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«Mi piace pensare che Vannucci non sarebbe potuto essere il Perugino e non avrebbe potuto creare quel linguaggio artistico legato al paesaggio di cui è stato innovatore, se non fosse stato umbro».

A 500 anni dalla morte, il 3, 4, 5 aprile arriva nei cinema italiani Perugino. Rinascimento immortale, prodotto da Ballandi e diretto da Giovanni Piscaglia che, insieme a Marco Pisoni e Filippo Nicosia, ne ha realizzato anche il soggetto. Il documentario, attraverso la voce dell’attore Marco Bocci, racconta la vita e le opere del Divin Pittore, partendo dal legame con l’Umbria e dai paesaggi luminosi che spesso l’artista ha immortalato sullo sfondo dei suoi dipinti.

Il regista Giovanni Piscaglia. Foto by Alessandro Bachiorri

Ma è soprattutto un docufilm che vuole riscattare la figura di Pietro Vannucci, dandogli il giusto posto nella storia dell’arte e mettendone in luce le novità, i meriti e il carattere.
Il progetto, sostenuto dal Ministero della Cultura, Regione Umbria e Arpa Umbria, vanta gli interventi di esperti come il direttore della Galleria Nazionale dell’Umbria Marco Pierini, il direttore delle Gallerie degli Uffizi di Firenze Eike Schmidt, la professoressa di Storia dell’architettura presso l’Università di Firenze Emanuela Ferretti, il geografo all’Università di Bologna Franco Farinelli, la storica dell’arte della Galleria Nazionale dell’Umbria Veruska Picchiarelli, lo storico Franco Cardini, il coreografo e ballerino Virgilio Sieni. Il regista Giovanni Piscaglia ci racconta il suo film, ma soprattutto ci regala un Perugino forse inedito e meno conosciuto che si merita di stare tra i grandi nomi dell’arte italiana.

Giovanni, il docufilm vuole essere in qualche modo un riscatto per l’artista, non solo allievo di Piero Della Francesca e maestro di Raffaello…

È il primo film che racconta la sua figura e ha quindi lo spirito di riabilitarne la memoria. Siamo abituati a sentir parlare di Perugino sempre legato a qualcun altro e soprattutto accostato a Raffaello: questo marchio è dovuto a Giorgio Vasari che nelle sue Vite lo ridimensiona a figura di secondo livello, descrivendolo con toni dispregiativi e riportando aneddoti e tratti del carattere negativi. Vasari lo inserisce tra i maestri dai quali distaccarsi e che realizzano un’arte sorpassata; riesce a elogiarlo solo quando si bagna nell’Arno e va a lavorare a Firenze. Prima, per lui, è solo un pittore provinciale. Il docufilm vuole smentire il biografo, portando allo spettatore prove e documenti, ascoltando le voci dei maggiori studiosi e storici dell’arte, analizzando le opere nel dettaglio e cercando una verità diversa da quella giunta fino ai giorni nostri con l’obiettivo di riscattarlo.

È un artista amato e richiesto nel suo tempo, che però sbiadisce nel corso dei secoli successivi… 

Esatto. Perugino è stato spesso criticato per la sua impostazione artigianale molto tecnica, che si basava sulla bottega. È stato uno straordinario capo bottega e proprio grazie al suo laboratorio ha realizzato dipinti che hanno fatto il giro d’Italia, dettando e creando un vero e proprio linguaggio pittorico. Questo lo ha reso una star, all’epoca. La sua sfortuna però è stata quella di vivere a lungo e diventare contemporaneo di Leonardo, Raffaello e Michelangelo: tre geni che a differenza sua lavoravano di loro mano e che inventarono figure di rottura. Vannucci divenne così un pittore obsoleto ancor prima del tempo.

 

Foto by Alessandro Bachiorri

Quali sono gli aspetti della sua figura che vengono messi più in risalto nel film?

Come detto, il primo obiettivo è quello di riconsegnargli la fama che aveva quando era in vita. C’è poi un aspetto fondamentale che è quello sul suo attaccamento al territorio umbro: nonostante molti lo considerino un pittore fiorentino – perché a Firenze ha raggiunto la sua maturità e ha avuto la consacrazione da Lorenzo il Magnifico che lo ha portato ad affrescare la Cappella Sistina – il legame col territorio d’origine è stato presente per tutta la sua vita. I paesaggi che dipinge non sono paesaggi umbri reali, però i colori, le valli, la vegetazione e i laghi ricordano quelli dell’Umbria. Mi piace pensare che Vannucci non sarebbe potuto essere il Perugino, e non avrebbe potuto creare quel linguaggio artistico legato al paesaggio di cui è stato innovatore, se non fosse stato umbro. Un’altra parte fondamentale del film è quella che lo celebra come un vero pittore. Un artista che amava ciò che faceva e che soprattutto amava l’arte; che è morto a Fontignano con il pennello ancora in mano mentre dipingeva l’ennesima Adorazione dei pastori. Anche se vecchio e in declino ha continuato a sviluppare le sue opere e a essere a suo modo innovatore. Questo è per confutare quello che Vasari – e molti dell’epoca – pensavano di lui, e cioè che fosse un pittore avaro e legato ai soldi, che dipingeva solo per arricchirsi e non per una necessità artistica.

Lei, che idea si è fatto?

