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Il Comune lโ€™aveva promesso nel 2021 e adesso รจ pronto. Todi gode di un nuovo ponte e di parco di qua e di lร  del Tevere, che va da Ponte Rio a Pian San Martino.

Il ponte si trova nella zona del centro commerciale, dove hanno creato unโ€™area verde con lโ€™area giochi per bambini e dove si puรฒ passeggiare con i cani e anche percorrere la sponda sinistra del Tevere. Ma la cosa piรน importante รจ il ponte Bailey – abbandonato per anni, semidistrutto e sepolto dalla vegetazione – รจ stato ripulito, ripristinato e inaugurato a dicembre 2023. Quando scende la sera รจ molto suggestivo. Una bella illuminazione a raso illumina il piano di calpestio mentre, altre luci illuminano le parti superiori e le due torri alle estremitร .

Il ponte di Todi

La sua storia

Riepilogo rapidamente la storia di questo ponte, che come il ponte Morandi รจ dotato di cognome. Quando, durante la Seconda Guerra Mondiale, i tedeschi in ritirata hanno fatto saltare i ponti, gli alleati velocemente li hanno sostituiti con ponti metallici inventati dallโ€™inglese Donald Bailey. Erano fatti da moduli metallici che si assemblavano rapidamente e sopportavano il passaggio dei carrarmati Sherman. Finita la guerra i ponti fatti saltare vennero ricostruiti velocemente e i Bailey furono trasferiti dove potevano ancora servire. Questo qui arrivรฒ a Todi dalla Toscana nel 1954. Fino ad allora per andare da Pian San Martino e Ponte Rio ci voleva la barca di Giovanni. Con la costruzione del ponte, il traghettatore Giovanni perse il lavoro, ma le macchine finalmente poterono passare il fiume. Comunque il ponte subรฌ delle modifiche rispetto allโ€™originale: รจ lโ€™unico nel suo genere perchรฉ รจ sostenuto anche da robuste funi laterali che, con le torri alle estremitร , ne fanno un piccolo ponte di Brooklyn.

La sua nuova vita

La sua nuova vita lo ha trasformato in un luogo ciclopedonale e ha aperto uno spazio verde notevole per i tuderti e la grande comunitร  turistica che vive e che transita nella zona. Le opportunitร  sono legate soprattutto al cicloturismo, che partendo da qui conduce ovunque. Da qui iniziano infatti le piste per raggiungere le rapide del Furioso con due percorsi: uno blu, antiorario e di 16 km che segue la sponda destra del Tevere e uno piรน lungo, segnato in giallo, che va in senso orario per 30 km: il tratto รจ lungo ma, a metร  percorso, si puรฒ fare una sosta a Doglio, grazioso paesino con un bel castello.

Il sentiero

Sempre partendo dal ponte si puรฒ girare la bici verso Sud e collegarsi alla pista Amerina che unisce Todi ad Amelia: sono 100 km, andata e ritorno, fortemente voluti dai due comuni e dagli sportivi delle due ruote. Se invece si decide di andare a Nord, si raggiunge il tracciato della Media Valle Tour, che tocca 10 comuni e si snoda per 260 km. La ciclabile che inizia sul piccolo ponte Bailey prima attraversa lโ€™Umbria poi si collega con la ciclabile nazionale e poi, volendo, anche con quella europea che arriva in Svezia e Finlandia.

Le ciclabili sono tutte pronte, percorribili e ben segnate e accessibili anche ai disabili. Naturalmente i percorsi che si fanno in bici si possano fare anche a piedi o a cavallo. Io ho percorso a piedi un tratto del circuito blu, di giorno feriale e verso le 12. Ho incontrato tanta gente: mamme con i passeggini, chi faceva jogging, chi passeggiava come me, ho visto le tracce del passaggio dei cavalli, ho incontrato una signora inglese con il suo cane. Il tratto che ho percorso รจ piano e qui e lร  ci sono delle panchine per riposarsi, ma la cosa che piรน mi รจ piaciuta e stata la pace e il contatto con la natura. Le macchine sono lontane e ho sentito solo il rumore del Tevere e delle piccole rapide in quel punto. Tutte queste piste, che assommano a 400 km, sono state tracciate da Walter Nilo Ciucci, presidente dellโ€™associazione Uncover Umbria, con lโ€™accordo di tutti i comuni. Comunque gli organizzatori di un simile lavoro hanno un sogno. Alla fine del 2024 verrร  ripristinato il treno che collega Terni a Sansepolcro, che รจ fuori servizio da molti anni, e la ciclabile della Media Valle Tour lo incrocia in piรน punti.

Gli organizzatori delle ciclabili vorrebbero che ci fossero istituite anche delle carrozze per i ciclisti, come succede in Austria, a San Candido vicino al confine con lโ€™Austria, e in molti altri Paesi europei. Quei treni che incrociano le piste ciclabili hanno delle carrozze dedicate solo alle biciclette, che vengono caricate, agganciate e bloccate. Ormai il ciclismo รจ diventato uno sport praticato da milioni di persone, che trascorrono qualche ora o qualche giorno sul sellino. Quindi รจ un nuovo turismo che va seguito e curato, per essere al passo con i tempi e mi sembra che Todi e gli altri comuni facciano tutto il possibile.

“Forse cancelleremo il Medioevoโ€ฆma non quello di Bevagna”. (Massimo Montanari – 2003)

รˆ indubbio il valore storico โ€“ culturale del Mercato delle Gaite che ha permesso al nostro paese di uscire dai confini angusti della sua realtร  territoriale, per aprirsi alla notorietร , che gli deriva da questa manifestazione che affonda le sue radici nella storia delle antiche tradizioni, come recupero di un passato che torna ad essere presente.

Una volta lโ€™anno Bevagna si sveglia e lo fa con questa manifestazione il cui successo crescente ha posto fine al suo torpore secolare. Quando si รจ deciso di realizzare un progetto culturale di ampio respiro, che contribuisse alla riscoperta del nostro passato, ci si รจ ispirati, non giร  alla lontana epoca romana, di cui ancor oggi Bevagna mostra bellissime testimonianze, bensรฌ allโ€™etร  medievale, in quanto la sua struttura architettonica, i suoi vicoli stretti e bui, le sue cori e la stessa piazza con i suoi mirabili esempi di arte romanica e gotica, costituivano sicuramente lo sfondo ideale in cui far rivivere una pagina di storia cittadina. Quarantโ€™anni fa lโ€™idea sembrava un poโ€™ moscia e un azzardo: fare a Bevagna un mercato medievale quando tutto intorno, lโ€™Umbria celebrava tornei virali, quintane bellicose, giostre furenti, forzate corse dei Ceri. Nessuno allโ€™epoca avrebbe scommesso un soldo bucato su una festa senza cavalli nรฉ sbandieratori, senza tamburini nรฉ strepitio di armature. Paradossalmente, invece, ha trionfato proprio il fatto che cโ€™รจ una giusta eccitazione e concitazione delle gare, che non ci sia nulla da vedere e al tempo stesso si possa vedere tutto. Lo spunto del Mercato รจ stato trovato sulle pagine dei Libri Statutorum Antique Terre Mevanee, i vecchi Statuti, che elencavano, organizzavano e, dividevano la cittร  in quattro gaite o guardie o porte e ne descrivevano la vita politica e commerciale. Per esempio: il podestร , una volta giunto a Bevagna per esercitare il suo mandato, doveva recarsi nella chiesa di S. Vincenzo e offrire un palio di seta del valore stimato di dieci libbre di denaro, doveva giurare nella piazza del comune di governare in buona fede e senza inganno per tutto il tempo del suo mandato, doveva portare con sรฉ due notai e un giudice e infine doveva eleggere due notai per le cause civili e un notaio ai danni dati.

Chi voleva vendere il vino doveva avere il pititto, la mezzetta, la foglietta e le misure sigillate con il sigillo del comune; le panettiere dovevano avere un disco sul quale deporre il canestro con il pane, una tovaglia bianca e anche una bacchetta e nessuno deve toccare il pane con la mano, ma con la bacchetta; le pizzicarole o coloro che vendevano erba o frutta dovevano avere un disco sul quale appoggiare il canestro con le erbe e la frutta e non dovevano avere la rocca alla cintura nรฉ filare con essa, nรฉ tenere un bambino in braccio; i macellai non dovevano – nei mesi di maggio, giugno, luglio e agosto – vendere scrofe, pecore, becchi o castrati, pena quattro libbre per ogni infrazione; nei mulini del Comune doveva esserci un coppolo di metallo regolato in modo tale che la raseria del comune tenesse trenta coppoli e, inoltre, dovevano esserci due mezzenghi e un quartengo; la canapa si poteva vendere solo da Porta Giuntula fino alla Porta S. Vincenzo, il compenso delle tessitrici dei panni canapati era di tre soldi per sei nodi e otto soldi per quindici nodi.

