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Il 6 marzo nel Giardino dei Giusti, allโ€™interno del bellissimo parco di San Matteo degli Armeni a Perugia, si รจ celebrata la Giornata europea dei Giusti.

I tre ulivi

 

In questa data simbolica in cui si ricorda la scomparsa di Moshe Bejski, magistrato israeliano sopravvissuto all’Olocausto, presidente della Commissione dei Giusti tra le nazioni, nel Giardino sono stati piantati tre ulivi, pianta simbolo della pace, a ricordo di altrettante persone che si sono impegnate per il bene comune e che costituiscono un luminoso esempio da seguire. I nomi sono stati scelti da Amnesty International Gruppo 045, Associazione Libera Coordinamento regionale Renata Fonte, Associazione Vivi il Borgo, Emergency Perugia, Fondazione Centro Studi Aldo Capitini e Biblioteca comunale San Matteo degli Armeni. Alla presenza di Leonardo Varasano, assessore alla cultura del Comune di Perugia, sono state scoperte le targhe intitolate a Rachel Carson (1907-1964), biologa e zoologa statunitense che, con il suo libro Primavera silenziosa, puรฒ essere considerata una figura chiave della lotta ecologista, Andrej Dmitrievic Sacharov (1921-1989), fisico russo, premio Nobel per la Pace nel 1975 e infaticabile sostenitore dei diritti umani in Unione Sovietica , Gino Strada (1948-2021) e Teresa Sarti Strada (1946-2009), fondatori di Emergency, persone che hanno dedicato la vita alle vittime della guerra e alla promozione di una cultura di pace. Le tre personalitร  sono state illustrate, con competenza e sensibilitร , rispettivamente da Gabriele De Veris, bibliotecario di San Matteo degli Armeni, da Pierangelo Cenci di Amnesty International e da Brunetta Bellucci di Emergency.
Il ยซGiardino dei Giusti nel mondoยป รจ sorto a Perugia il 6 marzo 2016, nel parco della Biblioteca San Matteo degli Armeni – luogo simbolo per i temi della pace, della non-violenza, dei diritti umani, del dialogo interculturale e interreligioso – aderendo al progetto Ga.Ri.Wo. Garden of The Righteous Worldwide e al Comitato 6 marzo per le celebrazioni della Giornata europea dei Giusti, istituita dal Parlamento Europeo. Le altre 23 piante del giardino sono state dedicate a partire dal 2016 ad altrettante persone che hanno dato la loro voce e prestato la loro attivitร  per i diritti umani, per la pace, per la tutela dellโ€™ambiente e per la libertร .

 

 

Nel Giardino dei Giusti di San Matteo degli Armeni nel corso degli anni sono giร  stati piantumati:

anno 2016, 6 alberi:
_ Armin Theophil Wegner (1886-1978), militare e scrittore tedesco, testimone del genocidio armeno, oppositore del nazismo
_ Tahir Elci (1966-2015), avvocato curdo e attivista dei diritti umani, ucciso a Diyarbakir il 28 novembre 2015
_ Alex Langer (1946-1995), politico, scrittore, leader del movimento ambientalista e pacifista, impegnato per la difesa dei diritti umani
_ Anna Stepanovna Politkovskaja (1958-2006), giornalista russa, impegnata per denunciare le violazioni dei diritti umani in Cecenia, uccisa a Mosca il 7 ottobre 2006
_ Marisol Macรฌas Castaรฑeda (1972-2011), giornalista messicana uccisa per le sue denunce contro i narcotrafficanti il 24 settembre 2011
_ Wangari Muta Maathai (1940-2011), prima donna africana ad aver ricevuto il premio Nobel per la Pace, ambientalista, biologa, attivista, promotrice dello sviluppo sostenibile, ideatrice della Green Belt Movement per la riforestazione del Kenya

anno 2017, 3 alberi:
_ Danilo Dolci (1924-1997), poeta, educatore, testimone persuaso della nonviolenza e della legalitร , amico di Aldo Capitini
_ Irena Sendler (1910-2008), infermiera e assistente sociale polacca, salvรฒ migliaia di bambini del ghetto di Varsavia dai campi di sterminio nazisti
_ Angelo Vassallo (1953-2010), sindaco di Pollica (SA), assassinato il 5 settembre 2010 per il suo impegno verso la legalitร  e l’ambiente

