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L’arte della torcitura ha attraversato secoli e continenti. Oggi รจ visibile durante il Mercato delle Gaite di Bevagna.

Perchรฉ torcere la seta?

In natura esistono migliaia di filamenti vegetali e animali piรน o meno lunghi e resistenti. In genere, i filamenti di origine naturale hanno una lunghezza inferiore al metro: da qui la necessitร  di costruire un filo continuo partendo da elementi piรน corti. La filatura, intesa come creazione del filo, nasce dall’unione per torcitura delle fibre. La tessitura, con tutte le fasi di preparatorie dei filati che essa richiede, era giร  una tecnologia consolidata quando in Oriente si scoprรฌ che esistevano fili naturali di centinaia di metri. Erano i fili di seta dei bozzoli di alcuni insetti. Tra gli insetti vi sono centinaia di specie serigene, tuttavia una in particolare fu oggetto di interesse, per diverse ragioni: facile dipanabilitร  del filo, filo molto lungo e sottile, possibilitร  di allevamento domestico. La pratica allevatoria del Bombyx mori, del baco da seta, continua da oltre quattromila anni. Dall’Oriente, molto lentamente, essa arrivรฒ in Europa assieme alla tecnica della trattura, cioรจ all’arte di togliere la bava dei bozzoli per farne un filo utilizzabile. Durante la trattura, la sericina viene sciolta immergendo i bozzoli in acqua calda; individuati poi i capofilo con una spazzola, se ne fa un mazzetto proveniente da piรน bozzoli (la rosa di trattura) e si inizia a tirare (da cui trattura), avendo cura di tener ben unito il mazzetto delle bave e di mantenere l’acqua calda. Il filo cosรฌ ottenuto, reso compatto dal reindurimento della sericina, viene avvolto su di un aspo, dove va a formare le matasse di seta greggia.
Per millenni la seta greggia ottenuta dalla filatura รจ passata direttamente al telaio per essere tessuta. Se si analizzano i rari frammenti di tessuti antichi, ritrovati per lo piรน in tombe cinesi, oppure di provenienza sassanide e bizantina, si osserva come i fili di ordito e di trama siano in genere privi di torsione o ne abbiano una debolissima (pochi giri per metro).
Tuttavia, dal X secolo d.C. in poi, compaiono tessuti con fili decisamente torti, decine o centinaia di spire per metro. L’esigenza di produrre tessuti sempre piรน fini e con disegni sempre piรน complessi, uniti alla necessitร  della tintura in filo, fu quasi sicuramente la causa determinante dell’introduzione della torcitura della seta. Ove e come ciรฒ avvenne per la prima volta non รจ noto. Da semplice esigenza operativa, la torcitura divenne col tempo un settore molto importante nel processo di lavorazione, con imponenti edifici, macchinari, maestranze, normative e capitali dedicati allo scopo.