Penso che sia stato un uomo del suo tempo e che sicuramente ha avuto un buon senso degli affari. Aveva creato un marchio di fabbrica e uno stile riconoscibile che si è diffuso in tutt’Italia. Era un uomo che sapeva concentrarsi molto e che non lasciava niente al caso, perché i suoi dipinti, ancora oggi, hanno grande freschezza: penso a quelli di Panicale e Città della Pieve. Era un ottimo pittore e possedeva una notevole maestria, oltre a essere uno straordinario disegnatore e uno straordinario interprete delle figure femminili. Insomma, un uomo di luce e ombra: da una parte sapeva fare affari e ottenere grandi commissioni, utilizzava la bottega per fare più opere possibili e spesso sempre uguali, ma questo non deve distogliere l’attenzione dal fatto che aveva un’ottima mano.

 

Durante le riprese del docufilm. Foto by Alessandro Bachiorri

Com’è partito il progetto del docufilm?

Il progetto è nato grazie all’amicizia e alla stima reciproca che mi lega alla Galleria Nazionale dell’Umbria e in particolare al direttore Marco Pierini. Sono stato davvero felice e onorato quando il direttore mi ha chiamato un giorno d’agosto di due anni fa, dicendomi: «Giovanni, che ne pensi di realizzare un soggetto per un documentario su Perugino?» Ecco, tutto è nato da lì. Devo dire che non saremmo arrivati a questa felice conclusione se non ci fosse stata una relazione di stima e fiducia con l’intero staff della Galleria, che ha messo a disposizione i locali per le riprese anche in orari insoliti.

Sono presenti anche scene di danza. Come mai questa scelta?

L’idea mi è venuta perché avevo visto Virgilio Sieni, uno tra i più grandi coreografi e ballerini, realizzare una serie di performance tratte dai quattro Cenacoli storici di Firenze. Ho trovato questo spazio bellissimo e assolutamente sconosciuto ai più e quindi ho pensato di coinvolgerlo. Sieni sostiene che, sebbene Perugino sembri un pittore statico, le sue figure sono degli incubatori di atteggiamenti che si possono sviluppare attraverso la danza. Danza che, in questo caso, fa muovere figure cristallizzate dalla pittura.

La voce narrante è l’attore umbro Marco Bocci…

Sì. Marco Bocci è riuscito a dare alla storia – che è un po’ la parabola di un artista che tocca il cielo e poi cade – un’interpretazione partecipata e intima, ma allo stesso tempo leggera. È stato disponibile e si è dimostrato da subito molto coinvolto nel progetto. Con lui siamo riusciti a girare – è la prima volta che mi capita con un attore – in tante location diverse: dalla Galleria Nazionale dell’Umbria al Collegio del Cambio, fino all’isola Polvese.

 

Marco Bocci e Giovanni Piscaglia. Foto by Alessandro Bachiorri

Perché l’isola Polvese?

Grazie all’Arpa – che è partnership nel progetto – abbiamo potuto girare nell’isola anche in inverno. Secondo me, nessun luogo meglio della Polvese poteva identificare e fotografare il momento finale di un artista maturo e in decadenza. Quei luoghi e Marco Bocci, solo nella natura, chiudono il cerchio alla perfezione sulla vita di Perugino.

 Per concludere: è soddisfatto del lavoro finale?

Sono molto soddisfatto. È stata una produzione avventurosa e gestita bene, nonostante le difficoltà, con un grande dialogo. Posso dire che non ho nessun rimorso. Anche le musiche, composte da Eraldo Bernocchi, arricchiscono l’opera, donandole una componente coinvolgente ed emotiva.

 

 

Sabato 25 marzo il progetto “Il Borgo è Donnaha avuto il suo battesimo ufficiale a Lugnano in Teverina con la prima conferenza dedicata alle pari opportunità nel mondo della cultura.

In un bel pomeriggio assolato, l’evento si è aperto con l’inaugurazione del giardino dedicato a Luisa Spagnoli: un grazioso fazzoletto di terra prima abbandonato e che, grazie all’associazione Unitre Lugnano in Teverina, è tornato alla vita, a disposizione dei cittadini e a ricordo di una grande donna umbra. Non solo: nel giardino è stata posta una panchina rossa, ormai universalmente simbolo della lotta contro la violenza sulle donne e una piccola bacheca con libri a disposizione di chiunque voglia fruirne, denominata appunto piccola biblioteca libera. I membri di Unitre hanno spiegato come la vicinanza di questi due oggetti – la panchina e la biblioteca – vogliano ricordare che la violenza sulle donne si combatte prima di tutto con l’educazione e la cultura.

 

Alessandro Dimiziani, Gianluca Filiberti e Caterina Grechi. Foto by Novifilm

 

