Terza edizione de “Il Dardo dei Borghi” che vede sfidarsi in gara due compagnie arcieristiche dei Borghi piรน Belli d’Italia.
Dopo la sfida del 2021 con gli arcieri di Bevagna e nel 2022 con gli arcieri di Montone, quest’anno la sfida varca i confini regionali e gli arcieri lugnanesi sfideranno in Piazza S.Maria la compagnia Sagittari Anglariensis di Anghiari (AR), uno dei Borghi piรน Belli della Toscana.
Una sfida interregionale – che si svolgerร domenica 24 settembre – con l’obiettivo di scambiare esperienze culturali e conoscenze all’interno di una importante associazione come quella dei Borghi piรน Belli d’Italia.ย Saranno presenti anche amministratori del Comune toscano e la coordinatrice dei Borghi piรน Belli della Toscana Elisabetta Giudrinetti con la quale giร da tempo รจ partita una solida collaborazione per condividere tante iniziative su tematiche importanti.
Una giornata di grande prestigio non solo per la gara ma anche per la contemporanea visita a Lugnano in Teverina,ย di un noto tour operator americano con 23 operatori turistici al seguito, interessati ai Borghi dell’Umbria, ai quali รจ stato dedicato un programma di attivitร esperienziali nell’arco della giornata, tra le quali lo spettacolo della Gara degli Arcieri.
Ad accogliere la delegazione statunitense oltre agli amministratori e i produttori locali, anche una rappresentanza di cittadini americani che ora si sono stabiliti a Lugnano e si sono subito innamorati del borgo, e che parteciperanno alla giornata con i propri connazionali. Sarร presente inoltre anche una famiglia statunitense discendente della famiglia nobile dei Vannicelli (casato che ha lasciato a Lugnano segni indelebili nel corso dei secoli), con la quale l’amministrazione comunale sta lavorando in vista del 2024 l’anno del Turismo delle origini o di ritorno, una iniziativa promossa dal Ministero del Turismo e dove l’associazione dei Borghi piรน Belli d’Italia vuole recitare un ruolo da protagonista.
Programma
Domenica 24 settembre
Ore 17,00
Piazza Santa Maria
Corteo Storico degli Sfidanti
Ore 17,30
Gara di Tiro in Piazza
Ore 19,30
Premiazione
Ore 20
Stand arrosticini e pizzarelle
Ore 21 Saluto delegazione Tour Operator ASTA – USA
Lรฌ cโera il lago Umbro, poi si ritirรฒ, venne la palude e poi due fiumi con le canne.
I primi a insediarsi furono gli Etruschi seguiti dai Romani, poi dai barbari, i perugini e i papalini. Dopo tutto questo via vai รจ arrivata anche lโItalia. La storia di Cannara comincia in collina nella zona di Collemancio. Gli Etruschi si allargarono verso la valle Umbra, dove cโera il lago, e trovarono che la collina fosse un buon sito per costruire una cittร mentre cercavano di sfruttare tutto il terreno coltivabile. Ma, si sa, niente รจ per sempre. Il lago Umbro non si prosciugรฒ del tutto e lasciรฒ la palude, due fiumi e tante canne.
Sito archeologico Urvinum Hortense. Foto di Enrico Mezzasoma
Dopo gli Etruschi arrivano i Romani. A loro il sito piacque perchรฉ era buono per il commercio, Ampliarono la cittร , le dettero il nome di Urvinum Hortense e, efficienti come sempre, iniziarono la bonifica della palude. Le merci che transitavano lungo la via principale dovevano essere tante perchรฉ, a Urvinum fu dato il titolo di Municipium. Cosรฌ divenne cittร e le cittร offrono molti divertimenti. I Romani non si sono mai tirati indietro quando cโera da divertirsi cosรฌ costruirono prima il tempio, poi il teatro, lโanfiteatro, le terme, le botteghe e le domus. Una delle domus aveva addirittura le terme personali e aveva abbellito la villa con un mosaico di 65 mq con scene nilotiche. Lโeleganza e la dimensione del mosaico fanno chiaramente capire che si trattava di una famiglia ricca e che il proprietario era stato in Africa. Urvinum doveva essere un luogo importante perchรฉ ne parla Plinio il Vecchio nel suo libro Naturalis Historiae. La scoperta del sito di Urvinum Hortense ha lasciato un dilemma non ancora risolto: i Romani erano abili ingegneri e sapevano trattare le acque, ma gli archeologi si chiedono come hanno fatto a convogliare cosรฌ tanta acqua fino a 500 metri di altezza? Prima o poi lo scopriranno.
Maniero di Collemancio. Foto di Enrico Mezzasoma
La nascita di Cannara
I secoli passarono, nel V secolo venne costruita una basilica paleocristiana, i Romani non erano piรน potenti, i commerci si fermarono, Urvinum Hortense decadde: il bosco lo ricoprรฌ e se ne persero le tracce fino al 1932 quando gli archeologi lo hanno riportato in luce. Purtroppo al momento non รจ visitabile. Intanto, a poche centinaia di metri aveva cominciato a svilupparsi il borgo di Collemancio. Dura la vita di Collemancio. I barbari, poi la guerra gotica, poi la rivalitร tra Assisi e Perugia e infine il papato. Devastazioni e rovine non sono mancate. Ma in mezzo a tante vicende tragiche, tra il fiume Topino e un rio, nacque un nuovo insediamento che prese il nome dalle canne di palude: lo chiamarono Cannara.
In quei tempi cupi e pericolosi nacque come castrum, con mura perimetrali robuste una casa gentilizia e tante chiese. Lโabbondanza di chiese in un luogo cosรฌ piccolo รจ sorprendente. Ci sono piรน chiese che case. Forse รจ da attribuirsi al fatto che San Francesco era un habituรฉ di Cannara e dormiva in un luogo oggi chiamato Il Tugurio. Pare che in quel Tugurio abbia fondato lโordine dei frati terziari.
Piccolo borgo medievale era politicamente molto impegnato, disposto anche a cambiare posizione. Infatti, passรฒ da guelfo a ghibellino. Cannara adesso รจ famosa per cose molto lontane tra loro: le cipolle Dop (in programma dal 5 al 10 settembre e dal 12 al 17 settembre), le lavande di primavera e il nuovo museo.
Mosaico di Urvinum
Il museo
Nel nostro Paese, dove possibile, si ricicla tutto, infatti il museo รจ allestito allโinterno del monastero benedettino, ma non ha niente della cupezza di un monastero perchรฉ prende tanta luce ed รจ luminoso e ben organizzato. Nelle teche si possono vedere molti reperti provenienti da Urvinum: arnesi da lavoro, monete, lanterne, pesi, monili e reperti fittili. Ci sono anche molte steli funebri di varie epoche, prima e dopo Cristo. Il pezzo forte, comunque, รจ il mosaico di Urvinum grande come un appartamento di 65mq e lo si puรฒ vedere bene solo dal primo piano. Le tessere delineano ippopotami, aironi, serpenti e pigmei che sono anche ritratti in una scena tra il comico e il canzonatorio: i pigmei urinano verso gli ippopotami. In Italia ogni luogo, anche se piccolo, ha dietro di sรฉ una storia affascinante millenaria e piena di sorprese e Cannara non รจ da meno.
