la sua terra che ricorre spesso nelle sue rappresentazioni (โ€œAmo la terra, lโ€™aria che respiro, i nostri bellissimi laghi, la nostra cascataโ€) e in diverse opere si soffermรฒ sullโ€™Umbria francescana e medievale che trova il suo apice nella serie di litografie dedicata al Cantico delle Creature (Biblioteca Tinarelli).

 

โ€œLa fiamma dellโ€™arte vinca lโ€™inerte materia, i sogni siano fermati sulle bianche carte e sulle tele illuminate di quello stesso sole che sorrise alla bellezzaโ€ (Benvenuto Crispoldi).

La figura di Benvenuto Crispoldi, artista eclettico e combattivo politico si lega indissolubilmente alla cittร  di Spello, che gli dร  i natali il 17 giugno 1886 e ora lo celebra con la mostra Benvenuto Crispoldi. Tra arte e rivoluzione (visibile fino al 20 aprile – Sale Espositive, II piano Palazzo Comunale) e con una serie di manifestazioni, eventi e attivitร  che ricordano e valorizzano le opere e il movimentato percorso biografico.

 

 

L’esposizione

 

I movimenti artistici e politici cui Benvenuto Crispoldi aderisce ci accompagnano in un lungo percorso intellettuale che attraversa il periodo tra Ottocento e Novecento. Crispoldi da giovanissimo abbandona le scuole statali per iniziare un percorso di studi da autodidatta che termina con lโ€™iscrizione allโ€™Accademia di Belle Arti di Perugia nel 1904.
Fin da giovane รจ affascinato dagli scavi della Spello romana; un forte amore lo lega alla sua cittร , cosรฌ da spingerlo ad approfondirne la storia attraverso lo studio di documenti conservati presso lโ€™archivio storico del comune: matura grande interesse per periodo romano, quando la cittร  di Spello diventa municipio, fornendo truppe a Scipione nella Seconda Guerra Punica.

 

 

In questo periodo Spello occupa una posizione importante nel territorio umbro, acquisendo importanza anche come centro religioso e termale; tale periodo รจ ben descritto in una sala della mostra in cui sono esposti alcuni bozzetti realizzati dallโ€™artista raffiguranti lโ€™evoluzione della cinta muraria della cittร , la planimetria della Spello romana e alcuni reperti architettonici dellโ€™epoca.

Caricatura

Crispoldi si trasferisce poi a Roma, dove conosce Gerardo Dottori, amico che lo accompagnerร  per il resto della vita. Nel 1910 si reca a Parigi, culla dellโ€™arte moderna, per confrontarsi con le numerose tendenze artistiche, come le Avanguardie; nella capitale francese trova alloggio in un atelier in Rue Premiere 9, nel quartiere di Montparnasse, frequentato da artisti provenienti da tutto il mondo.

Nella seconda sala della mostra si evince lโ€™aspetto che contribuisce a far comprendere la complessitร  del personaggio e il suo status di artista poliedrico e versatile: si racconta che in alcuni pomeriggi assolati lโ€™artista si concedesse alcune pause dal lavoro divertendosi a immortalare, nel suo taccuino, alcune riproduzioni caricaturali di concittadini; in alcune teche sono, infatti, esposti alcuni bozzetti realizzati a matita.

Tornato a Spello, si impegna in politica iscrivendosi al PSI, presiedendo lโ€™Associazione Anticlericale Ispellese. Non abbandona mai la sua vocazione artistica: nella mostra sono esposti vari disegni dellโ€™artista su carta, tra i quali il progetto della decorazione per la camera da letto di Agostino Salmareggi e un bellissimo bozzetto su carta raffigurante il prospetto per la restaurazione e la decorazione della chiesa di Santโ€™Andrea Apostolo, entrambe situate a Spello. Procede anche nel lavoro di scultore intervenendo nella decorazione di residenze sia pubbliche sia private.

 

Progetto decorazione camera di Agostino Salmareggi a Spello

 

Gerardo Dottori lo vuole tra i promotori dellโ€™Esposizione Umbra dโ€™Arte Moderna tenutasi a Perugia nel 1920. Lโ€™anno successivo รจ impegnato nella decorazione della Nuova Sala Consiliare del comune di Bastia Umbra, dove riceve lโ€™attestato di Accademico di Merito Residente. La tubercolosi che lo affligge da diversi anni procede inesorabile; muore lโ€™11 agosto 1923 a soli 37 anni. Crispoldi nel corso degli anni espone le sue teorie sullโ€™arte in modo sempre rinnovato e aperto al cambiamento. Vive nel periodo storico in cui i suoi amici futuristi sperimentano unโ€™arte di avanguardia; la mostra si conclude proprio omaggiando lโ€™eclettico artista con una serie di dipinti dei primi anni del 1900 di Gerardo Dottori, Enrico Cagianelli e Renato Profeta.

 


Calendario delle aperture 2024 (ingresso gratuito)

febbraio: 3, 4, 10, 11, 17, 18, 24, 25

marzo: 2, 3, 9, 10, 16, 17, 23, 24, 30, 31

dalle 10.00 alle 17.00

aprile: 1, 2, 6, 7, 13, 14, 20, 21

dalle 10.00 alle 18.00

Andrea Camassei ha amato molto Bevagna, la sua patria. Famoso ai suoi tempi, oggi รจ un pittore oscuro ai piรน e dimenticato dai suoi concittadini.

