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โ€œImmersi in due dei borghi piรน belli dโ€™Italia, lโ€™albero di Natale in acqua di Castiglione del Lago e quello in ceramica di Deruta, i piรน grandi del mondo con le rispettive specificitร , con lโ€™accensione congiunta dellโ€™8 dicembre sono pronti a far vivere le prossime festivitร  in modo unico e suggestivo a turisti e appassionati e questa sarร  la migliore testimonianza delle sinergie e dellโ€™opera dei tanti volontari delle nostre piccole ma orgogliose comunitร โ€.

รˆ uno spot da trampolino per lโ€™Umbria, in vista del prossimo Natale: il Presidente dellโ€™associazione I Borghi piรน belli dโ€™Italia Fiorello Primi, il parlamentare umbro e Sindaco di Nocera Umbra Virginio Caparvi e lโ€™Assessore regionale alla Cultura e Turismo Paola Agabiti hanno presentato Natale nei Borghi piรน belli dโ€™Italiaย con particolare riferimento ai due maxi-eventi che renderanno Castiglione del Lago e Deruta autentici e originalissimi โ€œBorghi delle Festeโ€. Alla presentazione non sono mancate le delegazioni delle due cittร  con in testa il Sindaco Matteo Burico e il presidente dellโ€™Associazione โ€œEventi Castiglione del Lagoโ€ Marco Cecchetti da una parte e il Sindaco Michele Toniaccini e la presidente della โ€œPro Derutaโ€ Norma Lumaca, dallโ€™altra. Presenti anche il vicepresidente del Consiglio Regionale Michele Bettarelli, il Direttore del Gal Trasimeno-Orvietano Francesca Caproni, lโ€™assessore comunale di Deruta Piero Montagnoli e i fratelli Ricky e Gianmarco Tognazzi che terranno a battesimo lโ€™accensione dellโ€™albero derutese e la collegata mostra โ€œUgo di Noiโ€, dedicata al padre, celebre attore che ha lasciato un segno indelebile nel mondo dello spettacolo italiano.

 

 

Fiorello Primi, nel sostenere che i borghi sono una eccellenza, ha parlato delle criticitร  che li affliggono โ€œa partire dallo spopolamento che รจ un problema grave e dalla ristrettezza di risorse sotto il profilo del recupero e della valorizzazione: aspetti che per fortuna vengono mitigati dalla grande forza di volontร  impiegata nel realizzare iniziative cosรฌ importanti come quelle in programma in Umbria. Castiglione del Lago e Deruta con i loro alberi magnifici, sono due esempi incoraggianti del migliore saper fare comunitร โ€. Sulla stessa lunghezza dโ€™onda lโ€™onorevole Caparvi che ha favorito la vetrina romana: โ€œEโ€™ importante far conoscere e promuovere i borghi italiani, luoghi dโ€™eccellenza in cui si puรฒ godere di uno stile di vita โ€œslowโ€ rispetto alle grandi cittร . I borghi non sono solo una โ€œquestione di bellezzaโ€, ma sono veri luoghi da vivere e lโ€™associazionismo gioca un ruolo fondamentaleโ€.

 

Albero di Deruta

 

Si รจ poi entrati nello specifico delle due manifestazioni. Il sindaco castiglionese Matteo Burico non ha mancato di sottolineare lโ€™opera dei volontari โ€œche dura tutto lโ€™anno e che con un โ€œalbero da miracoloโ€ per come viene realizzato oltre a rappresentare un orgoglio cittadino da offrire ai visitatori crea i presupposti per porre lโ€™attenzione anche sui problemi che attanagliano il nostro lago. Plaudo con soddisfazione, inoltre, alla collaborazione giร  instaurata dallo scorso anno con gli amici di Derutaโ€. E il sindaco della cittร  della ceramica, Michele Toniaccini ha ricambiato lโ€™unitร  di intenti evidenziando come la condivisione fra istituzioni, associazioni e il supporto dei cittadini rendano possibile esaltare i valori e principi dei nostri territori. Del resto, lโ€™albero di Natale in ceramica ha una sua storia che racconta il lavoro delle sapienti mani di artigiani, maestri ceramisti e tornianti. Proprio per questo contribuisce a rafforzare lโ€™identitร  della nostra cittร . Questโ€™anno, inoltre, ad accendere il nostro Natale sarร  la magia del cinema, con la mostra dedicata ad Ugo Tognazzi, alla riscoperta del grande genio qual รจ statoโ€.

 

 

I dettagli tecnici sono invece stati illustrati dalle due Associazioni che hanno realizzato le maestose opere. Marco Cecchetti, presidente di โ€œEventiโ€ ha ricordato come lโ€™8 dicembre si riaccenderร  il sogno di una comunitร  intera intorno al nostro albero realizzato da oltre cento volontari con 165 pali piantati sullโ€™acqua del Trasimeno, 2.600 lampadine, 7.000 metri di cavi per una lunghezza di 1.080 metri e una larghezza di 50โ€. Per la presidente della โ€œPro Derutaโ€, Norma Lumaca, invece, โ€œlโ€™Albero di Natale rappresenta un pezzo della storia di Deruta e dellโ€™associazione, del legame con il territorio e con gli artigiani ceramisti, rispecchiando le eccellenze di questa cittร  e la sua essenza. Si tratta di una vera e propria opera dโ€™arte alta 11 metri che poggia su due basamenti in ceramica con 16 file da quattro rami ciascuna anchโ€™essi in ceramica, cosรฌ come le 250 palle di Natale appeseโ€. E proprio sulle quali si rifletteranno i migliori fotogrammi della vita artistica e privata di Ugo Tognazzi, come hanno spiegato, non senza una nutrita serie di gag ironiche, i figli Ricky e Gianmarco: โ€œIl titolo Ugo di Noi rappresenta bene il suo essere popolare e amato e lโ€™inaugurare la mostra lโ€™8 dicembre, insieme allโ€™accensione dellโ€™albero, in un borgo come Deruta rispecchia lโ€™essereย  โ€œuomo dei borghiโ€ che aveva nostro padre, oltretutto grande amante delle ceramicheโ€.

A suggellare il lancio del Natale a Castiglione del Lago e Deruta con i loro alberi da record รจ stato lโ€™Assessore regionale alla Cultura e Turismo Paola Agabiti, secondo la quale โ€œpur nelle difficoltร  che i piccoli borghi devono affrontare e che conosciamo bene avendoli a cuore, essi rappresentano un parte importantissima della promozione turistica della nostra regione, grazie alla quale far vivere esperienze uniche a quanti vorranno visitarlaโ€.