In un’entusiasmante fusione tra passato e futuro, il progetto Umbria Ecologia Artificiale si propone come strumento generativo per esplorare i borghi storici dell’Umbria attraverso lo sguardo di brillanti architetti, designer e artisti del passato.
Montefalco secondo il progetto Umbria Ecologia Artificiale
In questo viaggio fantastico ci concentreremo su Montefalco, uno dei gioielli nascosti della regione, re-immaginando la sua architettura in chiave neoplastica. Pensate a una nuova prospettiva, un’idea che fonde la purezza delle linee geometriche e i colori audaci di PietMondrian con la realtร tangibile. Qui, insieme esploreremo l’influenza rivoluzionaria del movimento De Stijl sulle strutture in pietra delle abitazioni, sulle vie lastricate e sull’antico castello di questo meraviglioso borgo. L’arte geometrica, non piรน relegata alla tela bidimensionale, diventa un elemento di design funzionale. Queste immagini – generate tramite intelligenza artificiale – ci fanno immergere nel carattere tridimensionale del Razionalismo architettonico, ma sotto una nuova luce.
Bagnata dalle acque del Clitunno, La Ringhiera dell’Umbria conquista visitatori da tutto il mondo con le sue colline di uliveti e filari di viti. Montefalco, luogo intriso di storia millenaria, traccia le sue radici nell’epoca dellโImpero Romano, quando era conosciuta come Coccorone. Attraverso i secoli, il borgo ha attraversato varie fasi di sviluppo, ciascuna lasciando un segno nel suo tessuto urbano. Dal periodo medievale, quando fiorirono i liberi comuni, fino al Rinascimento, ogni epoca ha contribuito al suo fascino. La Cinta Duecentesca e la maestosa Piazza del Comune, adornata da palazzi nobiliari rivisitati in maniera razionalista con quadrati di colori compatti, ci parlano di una cittร prospera e modernista.ย
Ci sono due fattori che mi hanno stupita, fattori che non pensavo che l’intelligenza artificiale avrebbe catturato. Il primo riguarda la palette che mescola i colori primari con colori caldi richiamanti la natura. Mondrian amava quelli che al tempo erano conosciuti come colori primari, utilizzava (quasi) solamente quelli nei suoi dipinti, oltre al bianco e al nero. BLU, GIALLO, ROSSO, segno di purezza e metafora dellโorigine. Dโaltra parte, Montefalco, come tanti borghi umbri, ha una palette colori dettata dal tufo. Piacevole sorpresa vedere che la soluzione al dogma dei colori primari per Mondrian, lโAI abbia risposto con un compromesso di classe.
Lโaltro aspetto, che puรฒ lasciare incuriositi รจ lโeleganza nella composizione delle immagini. Gli elementi che nei dipinti di Mondrian sono protagonisti, le linee e i quadrilateri creati da queste, nell’immaginario AI diventano cornici del meraviglioso mondo di Montefalco. Un luogo in cui si puรฒ fare una breve pausa, lasciando lo sguardo vagare nel panorama mozzafiato, per immergersi nella contemplazione di una bellezza che abbraccia l’anima. Viste spettacolari e a tratti nostalgiche vengono inquadrate, come il cipresso tra i filari, con estro artistico da sottrazione di materia nelle strutture scolpite nella pietra, o colate di cemento e applicazioni in vetroresina, o nella costruzione di padiglioni dallo scheletro sottile.
Particolare di Montefalco
Mondrian aveva un debole per la purezza della linea – retta e intensa – la quale rappresentava i valori universali del suo immaginario astratto. Elemento chiave anche in queste immagini di Montefalco a trasformare il paesaggio urbano e rurale del borgo, conferendogli una nuova griglia e un’atmosfera che vede mescolati gli angoli retti del linguaggio neoplastico e l’affascinante essenziale irregolaritร del patrimonio storico. Forme, colori, suggestioni ci iniziano a una complessitร che va oltre i confini di una visione statica della realtร .ย
L’arte geometrica, raffinata e suggestiva, si espande all’interno dei vigneti stessi. Sulla Strada del Sagrantino, ci lasciamo guidare alla scoperta delle radici culinarie locali e dei tesori enogastronomici che si celano nel cuore di questa terra generosa. Qui, tra i filari ordinati che accolgono le viti del rinomato vino Sagrantino, il paesaggio si svela in una composizione di topografie organiche. I campi agricoli sono suddivisi in una griglia di rettangoli e quadrati che abbracciano le curve delle colline, donando un affascinante effetto visivo che cattura l’attenzione dall’alto.ย
Proprio come Mondrian ha scosso la temperie artistica con la sua Espressione De Stijl nel Ventesimo secolo, Montefalco ci ha avvolti con il suo fascino unico, svelando l’estetica delle forme nei suoi scorci inaspettati. Qui, ogni peregrinazione si trasforma in esperienza epifanica, una rara opportunitร per sondare il carattere enigmatico della creativitร algoritmica, dell’essenza sottesa della natura e dell’incanto senza tempo dell’Umbria. Vi invito a esplorare, a lasciarvi abbracciare dalle lusinghe della storia, con anima curiosa e occhio affilato alla ricerca di meraviglie.
Giovedรฌ 6 luglio abbiamo assistito alla conferenza “I borghi e il sistema del turismo, ulteriori opportunitร del PNRR” organizzata da CIM, la Confederazione degli Italiani nel Mondo.
Lโincontro, svoltosi presso il suggestivo agriturismoTramonto su Assisi a Collestrada (PG), aveva lโobiettivo di presentare il Consiglio Umbro della CIM, Confederazione degli Italiani nel Mondo. Si tratta di unโAssociazione dei cittadini italiani residenti allโestero, completamente indipendente da organizzazioni politiche, partitiche e sindacali, che ha lโobiettivo di assistere gli emigrati italiani, di difendere i loro diritti politici, civili e sociali e di supportarli nella loro integrazione presso i Paesi ospiti. Fra le altre cose, scopo della CIM รจ quello di instaurare, sviluppare e favorire i rapporti tra gli emigrati e i paesi di origine dato che spesso, come nel caso dellโUmbria, gli emigrati sono partiti dai piccoli borghi; per questo durante lโincontro si รจ parlato delle nuove opportunitร offerte dal PNRR che offre la possibilitร per i centri con meno di 5.000 abitanti di partecipare a nuovi bandi che potranno assegnare fondi fino a 1,5 milioni. Lโincontro, coordinato da Paolo Luccioni, presidente della CIM Umbria, ha visto la partecipazione di personaggi del mondo istituzionale, associativo e imprenditoriale.
