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Presentato il progetto “Benvenuto Crispoldi. Tra arte e rivoluzione da Spello allโ€™Europa. Un nostos attraverso i Comuni di Bastia Umbra, Foligno e Magione”.

Si รจ tenuta, presso la Sala Fiume di Palazzo Donini a Perugia, la conferenza stampa di presentazione di Benvenuto Crispoldi. Tra arte e rivoluzione da Spello allโ€™Europa. Un nostos attraverso i Comuni di Bastia Umbra, Foligno e Magione, il progetto che celebra i 100 anni della morte del pittore, scultore, erudito, politico e Sindaco del Comune di Spello.

 

I protagonisti dell’evento

A introdurre la conferenza โ€“ coordinata da Simone Aramini del Servizio cultura e tutela beni culturali di Spello – รจ stata Antonella Pinna del Servizio valorizzazione risorse culturali, musei, archivi e biblioteche della Regione Umbria, seguita dal sindaco di Spello Moreno Landrini, da quello di Bastia Umbra Paola Lungarotti, dallโ€™assessore alla Cultura di Magione Vanni Ruggeri, dal consigliere del Comune di Foligno Marco De Felicis e dallโ€™assessore alla cultura e al turismo del Comune di Spello Irene Falcinelli.

 

 

Tutti gli interventi hanno sottolineato in primis la straordinarietร  della figura di Benvenuto Crispoldi, per molto tempo dimenticata sebbene di primโ€™ordine nel panorama nazionale e internazionale tra Ottocento e Novecento. Una personalitร , la sua, senza dubbio poliedrica che รจ da scoprire piรน che da riscoprire, specie nel suo dialogo con le Avanguardie artistiche, nel suo rapporto con lโ€™amico Dottori, nel suo spirito rivoluzionario, nel suo impegno come sindaco, nelle sue rimostranze come socialista e nei suoi studi come archeologo. Il tutto in un quadro omogeneo capace di rappresentare le pulsioni, i sentimenti, le speranze, i valori che hanno impregnato unโ€™intera epoca della storia dโ€™Italia.

Un altro tratto su cui hanno concordato gli intervenuti รจ stato lโ€™aspetto di intercomunalitร  che ha permesso la sinergia e la collaborazione di quattro Comuni โ€“ Spello, Bastia Umbra, Foligno e Magione โ€“ non solo nel portare alla luce le testimonianze lasciate da Crispoldi nei loro territori offrendone letture diverse e inedite, ma anche nella creazione di un itinerario da intendersi come infrastruttura permanente dedicata allโ€™artista, allโ€™archeologo, al sindaco e al rivoluzionario spellano.

 

Hanno poi preso la parola Stelvio Catena, presidente del Comitato scientifico e ideatore del progetto, e Massimo Duranti, coordinatore del Comitato scientifico, che hanno evidenziato lโ€™uno la damnatio memoriae a cui รจ stato appunto soggetto questo affascinante personaggio e lโ€™altro il particolare rapporto artistico con Dottori, a cui la mostra di Spello, tra le altre cose, rende omaggio.

Nel progetto sono infatti ricomprese una serie di iniziative culturali che prenderanno avvio il prossimo 16 dicembre a Spello. Aperta fino al 21 aprile 2024 la mostra Benvenuto Crispoldi tra Arte e Rivoluzione. Da Spello allโ€™Europa – curata da Stelvio Catena, Massimo Duranti, Antonella Pesola e Andrea Baffoni โ€“ verrร  inaugurata a seguito di un seminario sulla figura dellโ€™artista, previsto per le ore 10.00 nella Sala dellโ€™Editto (Piazza della Repubblica, 1).

 

Nel palazzo Comunale di Spello verranno esposte unโ€™ottantina di opere fra dipinti, disegni, progetti in gran parte di proprietร  comunale e unโ€™ampia documentazione dโ€™archivio e fotografica sulla vita e le opere dellโ€™artista, nonchรฉ un gruppo significativo di opere di Gerardo Dottori, Renato Profeta e Enrico Cagianelli datate entro il primo ventennio del Novecento per omaggiare questo rapporto di Crispoldi con i primi futuristi umbri. Nella giornata inaugurale รจ prevista anche la visita guidata a numerosi luoghi, soprattutto privati, dove si potranno ammirare gli interventi pittorici dellโ€™artista; visita che sarร  ripetuta nel corso del periodo di apertura della mostra. Verrร  anche presentato il catalogo Benvenuto Crispoldi tra Arte e Rivoluzione. Da Spello allโ€™Europa. Un nostos attraverso i Comuni Di Bastia Umbra, Foligno e Magione.

Il programma delle iniziative:

SPELLO

  1. SABATO 13 GENNAIO 2024 Ore 17:00 โ€“ Spello Piazza della Repubblica 1 โ€“ Sala Petrucci:

Presentazione del volume Benvenuto Crispoldi. Scritti. Arte Politica Cultura.

  1. VENERDIโ€™ 2 FEBBRAIO 2024 Ore 17:00 โ€“ Spello Piazza della Repubblica 1 โ€“ Sala Petrucci:

Giornata di Studio Crispoldi Archeologo.

  1. SABATO 6 APRILE 2024 Ore 17:00 โ€“ Spello Piazza della Repubblica 1 โ€“ Sala Petrucci:

Giornata di Studio Crispoldi Sindaco.

  1. SABATO 20 APRILE 2024 Ore 17:00 โ€“ Spello Piazza della Repubblica 1 โ€“ Sala Petrucci:

Evento di chiusura.