Da questo luogo ricco di significato e di simbolismi inaugurato dal sindaco Gianluca Filiberti, dal presidente dei Borghi Umbri più Belli d’Itala nonché vicesindaco Alessandro Dimiziani e dall’avvocato Caterina Grechi – presidente del Centro Pari Opportunità della Regione Umbria – che ha anche letto i saluti della Ministra per la famiglia, natalità e pari opportunità Eugenia Maria Roccella e il suo plauso per l’iniziativa, ci siamo avviati verso il vicino Teatro Spazio Fabbrica. Questo originale teatro sorge su un ex fabbrica di lampadine di costruzione ottocentesca e rappresenta un bell’esempio di archeologia industriale e di riuso intelligente degli spazi.
Qui siamo entrati nel vivo del progetto Il Borgo è Donna che AboutUmbria ha il piacere di organizzare insieme al Centro Pari Opportunità della Regione Umbria e all’Associazione Borghi più belli d’Italia in Umbria. Questa prima conferenza, dicevamo, ha avuto come filo conduttore e tema principale la cultura. Sotto il puntuale coordinamento di Alessandro Dimiziani, i lavori si sono aperti con l’intervento dell’attrice e ambasciatrice dell’Associazione Borghi più Belli d’Italia in Umbria Eleonora Pieroni. Questa giovane donna è impegnata nella promozione dei nostri borghi negli Stati Uniti dove vive e ha ricordato la grande opportunità che la nostra economia può trarre dal turismo delle radici, quel turismo cioè degli italiani nel mondo che tornano in Italia, in Umbria nel nostro caso, a riscoprire la loro storia, le loro radici appunto. Gli italiani nel mondo sono ben 80 milioni e dedicare loro una promozione turistica è un’attività su cui vale la pena concentrarsi e nella quale la donna, con la sua creatività e la sua tenacia, può dare un contributo fondamentale.
A seguire l’avv. Caterina Grechi – dopo aver portato i saluti della vicepresidente dell’Assemblea Legislativa della Regione Umbria Paola Fioroni – ha spiegato con una relazione articolata e puntuale come purtroppo proprio nel campo della cultura più che in altri settori, la percentuale di occupazione femminile sia molto inferiore a quella maschile, specie in ambiti quali l’audiovisivo, l’intrattenimento televisivo e il teatro. Fortunatamente va meglio nel campo dell’archeologia, come sottolineato da Maria Angela Turchetti, direttrice del Museo Archeologico Nazionale, settore in cui sono finalmente molte le donne a essere protagoniste in scavi importanti tra cui si contano, tra l’altro, quelli di Lugnano in Teverina, presso l’area nota come “la necropoli dei bambini”. Turchetti ha inoltre regalato alla platea un interessante e affascinante focus sul ruolo della donna etrusca sottolineando come, rispetto alle donne di civiltà contemporanee (greca e romana), quella etrusca fosse una donna emancipata, indipendente, con un ruolo in società di pari dignità rispetto all’uomo.

 

Foto by Novifilm

 

Il pomeriggio è volato via velocemente in un alternarsi di interventi di donne artiste, come la pittrice Grazia Cucco, giornaliste e imprenditrici, come Lorenza Vitali, amministratrici, come l’assessore del Comune di Amelia Elide Rossi. Graditi sono giunti anche i video-saluti dell’attrice Maria Chiara Giannetta, neocittadina lugnanese.
A proposito di arte, Cristina Caldani, attrice e direttrice del Teatro Spazio Fabbrica, dopo aver sottolineato accodandosi all’intervento dell’avv. Grechi la difficoltà ad affermarsi per le donne in ruoli di primo piano nel mondo del teatro, ha recitato un monologo scritto da Stefano Bartezzaghi. Il brano ha indotto nel pubblico in sala un sorriso amaro inducendo a riflettere sul sessismo che può esserci anche nelle parole.
Per noi di AboutUmbria è intervenuto Ugo Mancusi che ha sottolineato come ci sia stata unità di intenti con Centro Pari Opportunità della Regione Umbria e l’Associazione Borghi più belli d’Italia in Umbria nel promuovere un’iniziativa che metta in evidenza il ruolo importante e fortunatamente crescente della donna nella nostra regione. Mancusi ricordando come l’anima dei borghi sia fondamentalmente femminile – da qui Il Borgo è Donna – e come il borgo rappresenti l’ossatura della nostra regione, ha concluso che in effetti l’Umbria è Donna.

 

I partecipanti all’evento. Foto by Novifilm

 

Dopo aver donato ai partecipanti un piatto in ceramica realizzato dell’artista Monia Romanelli, gli organizzatori hanno dato appuntamento alla prossima tappa di questo percorso, di cui a breve saranno resi noti i dettagli. L’amministrazione comunale ha offerto a tutti i presenti un gradito buffet a base di prodotti tipici umbri in cui il ruolo di re della tavola è stato naturalmente ricoperto dall’olio extravergine di oliva, oro liquido di questa terra. La serata è proseguita con un concerto di beneficenza per le popolazioni terremotate della Turchia, con Cardyophone e Original CRB Band.

La prima conferenza, fissata per il 25 marzo a Lugnano in Teverina, si aprirà con la forte carica simbolica dell’inaugurazione di una panchina rossa – emblema della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne – e di un parco dedicato a Luisa Spagnoli.

Il ciclo di conferenze Il Borgo è Donna è un progetto dal respiro regionale che vede coinvolti il Centro per le pari opportunità e attuazione delle politiche di genere della Regione Umbria, l’associazione de I Borghi più Belli d’Italia in Umbria e AboutUmbria.

 

Ugo Mancusi, Caterina Grechi e Alessandro Dimiziani

 

Gli incontri in calendario sono stati presentati ieri a Perugia e dopo l’introduzione di Ugo Mancusi di AboutUmbria – che ha spiegato come il calibro di questa iniziativa ne faccia un perfetto esempio di quelle eccellenze regionali che l’associazione promuove – l’avvocato Caterina Grechi, presidente del Centro Pari Opportunità, ha affermato che l’intento è quello di sottolineare il retaggio culturale, storico, enogastronomico e sociale di cui le donne sono depositarie e si è scelto di metterlo in relazione ai borghi, dai quali l’Umbria, più di qualsiasi altra regione italiana, è così pregevolmente rappresentata.

In questo modo, le tematiche di valorizzazione, di recupero, di benessere, di qualità della vita e di sostenibilità ambientale e sociale che animano le attività del Centro pari opportunità vanno a incastrarsi con l’azione dell’associazione de I Borghi più belli d’Italia: i 30 borghi iscritti al circuito sono stati infatti raggruppati per sviluppare un ciclo di 6 conferenze incentrate sui temi della cultura, della salute, del lavoro, dei saperi e sapori e della sostenibilità che iniziano il prossimo 25 marzo per terminare nel marzo 2024.