Dopo lโintroduzione del vice-presidente Marco Parente e i saluti del presidente di ANCI Umbria, Michele Toniaccini (in collegamento), del vice-presidente dei Borghi piรน Belli dโItalia in Umbria Alessandro Dimiziani, della parlamentare europea Francesca Peppucci (in collegamento) e del presidente di UNPLI Umbria Francesco Fiorelli, si sono susseguiti interventi che hanno apportato il proprio contributo allโordine del giorno. A partire dallโon. Angelo Sollazzo, presidente nazionale della CIM che ha restituito alla platea un quadro interessante dei nostri connazionali nel mondo oggi, lontanissimo dallโimmagine stereotipata impressa da anni nel nostro immaginario degli italiani con la valigia di cartone, poveri e poco alfabetizzati che partirono alla ricerca di fortuna. Oggi gli italiani sono protagonisti nei Paesi e nelle societร dove si sono perfettamente integrati, ricoprono posti chiave dellโeconomia e della cultura, sono quelli che costruiscono strade e metropoli, protagonisti nella moda e nella cucina, comunitร importanti a cui le classi dirigenti locali guardano con rispetto e attenzione. Hanno voglia di riscoprire i luoghi da cui sono partiti i propri avi non solo da protagonisti di un turismo di ritorno di qualitร , ma anche apportando il proprio personale contributo alla valorizzazione delle terre dโorigine a cui rimangono profondamente legati.
Fiorello Primi, presidente dei Borghi piรน Belli dโItalia, ha sottolineato come il turismo da solo non sia sufficiente, di come in primo luogo i fondi vadano utilizzati per creare lavoro e servizi contro lo spopolamento crescente dei nostri piccoli centri. E a proposito di fondi e di PNRR, chiarificatori sono stati gli interventi di Riccardo Fontanelli della Grimaldi Alliance, che รจ entrato nel dettaglio delle opportunitร offerte dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza a favore dei borghi, e di Luca Federici Direttore regionale per il Coordinamento PNRR, risorse umane, patrimonio, riqualificazione urbana.
Margherita Scoccia, Assessore allโurbanistica del Comune di Perugia, ha espresso interesse per lโargomento trattato in quanto Perugia, quinto Comune italiano in termini di estensione territoriale, si configura come un insieme di piccoli borghi, ognuno con esigenze e caratteristiche proprie. Presente anche Sviluppumbria con Mauro Marini, responsabile attivitร operative e turismo dellโEnte, che pur puntualizzando come Sviluppumbria non gestisca direttamente i fondi del PNRR, ha sottolineato come i progetti di cui si occupa siano a supporto e strettamente collegati allo stesso.
La madrina Eleonora Pieroni
Dopo la testimonianza dellโattrice e presentatrice Eleonora Pieroni che, in quanto Ambasciatrice in Umbria dei Borghi piรน Belli dโItalia, ha raccontato la sua esperienza come italiana nel mondo e il suo personale impegno nella promozione della sua terra dโorigine, lโUmbria, e dellโItalia tutta, e lโintervento di Albano Agabiti, presidente di Coldiretti Umbria – che ha sottolineato il ruolo fondamentale nel turismo e nellโaccoglienza di tutto il settore agroalimentare – hanno concluso la carrellata gli imprenditori Fabio Cancelloni e Lorenza Vitali Cremona sottolineando lo stretto connubio fra imprenditoria e valorizzazione del territorio. La serata si รจ conclusa con una degustazione di prodotti enogastronomici del nostro territorio accompagnata dalle note delle proposte musicali a cura del duo Le Mani.
Da questo piacevole pomeriggio abbiamo senzโaltro colto la grande opportunitร che rappresentano gli 80 milioni di connazionali allโestero per il nostro turismo, target da guardare con grande attenzione e al quale dedicare progetti mirati, e dellโimportantissimo aiuto (fino a due anni fa impensabile) che possiamo trarre dai fondi del PNRR. Coniugare al meglio questi due aspetti e trarne ricchezza per il territorio รจ la sfida che ci vede tutti coinvolti da qui fino al 2026.
Umbria Ecologia Artificiale รจ un progetto in corso che mira a immaginare i piccoli borghi e le cittร dell’Umbria attraverso gli occhi di famosi architetti, designers e artisti del passato, utilizzando l’intelligenza artificiale.
Il progetto si concentra sull’approccio agli aspetti sostenibili e allo stile, immaginando come apparirebbero questi borghi storici se fossero progettati e costruiti dai grandi maestri. Esplorando le possibilitร della tecnologia AI, il progetto cerca di creare un dialogo tra il passato e il presente, favorendo una comprensione e un apprezzamento piรน profondi del patrimonio culturale unico della regione. Attraverso questo approccio innovativo,Umbria Ecologia Artificiale spera di ispirare nuove idee e visioni per uno sviluppo urbano sostenibile che rispetti l’ambiente e il patrimonio culturale, abbracciando al contempo il design e la tecnologia contemporanei. Attraverso vari articoliย faremo un viaggio nel tempo ed esploreremo l’influenza che le menti creative del passato potrebbero aver avuto sull’architettura e sull’estetica di questi antichi borghi. Dalle stradine tortuose di Allerona ai maestosi panorami collinari di Trevi, esamineremo le caratteristiche uniche di ogni villaggio e come potrebbero essere state trasformate dall’immaginazione di un maestro architetto o artista.
Allerona attraverso gli occhi di Gaudรฌ
Gaudรญ incontra l’Italia medievale ad Allerona
Immerso nelle colline umbre, Allerona รจ un incantevole borgo medievale che ha mantenuto il suo fascino storico nel corso dei secoli. Con le sue strade acciottolate, le antiche mura e i tetti in terracotta, il paese trasporta i visitatori indietro nel tempo, in un’epoca passata. Ma cosa sarebbe successo se questo villaggio fosse stato rigenerato dal famoso architetto spagnolo Antoni Gaudรฌ? Come sarebbe stata Allerona se il genio catalano avesse lasciato la sua impronta su questo pittoresco borgo umbro?
Le origini di Allerona risalgono all’epoca etrusca, che si trovava sull’antica strada romana nota come Cassia. Nel Medioevo il paese fu un importante castello alleato di Orvieto. I resti delle sue mura fortificate e le due porte – Porta del Sole e Porta della Luna – e il Palazzo Visconteo, sono testimoni di un passato prospero. Se Gaudรฌ avesse ridisegnato Allerona, potremmo immaginare lโaggiunta dei suoi tocchi caratteristici alle strutture del paese, incorporando le forme organiche e i colori vibranti per cui รจ famoso. Il Palazzo Visconteo, ad esempio, sarebbe stato trasformato in un capolavoro unico ed estroso, con le finestre e i balconi che assumono forme sinuose e ondulate ispirate alle forme organiche presenti in natura. I colori vivaci del palazzo sarebbero forse stati ispirati dal paesaggio circostante, con sfumature di verde, blu e giallo creando un effetto armonioso e giocoso.