ยซNelle belle arti puรฒ con gloria non comune vantare fra i suoi figli Andrea Camassei Pittore illustre. La cappella dedicata a Maria Vergine del Carmine, nella Chiesa Collegiata di S. Michele, fu dipinta dal Camassei nella sua prima gioventรนยป. (Giuseppe Bragazzi. Rosa dellโ€™Umbria, Ediclio Foligno 1973).

Andrea Camassei nacque a Bevagna da Lorenzo e Angelina Angeli il 30 novembre del 1602 e fu battezzato il 1ยฐ dicembre nella chiesa collegiata di S. Michele Arcangelo. Sia il padre sia il fratello maggiore esercitavano lโ€™arte dei canapai, tessitori di tele pregiate, per le quali Bevagna allora andava famosa (le famose Tele Bevagne).

Iniziรฒ a dipingere sotto la guida di Ascensidonio Spacca, piรน noto con il nomignolo di Fantino di Bevagna. Ben presto, desideroso di progredire nellโ€™arte, si trasferรฌ a Roma, dove entrรฒ a far parte della bottega del celebre pittore Domenico Zampieri, detto il Domenichino. Il Domenichino lo incoraggiรฒ a riprodurre alcune sue opere e quelle di Raffaelo.
Tornato a Bevagna nel 1626, affrescรฒ un Miracolo di san Domenico nel refettorio dei frati Predicatori, opera purtroppo andata perduta. Per un altare della chiesa dello stesso convento eseguรฌ una tela rappresentante La Madonna, Santa Caterina e la Maddalena mostrano unโ€™immagine di San Domenico. Sempre a Bevagna, negli stessi anni, completรฒ la sua prima opera di una certa consistenza: la decorazione di una intera cappella, dedicata alla Madonna del Carmine, nella chiesa di San Michele Arcangelo, commissionatagli dalla famiglia nobile locale dei conti Spetia. Nel 1628 di nuovo a Roma, eseguรฌ dipinti nella galleria del casale Sacchetti, in collaborazione con Pietro da Cortona e con altri pittori sconosciuti che non ebbero poi un avvenire, e soprattutto con un coetaneo di maggiori promesse, Andrea Sacchi.

 

L’Immacolata Concezione

 

A questo periodo sono anche assegnate opere eseguite a Bevagna, una grande tela con Lโ€™Immacolata concezione lโ€™Eterno e santi e unโ€™altra tela con lโ€™Estasi di san Filippo Neri: entrambe destinate alla chiesa del monastero agostiniano di Santa Margherita. A Roma ottenne il primo notevole incarico decorativo: dipingere la volta della galleria del palazzo del marchese Enzo Bentivoglio (che poi sarร  dei Rospigliosi Pallavicini). Vi dipinse la Favola di Amore e Psiche, opera purtroppo andata perduta, ma che gli aprรฌ la strada a successi piรน lusinghieri. Infatti, entrรฒ in contatto con i piรน grandi mecenati della Roma papale barocca, i Barberini e in particolare con Taddeo Barberini, nipote di papa Urbano VIII. Nel 1628 decorรฒ le volte di due sale del rinnovato palazzo Barberini: in particolare decorรฒ una volta con una scena rappresentante Apollo e le muse sul Parnaso, opera purtroppo andata perduta; in unโ€™altra sala dipinse pure a fresco la volta con la Creazione degli angeli, lโ€™opera giovanile piรน importante tra quelle pervenute.
Nel 1630 ottenne lโ€™incarico piรน prestigioso della sua carriera, quello ambitissimo di dipingere in San Pietro in Vaticano un affresco con San Pietro mentre battezza i santi Processo e Martiniano, altra opera andata perduta. Nel 1631 il suo nome comincia ad apparire tra quelli della prestigiosa Accademia romana di San Luca.

Nel 1633 dipinse il Martirio di San Sebastiano, commissionatogli direttamente da papa Urbano VIII per la chiesa omonima sul Palatino, fatta restaurare da Taddeo Barberini. Nel 1635, insieme agli artisti piรน quotati del momento ebbe lโ€™incarico di dipingere una Pietร  per uno degli altari della nuova chiesa della Concezione dei padri Cappuccini, fatta edificare dal cardinale Antonio Barberini, fratello del papa. Fecero seguito diverse altre commissioni barberiniane che procurarono allโ€™artista notevoli guadagni, per cui si trovรฒ ben presto in condizioni di poter investire somme di denaro considerevoli in proprietร  immobiliari nella nativa Bevagna.
Una consolidata celebritร  gli permise il fatto che diverse famiglie romane ambirono ad avere suoi quadri con cui ornare le loro gallerie: gli Altieri, i Colonna, i Costaguti, i Farnese, i Rospigliosi, i Rondanini. Nel 1647, la sua ultima potente protettrice, donna Olimpia Pamphili, gli commissionรฒ la decorazione del grande salone centrale del proprio palazzo a piazza Navona, con un fregio in cui furono rappresentate le Storie di Bacco e Arianna. Nel 1640 nacque il figlio Giuseppe, che continuerร  la discendenza e a cui seguirono Maddalena e Claudia. Nella Pasqua del 1649 ritroviamo il Camassei riunito con tutta la sua famiglia a Bevagna, non nella sua casa in vaita San Giorgio, ma in casa della suocera. Il 18 agosto 1649, allโ€™improvviso, a soli quarantasette anni, Andrea Camassei morรฌ, ricordato nellโ€™atto parrocchiale di morte come insigni pictor. Il giorno dopo fu sepolto nella chiesa di Santโ€™Agostino, nella tomba dei Barattelli. Molte sono le opere conservate, quelle perdute o disperse e di dubbia attribuzione; molti i disegni e le incisioni.

