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La 56ยช edizione delย Festival delle Nazioniย รจ dedicata allโ€™Italia e si inquadra nel progetto triennale che vede esplorare la cultura musicale di nazioni che lasciarono una ereditร  culturale e linguistica nei territori conquistati nel periodo coloniale.

 

Fino al 7 settembre a Cittร  di Castello va in scena il Festival, in cui non รจ solo la musica a regnare. Questa 56esima edizione รจ dedicata all’Italia e a una sua produzione musicale in parte rimossa nella memoria collettiva, in quanto celebrativa di avventure coloniali che per la loro crudezza stesero unโ€™ombra sulla storia dello Stato italiano.
Anche per questo la produzione musicale, che vide coinvolti tutti i piรน grandi compositori italiani – tranne pochissime eccezioni โ€“ che agirono fra le due guerre, รจ rimasta finora poco esplorata.
Nel decennio precedente alla Seconda Guerra mondiale furono organizzate numerose manifestazioni e concorsi cui parteciparono sia come compositori che come giurati i piรน importanti autori italiani: Alfano, Cilea, Zandonai, Pedrollo, Malipiero, Pizzetti, Mascagni ed altri, con musiche per film, brani sinfonici e cameristici dai titoli suggestivi echeggianti immagini e avventure, in realtร  poco gloriose, che comunque rimangono interessanti dal punto di vista storico e linguistico.
Vi saranno anche testimonianze musicali e letterarie della resistenza etiope dellโ€™epoca, e un originale concerto di musica reggae diย Alborosie, interprete italiano di questo genere musicale, riconosciuto internazionalmente che ci porterร  a conoscere la cultura rastafari che si ispira proprio allโ€™eroe della resistenza al colonialismo, Hailรฉ Selassiรฉ.
Il secondo filone su cui si dipana la programmazione di questโ€™anno riguarda invece i giovani interpreti italiani che si stanno affermando a livello nazionale e internazionale, come Alexander Gadjiev (di Gorizia) vincitore del secondo premio al famosissimo Concorso Chopin di Varsavia nel 2021 e il violinista Giuseppe Gibboni (di Salerno) vincitore del Premio Paganini nel 2021. Accanto a loro ascolteremo nuovi talenti, promettenti brillanti carriere, che si esibiranno in un repertorio romantico e tardo romantico italiano ed europeo.

ยซLuca Signorelli ebbe un rapporto speciale con lโ€™Alto Tevere, a cui ha lasciato alcune delle sue opere piรน belle e conosciute. Sebbene visse e morรฌ a Cortona, Cittร  di Castello e la Valle del Tevere divennero una seconda casa per lโ€™artistaยป. Cosรฌ scrive Tom Henry, professore di Storia dellโ€™Arte allโ€™Universitร  di Kent, considerato uno dei maggiori esperti al mondo delle opere del maestro cortonese.

La Pinacoteca di Cittร  di Castello (della quale abbiamo parlato in un precedente articolo) รจ solo il punto di partenza per scoprire le opere di Luca Signorelli, distribuite tra i diversi borghi dellโ€™Alta Valle del Tevere. Il pittore – tifernate ad honorem – ha lasciato molte tracce del suo passaggio e, nel 2023 in occasione dei 500 anni dalla sua morte, un percorso celebrativo riunisce le undici opere visibili con un unico biglietto (fino a dicembre 2023) grazie allโ€™unione di otto comuni, una diocesi e oltre 20 musei.
La prima tappa alla scoperta della Valle del Signorelli รจ al Museo diocesano di Cittร  di Castello dove, nel suggestivo salone gotico, รจ esposta una pregevole tavola di scuola signorelliana datata 1492, che rappresenta la Madonna in trono con Bambino, San Girolamo e il beato Colombini da Siena. Anche nellโ€™ex chiesa di San Giovanni Decollato โ€“ sempre a Cittร  di Castello – sono presenti due dipinti attribuiti alla sua scuola. Se ci spostiamo nella frazione di Morra, invece, nel piccolo oratorio di San Crescentino Signorelli realizzรฒ, intorno al 1507, un ciclo di affreschi ispirati al tema della Passione di Cristo; didascalica e commovente trova il suo apice nella rappresentazione delle scene della Flagellazione e della Crocifissione.

 

Pala della Deposizione a Umbertide (Perugia)

 

Il viaggio prosegue a Citerna dove, lungo la parete destra della chiesa museo di San Francesco,ย รจ conservato, in una nicchia, lโ€™affresco raffigurante la Vergine con Bambino tra i Santi Michele Arcangelo e Francesco realizzato con largo apporto della bottega: gli angeli si pensa siano dipinti dalla mano dellโ€™artista toscano, poco prima della sua morte. Mentre per la chiesa di Santa Croce di Umbertide, oggi sede del Museo di Santa Croce, Signorelli eseguรฌ nel 1516 la Pala con la Deposizione sullโ€™altare maggiore, eccezionalmente ancora corredata di predella e cornice originali.
Le tracce della sua bottega si trovano anche al Castello Bufalini di San Giustino, dove รจ conservata una tavola raffigurante la Madonna con Bambino incoronata da due angeli mentre poggia su una nuvola con ai lati i Santi Cristoforo e Sebastiano; e nel Museo Civico di Montone dove influenza signorelliane si manifesta nellโ€™Annunciazione tra i Santi Fedele e Lazzaro e nellโ€™Immacolata tra Profeti e Sibille, riconducibili a due artisti provenienti dalla sua scuola.