Torcitoio circolare da seta

La torcitura antica e il torcitoio tondo a energia umana

La produzione di seta torta a mano era lenta e dispendiosa; il filo torto dava luogo a evidenti irregolaritร  della pezza finita, attribuibili alla disuniforme distribuzione della torsione lungo il filo. La ruota a filare semplice permise di risolvere in parte i limiti produttivi dei filati per tessitura. Di probabile provenienza orientale, essa compare in Europa dopo il 1000; la prima raffigurazione รจ visibile in una delle vetrate della cattedrale di Chartres e risale al 1150 circa. Nel corso del XIII secolo compare in quel di Lucca anche il torcitoio tondo, mosso dall’uomo. La loro origine finora รจ ignota, forse arrivavano dal Medio Oriente, all’epoca delle prime quattro crociate, dal 1098 al 1204.
Hanno forma cilindrica e torcono contemporaneamente la seta di circa 80 rocchetti completandoli in 6-10 ore con soli due addetti. Se si pensa che a mano una persona torce un rocchetto in 30-40 ore, si ha un salto quantitativo di produzione di circa 300 volte, con una qualitร  di filato migliore e a un costo inferiore. La fonte di energia erano le braccia dellโ€™uomo. Una persona allenata poteva muovere fino a 150 rocchetti per 8-10 ore con qualche sosta. A causa di guerre civili in Lucca, giร  nel Trecento la conoscenza del torcitoio si diffonde a Firenze, Bologna, Venezia, nel sud della Francia. Nella seconda metร  del Quattrocento il giovane Leonardo da Vinci, a Firenze dove era a bottega del Verrocchio, conosce il torcitoio circolare da seta ormai consolidato da piรน di due secoli di attivitร . Ne rimane affascinato, lo studia nei dettagli, vi scrive sopra persino degli indovinelli e lo migliora: inventa il distributore automatico del filo; inventa le rocchelle per avvolgere la seta lavorata e le bacchette per inserirle, in sostituzione dei piรน ingombranti aspi; inventa un nuovo tipo di movimentazione dei fusi, allo scopo utilizza una ruota suddivisa in settori (strofinacci) per migliorare l’aderenza. Tutte invenzioni che accrescono di molto la qualitร  dei filati di seta e la produttivitร  della macchina.
A partire dal Trecento, inoltre, esigenze produttive avevano obbligato a ricorrere all’energia idraulica per muovere i torcitoi da seta, diventati ormai grandi macchinari alti 5-6 metri. I nuovi dispositivi leonardiani che li migliorano si diffondono presto. La cittร  di Bologna, con centinaia di torcitoi impiantati, ne รจ il centro piรน imponente fino al XVII secolo. Ma la stessa macchina รจ ormai diffusa in Italia, Francia, Spagna, Olanda Belgio, Austria, Ungheria.

 

Il torcitoio circolare da seta a energia umana e la sua storia nel Mercato delle Gaite

Il torcitoio da seta รจ la prima macchina operativa complessa che lโ€™uomo abbia mai ricostruito: รจ tale perchรฉ รจ densa e ripetitiva. Ha circa due metri di diametro ed รจ alta poco di piรน. I suoi elementi operativi sono ripetuti parecchie decine di volte, consentendo di torcere in modo regolare 80-150 fili contemporaneamente. Un uomo-motore collocato allโ€™interno la muove, mentre un operatore allโ€™esterno provvede alle varie esigenze della torcitura. Si tratta di una delle macchine piรน interessanti del Medioevo, certamente quella piรน produttiva. Un torcitoio da 100 fusi richiede due operai contro i cento di prima, e il tempo per torcere un rocchetto รจ cento volte minore di quello che si impiegherebbe per torcere a mano. Complessivamente, quindi, lโ€™invenzione accorcia di 10.000 volte il tempo di torcitura per una produzione media artigianale. Raramente nella storia della tecnica ci si imbatte in simili risultati. Questa invenzione svolge in un giorno il lavoro prima compiuto da due-tre mila persone: si puรฒ sicuramente affermare che la civiltร  industriale nasce con i torcitoi da seta.
La prima documentazione iconografica che si conosca si trova negli Statuti dell’Arte della Seta di Firenze del 1487, copia di un manoscritto del secolo precedente e conservato alla Biblioteca Laurenziana di Firenze. Nel disegno appare un ordine di fusi, disposti lungo una circonferenza (valico), raggruppati tre a tre, per un totale di 24 fusi e 8 aspi per valico. Una descrizione degli elementi costitutivi la si trova nell’Archivio di Stato di Lucca, Archivio notari, n.117, notaio Bartolomeo Buonmese, 1335.
Il documento lucchese indica che la macchina consta di due incastellature di legno concentriche di 3 metri di diametro per poco piรน di due metri di altezza e porta due serie di dodici aspi con dieci alberini per ogni aspo. La struttura interna ruota intorno a un asse verticale, un cilindro ruotante, azionato da una persona che lo spinge con il proprio corpo, a ritroso; contemporaneamente la struttura esterna sfrega sugli alberini e i meccanismi di trattura per farli ruotare. Su ogni alberino รจ fissata rigidamente la bobina, sopra la quale gira rapidamente su un coperchio a calotta (coronelle) un filo a S. Il filo di seta non ritorto passa dalla bobina sullโ€™aspo sovrastante attraverso due fori. Quando lโ€™alberino gira e con esso la bobina, il filo viene ritorto man mano che viene tirato dallโ€™aspo. Durante questo processo, la seta si torce, acquistando caratteristiche fisiche diverse dal filo di partenza e piรน adatte a conferire al tessuto finito lโ€™aspetto che gli รจ piรน peculiare.
Sulla base del Trattato e con le conoscenze storiche acquisite nel settore, la Gaita Santa Maria ha ricostruito il torcitoio circolare a energia umana facendone lโ€™unico esemplare funzionante al mondo.
Esso consta di due ordini di 12 aspi ciascuno, cui corrispondono due ordini di tre bobine per ogni aspo, disposte lungo la circonferenza (valico) per un totale di 72 bobine. Sulla parte mobile del torcitoio trovano sistemazione, sia i dispositivi che fanno ruotare i fusi (strofinacci) sia gli elementi inclinati (principi) di unโ€™ampia vite senza fine, tradizionalmente chiamati serpi. Gli aspi che raccolgono il filo torto in matasse sono mossi dai serpi, grazie a una ruota a raggi, la bozzoniera.
Durante la manifestazione, il torcitoio รจ certamente, fra gli strumenti dโ€™epoca presenti, il piรน prestigioso per il suo valore storico e culturale e inoltre, nellโ€™ambito di una riproduzione il piรน fedele possibile di mestieri medievali, รจ sicuramente la macchina riprodotta nel modo piรน corretto per quanto riguarda le fonti di energia, immune dalla contaminazione con le tecnologie moderne (corrente elettrica, metano): utilizza solo la forza delle braccia.
La progettazione e la sua realizzazione hanno richiesto tempo e fatica, ma il risultato ottenuto ripaga delle difficoltร  incontrate. E allora come non ricordare chi, negli anni 1996 e 1997, ha desiderato e voluto ricostruire la macchina: Anacleto, Alfredo, Anna, Pia, Attilio, Gianluigi, Marco M (il costruttore), Gianpaolo (il disegnatore), Marco T.M, Francesca, Luigi, Natale; e chi negli anni successivi vi ha dedicato il suo tempo: Mario, Rita, Gianmarco. E come non ricordare i luoghi visitati: Firenze (Lโ€™antico setificio toscano), Gorizia (Il museo della Seta), Garlate (Civico Museo della Seta Abegg), Abbadia Lariana (Civico Museo Setificio Monti), Como (Museo Didattico della Seta), San Leucio e il suo setificio (Caserta).
Un ringraziamento particolare a Flavio Crippa, esperto di archeotecnologia industriale, che ci ha fornito disegni e informazioni indispensabili. E infine, come non ricordare che il torcitoio รจ stato esposto a Strasburgo, nellโ€™ambito di una mostra su Leonardo da Vinci e le sue macchine.