 

Mercato delle Gaite

 

Quarantโ€™anni fa le Gaite si misero dโ€™accordo e, anzichรฉ fare i turni di guardia si divisero gli incarichi: ognuna avrebbe ricostruito due antichi mestieri, secondo tecniche, materiali e strumenti dellโ€™epoca, gli artigiani avrebbero venduto sui banchi e per strada i loro manufatti, un palio avrebbe premiato la Gaita piรน brava, in quanto attese terne di giudici avrebbero assegnato i punti del palio su quattro gare in giorni diversi: tiro con lโ€™arco, gastronomia, mestieri e mercato. Il successo deriva dallโ€™incredibile cura che le gaite mettono negli allestimenti, copiati da disegni dโ€™epoca, attrezzi rifatti, strumenti ricostruiti, tecniche di lavorazione ripescate negli statuti. Nei fondachi e nelle botteghe di Bevagna, il setaiolo torce i fili di seta con una macchina a trazione umana, il cartaio batte gli stracci, i ceraioli fabbricano candele colando su uno stoppino uno strato dopo lโ€™altro di bollente cera dโ€™api, lo zecchiere fonde metalli e ne fa monete.

La gara di tiro con lโ€™arco ha fatto nascere un gruppo locale di sportivi che, oltre a partecipare a varie rievocazioni storiche, gareggiano nei campionati italiani ed europei con ottimi risultati. La competizione per il miglior piatto medievale ha affinato il palato del bevanati e fatto nascere tanti appassionati di cucina medievale, facendone degli esperti. La ricostruzione degli antichi mestieri ha fatto nascere abilissimi artigiani. Infine la ricostruzione della vita medievale ha suscitato una passione per la musica di quel periodo sfociata nella formazione di alcuni gruppi musicali e cosรฌ per la danza.

Il mercato, della domenica conclusiva della festa, รจ il momento piรน significativo di tutta la manifestazione. Bevagna si sveglia, rinnovata eppure antichissima, trasformata in tutti i suoi vicoli, animata da autentici popolani dโ€™epoca. Banchi e bancarelle dappertutto, botteghe artigiane riaperte quasi per incanto; angoli e scorci silenziosi e vuoti per tutto lโ€™anno diventano teatro privilegiato di scene di vita quotidiana. Da quarantโ€™anni, negli ultimi dieci giorni di giugno, Bevagna si trasforma in un museo vivente, itinerario archeologico ed economico, qualificandosi per un lavoro di seria ricerca storica.

 

 

Nel Medioevo quattro รจ considerato un numero perno e risolutore.

QUATTRO le gaite

QUATTRO le gare: mercato, mestieri, gastronomica, tiro con l’arco.

QUATTRO i mercati

QUATTRO x 2 i mestieri

QUATTRO i piatti gara

QUATTRO gli elementi che la scienza medievale aveva ereditato dall’antichitร : terra, acqua, aria, fuoco. Afferma Empedocle: “conosci innanzitutto la quadruplice radice di tutte le cose: Zeus รจ il fuoco luminoso, Era la madre della vita, e poi Idoneo, Nesti infine, alle cui sorgenti i mortali bevono “.

QUATTRO le qualitร : caldo, freddo, secco, umido.

QUATTRO gli umori: bile gialla, sangue, flegma, bile nera

QUATTRO i temperamenti: melanconico, collerico, sanguigno, flemmatico.

QUATTRO i momenti del giorno: mattino, mezzogiorno, sera, notte.

QUATTRO le stagioni dell’anno: primavera, estate, autunno, inverno.

QUATTRO le stagioni della vita: infanzia, giovinezza, maturitร , senescenza.

 

 

Il successo crescente ha poi ampliato gli orizzonti, nel tempo e nellโ€™articolazione di un calendario sempre piรน ricco. รˆ nata cosรฌ la Primavera Medievale e cioรจ il risvolto teorico e culturale della festa e anteprima della rievocazione di giugno. Lโ€™evento si terrร  dal 24 al 28 aprile. Le gaite riapriranno le loro taverne dove gli avventori potranno gustare saporiti piatti medievali, ย i buoni colori del medioevo e ricette che sono, nella maggior parte dei casi, quelle di oggi, appena mascherate da un ingrediente insolito o da un nome curioso, ma ben riconoscibili, cosรฌ da suggerire un viaggio nel passato, che non li porterร  troppo distanti da casa; riapriranno le loro antiche botteghe dove i visitatori, attraverso unโ€™attivitร  laboratoriale, potranno diventare, per un giorno, setaioli, ceraioli, cartai e dipintori.

Ad arricchire lโ€™evento ci saranno una mostra fotografica dal titolo Le immagini di un sogno. Il Mercato delle Gaite nelle foto, la presentazione di libri con la presenza degli autori, conferenze con a tema medichesse e streghe, sacerdotesse e maghe, mistiche e seduttrici con storici e medievisti di spessore elevato. Infine, giullari e musici animeranno le vie del borgo.

 


Ecco il Medioevo, buon viaggio.

https://www.facebook.com/mercatodellegaite

 

Alla scoperta della cittร  umbra e dei suoi monumenti: un luogo di confine tra Perugia e Terni.

Adagiata su di un colle che si affaccia sulla media valle del Tevere, Todi (da Tutere che significa confine) racchiude, allโ€™interno delle sue mura, tesori e bellezze antiche. La leggenda narra che sia nata (nel VIII – VII secolo a.C.) per volere dei Veii Umbri e di unโ€™aquila: gli Umbri volevano costruire la cittร  ai piedi del colle, sulla riva sinistra del Tevere, ma la tovaglia con cui stavano facendo colazione fu rubata da unโ€™aquila che la portรฒ via, lasciandola cadere sulla cima del colle. Questo venne interpretato come un segno divino; fu cosรฌ che i fondatori decisero di costruire Todi in cima al colle. Il legame con lโ€™uccello rapace รจ resistito nel tempo: ancora oggi รจ presente nello stemma cittadino.

La storia invece vuole che Todi sia stata fondata dagli Etruschi tra il III e il I secolo a.C. che costruirono la prima cerchia di mura della cittร . Nel I secolo a.C. Todi diventa Municipio Romano e di questo periodo sono rimasti alcuni resti come le imponenti cisterne (seconda metร  del secolo) che si trovano proprio sotto Piazza del Popolo. Con la caduta dellโ€™Impero Romano, Todi affronta il periodo delle invasioni barbariche e della guerra gotica, dopo la quale viene annessa allโ€™Impero Bizantino. Passato lโ€™anno mille prospera e si espande, diventa libero Comune e poi Signoria sotto la famiglia degli Atti, per poi essere assorbita dallo Stato Pontificio.

 

Tempio di Santa Maria della Consolazione. Foto di Luca Seccaroni

 

Proprio in questo periodo storico (nel 1236) la cittร  dร  i natali al suo piรน celebre cittadino: Jacopone De Benedetti (meglio conosciuto come Jacopone da Todi), poeta ed ecclesiastico che รจ passato alla storia per le sue quasi cento laudi in volgare e per essere stato un acerrimo nemico di Papa Bonifacio VIII.

Nel XIV secolo per Todi inizia un periodo di lenta decadenza, ma grazie al vescovo Angelo Cesi la cittร  ha un nuovo impulso e torna a rifiorire: sotto la sua guida vengono effettuati importanti lavori urbanistici e architettonici come la costruzione della Fontana della Rua o Cesia, la Chiesa del Crocifisso e il Tempio di Santa Maria della Consolazione, completato dopo la sua morte. Questโ€™ultimo si trova fuori le mura della cittร  e costituisce uno degli edifici simbolo dellโ€™architettura rinascimentale: la costruzione, iniziata nel 1508, si concluse solo un secolo piรน tardi e per la sua architettura si contrappone al centro storico in pieno stile medievale.

Passeggiando per lโ€™acropoli ci si imbatte nel Tempio di San Fortunato, un edificio gotico iniziato alla fine del XII secolo e terminato nel 1465. Nella cripta della chiesa si trovano le tombe di quattro santi (tra cui San Cassiano) e, su una parete, un ovale con lโ€™immagine ad affresco del beato Jacopone da Todi. Di particolare interesse รจ il portone centrale decorato da bassorilievi, molti dei quali realizzati dallโ€™architetto dellโ€™opera Giovanni da Santuccio di Fiorenzola e da suo nipote Bartolo.

Tempio di San Fortunato

 

La chiesa piรน importante รจ senza dubbio il Duomo, intitolato a Maria SS. Annunziata: un edificio in stile lombardo a croce latina edificato nel XII secolo nel luogo di un preesistente edificio romano. La facciata ha subito, nei secoli, numerosi restauri e rifacimenti a causa di un incendio nel 1190, di un terremoto nel 1246 e infine del crollo del tetto nel 1322. Allโ€™interno รจ conservato Il Giudizio universale di Ferraรน da Faenza, dโ€™ispirazione michelangiolesca. Nella cripta vi รจ un museo.