«Anche se l’associazione ha scopi principalmente turistici» ha affermato Alessandro Dimiziani, presidente regionale de I Borghi più belli d’Italia «non possiamo che trarre beneficio da tematiche del genere, legate a una bellezza che non è solo estetica, ma anche amministrativa, sociale e d’intenti. Stiamo parlando del futuro della società».
«Non è un semplice sguardo su un passato di cui siamo eredi e verso il quale ci sentiamo di avere un debito» sottolinea anche l’avvocato Grechi «ma di una visione che guarda al futuro. Ci confronteremo sul ruolo della donna nello sviluppo delle smart cities, nel recupero del divario digitale e nella conversione dei luoghi e delle attività che in essi si svolgono, nel segno della sostenibilità ambientale e sociale».
La prima conferenza, fissata per il prossimo 25 marzo a Lugnano in Teverina, si aprirà con la forte carica simbolica dell’inaugurazione di una panchina rossa – emblema della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne – e di un parco dedicato a Luisa Spagnoli. Proseguirà con una serie di interventi incentrati sul valore, i problemi e le opportunità della donna nei piccoli centri urbani e con dei momenti conviviali. L’artista Monia Romanelli, presente alla presentazione, ha mostrato in anteprima il suo omaggio per le relatrici della conferenza di sabato 25.

 

Il programma:

Ore 15.30 Località Sant’Antonio – Inaugurazione giardino Luisa Spagnoli

Presentazione della targa e della panchina rossa simbolo della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, in collaborazione con Unitre di Lugnano in Teverina.

Ore 16.45 Teatro Spazio Fabbrica – Convegno sulle pari opportunità

Il borgo è donna: la cultura. Valore, problemi e opportunità della donna nei piccoli centri urbani.

Dopo i saluti del sindaco Gianluca Filiberti, interverranno:

  • Cristina Caldani, attrice e direttrice Teatro Spazio Fabbrica
  • Francesca Caproni, direttrice Assogal Umbria
  • Grazia Cuccia, pittrice
  • Maria Chiara Giannetta, attrice
  • Caterina Grechi, presidente del Centro per le pari opportunità e attuazione delle politiche di genere della Regione Umbria
  • Cristiana Pegoraro, pianista e compositrice
  • Eleonora Pieroni, attrice e madrina dei Borghi più Belli d’Italia in Umbria
  • Carla Spagnoli, imprenditrice
  • Maria Angela Turchetti – funzionaria della Soprintendenza dei Beni Culturali
  • Lorenza Vitali – giornalista enogastronomica

 

Coordinano Alessandro Dimiziani, presidente regionale dei Borghi più Belli d’Italia e Lorenza Vitali, giornalista enogastronomica. Al termine della conferenza verrà donato alle relatrici un omaggio realizzato dall’artista Monia Romanelli

Ore 19.30 Sala Terzo Pimpolari Teatro Spazio Fabbrica – Degustazione di prodotti tipici

Ore 21.00 Teatro Spazio Fabbrica – La solidarietà è donna

“RockWOMAN”: concerto di beneficenza per le popolazioni terremotate della Turchia, con Cardyophone e Original CRB Band

Valore, problemi e opportunità della Donna nei piccoli centri urbani

Il giorno 22 marzo 2023 alle ore 11.00, presso la Sala Fiume di Palazzo Donini, verrà presentato Il Borgo è Donna, un ciclo di incontri promosso dal Centro per le pari opportunità e attuazione delle politiche di genere della Regione Umbria in collaborazione con l’associazione dei Borghi più Belli d’Italia in Umbria e l’associazione AboutUmbria, volto al confronto sul ruolo della donna nei piccoli comuni, fra stereotipi, ostacoli e opportunità, nonché all’individuazione di spunti per orientare le politiche di genere future.

Le conferenze, come precisa l’Avv. Caterina Grechi, presidente del Centro Pari Opportunità della Regione Umbria, si terranno presso sedi messe a disposizione dai Borghi più Belli d’Italia in Umbria partendo dall’idea di rendere omaggio alle donne di ieri e di oggi, protagoniste e artefici della cura e della bellezza dei borghi umbri. Il borgo rappresenta storia, cultura e tradizioni di cui la donna è da sempre maggiore depositaria e punto di riferimento, dalla tradizione culinaria a quella di mestieri antichi come il ricamo, passando per la cura familiare in contesti in cui i servizi a sostegno sono talvolta insufficienti.

 

 

Alessandro Dimiziani, presidente regionale dei Borghi più Belli d’Italia, spiega che verranno individuate sei sedi, stabilite in base a un criterio non solo geografico, ma anche di punti in comune tra i diversi borghi di volta in volta rappresentati. Da ogni raggruppamento è stato tratto un tema che rappresenterà l’argomento principale di ciascuna conferenza:

  • Civiltà etrusco-romana: CULTURA
  • Acqua e Rinascimento: SALUTE
  • La strada del vino, della ceramica e la terra dei condottieri: LAVORO
  • La Valnerina: SAPERI E SAPORI
  • Terre del Sagrantino: ACCOGLIENZA
  • Il lago e i borghi: SOSTENIBILITÀ

 

La prima conferenza si terrà a Lugnano in Teverina il 25 marzo 2023 con un nutrito parterre di esponenti del mondo femminile; inoltre l’evento sarà arricchito dall’inaugurazione del giardino Luisa Spagnoli, dalla presentazione della targa e della panchina rossa simbolo della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, in collaborazione con l’Unitre di Lugnano in Teverina. Seguirà un concerto di beneficenza per le popolazioni terremotate della Turchia.

