Stroncone, splendido borgo posto a guardia della valle ternana, nel Palazzo municipale ospita un tesoro di rara bellezza. Si tratta dei Corali, nove codici miniati risalenti al XIV secolo rivelatisi fondamentali non solo per arricchire la storia della paleografia musicale, ma anche quella dellโarte.
Per Corali di Stroncone si intendono nove codici miniati su pergamena, databili intorno al XIV secolo, che furono rinvenuti nel 1883 dallo storico Luigi Lanzi in due chiese collegiate, quella di San Michele Arcangelo e quella di San Nicola. Formavano il Graduale e lโAntifonario custoditi nelle due collegiate e alcuni lasciti testamentari inerenti alla loro realizzazione ci dicono che furono commissionati in piรน fasi, dal 1325 circa al 1400. Ma perchรฉ sono cosรฌ preziosi?
Libri per lโofficium chori
I libri corali erano codici di grandi dimensioni (alcuni, aperti, potevano raggiungere anche i 50 centimetri dโaltezza e i 60 di larghezza) fatti per essere appoggiati su grandi leggii a beneficio dellโufficiatura quotidiana del coro. Contenevano infatti le parti che dovevano essere cantate, scritte in lettere gotiche, e la notazione musicale. I Salmi, i Versetti, le Antifone e cosรฌ via erano solitamente scritte in minuscola nera, mentre le rubriche in minuscola rossa. Ma la vera meraviglia erano le lettere capitali, riprodotte coi colori piรน disparati e ornate da fregi e decorazioni pittoriche ispirati a scene bibliche e sacre.
I Corali di Stroncone non sono da meno e ci consentono di ammirare preziose miniature istoriate e arricchite di lamine in oro zecchino attribuibili, secondo alcuni studiosi, alla stessa mano che dipinse anche parte degli affreschi di San Pietro a Terni, tale e misterioso Maestro della Dormitio Virginis.
Un libro per ogni occasione
Ai corali venivano dati nomi diversi in base allโuso: i nove di Stroncone si dividono infatti tra Graduali e Antifonari. I primi prendono probabilmente il nome dai gradini dellโaltare e contengono un certo numero di versetti che veniva cantato tra lโEpistola e il Vangelo, mentre i secondi contenevano i canti per le ore diurne e per quelle notturne. LโAntiphonarium, tradizionalmente, si divideva infatti in nocturnale e in diurnale e vesperale: il primo conteneva mattutino e laudi, mentre nel secondo confluivano la prima, la terza, la sesta, la nona, vespro e compieta.
I preziosi codici miniati sono custoditi nel Palazzo comunale, aperto dal lunedรฌ al venerdรฌ dalle 9 alle 12.
Sabato 23 e domenica 24 marzo tornano le Giornate FAI di Primavera, il piรน importante evento di piazza dedicato al patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese: 750 luoghi in 400 cittร saranno visitabili a contributo libero, grazie ai volontari di 350 delegazioni e Gruppi FAI attivi in tutte le regioni (elenco dei luoghi e modalitร di partecipazione, consultabili su www.giornatefai.it).
Le Giornate FAI di Primavera si confermano nella loro trentaduesima edizione uno degli eventi piรน importanti e significativi per conoscere il patrimonio culturale e paesaggistico italiano. Unโesclusiva opportunitร di scoprire unโItalia meno nota, di luoghi solitamente inaccessibili, dalle grandi cittร ai borghi, da veri e propri monumenti a luoghi curiosi e inediti, che tuttavia ugualmente raccontano la cultura millenaria, ricchissima e multiforme del nostro Paese. Un modo per contribuire alla tutela e alla valorizzazione di questo patrimonio, che va innanzitutto conosciuto, frequentato, e prima ancora, raccontato. ร questa la missione del FAI: curare il patrimonio raccontandolo, a cominciare dai suoi 72 Beni aperti al pubblico durante lโanno, ma ampliando e arricchendo questo racconto proprio in occasione delle Giornate FAI di Primavera, quando 750 luoghi saranno aperti in tutta Italia grazie a migliaia di delegati e volontari del FAI e agli Apprendisti Ciceroni, giovani studenti appositamente formati per raccontare le meraviglie del loro territorio. Le Giornate del FAI offrono un racconto unico e originale dei beni culturali italiani, che risiede nella loro Storia intrecciata con la Natura, nei monumenti e nei paesaggi, nel patrimonio materiale e immateriale, e nelle tante storie che questi possono raccontare, che insegnano, ispirano e talvolta anche commuovono. Un racconto corale e concretoche si fonda sulla partecipazionedi centinaia di istituzioni, associazioni, enti pubblici e privati che in numero sempre maggiore vi collaborano grazie a una vasta e capillare rete territoriale con un unico obiettivo: conoscere e riconoscere il valore del patrimonio italiano per tutelarlo con il contributo di tutti, perchรฉ appartiene a tutti.
Tuoro sul Trasimeno (PG), Castello di Montegualandro
Le parole del Presidente del Fondo per lโAmbiente Italiano Marco Magnifico in occasione della XXXII edizione delle Giornate FAI di Primavera: โRaccontare il patrimonio culturale per educare la collettivitร a proteggerlo e a prendersene cura: da questa necessitร nacquero nel 1992 le Giornate FAI di Primavera dando vita, e poi corpo, e poi forza a una impressionante struttura di volontariato – le Delegazioni del FAI -, che con entusiasmo e pervicacia eccezionali in questi trentadue anni hanno aperto al pubblico 15.540 luoghi dimenticati o difficilmente visitabili raccontandoli, appunto, con semplicitร e passione a ben 12 milioni e 515.000 di cittadini. Ai benefici di questo raccontare se ne รจ ora aggiunto un altro: quello della fisicitร e del ruolo che essa ha per un vero apprendimentoโ.
Perugia, Palazzo Graziani
Ecco alcune delle aperture piรน interessanti in Umbria:
PERUGIA
Salone Brugnoli di Palazzo Graziani
Attuale sede della Fondazione Perugia, Palazzo Graziani sorge in corso Vannucci, la via principale del centro storico di Perugia. Costruito in etร medievale, fu sottoposto a interventi nel corso dei secoli che ne hanno modificato e ampliato la struttura. Il palazzo รจ citato ne Il conte di Montecristo di A. Dumas, dove si descrive il soggiorno di Edmond Dantรจs allโHotel Posta che in quel periodo qui aveva la sua sede. Nel 1895 Annibale Brugnoli vi realizzรฒ quattro grandi quadri a olio sulle pareti e quattro grandi dipinti murali sulla volta di quello che successivamente venne chiamato Salone del Brugnoli, ancora oggi la sala di maggior pregio dell’intero complesso. Abitualmente non accessibile al pubblico, la Fondazione Perugia ne ha gentilmente concesso l’apertura in occasione delle Giornate FAI di Primavera 2024.
TUORO SUL TRASIMENO (PG)
Castello di Montegualandro
A circa 450 metri slm, il forte sorge all’estremo confine del territorio perugino dominante sulla strada che collegava Perugia ad Arezzo e Firenze e su tutta la piana aretina. L’origine della sua struttura, come testimonierebbe la famosa Stele del luogo (tuttora conservata al Museo Archeologico dell’Umbria a Perugia), viene fatta risalire agli Etruschi. Il primo vero signore del Castello fu perรฒ Andrea di Giacomo Montemelino, Potestร di Perugia, la cui omonima famiglia ne mantenne il dominio fino al 1678. In seguito, Papa Innocenzo XI mise in vendita la Contea di Monte Gualandro assieme al titolo che finรฌ nelle mani di Ruggiero Ranieri e dei suoi eredi che lo possedettero sino a pochi anni fa. Pur avendo subรฌto diverse rivisitazioni nel tempo, il castello conserva ancora la classica struttura circolare con mura alte e possenti di circa 8 metri, merlature, feritoie, un fossato che costituisce ancora la principale difesa da incursioni esterne, una splendida chiesa a una sola navata in arenaria e cotto, torrioni di avvistamento con strutture militari litiche e muri a scarpa, una prigione. Le modifiche apportate alla struttura – l’apertura di ampie finestre e la sostituzione del ponte levatoio con un grande portone in ferro โ ne hanno sancito la trasformazione da fortezza militare nella lussuosa residenza nobiliare che รจ oggi. Tutto il complesso รจ oggi di proprietร privata, perciรฒ di norma non visitabile all’interno, e grazie alle Giornate FAI si potrร eccezionalmente godere della splendida vista sul lago e sulla pianura toscana nonchรฉ di alcuni degli edifici interni che lo compongono.