 


Bibliografia

SILVESTRO NESSI, Andrea Camassei. Un pittore del Seicento tra Roma e lโ€™Umbria, Quattroemme 2005.

Proiezione in anteprima del docufilm Luca Signorelli e Perugino: Rinascimento Universale โ€“ immagini Divine, prodotto dal GAL Trasimeno Orvietano nellโ€™ambito delle iniziative promosse per il 500esimo anniversario dalla morte dei due artisti e realizzato dalla Flypix di Roma.

Lโ€™evento si svolgerร  a Orvieto giovedรฌ 14 dicembre alle ore 17 presso la Sala dei Quattrocento di Palazzo del Capitano del Popolo (piazza del Popolo, 1). Nel corso dellโ€™incontro il giornalista e conduttore televisivo Osvaldo Bevilacqua sarร  il protagonista delle โ€œinterviste impossibiliโ€ a Pietro Vannucci detto il โ€œPeruginoโ€, impersonato da Giorgio Gobbi, lโ€™indimenticabile Ricciotto de Il Marchese del Grillo, e Luca Signorelli, nelle cui vesti si รจ cimentato Pino Ammendola, volto noto del cinema e della televisione.

Interverranno, tra gli altri, anche il regista del docufilm Rosario Montesanti, il Presidente del Gal Trasimeno-Orvietano Gionni Moscetti e il Direttore del Gal Trasimeno-Orvietano Francesca Caproni.

ยซFin da ragazzo ho capito che la pallavolo poteva rappresentare qualcosa dโ€™importante, anche se non mi aspettavo questi risultati. Guardavo la โ€œGenerazione dei fenomeniโ€ e volevo essere come loro.ยป

Quando intervisti lโ€™allenatore italiano piรน vincente della pallavolo, fresco di Supercoppa con la Imoco Volley di Conegliano e del titolo europeo con la nazionale femminile turca, tutto ti aspetti meno che finire a parlare di calcio. Con Daniele Santarelli, nato a Foligno 42 anni fa e cresciuto sportivamente in diverse parti dโ€™Italia, รจ andata cosรฌ. Ma prima del Milan (la squadra che entrambi tifiamo) abbiamo chiacchierato anche di molto altro: delle sue vittorie (tante), dellโ€™Umbria (che porta sempre con sรฉ), delle donne che allena e persino di Carlo Ancelotti. ยซรˆ il mio idolo, ho letto tre libri su di lui. Magari fossi come Ancelotti, mi manca perรฒ qualche Champions.ยป Daniele รจ ancora giovane e il tempo per vincerle ce lโ€™ha.
Santarelli, con la sua bacheca ricchissima di trofei, รจ lโ€™allenatore piรน vincente della pallavolo italiana: un Mondiale con la nazionale femminile della Serbia, cinque scudetti, quattro Coppe Italia, due Mondiali per club, una Champions League e sei Supercoppe italiane, lโ€™ultima conquistata pochi giorni fa. Nello stesso anno (2022) ha vinto due medaglie dโ€™oro: la prima sulla panchina della Serbia, la seconda pochi mesi dopo guidando la Imoco Volley. Con la Turchia nel 2023 ha portato a casa una medaglia dโ€™oro alla Volleyball Nations League e un Campionato Europeo.

 

Daniele Santarelli con la coppa del Campionato Europeo 2023

 

Daniele, qual รจ il suo rapporto con lโ€™Umbria?

Lโ€™Umbria รจ casa mia. Ogni volta che torno respiro unโ€™aria familiare. รˆ il luogo in cui sono nato e cresciuto, dove abitano i miei parenti e i miei amici. Mi manca sempre.

 

Da quanto tempo vive fuori regione?

Da 15 anni.

 

Che ricordi ha dei suoi inizi a Foligno?

Ho dei ricordi meravigliosi. La pallavolo da professionista era solo un sogno; giocavamo alle Commerciali, eravamo quattro gatti. Il volley non era uno sport molto diffuso allโ€™epoca, nรฉ a Foligno nรฉ in Umbria. Da subito perรฒ ho capito che poteva rappresentare qualcosa dโ€™importante, anche se non mi aspettavo questi risultati. Allโ€™inizio era solo un gioco, una passione, un sogno: guardavo la famosa Generazione di fenomeni โ€“ lโ€™Italia di Julio Velasco che in quegli anni vinceva tutto โ€“ e volevo essere come loro. Tutto ciรฒ che aveva a che fare con questo sport era qualcosa di magico.