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BASTIA UMBRA

  1. MERCOLEDIโ€™ 20 DICEMBRE 2023 ORE 10.30 โ€“ PALAZZO COMUNALE SALA DELLA CONSULTA

Inaugurazione Mostra e presentazione del Catalogo Benvenuto Crispoldi tra Arte e Rivoluzione. Da Spello allโ€™Europa. Un nostos attraverso i Comuni Di Bastia Umbra, Foligno e Magione.

  1. GIOVEDIโ€™ 22 FEBBRAIO 2024 โ€“ PALAZZO COMUNALE

Presentazione del Volume Benvenuto Crispoldi. Scritti. Arte Politica Cultura

  1. GIOVEDIโ€™ 25 MARZO ORE 10:00 SALA DELLA CONSULTA DEL MUNICIPIO

In occasione del Dante Dรฌ, Giornata di Studio su Benvenuto Crispoldi.

  1. DOMENICA 31 MARZO 2024 โ€“ PALAZZO COMUNALE

Evento di chiusura Mostra.

 

FOLIGNO

  1. GIOVEDI 28 DICEMBRE 2023 ORE 11:00 โ€“ Palazzo Trinci

Inaugurazione mostra palazzo Trinci (sala degli Artisti e S. Messalina)

  1. VENERDIโ€™ 9 FEBBRAIO 2024 dalle ore 9,30 alle 13,00 โ€“ Palazzo Trinci

giornata di studio su Crispoldi, artista del suo tempo.

  1. VENERDIโ€™ 15 MARZO 2024 dalle ore 9,30 alle ore 13,00 โ€“ Palazzo Trinci

Presentazione del Volume Benvenuto Crispoldi. Scritti. Arte Politica Cultura e del Catalogo Benvenuto Crispoldi tra Arte e Rivoluzione. Da Spello allโ€™Europa. Un nostos attraverso i Comuni Di Bastia Umbra, Foligno e Magione.

  1. DOMENICA 7 APRILE

Evento di chiusura mostra.

 

MAGIONE

  1. DOMENICA 17 DICEMBRE 2024 โ€“ Museo della Pesca di San Feliciano

Inaugurazione Mostra.

  1. SABATO 24 FEBBRAIO 2024

Giornata di Studi.

  1. DOMENICA 25 FEBBRAIO 2024

Presentazione del Volume Benvenuto Crispoldi. Scritti. Arte Politica Cultura e del Catalogo Benvenuto Crispoldi tra Arte e Rivoluzione. Da Spello allโ€™Europa. Un nostos attraverso i Comuni Di Bastia Umbra, Foligno e Magione.

  1. DOMENICA 14 APRILE 2024

Evento di chiusura mostra.

โ€œImmersi in due dei borghi piรน belli dโ€™Italia, lโ€™albero di Natale in acqua di Castiglione del Lago e quello in ceramica di Deruta, i piรน grandi del mondo con le rispettive specificitร , con lโ€™accensione congiunta dellโ€™8 dicembre sono pronti a far vivere le prossime festivitร  in modo unico e suggestivo a turisti e appassionati e questa sarร  la migliore testimonianza delle sinergie e dellโ€™opera dei tanti volontari delle nostre piccole ma orgogliose comunitร โ€.

รˆ uno spot da trampolino per lโ€™Umbria, in vista del prossimo Natale: il Presidente dellโ€™associazione I Borghi piรน belli dโ€™Italia Fiorello Primi, il parlamentare umbro e Sindaco di Nocera Umbra Virginio Caparvi e lโ€™Assessore regionale alla Cultura e Turismo Paola Agabiti hanno presentato Natale nei Borghi piรน belli dโ€™Italiaย con particolare riferimento ai due maxi-eventi che renderanno Castiglione del Lago e Deruta autentici e originalissimi โ€œBorghi delle Festeโ€. Alla presentazione non sono mancate le delegazioni delle due cittร  con in testa il Sindaco Matteo Burico e il presidente dellโ€™Associazione โ€œEventi Castiglione del Lagoโ€ Marco Cecchetti da una parte e il Sindaco Michele Toniaccini e la presidente della โ€œPro Derutaโ€ Norma Lumaca, dallโ€™altra. Presenti anche il vicepresidente del Consiglio Regionale Michele Bettarelli, il Direttore del Gal Trasimeno-Orvietano Francesca Caproni, lโ€™assessore comunale di Deruta Piero Montagnoli e i fratelli Ricky e Gianmarco Tognazzi che terranno a battesimo lโ€™accensione dellโ€™albero derutese e la collegata mostra โ€œUgo di Noiโ€, dedicata al padre, celebre attore che ha lasciato un segno indelebile nel mondo dello spettacolo italiano.

 

 

Fiorello Primi, nel sostenere che i borghi sono una eccellenza, ha parlato delle criticitร  che li affliggono โ€œa partire dallo spopolamento che รจ un problema grave e dalla ristrettezza di risorse sotto il profilo del recupero e della valorizzazione: aspetti che per fortuna vengono mitigati dalla grande forza di volontร  impiegata nel realizzare iniziative cosรฌ importanti come quelle in programma in Umbria. Castiglione del Lago e Deruta con i loro alberi magnifici, sono due esempi incoraggianti del migliore saper fare comunitร โ€. Sulla stessa lunghezza dโ€™onda lโ€™onorevole Caparvi che ha favorito la vetrina romana: โ€œEโ€™ importante far conoscere e promuovere i borghi italiani, luoghi dโ€™eccellenza in cui si puรฒ godere di uno stile di vita โ€œslowโ€ rispetto alle grandi cittร . I borghi non sono solo una โ€œquestione di bellezzaโ€, ma sono veri luoghi da vivere e lโ€™associazionismo gioca un ruolo fondamentaleโ€.