Narni (TR), Villa Valli
NARNI (TR) Concerto della Fanfara dellโAccademia Navale nella Chiesa di San Domenico โ sabato POMERIGGIO Lโauditorium comunale Mauro Bortolotti รจ stato ricavato all’interno della ex chiesa domenicana di Santa Maria Maggiore, nel centro storico di Narni. La fase piรน antica della chiesa risale al VI-VII secolo ed รจ testimoniata dai resti di un mosaico bizantino ritrovato, mentre l’antica abside romanica in fondo alla navata centrale risale al 1200. La struttura attuale รจ frutto di un ampliamento iniziato intorno al 1300 che ne ha modificato notevolmente le dimensioni. Relegata per secoli a svariate destinazioni dโuso, solo alla fine degli anni Sessanta importanti interventi strutturali ne riconsentirono l’utilizzo, prima come sede del museo della cittร , poi come biblioteca comunale e infine dagli anni 2014-2015 come sede dellโauditorium. Nel corso del tempo gran parte degli arredi e delle decorazioni sono andati perduti; rimangono importanti testimonianze in loco e nel museo della cittร come l’Annunciazione di Benozzo Gozzoli e alcuni affreschi, come una Madonna in trono col bambino, una crocifissione e la cosiddetta Capella della Genesi. In occasione delle Giornate FAI, l’auditorium ospiterร il concerto della Fanfara dell’Accademia Navale che si svolgerร alle ore 15.30 disabato 23 marzo, al termine del quale sarร possibile visitare lโex Chiesa di San Domenico. L’Accademia Navale, dalla sua inaugurazione nel 1881 ha istituito una piccola fanfara di ottoni, allo scopo di garantire l’addestramento alla marcia degli Allievi e rendere gli onori militari nelle visite ufficiali. Nel corso del secondo conflitto mondiale venne sciolta per poi ricostituirsi nel 1965 per iniziativa del Contrammiraglio Luigi Vivaldi. Attualmente la Fanfara รจ costituita da personale proveniente dai vari Conservatori e Licei Musicali italiani, consta di 20 elementi, ed รจ diretta dal 1ยฐ Luogotenente Franco Impalaโ.
Villa Valliย ย ย ย ย ย ย ย ย Edificata nel 1889 dalla famiglia Valli come residenza estiva, la villa รจ circondata da una magnifica lecceta. Si compone di una struttura principale di ispirazione neo cinquecentesca arricchita da un edificio di servizio con annessa cappella e da un elegante giardino con cedri del libano e palme. Durante il Novecento la numerosa famiglia Valli โ che conta imprenditori, militari ed esploratori – รจ protagonista della storia del territorio di Narni e della storia contemporanea internazionale. Occupata dai tedeschi nel 1943, fu salvata in extremis dall’ordine di minarla e farla esplodere. ร comunemente detta โIl Montiello”, poichรฉ sorge su uno sprone pianeggiante a mezza costa sul declivio settentrionale del Montiello. Il complesso si compone di un edificio padronale e di uno di servizio nonchรฉ di una torre colombaia nascosta in parte dalla vegetazione. Imponente edificio in stile eclettico, la villa padronale รจ ispirata alle architetture neo cinquecentesche. Le facciate presentano un ricco apparato decorativo in finto travertino su fondo rosato, mentre all’interno si possono ammirare alcune sale decorate con dipinti e stucchi colorati e un’imponente scala. Il giardino ha un gusto formale caratterizzato dal disegno della vasca centrale e del parterre erboso arricchito da cedri del Libano, palme, tassi e lecci. Il parco, invece, presenta un carattere decisamente piรน naturalistico e sfuma senza soluzione di continuitร verso i boschi circonstanti. In occasione delle Giornate FAI sarร possibile visitare questo luogo solitamente chiuso al pubblico.
ASSISI (PG) Monastero di San Pietroย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย
Situata ai margini del centro storico di Assisi, si erge trionfante l’Abbazia San Pietro: luogo meno conosciuto rispetto alle Basiliche di San Francesco e Santa Chiara, gode di una piazza che si affaccia sulla valle umbra in direzione di Perugia e ospita l’opera di Beverly Pepper Ascensione realizzata nel 2008 appositamente per la chiesa benedettina. Fondata tra la fine del X e l’inizio dell’XI sec. sopra un’antica necropoli romana, nel corso del XVII secolo le fabbriche monastiche furono interamente rinnovate, eliminando la quasi totalitร delle costruzioni piรน antiche e plasmando l’aspetto che conosciamo. Il monastero, soppresso prima dai Francesi nel 1799 e poi nel 1810, fu trasformato in ospedale civico per alcuni anni. La chiesa รจ stata restaurata nel 1954; nel 2000 l’abbazia รจ stata iscritta nella lista dei Patrimoni Unesco dell’Umanitร . L’interno รจ diviso in tre navate: quella centrale รจ molto alta, con travature lignee e senza finestre proprie, ed รจ illuminata dal rosone centrale. Le pareti sono state mese a nudo durante il restauro del 1954, che ha comportato anche l’abbattimento degli altari barocchi. A sinistra dell’abside sono presenti alcuni affreschi frammentari della metร del secolo XIII. Sulla testata del transetto sinistro nella cappella del Santissimo Sacramento si puรฒ ammirare un’Annunciazione, a destra una Madonna in Trono e sulla parete destra San Vittorino. L’apertura nelle Giornate FAI prevede la scoperta di alcuni ambienti interni ed esterni come la Cappella del Rosario, chiostro del XVII secolo con colonnato tuscanico, e la Cripta, che si estende al di sotto del monastero per tutta la sua ampiezza.
Assisi (PG), Monastero di San Pietro
ORVIETO (TR) Oratorio di San Giovanni decollato detto della Misericordia L’oratorio di San Giovanni decollato รจ parte integrante del complesso della Misericordia, costituito dalla chiesa di San Giovanni Battista e dalla chiesa di S. Agnese, mentre lโintero isolato era parte dell’antico palazzo della famiglia Caetani poi trasformato in monastero delle monache terziarie di S. Agnese. La riconversione in Oratorio avvenne nel 1495 con il Vescovo Della Rovere e nel 1556 venne istituita la Confraternita della Misericordia, di origine fiorentina. Suo fine principale era quello di offrire conforto ai carcerati e ai condannati a morte, trasportare gli infermi, raccogliere le elemosine, seppellire gli indigenti e conferire la dote alle fanciulle povere. L’esterno del complesso consta di un semplice portale in basaltina del XVI secolo con al centro la testa del Battista su un piatto e l’iscrizione Confraternitae Misericordiae. Esempio di architettura barocca, presenta un’aula rettangolare con volta a vela su pennacchi e lunette per le aperture, con affreschi del 1666 che raccontano le storie di San Giovanni, opera dell’artista aretino Salvi Castellucci, allievo di Piero da Cortona. Perimetralmente erano disposti i seggi in legno con uno schienale ligneo riccamente decorato datati 1554. Le sedute sono complete di inginocchiatoi, le decorazioni sono a grottesche di finissima fattura sormontate da una trabeazione con scritte che fanno riferimento alla condotta richiesta ai confratelli. L’altare รจ composto da una mensa con al centro una pala raffigurante la Pietร con San Francesco e Maria Maddalena. Chiuso al pubblico per un lungo periodo, ora, grazie all’interessamento dell’Ufficio Beni Culturali della Diocesi Todi Orvieto e dell’attuale parroco della Parrocchia di S. Andrea, sono possibili visite in occasioni speciali.
SPOLETO (PG) Basilica di San Gregorio Maggiore e leggenda del Ponte Sanguinario La Basilica venne eretta tra la fine dell’XI e il XII sec. sul luogo di una primitiva chiesa con annessa area cimiteriale, di cui rimane traccia in alcuni elementi come i capitelli della cripta. Lโedificio originario sarebbe sorto in onore dell’omonimo martire spoletino ad opera della pia vedova Abbondanza, che ne avrebbe raccolto il corpo. Sebbene sia stato piรน volte rimaneggiato nel corso del XVI e XVIII sec., presenta un aspetto assai simile a quello di altre chiese cittadine. La facciata รจ preceduta da un portico cinquecentesco ed รจ ornata da un bel portale del 1597. Sono di pieno Trecento, invece, i tre archi rincassati della parte superiore. Nel lato sinistro del portico si apre la Cappella degli Innocenti, decorata con scene che ricordano la storia della chiesa e di Santa Abbondanza, e il Martirio dei Santi gettati dal ponte Sanguinario. Sul fondo di una delle scene รจ rappresentata una bella immagine della cittร di Spoleto con tutti i suoi monumenti principali. Ciรฒ che resta del Ponte Sanguinario, di probabile epoca longobarda โ รจ citato da Paolo Diacono che ne ricorda lโutilizzo da parte di Liutprando -, risulta completamente interrato e si raggiunge attraverso una scala. La tradizione attribuisce diversi significati all’appellativo โsanguinarioโ, che potrebbe riferirsi al sangue dei martiri cristiani, le cui esecuzioni avvenivano in quel luogo, come era accaduto per il patrono di Spoleto, San Ponziano.