anno 2018, 3 alberi:
_ Renata Fonte (1951-1984), insegnante, assessore al Comune di Nardรฒ, vittima di interessi speculatori per il suo impegno in difesa del territorio
_ Anna Frank (1929-1945), giovanissima vittima del nazismo, testimone della Shoah raccontata attraverso il suo diario, simbolo dei razzismi e dei genocidi passati, presenti e futuri
_ Emma Thomas (1872-1960), vegetariana, quacchera, idealista pratica, amica di Edmondo Marcucci, fedele collaboratrice di Aldo Capitini, con cui condivise la nascita dei Centri di Orientamento Religioso

anno 2019, 3 alberi:
_ Mร xima Acuรฑa (1970- ), attivista peruviana per i diritti umani e per la tutela dellโ€™ambiente nel distretto di Sorochuco
_ Marcello Torre (1932-1980), avvocato e sindaco di Pagani, vittima innocente della camorra
_ Malala Yousafzai (1997- ), premio Nobel per la pace 2014, impegnata per i diritti civili e il diritto allโ€™istruzione delle ragazze nei Paesi musulmani

anno 2020, 3 alberi:
_ Lina Berellini (1920-1963), giovanissima, a rischio della vita, ebbe cura di Fiorella e Sergio Calef, proteggendoli dalla persecuzione antiebraica e dalla guerra
_ Chiara Silvia Lubich (1920-2008), fondatrice del Movimento dei Focolari, costruttrice di ponti di pace tra persone e popoli per la fraternitร  universale
_ Piero Terracina (1928-2019), sopravvissuto all’inferno di Auschwitz, con i giovani sempre nel cuore, ha dedicato la vita alla testimonianza, alla memoria e alla lotta contro lโ€™antisemitismo

anno 2021, 5 alberi:
_ Joan Baez (1941- ), cantautrice e artista, attivista per i diritti civili, voce delle manifestazioni per la pace e i diritti umani
_ don Peppe Diana (1958-1994), sacerdote, insegnante e capo scout, assassinato nella chiesa di San Nicola di Bari a Casal di Principe dalla camorra per il suo impegno per la giustizia
_ Maria Montessori (1870-1952), educatrice, medico e scienziata, promotrice della pace, ideatrice di un metodo educativo adottato in tutto il mondo
_ Luis Sepulveda (1949-2020), scrittore e poeta, perseguitato ed esule, attivo per i diritti umani e la libertร 
_ Carlo Urbani (1956-2003), medico e microbiologo, vittima della Sars che aveva contribuito ad individuare in Thailandia

Il nostro lettore Giovanni Alunni ci ha mandato queste poesie di Carnevale scritte da due poeti dialettali perugini, Umberto Calzoni e Nello Cicuti, per celebrare il Martedรฌ Grasso con un pizzico di goliardia e nostalgia.

La prima poesia in lengua perugina รจ di Umberto Calzoni (1881/1959), ben piรน noto per essere stato ยซun appassionato cultore di Archeologia e Preistoria. Conseguรฌ la libera docenza presso lโ€™Universitร  di Roma nel 1935. Fu direttore dei Musei Civici di Perugia dal 1925 al 1958ยป il quale, nelle sue Le trappele del monno, (tipografia Donini e Tilli) pubblicate fine anni Cinquanta, scrive:

CARNOVELE

Carnovรจle: mโ€™aguardo nsu lo specchio

e stento dโ€™arconosceme chi sรฒe:

mโ€™artrovo trasformรจto โ€˜n gran bel pรฒe,

nun resta piรน da illรนdese: soโ€™ vecchio!

 

รˆ โ€˜n pezzo che a cavรจ lโ€™acqua ncol secchio

dal fonno diโ€™ mรฌ anne โ€˜ncuminciรฒe,

e โ€˜l nummero de quanti ne cavรฒe

ve โ€˜l posso anco svelรจ, ma nto โ€˜n orecchio.

 

Carnovรจle: jโ€™รฒ ditto stamatina

de preparamme i strรนfoli ncol miรฉle

ta la miโ€™ moje e โ€˜l brodo de galina.