 

Palazzo del Popolo

 

Il centro storico si snoda tra vie strette e ampie piazze: le principali sono Piazza Garibaldi โ€“ dove svetta la statua del condottiero – e Piazza Vittorio Emanuele –ย  conosciuta con il nome di Piazza del Popolo. Questโ€™ultima รจ senza dubbio il cuore della cittร  sin dallโ€™epoca romana. Poggia le sue fondamenta su grandi cisterne romane, ancora ben conservate e visitabili: non erano solo unโ€™enorme riserva idrica, ma avevano molteplici funzioni come sostruzione, drenaggio e contenimento delle acque. La Piazza รจ circondata dai monumenti piรน insigni di Todi, testimonianza dellโ€™epoca dei liberi comuni (il Palazzo del Capitano che ospita il Museo Civico, il Palazzo del Popolo, sede del Comune e Palazzo dei Priori).

รˆ impossibile non notare anche i tre cerchi di mura che abbracciano Todi e che ne hanno definito lโ€™espansione urbana: al primo cerchio etrusco (III sec. a.C.) segue quello romano e poi quello di epoca medievale. Lungo questi perimetri si aprono ancora oggi le porte di accesso: Porta Perugina, Porta Romana, Porta Fratta (giร  Amerina) e Porta Orvietana (di cui rimangono pochi resti), i cui nomi si riferiscono ai principali collegamenti viari). Altre porte sono: Porta Libera, Porta Aurea, Porta Catena o di Santโ€™Antonio.

Per una veduta panoramica di Todi e della Valle Umbra si puรฒ salire sul Parco della Rocca (411 m s.l.m.), il punto piรน elevato della cittร . La rocca, edificata da papa Gregorio XI nel 1373, dopo essere stata abbattuta รจ stata ricostruita nel 1395.

 

Museo Lapidario

 

Da non perdere anche i Nicchioni romani in travertino (nel piazzale del Mercato Vecchio): secondo alcune ipotesi si tratterebbe di resti di un tempio dedicato a Marte; Santa Maria in Camuccia, una chiesa a due piani fondata nel VII-VIII secolo e oggetto di interventi e rifacimenti nel XIII secolo; le Fontane di Scannabecco (1241): vasche dโ€™acqua sovrastate da un elegante portico sostenuto da sette colonne; e il Museo Lapidario, inaugurato nel 2009 presso il Polo Museale delle Lucrezie, dove รจ conservata una raccolta – tra le piรน antiche dellโ€™Umbria – di materiali lapidei di etร  romana, medievale e moderna.

Infine, non si puรฒ non visitare il Teatro comunale di Todi che si trova in pieno centro, a significare lโ€™importanza del luogo per la societร  tuderte dellโ€™Ottocento. Nel 1894 ospitรฒ per la prima volta il cinematografo con un filmato intitolato Un bagno di ragazzi. Dopo una fase di declino, il teatro e i locali sono stati restaurati a partire dal 1982 e dal 1992 รจ stato riaperto al pubblico, con una capienza di 499 spettatori.

 

Panorama dal Museo Lapidario

 

Todi, volรฒ dal Tevere sul colle

lโ€™Aquila ai tuoi natali e il rosso Marte

ti visitรฒ, se il marzio ferro or parte

con la forza deโ€™ buoi lโ€™acclivi zolle.

 

Ebbro deโ€™ cieli Iacopone, il folle

di Cristo, urge neโ€™ cantici; in disparte

alla sua Madre Dolorosa lโ€™arte

del Bramante serena il Tempio estolle.

 

Ma passa, ombra dโ€™amor su la tua fronte

che infoscan gli evi, la figlia dโ€™Almonte,

il fior degli Atti, Barbara la Bella.

 

E lโ€™inno del Minor si rinnovella;

Amor amor lo cor sรฌ me se spezza!

Amor amor tramme la tua bellezza!

 

Gabriele Dโ€™Annunzio

Stroncone, splendido borgo posto a guardia della valle ternana, nel Palazzo municipale ospita un tesoro di rara bellezza. Si tratta dei Corali, nove codici miniati risalenti al XIV secolo rivelatisi fondamentali non solo per arricchire la storia della paleografia musicale, ma anche quella dellโ€™arte.

Per Corali di Stroncone si intendono nove codici miniati su pergamena, databili intorno al XIV secolo, che furono rinvenuti nel 1883 dallo storico Luigi Lanzi in due chiese collegiate, quella di San Michele Arcangelo e quella di San Nicola. Formavano il Graduale e lโ€™Antifonario custoditi nelle due collegiate e alcuni lasciti testamentari inerenti alla loro realizzazione ci dicono che furono commissionati in piรน fasi, dal 1325 circa al 1400. Ma perchรฉ sono cosรฌ preziosi?

 

Libri per lโ€™officium chori

I libri corali erano codici di grandi dimensioni (alcuni, aperti, potevano raggiungere anche i 50 centimetri dโ€™altezza e i 60 di larghezza) fatti per essere appoggiati su grandi leggii a beneficio dellโ€™ufficiatura quotidiana del coro. Contenevano infatti le parti che dovevano essere cantate, scritte in lettere gotiche, e la notazione musicale. I Salmi, i Versetti, le Antifone e cosรฌ via erano solitamente scritte in minuscola nera, mentre le rubriche in minuscola rossa. Ma la vera meraviglia erano le lettere capitali, riprodotte coi colori piรน disparati e ornate da fregi e decorazioni pittoriche ispirati a scene bibliche e sacre.

I Corali di Stroncone non sono da meno e ci consentono di ammirare preziose miniature istoriate e arricchite di lamine in oro zecchino attribuibili, secondo alcuni studiosi, alla stessa mano che dipinse anche parte degli affreschi di San Pietro a Terni, tale e misterioso Maestro della Dormitio Virginis.

Un libro per ogni occasione

Ai corali venivano dati nomi diversi in base allโ€™uso: i nove di Stroncone si dividono infatti tra Graduali e Antifonari. I primi prendono probabilmente il nome dai gradini dellโ€™altare e contengono un certo numero di versetti che veniva cantato tra lโ€™Epistola e il Vangelo, mentre i secondi contenevano i canti per le ore diurne e per quelle notturne. Lโ€™Antiphonarium, tradizionalmente, si divideva infatti in nocturnale e in diurnale e vesperale: il primo conteneva mattutino e laudi, mentre nel secondo confluivano la prima, la terza, la sesta, la nona, vespro e compieta.

 


I preziosi codici miniati sono custoditi nel Palazzo comunale, aperto dal lunedรฌ al venerdรฌ dalle 9 alle 12.

Sabato 23 e domenica 24 marzo tornano le Giornate FAI di Primavera, il piรน importante evento di piazza dedicato al patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese: 750 luoghi in 400 cittร  saranno visitabili a contributo libero, grazie ai volontari di 350 delegazioni e Gruppi FAI attivi in tutte le regioni (elenco dei luoghi e modalitร  di partecipazione, consultabili su www.giornatefai.it).

Le Giornate FAI di Primavera si confermano nella loro trentaduesima edizione uno degli eventi piรน importanti e significativi per conoscere il patrimonio culturale e paesaggistico italiano. Unโ€™esclusiva opportunitร  di scoprire unโ€™Italia meno nota, di luoghi solitamente inaccessibili, dalle grandi cittร  ai borghi, da veri e propri monumenti a luoghi curiosi e inediti, che tuttavia ugualmente raccontano la cultura millenaria, ricchissima e multiforme del nostro Paese. Un modo per contribuire alla tutela e alla valorizzazione di questo patrimonio, che va innanzitutto conosciuto, frequentato, e prima ancora, raccontato. รˆ questa la missione del FAI: curare il patrimonio raccontandolo, a cominciare dai suoi 72 Beni aperti al pubblico durante lโ€™anno, ma ampliando e arricchendo questo racconto proprio in occasione delle Giornate FAI di Primavera, quando 750 luoghi saranno aperti in tutta Italia grazie a migliaia di delegati e volontari del FAI e agli Apprendisti Ciceroni, giovani studenti appositamente formati per raccontare le meraviglie del loro territorio. Le Giornate del FAI offrono un racconto unico e originale dei beni culturali italiani, che risiede nella loro Storia intrecciata con la Natura, nei monumenti e nei paesaggi, nel patrimonio materiale e immateriale, e nelle tante storie che questi possono raccontare, che insegnano, ispirano e talvolta anche commuovono. Un racconto corale e concreto che si fonda sulla partecipazione di centinaia di istituzioni, associazioni, enti pubblici e privati che in numero sempre maggiore vi collaborano grazie a una vasta e capillare rete territoriale con un unico obiettivo: conoscere e riconoscere il valore del patrimonio italiano per tutelarlo con il contributo di tutti, perchรฉ appartiene a tutti.

 

Tuoro sul Trasimeno (PG), Castello di Montegualandro

 

Le parole del Presidente del Fondo per lโ€™Ambiente Italiano Marco Magnifico in occasione della XXXII edizione delle Giornate FAI di Primavera: โ€œRaccontare il patrimonio culturale per educare la collettivitร  a proteggerlo e a prendersene cura: da questa necessitร  nacquero nel 1992 le Giornate FAI di Primavera dando vita, e poi corpo, e poi forza a una impressionante struttura di volontariato – le Delegazioni del FAI -, che con entusiasmo e pervicacia eccezionali in questi trentadue anni hanno aperto al pubblico 15.540 luoghi dimenticati o difficilmente visitabili raccontandoli, appunto, con semplicitร  e passione a ben 12 milioni e 515.000 di cittadini. Ai benefici di questo raccontare se ne รจ ora aggiunto un altro: quello della fisicitร  e del ruolo che essa ha per un vero apprendimentoโ€.