NOCERA UMBRA (PG) Lโantico borgo di Bagnara di Nocera Umbra e la sua sorgente Il piccolo borgo di Bagnara รจ immerso in un ambiente naturale ai piedi del monte Pennino, nei pressi delle sorgenti del fiume Topino che sgorga dal monte Pennino e trasporta la sua acqua fino a Perugia e che Dante cantรฒ nel noto passo del Paradiso (XI) glorificando la vita di S. Francesco. Alle pendici di queste sorgenti sostรฒ infatti San Francesco che, giร malato, venne trasportato da Bagnara ad Assisi da una delegazione di cavalieri passando per Satriano; il viaggio viene oggi ricordato come โcavalcata di Satrianoโ e si celebra ogni anno ai primi di settembre. Nel territorio di Bagnara troviamo l’importante Chiesa di S. Egidio risalente al XIII secolo, inserita nell’elenco degli edifici monumentali. La chiesa รจ citata per la prima volta in un documento del 1333, e conserva al suo interno un fonte battesimale del 1574 donato dall’Universitร degli uomini di Bagnara, alcuni resti di affreschi votivi del XV e XVI secolo, tre altari appartenenti alle confraternite allora esistenti e un bellissimo organo del 1800. La sua origine trecentesca รจ dimostrata dallo stile ogivale francescano, con tetto nudo sostenuto da quattro archi a sesto acuto. Si visiterร inoltre la sede della Comunanza agraria, con al suo interno un’aula didattica per lo studio di antichi documenti, una mostra permanente di mappe storiche e vecchie fotografie della comunitร e dei suoi abitanti, nonchรฉ antichi registri parrocchiali e dell’Universitร degli uomini di Bagnara.
Immergiamoci nell’affascinante mondo dell’antica cittadina umbra di Trevi in combinazione con l’immaginario di Salvador Dalรญ, nel contesto del progetto Umbria Ecologia Artificiale.
Trevi. Foto di Andrea Martina Tiberi
Attraverso l’intelligenza artificiale esploriamo la rielaborazione di Trevi sotto l’influenza surreale di Salvador Dalรญ, esaminando come il borgo si trasformerebbe se plasmato dalla creativitร del celebre artista. Dalle strade medievali alle rive del fiume Clitunno, sprofondiamo insieme in uno scenario dove storia e arte si fondono, concependo una nuova prospettiva virtuale sulla ricca ereditร culturale umbra.
Fiume Clitunno, foto surrealista di Andrea Martina Tiberi.
Intrigante scoprire che il nome stesso – Trevi – abbia radici profonde nel passato. Dal latino trivium, incrocio di tre strade, la cittadina si presenta forse come il crocevia di tre percorsi? Un punto di convergenza? La sua ricca storia ha ispirato numerosi artisti nel corso dei secoli. Il fiume Clitunno, fonte di ispirazione per poeti come Carducci, si immette nella cittadina e trasforma il borgo secondo ciรฒ che lโintelligenza artificiale ha catturato di Dalรญ. Le sue acque, che da sempre scorrono lente e tranquille, si animano di forme e colori inusuali, piante e fiori dai colori sgargianti e dalle fluide forme.
L’opera senza tempo di Dalรญ, La persistenza della memoria, ci guida attraverso il labirinto di Trevi, dove orologi molli e non, trovano un inaspettato riflesso nel fluire delle acque del fiume. I dipinti di Dalรญ, alcuni dei quali ispirati forse dalle teorie sulla relativitร di Einstein, raffigurano il tempo come una dimensione elastica. Il fluire del tempo diventa flessibile, proprio come le case che si piegano sotto l’influenza di una forza impalpabile. Questa concezione del tempo elastico trova un’eco sorprendente nel fiume Clitunno, dove le acque danzano con leggerezza e fluiditร , tra i tavoli esposti al sole degli edifici bronzei in corten.
Foto di Andrea Martina Tiberi
Le case si sciolgono sotto il calore del sole e la pressione della realtร , un’immagine della mente umana che si dissolve. Le abitazioni perdono la loro soliditร . ร come se le strade medievali di Trevi si piegassero e si torcessero sotto l’incantesimo surreale di Dalรญ, trasformando la cittร in un labirinto a tratti abbandonato. I panorami offerti dall’intelligenza artificiale, arricchiti da dettagli classici e liberty dalle forme sinuose, narrano di un ciclo perpetuo di oggetti in continua trasformazione. Ogni angolo e ogni via sembrano fungere da testimonianza dell’istante precedente a un evento della vita quotidiana dei cittadini.
Trevi. Foto di Andrea Martina Tiberi
In questo contesto, si delineano forse eccentricitร e narcisismo proprie dellโartista, con l’apparizione di una figura maschile di spalle, verosimilmente riconducibile a Dalรญ. Con acume, l’intelligenza artificiale cattura questa sfumatura della sua esistenza, offrendo agli osservatori un’illuminante percezione della personalitร singolare e provocatoria l’artista. La rielaborazione di Trevi secondo l’AI Dalรญ รจ un panorama che sfida la logica dei materiali e delle strutture, e che ci invita a riflettere sulla natura fluida e mutevole del mondo che ci circonda.ย
Il cuore verde dโItalia batte al ritmo della Storia a Todi dal 15 al 17 marzo 2024. Tre giornate di grandi lezioni di storia ospite dโonore Umberto Galimberti Extra Festival a Perugia il 22-23 marzo.
Non cโรจ due senza tre. L’Umbria Antica Festival torna per la sua terza edizione in collaborazione con il Comune di Todi, mantenendo lo stesso spirito di sempre: divulgare la Storia attraverso le lezioni gratuite e coinvolgenti dei piรน importanti studiosi del settore con un linguaggio accessibile e adatto a tutti. Dal 15 al 17 marzo nella Sala del Consiglio del Palazzo del Capitano in piazza del Popolo, si alterneranno archeologi e storici per raccontare le tante sfumature del mondo antico: dai popoli italici agli Etruschi, dalla Grecia classica a Roma.
Non solo lezioni: al Festival ci sarร una speciale serata al Teatro Comunale di Todi (15 marzo, ore 21) con protagonista Umberto Galimberti che parlerร de โLโuomo nellโetร della tecnicaโ (qui per prenotare i biglietti rimanenti) e una Fiera del Libro in collaborazione con le principali case editrici di saggistica (Laterza, Il Mulino, Carocci) e la Libreria Ubik di Todi, allestita nella suggestiva Sala delle Pietre. Inoltre, nel corso delle giornate, saranno organizzate speciali visite guidate alle Cisterne Romane, al Museo Civico e al Museo Lapidario, per valorizzare e far conoscere al pubblico il patrimonio archeologico tuderte.
Gli ospiti
Umberto Galimberti, Giovanni Brizzi, Andrea Carandini, Costantino dโOrazio, Valentino Nizzo, Marcella Frangipane, Livio Zerbini, Arnaldo Marcone, Nicola Mastronardi, Paolo Giulierini e tanti altri ancora.
Il programma
Aprirร il Festival venerdรฌ alle 17.30 Giovanni Brizzi, uno dei maggiori esperti di storia annibalica e storia militare antica, che presenterร per la prima volta in Umbria il suo ultimo lavoro: Imperium. Il potere a Roma (Laterza 2024). Venerdรฌ sera al Teatro Comunale si terrร una lezione di Umberto Galimberti, psicanalista e filosofo, che guiderร il pubblico in una riflessione sul rapporto tra essere umano e tecnica, partendo da una provocazione: non รจ piรน l’umano a governare la tecnica, ma รจ la tecnica a governare l’umano.
