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Via Mazzini, 21 – Perugia

Perugia

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Scorcio della Fontana Maggiore e del Palazzo dei Priori
Foto di Enrico Mezzasoma
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Chiesa di San Domenico
Foto di Enrico Mezzasoma
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Porticato della Basilica di San Pietro
Foto di Enrico Mezzasoma
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Collegio del Cambio
Foto di Enrico Mezzasoma
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Oratorio di San Bernardino
Foto di Enrico Mezzasoma
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Chiesa di Santa Giuliana
Foto di Enrico Mezzasoma
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Chiesa di Santa Giuliana
Foto di Enrico Mezzasoma
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Ritratto del Perugino all'interno del Collegio del Cambio
Foto di Enrico Mezzasoma
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Tempio di Sant'Angelo
Foto di Enrico Mezzasoma
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Rocca Paolina
Foto di Enrico Mezzasoma
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alla scoperta del borgo

La bellezza di Perugia non deriva solo dai suoi maestosi monumenti, ma dall’intima esperienza che si prova camminando per i vicoli del centro storico. Immergendosi nelle vie della città è possibile ritrovarsi in angoli magnifici con scorci sensazionali che vengono puntualmente immortalati dai visitatori. Come un’irripetibile caccia al tesoro di straordinarie e uniche vedute, la città è stata anche ispirazione per artisti di tutti i secoli.

Nella Cappella dei Priori, interna alla Galleria Nazionale dell’Umbria, è raffigurato il ciclo pittorico della vita di San Ludovico da Tolosa e di Sant’Ercolano, opera dell’artista perugino Benedetto Bonfigli. Gli episodi della vita di Sant’Ercolano, uno dei tre santi patroni di Perugia, ci regalano una rappresentazione della Perugia quattrocentesca, con le innumerevoli torri non ancora distrutte. Perugia era infatti detta la turrita, ma di queste innumerevoli costruzioni che punteggiavano la città resta solo la Torre degli Sciri, rendendo la città di oggi molto diversa da quella rappresentata da Bonfigli. Tuttavia è possibile riconoscere, nell’episodio La presa di Perugia da parte di Totila e martirio di Sant’Ercolano, la facciata dell’omonima chiesa in cui vennero celebrate le esequie di Sant’Ercolano. L’ottagonale struttura, edificata nel XIII secolo e dedicata nel 1317 al santo, era un tempo costituita da due cappelle sovrapposte che la rendevano ancora più imponente; la cappella superiore, alla quale si accedeva da sopra le mura, fu demolita nel XVI secolo perché ostacolava la visuale della Rocca Paolina. L’episodio della Prima traslazione del corpo di Sant’Ercolano dalla prima sepoltura alla Basilica di San Pietro raffigura il successivo spostamento delle spoglie del santo dalla chiesa di Sant’Ercolano alla basilica di San Pietro, con tanto di processione cittadina. In questo affresco è ben visibile, in primo piano sulla destra, la Chiesa di San Pietro, con la facciata bianca e rossa e l’imponente campanile, ma anche, al centro in secondo piano, il retro della Chiesa di San Domenico, con la sua famosa vetrata e il campanile, la cui parte superiore venne demolita in seguito alla costruzione della Rocca Paolina.

Realizzata per volere di Papa Paolo III Farnese, da cui prende il nome, quest’ultima venne eretta tra il 1540 e il 1543 e ha rappresentato, fino al 1860, il simbolo del potere pontificio sulla città. Fu costruita demolendo l’intero quartiere di Santa Giuliana e, mentre la maggior parte dei materiali furono riutilizzati nella nuova struttura, le case, le vie, le torri e i cortili ricadenti nel perimetro del nuovo edificio furono inglobati e coperti da pesanti volte, andando a costituire una sorta di cupa ma affascinante città sotterranea. La Rocca Paolina fu distrutta e ricostruita varie volte dal 1848 in poi, finendo per offrire spazio per la costruzione di molti edifici e sistemazioni ottocentesche come i giardini Carducci, piazza Italia e viale Indipendenza. Il Palazzo Papale fu sostituito dall’attuale Palazzo della Provincia, che fronteggia la costruzione in stile neoclassico di Palazzo Cesaroni. Due piccoli dipinti del pittore perugino Giuseppe Rossi, conservati alla Galleria Nazionale dell’Umbria, ci mostrano tutta la maestosità e imponenza della Rocca.