 

E si ntlo specchio cโ€™รฉsse visto mรจle

o mโ€™รฉsse aposta lue โ€˜na mascarina?

Lassรจmolo โ€˜n poโ€™ fรจ, โ€˜gni burla vรจle.

 

L’altra poesia รจ di Nello Cicuti e fa parte dalla raccolta De gnโ€™erba โ€˜n fascio del 1983.

โ€˜L CARNVALE

Mโ€™arcordo quanโ€™ chโ€™ cโ€™evo diciottโ€™anni,

a carnvale era โ€˜na gran festa:

partimme io, Giulio, Gino, Nanni

la sera, anchโ€™si cโ€™รจra la tempesta,

 

gimme a cercร  le veje famijari

perchรฉ alora nnโ€™era comโ€™adesso

che tuttโ€™ lโ€™anno ballonโ€™ ti โ€œlocaliโ€

e si nnโ€™รจ carnvalโ€™ ballon listesso;

 

alora cโ€™toccava de sfruttallo

โ€˜l periodo dedicato al carnvale

e โ€˜n sโ€™ faceva piรน mamanco โ€˜mballo,

fnito โ€˜l tempo e forse era normale.

 

Adesso โ€˜nvece โ€˜n guardonโ€™ piรน ta niente

sโ€™ polโ€™ fa tutto, รจ tutto regolare.

Ma saria ora che lโ€™capissโ€™ la gente

che oggigiorno รจ tutto โ€˜n carnvale!

Nella seconda parte dello studio, realizzato da una nostra lettrice sulla condizione della donna nel 1500 a Bevagna, si analizzano quattro capitoli che regolano lโ€™attivitร  lavorativa esercitata dalle donne, le quali venivano sottoposte dal podestร  al vincolo del giuramento.

Il capitolo XVIII fornisce disposizioni, compensi e sanzioni relativi ai fornarii et fornarie Terre Mevanie, il capitolo XLI stabilisce le norme di comportamento per le panettiere e per chi vende il pane, si prosegue al capitolo XLII con il settore delle pizzicarole e infine il capitolo CLXXVIII tratta dello stipendio delle tessitrici.

Il lavoro della donna era dunque indirizzato alla produzione e al commercio di cibi e tessuti, tra i pochi ad essere retribuiti. La fornaria, la panifocula, la piรงicarella e la textrix rappresentavano il prolungamento dellโ€™attivitร  domestica, riservata unicamente alle donne, le quali riuscivano cosรฌ, sebbene in una posizione subalterna, a inserirsi nella vita economica. Inoltre sembra abbastanza evidente che in questi settori lavorativi gli obblighi e le pene tra esercenti uomini e donne erano le stesse, ma a questโ€™ultime non venivano riconosciuti, in linea di massima, gli stessi livelli salariali e le stesse opportunitร  di associazione. Inoltre, un dato che ricorre spesso per queste categorie di lavoratrici era il divieto di esercitare lโ€™attivitร  lavorativa con la rocca alla cintura, di filare con essa, tenere bambini in braccio o nella culla accanto a sรฉ.ย  Risulta probabile che il filare era, come sostengono le storiche Casagrande e Nico Ottaviani, ยซuna sorta di sfondo lavorativo costanteยป a queste attivitร .

Statuto di Bevagna del 1500

Direttive sulla prostituzione

Tra i lavori femminili presi in considerazione dallo statuto, cโ€™รจ anche quello della prostituzione, considerato tra tutti il meno decoroso, regolamentato al capitolo CXCIII, dove viene fissato il luogo di esercizio del mestiere. In esso veniva stabilito che alle pubbliche meretrici non era consentito stare nella via che si trova tra la vigna Nicole Antelutii e la proprietร  della chiesa di San Vincenzo e nel distretto di Bevagna, se non verso Foligno fuori dai confini stabiliti. Colei che avesse trasgredito sarebbe stata punita, dal podestร  o dai suoi collaboratori, per direttissima con una multa di 10 soldi e fustigata per tutta Bevagna. Nei confronti dellโ€™attivitร  del meretricio, lโ€™atteggiamento della societร  medievale era abbastanza ambiguo; infatti, anche se il fenomeno non fu mai visto di buon occhio, come si poteva desumere dalle numerose leggi che tentavano di contrastarlo per tutelare il decoro cittadino e la salvaguardia delle donne di buona fama, restava comunque sempre tollerato. A testimoniare la loro emarginazione, non solo urbanistica ma anche sociale, per le prostitute facevano eccezione alcune leggi suntuarie; infatti i divieti che in genere venivano imposti alle donne di buona fama potevano essere da esse disattesi. Era concesso loro di truccarsi, di indossare abiti e gioielli, in particolare gli orecchini, senza alcun limite o regole e senza rispettare quel che si imponeva invece alle donne di buon costume. In realtร  queste libertร  erano un segno distintivo del loro status e dunque uno strumento di emarginazione; รจ noto come in alcune cittร , potevano farsi vedere solo di sabato, giorno in cui si svolgeva il mercato, con lโ€™obbligo di indossare un cappello con un sonaglio che desse una connotazione immediata alla loro identitร .