«Il settore turistico è in prima linea come beneficiario dell’intelligenza artificiale. Basti pensare a quanto sia determinante soddisfare le aspettative del cliente e le potenzialità che potrebbero emergere da guide virtuali completamente immersive».

«Chissà come Picasso rappresenterebbe la mia città natale? Così è nata Umbria Ecologia Artificiale – tuttora in fase di completamento – che prevede immagini di paesaggi umbri mozzafiato usciti fuori dalle mente più geniali dell’arte europea, da Leonardo Da Vinci a Pablo Picasso». Il progetto è nato dalla mente di Andrea Martina Tiberi, designer, nativa di Orvieto ma che vive e lavora a Londra come docente universitaria e ricercatrice in Tecnologie Emergenti dell’Architettura alla London South Bank University. Ci ha spiegato la sua idea e la sua utilità per rilanciare il turismo dell’Umbria.

 

Andrea Martina Tiberi, Architetto

Dottoressa, cosa s’intende per intelligenza artificiale applicata all’arte?

Parlando di intelligenza artificiale spesso ci immaginiamo robot e complicati sistemi informatici lontani dalla nostra vita quotidiana In realtà, questo mondo di algoritmi e funzioni è parte integrante della nostra routine, basta pensare ai social network e ai sensori di alcune automobili per parcheggiare. Non basterebbe un libro per esplorare il significato di intelligenza artificiale applicata all’arte, ma più comunemente lo possiamo intendere come il risultato di un’operazione informatica da parte di un algoritmo addestrato a produrre oggetti o immagini estraendo dati da un database secondo parametri predefiniti. Tutto questo si può riassumere in un atto di co-creazione tra artista e computazione. Tuttavia, la mia percezione sull’argomento è che, alludendo all’intelligenza artificiale, siamo combattuti tra il desiderio di scoprirne il potenziale e la paura di essere sopraffatti da uno strumento che potremmo non sapere utilizzare.

Com’è nata l’idea di Umbria Ecologia Artificiale?

L’idea è nata in maniera del tutto casuale. Il mio lavoro richiede un ricircolo continuo di idee e narrazioni e, quando mi confronto con un nuovo progetto, cerco ispirazione nelle gallerie d’arte londinesi. Mi ritrovai così di fronte al dipinto di Turner View of Orvieto, esposto alla Tate Britain. «Chissà come Picasso rappresenterebbe la mia città natale?», mi sono chiesta. Così è nata Umbria Ecologia Artificiale – tutt’ora in fase di completamento – che prevede immagini di paesaggi umbri mozzafiato usciti fuori dalle mente più geniali dell’arte europea, da Leonardo Da Vinci a Pablo Picasso. Nei giorni successivi, la mia mente era completamente assorbita dal pensiero di co-creare un qualcosa di inimmaginabile e, incuriosita dall’incredibile potenziale, ho incominciato immediatamente a sperimentare con i miei dati. In poco tempo ho costruito un archivio di immagini generate algoritmicamente dei miei progetti precedenti e questo mi ha dato modo di conoscere il comportamento dell’algoritmo e quindi di indirizzare al meglio le istruzioni per raggiungere il risultato che desideravo. Devo ammettere che il prodotto ha quasi sempre superato ogni aspettativa e non ne sono l’unica artefice. Questa opera è un atto di co-creazione tra grandi menti e un algoritmo, io l’ho solamente eseguita.

Come può intervenire concretamente questo tipo di intelligenza artificiale nei borghi umbri?

Siamo in un momento storico delicato nel quale gli architetti sono obbligati a tenere conto dell’impatto ambientale di un progetto. Questa tecnologia può soddisfare allo stesso tempo requisiti ambientali, funzionali ed estetici offrendoci una visione della soluzione ottimale ai requisiti di progetto. Per fare un esempio, la rigenerazione della Caserma Piave di Orvieto richiederebbe un processo di sviluppo organico invece che di assemblaggio meccanico. In questo, interrogare un algoritmo che si è nutrito precedentemente di tutte le informazioni utili per implementare la vivibilità e la sostenibilità dei luoghi, è sicuramente un carattere determinante nel successo del progetto di riqualificazione. In un futuro non molto lontano, avremo a disposizione un modello informatico che analizzerà la situazione urbana, identificherà i problemi legati a luogo e relazioni, e proporrà possibili soluzioni. Oggi, la psicologia ambientale è dettata da Evidence Based Design – Progettazione sulla Base di Evidenze – ed è il futuro della pianificazione urbana sostenibile. Quando si hanno determinati gruppi di dati, che siano demografici, topologici e economici, è possibile fare delle predizioni e dei calcoli in tempi così brevi che il cervello umano non può biologicamente sostenere. Questi dati servono per costruire una solida validità del progetto, in quanto la metodologia utilizzata è sistematica e già testata. Nel mio caso siamo ben lontani dal proporre un progetto di questo genere a 360 gradi: l’utilizzo di un programma che crea immagini da descrizioni ha una valenza prettamente concettuale ed estetica.

 

Orvieto top view Picasso Style

Quali sono i borghi umbri che si prestano meglio per questo progetto?

Sicuramente i borghi che hanno delle aree in disuso beneficerebbero di una tecnologia di questo genere. Il fattore determinante è porre all’algoritmo le giuste domande. Come ogni cosa generata dalla mente umana, anche l’intelligenza artificiale ha dei difetti, i cosiddetti bias: come esseri umani, nutriamo la macchina con preconcetti talvolta non etici e così la istruiamo a compiere i nostri stessi errori. Non sarà facile costruire un modello imparziale. Tutti i nostri borghi dell’Umbria possono beneficiare da un’analisi estetica e simbolica, specialmente i luoghi in disuso con alto potenziale economico e sociale. Orvieto, con la sua Caserma Piave in disuso, sarebbe un ottimo trampolino di lancio per sperimentare una progettazione dettata dall’intelligenza artificiale.