Anche le due chiese, Santa Maria Assunta e San Michele Arcangelo, avrebbero subito una trasformazione significativa sotto le mani di Gaudรฌ. Le facciate di entrambe le chiese sarebbero state decorate con intricati mosaici di vetro colorato, riflettendo la luce del sole in un caleidoscopio di colori. Gli interni delle chiese sarebbero stati progettati per creare un senso di movimento e di flusso, con pareti e soffitti ondulati e percezione dinamica dello spazio.
Tuttavia, mi piace pensare che il vero capolavoro che Gaudรฌ avrebbe realizzato รจ la chiesa della Madonna dell’Acqua, situata appena fuori dal paese. Questa piccola chiesa rurale, costruita all’inizio del XVIII secolo, รจ stata costruita in pietra e mattoni seguendo una pianta ottagonale. La chiesa si trova vicino a una sorgente miracolosa e si ritiene che l’acqua abbia proprietร curative. Un vero e proprio santuario, con la forma accentuata da pareti curve e da un intricato sistema di vetrate colorate, che proiettano un arcobaleno di luce all’interno della chiesa. L’esterno invece sarebbe stato ricoperto di mosaici e adornato con sculture e piastrelle colorate.
Scorci di Allerona
Se Antoni Gaudรฌ avesse davvero rigenerato questo borgo meraviglioso, le forme organiche della cittadina, i colori vivaci e i dettagli intricati avrebbero richiamato il mondo naturale e il verde lussureggiante circostante, una testimonianza del genio e della sua creativitร . Queste immagini, in alcuni pixels provocanti, invocano futuri interventi a introdurre ancora piรน verde, colori vivaci e forme sinuose.
Sabato 25 marzo il progetto โIl Borgo รจ Donnaโ ha avuto il suo battesimo ufficiale aLugnano in Teverina con la prima conferenza dedicata alle pari opportunitร nel mondo della cultura.
In un bel pomeriggio assolato, lโevento si รจ aperto con lโinaugurazione del giardino dedicato a Luisa Spagnoli: un grazioso fazzoletto di terra prima abbandonato e che, grazie allโassociazione Unitre Lugnano in Teverina, รจ tornato alla vita, a disposizione dei cittadini e a ricordo di una grande donna umbra. Non solo: nel giardino รจ stata posta una panchina rossa, ormai universalmente simbolo della lotta contro la violenza sulle donne e una piccola bacheca con libri a disposizione di chiunque voglia fruirne, denominata appunto piccolabiblioteca libera. I membri di Unitre hanno spiegato come la vicinanza di questi due oggetti โ la panchina e la biblioteca – vogliano ricordare che la violenza sulle donne si combatte prima di tutto con lโeducazione e la cultura.
Alessandro Dimiziani, Gianluca Filiberti e Caterina Grechi. Foto by Novifilm
Da questo luogo ricco di significato e di simbolismi inaugurato dal sindaco Gianluca Filiberti, dal presidente dei Borghi Umbri piรน Belli dโItala nonchรฉ vicesindaco Alessandro Dimiziani e dallโavvocato Caterina Grechi – presidente del Centro Pari Opportunitร della Regione Umbria – che ha anche letto i saluti della Ministra per la famiglia, natalitร e pari opportunitร Eugenia Maria Roccella e il suo plauso per lโiniziativa, ci siamo avviati verso il vicino Teatro Spazio Fabbrica. Questo originale teatro sorge su un ex fabbrica di lampadine di costruzione ottocentesca e rappresenta un bellโesempio di archeologia industriale e di riuso intelligente degli spazi.
Qui siamo entrati nel vivo del progetto Il Borgo รจ Donnaย che AboutUmbria ha il piacere di organizzare insieme al Centro Pari Opportunitร della Regione Umbria e allโAssociazione Borghi piรน belli dโItalia in Umbria. Questa prima conferenza, dicevamo, ha avuto come filo conduttore e tema principale la cultura. Sotto il puntuale coordinamento di Alessandro Dimiziani, i lavori si sono aperti con lโintervento dellโattrice e ambasciatrice dellโAssociazione Borghi piรน Belli dโItalia in Umbria Eleonora Pieroni. Questa giovane donna รจ impegnata nella promozione dei nostri borghi negli Stati Uniti dove vive e ha ricordato la grande opportunitร che la nostra economia puรฒ trarre dal turismo delle radici, quel turismo cioรจ degli italiani nel mondo che tornano in Italia, in Umbria nel nostro caso, a riscoprire la loro storia, le loro radici appunto. Gli italiani nel mondo sono ben 80 milioni e dedicare loro una promozione turistica รจ unโattivitร su cui vale la pena concentrarsi e nella quale la donna, con la sua creativitร e la sua tenacia, puรฒ dare un contributo fondamentale.
A seguire lโavv. Caterina Grechi – dopo aver portato i saluti della vicepresidente dellโAssemblea Legislativa della Regione Umbria Paola Fioroni – ha spiegato con una relazione articolata e puntuale come purtroppo proprio nel campo della cultura piรน che in altri settori, la percentuale di occupazione femminile sia molto inferiore a quella maschile, specie in ambiti quali lโaudiovisivo, lโintrattenimento televisivo e il teatro. Fortunatamente va meglio nel campo dellโarcheologia, come sottolineato da Maria Angela Turchetti, direttrice del Museo Archeologico Nazionale, settore in cui sono finalmente molte le donne a essere protagoniste in scavi importanti tra cui si contano, tra lโaltro, quelli di Lugnano in Teverina, presso lโarea nota come โla necropoli dei bambiniโ. Turchetti ha inoltre regalato alla platea un interessante e affascinante focus sul ruolo della donna etrusca sottolineando come, rispetto alle donne di civiltร contemporanee (greca e romana), quella etrusca fosse una donna emancipata, indipendente, con un ruolo in societร di pari dignitร rispetto allโuomo.
Foto by Novifilm
Il pomeriggio รจ volato via velocemente in un alternarsi di interventi di donne artiste, come la pittrice Grazia Cucco, giornaliste e imprenditrici, come Lorenza Vitali, amministratrici, come lโassessore del Comune di Amelia Elide Rossi. Graditi sono giunti anche i video-saluti dellโattrice Maria Chiara Giannetta, neocittadina lugnanese.
A proposito di arte, Cristina Caldani, attrice e direttrice del Teatro Spazio Fabbrica, dopo aver sottolineato accodandosi allโintervento dellโavv. Grechi la difficoltร ad affermarsi per le donne in ruoli di primo piano nel mondo del teatro, ha recitato un monologo scritto da Stefano Bartezzaghi. Il brano ha indotto nel pubblico in sala un sorriso amaro inducendo a riflettere sul sessismo che puรฒ esserci anche nelle parole.
Per noi di AboutUmbria รจ intervenuto Ugo Mancusi che ha sottolineato come ci sia stata unitร di intenti con Centro Pari Opportunitร della Regione Umbria e lโAssociazione Borghi piรน belli dโItalia in Umbria nel promuovere unโiniziativa che metta in evidenza il ruolo importante e fortunatamente crescente della donna nella nostra regione. Mancusi ricordando come lโanima dei borghi sia fondamentalmente femminile โ da qui Il Borgo รจ Donna – e come il borgo rappresenti lโossatura della nostra regione, ha concluso che in effetti lโUmbria รจ Donna.