La seconda giornata. Sabato si aprirร con Costantino d’Orazio, il nuovo Direttore della Galleria Nazionale dell’Umbria e dei Musei Nazionali di Perugia – Direzione Regionale Musei Umbria, con un intervento dedicato al patrimonio umbro (La sottile linea dโUmbria, tra Antico e Contemporaneo). Sarร poi il turno dell’archeologia con Marcella Frangipane, che porterร a Todi la sua illustre esperienza e riconosciuta abilitร nel “far parlare gli oggetti”, raccontando come i frammenti archeologici siano tesori inestimabili per ricostruire la storia delle antiche civiltร (Un frammento alla volta: gli oggetti che raccontano la Storia). Chiuderร la mattinata Andrea Carandini, che presenterร il suo ultimo libro Io, Nerone (Laterza 2023), dialogando con il dottor Nicolรฒ Squartini.
Il pomeriggio prosegue all’insegna della storia romana, alla scoperta di altri due imperatori: Vespasiano, l’inaspettato salvatore dell’impero, con la lezione Arnaldo Marcone e Commodo, l’imperatore gladiatore, nell’intervento di Livio Zerbini.
La terza giornata. Domenica mattina sarร interamente dedicata a Todi. Si inizia con Valentino Nizzo con la lezione Tuder/Tular: cittร , persone, confini, per proseguire poi con Enrico Zuddas che racconterร il ruolo di Todi nella guerra di Perugia (Il Bellum perusinum e la colonia di Tuder) e concludere la sessione con Nicoletta Paolucci che illustrerร uno dei tesori tuderti: le cisterne romane.
Nel pomeriggio ci si sposterร nell’Italia pre-romana. Inizierร il glottologo Augusto Ancillotti, che parlerร del rapporto tra Todi e il Tevere a partire da ciรฒ che ci svelano i nomi stessi dei luoghi. A seguire, Paolo Giulierini ci porterร sulle tracce degli antichi popoli italici a partire dal suo ultimo libro L’Italia prima di Roma (Rizzoli 2023). A concludere Nicola Mastronardi con l’intervento I Sanniti e la nascita di Italia.
Museo Lapidario di Todi
Le visite guidate
In collaborazione con il Comune di Todi e CoopCulture durante il Festival ci sarร la possibilitร di partecipare ad alcune visite guidate gratuite, in tre siti significativi della cittร : sabato pomeriggio dalle 15.30 alle Cisterne Romane (vista lโenorme richiesta abbiamo giร organizzato quattro gruppi, uno ogni mezzโora; รจ ancora possibile prenotare il quinto in partenza alle 17.30). Domenica mattina alle 10.30 al Museo Lapidario, un tesoro allestito nellโantico e suggestivo Monastero delle Lucrezie, e domenica alle 15.30 al Museo Civico della Cittร , nella sezione archeologica. Le visite saranno a cura di Nicoletta Paolucci, direttrice del Circuito Museale di Todi, Filippo Orsini e Francesca Tenti.
ยซLa tre giorni di Umbria Antica โ sottolinea il Sindaco di Todi Antonino Ruggiano โ risponde a una duplice finalitร : da una parte qualifica ulteriormente la proposta culturale cittadina, dall’altra va ad aprire la stagione turistica 2024, andando ad occupare un periodo che tradizionalmente era privo di iniziative consolidate. L’inserimento dell’evento in una logica di cartellone tematico regionale non puรฒ che far bene alla cittร e all’Umbria, che in tema di politica turistica dovrร fare in futuro sempre piรน sistemaยป.
Il senso del Festival. ยซCi sono tanti motivi per parlare di storia in Umbria. Per i suoi borghi incastonati tra monti e colline. Per gli archi etruschi, i teatri romani e millenarie tavole di bronzo. Basta percorrere le antiche strade o seguire il corso dei fiumi per ammirare le silenti tracce lasciate da antiche civiltร ยป, recita la voce del nostro spot promozionale. ยซMa la vera ragione per parlare di storia in Umbria รจ che di tutti i suoi tesori conserva ancora il piรน prezioso: il valore del tempo. L’antica arte di andare al passo con la natura per godersi appieno la meraviglia intorno a noi. Il cuore verde dโItalia batte al ritmo della storia e la sabbia del tempo scorre nelle sue vene. Sa quando bisogna rallentare i battiti per non farsi travolgere dal presente frenetico o quando entusiasmarsi davanti a monumenti di immutabile bellezza. AllโUmbria Antica Festival potrai immergerti nel passato per capire il presente. E per farlo, potrai prenderti tutto il tempo del mondoยป.
Extra Festival: focus a Perugia
Venerdรฌ 22 e sabato 23 marzo organizzeremo allโAuditorium di San Francesco al Prato una due giorni dedicata alla storia di Perugia con qualche incursione nellโaffascinante mondo della Roma antica.
Venerdรฌ 22 aprirร la giornata Michele Bilancia che illustrerร la storia e lโunicitร delle mura di Perugia e il suo lavoro instancabile di questi anni per valorizzarle, che ha il suo esito piรน recente nel Parco delle Mura, inaugurato a novembre dello scorso anno (Le mura di Perugia. Continuitร e resilienza di un monumento). Seguirร poi una lezione di Luana Cenciaioli, che svelerร i segreti dellโantica Perugia a partire dallโarea archeologica scoperta sotto il Duomo (Sotto la cattedrale. I tesori della Perugia sotterranea). Infine, la mattinata di venerdรฌ sarร chiusa dal professor Paolo Braconi, con un intervento dedicato allโantica chiesa di Santa Susanna, la chiesa sopra cui รจ stata costruita San Francesco al Prato (L’antica chiesa di Santa Susanna).
Il pomeriggio di venerdรฌ 22 vedrร sul palco Immacolata Eramo, filologa classica e docente allโUniversitร di Bari, che presenterร il suo ultimo libro Il mondo antico in 20 stratagemmi: un racconto di imbrogli, trucchi e raggiri che rivelano le sorprendenti sfaccettature del carattere e del mondo dei nostri antichi antenati. A chiudere la sessione un dialogo tra gli storici Giusto Traina e Franco Cardini sulla prima guerra mondiale della storia: lo scontro civile tra Marco Antonio e Ottaviano (La prima guerra mondiale della storia).
La mattina di sabato 23 sarร aperta da una lezione del professor Filippo Coarelli su La battaglia del Metauro. A seguire, il professor Francesco Marcattili esporrร in anteprima assoluta i suoi studi su Le mura etrusche del Verzaro e la porta Scalelle. Infine, la direttrice dellโIpogeo dei Volumni e Necropoli del Palazzone Maria Angela Turchetti racconterร le novitร legate alla tomba ipogea etrusca, ora in corso di restauro e al centro di un nuovo progetto di valorizzazione (Lโipogeo dei Volumni, lavori in corso).
Il pomeriggio di sabato vedrร sul palco dellโAuditorium il professor Tommaso Braccini con una lezione sullโumorismo nellโantichitร (Nel Foro, nel triclinio, alle terme: ridere con gli Antichi per capirli meglio), seguito dallโultima lezione dellโExtra Festival a cura di Mario Lentano, che parlerร del rapporto tra gli antichi e gli alberi: un perfetto epilogo per un Festival che si chiude nel capoluogo del โcuore verde dโItaliaโ (ยซVissero i boschi un dรฌยป. La vita culturale degli alberi nella Roma antica).
I libri. I libri dei relatori e relatrici delle giornate di Perugia saranno disponibili alla vendita grazie alla collaborazione con la Libreria delle Volte di Perugia, che allestirร un corner presso lโAuditorium.
Ipogeo dei Volumni
Le visite guidate. Anche a Perugia saranno organizzate delle viste guidate per consentire ai partecipanti di vedere e toccare con mano i reperti di cui si parlerร nel corso delle lezioni.
In particolare, grazie alla preziosa collaborazione con lโassociazione Radici di Pietra e Michele Bilancia, saranno realizzati due itinerari di visita nelle mattinate di sabato e domenica, dal titolo I confini della memoria. Il parco delle mura etrusche di Perugia. Sabato 23 la visita si svolgerร con percorso che da piazza Grimana-Arco etrusco arriverร Parco della Canapina, dove รจ stato da poco inaugurato il Parco delle Mura. Domenica 24 il tour partirร invece da SantโErcolano e si concluderร sempre al Parco della Canapina.
Domenica 24 sarร possibile anche partecipare a una speciale visita guidata allโIpogeo dei Volumni, grazie alla collaborazione con la Direzione Regionale Musei Umbria e la direttrice dott.ssa Turchetti.