Qual è il vantaggio per la promozione turistica e il territorio?

Il settore turistico è in prima linea come beneficiario dell’intelligenza artificiale. Basti pensare a quanto sia determinante soddisfare le aspettative del cliente, ci riferiamo alla qualità della sua esperienza – User Experience – e le potenzialità che potrebbero emergere da guide virtuali completamente immersive, da contenuti digitali atti a promuovere i punti di attrazione, oppure – in termini di massa – da sistemi più pragmatici di cooperazione tra presenza economiche ed enti della regione per arricchire i meno abbienti. Determinante è chiedere alle persone che andranno a utilizzare quello spazio come lo vorrebbero, e con questo mi riferisco a tutte le presenze umbre che si occupano di attrarre forze socio-culturali ed economiche, dal settore enogastronomico ai musei, ai teatri, al consiglio all’urbanistica della regione. Uno dei vantaggi per il territorio sta nell’identificazione dei centri per lo sviluppo, e nella selezione degli investimenti da parte delle regioni e dei comuni. Se pensiamo alla scienza, questa converte informazioni in conoscenza, e l’intelligenza artificiale basata su dati scientifici ci permetterebbe di trasformare questa conoscenza in utilità. Parliamo di una tecnologia che ha preso piede ormai nelle nostre vite più di quanto realizziamo e continuerà a espandersi fino a che non avrà colpito tutte le sfere che richiedono una metodologia e delle istruzioni ben definite, come ad esempio in un macchinario da costruzione o nell’accuratezza di una stima per gli immobili.

 

Orvieto sketch, Ricardo Bofill Style

Lei è docente universitaria e ricercatrice in Tecnologie Emergenti dell’Architettura alla London South Bank University: come vi si arriva, partendo dall’Umbria?

Questo percorso è durato sette anni. Lasciare l’Italia non è mai stato un sogno nel cassetto, è stata più una necessità dettata dai miei interessi. Sono cresciuta tra le sale da ballo di mia madre e le falegnamerie di mio padre, e posso dire che l’arte ha sempre fatto parte della mia vita. Ho studiato Architettura al Politecnico di Milano, in cui ho compreso l’importanza di questa disciplina come scienza sociale, e costruito una base teorica solida per affrontare le ricerche che sto eseguendo. Londra mi ha aperto le porte dell’intuizione. In un ambiente culturale così poliedrico e internazionale, i concetti della progettazione dell’architettura sono definiti globalmente in nome del progresso scientifico. Terminato il Master in Architettura alla London South Bank University ho incominciato a lavorare come disegnatore freelance in Italia e nel Regno Unito e come docente nei laboratori di progettazione di LSBU, dove sto conducendo il mio dottorato di ricerca in integrazione di realtà virtuale nell’educazione e computazione per il sociale.

 


Per saperne di più

IOT LIVE… tieni acceso lo smartphone in teatro!

Il nuovissimo Talent per cantanti lirici, ideato e condotto dal tenore Gianluca Terranova in onda su SKY 176 Explorer Hd, con successo di pubblico e stampa, approda in teatro con il format IOT LIVE; prime due date in Umbria a Città della Pieve e Orvieto il 3 e 5 gennaio 2023, date organizzate in collaborazione con il Gal Trasimeno-Orvietano.

Il format consiste in una gara di cantanti lirici, accompagnati al pianoforte dal M° Sergio La Stella (41 anni al Teatro dell’Opera di Roma) che saranno votati in tempo reale dal pubblico in sala e da coloro che seguiranno la diretta Instagram.

Basterà seguire @iot_italiaoperatalent su Instagram e alla fine della gara si potrà porre il like sul cantante preferito; chi riceverà più like sarà il vincitore e accederà di diritto alle fasi eliminatorie di IOT Seconda Edizione 2023-24.

Le due serate umbre verranno registrate e messe in onda successivamente, dando visibilità alle bellezze della regione e mettendo in risalto le sue meravigliose opere d’arte – come le opere del Signorelli e del Perugino nel 500mo anniversario dalla loro morte – che faranno da scenografia all’intera gara in teatro.

Il 4 e 5 gennaio inoltre, al Teatro Mancinelli di Orvieto, saranno aperte al pubblico le audizioni per i cantanti lirici provenienti da tutto il mondo che vorranno partecipare alla seconda edizione di IOT.

La Giuria di queste selezioni umbre sarà formata da:

– il nuovo direttore artistico del Teatro di Tradizione di Sassari: il baritono M° Alberto Gazale;

– l’agente lirico M° Angelo Gabrielli della Stage door Agency;

– il direttore artistico del programma: il Tenore Gianluca Terranova;

– il M° Sergio La Stella;

I giurati saranno presenti durante le gare IOT LIVE in qualità di osservatori dei giovani talenti ma non voteranno, dando al pubblico pieno potere decisionale.

Per info scrivere a italiaoperatalent@gmail.com www.operatalent.it


Il Gal Trasimeno-Orvietano e le Amministrazioni Comunali di Orvieto e Città della Pieve ringraziano il Maestro Gianluca Terranova, una voce e un tenore famoso in ogni parte del mondo, che ha deciso di portare questa proposta in Umbria e, soprattutto, che mette a disposizione il suo impegno per diffondere l’Opera Lirica tra i giovani incoraggiando e selezionando nuovi talenti provenienti da ogni Paese del mondo. Un format piacevole, leggero, ma di altissimo livello che coinvolge altri grandi professionisti oltre il Maestro Terranova, in una strada che vuole diffondere e valorizzare un settore della cultura che è tutto italiano e che viene apprezzato in ogni parte del Globo. Una opportunità anche per far conoscere l’Umbria, una promozione per queste due cittadine che ospiteranno il Talent, e che di Bellezza possono vantarsi ed avvantaggiarsi a supporto dell’economia turistica.