 

Albero di Deruta

 

Si รจ poi entrati nello specifico delle due manifestazioni. Il sindaco castiglionese Matteo Burico non ha mancato di sottolineare lโ€™opera dei volontari โ€œche dura tutto lโ€™anno e che con un โ€œalbero da miracoloโ€ per come viene realizzato oltre a rappresentare un orgoglio cittadino da offrire ai visitatori crea i presupposti per porre lโ€™attenzione anche sui problemi che attanagliano il nostro lago. Plaudo con soddisfazione, inoltre, alla collaborazione giร  instaurata dallo scorso anno con gli amici di Derutaโ€. E il sindaco della cittร  della ceramica, Michele Toniaccini ha ricambiato lโ€™unitร  di intenti evidenziando come la condivisione fra istituzioni, associazioni e il supporto dei cittadini rendano possibile esaltare i valori e principi dei nostri territori. Del resto, lโ€™albero di Natale in ceramica ha una sua storia che racconta il lavoro delle sapienti mani di artigiani, maestri ceramisti e tornianti. Proprio per questo contribuisce a rafforzare lโ€™identitร  della nostra cittร . Questโ€™anno, inoltre, ad accendere il nostro Natale sarร  la magia del cinema, con la mostra dedicata ad Ugo Tognazzi, alla riscoperta del grande genio qual รจ statoโ€.

 

 

I dettagli tecnici sono invece stati illustrati dalle due Associazioni che hanno realizzato le maestose opere. Marco Cecchetti, presidente di โ€œEventiโ€ ha ricordato come lโ€™8 dicembre si riaccenderร  il sogno di una comunitร  intera intorno al nostro albero realizzato da oltre cento volontari con 165 pali piantati sullโ€™acqua del Trasimeno, 2.600 lampadine, 7.000 metri di cavi per una lunghezza di 1.080 metri e una larghezza di 50โ€. Per la presidente della โ€œPro Derutaโ€, Norma Lumaca, invece, โ€œlโ€™Albero di Natale rappresenta un pezzo della storia di Deruta e dellโ€™associazione, del legame con il territorio e con gli artigiani ceramisti, rispecchiando le eccellenze di questa cittร  e la sua essenza. Si tratta di una vera e propria opera dโ€™arte alta 11 metri che poggia su due basamenti in ceramica con 16 file da quattro rami ciascuna anchโ€™essi in ceramica, cosรฌ come le 250 palle di Natale appeseโ€. E proprio sulle quali si rifletteranno i migliori fotogrammi della vita artistica e privata di Ugo Tognazzi, come hanno spiegato, non senza una nutrita serie di gag ironiche, i figli Ricky e Gianmarco: โ€œIl titolo Ugo di Noi rappresenta bene il suo essere popolare e amato e lโ€™inaugurare la mostra lโ€™8 dicembre, insieme allโ€™accensione dellโ€™albero, in un borgo come Deruta rispecchia lโ€™essereย  โ€œuomo dei borghiโ€ che aveva nostro padre, oltretutto grande amante delle ceramicheโ€.

A suggellare il lancio del Natale a Castiglione del Lago e Deruta con i loro alberi da record รจ stato lโ€™Assessore regionale alla Cultura e Turismo Paola Agabiti, secondo la quale โ€œpur nelle difficoltร  che i piccoli borghi devono affrontare e che conosciamo bene avendoli a cuore, essi rappresentano un parte importantissima della promozione turistica della nostra regione, grazie alla quale far vivere esperienze uniche a quanti vorranno visitarlaโ€.

Solamente una sua opera รจ stata inclusa nel 1997 nell’antologia Le scrittrici dell’Ottocento. Di chi sto parlando? Di Anna Guendalina Lipparini, nata nel 1862 a Terni e morta a Pisa nel 1914.

Anna Guendalina Lipparini, di benestante famiglia borghese, sposรฒ nel 1881 il diplomatico fiorentino Alberto Roti. Alcuni la conoscevano anche come Anna Roti, avendo acquisito il cognome del marito, altri come Guendalina Roti e lei per fare le cose semplici e mettere tutti d’accordo scelse per sรฉ uno pseudonimo, Regina di Luanto, anagramma di Guendalina Roti.

Anna Guendalina Lipparini

Il matrimonio non fu felice e presto fu seguito dalla separazione. Il marito le rimproverava spesso i suoi atteggiamenti ribelli nei rapporti sociali e la sua indole a scandalizzare i benpensanti di turno. In realtร  lei aveva bisogno solo di piรน libertร . Successivamente, stabilitasi a Pisa, conobbe il gioielliere Alberto Gatti con cui, dopo molti anni di convivenza, si sposรฒ nel 1911. Regina di Luanto morรฌ a Pisa nel 1914.
รˆ ricordata come una donna bella, con grandi occhi dolci, viso ovale e un’espressione maliziosa che accresceva il suo fascino. Non era molto alta, aveva movenze aggraziate miste a pose e atteggiamenti scaltri e furbi. Si dice che studiasse molto trascorrendo il tempo tra i libri, la musica e la cura dei suoi cani.