Al centro dell’Umbria, su una propaggine del monte Serano, si erge Trevi, antico borgo dallโ€™etimo incerto, giร  noto a Plinio il Vecchio: รจ proprio nei suoi scritti che compare come Trebiae, nome che potrebbe riferirsi alla dea Diana conosciuta come Trivia o piรน semplicemente derivare da treb-, radice umbra di parole come casa o costruzione.

Nata in etร  romana dallโ€™unione tra la fortificazione in collina e la civitas in pianura, Trevi dal III secolo a.C. acquista rilevanza grazie al processo di romanizzazione e alla costruzione della Via Flaminia che, implicando la bonifica della valle, permette lo sviluppo delle ville di campagna lungo Clitunno. Ma nel VI secolo la valle torna a impaludarsi, il sistema fluviale Clitunno-Tevere diviene innavigabile e il dominio romano decade; la civitas viene abbandonata, la collina si ripopola e diventa prima gastaldo dei Longobardi, poi comune, conquistato e saccheggiato da Spoleto e in seguito funestato dal vicariato dei Trinci di Foligno. Rifiorisce nel XIV secolo grazie al suo pregiato olio dโ€™oliva, divenendo lโ€™importante centro commerciale chiamato Il porto secco; acquisito il titolo di cittร  grazie a Papa Pio VI, seguirร  le sorti del Papato fino allโ€™Unitร  dโ€™Italia.

 

Piazza Mazzini. Foto di Enrico Mezzasoma

 

Trevi si sviluppa in cerchi concentrici allโ€™interno di una forma conica che asseconda la conformazione delle colline, incantando lo sguardo di viandanti e scrittori come Leopardi. Cuore del centro storico รจ Piazza Mazzini, che fa angolo col Palazzo comunale, e la sua torre civica del XIII secolo. Proseguendo a fianco di Palazzo Valenti, si arriva allโ€™ex convento di San Francesco, un complesso museale che ospita la Pinacoteca, il Museo Civico, il Museo della Civiltร  dellโ€™Ulivo e la Raccolta dโ€™Arte. La chiesa di San Francesco del 1288 ospita invece un crocifisso su tavola dโ€™ispirazione giottesca del XIV secolo, realizzato da un artista sconosciuto chiamato Maestro del Crocifisso di Trevi; custodisce anche la stele sepolcrale dellโ€™eremita Beato Ventura, morto nel 1310. Proseguendo in via Fantosati, oltrepassando Porta del Cieco, si giunge in cima al colle dove la cattedrale di Santโ€™Emiliano, rifatta nel XIX secolo, ospita lโ€™altare del Sacramento, decorato da Rocco di Tommaso. Prima di Porta del Cieco, invece, da Piazza Garibaldi si raggiunge la passeggiata di viale Ciuffelli, ombreggiata da alberi secolari, ponte tra il centro e il convento francescano di San Martino, dove si trova la cappella affrescata dallo Spagna.

Scendendo verso via Flaminia, si incontra il rinascimentale santuario della Madonna delle Lagrime – cosรฌ chiamato per lacrimazione di un dipinto raffigurante la Madonna – che conserva i monumenti sepolcrali della famiglia Valenti e Lโ€™Adorazione dei Re Magi con i Santi Pietro e Paolo (1521), lโ€™ultima opera del Perugino. Oltre lโ€™Arco di Mastaccio, vi sono case dโ€™impianto medioevale e palazzi rinascimentali come villa Boemi, senza contare il teatro Clitunno, impreziosito da un sipario dipinto da Domenico Bruschi.

La natura di Trevi offre molte opportunitร : passeggiate alla scoperta delle erbe selvatiche, biking, birdwatching, equitazione e visite alle Fonti del Clitunno, alimentate da sorgenti sotterranee, un vero gioiello naturalistico.

Comune delle Terre dellโ€™Olio e del Sagrantino e sede di scuole di alta cucina improntate sullโ€™uso dellโ€™olio, a Trevi รจ dโ€™obbligo una visita esplorativa ai frantoi. Tra gli eventi piรน attesi vi รจ la Processione di Santa Illuminata, Trevi in piazza e Palio dei Terzieri, ma anche la Mostra mercato del Sedano Nero di Trevi e la Festa dellโ€™Olio Nuovo, appuntamenti imperdibili per scoprire i gustosi prodotti che sono i fiori allโ€™occhiello del borgo: il tenero sedano nero, ottimo ripieno o in pinzimonio e lโ€™eccellente olio dโ€™oliva dalle caratteristiche organolettiche uniche al mondo. A coronamento delle specialitร  gastronomiche, non puรฒ mancare il Trebbiano, vino di produzione limitata e dallโ€™aroma inconfondibile.

“I dialetti sono eterni. Gesรน parlava in dialetto. Dante scriveva in dialetto. Il Padreterno, in cielo, parla in dialetto”. (Libero Bovio)

Il dialetto di Gualdo Tadino รจ il risultato di un miscuglio tra la cittร  e la campagna, tra il centro storico e le frazioni. La cittร  รจ stato il centro della contesa essendo terra di confine tra i ducati di Urbino, Perugia, Spoleto. Fin dal terzo secolo a.C. il territorio gualdese รจ stato attraversato da una delle principali vie di comunicazione tra il Tirreno e lโ€™Adriatico: la strada consolare Flaminia, che collegava Roma a Rimini.

Mario Pasquarelli, detto Feroce

Per questo motivo Gualdo Tadino ha subito varie contaminazioni linguistiche, a questo si aggiunge il valico di Valsorda, che era il naturale collegamento con la Marchia Anconetana. Federico II di Svevia nelle sue cronache racconta che era solito ascoltare per le stradine gualdesi una terminologia di derivazione celtica.