Si cambia decisamente argomento nel capitolo XXXIII del terzo libro dove si stabiliscono le norme di tutela a favore delle donne povere. In esso si dichiara che nessuna donna che non abiti con un maschio di almeno quattordici anni e che possiede beni per un valore di 100 libbre di denaro, sia costretta a partecipare alle spese per i lavori del comune o alla custodia della Terra di Bevagna, o ad andare nellโ€™esercito, nรฉ sia soggetta ad alcunโ€™altra incombenza. Nel capitolo C si prosegue con una norma di ordine pubblico che negava il permesso di uscire di notte dal primo maggio al primo novembre nรฉ, in qualsiasi altro periodo dellโ€™anno, dopo il terzo suono della campana, fino al suono che annuncia il giorno. Fanno eccezione le donne che portano il pane al forno o che vanno a visitare i malati, le fornaie o le levatrici, chi va a spegnere incendi o tutte coloro che si recano alla vendemmia. Chi trasgredisce deve essere condannato a pagare ogni volta al comune una multa di 10 soldi di denaro, da sottrarre alla propria dote.

 

Mercato delle Gaite, foto by Facebook

La dote

Il capitolo CLVII interessa nuovamente i beni dati in dote alla donna. Si stabilisce il principio secondo cui i poderi ceduti in dote alle donne sposate fuori Bevagna, debbono essere conservati integri e il comune potrร  ricevere da essi giovamento nelle imposte e nelle collette; per questo si ordina che i beni, cioรจ le case, le terre, i possedimenti non potranno essere venduti, alienati o pignorati senza avere lโ€™espressa licenza ed il consenso di sei consanguinei o di chi ha un vincolo di parentela con le donne, fino al terzo grado. Chiudono questa analisi dei capitoli del terzo libro riguardanti la condizione femminile due rubriche che si inseriscono nellโ€™ambito delle norme suntuarie.

Il primo capitolo a cui si fa riferimento รจ il CLII dove si danno disposizioni su ciรฒ che la donna in lutto deve indossare. Viene dichiarato che nessuna donna, in occasione della morte di qualcuno potrร  dismettere i propri panni e gli ornamenti nรฉ dopo un mese, nรฉ dopo quindici giorni dalla stessa, sotto pena di 100 soldi per ogni infrazione, a eccezione della madre, moglie, sorella, nipote carnale o cognato. Nel CLXXXIX si dispone che nessuna donna, sposata a Bevagna o nel suo distretto, di qualsiasi condizione sociale, potrร  portare il corredo in pezze tessute in testa o sul dorso.