 


Peruginosignorelli.it

La Valle del Signorelli

 

ยซVolevo convincervi che dovete imparare a far sรฌ che ogni azione abbia valore, perchรฉ resterete qui per poco tempo: troppo poco, infatti, per essere testimoni di tutte le meraviglie di questo mondoยป (Don Juan).ย 

โ€œWho is Zieger?โ€ รจ il titolo della mostra antologica dedicata allโ€™artista Bruno Zieger, inaugurata lo scorso 27 maggio nelle sale settecentesche di Palazzo Facchinetti a Cittร  di Castello, che rimarrร  allestita fino al 2 luglio. Lโ€™esposizione, curata da Lorenzo Fiorucci, รจ lโ€™occasione per ripercorrerne la storia biografica e artistica – a dieci anni dalla sua scomparsa, avvenuta nel dicembre 2012 – che troverร  compimento nella presentazione del catalogo, a ottobre del 2023. Lโ€™evento, patrocinato dal Comune di Cittร  di Castello e in collaborazione con lโ€™Associazione Caratteri dal 1799 ODV, รจ stato promosso dalla moglie Brunella Tacchini con il supporto di amici e il significativo contributo del comitato artistico costituito da Luca Baldelli, Jos Hachmang, Andrea Lensi, Fabio Mariacci, Elio Mariucci, Alvaro Tacchini e Giampaolo Tomassetti.

 

Bruno Zieger, Who is Zieger?, installation view, Palazzo Facchinetti, Cittร  di Castello. Ph. Enrico Milanesi


Il percorso espositivo si articola in otto sezioni tematiche, nelle quali gli stili e i linguaggi espressivi si alternano in scultura, pittura, collage e installazione facendo emergere la costante, ansiosa e giocosa ricerca dโ€™identitร  dellโ€™eclettico artista. Lโ€™indagine prende avvio dalle vicende biografiche di Zieger, nato nel 1950 a Maracaibo in Venezuela, dal padre Antonio originario di Trento e la madre Eva Parn, estone. La famiglia, perรฒ, a causa del lavoro del padre si trasferisce prima a Curaรงao, nelle Antille Olandesi, poi a Bangkok, in Thailandia e nel 1963 Bruno, allโ€™etร  di tredici anni, viene mandato a Montreux, per frequentare un collegio inglese. Incoraggiato dal suo docente George Williams, prosegue poi gli studi artistici presso la Depauw University di Greencastle, in Indiana, e dal 1972 si trasferisce a Cittร  di Castello, dove i genitori avevano acquistato un rudere, in localitร  Spazzavento, e qui si stabilisce fino al 2012, anno della sua prematura scomparsa.
Nella prima sala, Ouverture, lโ€™opera video di Fabio Galeotti Who is Zieger? apre la mostra insieme ai documenti dโ€™archivio e alle opere di piccolo formato, fra le quali Tautologia (1978); proseguendo, in Balance sono presentate le primissime pitture astratto-geometriche di metร  anni โ€™70, gli studi sulla luce e le sculture di profili in ferro. A seguire Me, myself and I, con opere nelle quali il tema dellโ€™autoritratto รจ indagato con disciplina e forza, insieme a un alfabeto di segni primitivi e ricorrenti. La sala centrale, The last dream, ci conduce in una dimensione onirica dove sono evidenti le influenze Dada – Duchamp, Man Ray e Schwitters – neoplastiche e costruttiviste arrivando a immaginari metafisici e surrealisti che proseguono nelle tre sale successive: Antichair, Unfathomable Mystery e Dialogues and conversations. A chiudere la mostra lโ€™installazione The Good Shepherd, realizzata nel 2009 per la bipersonale olandese Incontro, nella quale espose con lโ€™amico e artista Jos Hachmang.

 

Bruno Zieger, Senza Titolo, 2004. Ph. Enrico Milanesi

 

Bruno Zieger difficilmente puรฒ essere collocato in un movimento o in uno stile e il suo costruttivismo ludico, come lo definisce Giuliano Serafini, risente di suggestioni sedimentate; entrare nelle sue opere induce ad abitare, anche fisicamente, una geografia intima nella quale la stagione dellโ€™infanzia รจ un tempo per interrogarsi sullโ€™identitร , il desiderio e lโ€™assenza, poichรฉ forse, dopotutto, la mancanza รจ ciรฒ che spinge a cercare.
Tornare a leggere oggi il lavoro di Zieger, in una prima retrospettiva antologica, รจ un passaggio fondamentale per documentare un periodo aureo a Cittร  di Castello; fondamentale il suo contributo come artista e come membro di associazioni artistiche, in particolare Mani dโ€™Opera, di cui fu fondatore e promotore, il Teatro dei 90 e Politheater. La straordinaria partecipazione della cittadinanza durante lโ€™inaugurazione e nelle prime settimane di apertura ha confermato lโ€™urgenza e il desiderio di riscoprire un artista poliedrico, complesso, apolide ma tifernate dโ€™adozione.ย 

 


โ€œWho is Zieger?โ€
a cura di Lorenzo Fiorucci
27/05/2023 – 02/07/2023
giovedรฌ-domenica
10:00-13:00 / 17:00-20:00
Palazzo Facchinetti, Corso Vittorio Emanuele, 2, Cittร  di Castelloย 

ยซLa pellicola ci presenta un territorio – quello dellโ€™Alta Umbria – in un prossimo futuro dalle vesti post-apocalittiche, quindi gli scenari che vedremo saranno stravolti dalla realtร  e condurranno lo spettatore alla scoperta di location conosciute, ma viste sotto una luce diversa, creando una distopia interessanteยป.