 

รˆ proprio di queste ore la nomina di Velasco come nuovo ct della nazionale femminile di volley. Chissร  se saprร  ricreare una squadra allโ€™altezza di quella maschile degli anni โ€˜90? ย ย ย 

Me lo auguro, ma non รจ nemmeno confrontabile.

 

Torniamo a lei. La sua strada sportiva comโ€™รจ proseguita?

Ho girato molto. Sono stato a giocare a Vicenza per due anni, per poi trasferirmi a Terracina. Da allenatore ho iniziato a Pesaro, poi sono andato a Urbino e a Casalmaggiore. Da 9 anni sono a Conegliano (Treviso).

 

Ha dichiarato: โ€œConegliano รจ casa mia, e ormai lo รจ da tanto tempoโ€: tornerร , magari a fine carriera, a vivere in Umbria?

Non ci voglio pensare alla fine della mia carriera, mi mette tristezza. (ride)

 

 

รˆ fresco della vittoria del Campionato Europeo con la Turchia: se lo aspettava questo risultato?

Cโ€™era qualcosa che mi portava verso la Turchia. Sapevo di fare un cambiamento strano, quasi pazzo, perchรฉ lasciavo la Serbia, una squadra che aveva vinto gli ultimi due Mondiali, un bronzo olimpico e un argento europeo, perรฒ qualcosa mi diceva che questa nuova scommessa era per me una sfida da accettare. Ero convinto che avremmo fatto bene, nessuno perรฒ si aspettava unโ€™estate come quella trascorsa: la vittoria della Volleyball Nations League, il Campionato Europeo e la qualificazione alla World Cup. Tutto questo mi inorgoglisce tantissimo e sono molto felice, anche se ora sono salite le aspettative.

 

Questo la spaventa?

No. Le pressioni fanno parte del mio lavoro, sin da quando ho iniziato. Sono io stesso, a volte, a mettermele addosso ma non mi preoccupo, perchรฉ in realtร  ho ben chiaro quello che voglio.

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Parliamo della partita giocata allโ€™Europeo contro lโ€™Italia: il suo cuore era diviso a metร ?

Lโ€™Italia รจ il mio Paese, รจ ovvio che cantare lโ€™inno e conoscere tutti dallโ€™altra parte della rete fa un certo effetto, perรฒ รจ il mio lavoro e, a prescindere dalla nazionale o dal club che alleno, io voglio vincere. Ho sempre pensato questo, anche quando giocavo a bassi livelli: se gioco a carte con mia mamma faccio di tutto per vincere e sto malissimo se perdo! (scherza). Quando giocavo al campetto coi miei amici non accettavo la sconfitta: la competizione sportiva fa parte di me.

 

รˆ considerato lโ€™allenatore piรน vincente nella storia della pallavolo italiana. Vista la sua risposta precedente: quanto ne รจ orgoglioso?

Molto, perรฒ non ci penso. Non voglio guardare quello che รจ stato, ma quello che sarร . Finora ho fatto un bel cammino, ma il mio viaggio รจ ancora lungo e me lo voglio godere appieno. Forse lo farรฒ – come diceva lei prima – quando tornerรฒ in Umbria e sarรฒ in pensione, ora non รจ il momento di fermarmi a pensare.

 

Il suo prossimo obiettivo?

Le Olimpiadi del 2024.

 

Santarelli con alcuni dei tanti trofei vinti

 

Leggendo il suo palmarรจs mi รจ venuto in mente Carlo Ancelotti, lโ€™allenatore di calcio italiano tra i piรน vincenti. Si arrabbia se faccio questo parallelismo?

No, assolutamente. รˆ il mio idolo, ho letto tre libri su di lui. Magari fossi come Ancelotti, mi manca perรฒ qualche Champions (ride). Mi piace tanto per la personalitร , per il carisma, la simpatia, la pacatezza e il modo di fare. รˆ davvero un personaggio, forse il migliore. Antonio Conte e Josรฉ Mourinho per me sono degli esempi e mi affascinano, perรฒ mi avvicino molto piรน ad Ancelotti, anche per il rapporto che ha con i giocatori, con la stampa e per il suo modo di festeggiare.

 

Ha fumato anche lei il sigaro per festeggiare?

Qualche volta sรฌ. (ride)

 

Qual รจ il segreto per creare un gruppo vincente?

Senza il talento delle giocatrici non si va da nessuna parte. รˆ ovvio perรฒ che ci vuole qualcosa in piรน: lo spirito, le motivazioni, lโ€™ambiente, lโ€™atmosfera e anche una buona dose di fortuna. Tutto si deve incastrare. Quando ho scelto di allenare la Turchia sapevo che era una nazionale con del potenziale; ho fatto subito capire alle giocatrici quali fossero le mie idee e le mie motivazioni e ho cercato di farle stare bene. Non รจ facile creare una squadra vincente: ci vuole tempo e si deve lavorare giorno dopo giorno, non รจ un interruttore che si accende e si spegne. Ma soprattutto si deve essere sinceri con chi si allena.

 

Ha qualche rito prima di una gara?

Non sono scaramantico per niente. Intorno ho persone scaramantiche che cercano di contagiarmi, ma non ci riescono.