Per capirci qualcosa, abbiamo parlato con Mario Pasquarelli, detto Feroce: ยซVoglio specificare che tutti mi chiamano cosรฌ a Gualdo, fin da bambino. Anche per mia mamma e a scuola ero il Feroce. Lโ€™ho ereditato dal mio babbo, ma soprattutto perchรฉ sono un tipo da sรฌ o no senza tanti fronzoli. A Gualdo tutti hanno un soprannome, raramente ci chiamiamo per nomeยป. Feroce con noi non lo รจ stato, anzi con disponibilitร  ci ha guidato – in collaborazione con Mario Anderlini – alla scoperta del suo vernacoloโ€ฆ ovviamente senza tanti giri di parole. Dopotutto รจ Feroce.
ยซIl nostro dialetto si sta perdendo. Il 90% dei gualdesi lo parla poco o utilizza solo qualche parola. I piรน giovani, ad esempio, faticano a capire i termini piรน antichi. Io cerco invece di promuoverlo e di tenerlo ancora in vita, รจ importante che venga studiato anche a scuola e non deve essere assolutamente un motivo di vergogna parlarlo, in molti invece pensano questo. Va detto che nel corso degli anni ha subito influenze da cittร  vicine e cโ€™รจ stato un mix tra il gualdese del centro e quello delle frazioni; basta pensare che spesso cambia da un rione allโ€™altro, per non parlare di quello usato in campagna; tutto si รจ mischiato anche se restano, in alcuni casi, delle peculiaritร  tra un luogo e lโ€™altro. Ad esempio, a Gualdo cittร  le parole finiscono in itte: spaghitte, canitte (piccoli cani), faggiolitte, maghitte; oppure il que, che indica cosa?, di chiara derivazione francese, (que vo eque diche, que fae)).
Mentre nella frazione di Morano si concludono in ene e ane: lassune, tuquine, tolane, dilane, diquine, stane (stare), a mene (a me) o me sร . A Boschetto (altra frazione) cโ€™รจ invece la U finale: quistu, quillu, per dire questo e quelloยป spiega il Feroce.

 

Rocca Flea. Foto Enrico Mezzasoma

Parole incomprensibili

Ci sono termini che sono proprio incomprensibili per chi non รจ del luogo. Qualche esempio per farvi unโ€™idea: anniscola (altalena), ammaiata (rete di recinzione), friscolata, (prima spremuta dโ€™uva), uccรข (urlare sguaiatamente), pioiccica (inizio di pioggia), spicicchia chi sbatte le palpebre (spicicchia โ€˜iocchie) o tartaglia (nun spicicchia โ€˜na parola), papataro (bugiardo), paccone (fanatico), mojica (mollica), bambino piccolo (na cria) figlio e bambino vivace si dice (biribisse) o boccia (fanciullo); gabbajotto (inganno), gammero (gambero o furbo), baoso (noioso), babetto (moneta) aรฉ! (allora!), cegnera (cenere), a griccia (in aria). In ogni paese non manca mai il rugnicone, cioรจ una persona che parla alle spalle, che semina zizzania in modo silenzioso e rognica (rognicare significa brontolare in modo aggressivo); celebre lโ€™espressione: sente commo rugnica… rugnica bruttamente. Ci sono poi il baccaione (brontolone) e lo sciapacchiotto (lo sprovveduto, il giullare inconsapevole) che viene tollerato per compassione: Laโ€ฆ nun nโ€™arfร  lo sciapacchiotto, …sae โ€˜ngran sciapacchiotto…e finischetela…!

Viene usato anche il neologismo scorpellare che significa scorticare in maniera non grave ma molto fastidiosa: si nun te la finische te scortico la schina (se non la smetti ti scortico la schiena). Vi segnaliamo anche mastricciare (impastare, cercare con delicatezza): Tu guarda commo sta a mastricciร  di lรฌโ€ฆ; smuginare (cercare con veemenza): aguarda commo smugina… ma que stae a cercร ?! e sgarufare (scavare, cercare nel terreno): รจ il cane da tartufi che sgarufa. Mentre struginao โ€˜ntel cassetto vuol dire cercare nel cassetto.

 

Veduta di Gualdo Tadino. Foto di Enrico Mezzasoma

Giorni e famiglia

Una menzione va fatta per le parentele gualdesi che per praticitร  uniscono sostantivo e aggettivo. E quindi troviamo: zieso (suo zio), zieto (tuo zio), fratemo (mio fratello), frateto (tuo fratello), mammeta (tua madre), babbeto (babbo tuo), fijo (figlio), fiastra (nuora), fiastro (genero). Degni di nota anche per i giorni della settimana: domennica o mennica (domenica), mercoldรฌ (mercoledรฌ), venardรฌ (venerdรฌ), sabbeto (sabato) e ogge (oggi).

A scuola di grammatica

Non sai quando usare il condizionale o il congiuntivo? A Gualdo hanno risolto il problema unendo i due modi verbali. E allora si dice giressimo, faressimo, magnaressimo, arcaparessimo, arcapezzaressimo, aesse (avessi), gessimo (andammo). Questโ€™ultimo da non confondere con aesso, che vuol dire adesso. Per praticitร  la frase: Lo faremmo se potessimo si dice: el faressimo.
Cโ€™รจ poi il verbo avere che si declina in: aia (aveva), aio (avevo), aiamo (avevamo), aieno (avevano), ete (avete) e il verbo essere (esse) che va da ene (รจ) a enno (sono). Passiamo poi agli avverbi di luogo: tolรข (lร ), tulรฌ (lรฌ), toqui (qui), diquรฌ, toquรฌ (qua) e agli aggettivi dimostrativi: sta, sti, sto, ste, tiste, quiste (questa, questi, questo, queste). Quala o qualo per dire quale, quanno per quando, quasi per quasi, quelle si traduce in niente e qnente.

A scuola di imprecazioni

Una caratteristica dei dialetti รจ la massiccia presenza di modi di dire e di imprecazioni rivolte a chi in quel momento (sfortunatamente) si trova nei paraggi.ย  Posce murรฌ abbrugiato o possa piatte โ€˜na pulmunite abbirata, ma anche che te piasse no sbocco de sangue o possa fa un travaso de sangue, o un gummito de sangue, posce cresce โ€˜n chilo al giorno. Tanto per essere gentili. Tra i modi di dire piรน significativi, che ci ha suggerito anche Feroce, vi segnaliamo: esse piรน sfortunati de i cani in piazza. ยซI cani che stanno in piazza non hanno una famiglia, non li vuole nessuno, per questo sono sfortunati e tutti li cacciano, oppure lโ€™ae fatta su la latta per dire che uno se le va a cercare. Infine, se uno sente freddo, stae a fรขโ€™ el cicoloยป.

 


Le puntate precedenti

Perugino
Eugubino
Castellano
Folignate
Spoletino
Ternano
Orvietano

Pievese

Convegno โ€œLugnano comunitร  operosa nel Territorio Amerinoโ€, sabato 11 novembre a Lugnano e domenica 12 ad Amelia.

Lโ€™iniziativa รจ organizzata dal Comune di Lugnano con il patrocinio dellโ€™AIPAI (Associazione Italiana per il Patrimonio Archeologico Industriale), associazione di grande rilievo culturale che investe in conoscenza e mantenimento delle strutture industriali, agricole ecc.