“Alla ricerca di Rose” backstage

Potremmo giร  considerarlo un Guinness World Record il film Alla ricerca di Rose scritto e diretto dai due registi umbri Lorenzo Lombardi e Nicola Santi Amantini e prodotto dalla Whiterose Pictures nellโ€™ambito del Piano Nazionale Cinema e Immagini per la Scuola promosso da MiC e Ministero dellโ€™Istruzione.
I protagonisti sono oltre 60 bambini under 10 e solo un adulto: lโ€™attrice Valentina Lodovini. Il film – interamente girato in Umbria e che ha coinvolto le scuole del territorio, precisamente quelle del Comune di San Giustino (PG) sotto la Direzione Didattica Statale F.T. Bufalini – gioca su un mondo senza adulti composto da soli bambini e sul rispetto verso lโ€™ambiente e la natura.
Alla ricerca di Rose narra di un ipotetico futuro prossimo (il 2029), dove un gruppo di bambini, dopo un evento misterioso, si ritrova a fare i conti con un mondo senza adulti, elettricitร  e tecnologia, e parte alla ricerca di colei che sembra essere lโ€™unica donna rimasta in vita: Rose. I protagonisti della storia intraprenderanno un viaggio alla scoperta di loro stessi, di una natura incontaminata e alla ricerca di una figura materna. Il regista Lorenzo Lombardi ci svela il dietro le quinte e soprattutto comโ€™รจ andata lโ€™esperienza di dirigere un cast composto da piccoli attori emergenti.

Dirigere dei bambini รจ piรน o meno difficile rispetto agli adulti?

รˆ una situazione completamente diversa. Veniamo da numerosi cortometraggi realizzati con bambini, ma questa รจ la prima volta che ci cimentiamo in un film vero e proprio con un cast completamente composto da bambini di 9 anni. รˆ sicuramente molto piรน difficile, anche considerando il fatto che non sono dei veri attori e hanno unโ€™esperienza della vita piuttosto breve. Dโ€™altro canto devo riconoscere che la loro spensieratezza, il loro mettersi in gioco completamente e lโ€™impegno che hanno apportato durante le riprese sono stati impareggiabili. Si sono fidati delle nostre indicazioni, affidandosi completamente. Molti di loro si sono ritrovati in situazioni estranianti, come lโ€™essere a capo di una spedizione o addirittura di una comunitร . Hanno sperimentato esperienze nuove, che magari non avrebbero avuto modo di fare e in alcuni casi, la forza di volontร  gli ha fatto superare anche alcune paure. Ad esempio, le vertigini quando hanno attraversato un vecchio ponte ferroviario a picco sul fiume, o imparato ad andare in bicicletta (per alcuni era la prima volta) durante le scene di raccordo fra una location e lโ€™altra.

 

Backstage del film

Sono piรน disciplinati?

Sono stati molto ubbidienti, anche quando hanno dovuto recitare per numerose ore al giorno, magari in condizioni climatiche fredde, sempre cercando di rimanere sul pezzo per non perdere la concentrazione a ritmi di vere star.

Il film รจ anche un manifesto per lโ€™Umbria?

Il film vuole essere anche questo: far conoscere i nostri paesaggi naturalisti, anche quelli meno battuti. Scenari che secondo noi sono affascinanti e perfetti per un film. Abbiamo girato anche unโ€™intera sequenza di scene allโ€™interno di Castello Bufalini di San Giustino e lo abbiamo scenografato in una chiave piรน unica che rara, perchรฉ nel film รจ il quartier generale di una banda di bambini detti Gli Orfani.

In che modo la racconta?

La pellicola ci presenta un territorio – in particolar modo quello dellโ€™Alta Umbria – in un prossimo futuro dalle vesti post-apocalittiche, quindi gli scenari che vedremo saranno stravolti dalla realtร  e condurranno lo spettatore alla scoperta di location conosciute, ma viste sotto una luce diversa creando una distopia interessante.

I bambini hanno partecipato anche alla stesura della sceneggiatura?

Con i bambini abbiamo realizzato lezioni teoriche e pratiche in classe, perchรฉ il progetto era volto anche allโ€™insegnamento e alla conoscenza del cinema. Grazie a questo hanno scoperto cosa cโ€™รจ dietro la realizzazione di un film, attraverso analisi di lungometraggi, backstage, lo studio della grammatica delle inquadrature e dei movimenti di camera, per poi arrivare anche ai casting. Tutto ciรฒ li ha resi attori consapevoli sul set. Per quanto riguarda la sceneggiatura era impensabile realizzarla totalmente con loro, ma tramite laboratori creativi hanno dato gli incipit per il concept del film: un mondo senza adulti e perchรฉ? Sono quindi gli autori dellโ€™idea che poi รจ stata, da me e N. Santi Amantini, elaborata in una vera e propria sceneggiatura, la cui stesura ha richiesto piรน di 2 mesi.