I partecipanti all’evento. Foto by Novifilm
Dopo aver donato ai partecipanti un piatto in ceramica realizzato dellโartista Monia Romanelli, gli organizzatori hanno dato appuntamento alla prossima tappa di questo percorso, di cui a breve saranno resi noti i dettagli. Lโamministrazione comunale ha offerto a tutti i presenti un gradito buffet a base di prodotti tipici umbri in cui il ruolo di re della tavola รจ stato naturalmente ricoperto dallโolio extravergine di oliva, oro liquido di questa terra. La serata รจ proseguita con un concerto di beneficenza per le popolazioni terremotate della Turchia, con Cardyophone e Original CRB Band.
La prima conferenza, fissata per il 25 marzo a Lugnano in Teverina, si aprirร con la forte carica simbolica dellโinaugurazione di una panchina rossa – emblema della Giornata internazionale per lโeliminazione della violenza contro le donne โ e di un parco dedicato a Luisa Spagnoli.
Il ciclo di conferenze Il Borgo รจ Donna รจ un progetto dal respiro regionale che vede coinvolti il Centroper le pari opportunitร e attuazione delle politiche di genere della Regione Umbria, lโassociazione de I Borghi piรน Belli dโItalia in Umbria e AboutUmbria.
Ugo Mancusi, Caterina Grechi e Alessandro Dimiziani
Gli incontri in calendario sono stati presentati ieri a Perugia e dopo lโintroduzione di Ugo Mancusi di AboutUmbria – che ha spiegato come il calibro di questa iniziativa ne faccia un perfetto esempio di quelle eccellenze regionali che lโassociazione promuove – lโavvocato Caterina Grechi, presidente del Centro Pari Opportunitร , ha affermato che lโintento รจ quello di sottolineare il retaggio culturale, storico, enogastronomico e sociale di cui le donne sono depositarie e si รจ scelto di metterlo in relazione ai borghi, dai quali lโUmbria, piรน di qualsiasi altra regione italiana, รจ cosรฌ pregevolmente rappresentata.
In questo modo, le tematiche di valorizzazione, di recupero, di benessere, di qualitร della vita e di sostenibilitร ambientale e sociale che animano le attivitร del Centro pari opportunitร vanno a incastrarsi con lโazione dellโassociazione de I Borghi piรน belli dโItalia: i 30 borghi iscritti al circuito sono stati infatti raggruppati per sviluppare un ciclo di 6 conferenze incentrate sui temi della cultura, della salute, del lavoro, dei saperi e sapori e della sostenibilitร che iniziano il prossimo 25 marzo per terminare nel marzo 2024.
ยซAnche se lโassociazione ha scopi principalmente turisticiยป ha affermato Alessandro Dimiziani, presidente regionale de I Borghi piรน belli dโItalia ยซnon possiamo che trarre beneficio da tematiche del genere, legate a una bellezza che non รจ solo estetica, ma anche amministrativa, sociale e dโintenti. Stiamo parlando del futuro della societร ยป.
ยซNon รจ un semplice sguardo su un passato di cui siamo eredi e verso il quale ci sentiamo di avere un debitoยป sottolinea anche lโavvocato Grechi ยซma di una visione che guarda al futuro. Ci confronteremo sul ruolo della donna nello sviluppo delle smart cities, nel recupero del divario digitale e nella conversione dei luoghi e delle attivitร che in essi si svolgono, nel segno della sostenibilitร ambientale e socialeยป.
La prima conferenza, fissata per il prossimo 25 marzo a Lugnano in Teverina, si aprirร con la forte carica simbolica dellโinaugurazione di una panchina rossa – emblema della Giornata internazionale per lโeliminazione della violenza contro le donne โ e di un parco dedicato a Luisa Spagnoli. Proseguirร con una serie di interventi incentrati sul valore, i problemi e le opportunitร della donna nei piccoli centri urbani e con dei momenti conviviali. Lโartista Monia Romanelli, presente alla presentazione, ha mostrato in anteprima il suo omaggio per le relatrici della conferenza di sabato 25.
Presentazione della targa e della panchina rossa simbolo della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, in collaborazione con Unitre di Lugnano in Teverina.
Ore 16.45 Teatro Spazio Fabbrica โ Convegno sulle pari opportunitร
Il borgo รจ donna: la cultura. Valore, problemi e opportunitร della donna nei piccoli centri urbani.
Dopo i saluti del sindaco Gianluca Filiberti, interverranno:
Cristina Caldani, attrice e direttrice Teatro Spazio Fabbrica
Francesca Caproni, direttrice Assogal Umbria
Grazia Cuccia, pittrice
Maria Chiara Giannetta, attrice
Caterina Grechi, presidente del Centro per le pari opportunitร e attuazione delle politiche di genere della Regione Umbria
Cristiana Pegoraro, pianista e compositrice
Eleonora Pieroni, attrice e madrina dei Borghi piรน Belli dโItalia in Umbria
Carla Spagnoli, imprenditrice
Maria Angela Turchetti โ funzionaria della Soprintendenza dei Beni Culturali
Lorenza Vitali โ giornalista enogastronomica
Coordinano Alessandro Dimiziani, presidente regionale dei Borghi piรน Belli dโItalia e Lorenza Vitali, giornalista enogastronomica. Al termine della conferenza verrร donato alle relatrici un omaggio realizzato dallโartistaย Monia Romanelli
Ore 19.30 Sala Terzo Pimpolari Teatro Spazio Fabbrica – Degustazione di prodotti tipici
Ore 21.00ย Teatro Spazio Fabbrica โ La solidarietร รจ donna
“RockWOMANโ: concerto di beneficenza per le popolazioni terremotate dellaย Turchia, con Cardyophone e Original CRB Band
Lugnano in Teverina sorge su un colle roccioso a forma di luna appartenente al complesso dei Monti Amerini e, dallโalto delle sue mura, si gode di uno splendido panorama che spazia sulla valle del Tevere, il fiume che gli dร il nome bagnandone le terre.
Il territorio collinare รจ il luogo ideale per coltivazioni cerealicole, per vigneti e oliveti dai quali si estrae un olio extravergine di alta qualitร (Lugnano appartiene alla rete delle Cittร dellโOlio); lโaria sana e il clima sempre mite lo rendono un luogo ameno. Il suo primo nome documentato (nel 1290) รจ Lugnanum Tyburinae: lโipotesi รจ che il borgo sia sorto a opera degli abitanti della sottostante valle del Tevere (Teverina) spostatisi per sfuggire alla malaria intorno al VI sec. d.C.
Il termine Lugnano potrebbe derivare da Lucus Jani, bosco di Giano, il cui corrispondente femminile รจ la luna, presente sullo stemma comunale.