 

Il torcitoio da seta negli Statuti Comunali Umbri

A Perugia la lavorazione della seta inizia nella prima metร  del Quattrocento. Nel 1529 lโ€™arte dei bambacari chiese e ottenne di unirsi con i setaioli. I bambacari e i setaioli costituirono il Collegio della seta e della bambagia (mantenendo tuttavia separati i propri statuti) nel 1529.ย  In seguito, la necessitร  di raggiungere un piรน razionale impiego delle risorse economiche convinse dellโ€™opportunitร  di riunire le due arti. La nuova istituzione assunta la denominazione di Arte della Seta e della Bambagia, redasse gli statuti nel 1531. Nel 1543 vennero elaborati gli statuti definitivi dellโ€™arte. Redatte in volgare, le le disposizioni sono comprese in sessantadue capitoli, di cui quarantotto riguardano lโ€™arte della seta e quattordici quella della bambagia.

Capitolo 7.ย  Che niuno filatoiaio o torcetore possa filare ne torcere seta a frostiere nรฉ a chi non ha botigha.

Capitolo X.ย  Che quilli che pigliaranno sete a torcere sieno obligate a torcerle bene a iuditio de li uffitiali.

A Foligno, giร  negli anni 1471-1472, due mercanti imprenditori forestieri manifestano il desiderio di introdurre lโ€™arte della seta. Ma solo nel 1540 vengono elaborate tre bozze degli statuti dellโ€™arte, due delle quali abbastanza simili e composte da 15 capitoli e 17 capitoli.

Capitolo 8. Item che nessun filatutaro, ne tintore, possano torcere, ne filare, ne tignere in alcuno modo, alcuna generatione de seta ad nessuno foristero, ne ad alcuno altro che non sia matriculato et scritto ad larte sotto pena.