โ€œAlla ricerca di Roseโ€ richiama un poโ€™ โ€œAlla ricerca di Nemoโ€: cโ€™รจ qualche legame o รจ solo coincidenza?

Il titolo del film prende senzโ€™altro spunto da titoli blasonati come appunto Alla ricerca di Nemo o La ricerca della felicitร  o Alla fine arriva Polly, ma solo ed esclusivamente come sonoritร  e gioco di parole. La storia narrata in Alla ricerca di Rose รจ totalmente diversa da questi film, sia per contenuti sia per genere.

 

Il regista Lorenzo Lombardi con Valentina Lodovini

La presenza di Valentina Lodovini รจ sicuramente la ciliegina sulla tortaโ€ฆ

La presenza di Valentina Lodovini รจ la torta! A parte gli scherziโ€ฆ รˆ stata una sorpresa inaspettata. Perchรฉ proprio il primo giorno di riprese ho avuto modo di parlare con lei e spiegarle il nostro progetto. Per noi sarebbe stato un sogno poterle regalare il ruolo di Rose. Sarร  stata lโ€™enfasi dellโ€™inizio riprese o il fatto che alle volte i sogni si avverano, ma la storia le รจ piaciuta molto, e i temi toccati dal film li ha sentiti sin da subito molto vicini. Ha quindi accettato di partecipare e la torta รจ diventata cosรฌ di sicuro molto piรน bella e buona!

Cโ€™รจ giร  una data dโ€™uscita?

In questo momento siamo ancora in fase di post-produzione e non abbiamo una data confermata per lโ€™anteprima del film. Stiamo lavorando sodo, ma non avverrร  prima di ottobre/novembre 2023.

Le sue 26 sale contengono opere dal XIV al XX secolo: Ghirlandaio, Della Robbia, Pomarancio, Guttuso, De Chirico e molti altri.

Preziose opere dโ€™arte, affreschi e il fantasma di una donna che, nelle notti di luna piena, si aggira per le sue stanze. Tutto questo lo troviamo nel cinquecentesco Palazzo Vitelli alla Cannoniera sede della Pinacoteca Comunale di Cittร  di Castello, secondo maggior contenitore dโ€™arte della regione dopo la Galleria Nazionale dellโ€™Umbria di Perugia.

Pinacoteca di Cittร  di Castello

 

La sobria struttura, realizzata tra il 1521 e il 1543 per celebrare le nozze del condottiero Alessandro Vitelli con Angela Paola deโ€™ Rossi, รจ arricchita sulla facciata che dร  sul giardino da eleganti monocromi di Cristoforo Gherardi, su probabile disegno di Giorgio Vasari. Le sue 26 sale contengono opere dal XIV al XX secolo: la piรน antica รจ la pala della Madonna in trono col Bambino del Maestro di Cittร  di Castello, fedele seguace di Duccio di Boninsegna, che risale alla prima metร  del โ€˜300.

Martirio di San Sebastiano

Ma sono i primi lavori di Luca Signorelli e Raffaello Sanzio che catturano maggiormente lโ€™attenzione dei visitatori.
Del cittadino onorario Signorelli (nel 2023 si celebrano i 500 anni dalla morte) spicca il Martirio di San Sebastiano, realizzato dallโ€™artista nel 1498 per la Chiesa di San Domenico, dove colpisce la fisicitร  di arcieri e balestrieri e il corpo martoriato di Sebastiano; altro pezzo pregiato รจ lo Stendardo di San Giovanni Battista, di scuola Signorelli, commissionato dallโ€™omonima confraternita per la loro chiesa a Cittร  di Castello; e un frammento dellโ€™affresco del 1474 proveniente dalla Torre Civica della cittร  tifernate, raffigurante il volto di San Paolo a testimonianza della sua vicinanza a Piero della Francesca.
ยซIl Martirio di San Sebastiano si trova nella Sala della Contemplazione accanto allo Stendardo processionale della Santissima Trinitร , lโ€™unica opera mobile di Raffaello rimasta in Umbria. I due quadri dialogano tra loro in un vis-ร -vis inedito. Ma la Pinacoteca conserva anche lavori di Domenico Ghirlandaio, Andrea Della Robbia, Lorenzo Ghiberti, Antonio Vivarini, Raffaellino del Colle, Santi di Tito, il Pomarancio, Mario Mafai, Renato Guttuso, Giorgio De Chirico, Carlo Carrร  e molti altri. รˆ possibile ammirare anche una ricca collezione di bronzi di Bruno Bartoccini, donata al Comune di Cittร  di Castello direttamente dallโ€™artista, mentre nella gipsoteca sono custoditi i gessi realizzati come bozzetti dallo scultore tifernate Elmo Palazzi: da menzionare Allegoria dellโ€™Umbria, una scultura che rappresenta la regione, la cui opera originale si trova nellโ€™Altare della Patria a Romaยป illustrano gli operatori della Cooperativa Sociale Poliedro, che gestisce la Pinacoteca.