 

Ha allenato sempre squadre femminili?

No. Ho iniziato allenando gli uomini partendo dalle categorie piรน basse poi si รจ aperta la possibilitร  di lavorare con le donne, per le squadre femminili cโ€™รจ maggiore richiesta.

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Cโ€™รจ molta differenza?

Assolutamente sรฌ. La pallavolo femminile รจ molto piรน adatta a me. Sono predisposto a gestire la loro complessitร  e la loro mente: le donne hanno bisogno di attenzioni, di essere ascoltate, capite e danno molto piรน degli uomini. Hanno degli apici incredibili, sia in positivo sia in negativo: quando lโ€™apice รจ positivo arrivano ad altissimi livelli.

 

Una curiositร  su Daniele che in pochi conosconoโ€ฆ

Ora su due piedi non mi viene in mente. Posso dire che sono fissato con lโ€™alimentazione e cerco di mantenermi in forma, non sgarro mai. Sono anche molto quadrato e precisino, a volte divento fastidioso. Non sopporto il disordine, la confusione e la disorganizzazione. Questo si manifesta sia nella vita lavorativa sia in quella privata.

 

 

Santarelli sulla panchina della Serbia

 

Segue altri sport?

Sono molto appassionato di calcio.

 

Per quale squadra tifa? Lโ€™avverto che la sua risposta decreterร  lโ€™esito dallโ€™intervista (scherzo).

Sono un milanista sfegatato. Lo seguo sempre e leggo tutto.

 

Ottima rispostaโ€ฆ

Ah, รจ andata bene!

 

รˆ sposato con Monica De Gennaro, che gioca nella Imoco Volley e che lei allena: il pallone resta fuori o anche in casa si parla di volley?

Spesso resta fuori anche se, essendo il nostro lavoro, รจ normale che a volte se ne parli.

 

Per concludere, la prima cosa che le viene in mente pensando allโ€™Umbria?

Sicuramente il palazzo grigio a Sportella Marini, il quartiere di Foligno dove sono cresciuto. Lรฌ vive ancora mia mamma e lรฌ ho passato la mia infanzia: ho dei ricordi sia belli sia brutti. I giochi, il terremoto del โ€™97, tutto รจ riconducibile a quel palazzo, per me รจ un qualcosa di incredibile.

 

Come descriverebbe lโ€™Umbria in tre parole?

รˆ una terra magica, naturale e molto semplice: me ne sono accorto quando sono andato via, รจ solo a quel punto che ho capito dovโ€™ero cresciuto. รˆ anche un luogo fuori dal mondo – sia in positivo sia in negativo. Quando la criticano la difendo a spada tratta come se fosse la mia famiglia. Lโ€™Italia รจ bella, ma lโ€™Umbria ha qualcosa di unico.

La scoperta grazie al lavoro di ricostruzione della predella della grandiosa Ascensione di Cristo in mostra fino al 7 gennaio nella Galleria Tesori d’Arte del Complesso monumentale di Borgo XX Giugno a Perugia.

Il Perugino di San Pietro rivela dopo secoli i veri ritratti di San Costanzo e Sant’Ercolano: รจ stato l’importante lavoro di ricostruzione della predella della grandiosa Ascensione di Cristo che Pietro Vannucci aveva dipinto per la Basilica โ€“ in mostra fino al 7 gennaio nella Galleria Tesori d’Arte del Complesso monumentale di Borgo XX Giugno โ€“ a permettere di attribuire finalmente in maniera corretta le vere identitร  alle due opere dedicate ai due patroni di Perugia.

Sant’Ercolano, Ph. D’ARRIGO-BELLU

โ€œGrazie al nostro lavoro di ricerca โ€“ spiega Laura Teza, professoressa associata di Storia dellโ€™Arte moderna dellโ€™Universitร  degli Studi di Perugia e curatrice della mostra โ€“ siamo arrivati a una conclusione che ribalta la corrente consuetudine di riconoscere San Costanzo nel vescovo che, assorto, legge il libro aperto, e Santโ€™Ercolano in quello che guarda verso lโ€™esternoโ€.

Il santo che legge, in un contesto perugino di fine Quattrocento, โ€œevoca la posa di un altro famoso ritratto di vescovo proposto da Luca Signorelli in una prestigiosa pala cittadina. Si tratta del Santโ€™Ercolano assorto in lettura della pala Vagnucci che il pittore dispose nella omonima cappella per tramandare la fisionomia del vescovo Jacopo Vagnucci che, per circa quarantโ€™anni, aveva governato la diocesi perugina. Tale rilievo eฬ€ stato confermato, indirettamente, da una nota dello storico Francesco Piagnani che, trattando della copia del dipinto in questione da parte di Sassoferrato, accennava rapidamente a unโ€™incisione sul frontespizio del libro di Cesare Brancadoro Atti di S. Costanzo vescovo e martire di Perugia protettore della cattedrale di Orvieto, presente negli archivi della Biblioteca comunale Augusta di Perugiaโ€. A un riscontro diretto tra lโ€™incisione e la tavoletta corrispondente โ€œla coincidenza eฬ€ totale e certificata dalla nota in calce โ€“ prosegue Teza โ€“ in cui si specifica che lโ€™immagine eฬ€ tratta dalla pala di Perugino presso i monaci cassinesi di Perugia, e quindi si puoฬ€ effettivamente optare per unโ€™inversione iconografica tra i due santi protettoriโ€.