Dimenticata e incompresa

Regina di Luanto รจ senza dubbio una delle scrittrici attive a cavallo tra Otto e Novecento piรน dimenticate. Una scrittrice fondamentalmente scomparsa dai libri di critica letteraria e della quale abbiamo poche notizie. Una scrittrice incompresa, forse perchรฉ le sue opere sono state estremamente innovative e provocatrici e per questo poco apprezzate dalle riviste culturali del tempo. Le sue opere sono piene di spunti di modernitร  e per questo osteggiate dai perbenisti borghesi del periodo che le definivano (come ad esempio nelle riviste Civiltร  cattolica e La tavola rotonda): ยซsbagliate da cima a fondo e scuole di mal costumeยป, invitando perfino il libraio a ritirarle dalle vetrine come merce appestata. Giร  il suo esordio letterario nel 1890, con Acque forti, suscitรฒ un certo rumore e cosรฌ sarร  per tutta la sua vita e la sua produzione letteraria.

Una scrittrice moderna

La realtร  รจ che il tempo รจ stato benigno per lei, seppur colpevolmente tardi. รˆ cosรฌ divenuta famosa per i temi affrontati usando un linguaggio crudo ed esplicito nel descrivere una collettivitร  mondana sessista e corrotta, ambigua e ipocrita. Pubblica i suoi libri in un arco di tempo che va dal 1890 al 1912, tutte opere cariche di idee moderne. I temi trattati, principalmente la donna, la sua condizione e il matrimonio, sono incredibilmente attuali e descritti con personaggi e descrizioni ambientali meravigliose.

Il rifiuto del perbenismo borghese

Questa autrice abbandona il perbenismo borghese tipico di quegli anni e rovescia la mentalitร  secondo cui una donna doveva essere soprattutto pudica e devota, costretta a vivere in casa e sopportare le leggi che la societร  imponeva loro. Crea, nei suoi romanzi, figure femminili disinvolte, disinibite, anticonformiste e senza pregiudizi, dando cosรฌ voce a nuove abitudini e a nuove esigenze. Tratta di tematiche relative alla condizione femminile denunciando una societร  sessista e maschilista, rompe i rigidi schemi del periodo e racconta senza farsi prendere dalla paura di essere troppo schietta e troppo forte. La sua non รจ una ribellione, sarebbe stato forse piรน semplice, ma una presa di posizione e soprattutto di coscienza.

I suoi romanzi

Nei suoi romanzi viene rovesciata l’idea di amore romantico al femminile, s’impone una nuova mentalitร , un nuovo sguardo sulla condizione femminile, le donne non sono piรน raccontate come innamorate ingenue, sognatrici e devote a mariti e famiglia.
Nella sua attivitร  di scrittrice, Regina di Luanto sembra non dare peso alla forma in termine di stile e linguaggio, ma solamente alla sostanza e quindi al messaggio che vuol dare. Le protagoniste dei suoi racconti, presentate con linguaggio esplicito e diretto, sono spesso vittime di vicende drammatiche che non giungevano mai a un lieto fine.

Nei suoi romanzi compare il desiderio e la sessualitร , insomma tutto quello che fino ad allora era stato oscurato dal perbenismo e dal maschilismo. Nel primo romanzo, Salamandra del 1892, la nobile protagonista Eva e il marito banchiere rappresentano il matrimonio di convenienza fallito. Lui la tradisce sistematicamente e lei ricambia cercando l’amore fisico e spirituale in altri uomini.
In Martirio del 1894, la protagonista รจ una giovane sposa che racconta la sua delusione del matrimonio: il suo uomo, egoista e noncurante, verrร  da lei stessa ucciso per difendersi. In questo lavoro evidente รจ la forte condanna del matrimonio, visto essenzialmente come un legame dannoso per il sentimento sincero di due persone. La scuola di Linda del 1894 punta l’attenzione sul mondo degli artisti considerato come intellettuale e libero in contrapposizione alla negativitร  dell’aristocrazia.
Nel romanzo Gli Agonizzanti del 1900 la protagonista รจ Isabella rimasta incinta di Giulio, un uomo irresponsabile dedito solamente a una vita superficiale. Isabella decide cosรฌ di farsi una vita propria e indipendente per mantenere se stessa e il figlio. Il messaggio รจ chiaro: il diritto della donna di essere libera e autonoma!

Apprezzamento

Concludo nel dire che a fronte di molte critiche venne anche fortemente apprezzata per l’audacia nel pubblicare temi controcorrente. Cosรฌ riporta una rivista dei primi del ‘900: “I romanzi di Regina di Luanto sono sempre un avvenimento letterario. L’audacia di questa scrittrice, che affronta impavidamente i problemi piรน ardui della societร  contemporanea e sa rivestirli di una forma d’arte veramente affascinante, รจ ormai nota a tutti i lettori”. Nel suo necrologio dell’8 settembre 1914, pubblicato su Il Nuovo Giornale, viene cosรฌ definita: ยซla scrittrice piรน audace, piรน avanzata, piรน arrischiata che abbia avuto l’Italia negli ultimi venti anniยป.

Il progetto – che celebra il pittore, scultore, intellettuale e politico spellano nellโ€™anno del centenario della sua morte โ€“ vede coinvolti i Comuni di Spello, Bastia Umbra, Foligno e Magione e gode del patrocinio della Regione Umbria.