 

 

Stendardo processionale della Santissima Trinitร , Raffaello

 

Lโ€™arte si manifesta e prende vita nella Pinacoteca anche negli affreschi delle diverse stanze del palazzo: vasi, mascheroni, motivi vegetali, putti, cornucopie, uccelli affiancano stemmi e simboli della famiglia tifernate dei Vitelli. Lo scalone che dร  accesso al piano nobile รจ anchโ€™esso affrescato con una complessa decorazione a carattere celebrativo e simbolico: Sibille e Profeti, Apollo e le Muse, Sapienti e Imperatori dellโ€™antichitร  che sono attribuiti a Cola dellโ€™Amatrice e a Cristoforo Gherardi.
Il mobilio esposto nelle diverse sale non appartiene allโ€™arredamento originale del palazzo, ma fa parte della donazione che Elia Volpi, responsabile dellโ€™ultimo restauro dellโ€™edificio e proprietario, fece al Comune di Cittร  di Castello nel 1912. Tavoli cinquecenteschi di fattura tipicamente umbra o di provenienza conventuale, una serie di sedie e seggioloni sei-settecenteschi ne sono un esempio. I pezzi di maggior pregio e interesse sono gli arredi provenienti da chiese e monasteri castellani.

 

Interno della Pinacoteca

La leggenda di Laura

Ogni antico palazzo ha una leggenda e un fantasma che torna ad aggirarsi nelle sue sale durante le notti di luna piena. A Palazzo Vitelli alla Cannoniera si racconta la storia di Laura (Sora Laura), dei suoi amanti e dei suoi fazzoletti. Siamo nel โ€˜500, il condottiero Alessandro Vitelli viveva in questa dimora a Cittร  di Castello con la moglie Angela Paola deโ€™ Rossi, figlia di Bianca Riario e nipote di Caterina Sforza. Il loro non era stato certo un matrimonio dโ€™amore, ma piรน un accordo politico; per questo Angela, poco interessata al marito, lascia presto la dimora. La leggenda vuole che Laura โ€“ minuta, con lunghi capelli corvini e molto bella – incontri Alessandro fuori da palazzo: i loro sguardi si incrociano e lei, sfrontata, lo guarda dritto negli occhi, nonostante allโ€™epoca una donna del popolo non poteva comportarsi in quel modo con un uomo del lignaggio di Vitelli.
Lui rimane colpito dalla sua sfrontatezza e arroganza, per questo la manda a cercare dai suoi uomini. Laura cosรฌ entra a palazzo. Ma nei lunghi periodi in cui Alessandro รจ via lei resta sola, prigioniera di quelle stanze e cosรฌ per passare il tempo inizia a ricamare fazzoletti.
Un giorno annoiata si affaccia allโ€™unica finestra che dร  fuori dalla proprietร  e, al passaggio di un giovane, fa cadere il fazzoletto. Il ragazzo prontamente lo raccoglie ed entra in casa per restituirglielo, ma si trattiene piรน del dovuto, cosรฌ lei gli consiglia di non uscire dalla porta principale, perchรฉ le serve avrebbero raccontato tutto ad Alessandro. Esorta quindi il giovane a uscire da una porticina nascosta dagli affreschi. Laura tralascia perรฒ un particolare: la porta conduce in un pozzo, per questo si esce rapidamente e senza essere visti (mai piรน).
Secondo la leggenda, questo fazzoletto bianco, immacolato e puro – ma che cosรฌ puro non era – le sfugge piรน volte di mano e quella porta si apre molto spesso. รˆ per questo motivo che, nelle notti di luna piena, lei, presa dal rimorso, torna allโ€™interno del palazzo a cercare le anime dei tanti giovani che per colpa sua non hanno fatto piรน ritorno a casa.
ยซIl palazzo รจ molto affascinante e particolare, venire di notte quando รจ buio e non ci sono rumori incute un poโ€™ di timore. Si puรฒ avere la sensazione di non essere soli, di avvertire una presenza. Sarร  vero? รˆ solo suggestione? Tutto questo mistero lo rende cosรฌ affascinanteยป raccontano i gestori della Pinacoteca.

 

 


Pinacoteca al chiaro di luna –ย  speciale Luca Signorelli (venerdรฌ 26 maggio ore 21)

Tornano le tanto attese aperture serali di Palazzo Vitelli alla Cannoniera. Quest’anno, in occasione di “La Valle di Signorelli”, le visite guidate saranno focalizzate particolarmente sulla vita e le opere dell’artista cortonese conservate nel museo.
รˆ necessario prenotare: 0758554202 / 0758520656; cultura@ilpoliedro.org

Tanti gli eventi: restauro dal vivo della Pala Martinelli, da San Sepolcro si trasferisce a Perugia lโ€™Ascensione di Vannucci e “Lo Sposalizio della Vergine” sarร  riprodotto da unโ€™azienda di Cittร  di Castello.

La Pala di Santโ€™Onofrio di Luca Signorelli ha lasciato la sua casa presso il Museo del Capitolo della Cattedrale di San Lorenzo a Perugia per traslocare allโ€™interno della Galleria Nazionale dellโ€™Umbria. Resterร  lรฌ fino allโ€™11 giugno in occasione della mostra Il meglio maestro d’Italia. Perugino nel suo tempo, che verrร  inaugurata sabato 4 marzo. Il trasferimento di Santโ€™Onofrio rientra nelle celebrazioni dei 500 anni dalla morte di Perugino e Signorelli, che giorno dopo giorno entrano sempre piรน nel vivo.