Molte sono le nostre eccellenze, anche note, ma ancora molte di esse, non sono conosciute. Questa occasione puรฒ, nel tempo, determinare una prima mappatura di beni artistici e architettonici preziosi del nostro territorio che aggiunte a quelle piรน note, aumenterebbero la capacitร  attrattiva dei nostri borghi. Questโ€™anno lโ€™iniziativa, patrocinata anche dallโ€™Associazione I Borghi piรน Belli dโ€™Italia, si รจ allargata ed ha coinvolto, nellโ€™organizzazione, il comune di Amelia in quellโ€™ottica condivisa di collaborazione con lo scopo di ampliare il panorama degli studi, di ricerca, per la conservazione e valorizzazione del nostro prezioso e diffuso patrimonio artistico e culturale: valore assoluto di unicitร  e ricchezza per tutto il comprensorio amerino.

Lโ€™evento รจ diviso in due giornate e si svolgerร  sabato 11 novembre a Lugnano e domenica 12 ad Amelia.

 

 

Sabato 11 Novembre, verranno presentati interessanti novitร  sul fronte lugnanese, come:

  • la originaria destinazione della Fabbrica scoperta in recenti ricerche, che nella seconda metร  dellโ€™Ottocento, era uno dei piรน grandi molini per la lavorazione dellโ€™olio;
  • lo studio di fattibilitร  per una scuola di restauro che intende creare corsi formativi, finalizzati a fornire unโ€™esperienza pratica alle varie figure che si trovano ad operare allโ€™interno di un cantiere concernente un bene culturale;
  • il progetto dellโ€™invaso del Monticello che potrebbe successivamente portare al recupero del Molino medievale della Para (quello degli antichi mulini รจ un trait dโ€™union per tutti i comuni del comprensorio insieme a quello delle antiche fornaci romane);
  • il restauro della Fabbrica avvenuta tra la fine degli anni 80 ed inizi 90, che oggi ospita il museo civico storico ed archeologico, ottimo esempio conservativo che ha dato al comune di Lugnano la possibilitร  di possedere un contenitore culturale di tutto rispetto.

 

Lโ€™ultimo argomento della sezione lugnanese รจ dedicato al Museo Civico archeologico, che ospita i resti della villa romana di Poggio Gramignano, dove si trova un raro esempio di piccola bambola in osso. Su questo argomento sarร  ospite dโ€™eccezione del Convegno, la dott.ssa Chiara Bianchi, una ricercatrice dellโ€™Universitร  di Friburgo, che esporrร  le sue ricerche cercando di interpretare questo reperto importante nel contesto del suo rinvenimento. La giornata di questo convegno avrร  anche una appendice di promozione dei prodotti della filiera corta del Territorio, finanziato dal Gal Ternano, con una degustazione con i prodotti del Lugnano Borgart Cibus.

La seconda giornata, Domenica 12 novembre, che si svolgerร  nel comune di Amelia, presso la pinacoteca comunale, sarร  incentrata sugli antichi mulini ad acqua insistenti sul territorio comunale amerino, individuati da una precisa ed attenta ricognizione, con importanti relazioni e fotografie che ne testimoniano la memoria, tra cui anche la Para di Amelia vista in ottica propositiva e di grande opportunitร  per tutto il territorio amerino.

La giornata amerina prevede anche una interessante visita al mulino Marzoli situato tra le frazioni di Fornole e Montecampano, una struttura da pochi conosciuta e che conserva ancora i torchi di legno settecenteschi.

Lโ€™ultima produzione artistica di Pietro Vannucci รจ attestata a Trevi, piccolo e caratteristico borgo umbro.

Nel centro storico della cittร , incorniciato da un tipico paesaggio verdeggiante, รจ visibile la cinquecentesca Villa Fabri, sede della fondazione omonima e dellโ€™associazione Strada dellโ€™Olio extravergine di Oliva Dop Umbria. Alla sommitร  della cittร  svetta la torre civica, simbolo di Trevi, spostandosi di poco รจ visibile il duomo intitolato a santโ€™Emiliano, primo vescovo e patrono della cittร .

Perugino, Adorazione dei Magi, 1521-1522, Santuario della Madonna delle Lacrime, Trevi

 

In cittร  il pittore giunse nel 1521 allโ€™etร  di 76 anni per affrescare una delle Cappelle del Santuario della Madonna delle Lacrime con la raffigurazione dellโ€™Adorazione dei Magi e i santi Pietro e Paolo, considerata una delle ultime opere del maestro. Lโ€™opera riprende lโ€™episodio del Vangelo secondo Matteo: la Sacra Famiglia รจ posta al centro sotto un baldacchino ligneo che si estende fino alla sommitร  del dipinto. La Vergine รจ seduta su un trono rialzato e il Bambino benedicente รจ posto sul suo ginocchio destro, nellโ€™atto di benedire il piรน anziano dei Magi che gli offre il suo dono. San Giuseppe invece รจ in piedi appoggiato a un lungo bastone, accanto a lui รจ inginocchiato il secondo magio, il terzo, il piรน giovane, attende il suo turno per presentare la sua offerta come vuole la tradizione.

Nel novembre del 2022, lโ€™archivista Maria Paola Bianchi ha annunciato il ritrovamento del contratto che affidava al maestro umbro la realizzazione dellโ€™opera. Nel santuario si conserva unโ€™altra importante testimonianza del Rinascimento umbro: lโ€™affresco di Giovanni di Pietro, noto come lo Spagna, attento e sensibile seguace del Perugino, raffigurante il Trasporto di Cristo.

A Trevi (Pg) tornano ad accendersi i riflettori sullโ€™olio e.v.o. con gli eventi di Villa Fabri, trasformata per l’occasione in un “padiglione dell’Olio”. Spettacoli di cucina con chef dell’olio, Masterclass sullโ€™Olio e.v.o. e la Mostra Mercato con l’esposizione dei produttori di Trevi e della fascia olivata.

Al via la XVII edizione di Festivol – Trevi tra olio, arte, musica e papille,ย lโ€™ormai tradizionale rassegna che nel fine settimana di sabato 4 e domenica 5 novembre 2023 animerร  vie e piazze di Trevi (Pg), per festeggiare lโ€™olio extravergine di oliva nuovo e la prima spremitura.