Veduta di Lugnano in Teverina
Fin dallโepoca romana ha fatto parte del territorio amerino, come testimoniano importanti ritrovamenti archeologici nel sito di Poggio Gramignano. Il suo sviluppo sociale ed economico perรฒ avviene nel Medioevo, e culmina nella trasformazione in Comune intorno allโanno 1000. Dal XI al XIV secolo Lugnano รจ soggetto a vari nobili che si contendono il territorio, incaricati dai Papi della difesa di unโarea che apparteneva allo Stato Pontificio. Nel 1449, su ordine di Pio II, vengono restaurate le mura e nel 1508 – in seguito ai soprusi da parte dei signori delle cittร circostanti – i lugnanesi istituiscono lo Statuto della Terra di Lugnano con il quale regolano ogni aspetto della vita sociale e delle relazioni tra i membri della comunitร . Nel 1650 viene costruito Palazzo Pennone, dimora del governatore della Sede Apostolica fino al XVIII secolo e ora sede del Comune: la costruzione ricorda lโimmagine suggestiva del pennone di una nave e svetta imponente sul borgo. Lugnano ancora oggi รจ racchiuso allโinterno delle mura difensive, risalenti al IX secolo; tra i suoi torrioni si puรฒ ammirare integra la Torre Palombara che, con la sua colomba bianca, ricorda che questo era il borgo dei piccioni viaggiatori.
Entrando da Porta Sant’Antonio si raggiunge il centro e piazza Santa Maria (giร Platea S. Maria) dove si affaccia la Chiesa omonima, considerata oggi monumento dโimportanza nazionale: un gioiello dโarte romanica che giร da solo vale il viaggio a Lugnano. La tradizione vuole che sia stata costruita sopra una precedente chiesa eretta da Desiderio, re dei Longobardi.
Girovagando per il borgo ci si perde in vicoli, archi, scalinate e piazzette, come quella di Campo dei Fiori. Da vedere anche le Chiese di SantโAndrea e Santa Chiara, i Conventi diSantโAntonio da Padova e di San Francesco e la Chiesetta di Santa Maria del Ramo o di Ramici che, isolata su un poggio, รจ un luogo mistico costruito agli inizi del Quattrocento.
Alcuni ritrovamente provenienti dalla necropoli di Poggio Grammignano
Infine, da non perdere รจ lโAntiquarium Comunale, che raccoglie i materiali archeologici rinvenuti negli scavi della villa romana (I sec. a.C.) di Poggio Gramignano: mosaici, vetri, utensili di bronzo, ceramiche e anfore, alcune delle quali usate come sepoltura di bambini, ne sono stati ritrovati ben 47. La villa fu infatti riutilizzata nel V secolo come necropoli.
Un ultimo suggerimento: assaggiate il bocconcello di SanFrancesco, una ciambella al formaggio a cui รจ dedicata una sagra (a ottobre); nel periodo della vendemmia da provare รจ invece il tipico pane col mosto, mentre nel corso dellโEstate Lugnanese(luglio-agosto) il borgo si anima con manifestazioni culturali e gastronomiche. Alla fine di ottobre non perdete Andar per Frantoi e Mercatini con degustazioni e vendita di olio extravergine prodotto nei frantoi locali.
La โplatea comunisโ di Bevagna: le tre chiese, il palazzo, il pozzo, la fontana. I racconti.
Negli anni, nei secoli, laย platea comunisย ha cambiato tante volte il suo aspetto, conservando sempre il suo fascino. Di essa, nel corso di tutti questi anni hanno scritto storici (locali e non), medievisti e giornalisti (locali e non) celebrandone lโarchitettura e raccontandone la storia. Di essa, nel corso di tutti questi anni, abilissimi fotografi hanno raccontato e documentato con immagini bellissime le differentiย facce.ย Il testo vuole essereย una raccolta, seppur incompleta, di tutto ciรฒ. Ilย Palazzo dei Consoliย conserva quasi del tutto il suo aspetto duecentesco, notevole sia per i due ordini di belle bifore ancora quasi romaniche, che si stagliano nella massa dei solidi muri di travertino, sia per lโampia scalinata, sia per il robusto loggiato del piano terreno, che รจ a due navate su grossi pilastri e volte a costoloni. La costruzione รจ probabilmente dovuta allo stessoย Maestro Prodeย che si suppone autore del Palazzo Pubblico di Spello. Lโinterno, giร ormai privo di ogni valore dโarte, nel 1886 fu ridotto a teatro, e cosรฌ si conserva tuttora. Come a Spello, anche qui รจ ben visibile lโantico ingresso alla sala delle adunanze, al piano sopraelevato, e non รจ irragionevole supporre che la scala originale avesse un orientamento perpendicolare a quello attuale, e presentasse cioรจ il fianco alla piazza, anzichรฉ la fronte. Lโarco a volta che potrebbe averla sostenuta, poteva cosรฌ dare lโimpressione di un prolungamento del portico. Lโedificio รจ stato recentemente restaurato ed รจ stato, cosรฌ, felicemente privato della torre campanaria, che ne alterava il carattere originario.
A cura di Federica Gasparrini, Le Guide del Viaggiatore Raffinato, Bevagna, Edimond srl 2004
Quanto alla bella Fontana di Bevagna, al centro di una delle piรน suggestive piazze umbre, degno di nota รจ il fatto che il basamento a gradini, la vasca poligonale e la tazza di foggia medievale furono aggiunti alla fine dellโOttocento, a imitazione di esemplari duecenteschi, per abbellire l’antica cisterna a pianta ottagonale, come si puรฒ verificare dal confronto con alcune vecchie foto. Lโoperazione, condotta a buon esito ยซper fede di Popolo e per virtรน di Civica Magistraturaยป superando ยซcon felice ardimento gli ostacoli della naturaยป, non fu perรฒ salutata da tutti con lo stesso entusiasmo, come risulta dal diario di Alinda Bonacci Brunamonti che a tale proposito annotรฒ: ยซIl pozzo medievale della Piazza antica di Bevagna vien demolito, perchรฉ sovre’ esso appunto sorgerร la nuova fontana di marmo per lโacqua potabile[โฆ] Tolte le prime file di pietre e di mattoni che ne sostengono il parapetto, si vede il loro profondarsi nella creta: e su quella creta, che riceve oggi per la prima volta i raggi del sole, appare una vegetazione foltissima di capelveneri certo molte volte secolariยป.
Sonia Merli, Fonti e fontane dellโUmbria, Quattroemme 2000
Capelvenere nel pozzo di Bevagna. 15 novembre 1895. Il pozzo medievale della piazza antica di Bevagna, vien demolito, perchรฉ sovrโ esso appunto sorgerร la nuova fontana di marmo per lโacqua potabile, che deve essere condotta in questi giorni da Foligno. Tolte al pozzo le prime file di pietre e di mattoni, che ne sostengono il parapetto, si vede il foro profondarsi nella creta: e su quella creta, che riceve oggi per la prima volta i raggi del sole, appare una vegetazione di capelveneri, certo molte volte secolari. E questo pozzo, forse prima dโesser pozzo medievale, fu pozzo romano, e prima di ricevere in grembo le secchie da mani guelfe e ghibelline, riceveva in antichi secoli le anfore romane; mentre sulla via Flaminia soprastante, forse tra le fanciulle succinte nei pepli e gli uomini togati, correvano i soavi distici di Properzio.