ยซLโ€™operazione รจ frutto della collaborazione tra Isola San Lorenzo e Galleria Nazionale dellโ€™Umbria: la Pala del pittore toscano รจ stata infatti concessa in prestito per la grande mostra e al Museo del Capitolo รจ arrivata la Pala Martinelli โ€“ Martirio di San Sebastiano, opera del Perugino, che realizzรฒ per la Chiesa di San Francesco al Prato e che fino a oggi si trovava nel deposito della Galleria. Qui si terrร  anche il suo restauro dal vivo, realizzato dallโ€™impresa CBC – Conservazione Beni Culturali e saranno organizzate delle visite guidate a contatto con lโ€™opera e con chi esegue la riqualificazione.
Inoltre, dal Duomo di San Sepolcro si sposta a Perugia lโ€™Ascensione di Cristo sempre del Perugino e potrร  essere ammirata al museo da giugno a settembre. Infine, da metร  settembre fino allโ€™8 dicembre, ricreeremo una bottega rinascimentale e lโ€™azienda di Cittร  di Castello Bottega tifernate realizzerร  una riproduzione in scala 1:1 dello Sposalizio della Vergine con la tecnica della pictografia. La riproduzione resterร  in esposizione in Cattedrale, per poi diventare un pezzo della collezione del Museo. Ma di tutti questi eventi ne riparleremo in modo piรน approfonditoยป spiega lโ€™architetto Alessandro Polidori, direttore dellโ€™Ufficio diocesano per i Beni culturali ecclesiastici. Tutto questo rientra nel progetto della Diocesi di Perugia – Cittร  della Pieve, curato da Genesi (che si occupa del Complesso monumentale della Cattedrale Isola di San Lorenzo), Perugino nel segno del tempo, classificato terzo al bando del Comitato Nazionale.
ยซIl progetto prevede inoltre dei percorsi che, partendo dallโ€™Isola di San Lorenzo andranno a toccare tutti i luoghi dove sono presenti le opere di Vannucci. Sarร  pubblicata anche una guida su questi itinerari, edita da Electa. Ma anche di questo avremo modo di parlare in seguitoยป prosegue lโ€™architetto Polidori.

La Pala di Santโ€™Onofrio di Luca Signorelli

Il dipinto, datato 1484, si trova nella cappella intitolata a Santโ€™Onofrio nella Cattedrale di Perugia, sulla quale aveva il patronato la famiglia cortonese dei Vagnucci.

Pala di Sant’Onofri, olio su tavola di Luca Signorelli, 1484

Uno dei membri della famiglia, Iacopo, fu vescovo della cittร  umbra dal 1449 e fu lโ€™artefice del cambiamento in chiave rinascimentale del Duomo. Nel transetto destro trovรฒ posto la cappella in cui Iacopo Vagnucci venne sepolto e che recava sullโ€™altare la Pala di Luca Signorelli. Lโ€™opera รจ molto importante, perchรฉ costituisce un punto fermo nel percorso dellโ€™artista toscano, mostra infatti lโ€™acquisizione dei temi centrali della pittura del suo tempo e regala al pubblico un dipinto di grande compiutezza stilistica.
Sulla tavola รจ dipinta la Vergine che siede al centro su un alto trono, intenta a leggere un volumetto rosso; il Gesรน le siede in grembo anchโ€™esso assorto. Quattro santi li affiancano: a destra San Lorenzo e Santโ€™Ercolano con le fattezze del vescovo Vagnucci, entrambi vestono sontuosi paramenti liturgici che rappresentano mirabile esempio di pitture nella pittura. A sinistra si trovano invece Giovanni Battista e Onofrio. Un angelo suona il liuto seduto ai piedi di Maria, omaggio alle composizioni in voga in area veneta.
La composizione e la disposizione delle figure – immerse in un paesaggio aperto – sono costruite con grande equilibrio e la luce, assieme al colore, definisce con nitidezza corpi e volumi. La natura morta del vaso di vetro in primo piano, rimanda allโ€™arte fiamminga e in particolare al Trittico Portinari di Hugo van der Goes.

Il nuovo allestimento del Museo della Cattedrale

Il Museo del Capitolo della Cattedrale – Isola di San Lorenzo di Perugia ha riaperto al pubblico mostrando una nuova veste e un nuovo allestimento. Il progetto coincide coi cento anni dalla sua apertura (1923-2023) e col quinto centenario della morte del Perugino e del Signorelli (1523-2023). Lโ€™allestimento, realizzato grazie al sostegno della Fondazione Perugia, segue un criterio tematico e non piรน cronologico: si tratta di un nuovo percorso in cui le opere selezionate raccontano la propria storia anche come espressione di un messaggio autentico in grado di arrivare al cuore del visitatore. Un fil rouge tra pittura, scultura, oreficeria, miniatura e tessile, che documenta il lungo dialogo che unisce e accomuna le diverse espressioni artistiche, testimonianza diretta di una committenza che ha trovato nella ricerca del bello uno strumento per incontrare Dio.