Una conferenza stampa presenterร  il progetto Benvenuto Crispoldi. Tra arte e rivoluzione da Spello allโ€™Europa. Un nostos attraverso i Comuni di Bastia Umbra, Foligno e Magione, il 6 dicembre 2023 alle ore 11.00 alla Sala Fiume di Palazzo Donini a Perugia.

 

 

Nel corso della mattinata interverranno:

  • Paola Agabiti, assessore Regione Umbria
  • Moreno Landrini, Sindaco di Spello
  • Paola Lungarotti, Sindaco di Bastia Umbra
  • Stefano Zuccarini, Sindaco di Foligno
  • Giacomo Chiodini, Sindaco di Magione
  • Irene Falcinelli, Assessore alla cultura del Comune di Spello
  • Stelvio Catena, Curatore della mostra di Spello
  • Massimo Duranti, Coordinatore del Comitato scientifico
  • Coordina Simone Aramini

Protagonista il trio Paradisi Pecci Berazzi. Appuntamento alle 12 con ingresso libero. Lโ€™evento, voluto e sostenuto da Fondazione Perugia, รจ organizzato da โ€œOmaggio allโ€™Umbriaโ€.

Un concerto allโ€™interno del Tempio della Minerva, nel centro di Assisi, per avvicinarsi alla magia del Natale. Lโ€™appuntamento รจ per sabatoย 2 dicembre 2023, alle ore 12.00. Voluto e sostenuto daย Fondazione Perugia, lโ€™evento รจ organizzato dalย Progetto Omaggio allโ€™Umbriaย e vedrร  esibirsi il trioย Paradisi Pecci Berazzi, specializzato nella grande musica popolare. Lโ€™ingresso รจ libero fino a esaurimento della capienza.

 

 

Il trio รจ formato dal fisarmonicistaย Sandro Paradisi, dalla cantanteย Mariangela Berazziย e dal batteristaย Jurj Pecci. In scaletta alcune fra le piรน celebri canzoni popolari dal mondo, con brani, fra gli altri, diย Fabrizio De Andrรฉย eย Astor Piazzolla.

Laย Chiesa di Santa Maria sopra Minerva, nota anche comeย Tempio della Minervaย o di Minerva, si trova in Piazza del Comune, nel centro di Assisi, e fu realizzata allโ€™interno di un antico tempio romano. Patrocinano lโ€™iniziativa il Ministero della Cultura, la Regione Umbria, il Comune di Assisi, la Diocesi di Assisi, la Camera di Commercio dellโ€™Umbria, lโ€™Universitร  per Stranieri di Perugia e Unicef Italia, di cui Omaggio allโ€™Umbria รจ testimonial regionale.

Scopri il programma degli ospiti a #UmbriaLibri23 – Scritture d’inverno con le ultime novitร .

 

Unitevi in questo viaggio incantevole con ospiti eccezionali pronti a condividere la loro passione per i libri, la letteratura e l’arte della scrittura.

bct – biblioteca comunale di Terni

1-2-3 dicembre. Anteprima 30 novembre

Alla scoperta dell’artista toscano e della Pala di Sant’Onofrio conservata nel Museo del Capitolo della Cattedrale di San Lorenzo a Perugia.

Luca dโ€™Egidio di Ventura, noto come Luca Signorelli, nacque nel 1450 a Cortona, piccolo ma ricco centro al confine tra Toscana e Umbria. Gli artisti fiorentini influenzarono la sua formazione fin da giovane, specialmente Piero della Francesca, di cui fu allievo. Da Piero Signorelli apprese le nozioni prospettico-matematiche, ma ben presto elaborรฒ un proprio stile; Giovanni Santi, padre di Raffaello, descrisse lโ€™animo del pittore in unโ€™epigrafe: ยซel cortonese Luca de ingegno et spirto pelegrinoยป, come sinonimo di eccentrico e ingegnoso.

Decisivo, per la sua maturazione artistica fu il contatto con Andrea del Verrocchio, titolare della bottega presso la quale si erano formati artisti come Leonardo, Botticelli, Ghirlandaio e Perugino. รˆ proprio in questo periodo che il Signorelli instaurรฒ con il Divin pittore uno stretto rapporto, tanto da condividere con lui il cantiere della Cappella Sistina.

 

Pala di Sant’Onofrio, olio su tavola di Luca Signorelli, 1484

 

Probabilmente fu proprio il Perugino a introdurlo a Perugia: qui il vescovo Jacopo Vagnucci, anche egli cortonese, gli commissionรฒ la Pala di Santโ€™Onofrio, conservata nel Museo del Capitolo della Cattedrale di San Lorenzo. Lโ€™iconografia รจ quella della sacra conversazione: la Vergine seduta su un alto trono legge le Sacre Scritture, mentre il Bambino reca in mano un giglio simbolo di verginitร  e purezza, lo circondano due angeli, uno dei quali accorda un liuto, Santโ€™Onofrio e San Ercolano, protettori di Perugia.

Lo stile di Signorelli รจ caratterizzato da una grande attenzione allโ€™anatomia e al movimento; nella sua arte tutto รจ corporeo, dalla rappresentazione dei personaggi al paesaggio reale. Le sue figure sembrano essere inserite in una rappresentazione teatrale e coreografica, soprattutto nelle raffigurazioni piรน complesse.