Epocale, la nuova serie di video-podcast. Dopo le tappe del Festival il progetto Umbria antica continuerร nel corso dellโanno a offrire alla sua comunitร una serie di contenuti originali per valorizzare il patrimonio storico e archeologico umbro. Ad aprile pubblicheremo nelle piattaforme di podcasting e su YouTube le videolezioni del Festival. Poi da maggio ad agosto verranno registrate le puntate di โEpocaleโ, la nuova serie di video-podcast, dalla durata di unโora circa, in cui intervisteremo i direttori e le direttrici di una rosa di musei e siti archeologici gestiti dalla Direzione Regionale Musei Umbria.
Museo Civico – sezione Archeologica Todi
Una chiacchierata approfondita per valorizzare i reperti custoditi nei luoghi della bellezza della storia antica umbra, ma anche comunicare in senso ampio lโamore per la cultura e per la storia e raccontare cosa ci sia dietro un museo o un sito archeologico, cosa significhi organizzare una mostra o allestire una collezione, cosa sia il lavoro dellโarcheologo, dello storico dellโarte, del curatore o della direttrice musale.
La prima puntata, dedicata al Museo archeologico nazionale dellโUmbria a Perugia sarร pubblicata a settembre. La serie di video-podcast Epocale continuerร con puntate registrate presso lโArea Archeologica Di Carsulae, lโIpogeo Dei Volumni e Necropoli Del Palazzone, il Teatro Romano e Antiquarium Di Gubbio, il Museo Archeologico Nazionale Di Orvieto e il Tempietto sul Clitunno.
LโUmbria Antica Festival รจ realizzato grazie al sostegno del Comune di Todi e del Comune di Perugia, in collaborazione con la Direzione Regionale Musei Umbria e con il patrocinio della Regione Umbria, dellโUniversitร degli Studi di Perugia, del Festival del Medioevo e di Archeo.
Nato da una sapiente rigenerazione urbana dellโEx Foro Boario e da una significativa sinergia tra le Amministrazioni, da De Girolamo a Latini, lโattuale del sindaco Bandecchi accompagna al nastro augurale lโinizio della programmazione.
Il PalaTerni vuole essere un polo di riferimento di tutto il centro Italia per lโintrattenimento ed eventi culturali. Affaccia direttamente sul parco del Nera. Dietro il maxi schermo appare una entrata pensata come lโaccesso ad un grande Hangar. โUn automezzo puรฒ entrare direttamente in pista per scaricare attrezzature – racconta ad AboutUmbria Francesca Duranti -. Immaginiamo, un evento live, un concerto. Un effetto wow! Eventi anche allโapertoโ. Il palazzetto di 6mila metri cubi a ridosso della tangenziale Terni – Orte – Perugia, e prossimo al centro cittร รจ in grado di ospitare eventi artistici e sportivi, in spazi modulari caratteristici, e secondo le necessitร puรฒ trasformarsi in un teatro piรน intimo. Organizzato a gradoni e balconate contiene una Press Area e unโarea Vip.ย
Un pacchetto di eventi sono stati giร pianificati dal comune di Terni per il 2024, la struttura resta aperta anche a co-produzioni. Ramona Morelli, Direttore generale PalaEventi presenta il programma dopo i ringraziamenti a tutti gli attori del PalaTerni: dal costruttore al Direttore di cantiere, gli sponsor, i professionisti della squadra umbra e lโIT manager. Infine, i rappresentanti dell’amministrazione ternana. Bordoni e Schenardi per cultura e sport. Lโinaugurazione il 5 aprile, a entrata libera con Amores, danza arte e balletto a cura di Daniele Cipriani con Eleonora Abbagnato diretto da Ernesto Gormes e con scuola di danza del Teatro dellโOpera di Roma, Tosca e i suoi musicisti e altri talenti. Seguono, The Beatbox – Magical Mystery Story, I Beatles attraverso i racconti di Carlo Massarini il 25 maggio, e Shine, Pink Floyd Moon spettacolo di danza e musica con Raffaele Paganini diretti da Fabio Castaldi. Massimo Ranieri Tour lโ8 novembre; A Christmas Carol Musical in scena il 23 dicembre.ย
Stroncone rappresenta lโUmbria nellโedizione 2024 de โIl Borgo dei Borghiโ, il format legato al programma Kilimangiaro in onda su Rai3. ร possibile votare la cittadina umbra fino al 17 marzo 2024. CLICCA QUI PER VOTARE.
Stroncone รจ un borgo medioevale (fa parte dei Borghi piรน Belli dโItalia) arroccato su uno sperone di roccia e domina dallโalto la valle ternana, ai confini tra Lazio e Umbria. ร probabile che lโinsediamento sia sorto nellโAlto Medioevo, tra i secoli VII-VIII, a partire da una torre dโavvistamento posta a guardia dellโasse viario che collegava la via Flaminia e uno dei tracciati secondari della Salaria.
Stroncone
Stroncone conserva, quasi inalterato, lโaspetto di un borgo fortificato medievale. Appena fuori le mura, in Piazza della Libertร (entrata principale della cittadina) si puรฒ ammirare la cinquecentesca fontana delle Tre Tazze. Il Museo di Storia Naturale, sotto la piazza, custodisce al suo interno numerosi reperti che narrano la storia del territorio dal Giurassico fino al Pleistocene. La porta Principale, o Maggiore, immette in Piazza San Giovanni, dove si trovano il pozzo medievale, con relativa cisterna sottostantee, e lโOratorio di San Giovanni Decollato, un autentico gioiello di arte barocca, che conserva affreschi raffiguranti storie della vita del Santo.
Allโinterno del borgo, caratterizzato da stradine strette e tortuose, sorge la chiesa di San Nicolรฒ che si affaccia su un ampio sagrato, un tempo sede delle assemblee popolari: al suo interno si puรฒ ammirare una tavola dellโIncoronazione della Vergine, opera di Rinaldo di Calvi, uno dei migliori allievi dello Spagna.
Palazzo Comunale
Il Palazzo Comunale, formato dallโunione dellโantico Palazzo dei Priori del XIII secolo e del Palazzo Apostolico, costruito intorno al 1500, custodisce al suo interno numerose opere dโarte, tra cui i preziosi Corali di Stroncone, nove codici liturgico-musicali su pergamena databili al XIV secolo, arricchiti da pregevoli miniature. In Piazza della Torre si affaccia lโoratorio della Madonna del Gonfalone, mentre in Via Vici si trovano lโomonimo Palazzo e la cappella di Santa Maria della Neve o della Porta di Sotto, che conserva al suo interno un altare del primo Barocco. Il Sacrario delle Armi, in Via Contessa, espone cimeli storici, armi bianche e materiale dโarmamento donato nel corso dei secoli dagli abitanti del borgo.
Poco fuori dal centro storico, si trova il Convento di San Francesco. Allโinterno della chiesa sono conservati affreschi del primo Quattrocento, tra cui una delle piรน antiche rappresentazioni di San Francesco e lโurna con il corpo del Beato Antonio Vici, patrono di Stroncone. Nelle immediate vicinanze, si trovano il Monastero benedettino di San Simeone e i resti dellโAbbaziadi San Benedetto in Fundis.
Convento di San Francesco
Nei dintorni del borgo sorgono anche le 4 frazioni di epoca medievale: Aguzzo, Coppe, Finocchieto e Vasciano. Alle pendici del monte Macchialunga si trova la localitร turistica de IPrati, unโoasi naturalistica che offre la possibilitร di praticare numerose attivitร outdoor. Stroncone รจ meta di pellegrini: per il borgo passa La via di Francesco, Il cammino dei Protomartiri francescani e il Cammino di SantโAntonio da Padova. Nel borgo si celebrano numerosi eventi legati alla tradizione locale e al territorio, come L’Agosto Stronconese, la Festa della Castagna e Pane e Olio. Prodotto tipico รจ il Pane di Stroncone, privo di sale ma estremamente gustoso e fragrante. Il territorio ha inoltre una plurisecolare tradizione olivicola e i castagni secolari di Cimitelle offrono gustosi marroni.
Lโattore e regista Gianluca Foresi ci ha regalato la sua personale descrizione di Orvieto, un girovagare per la cittร tra monumenti, storia, odori e sapori. UnโOrvieto come non lโavete mai vista!