San Costanzo, Ph. D’ARRIGO-BELLU

La mostra Il Perugino di San Pietro per la prima volta riporta a Perugia e riunifica tutti e undici gli scomparti della predella dell’Ascensione di Cristo dipinta per la basilica: tra questi, lโ€™Adorazione dei Magi, la Resurrezione e il Battesimo vengono dal Museo di Rouen, e sono tra i dipinti piรน spettacolari dellโ€™intera carriera di Perugino, con colori e una resa delle forme e del paesaggio, sorprendenti per luminositร  e modernitร . L’esposizione โ€“ in programma fino al 7 gennaio 2024 โ€“ รจ promossa dalla Fondazione per lโ€™Istruzione Agraria e dall’Universitร  degli Studi di Perugia, con il contributo del Comitato promotore delle celebrazioni per il quinto centenario dalla morte del Perugino, main sponsor Brunello Cucinelli spa, il sostegno del GAL Media Valle del Tevere, la partecipazione del Musรฉe des Beaux-Arts di Rouen e i Musei Vaticani, il patrocinio della Regione Umbria, del Comune di Perugia, dellโ€™Ambasciata di Francia e del Consolato Onorario di Francia a Perugia, la collaborazione di Isola San Lorenzo, Comune di Cittร  della Pieve e Fondazione Ranieri di Sorbello, la Basilica di San Paolo fuori le Mura, il Centro di Studi Storici Benedettini.

La stregoneria medievale si manifestรฒ in Umbria anche con Filippa di Cittร  della Pieve, accusata di utilizzare pratiche magiche per oltraggiare la comunitร .

Il Medioevo

Oltre alla visione positiva che ricorda lo spirito cavalleresco, principi, principesse e immaginari fiabeschi, quelli del Medioevo sono stati marchiati come secoli di barbarie e assolutismo dove la tortura e la caccia alle streghe erano allโ€™ordine del giorno. La superstizione, il misticismo, lo ius primae noctis e la cintura di castitร  ci hanno fatto immaginare una societร  in continua decadenza. Si tratta solamente di luoghi comuni di marginale interesse, oppure vi sono nascoste delle veritร  incontrovertibili? A me piace pensare piรน a un Medioevo come terreno fertile per le successive idee di libertร  comunale, ma per quei lettori incuriositi e sedotti da storie di magia e di stregoneria parlerรฒ oggi della strega umbra Filippa, della quale in realtร  sappiamo ben poco.

 

Il ritratto di una strega

Al di lร  delle leggende esiste una veritร  storica: le streghe erano persone maligne che praticavano magia nera e rituali simbolici. Generalmente si trattava di donne sole, vedove o forestiere e di tutte quelle che godevano di cattiva fama. Alcune di loro avevano conoscenze in erboristeria, ma tutte vivevano ai margini della societร  e in totale indigenza. Le streghe erano accusate di avere patti con il diavolo e di adorarlo, di avere poteri per danneggiare la comunitร  e di partecipare a raduni (denominati sabba) dove venivano compiute orge diaboliche e riti blasfemi. Nel Medioevo il potere attribuito alle streghe era usato per spiegare le disgrazie che si abbattevano sugli uomini.

Le streghe nella storia

รˆ nel tardo Medioevo che la Chiesa Cattolica individua nelle streghe dei personaggi eretici, dediti al culto di Satana e per questo un fenomeno da estirpare. Nasce cosรฌ la caccia alle streghe, una specie di persecuzione e sopraffazione contro le donne accusate di eresia, divenendo ciรฒ anche una questione di diritto pubblico. Giร  con la bolla pontificia Quod Super Nunnullis, emanata da Papa Alessandro IV nel 1257, s’intravedono le prime tracce della caccia alle streghe. Sarร  lโ€˜Inquisizione poi a condannare e uccidere migliaia di persone con lโ€˜accusa di stregoneria ed eresia, e fra queste anche molte fattucchiere. Fra le streghe piรน famose della storia ricordiamo: Ursula Kemp (giustiziato in Inghilterra nel 1582), Merga Bien (giustiziata all’inizio del 1600 in Germania dopo il processo di Fulda), la scozzese Agnes Sampson strangolata e poi bruciata per aver partecipato a un rito in cui si evocava Satana.

Il processo

Il processo si divideva in diverse fasi. Innanzitutto la denuncia poteva avvenire sia da parte di un accusatore che aveva delle prove, sia da parte di un accusatore senza prove, ma che godeva di buona fama e di fede. Dopo aver ricevuto le accuse il giudice avviava la procedura composta da un iniziale giuramento e delle domande al denunciante. Il resto del processo si sviluppava attraverso lโ€˜interrogatorio, le testimonianze e la confessione. Sรฌ, proprio la confessione perchรฉ lโ€˜imputata quasi sempre confessava dopo essere stata sottoposta a torture. Lโ€˜obiettivo del processo era uno solo: confermare le accuse. Dopo la tortura e la confessione, si decideva come la strega doveva essere uccisa in base al fatto compiuto (stregoneria, eresia, satanismo). Le modalitร  di esecuzione erano tre: il rogo, lโ€˜impiccagione e lo schiacciamento da pietre.