 

Perugia, Palazzo Graziani

Ecco alcune delle aperture piรน interessanti in Umbria:

PERUGIA

Salone Brugnoli di Palazzo Graziani

Attuale sede della Fondazione Perugia, Palazzo Graziani sorge in corso Vannucci, la via principale del centro storico di Perugia. Costruito in etร  medievale, fu sottoposto a interventi nel corso dei secoli che ne hanno modificato e ampliato la struttura. Il palazzo รจ citato ne Il conte di Montecristo di A. Dumas, dove si descrive il soggiorno di Edmond Dantรจs allโ€™Hotel Posta che in quel periodo qui aveva la sua sede. Nel 1895 Annibale Brugnoli vi realizzรฒ quattro grandi quadri a olio sulle pareti e quattro grandi dipinti murali sulla volta di quello che successivamente venne chiamato Salone del Brugnoli, ancora oggi la sala di maggior pregio dell’intero complesso. Abitualmente non accessibile al pubblico, la Fondazione Perugia ne ha gentilmente concesso l’apertura in occasione delle Giornate FAI di Primavera 2024.

 

TUORO SUL TRASIMENO (PG)

Castello di Montegualandro

A circa 450 metri slm, il forte sorge all’estremo confine del territorio perugino dominante sulla strada che collegava Perugia ad Arezzo e Firenze e su tutta la piana aretina. L’origine della sua struttura, come testimonierebbe la famosa Stele del luogo (tuttora conservata al Museo Archeologico dell’Umbria a Perugia), viene fatta risalire agli Etruschi. Il primo vero signore del Castello fu perรฒ Andrea di Giacomo Montemelino, Potestร  di Perugia, la cui omonima famiglia ne mantenne il dominio fino al 1678. In seguito, Papa Innocenzo XI mise in vendita la Contea di Monte Gualandro assieme al titolo che finรฌ nelle mani di Ruggiero Ranieri e dei suoi eredi che lo possedettero sino a pochi anni fa. Pur avendo subรฌto diverse rivisitazioni nel tempo, il castello conserva ancora la classica struttura circolare con mura alte e possenti di circa 8 metri, merlature, feritoie, un fossato che costituisce ancora la principale difesa da incursioni esterne, una splendida chiesa a una sola navata in arenaria e cotto, torrioni di avvistamento con strutture militari litiche e muri a scarpa, una prigione. Le modifiche apportate alla struttura – l’apertura di ampie finestre e la sostituzione del ponte levatoio con un grande portone in ferro โ€“ ne hanno sancito la trasformazione da fortezza militare nella lussuosa residenza nobiliare che รจ oggi. Tutto il complesso รจ oggi di proprietร  privata, perciรฒ di norma non visitabile all’interno, e grazie alle Giornate FAI si potrร  eccezionalmente godere della splendida vista sul lago e sulla pianura toscana nonchรฉ di alcuni degli edifici interni che lo compongono.

 

Narni (TR), Villa Valli

 

NARNI (TR)
Concerto della Fanfara dellโ€™Accademia Navale nella Chiesa di San Domenico โ€“ sabato POMERIGGIO
Lโ€™auditorium comunale Mauro Bortolotti รจ stato ricavato all’interno della ex chiesa domenicana di Santa Maria Maggiore, nel centro storico di Narni. La fase piรน antica della chiesa risale al VI-VII secolo ed รจ testimoniata dai resti di un mosaico bizantino ritrovato, mentre l’antica abside romanica in fondo alla navata centrale risale al 1200. La struttura attuale รจ frutto di un ampliamento iniziato intorno al 1300 che ne ha modificato notevolmente le dimensioni. Relegata per secoli a svariate destinazioni dโ€™uso, solo alla fine degli anni Sessanta importanti interventi strutturali ne riconsentirono l’utilizzo, prima come sede del museo della cittร , poi come biblioteca comunale e infine dagli anni 2014-2015 come sede dellโ€™auditorium. Nel corso del tempo gran parte degli arredi e delle decorazioni sono andati perduti; rimangono importanti testimonianze in loco e nel museo della cittร  come l’Annunciazione di Benozzo Gozzoli e alcuni affreschi, come una Madonna in trono col bambino, una crocifissione e la cosiddetta Capella della Genesi. In occasione delle Giornate FAI, l’auditorium ospiterร  il concerto della Fanfara dell’Accademia Navale che si svolgerร  alle ore 15.30 disabato 23 marzo, al termine del quale sarร  possibile visitare lโ€™ex Chiesa di San Domenico. L’Accademia Navale, dalla sua inaugurazione nel 1881 ha istituito una piccola fanfara di ottoni, allo scopo di garantire l’addestramento alla marcia degli Allievi e rendere gli onori militari nelle visite ufficiali. Nel corso del secondo conflitto mondiale venne sciolta per poi ricostituirsi nel 1965 per iniziativa del Contrammiraglio Luigi Vivaldi. Attualmente la Fanfara รจ costituita da personale proveniente dai vari Conservatori e Licei Musicali italiani, consta di 20 elementi, ed รจ diretta dal 1ยฐ Luogotenente Franco Impalaโ€™.

Villa Valliย ย ย ย ย ย ย ย ย 
Edificata nel 1889 dalla famiglia Valli come residenza estiva, la villa รจ circondata da una magnifica lecceta. Si compone di una struttura principale di ispirazione neo cinquecentesca arricchita da un edificio di servizio con annessa cappella e da un elegante giardino con cedri del libano e palme. Durante il Novecento la numerosa famiglia Valli โ€“ che conta imprenditori, militari ed esploratori – รจ protagonista della storia del territorio di Narni e della storia contemporanea internazionale. Occupata dai tedeschi nel 1943, fu salvata in extremis dall’ordine di minarla e farla esplodere. รˆ comunemente detta โ€œIl Montiello”, poichรฉ sorge su uno sprone pianeggiante a mezza costa sul declivio settentrionale del Montiello. Il complesso si compone di un edificio padronale e di uno di servizio nonchรฉ di una torre colombaia nascosta in parte dalla vegetazione. Imponente edificio in stile eclettico, la villa padronale รจ ispirata alle architetture neo cinquecentesche. Le facciate presentano un ricco apparato decorativo in finto travertino su fondo rosato, mentre all’interno si possono ammirare alcune sale decorate con dipinti e stucchi colorati e un’imponente scala. Il giardino ha un gusto formale caratterizzato dal disegno della vasca centrale e del parterre erboso arricchito da cedri del Libano, palme, tassi e lecci. Il parco, invece, presenta un carattere decisamente piรน naturalistico e sfuma senza soluzione di continuitร  verso i boschi circonstanti. In occasione delle Giornate FAI sarร  possibile visitare questo luogo solitamente chiuso al pubblico.

 

ASSISI (PG)
Monastero di San Pietroย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย 

Situata ai margini del centro storico di Assisi, si erge trionfante l’Abbazia San Pietro: luogo meno conosciuto rispetto alle Basiliche di San Francesco e Santa Chiara, gode di una piazza che si affaccia sulla valle umbra in direzione di Perugia e ospita l’opera di Beverly Pepper Ascensione realizzata nel 2008 appositamente per la chiesa benedettina. Fondata tra la fine del X e l’inizio dell’XI sec. sopra un’antica necropoli romana, nel corso del XVII secolo le fabbriche monastiche furono interamente rinnovate, eliminando la quasi totalitร  delle costruzioni piรน antiche e plasmando l’aspetto che conosciamo. Il monastero, soppresso prima dai Francesi nel 1799 e poi nel 1810, fu trasformato in ospedale civico per alcuni anni. La chiesa รจ stata restaurata nel 1954; nel 2000 l’abbazia รจ stata iscritta nella lista dei Patrimoni Unesco dell’Umanitร . L’interno รจ diviso in tre navate: quella centrale รจ molto alta, con travature lignee e senza finestre proprie, ed รจ illuminata dal rosone centrale. Le pareti sono state mese a nudo durante il restauro del 1954, che ha comportato anche l’abbattimento degli altari barocchi. A sinistra dell’abside sono presenti alcuni affreschi frammentari della metร  del secolo XIII. Sulla testata del transetto sinistro nella cappella del Santissimo Sacramento si puรฒ ammirare un’Annunciazione, a destra una Madonna in Trono e sulla parete destra San Vittorino. L’apertura nelle Giornate FAI prevede la scoperta di alcuni ambienti interni ed esterni come la Cappella del Rosario, chiostro del XVII secolo con colonnato tuscanico, e la Cripta, che si estende al di sotto del monastero per tutta la sua ampiezza.