Chiamatemi orvietano. Non vi paia questo un altezzoso esercizio narcisistico o un supponente timbro identitario, che vuole la stirpe urbevetana essere superiore in censo e nobile per nascita. ร solo un umile omaggio a un viaggiatore, Ismaele, che quando lโanimo gli si volge alla melanconia, non ha altro rimedio e panacea che mettersi per viaggio e andar per mare. E quando anchโio non per diporto o ferie drizzo la prua della mia automobile verso terre lontane, chรฉ lo faccio invece per mestiere, e volgo lo sguardo alla Rupe che tutto sovrasta e domina, giร pochi chilometri trascorsi, sento nascere dentro di me la nostalgia e lโamore per questo luogo ingombrante.
Veduta di Orvieto
Non si angoscino i miei concittadini: non ingombrante, perchรฉ pesante e fastidioso. Ingombrante per la sua storia, chรฉ nonostante il suo essere poco piรน di un borgo, ma non della Mancha, sul proprio suolo ha visto alternarsi eretici, architetti, pittori, filosofi, papi e financo imbonitori. I catari, a Orvieto conosciuti come patari (da qui la Strada Patarina), che qui hanno innalzato un baluardo contro la Santa Madre Chiesa; Lorenzo Maitani, che ha dato slancio ai marmi di una cattedrale a sostegno dellโemo-miracolo; Luca lโaffrescatore, di cui non mi sovviene il cognome – โฆ sarร un lapsus, vero Sigmund? – colpito anche tu dalla stessa dimenticanza, dopo averne ammirato il ciclo pittorico nella cappella del Duomo, ne hai magistralmente raccontato in Psicopatologia della vita quotidiana; e immagino gli appunti sul comodino della tua camera dโalbergo in Corso Cavour.
Affreschi di Luca Signorelli nel Duomo di Orvieto. Foto di Eleonora Cesaretti
Orvieto crocevia di esperienze e di speranze, come quella di Gerolamo Ferrante detto lโOrvietano, che nel 1603 ottenne dal comune la licenza a vendere un elisir, che famoso lo rese fino alla corte del Re Sole e onorato nelle lettere da Manzoni, Balzac, Moliรจre e Walter Scott; un elisir che se fosse venduto ai nostri giorni al mercato di Piazza del Popolo, ne sentiremmo gridare insieme a โSignoโ, guardate che pommidoriโ, โCโemo lโimpermiabbili peโ la pioggia e le elastiche peโ le mutandeโ e al cacio che โfarebbe resuscitaโ anche le morteโ. ร un coro polifonico รก la Dostoevskji il mercato di Orvieto, in cui le voci rimbalzano da un banco allโaltro come arringhe in un tribunale a difesa della propria merce e svilimento dellโaltrui. Opimo di profumi, di sapori e il popolo vi pascola, chi indolente, chi schizofrenico, fra primizie che poi planeranno sulle tavole e sui banchetti di questi Etruschi 2.0.
ร un formicolare il mercato, che poi si irradia per i vicoli, le strade e i boulevard (perdonami, Haussmannโฆ), Corso Cavour e Via del Duomo, dove si impastano sguardi indagatori e voraci, perchรฉ sullโUrbe il pettegolezzo รจ unโarte, filosofia di vita degli altri, รจ la chiacchieraย heideggeriana che dร la misura allโEssere e la dimensione e giustificazione al Tempo. Ma trattasi non di semplice intrusione nella vita altrui, piuttosto di una cura, un omaggio, unโattenzione che si pone a chi il proprio destino ha intrecciato al nostro, e come si intrecciano i destini degli uomini, cosรฌ fanno quelli delle strade. Perciรฒ tu, appassionato lettore, seguimi: vieni a gustare cornetti e cappelletti, insaccati e pasta fresca, odori di vigneti e fragranze di tozzetti. Lo so, cโhai preso gusto, e come te anche Orvieto, tanto che proprio qui nel lontano 1992 รจ nata la condotta Slow Food e da quel momento sulla Rupe, ma anche sotto, tutto รจ slow, tutto รจ lento, un tripudio di lentezza: ospedali, teatri, cattedrali, sembra di ritornare al ritmo della fabriceria, quando in quella che oggi รจ Piazza del Duomo, il lento incedere del tempo veniva scandito dal Maurizio, un automa che dettava le ore e i quarti agli operai e diceva loro: Adesso lavora, adesso riposa, adesso riposa, adesso lavora. Don, don, don. Lo stesso automa che anche oggi batte metallicamente il maglio sulla campana e detta al turista il suo tempo: adesso dormi, adesso destati.
Palazzo dei Sette, foto di Eleonora Cesaretti
Quel turista che giunge sulla Rupe dallโOriente lungo la via della Carbonara o dal nuovo mondo a scoprire i Fettucciniii con tartuffffi e il panini al prisgiutto di cinghiale. Ma non di solo pane vive lโuomo, chรฉ un altro impasto prezioso nasce in questa terra, una tradizione fatta dโargilla e forgiata negli antichi forni al tempo dei Lucumoni e poi dei podestร . Buccheri con atleti, teste di madonne e di messeri su smalti gialli, cervi in volo su sfondi verdi immortalano unโiconografia che ancora ci illuse e oggi ci illude. E guardandoli fissi ci si perde nel vortice dei dettagli ed รจ quasi una vertigine, come quella che prende chi per la prima volta sโaffaccia ai finestroni umidi del Pozzo di San Patrizio: proverbiale รจ la sua profonditร e il numero delle scale che si intrecciano e si sovrappongono per farci guadagnare la discesa e faticare la salita. Il desiderio piรน gettonato che gli olimpionici turisti sembrano richiedere รจ quello di un lieve riaffiorare in superficie. E guardando e rimirando lโorrifica struttura che si evince dai disegni, ovvero una doppia scala elicoidale, due volgari scale a chiocciola sovrapposte, immagino, con lโalta fantasia a cui non manca possa, che un giorno a tavola sorseggiando del vino, giร rinomato e voluto dal Signorelli – Danke, Doktor Freud –ย a emolumento parziale dei suoi servigi e della sua arte, il giovane Sangallo sia rimasto folgorato da un torcolo di farina, olio, prosciutto e pecorino arrotolato su se stesso, una lumachella. Eureka!, avrebbe potuto esclamare, per poi chinarsi a trasporre tutto sulla carta. E infine in pietra.
Il Pozzo di San Patrizio, foto di Eleonora Cesaretti
Potrร sembrarvi tutto questo un elogio della follia, ma non vi paia poi cosรฌ improbabile nel luogo dove gran parte dellโeconomia, della prosperitร , della fortuna e del futuro ha avuto origine da un lontano evento, chรฉ nonostante il Miracolo Eucaristico sia avvenuto a Bolsena, รจ solo grazie al Social Media Manager ante-litteram con sede in Orvieto, papa Urbano IV, se รจ diventato una ricorrenza festeggiata da tutta la cristianitร : Il Corpus Domini.
Nel cuore della Valnerina, lungo la riva sinistra del fiume Nera, sorge Arrone, cittadella su un colle roccioso la cui storia millenaria รจ testimoniata da ritrovamenti quali una lastra marmorea con iscrizione, un cippo in travertino, dei bronzetti e un sigillo provenienti da un santuario sulla cima del monte Arrone, nonchรฉ una testa marmorea femminile risalente addirittura al II sec a.C.
Per le vie di Arrone
Il borgo sembra debba il suo nome alla famiglia degli Arroni, nobili romani scappati alle devastazioni di Saraceni e Ungari che, rifugiatisi in Valnerina, diedero vita al primo nucleo dellโodierno paese, costruendo nel IX secolo un castello dalla struttura difensiva medievale visibile ancora oggi; in seguito alla sottomissione degli Arroni al Ducato di Spoleto, avvenuta nel 1229, gli uomini di Arrone lo riscattarono, trasformandolo da Signoria a Comune nel 1347. Molto piรน tardi invece, nel 1860, Arrone entra far parte del Regno dโItalia e il capitano garibaldino Gaetano Turchetti passa alla storia come il primo sindaco del paese.
La sua struttura abitativa รจ composta da due nuclei antichi – La Terra e Santa Maria – e da uno periferico nella zona pianeggiante, di piรน recente insediamento. La Terra, nucleo primordiale e Castello di Arrone, racchiude tra le mura antiche la chiesa gotica di San Giovanni Battista – patrono del borgo – protagonista di un recente restauro che ha coinvolto lโabside poligonale, la torre campanaria e gli affreschi quattrocenteschi, che risentono dellโinfluenza di Filippo Lippi. Concorre al recupero del patrimonio di questo castello di poggio anche lโinstallazione di sensori Bluetooth per lโapp Visit Arrone.