In Umbria

Sappiamo, da molti autori di trattati di magia, antichi e moderni, che lโ€˜Umbria, รจ stata sempre una zona rinomata per le leggende demoniache e arti magiche, scaturite dalla fantasia popolare di tutta la regione. Non stupiscono i molti processi di stregoneria avvenuti in questa zona dโ€˜Italia fin dal Medioevo, essendo questa unโ€˜area geografica di santi e di mistici aventi anche lo scopo di preservare lโ€˜ortodossia religiosa. I processi umbri per stregoneria hanno incuriosito molto e ci hanno dato la possibilitร  di conoscere alcune note streghe come Matteuccia da Todi, Santuccia da Nocera, Luminuccia di Bonisegna e Katerina di Modrus, ma oggi vi parlerรฒ della strega Filippa.

Disegno della strega Filippa

Filippa di Cittร  della Pieve

Di Filippa non conosciamo lโ€˜anno di nascita, ma solo lโ€˜anno di morte – il 1455 – e un evento del 1434. Tutto ha inizio proprio in quellโ€˜anno, il 1434, quanto Filippa si recรฒ da una certa Claruzia per farsi insegnare attivitร  scellerate. Claruzia: “visa eius voluntate pexima, infrascripta scelera et diabolicas compoxitiones docuit” (vedendo che la sua volontร  era cattiva, insegnรฒ i delitti sottoscritti e le composizioni diaboliche). Inizia cosรฌ, da questo incontro, una ventennale attivitร  di stregoneria che la porterร  a essere giudicata, nel 1455, dal Capitano del Popolo di Perugia. Il fatto piรน grave che le sarร  contestato fu proprio la scelta e la volontร  precisa di farsi strega, e lโ€™aver cercato un legame con Claruzia (altra strega) e fra loro e il demonio. I riti che celebra Filippa sono estremi come quando si spoglia completamente (capudque suum atque capillos extra omnem ordinem posuit) (si mise in disordine la testa e i capelli), invocando il demonio e al demonio tutta si dona per acquisire potere. Filippa si confronta continuamente con il demonio e nella dinamica dellโ€™appartenenza a lui รจ solita girare nuda di notte parlando e farneticando con il viso rivolto verso la luna. Filippa di Cittร  della Pieve รจ strega fra le streghe e la sua scelta di vivere per il Male la trasformarono in una donna maledetta e indifendibile. Il suo peccato fu di una gravitร  eccezionale, non esisteva alternativa: doveva essere processata per stregoneria e il prima possibile! Anche alla strega di Cittร  della Pieve fu estorta, con la tortura, la confessione, fra le altre cose, di โ€œaver cercato deliberatamente il diavoloโ€. Nellโ€™aprile del 1455 fu condannata a morte e la sua esecuzione ebbe luogo a Perugia, dove le fiamme del rogo posero fine a questa storia. Non sappiamo se Filippa fu lasciata a digiuno, come era la regola per queste sentenze, ma di sicuro la condanna fu eseguita su pubblica piazza in modo che lo spettacolo venisse visto dalla maggior parte delle persone e che la popolazione venisse cosรฌ colpita dal terrore. Era un modo per distruggere contemporaneamente anima e corpo.

ยซLa pellicola ci presenta un territorio – quello dellโ€™Alta Umbria – in un prossimo futuro dalle vesti post-apocalittiche, quindi gli scenari che vedremo saranno stravolti dalla realtร  e condurranno lo spettatore alla scoperta di location conosciute, ma viste sotto una luce diversa, creando una distopia interessanteยป.

“Alla ricerca di Rose” backstage

Potremmo giร  considerarlo un Guinness World Record il film Alla ricerca di Rose scritto e diretto dai due registi umbri Lorenzo Lombardi e Nicola Santi Amantini e prodotto dalla Whiterose Pictures nellโ€™ambito del Piano Nazionale Cinema e Immagini per la Scuola promosso da MiC e Ministero dellโ€™Istruzione.
I protagonisti sono oltre 60 bambini under 10 e solo un adulto: lโ€™attrice Valentina Lodovini. Il film – interamente girato in Umbria e che ha coinvolto le scuole del territorio, precisamente quelle del Comune di San Giustino (PG) sotto la Direzione Didattica Statale F.T. Bufalini – gioca su un mondo senza adulti composto da soli bambini e sul rispetto verso lโ€™ambiente e la natura.
Alla ricerca di Rose narra di un ipotetico futuro prossimo (il 2029), dove un gruppo di bambini, dopo un evento misterioso, si ritrova a fare i conti con un mondo senza adulti, elettricitร  e tecnologia, e parte alla ricerca di colei che sembra essere lโ€™unica donna rimasta in vita: Rose. I protagonisti della storia intraprenderanno un viaggio alla scoperta di loro stessi, di una natura incontaminata e alla ricerca di una figura materna. Il regista Lorenzo Lombardi ci svela il dietro le quinte e soprattutto comโ€™รจ andata lโ€™esperienza di dirigere un cast composto da piccoli attori emergenti.