 


 

È stata lanciata il 21 novembre 2022, in occasione della Giornata nazionale degli Alberi, È tempo di piantarla, la campagna di crowdfunding dedicata alla tutela e alla riqualificazione dell’ambiente.

La campagna di crowdfunding, ospitata sulla piattaforma italiana Eppela (attiva da oltre dieci anni), fa parte del più ampio progetto Padroni per Poco, docufilm prodotto da Philms Produzioni Video, co-organizzato da AboutUmbria e distribuito da Première Film Italia. Lo scopo del docufilm è quello di sensibilizzare il pubblico sull’oramai annoso problema del cambiamento climatico e della sostenibilità energetica ed economica, offrendo punti di vista e opinioni qualificate in ambiti solo apparentemente diversi: dai professionisti del verde, come agronomi e dottori forestali, a gruppi di ricerca nel campo dell’edilizia sostenibile, passando per medici microbiologi specializzati in microbiota e microbioma.

 

Lo staff del docufilm

 

Ma il docufilm intende anche contribuire attivamente a importanti progetti di riforestazione e di riqualificazione ambientale, grazie al sostegno di Fondazione S. Lucia – Roma, Federbeton, PEFC Italia, Listone Giordano e Seed.

Dunque Philms, insieme a Rete Clima, PEFC Italia, al team di VAIA, all’Associazione Monti del Tezio e a LaBrada Agricamping, ha deciso di lanciare il crowdfunding con il quale in parte finanziare il docufilm e in parte contribuire al rimboschimento delle aree colpite dalla tempesta Vaia, che nell’ottobre 2018 devastò diverse zone dell’arco alpino. A ogni modalità di contribuzione corrispondono diverse ricompense, partendo da 5 € a salire. Con le donazioni si potrà contribuire non solo a sostenere le spese del docufilm Padroni per Poco, ma anche alla salvaguardia e tutela delle aree verdi del Comune di Perugia di competenza dell’Associazione Monti del Tezio, al rimboschimento delle aree alpine colpite dalla tempesta Vaia, al sostegno dell’economia di quei luoghi attraverso il Vaia Cube serigrafato, nonché alla diffusione della pratica del forest bathing e all’acquisto di nuovo gioco per il parco giochi adiacente le scuole dell’infanzia M. Petri e della Scuola Elementare di Colle Umberto Sabatini.

 


Pagina donazioni: https://www.eppela.com/projects/9105

Sito web docufilm: https://www.padroniperpoco.it/

Video promo: https://www.youtube.com/watch?v=qwkeiIP1KlQ

«Tutti i dialetti sono metafore e tutte le metafore sono poesia». (Gilbert Keith Chesterton)

Città della Pieve è una città di confine. Per questo il suo dialetto risente delle influenze delle terre vicine: dalla Toscana orientale al nord del Lazio, fino a contaminazioni ternane e perugine. Insomma, un mix di linguaggi che si fondono per dare vita alla parlata pievese. Con l’ultima tappa (forse!) di Dialettiamoci andiamo alla scoperta della lingua di Città della Pieve e a guidarci è Ario Acquarelli, pievese doc e curioso appassionato dell’argomento.

Ario Acquarelli

«Oramai il dialetto si sta perdendo, è legato prevalentemente a una cultura contadina e a una popolazione anziana o che non c’è più. I giovani lo parlano poco, molti termini sono scomparsi e spesso loro nemmeno li conoscono» spiega il signor Acquarelli.
Se girando per la cittadina umbra vi diranno: «Che te pijàsse ‘n colpo… quanto tempo che ‘n te vedo» o «Che te pijàsse ‘na paralisi!», tranquilli l’insulto è a scopo amichevole, perché qui si salutano – come in altre zone dell’Umbria – mandandosi non proprio degli auguri. Te pijasse sonno invece è una frase bonaria di rimprovero.
I rimproveri appunto e le male parole sono tradizionali nel vernacolo e quindi se sei un perditempo ti diranno: ‘nte sudà oppure aspetta maggio che giugno vene o se’ lungo come la messa cantata.
I babbani per i pievesi sono gli abitanti della vicina Toscana, mentre un cacanizzolo è una persona piccola di statura e fastidiosa, invece quando è solo fastidiosa è gnòrgna. Se cerchi di barare ma non ci riesci sei uno che: sapélla giusta ma ‘n sapélla raccontà.
A Città della Pieve sono curiosi come le cecche (gazza ladra) e gli impiccioni formano una chiucchiurlàia (gruppo di persone che sparla) che spesso tra trippole e trappole (tra una cosa e un’altra) te rimagnàno co’ panni addosso (ti rimproverano), soprattutto se fe nisdèa (fai un disastro), ma occhio a non aver il can guasto (sei arrabbiato), anche se c’è un baldresco (gruppo di persone che fa confusione). Inoltre mi raccomando stà ‘al balzello (stare a controllare, aspettare al varco).