Lโapp Visit Arrone
Collega i due antichi borghi lโarco dโispirazione gotica della Porta di San Giovanni; tra i vicoli stretti, fuori le mura del castello, si scorgono altre testimonianze del passato, come quelle in via del Vicinato: la chiesa di Santa Maria Assunta, costruita nel XV secolo con portone risalente al 1493, il medievale campanile civico, con sei arcate e quattro campane e la torre degli olivi a base quadrata, costruita durante la dominazione longobarda e ornata da un ulivo cresciutovi spontaneamente.
Chiesa di San Valentino, Casteldilago
Casteldilago, il borgo di San Valentino
Nel borgo della frazione di Casteldilago, nei pressi di un lago scomparso, imperdibile รจ la chiesa di San Valentino, che, addossata sulla parete rocciosa su cui poggia il paese, corona uno sperone posto alla sommitร della cinta muraria; la chiesa parrocchiale, che onora il Santo martire ternano รจ stata edificata come pieve durante la stagione del Ducato longobardo di Spoleto tra il VII e VIII secolo. Allโinterno โ sulla parete sinistra โ รจ collocata la statua di San Valentino che tiene in mano un modellino di Casteldilago. Fuori dalle mura del borgo รจ la chiesa di San Nicola a catturare lโattenzione con i suoi affreschi cinquecenteschi realizzati dalla scuola di Giovanni Di Pietro, noto come Lo Spagna; oltre al Museo della Ceramica, nato in seguito al rinvenimento, allโinterno di unโantica cisterna, di numerosi oggetti di uso comune.
Parco fluviale del Nera
Unโultima imperdibile tappa รจ il Santuario della Madonna dello Scoglio del XVI secolo: eretto su un costone a strapiombo intorno a unโimmagine della Madonna dipinta su roccia, รจ raggiungibile grazie a un percorso panoramico che offre una splendida vista sulla Valnerina. Tra gli eventi piรน sentiti, la Rassegna dโArte Contemporanea, Terra in Fiore, La Terra sotto le stelle, la Fiaccolata in canoasul Nera (6 gennaio), la Processione della Madonna dello Scoglio e la Sagra dellโAcquacotta, in onore della Festa di San Giovanni Battista (24 giugno).
Arrone รจ anche una meraviglia naturale, dove le acque che sgorgano ovunque dalla roccia sedimentaria danno vita a fiumi, a laghi e alla Cascata delle Marmore – la seconda piรน alta in Italia – inserita nel Parco fluviale del Nera, che offre anche numerose attivitร : escursioni in bicicletta, trekking, arrampicata su roccia, discesa del fiume in canoa e divertimento nel Parco Avventura. A conclusione di unโemozionante esperienza nel Parco, perchรฉ non provare i meravigliosi prodotti tipici della zona di Arrone? Lโolio extravergine dโoliva, il tartufo, il formaggio pecorino e la norcineria della Valnerina, ma anche frutti di bosco, miele e le specie ittiche di acqua dolce – come trote e gamberi – prodotti principi di piatti tipici quali il brodetto di gamberi, ciriole con filetti di trota e tartufo nero e tagliolini ai gamberi di fiume.
Qualificare lโUmbria e Terni attraverso una visione dโinsieme, contemporanea, di tanti dettagli interconnessi.
Around The Nera รจ un conio del 2023 pensato per serie di articoli, interviste e ricerche sul Nera o la Nera, come porta dellโUmbria Sud, da Orte al salto del Velino, via gole del Nera e attorno a Terni. Un reportage sul Lungo Nera, teatro di interventi di rigenerazione urbana nellโarea ex Opificio Siri trasformato nel centro museale e contemporaneo Caos, che danno a questa parte di cittร il necessario ruolo di driver di sviluppo culturale. Sullโopera incompiuta Genesis di Beverly Pepper (around the incomplete work) che in quellโarea doveva sorgere, e un focus sul Drago, emblema della cittร . Tra questi, Estratto di Drago, dallo scitale al Thyrus in 3D, in cui si concentrano le fasi salienti. Cultura e contemporaneitร sono i denominatori, per qualificare Terni e lโUmbria attraverso una visione dโinsieme, di tanti dettagli interconnessi.
Genesis. di Beverly Pepper. Foto di Mauro Cinti
Case opera dโarte, collezionismo locale e arte pubblica
Nel contesto piรน ampio, Around The Nera ha esplorato le identitร sommerse di Terni il cui tessuto artistico si rivela attraverso le narrazioni del collezionismo locale, parallele allโarte pubblica. Iniziative culturali come Atelier liberi (Profili Babocci), CavourArt, e TowerA hanno fatto emergere questo aspetto con lโapertura di spazi temporanei dellโarte nelle dimore private e nei luoghi di culto simbolici e suggestivi, in un transito di artisti incessante. Il Duomo, ornato con le splendide porte di Bruno Ceccobelli, espone Kathartirio di Valentina Angeli,sotto le volte romaniche a crociera di San Francesco,Lauretta Barcaroli deposita Ogni possibile mondo.ย Narrazioni a tratti inattese che scorrono dalle Tre Piazze di Ridolfi del centro al Lungonera, e alla Terni medioevale. Tra gli innumerevoli palazzi dellโarchitettura urbanistica moderna della ricostruzione post bellica si scoprono Case opera dโarte per dirla alla Edmond de Goncourt, come Alberici Paparoni e il suo unico giardino rinascimentale. Case autobiografiche, in cui, per il tramite di oggetti e opere dโarte, si raccontano gli artisti attraverso le Collezioni di famiglia.
Durante un periodo di fervida immaginazione, Oberdan Di Anselmo, artista e collezionista, si proponeva lโambizioso obiettivo di trasformare Terni in un centro all’avanguardia dellโarte. La Galleria Poliantea, inaugurata da Di Anselmo, ospita mostre di rilievo come quella di Carla Accardi nel 1968. Lโartista Mario Schifano contribuisce con una vasta produzione, mentre le raccolte Tonelli e la presidenza di Giulio Carlo Argan nellโAssociazione degli artisti di Terni, fondata da Aurelio De Felice, hanno testimoniato lโimpegno e la vitalitร artistica della cittร .
Mosaico di Corrado Cagli
Museo diffuso: le sculture occupano spazi nelle piazze, ornano i cardini stradali delle rotatorie in un Museo a cielo aperto
Storia di Terni tra le sculture diffuse a cielo aperto, con lasciti importanti, opere di artisti, scultori e architetti di fama nazionale e internazionale che hanno indirizzato lโimmaginario collettivo, e celebrato lโidentitร della cittร . Ad iniziare daHyperion a rappresentare la conca ternana di Agapito Miniucchi, scultoreaccostato dal critico dโarte Sandro Parmiggiani a David Smith, a Ettore Colla e altri grandi protagonisti della scultura internazionale, come Mark Di Suvero e Bernar Venet. Il prezioso mosaico di Corrado Cagli della Fontana dello Zodiacoil cui bozzetto preparatorio del diametro di tre metri e mezzo viene esposto a New York al CIMA, Center for Italian Modern Art. Lโiconico ago d’acciaio della Fontana dello zodiaco simbolo dinamico della cittร , con il TRIPODE in acciaio della passerella di Terni, contribuisce a creare un’atmosfera artistica unica e suggestiva. Completata dal maglio per lโacciaio piรน grande del mondo, la monumentale Pressa della Davy Brothers Ltd e societร Terni, la Lancia di Luce di Arnaldo Pomodoro, Le libertร ย di Giulio Turcato, e altre sinergie scultoree compenetrate nel tessuto urbano. Per citarne alcune: Forme in evoluzione dello spazio n. 1ย di Umbro Battaglini, Sinergica dedicata al campione di motociclismo Libero Liberati, i Riccioliย di Eliseo Mattiacci, il totem di Umberto Mastroianni, Farfalle primitive intuizioni.LโAlbero, ed E-terni. ย Effigi della cittร dellโacciaio, in cui la Acciai Speciali assume un ruolo determinante nella cittร anche in termini artistici. Ancora scultori dellโacciaio legati a Terni come Andrea Forges Davanzati che porta lโacciaio ternano nella sistemazione di Piazza Gerusalemme, e nella Cupola di via Rossetti a Milano sotto forma di un ramรจage di nastro di acciaio inossidabile ispirata al globo del Palazzo della Secessione a Vienna.