Dirigere dei bambini รจ piรน o meno difficile rispetto agli adulti?

รˆ una situazione completamente diversa. Veniamo da numerosi cortometraggi realizzati con bambini, ma questa รจ la prima volta che ci cimentiamo in un film vero e proprio con un cast completamente composto da bambini di 9 anni. รˆ sicuramente molto piรน difficile, anche considerando il fatto che non sono dei veri attori e hanno unโ€™esperienza della vita piuttosto breve. Dโ€™altro canto devo riconoscere che la loro spensieratezza, il loro mettersi in gioco completamente e lโ€™impegno che hanno apportato durante le riprese sono stati impareggiabili. Si sono fidati delle nostre indicazioni, affidandosi completamente. Molti di loro si sono ritrovati in situazioni estranianti, come lโ€™essere a capo di una spedizione o addirittura di una comunitร . Hanno sperimentato esperienze nuove, che magari non avrebbero avuto modo di fare e in alcuni casi, la forza di volontร  gli ha fatto superare anche alcune paure. Ad esempio, le vertigini quando hanno attraversato un vecchio ponte ferroviario a picco sul fiume, o imparato ad andare in bicicletta (per alcuni era la prima volta) durante le scene di raccordo fra una location e lโ€™altra.

 

Backstage del film

Sono piรน disciplinati?

Sono stati molto ubbidienti, anche quando hanno dovuto recitare per numerose ore al giorno, magari in condizioni climatiche fredde, sempre cercando di rimanere sul pezzo per non perdere la concentrazione a ritmi di vere star.

Il film รจ anche un manifesto per lโ€™Umbria?

Il film vuole essere anche questo: far conoscere i nostri paesaggi naturalisti, anche quelli meno battuti. Scenari che secondo noi sono affascinanti e perfetti per un film. Abbiamo girato anche unโ€™intera sequenza di scene allโ€™interno di Castello Bufalini di San Giustino e lo abbiamo scenografato in una chiave piรน unica che rara, perchรฉ nel film รจ il quartier generale di una banda di bambini detti Gli Orfani.

In che modo la racconta?

La pellicola ci presenta un territorio – in particolar modo quello dellโ€™Alta Umbria – in un prossimo futuro dalle vesti post-apocalittiche, quindi gli scenari che vedremo saranno stravolti dalla realtร  e condurranno lo spettatore alla scoperta di location conosciute, ma viste sotto una luce diversa creando una distopia interessante.

I bambini hanno partecipato anche alla stesura della sceneggiatura?

Con i bambini abbiamo realizzato lezioni teoriche e pratiche in classe, perchรฉ il progetto era volto anche allโ€™insegnamento e alla conoscenza del cinema. Grazie a questo hanno scoperto cosa cโ€™รจ dietro la realizzazione di un film, attraverso analisi di lungometraggi, backstage, lo studio della grammatica delle inquadrature e dei movimenti di camera, per poi arrivare anche ai casting. Tutto ciรฒ li ha resi attori consapevoli sul set. Per quanto riguarda la sceneggiatura era impensabile realizzarla totalmente con loro, ma tramite laboratori creativi hanno dato gli incipit per il concept del film: un mondo senza adulti e perchรฉ? Sono quindi gli autori dellโ€™idea che poi รจ stata, da me e N. Santi Amantini, elaborata in una vera e propria sceneggiatura, la cui stesura ha richiesto piรน di 2 mesi.

โ€œAlla ricerca di Roseโ€ richiama un poโ€™ โ€œAlla ricerca di Nemoโ€: cโ€™รจ qualche legame o รจ solo coincidenza?

Il titolo del film prende senzโ€™altro spunto da titoli blasonati come appunto Alla ricerca di Nemo o La ricerca della felicitร  o Alla fine arriva Polly, ma solo ed esclusivamente come sonoritร  e gioco di parole. La storia narrata in Alla ricerca di Rose รจ totalmente diversa da questi film, sia per contenuti sia per genere.

 

Il regista Lorenzo Lombardi con Valentina Lodovini

La presenza di Valentina Lodovini รจ sicuramente la ciliegina sulla tortaโ€ฆ

La presenza di Valentina Lodovini รจ la torta! A parte gli scherziโ€ฆ รˆ stata una sorpresa inaspettata. Perchรฉ proprio il primo giorno di riprese ho avuto modo di parlare con lei e spiegarle il nostro progetto. Per noi sarebbe stato un sogno poterle regalare il ruolo di Rose. Sarร  stata lโ€™enfasi dellโ€™inizio riprese o il fatto che alle volte i sogni si avverano, ma la storia le รจ piaciuta molto, e i temi toccati dal film li ha sentiti sin da subito molto vicini. Ha quindi accettato di partecipare e la torta รจ diventata cosรฌ di sicuro molto piรน bella e buona!

Cโ€™รจ giร  una data dโ€™uscita?

In questo momento siamo ancora in fase di post-produzione e non abbiamo una data confermata per lโ€™anteprima del film. Stiamo lavorando sodo, ma non avverrร  prima di ottobre/novembre 2023.

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