Il pittore ricevette importanti commissioni a Perugia e Firenze, ma si dovette allontanare da questโ€™ultima dopo la morte di Lorenzo il Magnifico avvenuta nel 1492. Nel 1502, secondo il racconto di Giorgio Vasari, perse suo figlio a causa della peste che infuriava a Cortona; sconvolto dalla perdita, il pittore ritrasse il corpo esanime del figlio: ยซcon grandissima costanza dโ€™animo senza piangere o gettar lacrima, per vedere sempre che volesse, mediante lโ€™opera delle sue mani quella che la natura gli aveva dato e toltoยป. Secondo alcuni storici il corpo del figlio รจ stato ripreso per la raffigurazione del Cristo morto di Cortona.

Al pittore vennero riconosciuti importanti investiture nella politica cortonese, grazie alle quali potรฉ instaurare rapporti con celebri e potenti famiglie come i Piccolomini e i Petrucci di Siena e i Vitelli di Cittร  di Castello. Fatale gli fu una caduta da un ponteggio mentre stava lavorando che lo portรฒ alla morte nel 1523.

 

 

 

La chiesa, da cui prese il nome una delle quattro gaite e che quindi lega le gaite del XII secolo a quelle di oggi, si trova in condizioni di completo degrado dovuto allโ€™usura del tempo e allโ€™abbandono da parte del proprietario e dellโ€™amministrazione.

Eppure la sua storia รจ antichissima e travagliata. La Chiesa di Santa Maria Filiorum Comitis, edificata da Rainaldo I conte di Antignano, figlio di Monaldo e capitano di Federico I Barbarossa, oggi sconsacrata, รจ la piรน antica tra quelle conservate: se ne hanno notizie fin dal 1198.

 

Chiesa di Santa Maria Filiorum Comitis

 

Lo storico Fabio Alberti in Notizie antiche e moderne riguardanti Bevagna cittร  dellโ€™Umbria, 1786 scrive: ยซTrovo memoria di quella chiesa fin dallโ€™anno 1198. Fu edificata da Ranaldo, padre del Conte Napoleone, e quindi fu sempre nominata Sancta Maria Filiorum Comitis. Tanto per la situazione, quanto per la struttura รจ una delle chiese inferiori di Bevagna, ne somministra cose speciali da riferirsiยป. Carlo Pietrangeli nella sua Guida di Bevagna, 1959 aggiunge: ยซLa chiesetta di S. Maria Filiorum Comitis edificata da Rainaldo padre di Napoleone Rainaldi, nota fin dal 1198, attualmente รจ ridotta a bottegaยป. Mentre, lo storico bevanate Giulio Spetia nel suo libro Studio su Bevagna, 1972 scrive: ยซRainaldo volse il pensiero e il passo verso Bevagna, che ormai dotata di un regime comunale autonomo, fin dal 1187 eleggeva liberamente i propri consoli. Sullโ€™esempio dei suoi predecessori volle dedicarsi ad opere di cristiana pietร . Fondรฒ prima in Bevagna la chiesa di Santa Maria, che i posteri chiamarono, in omaggio al fondatore, santa Maria dei figli del conte, e venerarono per molti secoli, fino a quando il cattivo gusto dei nostri contemporanei non permise che il piccolo oratorio, dal quale aveva preso il nome una delle quattro GAITE della cittร , fosse tolto al culto per venir trasformato ora in una stalla ora in un’officinaยป.

 

 

Le quattro gaite, quindi, prendono il nome dal nome delle chiese presenti nel proprio quartiere. Lo ribadisce Giulio Spetia, sempre nel suo libro: ยซRiguardo ai quartieri di Bevagna, essi erano quattro: li dividevano, in un verso, la via Flaminia e, in senso contrario, le due strade che allacciano la piazza principale con Porta Guelfa e Porta Molini. Essi conservarono lungamente lโ€™antica denominazione di gaite, parola che lโ€™uso aveva corrotto in guayte. Scendendo da Porta San Vincenzo a quella del Salvatore, si trovavano, prima della piazza, a sinistra la Gaita San Giorgio (dal nome dellโ€™antica chiesa che fu, poi, sostituita da quella di San Domenico) e a destra a Gaita San Giovanni, dal nome della chiesa, cui doveva succedere San Francesco. Dal 1500, data la maggiore importanza assunta dallโ€™attuale Collegiata, questo quartiere fu detto anche Gaita Santโ€™Angelo. Oltre la piazza, a sinistra della Flaminia, era la Gaita Santa Maria e a destra quella di San Pietro, dal nome dellโ€™antica chiesa (oggi, forse, di S. Agostino)ยป.

 

Affreschi interni

 

La chiesa di Santa Maria in contemporanea alle due chiese romaniche di Bevagna, quella di San Silvestro e quella di San Michele Arcangelo, ha acquistato un certo valore artistico e storico grazie allโ€™affresco presente al suo interno quale preziosa testimonianza del suo passato religioso. Fu distrutta nel 1249 e in seguito riedificata grazie ad Astorello nipote di Orzellino dei Conti di Antignano, il quale aveva il padronato su di essa. Nel 1455, in seguito a una permuta, passรฒ a Pietro Rainaldi. Sin dal XVI secolo la chiesa si trovava in condizioni di disagio documentate dalle visite a Bevagna di Silvio Orsini e Pietro De Lunello, rispettivamente nel 1563 e 1571. In tale periodo la chiesa non possedeva i parametri per ufficiare la santa messa e si trovava in una condizione di indecenza. Giulio Urbini, nella sua opera Bevagna illustrata del 1913, neanche la nomina, testimoniando cosรฌ che la chiesa era ormai sconsacrata e dimenticata. Lโ€™affresco presente allโ€™interno, incorniciato a mattoni sporgenti e raffigurante la Madonna del soccorso e della misericordia riconducibile alla prima metร  del 1500, ma ritoccato in varie epoche – risulta notevolmente danneggiato. Un ingresso che si affaccia sullโ€™orto e murato in un secondo tempo racchiude, dipinto sotto lโ€™arco, un agnello con bandiera crocisignata. Oggi tutta la struttura รจ in uno stato di degrado avanzato, con il tetto interamente crollato e transennata da venti anni.