Non potrร  avere il corredo infilato nelle stesse pezze tessute, cucito o tessuto insieme, andando oltre la quantitร  o il valore di 100 soldi e oltre, nรฉ abbia la presunzione di farlo, sotto pena di 25 libbre di denari da detrarre dalla propria dote a ogni trasgressione. Vari furono i governi cittadini che si diedero, soprattutto nel tardo medioevo, una legislazione suntuaria per disciplinare le spese e i lussi, ma il piรน delle volte, non attenuarono la passione di donne e uomini per vesti e ornamenti ricercati. Una delle maggiori occasioni che richiedeva lโ€™obbligo di esibire il lusso quanto piรน possibile era la cerimonia del matrimonio, rito sociale di rilevanza sempre piรน centrale, dove lโ€™attenzione collettiva era ai massimi livelli. Se il corredo esibito dalla sposa in occasione delle nozze era il simbolo di quanto fosse distinta e decorosa la propria casata dโ€™origine, non da meno erano gli abiti elargiti dal marito che rappresentavano un pegno della rispettabilitร  che avrebbe ricevuto nella sua nuova famiglia. Inoltre era tradizione che le due parti si scambiassero doni reciproci e ovviamente ciascuna di esse voleva prevalere sullโ€™altra per far risaltare il proprio stato sociale. La sposa entrava nella casa del marito portandosi dietro tuniche, sopravvesti, maniche, separate dagli abiti per essere cambiate a proprio piacimento, veli, cappelli, scarpe, pantofole, gioielli, borse ed altri piccoli accessori. Quando il corredo cominciรฒ sempre piรน ad assumere un ruolo di prestigio sociale per la famiglia, crebbe in dimensioni e complessitร  fino a sostituire il denaro liquido della dote, causando oltre a numerose disapprovazioni, lโ€™intervento di una normativa volta a frenare la nuova tendenza. Infatti, mentre il denaro avrebbe potuto essere utile per le spese affrontate per il matrimonio o per la futura famiglia, le stoffe del corredo sarebbero state soggette alla volubilitร  e allโ€™esasperata mutevolezza della moda che faceva diventare il corredo prematuramente obsoleto e gli abiti, beni non durevoli, non sarebbero stati utili neanche per essere donati alle figlie. Se dunque la moglie avesse seguito la moda che diveniva sempre piรน variabile, avrebbe potuto distruggere in brevissimo tempo il patrimonio spettante agli eredi, trascinando la famiglia alla rovina economica. Anche la Chiesa aveva affrontato la polemica contro le donne che usavano trucchi e abiti troppo sfarzosi in molti testi della letteratura didattica e pastorale dalla fine del secolo XII fino a tutto il XV. La donna truccata e vestita sfarzosamente privilegiava lโ€™esterioritร  e dunque la cura del corpo a quella dellโ€™anima virtuosa, andando contro quello che era lโ€™equilibrio richiesto da Dio. Lโ€™eccessiva cura esteriore andava dunque necessariamente ridotta con una dura e tenace opera di controllo e repressione, in certi casi vietando il trucco e raccomandando alle donne un adeguato abbigliamento.

 


La prima parte

La personale dellโ€™artista perugino sarร  visibile fino al 5 marzo alla Rocca di Umbertide. 54 opere e tre nuove installazioni.

La Regina Elisabetta, Gianni Agnelli, spray disinfettanti giganti e la Statua della Libertร  tutta nera. Questo, e molto altro, vi aspetta nella mostra dโ€™arte contemporanea Queen Pass dellโ€™artista perugino Massimiliano MaMo Donnari, che si svolge fino al 5 marzo 2022, con il patrocinio del Comune di Umbertide, allโ€™interno della Rocca.

La Rocca di Umbertide

Un drappo che scende dalla torre indica la strada della personale dellโ€™eclettico artista che, con il suo carattere esplosivo, rende viva ogni realizzazione e riesce a trasporre nei suoi personaggi, con le tecniche piรน disparate e innovative, sentimenti e sogni che esaltano e rendono suggestive tutte le sue opere. Racconta, alla sua maniera, i personaggi del nostro tempo che, grazie al suo estro, sfuggono dal loro ruolo per divertirsi e far divertire tutti coloro che li ammirano: unโ€™ironia che perรฒ lancia messaggi importanti e soprattutto contemporanei.
ยซรˆ la personale piรน grande che abbia mai fatto, oltre alle 54 opere ci sono anche tre installazioni. Lโ€™ironia della mostra parte proprio dal titolo: dobbiamo usare il Green Pass anche per prendere un caffรจ e allora ho pensato, per accedere alla mostra serve il Pass della Regina, da qui Queen Passยป spiega lโ€™artista. Lโ€™inaugurazione si รจ svolta con circa 280 persone tra mandorle portafortuna incapsulate in provette e M&Mโ€™S realizzate per lโ€™occasione con la Regina disegnata.