 

Assisi (PG), Monastero di San Pietro

 

ORVIETO (TR)
Oratorio di San Giovanni decollato detto della Misericordia
L’oratorio di San Giovanni decollato รจ parte integrante del complesso della Misericordia, costituito dalla chiesa di San Giovanni Battista e dalla chiesa di S. Agnese, mentre lโ€™intero isolato era parte dell’antico palazzo della famiglia Caetani poi trasformato in monastero delle monache terziarie di S. Agnese. La riconversione in Oratorio avvenne nel 1495 con il Vescovo Della Rovere e nel 1556 venne istituita la Confraternita della Misericordia, di origine fiorentina. Suo fine principale era quello di offrire conforto ai carcerati e ai condannati a morte, trasportare gli infermi, raccogliere le elemosine, seppellire gli indigenti e conferire la dote alle fanciulle povere. L’esterno del complesso consta di un semplice portale in basaltina del XVI secolo con al centro la testa del Battista su un piatto e l’iscrizione Confraternitae Misericordiae. Esempio di architettura barocca, presenta un’aula rettangolare con volta a vela su pennacchi e lunette per le aperture, con affreschi del 1666 che raccontano le storie di San Giovanni, opera dell’artista aretino Salvi Castellucci, allievo di Piero da Cortona. Perimetralmente erano disposti i seggi in legno con uno schienale ligneo riccamente decorato datati 1554. Le sedute sono complete di inginocchiatoi, le decorazioni sono a grottesche di finissima fattura sormontate da una trabeazione con scritte che fanno riferimento alla condotta richiesta ai confratelli. L’altare รจ composto da una mensa con al centro una pala raffigurante la Pietร  con San Francesco e Maria Maddalena. Chiuso al pubblico per un lungo periodo, ora, grazie all’interessamento dell’Ufficio Beni Culturali della Diocesi Todi Orvieto e dell’attuale parroco della Parrocchia di S. Andrea, sono possibili visite in occasioni speciali.

 

SPOLETO (PG)
Basilica di San Gregorio Maggiore e leggenda del Ponte Sanguinario
La Basilica venne eretta tra la fine dell’XI e il XII sec. sul luogo di una primitiva chiesa con annessa area cimiteriale, di cui rimane traccia in alcuni elementi come i capitelli della cripta. Lโ€™edificio originario sarebbe sorto in onore dell’omonimo martire spoletino ad opera della pia vedova Abbondanza, che ne avrebbe raccolto il corpo. Sebbene sia stato piรน volte rimaneggiato nel corso del XVI e XVIII sec., presenta un aspetto assai simile a quello di altre chiese cittadine. La facciata รจ preceduta da un portico cinquecentesco ed รจ ornata da un bel portale del 1597. Sono di pieno Trecento, invece, i tre archi rincassati della parte superiore. Nel lato sinistro del portico si apre la Cappella degli Innocenti, decorata con scene che ricordano la storia della chiesa e di Santa Abbondanza, e il Martirio dei Santi gettati dal ponte Sanguinario. Sul fondo di una delle scene รจ rappresentata una bella immagine della cittร  di Spoleto con tutti i suoi monumenti principali. Ciรฒ che resta del Ponte Sanguinario, di probabile epoca longobarda โ€“ รจ citato da Paolo Diacono che ne ricorda lโ€™utilizzo da parte di Liutprando -, risulta completamente interrato e si raggiunge attraverso una scala. La tradizione attribuisce diversi significati all’appellativo โ€œsanguinarioโ€, che potrebbe riferirsi al sangue dei martiri cristiani, le cui esecuzioni avvenivano in quel luogo, come era accaduto per il patrono di Spoleto, San Ponziano.

 

NOCERA UMBRA (PG)
Lโ€™antico borgo di Bagnara di Nocera Umbra e la sua sorgente
Il piccolo borgo di Bagnara รจ immerso in un ambiente naturale ai piedi del monte Pennino, nei pressi delle sorgenti del fiume Topino che sgorga dal monte Pennino e trasporta la sua acqua fino a Perugia e che Dante cantรฒ nel noto passo del Paradiso (XI) glorificando la vita di S. Francesco. Alle pendici di queste sorgenti sostรฒ infatti San Francesco che, giร  malato, venne trasportato da Bagnara ad Assisi da una delegazione di cavalieri passando per Satriano; il viaggio viene oggi ricordato come โ€œcavalcata di Satrianoโ€ e si celebra ogni anno ai primi di settembre. Nel territorio di Bagnara troviamo l’importante Chiesa di S. Egidio risalente al XIII secolo, inserita nell’elenco degli edifici monumentali. La chiesa รจ citata per la prima volta in un documento del 1333, e conserva al suo interno un fonte battesimale del 1574 donato dall’Universitร  degli uomini di Bagnara, alcuni resti di affreschi votivi del XV e XVI secolo, tre altari appartenenti alle confraternite allora esistenti e un bellissimo organo del 1800. La sua origine trecentesca รจ dimostrata dallo stile ogivale francescano, con tetto nudo sostenuto da quattro archi a sesto acuto. Si visiterร  inoltre la sede della Comunanza agraria, con al suo interno un’aula didattica per lo studio di antichi documenti, una mostra permanente di mappe storiche e vecchie fotografie della comunitร  e dei suoi abitanti, nonchรฉ antichi registri parrocchiali e dell’Universitร  degli uomini di Bagnara.

Immergiamoci nell’affascinante mondo dell’antica cittadina umbra di Trevi in combinazione con l’immaginario di Salvador Dalรญ, nel contesto del progetto Umbria Ecologia Artificiale.

Trevi. Foto di Andrea Martina Tiberi

 

Attraverso l’intelligenza artificiale esploriamo la rielaborazione di Trevi sotto l’influenza surreale di Salvador Dalรญ, esaminando come il borgo si trasformerebbe se plasmato dalla creativitร  del celebre artista. Dalle strade medievali alle rive del fiume Clitunno, sprofondiamo insieme in uno scenario dove storia e arte si fondono, concependo una nuova prospettiva virtuale sulla ricca ereditร  culturale umbra.

 

Fiume Clitunno, foto surrealista di Andrea Martina Tiberi.

 

Intrigante scoprire che il nome stesso – Trevi – abbia radici profonde nel passato. Dal latino trivium, incrocio di tre strade, la cittadina si presenta forse come il crocevia di tre percorsi? Un punto di convergenza? La sua ricca storia ha ispirato numerosi artisti nel corso dei secoli. Il fiume Clitunno, fonte di ispirazione per poeti come Carducci, si immette nella cittadina e trasforma il borgo secondo ciรฒ che lโ€™intelligenza artificiale ha catturato di Dalรญ. Le sue acque, che da sempre scorrono lente e tranquille, si animano di forme e colori inusuali, piante e fiori dai colori sgargianti e dalle fluide forme.

L’opera senza tempo di Dalรญ, La persistenza della memoria, ci guida attraverso il labirinto di Trevi, dove orologi molli e non, trovano un inaspettato riflesso nel fluire delle acque del fiume. I dipinti di Dalรญ, alcuni dei quali ispirati forse dalle teorie sulla relativitร  di Einstein, raffigurano il tempo come una dimensione elastica. Il fluire del tempo diventa flessibile, proprio come le case che si piegano sotto l’influenza di una forza impalpabile. Questa concezione del tempo elastico trova un’eco sorprendente nel fiume Clitunno, dove le acque danzano con leggerezza e fluiditร , tra i tavoli esposti al sole degli edifici bronzei in corten.

 

Foto di Andrea Martina Tiberi

 

Le case si sciolgono sotto il calore del sole e la pressione della realtร , un’immagine della mente umana che si dissolve. Le abitazioni perdono la loro soliditร . รˆ come se le strade medievali di Trevi si piegassero e si torcessero sotto l’incantesimo surreale di Dalรญ, trasformando la cittร  in un labirinto a tratti abbandonato. I panorami offerti dall’intelligenza artificiale, arricchiti da dettagli classici e liberty dalle forme sinuose, narrano di un ciclo perpetuo di oggetti in continua trasformazione. Ogni angolo e ogni via sembrano fungere da testimonianza dell’istante precedente a un evento della vita quotidiana dei cittadini.

 

Trevi. Foto di Andrea Martina Tiberi

 

In questo contesto, si delineano forse eccentricitร  e narcisismo proprie dellโ€™artista, con l’apparizione di una figura maschile di spalle, verosimilmente riconducibile a Dalรญ. Con acume, l’intelligenza artificiale cattura questa sfumatura della sua esistenza, offrendo agli osservatori un’illuminante percezione della personalitร  singolare e provocatoria l’artista. La rielaborazione di Trevi secondo l’AI Dalรญ รจ un panorama che sfida la logica dei materiali e delle strutture, e che ci invita a riflettere sulla natura fluida e mutevole del mondo che ci circonda.ย 

Il cuore verde dโ€™Italia batte al ritmo della Storia a Todi dal 15 al 17 marzo 2024. Tre giornate di grandi lezioni di storia ospite dโ€™onore Umberto Galimberti Extra Festival a Perugia il 22-23 marzo.