Due appuntamenti per conoscere meglio il dietro le quinte dell’esposizione insieme ai ricercatori che hanno lavorato alla sua realizzazione.

Due appuntamenti nella Galleria Tesori d’Arte del Complesso monumentale di San Pietro per conoscere meglio il dietro le quinte dell’esposizione Il Perugino di San Pietro, insieme ai ricercatori che hanno lavorato alla realizzazione della mostra โ€“ visitabile fino al 7 gennaio 2024 โ€“ che, per la prima volta, ha riportato a Perugia e riunificato tutti e undici gli scomparti della predella dell’Ascensione di Cristo dipinta per la basilica.

 

Si parte venerdรฌ 24 novembre, alle 17, con Laura Teza, professoressa associata di Storia dellโ€™Arte moderna dell’Universitร  degli Studi di Perugia e curatrice della mostra, che parlerร  della โ€œstoria di una grande tavola per una grande chiesa benedettinaโ€, mentre Davide Tugliani, ricercatore del Dipartimento di Lettere, Lingue, Letterature e civiltร  antiche e moderne dell’Ateneo perugino, insieme all’esperto restauratore Roberto Saccuman, analizzeranno la struttura e la ricostruzione della pala d’altare del Perugino. Giovedรฌ 7 dicembre, sempre alle 17, dal Dipartimento di Ingegneria Civile ed Ambientale dell’Universitร  degli Studi di Perugia interverranno Valeria Menchetelli e Francesco Cotana, per parlare dell’ipotesi ricostruttiva della macchina d’altare, mentre Francesca Funis e Camilla Sorignani approfondiranno il progetto cinquecentesco per la chiesa.

 

Battesimo di Cristo. Museฬe des Beaux Arts

 

L’esposizione รจ promossa dalla Fondazione per lโ€™Istruzione Agraria e dall’Universitร  degli Studi di Perugia, con il contributo del Comitato promotore delle celebrazioni per il quinto centenario dalla morte del Perugino, main sponsor Brunello Cucinelli spa, il sostegno del GAL Media Valle del Tevere, la partecipazione del Musรฉe des Beaux-Arts di Rouen e i Musei Vaticani, il patrocinio della Regione Umbria, del Comune di Perugia, dellโ€™Ambasciata di Francia e del Consolato Onorario di Francia a Perugia, la collaborazione di Isola San Lorenzo, Comune di Cittร  della Pieve e Fondazione Ranieri di Sorbello, la Basilica di San Paolo fuori le Mura, il Centro di Studi Storici Benedettini.

“I dialetti sono eterni. Gesรน parlava in dialetto. Dante scriveva in dialetto. Il Padreterno, in cielo, parla in dialetto”. (Libero Bovio)

Il dialetto di Gualdo Tadino รจ il risultato di un miscuglio tra la cittร  e la campagna, tra il centro storico e le frazioni. La cittร  รจ stato il centro della contesa essendo terra di confine tra i ducati di Urbino, Perugia, Spoleto. Fin dal terzo secolo a.C. il territorio gualdese รจ stato attraversato da una delle principali vie di comunicazione tra il Tirreno e lโ€™Adriatico: la strada consolare Flaminia, che collegava Roma a Rimini.

Mario Pasquarelli, detto Feroce

Per questo motivo Gualdo Tadino ha subito varie contaminazioni linguistiche, a questo si aggiunge il valico di Valsorda, che era il naturale collegamento con la Marchia Anconetana. Federico II di Svevia nelle sue cronache racconta che era solito ascoltare per le stradine gualdesi una terminologia di derivazione celtica.

Per capirci qualcosa, abbiamo parlato con Mario Pasquarelli, detto Feroce: ยซVoglio specificare che tutti mi chiamano cosรฌ a Gualdo, fin da bambino. Anche per mia mamma e a scuola ero il Feroce. Lโ€™ho ereditato dal mio babbo, ma soprattutto perchรฉ sono un tipo da sรฌ o no senza tanti fronzoli. A Gualdo tutti hanno un soprannome, raramente ci chiamiamo per nomeยป. Feroce con noi non lo รจ stato, anzi con disponibilitร  ci ha guidato – in collaborazione con Mario Anderlini – alla scoperta del suo vernacoloโ€ฆ ovviamente senza tanti giri di parole. Dopotutto รจ Feroce.
ยซIl nostro dialetto si sta perdendo. Il 90% dei gualdesi lo parla poco o utilizza solo qualche parola. I piรน giovani, ad esempio, faticano a capire i termini piรน antichi. Io cerco invece di promuoverlo e di tenerlo ancora in vita, รจ importante che venga studiato anche a scuola e non deve essere assolutamente un motivo di vergogna parlarlo, in molti invece pensano questo. Va detto che nel corso degli anni ha subito influenze da cittร  vicine e cโ€™รจ stato un mix tra il gualdese del centro e quello delle frazioni; basta pensare che spesso cambia da un rione allโ€™altro, per non parlare di quello usato in campagna; tutto si รจ mischiato anche se restano, in alcuni casi, delle peculiaritร  tra un luogo e lโ€™altro. Ad esempio, a Gualdo cittร  le parole finiscono in itte: spaghitte, canitte (piccoli cani), faggiolitte, maghitte; oppure il que, che indica cosa?, di chiara derivazione francese, (que vo eque diche, que fae)).
Mentre nella frazione di Morano si concludono in ene e ane: lassune, tuquine, tolane, dilane, diquine, stane (stare), a mene (a me) o me sร . A Boschetto (altra frazione) cโ€™รจ invece la U finale: quistu, quillu, per dire questo e quelloยป spiega il Feroce.