Un altro esempio di rappresentazione rinascimentale di Perugia ci viene proposta dal Perugino nella tavola Gonfalone della Giustizia. In questo quadro, conservato alla Galleria Nazionale dell’Umbria, è presente sullo sfondo una veduta del rione di Porta Eburnea, uno dei cinque rioni perugini, che si presenta come una cinquecentesca cartolina della città. A proposito di porte cittadine, da non perdere è Porta Sant’Angelo, con il pittoresco cassero merlato realizzato nel 1325 dall’architetto Lorenzo Maitani (famoso per essere l’autore della facciata del Duomo di Orvieto). Poco oltre si scorge il Tempio dedicato a San Michele Arcangelo, dalla caratteristica forma circolare: a difesa della parte nord-ovest della città non poteva che esservi una struttura dedicata a Michele, l’angelo guerriero. Il tempio risale probabilmente al V secolo e sorge sui resti di un luogo di culto romano, il mitreo, a sua volta sorto su un sito sacro individuato dagli Etruschi.

Poco lontano vale la pena visitare il Museo-Laboratorio di Tessitura a Mano Giuditta Brozzetti che, ospitato dalla Chiesa di San Francesco alle Donne, conserva la memoria di antiche tecniche di tessitura artigianale. Si possono ammirare, in funzione, telai del 1700 e del 1800 e conoscerne la storia.

Proseguendo lungo via Pinturicchio si arriva al Cassero di Porta Sant’Antonio, aperta nel 1374 sull’estremità della fortezza papale di Porta Sole, di cui rimangono gli arconi, alcune torri, le scale e il muro collegato alla porta. Nei pressi del cassero si trova la Chiesa di Sant’Antonio Abate, con la caratteristica scultura del porcellino risalente al XV secolo che, ogni anno, i borgaroli sfregano come segno di buon auspicio. 

La rappresentazione pittorica delle bellezze di Perugia non è però una prerogativa esclusiva di artisti perugini, ma si riscontra anche in artisti stranieri o di altre zone italiane che, dopo un soggiorno prolungato, si sono innamorati della città e l’hanno ritratta in suggestivi dipinti. Il pittore Luigi Marzo, nato nel Salento ma perugino di adozione, affascinato dalla città che lo ha accolto durante il suo percorso universitario, decide di legarsi indissolubilmente a Perugia, città nella quale vive tutt’oggi. Nel piccolo quadro intitolato Arco Etrusco, dal sapore espressionista, il pittore rappresenta uno dei luoghi simbolo della città, la porta nord della cinta muraria etrusca. La scelta di Marzo è di ritrarre l’Arco focalizzandosi non su una fedele e oggettiva rappresentazione, ma comunicando con la pittura le sue sensazioni ed emozioni riguardo il luogo raffigurato. Il risultato è un’opera intima e personale. Una delle sette porte etrusche di accesso alla città, l’Arco Etrusco è stato costruito nella seconda metà del III secolo a.C. e fatto ristrutturare da Augusto nel 40 a.C., dopo la sua vittoria nella guerra di Perugia. Di fronte a questa monumentale via d’accesso al cardo maximus della città sorge l’elegante Palazzo Gallenga-Stuart, sede dell’Università per Stranieri di Perugia, dove nel 1720 un giovanissimo Carlo Goldoni, presente in città a seguito del padre medico, eseguì la sua prima recita.

Il piccolo quadro dell’artista tedesco Christian Seebauer mostra una veduta della città dalla zona del Pincetto. Paragonando il dipinto a una fotografia, il confronto è sorprendente. La puntualità e l’accortezza con cui il pittore ha ritratto i particolari è veramente notevole e testimonia l’amore di Seebauer per Perugia, coltivato durante gli studi effettuati proprio presso l’Università per Stranieri.