 

 

Tra le novitร  di questa edizione di Festivol – Trevi tra olio, arte, musica e papille, la seicentesca Villa Fabri, nel cuore di Trevi, diventerร  un grande padiglione dellโ€™olio e.v.o. organizzato su due livelli: al piano affrescato sarร  possibile visitare la Mostra Mercato dellโ€™Olio e.v.o. di qualitร  dove oltre ai produttori trevani sarร  possibile incontrare i produttori ed assaggiare gli oli degli altri comuni che insistono lungo la Fascia Olivata Assisi โ€“ Spoleto; partecipare alla Masterclass sullโ€™olio tenuta da Angela Canale (capo panel) con Assaggi di Storie. Degustazioni di Oli e prodotti uniciย e Gianfranco Ciarletti (docente e assaggiatore Assosommelier) con una degustazione di Olio e.v.o. delle colline di Trevi; al piano inferiore invece si terranno gli Spettacoli di Cucina con lโ€™Olio Evo con degustazione dei piatti proposti da Lorenzo Cantoni chef dellโ€™Olio del ristorante Il Frantoio e Nicoletta Franceschini chef del Ristorante Silene. La masterclass e i percorsi di degustazione, in programma sia il sabato che la domenica, verranno presentati da Simona Cognoli, giornalista, esperta assaggiatrice e fondatrice del progetto Oleonauta ed Evoluzione. Tra le degustazioni e le masterclass รจ in programma un calendario artistico di concerti in Villa e nella piazza Mazzini.

Lโ€™edizione 2023 di Festivol per la prima volta coinvolgerร  anche Manciano, la frazione montana di Trevi, circondata da rigogliosi boschi con presenza preponderante del castagno e, nella parte piรน bassa, da oliveti, dove opera il frantoio Ciarletti. In questo scenario naturalistico, sabato 4 novembre, รจ prevista una piccola โ€œFesta dellโ€™olioโ€ che รจ raggiungibile sia attraverso un trekking in e-bike, sia in auto: un programma che coinvolgerร  la visita al Frantoio, alla distilleria di montagna Green Heart Distillery e la visita della piccola chiesa romanica di San Martino, immersa tra gli ulivi e il bosco con una merenda a base di olio nuovo e vino novello.

 

 

Il programma della manifestazione prevede inoltre le degustazioni di pane e olio in piazza, la Mostra Mercato dei Presidi Slow Food, che comprenderร  sia i presidi dellโ€™Umbria con in testa il Sedano Nero di Trevi, sia i presidi di Regioni ospiti tra cui, novitร  di questโ€™anno il Prosciutto Bazzone della Garfagnana Presidio Slow Food Toscano; le visite guidate al Museo della Civiltร  dellโ€™Olivo ed al Teatro Clitunno, la passeggiata a piedi con partenza da Villa Fabri fino al frantoio Gaudenzi, facendo tappa presso il maestoso e millenario olivo di Santโ€™Emiliano e attraversando il sentiero dellโ€™acquedotto medievale, mirabile opera ingegneristica risalente alla metร  del Duecento, la passeggiata in e-bike a cura di Experior Qualia con il partner tecnico YouMobility โ€“ Il portale della mobilitร , con partenza e rientro dal centro storico di Trevi e sosta presso il Frantoio Olio Trevi, la caccia al tartufo nella Tenuta San Pietro a Pettine con degustazione, laboratori per bambini a cura di Slow Food Umbria. Nellโ€™ambito dei due giorni dellโ€™evento un calendario culturale, a cura del Complesso Museale di San Francesco, con visite guidate al Museo della Civiltร  dellโ€™Olivo, la passeggiata de โ€œIl Perugino. Tra Pitture e distese di uliviโ€ e laboratori di xilografia per bambini.

Villa Fabri e piazza Mazzini saranno animate da diversi concerti musicali sia sabato che domenica, inoltre nella giornata di domenica 5 novembre sarร  attivo un servizio navetta gratuito, che dal centro storico porterร  a visitare i Frantoi Aperti del territorio: Frantoio Gaudenzi e Olio Trevi il Frantoio.

Palazzo Lucarini, Museo di Arte Contemporanea di Trevi si inserisce nellโ€™evento proponendo #CHIAVEUMBRAย | IN NATURAย – Sperimentazioni artistiche nel Paesaggio Olivatoโ€, iniziativa in cui paesaggio e natura troveranno il loro ideale connubio grazie alla performance dellโ€™artista Francesco Alberico, la mostra personale di Fabrizio Segaricciย โ€œTra le pieghe dei padriโ€ e โ€œRetablosโ€ di Sรกndor Vรกly, progetto in anteprima internazionaleย presso la cappella gentilizia di Palazzo Lucarini.


Per maggiori informazioni
www.festivol.it

Tra le sue missioni principali il Gal Trasimeno-Orvietano ha quella di far rivivere le tradizioni, tramandarle di generazione in generazione, custodirne la memoria in una visione di una moderna affermazione e con un rinnovato spirito di rinascita.

โ€œStiamo lavorando da molti anni su questo stimolo per quanto riguarda il merletto e il ricamo in modo che, da una parte, i luoghi costudiscano la storia, attraverso i musei dedicati, le iniziative letterarie e la ricerca, dallโ€™altra costruendo un presente e un futuro al fine di fare impresa e promuovere i territori attraverso le proprie tradizioni. Ed รจ proprio questo lo spirito che ci porta a partecipare a momenti di promozione e di animazione a tutti i livelli; una linea di questo progetto รจ proprio quella di partecipare anche alle Fiere, sul piano nazionale ed internazionale, che sono unโ€™ottima vetrina per le nostre eccellenze dellโ€™artigianato artistico e cosรฌ siamo arrivati anche a Firenze Creattiva, dove dal 19 al 22 ottobre scorso, la mostra del ricamo ha visto la partecipazione delle tecniche tradizionali, che sono state ampiamente apprezzato da un pubblico che proviene da ogni parte dโ€™Italiaโ€ spiega Francesca Caproni, direttore Gal Trasimeno-Orvietano.

 

 

Uno stand istituzionale che ha voluto rappresentare i luoghi di questa terra dove la qualitร  della vita nei piccoli borghi รจ ottima e ricca di stimoli. Sette le tecniche che riguardano il merletto e il ricamo: dal Filet di San Feliciano al merletto dโ€™Orvieto, dallโ€™Ars Panicalensis al pizzo dโ€™Irlanda che si trova a Isola Maggiore. Sono stati poi promossi tutti gli eventi che realizziamo nel territorio quali: Fili in Trama a Panicale e Terre e Trame a Orvieto nel giorno dellโ€™International Day.