 

Rocca Flea. Foto Enrico Mezzasoma

Parole incomprensibili

Ci sono termini che sono proprio incomprensibili per chi non รจ del luogo. Qualche esempio per farvi unโ€™idea: anniscola (altalena), ammaiata (rete di recinzione), friscolata, (prima spremuta dโ€™uva), uccรข (urlare sguaiatamente), pioiccica (inizio di pioggia), spicicchia chi sbatte le palpebre (spicicchia โ€˜iocchie) o tartaglia (nun spicicchia โ€˜na parola), papataro (bugiardo), paccone (fanatico), mojica (mollica), bambino piccolo (na cria) figlio e bambino vivace si dice (biribisse) o boccia (fanciullo); gabbajotto (inganno), gammero (gambero o furbo), baoso (noioso), babetto (moneta) aรฉ! (allora!), cegnera (cenere), a griccia (in aria). In ogni paese non manca mai il rugnicone, cioรจ una persona che parla alle spalle, che semina zizzania in modo silenzioso e rognica (rognicare significa brontolare in modo aggressivo); celebre lโ€™espressione: sente commo rugnica… rugnica bruttamente. Ci sono poi il baccaione (brontolone) e lo sciapacchiotto (lo sprovveduto, il giullare inconsapevole) che viene tollerato per compassione: Laโ€ฆ nun nโ€™arfร  lo sciapacchiotto, …sae โ€˜ngran sciapacchiotto…e finischetela…!

Viene usato anche il neologismo scorpellare che significa scorticare in maniera non grave ma molto fastidiosa: si nun te la finische te scortico la schina (se non la smetti ti scortico la schiena). Vi segnaliamo anche mastricciare (impastare, cercare con delicatezza): Tu guarda commo sta a mastricciร  di lรฌโ€ฆ; smuginare (cercare con veemenza): aguarda commo smugina… ma que stae a cercร ?! e sgarufare (scavare, cercare nel terreno): รจ il cane da tartufi che sgarufa. Mentre struginao โ€˜ntel cassetto vuol dire cercare nel cassetto.

 

Veduta di Gualdo Tadino. Foto di Enrico Mezzasoma

Giorni e famiglia

Una menzione va fatta per le parentele gualdesi che per praticitร  uniscono sostantivo e aggettivo. E quindi troviamo: zieso (suo zio), zieto (tuo zio), fratemo (mio fratello), frateto (tuo fratello), mammeta (tua madre), babbeto (babbo tuo), fijo (figlio), fiastra (nuora), fiastro (genero). Degni di nota anche per i giorni della settimana: domennica o mennica (domenica), mercoldรฌ (mercoledรฌ), venardรฌ (venerdรฌ), sabbeto (sabato) e ogge (oggi).

A scuola di grammatica

Non sai quando usare il condizionale o il congiuntivo? A Gualdo hanno risolto il problema unendo i due modi verbali. E allora si dice giressimo, faressimo, magnaressimo, arcaparessimo, arcapezzaressimo, aesse (avessi), gessimo (andammo). Questโ€™ultimo da non confondere con aesso, che vuol dire adesso. Per praticitร  la frase: Lo faremmo se potessimo si dice: el faressimo.
Cโ€™รจ poi il verbo avere che si declina in: aia (aveva), aio (avevo), aiamo (avevamo), aieno (avevano), ete (avete) e il verbo essere (esse) che va da ene (รจ) a enno (sono). Passiamo poi agli avverbi di luogo: tolรข (lร ), tulรฌ (lรฌ), toqui (qui), diquรฌ, toquรฌ (qua) e agli aggettivi dimostrativi: sta, sti, sto, ste, tiste, quiste (questa, questi, questo, queste). Quala o qualo per dire quale, quanno per quando, quasi per quasi, quelle si traduce in niente e qnente.

A scuola di imprecazioni

Una caratteristica dei dialetti รจ la massiccia presenza di modi di dire e di imprecazioni rivolte a chi in quel momento (sfortunatamente) si trova nei paraggi.ย  Posce murรฌ abbrugiato o possa piatte โ€˜na pulmunite abbirata, ma anche che te piasse no sbocco de sangue o possa fa un travaso de sangue, o un gummito de sangue, posce cresce โ€˜n chilo al giorno. Tanto per essere gentili. Tra i modi di dire piรน significativi, che ci ha suggerito anche Feroce, vi segnaliamo: esse piรน sfortunati de i cani in piazza. ยซI cani che stanno in piazza non hanno una famiglia, non li vuole nessuno, per questo sono sfortunati e tutti li cacciano, oppure lโ€™ae fatta su la latta per dire che uno se le va a cercare. Infine, se uno sente freddo, stae a fรขโ€™ el cicoloยป.

 


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Orvietano

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