L’ultimo quadro proposto appartiene all’artista pesarese Valerio Lombardelli, in arte Wallas. La stampa, intitolata Perugia, Quando Scende La Notte, Si Accendono Le Luci E Inizia Lo Spettacolo Dell’amore, raffigura il luogo più emblematico della città, Piazza IV Novembre, con la Fontana Maggiore e la scalinata del Palazzo dei Priori. L’opera, facente parte di una serie di quadri dedicati alla città, presenta le caratteristiche tipiche dello stile del pittore, con colori accesi e innaturali e una veduta luminosa nonostante la notte stellata. Una rappresentazione duale, intima ed esplosiva, che si propone come un invito a visitare Perugia. Piazza IV Novembre è infatti il punto focale dell’acropoli perugina, e ruota attorno alla Fontana Maggiore, realizzata tra il 1275 e il 1277 per celebrare l’arrivo dell’acqua per mezzo del nuovo acquedotto. Delle due vasche poligonali realizzate in pietra rosa di Assisi, quella inferiore è ornata dalle formelle scolpite dal famoso Nicola Pisano e dal figlio Giovanni: descrivono i 12 mesi dell’anno, ognuno dei quali è accompagnato dal segno zodiacale. Quella superiore presenta invece 24 statue di santi e di personaggi mitologici e biblici appartenenti al Vecchio e al Nuovo Testamento.

A circondare la fontana ci sono i finestroni gotici e il portale rinascimentale della fiancata di San Lorenzo, la cattedrale, il cui primo nucleo fu costruito tra il 930 e il 1060 sopra l’antico foro della città etrusco-romana. Nella struttura, consacrata solo nel 1569, sono ben evidenti le varie fasi costruttive che si sono succedute fin dal 1345, non tutte concluse (come la decorazione esterna a trama geometrica realizzata a quadrilobi di marmo rosso e bianco prelevati dalla Cattedrale di Arezzo). Un altro elemento di spicco è senza dubbio la Loggia di Braccio, commissionata da Braccio da Montone nel 1423 e in precedenza parte del Palazzo del Podestà dato alle fiamme nel 1534. Sotto le logge è possibile vedere parte di un muro romano, le fondamenta del vecchio campanile, le misure perugine del piede e della mezza canna e il calco della Pietra della Giustizia, (l’originale è nell’antistante Palazzo dei Priori, nella sala del Consiglio comunale) che riporta un’iscrizione del 1234 in cui il Comune annuncia che tutto il debito pubblico è stato cancellato. Dall’altra parte vi è la scalinata a ventaglio di Palazzo dei Priori – realizzata nel 1902 in sostituzione di quella a due rampe – che conduce alla splendida Sala dei Notari, originariamente aula delle assemblee popolari del libero comune, poi sede del tribunale del Capitano del Popolo e, dal 1582, sede della potente corporazione dei notai.

Da Piazza IV novembre si può scendere nella suggestiva via Maestà delle Volte, che conduce a Palazzo Manzoni, al Teatro Morlacchi e nel dedalo di viuzze che conduce alla Chiesa di San Francesco al Prato, una tra le prime in Italia a essere costruita dopo la morte del santo. Nonostante i gravi pericoli strutturali, le grandi famiglie perugine la elessero a luogo privilegiato di sepoltura dei propri membri, così come fecero capitani, giuristi e letterati che intendevano condividere il luogo del loro riposo eterno con il beato Egidio, il terzo a seguire la Regola di Francesco. Accanto alla chiesa spicca l’Oratorio di San Bernardino, dalla caratteristica facciata quattrocentesca coperta dai rilievi policromi di Agostino di Duccio, raffiguranti scene della Gloria di San Bernardino.

La raffigurazione di monumenti e vedute di Perugia non si esaurisce con questo minimo racconto, vi sono innumerevoli quadri e disegni di artisti più o meno famosi, che ogni anno si cimentano nella rappresentazione della città. Un puro e semplice gesto d’amore, un ringraziamento nei confronti di una città che li ha ospitati e fatti sentire a casa. Infatti, che sia scrittura, musica o pittura, l’arte è una necessaria espressione di sentimenti, e non c’è niente che ispiri di più di un intimo e tranquillo panorama.