Non cโ€™รจ due senza tre. L’Umbria Antica Festival torna per la sua terza edizione in collaborazione con il Comune di Todi, mantenendo lo stesso spirito di sempre: divulgare la Storia attraverso le lezioni gratuite e coinvolgenti dei piรน importanti studiosi del settore con un linguaggio accessibile e adatto a tutti. Dal 15 al 17 marzo nella Sala del Consiglio del Palazzo del Capitano in piazza del Popolo, si alterneranno archeologi e storici per raccontare le tante sfumature del mondo antico: dai popoli italici agli Etruschi, dalla Grecia classica a Roma.

 

 

Non solo lezioni: al Festival ci sarร  una speciale serata al Teatro Comunale di Todi (15 marzo, ore 21) con protagonista Umberto Galimberti che parlerร  de โ€œLโ€™uomo nellโ€™etร  della tecnicaโ€ (qui per prenotare i biglietti rimanenti) e una Fiera del Libro in collaborazione con le principali case editrici di saggistica (Laterza, Il Mulino, Carocci) e la Libreria Ubik di Todi, allestita nella suggestiva Sala delle Pietre. Inoltre, nel corso delle giornate, saranno organizzate speciali visite guidate alle Cisterne Romane, al Museo Civico e al Museo Lapidario, per valorizzare e far conoscere al pubblico il patrimonio archeologico tuderte.

Gli ospiti

Umberto Galimberti, Giovanni Brizzi, Andrea Carandini, Costantino dโ€™Orazio, Valentino Nizzo, Marcella Frangipane, Livio Zerbini, Arnaldo Marcone, Nicola Mastronardi, Paolo Giulierini e tanti altri ancora.

Il programma

Aprirร  il Festival venerdรฌ alle 17.30 Giovanni Brizzi, uno dei maggiori esperti di storia annibalica e storia militare antica, che presenterร  per la prima volta in Umbria il suo ultimo lavoro: Imperium. Il potere a Roma (Laterza 2024). Venerdรฌ sera al Teatro Comunale si terrร  una lezione di Umberto Galimberti, psicanalista e filosofo, che guiderร  il pubblico in una riflessione sul rapporto tra essere umano e tecnica, partendo da una provocazione: non รจ piรน l’umano a governare la tecnica, ma รจ la tecnica a governare l’umano.

La seconda giornata. Sabato si aprirร  con Costantino d’Orazio, il nuovo Direttore della Galleria Nazionale dell’Umbria e dei Musei Nazionali di Perugia – Direzione Regionale Musei Umbria, con un intervento dedicato al patrimonio umbro (La sottile linea dโ€™Umbria, tra Antico e Contemporaneo). Sarร  poi il turno dell’archeologia con Marcella Frangipane, che porterร  a Todi la sua illustre esperienza e riconosciuta abilitร  nel “far parlare gli oggetti”, raccontando come i frammenti archeologici siano tesori inestimabili per ricostruire la storia delle antiche civiltร  (Un frammento alla volta: gli oggetti che raccontano la Storia). Chiuderร  la mattinata Andrea Carandini, che presenterร  il suo ultimo libro Io, Nerone (Laterza 2023), dialogando con il dottor Nicolรฒ Squartini.

Il pomeriggio prosegue all’insegna della storia romana, alla scoperta di altri due imperatori: Vespasiano, l’inaspettato salvatore dell’impero, con la lezione Arnaldo Marcone e Commodo, l’imperatore gladiatore, nell’intervento di Livio Zerbini.

La terza giornata. Domenica mattina sarร  interamente dedicata a Todi. Si inizia con Valentino Nizzo con la lezione Tuder/Tular: cittร , persone, confini, per proseguire poi con Enrico Zuddas che racconterร  il ruolo di Todi nella guerra di Perugia (Il Bellum perusinum e la colonia di Tuder) e concludere la sessione con Nicoletta Paolucci che illustrerร  uno dei tesori tuderti: le cisterne romane.

Nel pomeriggio ci si sposterร  nell’Italia pre-romana. Inizierร  il glottologo Augusto Ancillotti, che parlerร  del rapporto tra Todi e il Tevere a partire da ciรฒ che ci svelano i nomi stessi dei luoghi. A seguire, Paolo Giulierini ci porterร  sulle tracce degli antichi popoli italici a partire dal suo ultimo libro L’Italia prima di Roma (Rizzoli 2023). A concludere Nicola Mastronardi con l’intervento I Sanniti e la nascita di Italia.

 

Museo Lapidario di Todi

 

Le visite guidate

In collaborazione con il Comune di Todi e CoopCulture durante il Festival ci sarร  la possibilitร  di partecipare ad alcune visite guidate gratuite, in tre siti significativi della cittร : sabato pomeriggio dalle 15.30 alle Cisterne Romane (vista lโ€™enorme richiesta abbiamo giร  organizzato quattro gruppi, uno ogni mezzโ€™ora; รจ ancora possibile prenotare il quinto in partenza alle 17.30). Domenica mattina alle 10.30 al Museo Lapidario, un tesoro allestito nellโ€™antico e suggestivo Monastero delle Lucrezie, e domenica alle 15.30 al Museo Civico della Cittร , nella sezione archeologica. Le visite saranno a cura di Nicoletta Paolucci, direttrice del Circuito Museale di Todi, Filippo Orsini e Francesca Tenti.

ยซLa tre giorni di Umbria Antica โ€“ sottolinea il Sindaco di Todi Antonino Ruggiano โ€“ risponde a una duplice finalitร : da una parte qualifica ulteriormente la proposta culturale cittadina, dall’altra va ad aprire la stagione turistica 2024, andando ad occupare un periodo che tradizionalmente era privo di iniziative consolidate. L’inserimento dell’evento in una logica di cartellone tematico regionale non puรฒ che far bene alla cittร  e all’Umbria, che in tema di politica turistica dovrร  fare in futuro sempre piรน sistemaยป.

Il senso del Festival. ยซCi sono tanti motivi per parlare di storia in Umbria. Per i suoi borghi incastonati tra monti e colline. Per gli archi etruschi, i teatri romani e millenarie tavole di bronzo. Basta percorrere le antiche strade o seguire il corso dei fiumi per ammirare le silenti tracce lasciate da antiche civiltร ยป, recita la voce del nostro spot promozionale. ยซMa la vera ragione per parlare di storia in Umbria รจ che di tutti i suoi tesori conserva ancora il piรน prezioso: il valore del tempo. L’antica arte di andare al passo con la natura per godersi appieno la meraviglia intorno a noi. Il cuore verde dโ€™Italia batte al ritmo della storia e la sabbia del tempo scorre nelle sue vene. Sa quando bisogna rallentare i battiti per non farsi travolgere dal presente frenetico o quando entusiasmarsi davanti a monumenti di immutabile bellezza. Allโ€™Umbria Antica Festival potrai immergerti nel passato per capire il presente. E per farlo, potrai prenderti tutto il tempo del mondoยป.

Extra Festival: focus a Perugia

Venerdรฌ 22 e sabato 23 marzo organizzeremo allโ€™Auditorium di San Francesco al Prato una due giorni dedicata alla storia di Perugia con qualche incursione nellโ€™affascinante mondo della Roma antica.

Venerdรฌ 22 aprirร  la giornata Michele Bilancia che illustrerร  la storia e lโ€™unicitร  delle mura di Perugia e il suo lavoro instancabile di questi anni per valorizzarle, che ha il suo esito piรน recente nel Parco delle Mura, inaugurato a novembre dello scorso anno (Le mura di Perugia. Continuitร  e resilienza di un monumento). Seguirร  poi una lezione di Luana Cenciaioli, che svelerร  i segreti dellโ€™antica Perugia a partire dallโ€™area archeologica scoperta sotto il Duomo (Sotto la cattedrale. I tesori della Perugia sotterranea). Infine, la mattinata di venerdรฌ sarร  chiusa dal professor Paolo Braconi, con un intervento dedicato allโ€™antica chiesa di Santa Susanna, la chiesa sopra cui รจ stata costruita San Francesco al Prato (L’antica chiesa di Santa Susanna).

Il pomeriggio di venerdรฌ 22 vedrร  sul palco Immacolata Eramo, filologa classica e docente allโ€™Universitร  di Bari, che presenterร  il suo ultimo libro Il mondo antico in 20 stratagemmi: un racconto di imbrogli, trucchi e raggiri che rivelano le sorprendenti sfaccettature del carattere e del mondo dei nostri antichi antenati. A chiudere la sessione un dialogo tra gli storici Giusto Traina e Franco Cardini sulla prima guerra mondiale della storia: lo scontro civile tra Marco Antonio e Ottaviano (La prima guerra mondiale della storia).

La mattina di sabato 23 sarร  aperta da una lezione del professor Filippo Coarelli su La battaglia del Metauro. A seguire, il professor Francesco Marcattili esporrร  in anteprima assoluta i suoi studi su Le mura etrusche del Verzaro e la porta Scalelle. Infine, la direttrice dellโ€™Ipogeo dei Volumni e Necropoli del Palazzone Maria Angela Turchetti racconterร  le novitร  legate alla tomba ipogea etrusca, ora in corso di restauro e al centro di un nuovo progetto di valorizzazione (Lโ€™ipogeo dei Volumni, lavori in corso).