Nellโ€™ASF รจ presente un documento datato 18.2.1528, in cui Girolamo di Marsilio di Giovanni Taccori e Giovanni Battista di Vincenzo dello stesso Giovanni Taccori vendono a Matteo Gentili e Feliciano di Girolamo Seggi di Foligno unum filatorium ligneum aptum ad filandum et torcendum siricum al prezzo di 26 fiorini. Un documento datato 14 luglio 1556 afferma che a Cicco qm. Giovanni Antonio,ย  filatoraio di Foligno, Prospero qm. Andrea Merganti affitta unum atterratum cum filatorio apto ad filandum et torcendum sericeum ad duas valcas sito nel rione Ammanniti, per tre anni e per sette fiorini lโ€™anno.
Dal 1559 lโ€™arte subisce una svolta decisiva: viene introdotto a Foligno il filatoio idraulico, uno dei primi dellโ€™Italia centrale, ad opera del nobile Francesco Orfini; viene ubicato nel rione Spada, presso i mulini a grano e a olio della comunitร .

Conclusioni

Si รจ parlato spesso di leggenda del filo dโ€™oro, tanto รจ avventurosa e sconcertante la storia della seta, materia di lusso, simbolo di bellezza e di potere, che unisce e al tempo stesso divide, Asia ed Europa; fattore primario di commercio, ma anche di scambi culturali.

ย La machina

รˆ maraveja, รจ ordegno celeste. Mille e mille rigagnoli de filo, torce et incanna come cento mani, anzi dugento. Ne lo suo ventre scoperto una femmina spigne et Ella gira e con Ella gira lo mondo universo. Li mille e mille bachi non truovan lo tempo de filare, le femmine de levare la colla e mannellare, chรจ giร  tutto ritorto. Indulgenzia me vรฉne dal Segnore perchรฉ non vโ€™ha persone che possan prendere suo loco. La machina cum grande fatica sโ€™adopra a vantaggio e satisfatione de tucti, perรฒ che cresce il filo, e giร  tutta Mevania: homini et femine et pulzelle et pargoli involti sono da esso per tignere et per tessere, et panni assai vi sono da tagliare. De jorno e de nocte battono li telari e laqua de lโ€™ Attone pare nun essere bastanzia peโ€™ lavaggi e tenture de lo panno che co lo filo de lo torcitoio sโ€™appresta.

Da un Anonimo umbro del XX secolo.

 


Bibliografia

F. Crippa, Il torcitoio circolare da seta, estratto da: Quaderni storici 73/a. XXV, n.1ยฐ aprile 1990
La Gaita Santa Maria riscopre lโ€™arte della seta, La Tipografica Bevagna, 2007

Unโ€™atmosfera unica che fa bene al cuore e allo spirito: questo si respira a Bastia Umbra, dal 19 al 29 settembre, con la cinquantasettesima edizione del Palio de San Michele. Quattro rioni e unโ€™intera cittadina pronti a gareggiare e a festeggiare il Santo Patrono. Chi vincerร  questโ€™anno? Che la sfida abbia inizio!

Foto Ente Palio by FAPFOTO

 

Specifichiamo bene: il Palio de San Michele non รจ una rievocazione storica, ma un evento aggregativo e di coesione sociale. Con questo spirito, volto a unificare la cittadina di Bastia Umbra, don Luigi Toppetti, con alcuni giovani dellโ€™epoca, lo creรฒ nel 1962. Questa tradizione resiste ancora oggi, rendendolo uno dei pali piรน longevi e particolari dellโ€™Umbria.
Dieci giorni di sfide tra i quattro rioni – Moncioveta, Portella, San Rocco e Santโ€™Angelo โ€“ e un anno di collaborazioni per organizzare eventi e attivitร  in tutto il territorio bastiolo, dalle scuole agli enti benefici.