 

Il nuovo allestimento

 

ยซSi tratta di un percorso non piรน cronologico, ma di carattere scientifico-tematico a cui si puรฒ accedere non solo con visite guidate, ma anche in autonomia, grazie a moderni pannelli esplicativi. Ogni sala รจ intitolata a personalitร  e a opere significative caratterizzanti epoche della storia di Perugia e non solo. Basti pensare alle sale: Leone XIII, il Papa della Rerum Novarum e vescovo di Perugia dal 1846 al 1880; Perugia dei Papi; Santโ€™Anello che la cattedrale custodisce; Parato Armellini; Luca Signorelli dove si trova la Pala di Sant’Onofrio; Speranza e affidamento che vede esposte le opere con carattere devozionale che i perugini hanno fatto realizzare in momenti di difficoltร  come la peste; Agostino Di Duccio con allโ€™altare che lui fa nel 1473 allโ€™interno della Cattedrale; Diocesi-Cattedrale-Museo, dedicata alla storia del museoยป illustra lโ€™architetto Alessandro Polidori, curatore del nuovo progetto.

Venerdรฌ 10 giugno 2022 dalle ore 10:00, presso Villa Livia – Lerchi, Cittร  di Castello โ€“ porte aperte per tutti coloro che vorranno ammirare la bellissima ed elegante dimora immersa nella campagna umbra a pochi minuti da Cittร  di Castello.

Lโ€™evento, organizzato da Maria Grazia Saberogi con Saberogi Property e curato dallโ€™architetto Simona Bonini, nasce con lโ€™obiettivo di consentire agli ospiti la conoscenza diretta dellโ€™immobile e di confrontarsi direttamente con i tecnici per acquisire tutte le informazioni desiderate.

La tecnica dellโ€™open house nasce negli USA, dove rappresenta ormai una consuetudine, ma negli ultimi anni sta prendendo piede in Italia. Una novitร  che riserva vantaggi sia per il venditore sia per lโ€™agente che possono ottimizzare tempi e costi, ma che risulta interessante anche per il potenziale acquirente, che puรฒ visitare lโ€™immobile senza lo stress di un appuntamento dai tempi serrati, nonchรฉ coglierne tutte le potenzialitร , godendo al tempo stesso di un evento accogliente durante il quale incontrare persone e instaurare relazioni. Quando poi lโ€™evento open house riesce a valorizzare, oltre alle caratteristiche dellโ€™immobile, anche il contesto territoriale in cui esso รจ immerso trasmettendone al visitatore fascino e potenzialitร , lโ€™iniziativa di marketing immobiliare diventa unโ€™operazione di marketing territoriale perchรฉ insieme allโ€™immobile si promuove, e si vende, un intero territorio.

รˆ questo il caso di Open House Villa Livia, durante il quale sarร  possibile visitare una bellissima villa immersa nel cuore dellโ€™Alta Valle del Tevere. La villa offre uno stile di vita giovane, dinamico e comodo. Disposta su 2 livelli con 4 camere da letto e una zona living articolata e impreziosita dal luminoso patio, รจ dotata di unโ€™ampia cucina e zona pranzo con camino, per ricevere comodamente familiari e amici.
Il tutto รจ impreziosito da un giardino di 2500 mq con una bellissima piscina.

Lโ€™evento sarร  allietato da musica e accompagnato da prelibatezze del territorio umbro.

Media partner dellโ€™evento: Corebook Multimedia & Editoria.

 

Indirizzo: Strada provinciale 102 (Bivio per Celle), Lerchi, Cittร  di Castello, Perugia.

Maria Grazia Saberogi con “Saberogi Property” presenta allโ€™esclusivo Open House VILLA LIVIA.
Venerdรฌ 10 giugno 2022 dalle ore 10, si apriranno le porte di questa elegante dimora di campagna, sebbene solo a qualche minuto da Cittร  di Castello. Lโ€™evento sarร  allietato da musica ed accompagnato da prelibatezze del territorio umbro.
Lโ€™open House รจ un evento del settore immobiliare con il quale si aprono le porte di una casa e lโ€™ospite puรฒ percorrerla e visitarla in tutti i suoi dettagli.
Villa Livia รจ una bellissima villa che offre uno stile di vita giovane, dinamico e comodo. La sua disposizione รจ su 2 livelli con una zona living articolata ed impreziosita dal luminoso patio; unโ€™ampia cucina e zona pranzo con camino, vi permetterร  di ricevere comodamente familiari e amici. La villa ha 4 camere da letto. Il giardino si estende su 2500mq con una bellissima piscina.

I due calciatori lasciano le rispettive squadre โ€“ Inter e Sassuolo โ€“ dopo decenni. Ora pensano al futuro e, perchรฉ no, a un ritorno in Umbria.

Dicono che le bandiere nel calcio non ci sono piรน, che le ultime si sono ammainate con lโ€™addio di Maldini, Zanetti e Totti. Ma ci sono bandiere e giocatori simbolo piรน silenziosi, meno da copertina e piรน da spogliatoio. Domenica due di loro hanno lasciato le loro squadre dopo esserne stati capitani per anni. Sono Francesco Magnanelli da Cittร  di Castello e Andrea Ranocchia da Bastia Umbra che non hanno solo questo in comune, ma anche il fatto di essere entrambi due umbri DOC.

Magnanelli lascia il Sassuolo dopo 17 anni con 520 partite giocate, partendo dalla serie C fino allโ€™Europa League, sempre con la maglia neroverde. ยซSono orgoglioso di essere rimasto a Sassuolo per 17 anni. Qui sono diventato uomo. Nessuno mi ha dato la serie A. Sono io che me la sono presa. Eppure allโ€™inizio mi sbagliavano il cognome: mi chiamavano Massimo Manganelli. Sia tecnicamente sia fisicamente non ero baciato dalla sorte e poi venivo dal Gubbio, ero l’ultimo arrivato e non ero certo di continuare col calcioยป. Ma le cose nella vita cambiano decisamente.