โ€œCreattiva Firenze รจ stata anche lโ€™occasione per rinnovare lโ€™amicizia tra la cittร  di Panicale e il Museo del Macramรจ di Castelgomberto, cosรฌ sapientemente pensato e realizzato da Maria Luisa Tonello, con la quale realizziamo da anni progetti di promozione di queste eccellenze sul territorio nazionale. Esporremo nel nostro stand lโ€™opera dal titolo La corda di San Sebastianoย ispirata al Martirio di San Sebastiano opera del Perugino che si trova a Panicale e per la quale organizzeremo un altro evento a Panicale entro la fine dellโ€™anno. รˆ stato ricordato in questo modo anche il celebre anniversario dai 500 anni dalla morte del Perugino, con una mostra di nappe con tutte le tecniche che ospitata anchโ€™essa lo stand del Galโ€ conclude Caproni.

Da sabato 28 ottobre a mercoledรฌ 1ยฐ novembre mostra mercato, degustazioni, escursioni, giochi e musica nel centro storico del borgo.

Castagne, funghi e tartufi sono tra le principali prelibatezze e tra i piรน gustosi sapori che la natura sa offrire allโ€™uomo nella stagione autunnale. Prodotti e frutti che lโ€™antico borgo di Montone si accinge ancora una volta a celebrare con la tradizionale Festa del Bosco, prevista questโ€™anno da sabato 28 ottobre a mercoledรฌ 1ยฐ novembre. Intanto, il programma della manifestazione, giunta alla sua 39esima edizione, รจ stato presentato a palazzo Donini, a Perugia, questa mattina. Allโ€™incontro sono intervenuti Roberto Morroni, vicepresidente della Regione Umbria con delega alle politiche agricole e agroalimentari, Mirco Rinaldi, sindaco di Montone, Roberta Rosini, assessore al turismo del Comune di Montone, e Fabrizio Croce, direttore artistico della Festa del Bosco. โ€œLa Festa del bosco รจ senza dubbio una delle piรน suggestive e partecipate manifestazioni autunnali dellโ€™Umbria โ€“ ha sottolineato subito il sindaco Rinaldi โ€“. Una tradizione per la gente del luogo, come รจ tradizione che gli artigiani dellโ€™enogastronomia e del saper fare vadano a occupare e accendere le luci delle vecchie cantine, dei fondi e dei palazzi storici che si affacciano nelle piazzette e nei vicoli del borgo, messi gratuitamente a disposizione dagli abitanti di Montone, che ringrazioโ€.

 

Il sindaco di Montone, Mirco Rinaldi, assessore Regione Umbria Roberto Morroni e vicesindaco Roberta Rosini

 

Oltre alla mostra mercato dei prodotti del bosco e del sottobosco, aperta tutti i giorni dalle 10 alle 22, in queste botteghe sarร , infatti, possibile trovare prodotti enogastronomici caratterizzati dalla tipicitร , come formaggi, salumi da filiera locale, marmellate, mieli e olio evo, serviti anche nelle taverne rionali, e prodotti di artigianato locale quali ricami, oggetti in ferro battuto e in legno intarsiato, ceramiche dโ€™artista e dโ€™artigiano. Tutti i giorni sono, inoltre, previste degustazioni gratuite di prodotti offerti dal progetto Montone Agroalimentare 2.0, finanziato dal Psr Umbria 2014/2022, misura 16.4, che ha la finalitร  di supportare attivitร  promozionali a raggio locale connesse allo sviluppo delle filiere corte e dei mercati locali. Nellโ€™ambito di questo progetto, al Chiostro di san Francesco sono previsti un focus per la promozione e la conoscenza dei vini delle cantine aderenti (lunedรฌ 30 alle 18), la presentazione del vinosanto da uve affumicate dellโ€™Alta Valle del Tevere (sabato 28 alle 17) e un incontro per la valorizzazione delle cultivar autoctone di olivo (domenica 29 alle 16). Collateralmente alla mostra mercato, durante i quattro giorni, non mancheranno visite guidate, passeggiate a piedi e a cavallo nei boschi, mostre dโ€™arte e di fotografia (tra cui unโ€™esposizione di documenti sulla presenza in cittร  dellโ€™artista Luca Signorelli) e spettacoli di artisti di strada e streetband pronti ad allietare il borgo con la loro musica. Per i bambini e le bambine tante proposte dedicate: dagli spettacoli di marionette alla giostrina a pedali, fino a un Eco villaggio dei giochi allโ€™interno della festa tutto dedicato a laboratori e giochi di una volta. Per raggiungere il centro storico di Montone sarร  a disposizione un bus navetta gratuito a 100 metri dallโ€™uscita di Montone della E45. โ€œSiamo stati molto attenti a mettere in piedi un ricchissimo programma di eventi e iniziative โ€“ ha spiegato il direttore artistico Croce โ€“ senza snaturare in alcun modo il centro storico di Montone e il contesto in cui si svolge la festa. Abbiamo voluto rispettare la tradizione, ma facendo un passo nel futuroโ€. โ€œUnโ€™altra bella iniziativa โ€“ ha commentato Morroni โ€“ dove lโ€™Umbria si presenta al pubblico mostrando un bel volto di sรฉ, mettendo in vetrina specificitร  e tratti identitari delle nostre produzioni. Unโ€™opportunitร  di vivere giornate indimenticabili, ricche di sensazioni, di buon gusto e di sapori che lโ€™Umbria anche nel periodoย  autunnale รจ in grado di offrireโ€.

 


Informazioni e programma dettagliato su www.festadelbosco.it.

Con Umbria Ecologia Artificiale ci immergiamo in un affascinante viaggio attraverso i borghi umbri, reinventando le loro pittoresche bellezze attraverso l’occhio e la mente di grandi artisti del passato.

Questa volta ci addentriamo nell’incantevole Assisi, famosa per i suoi santi Francesco e Chiara, dove l’architettura medievale e le sue statue evocano la purezza del suo Genius Loci – lo spirito del luogo. Oggi, grazie all’immaginazione assistita dall’intelligenza artificiale, possiamo spingere i confini della creativitร  e domandarci come sarebbe questa cittร  se fosse stata progettata da madame Hilma af Klint, una delle figure piรน emblematiche del movimento astrattista del XX secolo.

 

di Andrea Martina Tiberi

 

Hilma af Klint, artista svedese, vissuta a cavallo tra XIX e XX secolo, ha intrapreso un viaggio audace alla scoperta della connessione tra mondo tangibile e spirituale. Ha sfidato le convenzioni artistiche del suo tempo e ha osato esplorare i confini dell’arte e dell’anima umana.ย 
Il lavoro di Hilma af Klint va compreso nell’ambito del Modernismo, un periodo in cui molti artisti cercavano nuove forme nell’arte, nella spiritualitร  e nella scienza. Altri artisti, come Wassily Kandinsky, Piet Mondrian e Kasimir Malevitch, erano altrettanto interessati alla spiritualitร , spinti dalla corrente teosofica. Ad Assisi, l’incontro tra lโ€™architettura religiosa e l’arte onirica di Hilma af Klint avrebbe dato vita a un connubio unico tra il terreno e il divino.