 

Palazzo Bandini

 

Purtroppo, come ci spiega Ario Acquarelli, i frègni (ragazzi: frègno – ragazzo, frègna – ragazza. Il fregnòne invece è un burlone) non conoscono molti termini che si usavano anticamente: «Non diranno mai abbiricchià (attorcigliare. Come facevano le donne quando attorcigliavano i panni per strizzarli), addòpio (sonnolenza – doppo ave’ magnato me pija sempre l’addòpio) oppure m’ha preso il pujàno (preso sonno) così come m’ha preso ‘na starna o m’ha preso ‘na stoppa (mi sono ubriacato). Meno ancora lippe lappe (quando c’è qualcosa che fa gola, che piace)».
Se corri forte a Città della Pieve fai le lute (le scintille del camino), quando balugina vuol dire che sta per arrivare un temporale, mentre acciuetà si traduce con acchiappare; puoi essere arronchettato (piegato) o appindolone (appeso), ma attenti a non sguillà (scivolare).
E poi… quando le cose vanno veramente male: Piovessero gli incudini co le falce fienaie a vento.

 


Le puntate precedenti

Perugino
Eugubino
Castellano
Folignate
Spoletino
Ternano
Orvietano

Dal 5 al 19 agosto riparte “Cartoline dal Trasimeno”, la kermesse culturale legata al mondo dell’arte.

Dal 5 al 14 Agosto, il Circolo Velico Trasimeno di Passignano sul Trasimeno ospiterà la seconda edizione di Cartoline dal Trasimeno, dove 25 pittori hanno voluto dedicare la loro arte all’antico lago e inoltre saranno presenti molti ospiti del mondo della cultura: il celebre direttore d’orchestra, musicista e personaggio televisivo Gianni Mazza, il critico d’arte Luciano Lepri, l’artista e performer Floriana La Rocca, l’attore e autore Mirko Revoyera e ancora, il compositore Cesare Verdacchi, il poeta Bruno Mohorovich, la presenza di Lisa Ferlazzo Natoli e Francesco Bianchi. La manifestazione si chiuderà con una sfilata di moda, organizzata da Maggy Style di Vivo a Colori, l’associazione che si adopera a favore delle donne colpite da tumore al seno.
Gli organizzatori di Cartoline dal Trasimeno, Giuliana Baldoni, Jean Luc Bertoni e Marco Pareti, hanno pensato di far dipingere ad alcuni pittori partecipanti la manifestazione, una vela messa a disposizione dal Club Nautico Trasimeno e dal suo presidente Giovanni Rosi, che veleggerà sul lago, coniugando sport e arte nel segno della Pace. La vela di Cartoline del Trasimeno sarà installata su un Optimist, la tipica imbarcazione condotta soprattutto dai giovani.
I dipinti esposti nella mostra vogliono portare lo splendore lacustre a spasso per il mondo, attraverso una serie di cartoline postali illustrate, sulle quali saranno impresse le singole opere pittoriche esposte.
Così la cartolina postale illustrata di Cartoline dal Trasimeno, diviene promotrice artistica del territorio e porta con sé un messaggio di bellezza e cultura.
Cartoline dal Trasimeno, propone anche un’estemporanea di pittura, denominata I Baccarelli, che si terrà presso il lungolago nei pressi del Club Velico Trasimeno, dove i pittori potranno creare la propria opera utilizzando l’ottimo vino dei colli lacustri.
Cartoline dal Trasimeno è un evento organizzato in collaborazione con il Comune di Passignano s/T, il GAL Trasimeno-Orvietano, il Club Velico Trasimeno, l’URAT, Bertoni Editore, Europa Comunica, Vivo a Colori, la Proloco, la Cantina Monte Melino di Tuoro, il Rione Centro Storico, AboutUmbria e RTN Radio.
L’ingresso è libero e gratuito.

Città della Pieve, 31 maggio ‘22 – La poesia e la fotografia, nei loro linguaggi d’arte, saranno protagoniste presso la Rocca di Città della Pieve, dove dal 3 al 5 giugno verranno declinate in varie e molteplici modalità..

L’inaugurazione della rassegna Poesia Trasimeno è prevista alle ore 11,00 di venerdì 3 giugno, presso i locali della Rocca Medievale Pievese, dove saranno presenti le autorità istituzionali per i saluti e l’ingresso sarà libero e gratuito per gli appassionati e i curiosi del genere.

Il programma, messo a punto dagli organizzatori, Jean Luc Bertoni e Marco Pareti, è vasto e si rivolge a tutte le fasce di età.

«La rassegna culturale – spiegano – è un insieme di eventi con vari linguaggi d’arte, sia espressivi sia visivi: una mostra fotografica, la poesia visiva, i reading poetici, la presentazioni di libri e di collane editoriali, la partecipazione di club letterari, un concorso letterario e fotografico con le premiazioni nelle sue varie sezioni: narrativa, racconti, video poesia, poesia, poesia dialettale, haiku e fotografia. Inoltre performance e interpretazioni poetiche, proiezioni di video/filmati, manifesti distribuiti per la città contenenti immagini e versi degli artisti aderenti all’evento, un catalogo illustrato, presentazioni animate per bambini, declamazioni di poeti partecipanti a concorsi di associazioni culturali partner, come FulgineaMente, Caffè Corretto, l’Accademia Pietro Vannucci di Città della Pieve e la Panchina dei Poeti, completano e arricchiscono il cartellone»

Sostengono la manifestazione, la Regione Umbria, il Comune di Città della Pieve, il GAL Trasimeno-Orvietano, l’URAT (Unione Ristoratori e Albergatori del Trasimeno), Europa Comunica Cultura, l’Associazione dei Mestieri del Cinema Umbri e come media partner, TEF, Umbria+TV, TeleRoma, Radici& Talenti, RTN Radio, AboutUmbria e MEP Radio.

 

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