 

Francesco Magnanelli, foto by Facebook

 

Noi di AboutUmbria lo avevamo intervistato qualche anno fa e, oltre ad averci svelato il suo amore per lโ€™Umbria: ยซรˆ la mia terra, la mia famiglia dโ€™origine, gli amici di sempre. Ho un legame molto forte con questa terra e, per questo, torno appena posso. Ci passo le vacanze, รจ un luogo molto particolare e affascinante. In piรน, quando vivi fuori lo apprezzi maggiormente, vedi i suoi pregi ma anche i suoi difettiยป, aveva accennato al suo futuro incerto una volta lasciato il calcio: ยซNon so bene cosa farรฒ. Per ora vivo alla giornataยป. Futuro che oggi vede con piรน chiarezza: ยซSi chiude un capitolo e se ne apre un altro, spero altrettanto bello, in un mondo in cui non so minimamente niente. La societร  mi ha proposto qualcosa di bello, per me questo รจ una grandissima soddisfazioneยป.

 

Andrea Ranocchia, foto by Facebook

 

Cโ€™รจ poi Andrea Ranocchia, partito dalle giovanili del Bastia e del Perugia e arrivato a essere per alcuni anni capitano dellโ€™Inter e poi uomo spogliatoio, vincere trofei e vestire la maglia azzurra. Dopo 11 stagioni, 226 partite e 14 gol si toglie la maglia nerazzurra. In un veloce scambio di battute di due anni fa ci aveva confessato che voleva sicuramente tornare a vivere in Umbria una volta lasciata la squadra milanese e: ยซSe un giorno andrรฒ via dallโ€™Inter mi piacerebbe finire la carriera a Perugia, ma non so quanto sia fattibile. Vedremo!ยป. Non ci resta che aspettare il calciomercato! Ranocchia salutato dai tifosi di San Siro con lo striscione: Andrea Ranocchia orgoglio della Nord, ha ringraziato tutti: ยซRingrazio i tifosi, chi mi รจ stato vicino, i miei compagni, la mia famiglia, i miei figli. Personalmente sono contento e appagato di tutto quello che ho fatto e che ho dato. Quando sono arrivato allโ€™Inter ero un ragazzo giovane con tante ambizioni, speranze e voglia di divertirsi. Ora sono diventato un poโ€™ piรน vecchio, ma la voglia di divertirsi c’รจ ancora. Adesso mi riposerรฒ un poโ€™ e poi penseremo al futuroยป.

Tra San Giustino (PG) e Sansepolcro (AR), cโ€™รจ una zona di terreno che per secoli, tra il 1441 e il 1826, ha goduto di un’indipendenza dovuta a un errore dei cartografi vaticani e toscani. Cosรฌ รจ potuta nascere la libera Repubblica di Cospaia.

I delegati cartografi dello Stato Pontificio e del Granducato di Toscana, che dovevano tracciare i confini in quella zona di territorio, sbagliarono la delimitazione del luogo nei loro termini mappali, lasciando cosรฌ fuori dalle rispettive giurisdizioni quella minuscola area nellโ€™Alta Valtiberina, che si trova tra i torrenti Riascone e Rio di Gorgaccia.

 

Repubblica di Cospaia, foto via La storia di Cospaia

 

La zona, rimasta fuori dalle mappe dei cartografi, era una piccolissima striscia di terra, larga cinquecento metri e lunga due chilometri. Gli abitanti di Cospaia, il borgo appoggiato su quella piccolissima porzione di territorio, accorgendosi dellโ€™errore, si dichiararono fin da subito indipendenti e liberi da altre sovranitร ; tale condizione rimase immutata per secoli. E cosรฌ Cospaia visse dimenticata per quasi quattrocento anni, senza appartenere a nessuno se non a sรฉ stessa. Non esisteva un codice, una legge o imposte e in questa situazione, prese vita il contrabbando con gli Stati confinanti. In tal modo la Repubblica di Cospaia ha rappresentato per diversi secoli, un territorio franco e spesso i contrabbandieri vi trovarono accoglienza per i loro traffici che avvenivano tra Umbria, Toscana e Marche, attraverso la percorrenza di sentieri ben definiti da parte dei contrabbandieri/trasportatori che venivano chiamati spalloni.

 

 

I principali prodotti agroalimentari, oggetto di questi traffici illeciti, erano il tabacco e il grano. La Valtiberina, ancora oggi, รจ una terra di vocazione per la coltivazione del tabacco, una delle tipicitร  del territorio e rappresenta una fonte economica importante per gli abitanti della zona. La Repubblica di Cospaia ebbe la sua fine nel 1826 con la restaurazione post Napoleonica e il suo territorio venne poi suddiviso tra il comune umbro di San Giustino e quello toscano di Sansepolcro.
La Repubblica di Cospaia non ha riconoscimento giuridico corrente, ma il suo originario motto, scritto sul portale della chiesa parrocchiale della cittadina, รจ sempre attuale: Perpetua et firma libertas (Perpetua e sicura libertร )โ€ฆ e nei tempi correnti questo antico detto assume un significato di immenso valore e rimane sempre ร  la page.

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