In giro per la mostra

Allโ€™interno della Rocca del 1300 la mostra รจ suddivisa in tre piani: allโ€™entrata ci accoglie la zona degli spruzzini, proprio a voler dire che, come prima cosa dobbiamo disinfettarci le mani. Qui svetta Upgrade – il famoso spuzzino โ€“ esposto giร  in diverse mostre dโ€™Italia. รˆ unโ€™opera che ha come protagonista il comune spray disinfettante, prodotto diventato improvvisamente prezioso in questo momento storico, rivisto in chiave ironica rievocando lโ€™etichettatura dello Champagne Dom Perignart. Altra installazione imperdibile รจ la Statua della Libertร  nera che in una mano ha la solita fiamma, mentre nellโ€™altra uno spray dal quale tira fuori la sua energia positiva e si riappropria del suo colore originale.

 

Nel primo livello ci aspettano diversi personaggi e ad accoglierci cโ€™รจ un vecchio cameriere dellโ€™hotel Brufani che, con un cocktail in mano, invita a proseguire la mostra. Cโ€™รจ Gianni Agnelli con i nipoti, Raffaello Sanzio, Donald Trump e Strawberry War, un carro armato che spara fragole. Ma รจ la Regina Elisabetta la fashion queen indiscussa della mostra e in alcuni quadri sveste i suoi classici tailleur pastello per indossare magliette e jeans. Sullโ€™apice della torre infatti si trovano tutte le regine: Elisabetta con i nipoti vestiti da guardie reali e il suo sarto Domenico Dolce, ma anche la regina della musica Ornella Vanoni e la regina del fashion style Iris Apfel. Gironzolando si scoprono anche le altre opereโ€ฆ ma non vogliamo svelarvi troppo!

 

ยซOltre alla mostra, ho creato anche un nuovo catalogo che si chiama sempre Queen Pass; si tratta un volume ricco di suggestioni in cui hanno dato il contributo varie personalitร  (Matteo Grandi, Michele Fioroni, Michela Proietti, Carolina Cucinelli, Enrico Vanzina, Eugenio Guarducci, Simona Esposito Elisabetta Furin, Daniele Corvi, Umberto Maiorca, Angelo Bacci e Fabio Marcelli) prese in prestito dagli ambienti piรน disparati per connotare le mille sfaccettature della mia arte. In questi due anni di stop ho creato molto, ho realizzato anche un mio hangar-laboratorio di circa 100 mยฒ allโ€™interno della mia azienda, dove le creazioni prendono vitaยป conclude MaMo.
Ad aprile la mostra si dovrebbe spostare a Cittร  della Pieve mentre in estate a Todi. Sabato invece (ore 16.30) รจ previsto un incontro con la scrittrice Eva Grippa che parlerร  del suo libro Elisabetta e le altre proprio in linea con il tema della mostra.

 


Per informazioni contattare il numero 075 9413691

ยซIn un mese vengono sfogliate oltre 2 milioni di pagine del sito. Siamo diventati un prodotto editoriale a tutti gli effettiยป.

Marco Weiss

Il nome Marco Weiss non vi dirร  molto, ma se vi dico Mentire di fronte alle spunte blu, sapete di cosa sto parlando โ€“ o quantomeno molti di voi lo sanno. Il trentunenne perugino ha creato nel 2014 questa pagina Facebook che pubblica chat divertenti – anche con un piccolo risvolto sociale โ€“ inviate direttamente dagli utenti e oggi conta quasi 2 milioni di follower tra Instagram e Facebook. Unโ€™idea nata per caso che รจ diventata col tempo un prodotto editoriale e un vero lavoro per Marco: ยซAllโ€™inizio ero solo, oggi ho 15 persone che mi aiutano a scegliere tra i migliaia di screenshot che ogni giorno arrivanoยป.

Che cosโ€™รจ, per chi non lo sapesse, Mentire di fronte alle spunte blu?

รˆ una pagina Facebook collegata a un sito web (SpunteBlu.it) in cui raccontiamo storie – anticipate da una descrizione โ€“ che provengono da chat di Whatsapp, Instagram Messenger e Telegram. Oggi tutti usano questi social e spesso si creano racconti a puntate molto divertenti che la gente legge in pochi minuti.

Quando รจ nata questa pagina?