Maria Alinda Bonacci Brunamonti, Diario floreale, Guerra Edizioni 1992
Bevagna, forse รจ un sogno. Perchรฉ in tutto il mondo, siamo pronti a scommetterci la vita, non esiste una piazza come piazza Silvestri in cui le leggi dellโarmonia sono state cosรฌ scardinate, cosรฌ scombussolate, cosรฌ mescolate e confuse che la piazza non รจ piรน una piazza ma la faccia visibile, lโaspetto concreto di una nuova e piรน sublime Armonia. La chiesa di San Michele Arcangelo, il duomo, ci sta di fronte, ha la facciata parallela a corso Matteotti che – antica via Flaminia – taglia con una linea diritta tutta la Bevagna Medievale e va a perdersi nella chiocciola di strade e di piazze della Bevagna romana intorno allโanfiteatro, alle terme, al tempio: ma di fronte a San Michele la facciata della chiesa di San Silvestro e il fianco del palazzo dei Consoli si aprono come una forbice e lo scalone di trentadue gradini, che trascina tutte le linee verso lโalto, sembra costruito per stabilire rapporti con lโinfinito. ร dunque vero? Non รจ Foligno, come fino ad ora ci avevano raccontato, รจ Bevagna, รจ certamente Bevagna il centro del mondo. Ci siamo stati. Ma la fortuna รจ stata ed รจ tutta dalla nostra parte, il paradiso terrestre, anche per poche ore, รจ stato abitato perfino da noi. Un piccolo paradiso dove non ci meraviglieremmo di incontrare San Francesco.
Luigi Testaferrata, BellโItalia: Bevagna, forse รจ un sogno, numero 90, ottobre 1993. Giorgio Mondadori
Se in Umbria sono tanti i piccoli centri rimasti intatti, Bevagna รจ un caso a sรฉ. Per dieci giorni dellโanno, infatti, chi varca le mura della cittร si trova a vivere come nel Medioevo. Succede alla fine di giugno, quando viene organizzato il Mercato delle Gaite. Piazza Silvestri, con il Palazzo dei Consoli e le due chiese di S. Silvestro e S. Michele, รจ una cartolina del Medioevo.
Panorama Travel, anno 6, n. 10 ottobre 2003
La seduzione discreta dellโasimmetria. Piazza Silvestri รจ priva di un ordine strettamente geometrico, preferendo piuttosto la dimensione offerta dal gioco prospettico. Nella piazza, una delle piรน belle dโItalia, il perenne agitarsi dei poteri che qui si fronteggiavano con i loro simboli, sembra acquistarsi nella suprema sintesi della sua bellezza. Il campo visivo รจ maestoso e sereno, quasi severo. Una scena fatta anche di un silenzio imponente e plateale. Il palazzo dei Consoli del 1270, offre un prospetto assai stiloso, con le bifore e lโelegante loggia. Una scalinata consente di accedere al teatro Torti, del 1886. La volta cinquecentesca unisce il palazzo dei Consoli alla chiesa romanica di San Silvestro, capolavoro dellโarte romanica umbra (1195). Visitando il borgo al di fuori dei flussi turistici stagionali รจ piรน facile respirare quell’aria di raccoglimento devoto anche nell’altra ascetica chiesa che sulla piazza trova casa: la collegiata di San Michele Arcangelo (XII- XIII secolo). Oltre al romanico, la piazza fa incetta di altri stili come il finto gotico ottocentesco della fontana (1896) e lo stile classico della colonna romana a capitello corinzio, che pare casualmente posata qui nel gioco della storia. Al termine di corso Matteotti si trova la chiesa dei Santi Domenico e Giacomo, trecentesca come il vicino ex convento domenicano, ma rimodernata allโinterno nel 1737.
Borghi d’Europa, Umbria, De Agostini 2018
Bevagna, la piรน bella delle piazze minori dโItalia. Sembra dipinta dai pittori del Trecento, Bevagna, perfettamente chiusa nelle sue mura medievali. Percorrendo il decumano, si sbuca nel cuore di Bevagna medievale, in quella piazza Silvestri che Bernard Berenson – storico dell’arte americano, specializzato nel Rinascimento-definรฌ la ยซpiรน bella delle piazze minori d’Italiaยป. Scenografia urbana medievale perfetta, in un miracolo asimmetrico si affacciano la collegiata di San Michele Arcangelo, San Silvestro, il palazzo dei Consoli, con la ripida scalinata, la fontana tardo – ottocentesca che ha preso il posto della cisterna ottagonale, e la colonna romana che si erge lateralmente. Il palazzo dei Consoli era la sede della magistratura cittadina: costruito nel 1270 in pietra arenaria e travertino, ha unโampia loggia per il mercato coperto e bifore gotiche nella sobria facciata. Nel 1560, viene annessa una grande volta esterna di collegamento con la chiesa adiacente di San Silvestro, per consentire il passaggio diretto tra i due edifici. Allโinterno del palazzo, il teatro Francesco Torti (1886), viene costruito in seguito a un terremoto che aveva parzialmente danneggiato lโedificio. Uno dei teatri piรน belli dellโUmbria. Ma come avviene nelle piazze italiane, il potere civile convive con quello religioso: le due chiese romaniche di San Silvestro (1195) realizzata dal maestro Binello, e di San Michele Arcangelo (di Binello e Rodolfo, fine XII secolo) dominano la piazza, poste una di fronte allโaltra, con facciate e interni in stile romanico, sobrio, essenziale e perfettamente conservato.
Bevagna. Foto by Enrico Mezzasoma
Paesaggio Italia, volume I, Umbria preziosa, da Cittร della Pieve a Montefalco. Gedi 2022
Piazza Silvestri, il centro artistico di Bevagna
Tutte le strade di Bevagna portano alla piazza maggiore, realizzata nel Medioevo e oggi intitolata allโentomologo Filippo Silvestri. Luogo di straordinaria bellezza, pensata come salotto della cittร , asimmetrica e armonica allo stesso tempo, racchiude tutti i piรน importanti monumenti del borgo: il palazzo dei Consoli, la chiesa di San Silvestro e quella di San Michele Arcangelo. Innalzata negli ultimissimi anni del ducato di Spoleto, nel 1195 dal maestro Binello, come attestato da una lapide posta a destra del suo ingresso, la chiesa romanica di San Silvestro รจ lโedificio piรน antico tra quelli che si affacciano sulla piazza maggiore del borgo. Sebbene oggi la basilica sia considerata un gioiello dellโarchitettura romanica, in passato non ebbe grande popolaritร e fortuna: subรฌ gravi danni per i terremoti del 1931 e 1832, e addirittura ne fu ipotizzata la demolizione nel 1870. Collegata al palazzo dei Consoli da un grande arco costruito nel XVI secolo, la facciata โ incompleta, come evidenziato dai resti di muratura e dallโassenza del campanile, la facciata presenta blocchi di travertino e pietra bianca e rosa. Realizzata tra la fine del XII e lโinizio del XIII secolo, pochi anni dopo la chiesa gemella di San Silvestro, e posta sul lato opposto della piazza, la chiesa di San Michele Arcangelo fu eretta dai maestri Binello e Rodoldo, i cui nomi sono inscritti sulla facciata, sul lato sinistro del portale principale. Trionfo dellโarchitettura romanica, fu rinnovata nel โ700 secondo lo stile barocco: gran parte delle modifiche apportate nel XVIII secolo, tuttavia, furono poi rimosse negli anni tra il 1951 e il 1957, quando venne deciso di riportare la chiesa al suo primigenio aspetto medievale, in linea con piazza Silvestri e gli altri suoi edifici.