Mosaico di Corrado Cagli. Foto di Daniela Zanetti
Storie invisibili: le opere hanno celebrato lโidentitร della cittร fondata sul rapporto acqua e acciaio ma anche la sua vocazione all’energia, materiale e immateriale
Tutto sembrava indicare che Terni, col suo museo diffuso, potesse divenire uno dei siti di Umbria Contemporanea, un parco regionale dellโarte ideato dalla Fondazione Pepper in cui inserire Genesisdella scultrice americana Beverly Pepper molto legata allโUmbria e a Terni. Nonostante gli sforzi ventennali, variazioni di progetto e misteri mai svelati dalla Fondazione Pepper, lโopera si perde dal fondo culturale, resta solo la vasca vuota della fontana che avrebbe incarnato un sentimento ristorativo ideale. Il valore simbolico del fiume Nera e la Cascata da installare a coronamento di quell’area riqualificata del Museo della cittร , poco distante dai giardini che ospitano il Tiro in pietra di Terni. In quel tratto del Nera se ne puรฒ solo immaginare la presenza โ nessunโaltra opera dellโartista รจ a Terni –ย con alcuni bozzetti dellโepoca di progettazione.ย Tra questi, un originale disegno di Genesis che fa vivere ancora quellโidea, rimesso allโarchitetto dellโUrbanistica di Terni Mauro Cinti per la custodia intellettuale dellโopera.
Cascata delle Marmore
Slices di Drago. Una leggenda che diventa realtร , un mito che diventa simbolo
Cโรจ la storia di Terni del Comune libero, nelle grandi dispute del medioevo di scomunicanti e scomunicati, di aquile rosse e aquile nere, dei castellari di difesa, dei Magnati, e dei Banderari. Negli emblemi il dragoghibellino combatte contro i leoni, รจ artigliato dallโaquila rossa dei Guelfi. Alle trame storiche si mescolano i racconti delle leggende. Nellโimmaginario medievale, lโaria malsana delle paludi circostanti, dal Velino al Nera, che mieteva vittime per la malaria, viene identificata con un mostro dโacqua, un drago. La cui soluzione era uccidere la fera. Con opportune opere di bonifica, il drago sconfitto, come narra la leggenda da un giovane della casata Cittadini (poi Cittadini Cesi), divenne il simbolo della forza della cittร . Il Drago e il fiume che dettero le insegne a Terni. Razionalmente, la storia dellโascesa di questa potente famiglia che spronรฒ i ternani per il dominio sulla conca, contro i reatini che si erano insignoriti del Castello sulla Cascata delle Marmore. Restii allโassestamento del selvatico scenario idrogeologico della piana, che il Cavo Curiano dei romani aveva avviato con il taglio della costa rocciosa sovrastante lโantico nucleo di Terni, per liberarla dai ristagni.
Drago Rendering. Foto by Onirico
Se pare strana la presenza di un Drago in cittร pensiamo a Lubiana con il drago nello stemma comunale, e il noto Ponte dei draghi. Se ci si domanda quanto le sculture dislocate in cittร siano state effettivamente poste a rappresentarne l’identitร , nel concetto di arte diffusa, e nel tentativo di dialogo con lโultra mondo dellโarte si inserisce appieno la nuova opera monumentale Thyrus. Il Drago รจ un simbolo fortemente comunitario. Lโintuizione dello scultore e Docente in Discipline Plastiche Marco Diamanti di realizzarne una scultura, รจ lโinterpretazione contemporanea dei meccanismi tra lโuomo, i miti e i luoghi. Un oggetto culturale che รจ totem emblematico e genius loci di Terni. ยซUnโopera non calata dallโalto.Realizzata con tecniche moderne – spiega lโartista. Lโingegneria 3D applicata a una forma, lโanima tecnologica nascosta nella materia. Soprattutto una leggenda che diventa realtร . Fosse anche realizzata con lo stilema di un fantasy – conclude –ย avvicina i giovani alla propria storia, e allโarte. Una ricerca che va al di lร dell’opera e investe in altro modo il territorio. Di fatto Thyrus sembra essere una di quelle sculture fatte per intersecarsi con altre coseยป.
Rammenta stilisticamente Lโuomo e la donna in acciaio di Batumi, simbolo della conciliazione delle diversitร . In anticipo sulla scultura, la dima di acciaio per delineare gli spazi sul basamento nella rotonda Filipponi che ospiterร il Drago per Terni incisa col motto Ars longa vita brevis, mentre sono in corso le prime attivitร di produzione al laser per trasformare i fogli di acciaio nelle slices di drago.
โLa fiamma dellโarte vinca lโinerte materia, i sogni siano fermati sulle bianche carte e sulle tele illuminate di quello stesso sole che sorrise alla bellezzaโ (Benvenuto Crispoldi).
La figura di Benvenuto Crispoldi, artista eclettico e combattivo politico si lega indissolubilmente alla cittร di Spello, che gli dร i natali il 17 giugno 1886 e ora lo celebra con la mostra Benvenuto Crispoldi. Tra arte e rivoluzione (visibile fino al 20 aprile – Sale Espositive, II piano Palazzo Comunale) e con una serie di manifestazioni, eventi e attivitร che ricordano e valorizzano le opere e il movimentato percorso biografico.
L’esposizione
I movimenti artistici e politici cui Benvenuto Crispoldi aderisce ci accompagnano in un lungo percorso intellettuale che attraversa il periodo tra Ottocento e Novecento. Crispoldi da giovanissimo abbandona le scuole statali per iniziare un percorso di studi da autodidatta che termina con lโiscrizione allโAccademia di Belle Arti di Perugia nel 1904.
Fin da giovane รจ affascinato dagli scavi della Spello romana; un forte amore lo lega alla sua cittร , cosรฌ da spingerlo ad approfondirne la storia attraverso lo studio di documenti conservati presso lโarchivio storico del comune: matura grande interesse per periodo romano, quando la cittร di Spello diventa municipio, fornendo truppe a Scipione nella Seconda Guerra Punica.
In questo periodo Spello occupa una posizione importante nel territorio umbro, acquisendo importanza anche come centro religioso e termale; tale periodo รจ ben descritto in una sala della mostra in cui sono esposti alcuni bozzetti realizzati dallโartista raffiguranti lโevoluzione della cinta muraria della cittร , la planimetria della Spello romana e alcuni reperti architettonici dellโepoca.
Caricatura
Crispoldi si trasferisce poi a Roma, dove conosce Gerardo Dottori, amico che lo accompagnerร per il resto della vita. Nel 1910 si reca a Parigi, culla dellโarte moderna, per confrontarsi con le numerose tendenze artistiche, come le Avanguardie; nella capitale francese trova alloggio in un atelier in Rue Premiere 9, nel quartiere di Montparnasse, frequentato da artisti provenienti da tutto il mondo.
Nella seconda sala della mostra si evince lโaspetto che contribuisce a far comprendere la complessitร del personaggio e il suo status di artista poliedrico e versatile: si racconta che in alcuni pomeriggi assolati lโartista si concedesse alcune pause dal lavoro divertendosi a immortalare, nel suo taccuino, alcune riproduzioni caricaturali di concittadini; in alcune teche sono, infatti, esposti alcuni bozzetti realizzati a matita.
Tornato a Spello, si impegna in politica iscrivendosi al PSI, presiedendo lโAssociazione Anticlericale Ispellese. Non abbandona mai la sua vocazione artistica: nella mostra sono esposti vari disegni dellโartista su carta, tra i quali il progetto della decorazione per la camerada letto di Agostino Salmareggi e un bellissimo bozzetto su carta raffigurante il prospetto per la restaurazione e la decorazione della chiesa di SantโAndrea Apostolo, entrambe situate a Spello. Procede anche nel lavoro di scultore intervenendo nella decorazione di residenze sia pubbliche sia private.
Progetto decorazione camera di Agostino Salmareggi a Spello
Gerardo Dottori lo vuole tra i promotori dellโEsposizione Umbra dโArte Moderna tenutasi a Perugia nel 1920. Lโanno successivo รจ impegnato nella decorazione della Nuova Sala Consiliare del comune di Bastia Umbra, dove riceve lโattestato di Accademico di Merito Residente. La tubercolosi che lo affligge da diversi anni procede inesorabile; muore lโ11 agosto 1923 a soli 37 anni. Crispoldi nel corso degli anni espone le sue teorie sullโarte in modo sempre rinnovato e aperto al cambiamento. Vive nel periodo storico in cui i suoi amici futuristi sperimentano unโarte di avanguardia; la mostra si conclude proprio omaggiando lโeclettico artista con una serie di dipinti dei primi anni del 1900 di Gerardo Dottori, Enrico Cagianelli e Renato Profeta.
Calendario delle aperture 2024 (ingresso gratuito)