Il pomeriggio di sabato vedrร  sul palco dellโ€™Auditorium il professor Tommaso Braccini con una lezione sullโ€™umorismo nellโ€™antichitร  (Nel Foro, nel triclinio, alle terme: ridere con gli Antichi per capirli meglio), seguito dallโ€™ultima lezione dellโ€™Extra Festival a cura di Mario Lentano, che parlerร  del rapporto tra gli antichi e gli alberi: un perfetto epilogo per un Festival che si chiude nel capoluogo del โ€œcuore verde dโ€™Italiaโ€ (ยซVissero i boschi un dรฌยป. La vita culturale degli alberi nella Roma antica).

I libri. I libri dei relatori e relatrici delle giornate di Perugia saranno disponibili alla vendita grazie alla collaborazione con la Libreria delle Volte di Perugia, che allestirร  un corner presso lโ€™Auditorium.

 

Ipogeo dei Volumni

 

Le visite guidate. Anche a Perugia saranno organizzate delle viste guidate per consentire ai partecipanti di vedere e toccare con mano i reperti di cui si parlerร  nel corso delle lezioni.

In particolare, grazie alla preziosa collaborazione con lโ€™associazione Radici di Pietra e Michele Bilancia, saranno realizzati due itinerari di visita nelle mattinate di sabato e domenica, dal titolo I confini della memoria. Il parco delle mura etrusche di Perugia. Sabato 23 la visita si svolgerร  con percorso che da piazza Grimana-Arco etrusco arriverร  Parco della Canapina, dove รจ stato da poco inaugurato il Parco delle Mura. Domenica 24 il tour partirร  invece da Santโ€™Ercolano e si concluderร  sempre al Parco della Canapina.

Domenica 24 sarร  possibile anche partecipare a una speciale visita guidata allโ€™Ipogeo dei Volumni, grazie alla collaborazione con la Direzione Regionale Musei Umbria e la direttrice dott.ssa Turchetti.

Epocale, la nuova serie di video-podcast. Dopo le tappe del Festival il progetto Umbria antica continuerร  nel corso dellโ€™anno a offrire alla sua comunitร  una serie di contenuti originali per valorizzare il patrimonio storico e archeologico umbro. Ad aprile pubblicheremo nelle piattaforme di podcasting e su YouTube le videolezioni del Festival. Poi da maggio ad agosto verranno registrate le puntate di โ€œEpocaleโ€, la nuova serie di video-podcast, dalla durata di unโ€™ora circa, in cui intervisteremo i direttori e le direttrici di una rosa di musei e siti archeologici gestiti dalla Direzione Regionale Musei Umbria.

 

Museo Civico – sezione Archeologica Todi

 

Una chiacchierata approfondita per valorizzare i reperti custoditi nei luoghi della bellezza della storia antica umbra, ma anche comunicare in senso ampio lโ€™amore per la cultura e per la storia e raccontare cosa ci sia dietro un museo o un sito archeologico, cosa significhi organizzare una mostra o allestire una collezione, cosa sia il lavoro dellโ€™archeologo, dello storico dellโ€™arte, del curatore o della direttrice musale.

La prima puntata, dedicata al Museo archeologico nazionale dellโ€™Umbria a Perugia sarร  pubblicata a settembre. La serie di video-podcast Epocale continuerร  con puntate registrate presso lโ€™Area Archeologica Di Carsulae, lโ€™Ipogeo Dei Volumni e Necropoli Del Palazzone, il Teatro Romano e Antiquarium Di Gubbio, il Museo Archeologico Nazionale Di Orvieto e il Tempietto sul Clitunno.

Lโ€™Umbria Antica Festival รจ realizzato grazie al sostegno del Comune di Todi e del Comune di Perugia, in collaborazione con la Direzione Regionale Musei Umbria e con il patrocinio della Regione Umbria, dellโ€™Universitร  degli Studi di Perugia, del Festival del Medioevo e di Archeo.

 


Per informazioni scrivere a info@festivalumbriantica.it

 

Sito: www.festivalumbriantica.it

Facebook: Umbria antica

Instagram umbria_antica

Nato da una sapiente rigenerazione urbana dellโ€™Ex Foro Boario e da una significativa sinergia tra le Amministrazioni, da De Girolamo a Latini, lโ€™attuale del sindaco Bandecchi accompagna al nastro augurale lโ€™inizio della programmazione.

 

Il PalaTerni vuole essere un polo di riferimento di tutto il centro Italia per lโ€™intrattenimento ed eventi culturali. Affaccia direttamente sul parco del Nera. Dietro il maxi schermo appare una entrata pensata come lโ€™accesso ad un grande Hangar. โ€œUn automezzo puรฒ entrare direttamente in pista per scaricare attrezzature – racconta ad AboutUmbria Francesca Duranti -. Immaginiamo, un evento live, un concerto. Un effetto wow! Eventi anche allโ€™apertoโ€. Il palazzetto di 6mila metri cubi a ridosso della tangenziale Terni – Orte – Perugia, e prossimo al centro cittร  รจ in grado di ospitare eventi artistici e sportivi, in spazi modulari caratteristici, e secondo le necessitร  puรฒ trasformarsi in un teatro piรน intimo. Organizzato a gradoni e balconate contiene una Press Area e unโ€™area Vip.ย 

 

 

Un pacchetto di eventi sono stati giร  pianificati dal comune di Terni per il 2024, la struttura resta aperta anche a co-produzioni. Ramona Morelli, Direttore generale PalaEventi presenta il programma dopo i ringraziamenti a tutti gli attori del PalaTerni: dal costruttore al Direttore di cantiere, gli sponsor, i professionisti della squadra umbra e lโ€™IT manager. Infine, i rappresentanti dell’amministrazione ternana. Bordoni e Schenardi per cultura e sport. Lโ€™inaugurazione il 5 aprile, a entrata libera con Amores, danza arte e balletto a cura di Daniele Cipriani con Eleonora Abbagnato diretto da Ernesto Gormes e con scuola di danza del Teatro dellโ€™Opera di Roma, Tosca e i suoi musicisti e altri talenti. Seguono, The Beatbox – Magical Mystery Story, I Beatles attraverso i racconti di Carlo Massarini il 25 maggio, e Shine, Pink Floyd Moon spettacolo di danza e musica con Raffaele Paganini diretti da Fabio Castaldi. Massimo Ranieri Tour lโ€™8 novembre; A Christmas Carol Musical in scena il 23 dicembre.ย 

Stroncone rappresenta lโ€™Umbria nellโ€™edizione 2024 de โ€œIl Borgo dei Borghiโ€, il format legato al programma Kilimangiaro in onda su Rai3. รˆ possibile votare la cittadina umbra fino al 17 marzo 2024. CLICCA QUI PER VOTARE.

Stroncone รจ un borgo medioevale (fa parte dei Borghi piรน Belli dโ€™Italia) arroccato su uno sperone di roccia e domina dallโ€™alto la valle ternana, ai confini tra Lazio e Umbria. รˆ probabile che lโ€™insediamento sia sorto nellโ€™Alto Medioevo, tra i secoli VII-VIII, a partire da una torre dโ€™avvistamento posta a guardia dellโ€™asse viario che collegava la via Flaminia e uno dei tracciati secondari della Salaria.

 

Stroncone

 

Stroncone conserva, quasi inalterato, lโ€™aspetto di un borgo fortificato medievale. Appena fuori le mura, in Piazza della Libertร  (entrata principale della cittadina) si puรฒ ammirare la cinquecentesca fontana delle Tre Tazze. Il Museo di Storia Naturale, sotto la piazza, custodisce al suo interno numerosi reperti che narrano la storia del territorio dal Giurassico fino al Pleistocene. La porta Principale, o Maggiore, immette in Piazza San Giovanni, dove si trovano il pozzo medievale, con relativa cisterna sottostantee, e lโ€™Oratorio di San Giovanni Decollato, un autentico gioiello di arte barocca, che conserva affreschi raffiguranti storie della vita del Santo.
Allโ€™interno del borgo, caratterizzato da stradine strette e tortuose, sorge la chiesa di San Nicolรฒ che si affaccia su un ampio sagrato, un tempo sede delle assemblee popolari: al suo interno si puรฒ ammirare una tavola dellโ€™Incoronazione della Vergine, opera di Rinaldo di Calvi, uno dei migliori allievi dello Spagna.

 

Palazzo Comunale

 

Il Palazzo Comunale, formato dallโ€™unione dellโ€™antico Palazzo dei Priori del XIII secolo e del Palazzo Apostolico, costruito intorno al 1500, custodisce al suo interno numerose opere dโ€™arte, tra cui i preziosi Corali di Stroncone, nove codici liturgico-musicali su pergamena databili al XIV secolo, arricchiti da pregevoli miniature. In Piazza della Torre si affaccia lโ€™oratorio della Madonna del Gonfalone, mentre in Via Vici si trovano lโ€™omonimo Palazzo e la cappella di Santa Maria della Neve o della Porta di Sotto, che conserva al suo interno un altare del primo Barocco. Il Sacrario delle Armi, in Via Contessa, espone cimeli storici, armi bianche e materiale dโ€™armamento donato nel corso dei secoli dagli abitanti del borgo.