 

di Andrea Martina Tiberi

 

L’intelligenza artificiale, in questa narrazione, agisce come il ponte tra il genio di af Klint e l’architettura sacra di Assisi. Le linee, i piani e le masse si evolvono sotto la sua visione alternativa, creando elementi architettonici complessi che emanano un’aura metafisica. Archi, piattaforme, colonne, corridoi e portici compongono un passaggio clericale a cielo aperto, dove cerimonie mistiche sembrano svolgersi in simbiosi con il naturale scorrere del tempo, unโ€™archeologia di pensieri segreti e sogni nascosti. Le forme fluide e i colori ricchi del suo mondo interiore penetrano nelle fondamenta stesse di Assisi. Gli edifici, le statue di uomini e le sculture non sono semplici rappresentazioni, ma sono accompagnati da portali circolari, ricchi di geometrie e colori.

 

di Andrea Martina Tiberi

 

La pavimentazione รจ ora un tappeto di trame, e i visitatori camminano su caselle che sembrano portare in mondi nuovi. Questa visione enigmatica di Assisi, plasmata dall’arte di Hilma af Klint, non รจ solo una reinterpretazione, ma un esperimento che indaga la connessione tra il terreno e il celeste, tra la realtร  visibile e il mondo dell’inconscio. รˆ un omaggio alle forme e ai colori che vanno al di lร  della superficie, un’invocazione di una realtร  nascosta che ci chiama ad esplorare le profonditร  della mente.

 

di Andrea Martina Tiberi

Hirohiko Shoda, in arte Chef Hiro, dal Giappone รจ arrivato in Italia nel 2006 e da qualche mese si รจ traferito in Umbria, a Casteltodino. Con lui ha portato nella nostra regione la cultura della sua terra.

Hirohiko Shoda, conosciuto come Chef Hiro, ha lasciato il Giappone nel 2006 โ€“ dove perรฒ torna spesso a trovare la sua famiglia โ€“ per trasferirsi in Italia, dove da qualche mese vive con la moglie a Casteltodino (in provincia di Terni). ยซFinalmente possiamo immergerci in una dimensione piรน semplice, pulita, goderci la natura e il buon cibo, fonti di ispirazione continua per il nostro lavoro di creativiยป. Oramai lโ€™Umbria รจ un luogo che gli appartiene e che vive quotidianamente, essendosi integrato alla perfezione con la nostra terra. Con grande disponibilitร , ha risposto alle nostre domande dove Giappone e Umbria โ€“ anche se apparentemente lontane – si uniscono in un intreccio di cultura e sapori.
Lo abbiamo giร  visto nella trasmissione Ciao, sono Hiro su Gambero Rosso Chanel, al programma La Prova del Cuoco e su Radio Deejay รจ spesso ospite del Trio Medusa. Il suo talento si esprime anche in diversi libri di cucina, tra cui Washoku, lโ€™arte della Cucina Giapponese e Hiro Cartoon Food.

 

Chef Hiro

Il poeta uruguaiano Mario Benedetti scriveva che รจ ยซgrazie ai sentimenti che diventiamo consapevoli di essere noi stessiยป. Nel suo libro, Hiro Cartoon Food, lei racconta sรฉ stesso e la cucina giapponese attraverso emozioni e sentimenti. Ci puรฒ spiegare il perchรฉ di questa scelta?

Dopo tanti anni nellโ€™alta ristorazione stellata, sia in Giappone sia in Italia, dopo alcuni anni di lavoro come docente in varie accademie e soprattutto dopo lโ€™uscita del mio libro Washoku, lโ€™arte della Cucina Giapponese (edito da Giunti, manuale completo sulla cucina e la cultura giapponese tradizionale), ho sentito il bisogno di evadere un poโ€™ dal mio ruolo istituzionale di Ambasciatore Ufficiale della cucina giapponese in Italia e ritrovare i ricordi della mia infanzia, recuperare e rivivere alcune emozioni lasciate in disparte da alcuni anni. Riconoscendo quelle emozioni del passato si puรฒ dare completezza alla propria vita di adulto e soprattutto si puรฒ apprezzare lโ€™affetto e la condivisione da parte di tante persone con lo stesso vissuto, al di lร  della nazionalitร  di origine.

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Tra le ricette del suo cuore ce nโ€™รจ una in particolare alla quale รจ piรน legato? Perchรฉ?

Io cito sempre i dorayaki, i famosi pancake giapponesi, che gustavo sempre da bambino dopo la scuola, a merenda, con gli amici o insieme a mio fratello e a mia sorella. Questo dolcino, semplicemente buono, รจ molto popolare in Giappone e compare in tantissimi anime, manga e film, come il gattone spaziale Doraemon o la dolce signora del film Le ricette della signora Toku. Non รจ solo un dolce, ma un simbolo di famiglia e di affetto.

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Nel libro la presentazione dei piatti รจ ispirata alle piรน popolari serie manga e anime giapponesi: quali sono i suoi manga e anime preferiti e in particolar modo quale tra i film di animazione dello Studio Ghibli genera in lei piรนใƒ‰ใ‚ญใƒ‰ใ‚ญ.

Eh sรฌ, ใƒ‰ใ‚ญใƒ‰ใ‚ญ in giapponese si pronuncia doki doki, รจ unโ€™espressione onomatopeica che si puรฒ tradurre con bum bum, come il battito del cuore delle prime emozioni, della trepidazione giovanile, che io ho voluto associare alla consistenza tenera e soffice dei dolci giapponesi. Ogni capitolo del mio libro Hiro Cartoon Food (edito Mondadori) รจ legato a una di queste onomatopee che in realtร  rappresentano uno stato dโ€™animo, una sensazione, un sentimento, spesso suscitati anche dai suoni del cibo, oltre che dellโ€™anima. Tutte le opere dello Studio Ghibli, in particolare quelle del grande maestro Hayao Miyazaki, si fondano su tematiche universali che accomunano tutti gli uomini e vanno oltre, nella fantasia, nel mondo onirico ed epico, fino allโ€™aldilร . E anche il tema del cibo รจ ricorrente e molto potente, simbolo di un quotidiano che trascende in qualcosa di piรน intimo e recondito. In Giappone fin da piccoli, a scuola, si trasmettono le opere dello Studio Ghibli, che sono molto piรน di un film dโ€™animazione, ma strumenti didattici e culturali che insegnano valori e principi sempre attuali e sempre validi, in ogni epoca storica e in ogni Paese del mondo.