 

Federica Moretti, foto by FAPFOTO

Cuore, cultura e comunitร  sono le tre C che identificano la manifestazione, almeno secondo Federica Moretti, neopresidente dellโ€™Ente Palio: ยซSono stata nominata presidente lo scorso anno e ho voluto introdurre delle piccole novitร : ho reinserito lo spettacolo di apertura – affidato, questโ€™anno, alla compagnia teatrale Accademia Creativa: andrร  in scena questa sera e sarร  ispirato a La Tempesta di Shakespeare – e ho puntato sul ritorno del Rion Mini Sport. รˆ fondamentale il coinvolgimento dei piรน piccoli, perchรฉ saranno il futuro di questa festa. Unโ€™altra novitร  dellโ€™edizione 2019 รจ la mostra Visioni artistiche per raccontare il Palio: abbiamo coinvolto 27 artisti umbri che hanno realizzato opere ispirate proprio alla nostra manifestazioneยป.

Unโ€™atmosfera unica

Nei giorni del Palio, lโ€™aria che si respira a Bastia รจ ottima: fa bene al cuore, ai polmoni e alla testa. Le taverne sono un luogo di ritrovo per gli amici dove bere e mangiare, ma soprattutto dove sostenere lโ€™attaccamento alla maglia. Il rione di appartenenza si sceglie quando si viene al mondo; il colore รจ dalla nascita, รจ una simbiosi viscerale che resta per sempre: si puรฒ anche cambiar quartiere, ma se nasci a Santโ€™Angelo non potrai mai tifare San Rocco, Portella o Moncioveta. Ovviamente, stesso discorso vale per gli altri.
ยซQuella del Palio รจ unโ€™aria che va respirata a pieni polmoni. Il Palio รจ Bastia. Il Palio รจ aggregazione. Tutti si dedicano a questo evento in maniera volontaria e vi lavorano lโ€™intero lโ€™anno. Il 20 agosto abbiamo aperto i cantieri per la realizzazione dei carri e per coreografare i balletti e la sfilata. Quest’ultima รจ sicuramente una nostra peculiaritร : ogni rione decide liberamente il tema da portare in scena. Devo dire che si sono raggiunti livelli altissimi di scenografia e recitazione: dei veri quadri viventi che passano per le vie di Bastiaยป prosegue la presidente.
Quest’anno il rione Sant’Angelo realizzerร  lo spettacolo dal titolo Somni Memor, il rione San Rocco presenterร  invece Soltanto Uno, Portella si cimenterร  su La grande fabbrica delle parole, mentre il rione Moncioveta porterร  in scena Thestral M15. Di piรน non si puรฒ svelare!

 

La sfilata, foto by FAPFOTO

Tutti coinvoltiโ€ฆ nessuno escluso

Tutto iniziรฒ, come detto, cinquantasette anni fa con la sola lizza: una staffetta disputata da quattro atleti per ciascun rione; si sono aggiunti poi i giochi – corsa con i sacchi, tiro alla fune, albero della Cuccagna e un gioco di moderna invenzione โ€“ e le sfilate, delle vere e proprie rappresentazioni teatrali che trovano il loro apice davanti alla chiesa del patrono San Michele Arcangelo.

 

Una delle gare dei giochi, foto by FAPFOTO

 

ยซLa nostra รจ una sana competizione che dura dieci giorni, ma durante il resto dellโ€™anno i quattro rioni, seguiti dallโ€™Ente Palio, lavorano insieme e si adoperano per portare avanti le attivitร  nel territorio e nelle scuole di Bastia. Tutti sono coinvolti e se entri nel meccanismo e nellโ€™atmosfera del Palio non ne esci piรน, รจ facile trovare unโ€™attivitร  che possa esaltare le tue doti e i tuoi interessi: sport, cucina, recitazione e allestimenti. Ce nโ€™รจ per tutti! Anche i nuovi bastioli vengono facilmente risucchiati dallโ€™entusiasmo e partecipano attivamente. รˆ unโ€™atmosfera contagiosa.ยป conclude Federica Moretti.
Direi che vale la pena fare un giro al Palio de San Michele a Bastia Umbra, assistere alle gare, sbalordirsi per le sfilate e gustare la cucina nelle taverne – unica entrata economica dellโ€™evento. Se poi proprio non potete, incollatevi davanti alla diretta streamingโ€ฆ insomma, non viverlo รจ impossibile!

 

I rioni, foto by FAPFOTO

 


Per saperne di piรน, ecco la storia del Palio de San Michele

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