Poco fuori dal centro storico, si trova il Convento di San Francesco. Allโ€™interno della chiesa sono conservati affreschi del primo Quattrocento, tra cui una delle piรน antiche rappresentazioni di San Francesco e lโ€™urna con il corpo del Beato Antonio Vici, patrono di Stroncone. Nelle immediate vicinanze, si trovano il Monastero benedettino di San Simeone e i resti dellโ€™Abbazia di San Benedetto in Fundis.

 

Convento di San Francesco

 

Nei dintorni del borgo sorgono anche le 4 frazioni di epoca medievale: Aguzzo, Coppe, Finocchieto e Vasciano. Alle pendici del monte Macchialunga si trova la localitร  turistica de I Prati, unโ€™oasi naturalistica che offre la possibilitร  di praticare numerose attivitร  outdoor. Stroncone รจ meta di pellegrini: per il borgo passa La via di Francesco, Il cammino dei Protomartiri francescani e il Cammino di Santโ€™Antonio da Padova. Nel borgo si celebrano numerosi eventi legati alla tradizione locale e al territorio, come L’Agosto Stronconese, la Festa della Castagna e Pane e Olio. Prodotto tipico รจ il Pane di Stroncone, privo di sale ma estremamente gustoso e fragrante. Il territorio ha inoltre una plurisecolare tradizione olivicola e i castagni secolari di Cimitelle offrono gustosi marroni.

Lโ€™attore e regista Gianluca Foresi ci ha regalato la sua personale descrizione di Orvieto, un girovagare per la cittร  tra monumenti, storia, odori e sapori. Unโ€™Orvieto come non lโ€™avete mai vista!

Chiamatemi orvietano. Non vi paia questo un altezzoso esercizio narcisistico o un supponente timbro identitario, che vuole la stirpe urbevetana essere superiore in censo e nobile per nascita. รˆ solo un umile omaggio a un viaggiatore, Ismaele, che quando lโ€™animo gli si volge alla melanconia, non ha altro rimedio e panacea che mettersi per viaggio e andar per mare. E quando anchโ€™io non per diporto o ferie drizzo la prua della mia automobile verso terre lontane, chรฉ lo faccio invece per mestiere, e volgo lo sguardo alla Rupe che tutto sovrasta e domina, giร  pochi chilometri trascorsi, sento nascere dentro di me la nostalgia e lโ€™amore per questo luogo ingombrante.

 

Veduta di Orvieto

 

Non si angoscino i miei concittadini: non ingombrante, perchรฉ pesante e fastidioso. Ingombrante per la sua storia, chรฉ nonostante il suo essere poco piรน di un borgo, ma non della Mancha, sul proprio suolo ha visto alternarsi eretici, architetti, pittori, filosofi, papi e financo imbonitori. I catari, a Orvieto conosciuti come patari (da qui la Strada Patarina), che qui hanno innalzato un baluardo contro la Santa Madre Chiesa; Lorenzo Maitani, che ha dato slancio ai marmi di una cattedrale a sostegno dellโ€™emo-miracolo; Luca lโ€™affrescatore, di cui non mi sovviene il cognome – โ€ฆ sarร  un lapsus, vero Sigmund? – colpito anche tu dalla stessa dimenticanza, dopo averne ammirato il ciclo pittorico nella cappella del Duomo, ne hai magistralmente raccontato in Psicopatologia della vita quotidiana; e immagino gli appunti sul comodino della tua camera dโ€™albergo in Corso Cavour.

 

Affreschi di Luca Signorelli nel Duomo di Orvieto. Foto di Eleonora Cesaretti

 

Orvieto crocevia di esperienze e di speranze, come quella di Gerolamo Ferrante detto lโ€™Orvietano, che nel 1603 ottenne dal comune la licenza a vendere un elisir, che famoso lo rese fino alla corte del Re Sole e onorato nelle lettere da Manzoni, Balzac, Moliรจre e Walter Scott; un elisir che se fosse venduto ai nostri giorni al mercato di Piazza del Popolo, ne sentiremmo gridare insieme a โ€œSignoโ€™, guardate che pommidoriโ€, โ€œCโ€™emo lโ€™impermiabbili peโ€™ la pioggia e le elastiche peโ€™ le mutandeโ€ e al cacio che โ€œfarebbe resuscitaโ€™ anche le morteโ€. รˆ un coro polifonico รก la Dostoevskji il mercato di Orvieto, in cui le voci rimbalzano da un banco allโ€™altro come arringhe in un tribunale a difesa della propria merce e svilimento dellโ€™altrui. Opimo di profumi, di sapori e il popolo vi pascola, chi indolente, chi schizofrenico, fra primizie che poi planeranno sulle tavole e sui banchetti di questi Etruschi 2.0.

รˆ un formicolare il mercato, che poi si irradia per i vicoli, le strade e i boulevard (perdonami, Haussmannโ€ฆ), Corso Cavour e Via del Duomo, dove si impastano sguardi indagatori e voraci, perchรฉ sullโ€™Urbe il pettegolezzo รจ unโ€™arte, filosofia di vita degli altri, รจ la chiacchieraย heideggeriana che dร  la misura allโ€™Essere e la dimensione e giustificazione al Tempo. Ma trattasi non di semplice intrusione nella vita altrui, piuttosto di una cura, un omaggio, unโ€™attenzione che si pone a chi il proprio destino ha intrecciato al nostro, e come si intrecciano i destini degli uomini, cosรฌ fanno quelli delle strade. Perciรฒ tu, appassionato lettore, seguimi: vieni a gustare cornetti e cappelletti, insaccati e pasta fresca, odori di vigneti e fragranze di tozzetti. Lo so, cโ€™hai preso gusto, e come te anche Orvieto, tanto che proprio qui nel lontano 1992 รจ nata la condotta Slow Food e da quel momento sulla Rupe, ma anche sotto, tutto รจ slow, tutto รจ lento, un tripudio di lentezza: ospedali, teatri, cattedrali, sembra di ritornare al ritmo della fabriceria, quando in quella che oggi รจ Piazza del Duomo, il lento incedere del tempo veniva scandito dal Maurizio, un automa che dettava le ore e i quarti agli operai e diceva loro: Adesso lavora, adesso riposa, adesso riposa, adesso lavora. Don, don, don. Lo stesso automa che anche oggi batte metallicamente il maglio sulla campana e detta al turista il suo tempo: adesso dormi, adesso destati.

 

Palazzo dei Sette, foto di Eleonora Cesaretti

 

Quel turista che giunge sulla Rupe dallโ€™Oriente lungo la via della Carbonara o dal nuovo mondo a scoprire i Fettucciniii con tartuffffi e il panini al prisgiutto di cinghiale. Ma non di solo pane vive lโ€™uomo, chรฉ un altro impasto prezioso nasce in questa terra, una tradizione fatta dโ€™argilla e forgiata negli antichi forni al tempo dei Lucumoni e poi dei podestร . Buccheri con atleti, teste di madonne e di messeri su smalti gialli, cervi in volo su sfondi verdi immortalano unโ€™iconografia che ancora ci illuse e oggi ci illude. E guardandoli fissi ci si perde nel vortice dei dettagli ed รจ quasi una vertigine, come quella che prende chi per la prima volta sโ€™affaccia ai finestroni umidi del Pozzo di San Patrizio: proverbiale รจ la sua profonditร  e il numero delle scale che si intrecciano e si sovrappongono per farci guadagnare la discesa e faticare la salita. Il desiderio piรน gettonato che gli olimpionici turisti sembrano richiedere รจ quello di un lieve riaffiorare in superficie. E guardando e rimirando lโ€™orrifica struttura che si evince dai disegni, ovvero una doppia scala elicoidale, due volgari scale a chiocciola sovrapposte, immagino, con lโ€™alta fantasia a cui non manca possa, che un giorno a tavola sorseggiando del vino, giร  rinomato e voluto dal Signorelli – Danke, Doktor Freud –ย  a emolumento parziale dei suoi servigi e della sua arte, il giovane Sangallo sia rimasto folgorato da un torcolo di farina, olio, prosciutto e pecorino arrotolato su se stesso, una lumachella. Eureka!, avrebbe potuto esclamare, per poi chinarsi a trasporre tutto sulla carta. E infine in pietra.

 

Il Pozzo di San Patrizio, foto di Eleonora Cesaretti

 

Potrร  sembrarvi tutto questo un elogio della follia, ma non vi paia poi cosรฌ improbabile nel luogo dove gran parte dellโ€™economia, della prosperitร , della fortuna e del futuro ha avuto origine da un lontano evento, chรฉ nonostante il Miracolo Eucaristico sia avvenuto a Bolsena, รจ solo grazie al Social Media Manager ante-litteram con sede in Orvieto, papa Urbano IV, se รจ diventato una ricorrenza festeggiata da tutta la cristianitร : Il Corpus Domini.

 


Per scoprire il dialetto orvietano

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