 

Hiro Cartoon Food e Washoku

 

Il suo viaggio in Italia รจ iniziato nel lontano 2006, in Veneto; che cosa lโ€™ha portato in Umbria? Per Hirohiko Shoda cosa rappresenta questa regione? E per Chef Hiro?

Sono arrivato in Italia nel lontano 2006, ormai sono oltre 17 anni, tanto tempo! Il primo accesso รจ stato per motivi di lavoro, per collaborare con lo chef de Le Calandre di Padova, ristorante tre stelle Michelin. Dopo circa 7 anni, ho conosciuto la mia compagna Letizia che mi ha fatto capire che il lavoro รจ fondamentale e va rispettato e tutelato, ma che cโ€™รจ anche altro da preservare, la salute innanzitutto e gli affetti piรน cari che nel tempo, presi da una vita impegnata h24, si trascurano, si perdono. E la stessa scelta di vita lโ€™abbiamo percorsa insieme qualche mese, trasferendoci da Roma in Umbria, dove finalmente possiamo immergerci in una dimensione piรน semplice, pulita, goderci la natura e il buon cibo, fonti di ispirazione continua per il nostro lavoro di creativi. Oggi posso dire che Chef Hiro e Hirohiko Shoda sono la stessa persona, il mio lavoro รจ perfettamente integrato nella mia vita, e la mia vita รจ stimolo e carburante per la mia professione.


In questa ricerca gastronomica, le รจ capitato di testare dei sapori umbri che in qualche modo le hanno ricordato la sua terra dโ€™origine?

Ovviamente sto testando tutto, piano piano voglio scoprire nel dettaglio le varie produzioni e toccarle da vicino, i prodotti umbri hanno storia e radice profonda, come la vecchia quercia che protegge la mia casa, e questa bellezza di tramandare sapori e cultura รจ unโ€™usanza molto tipica anche in Giappone. In particolare, io sono nato nella Prefettura di Nara, lโ€™unica regione del Giappone che non รจ toccata dal mare, proprio come la Regione Umbria, il cuore verde dโ€™Italia.

 

 

 

Ci sono delle affinitร  tra Giappone e Italia nel rapporto col cibo?

Sรฌ, molte, soprattutto nellโ€™aspetto di condivisione del cibo con le persone care, e lโ€™offrire il cibo come gesto dโ€™amore e di cura.

 

Se dovesse descrivere sรฉ stesso con un piatto quale sceglierebbe?

Ormai รจ molto difficile rispondere a questa domanda perchรฉ ho vissuto metร  della mia vita in Giappone e lโ€™altra metร  in Italia, continuo a viaggiare molto e a scoprire le bellezze gastronomiche che ogni Paese del mondo offre, quindi non saprei piรน fare una scelta. Lโ€™importante per me รจ che un piatto contenga un messaggio, anche piccolo o invisibile, ma che abbia sempre qualcosa da dire, da raccontare, da tramandare.

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Grazie alle diverse trasmissioni che ha fatto a partire da Ciao, sono Hiro, abbiamo avuto modo di constatare la sua passione per la natura, la musica e lโ€™arte in generale, fondamentali nel processo creativo dal quale nascono i suoi piatti. In che modo lโ€™Umbria riesce ad ispirarla nelle sue creazioni?

In Umbria posso finalmente godermi il silenzio della natura, che in realtร  รจ un silenzio solo apparente, ricco invece di suoni, rumori, urla, sibili, canti, crepitii, fruscii, molti dei quali ricordano proprio i rumori e i suoni della cucina, ad esempio mentre si frigge o si cuoce alla brace. Dellโ€™Umbria amo proprio il fuoco, la brace, le lunghe cotture, tutti metodi antichi molto vivi e presenti anche nella cucina giapponese autentica, spesso erroneamente collegata soltanto alla cruditร  degli ingredienti.


Da quella trasmissione a oggi, comโ€™รจ cambiato il suo rapporto con i social?

Nel 2014, quando ho debuttato in tv, i social non erano cosรฌ presenti nella nostra quotidianitร , erano principalmente mezzi di evasione, di distrazione, di svago. Oggi si sono trasformati, per molti sono anche un mezzo importante di comunicazione e di lavoro, ma, come in tutte le sfere della vita e del lavoro, occorre sapere trovare il giusto metro di utilizzo, tenere la distanza necessaria senza farsi sopraffare. Io personalmente condivido e amo molto comunicare sui social, mostro me stesso senza grandi filtri, ma alcune cose in particolare, come eventi personali o dolori, preferisco lasciarli nella mia sfera privata. Lโ€™aspetto negativo dei social รจ non essere regolamentato e disciplinato. Non รจ possibile dire e fare tutto perchรฉ siamo in una sfera virtuale. Il virtuale oggi esiste, ed รจ molto piรน materiale di quello che sembra. Io credo che il rispetto e lโ€™educazione, la civiltร  e la discrezione (aspetti fondamentali della mia cultura dโ€™origine) vadano sempre garantiti, tutelati e preservati. Lโ€™essere un personaggio pubblico non equivale ad essere un pungiball, tutti si possono esprimere liberamente, ma sarebbe preferibile intervenire se si ha veramente qualcosa da dire, altrimenti a volte รจ meglio tacere e investire il tempo ad osservare, studiare e magari migliorarsi.

 

Chef Hiro al corteo storico di Casteltodino

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Di traguardi nella vita ne ha raggiunti tanti, come la nomina del MAFF Japan nel 2019 di Ambasciatore della Cucina Giapponese in Italia. Ci sono ancora dei sogni nel cassetto che vorrebbe realizzare?

Sono giร  molto contento e realizzato, il vero sogno รจ non perdere mai lโ€™entusiasmo e la voglia di imparare e di conoscere.


Cosa le manca di Nara, antica capitale del Giappone e patrimonio UNESCO, nonchรฉ sua cittร  dโ€™origine?

La mia famiglia, ma fortunatamente torno spesso in Giappone e riesco a non sentire troppo la distanza.


Cโ€™รจ qualche appuntamento in programma per i nostri lettori che avrebbero piacere di incontrarla?

Sto scrivendo il nuovo libro insieme a Letizia, e siamo entrambi felici di aver aspettato di completarlo proprio in Umbria, nella nostra nuova casa, ricca di ispirazioni e buone vibrazioni. Speriamo che lโ€™Umbria ci porti fortuna e tanta serenitร .

 


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