Borghi dโItalia-Spello, il Trasimeno e le colline perugine, RCS Media Group 2022
Bevagna. Una sintesi superba.
Nello scenario raccolto e al tempo stesso vigoroso di Bevagna, la piazza si qualifica come una somma di effetti e di valori che compongono, nell’arco di ottantโanni circa, una sintesi superba. Le costruzioni si dispongono su un perimetro irregolare privilegiando i principali punti di vista, cosรฌ da creare una quinta teatrale inconfondibile lungo la direttrice del corso principale, sullโasse dellโantica via Flaminia. Su uno dei varchi si colloca il convento dei Domenicani, mentre il Palazzo dei Consoli si confronta con due chiese di alto pregio. Proprio di fianco alla residenza si profila San Silvestro e, sul lato opposto, campeggia la collegiata di San Michele Arcangelo, con uno scenografico portale istoriato. Alcune preziose memorie epigrafiche ci tramandano il nome del maestro Binello, artefice si S. Silvetro (1195) e di seguito coimpresario della collegiata in collaborazione con il maestro Rodolfo. Il palazzo comunale (1270) รจ sfornito di simili attestazioni, ma puรฒ essere agevolmente attribuito al maestro Prode.
E perchรฉ non rifare alcuni degli spettacoli, dei dialoghi in piazza, usando le porte delle chiese e degli edifici per far entrare ed uscire gli attori? La piazza รจ giร un perfetto scenario teatrale.
A circa 10 chilometri dalla cittร di Spoleto, sorge il piccolo borgo di Campello sul Clitunno. Il comune comprende tredici piccole frazioni, anche se con il toponimo Campello sul Clitunno si identificano soltanto due di esse, Campello Alto e Campello Basso.
Il nome deriverebbe dal barone di Borgogna, Rovero di Champeaux che, attorno al X secolo, governรฒ il feudo e fece erigere un castello, attorno al quale si sviluppa il borgo fortificato oggi denominato Campello Alto e abitato da poco piรน di cinquanta persone. Dellโantico castello rimangono le mura esterne e la porta dโingresso, di fronte alla quale รจ situata la Chiesa di San Donato. Originaria del XVI secolo, venne ristrutturata piรน volte nel corso dei secoli e attualmente ospita un bellโaltare ligneo di epoca barocca. Il campanile della chiesa รจ stato ricavato da una torre medievale dellโantico castello. Allโinterno di Campello Alto sono anche presenti il Palazzo Comunale e il complesso monastico dei Barnabiti, nel quale รจ custodito anche un affresco giottesco che raffigura la Crocifissione e i Santi.
Foto di Enrico Mezzasoma
La parte bassa di Campello, nella quale ha sede lโamministrazione comunale, รจ denominata La Bianca a causa della presenza di unโedicola votiva rappresentante una Madonna col Bambino, talmente chiara e bionda da essere soprannominata appunto la bianca. Il luogo piรน importante della frazione รจ il Santuario della Madonna della Bianca. Il progetto di costruzione venne avviato nel 1516 e aveva lo scopo di ospitare lโomonima edicola. La chiesa a croce latina, affiancata nel 1638 da una torre campanaria, presenta una facciata a spioventi divisa da quattro lesene verticali al cui centro sorge un semplice portale sormontato da una finestra circolare. Lโinterno, a una sola navata con copertura a cupola, รจ decorato con importanti affreschi e tele di artisti cinquecenteschi.
Nei dintorni vi รจ il Castello di Pissignano, che sorge nellโomonima frazione comunale. Il nome, che deriva dal latino Pissinianium ovvero piscina di Giano, testimonia lโantico dominio romano sulla zona. A causa della particolare morfologia del territorio, il castello si presenta con mura perimetrali a forma triangolare e con case disposte a terrazzamento. Tra le numerose torri medievali, una, a forma pentagonale, รจ stata trasformata nel campanile della chiesa di San Benedetto. Attualmente sconsacrata e di proprietร privata, era originariamente parte di un complesso architettonico benedettino. Lโinterno รจ decorato con numerosi affreschi, alcuni attribuiti a Fabio Angelucci da Mevale.
Tempietto sul Clitunno
Da non perdere assolutamente le Fonti del fiume Clitunno. Le sorgenti sono senza dubbio il luogo piรน suggestivo e rinomato di Campello sul Clitunno, alle quali numerosi poeti, come Virgilio e Giosuรจ Carducci, hanno dedicato delle magnifiche composizioni. Dalle fonti, create da sorgenti sotterranee che fuoriescono dalle rocce, si รจ formato uno splendido laghetto con limpide acque di colore smeraldo, nel quale sono presenti numerose specie e piante acquatiche. La struttura del parco oggi visibile, risale al XIX secolo, e venne costruita in seguito alla volontร di Paolo Campello della Spina di ridonare alla fonte lโantico splendore. Attualmente il parco si presenta come un luogo perfetto per gli amanti della natura che possono immergersi in sentieri tra salici piangenti e pioppi cipressini che donano allโarea una sensazione di pace e tranquillitร . Nei pressi delle fonti vi รจ il Tempietto sul Clitunno. Edificato nel V secolo sopra un preesistente santuario dedicato alla divinitร fluviale Clitunno, รจ, in realtร , una piccola chiesa a forma di tempietto dedicata al culto di San Salvatore. La struttura rimanda allo stile classico di un tempio prostilo, tetrastilo, in antis, costruito su di un basamento e con colonne corinzie tutte diverse lโuna dallโaltra. Allโinterno vi รจ la cella, coperta da una volta a botte, che culmina con unโabside affrescata. Gli affreschi, risalenti al VII secolo, raffigurano San Salvatore, benedicente a mezzo busto con un libro gemmato, e, ai lati, i Santi Pietro e Paolo. Dal 2011 il Tempietto sul Clitunno fa parte del sito seriale inserito nella lista dei patrimoni dellโumanitร dellโUnesco I Longobardi in Italia: i luoghi del potere (568-744 d.C.) che comprende sette localitร in cui sono custoditi beni artistico-monumentali di epoca longobarda.
Curiositร : Campello sul Clitunno fa parte dellโAssociazione Nazionale Cittร dellโolio ed รจ tra i migliori comuni italiani per la qualitร della produzione di olio extravergine dโoliva.