Nel 2014. Allโ€™epoca studiavo psicologia allโ€™universitร  e mi ero accorto che su Facebook nascevano tantissime pagine. Piรน o meno sempre in quel periodo Whatsapp cambiรฒ le spunte da verdi a blu, questo provocรฒ il panico tra gli utenti; da quel momento era visibile se un messaggio venisse visualizzato o meno. Da qui lโ€™idea di creare โ€“ con un gioco di parole – Mentire di fronte alle spunte blu, ispirato anche da un mio amico che non voleva far sapere alla fidanzata che aveva visualizzato un suo messaggio. Io gli consigliai di mentire, da qui il nome! Nel primo giorno di vita siamo arrivati a 20.000 follower. Oggi abbiamo oltre 1.200.000 mila follower su Facebook e 400.000 su Instagram.

Comโ€™รจ esploso il tutto?

In quel momento Facebook spingeva molto sugli eventi: per lanciare la pagina ho creato un evento divertente che in un giorno ha raccolto 200.000 partecipanti. Da qui ho portato avanti lโ€™idea che alla fine ha funzionato.

Quali sono le chat che hanno piรน successo?

Sicuramente quella che ha lanciato la pagina รจ stata la storia di Luca e Cristina. La coppia si era lasciata, ma lei stalkerava il fidanzato con messaggi tragicomici e appostamenti sotto casa. Lui me li ha mandati, li ho pubblicati e in due settimane i follower sono diventati 600.000. Un successo! Siamo finiti nella trasmissione radio Lo zoo di 105 e mi hanno contattato Le Iene. Questo mi ha fatto capire dove poteva arrivare questa pagina, fino a quel momento non lo avevo ben chiaro neanche io.

Cโ€™รจ un argomento che attira di piรน?

Ovviamente le storie dโ€™amore, fidanzate o fidanzati che litigano, che si lasciano e si insultano, anche se adesso bisogna stare molto attenti con gli argomenti di odio sui social. Perรฒ, avendo il sito, i nostri utenti cliccano il link ed entrano, in questo modo siamo un poโ€™ piรน liberi, anche se Google – col quale abbiamo una collaborazione per la pubblicitร  – mette delle limitazioni. Ma non sono solo le storie dโ€™amore ad attirare.

 

Al cuor non si comanda ย Uno psicogramma che arriva direttamente da Perugia

Quali altre?

Quelle su argomenti piรน sociali. Durante il lockdown tutto si era spostato sulle chat, dove avvenivano addirittura colloqui di lavoro o richieste di informazioni su un particolare annuncio lavorativo: le risposte erano allucinanti e portavano alla luce problematiche reali come la retribuzione di 2,50 euro allโ€™ora per un lavoro. Siamo diventati cosรฌ una testimonianza diretta dei problemi attuali della societร .

Ci sono stati mai messaggi che hai dovuto censurare?

Sรฌ. A volte arrivano chat di gente che si insulta pesantemente e quindi non possono essere pubblicate.

Spiegaci come avviene la sceltaโ€ฆ

Facciamo una selezione, perchรฉ arrivano ogni giorno 200-300 chat. Inizialmente ero solo, oggi siamo 15 a fare questo lavoro. Selezioniamo gli screenshot migliori, chiediamo una breve descrizione e censuriamo i dati sensibili, dopo aver chiesto lโ€™autorizzazione alla pubblicazione. In un giorno riusciamo a pubblicare una decina di storie, sia su Facebook che su Instagram.

Ovviamente solo uno dei due interlocutori รจ a conoscenza della pubblicazione?

Sรฌ. Dallโ€™altra parte c’รจ sempre una persona allโ€™oscuro di tutto, che diventa una vittima incosapevole,ย per questo censuriamo cognomi, nomi, vie e tutti i dati sensibili.

Hai mai avuto problemi?

Una volta ho avuto una sfiga tremenda, perchรฉ avevo pubblicato la chat tra due avvocati, ho rischiato tantissimo ho eliminato subito tutto perchรฉ la vittima si era accorta e mi aveva minacciato in tutti i modi. Gli avvocati che ci seguono sono sempre sullโ€™attenti e pronti a intervenire (ride).

Dallโ€™Umbria arrivano screenshot? ย 

Qualcosa รจ arrivato: mi ricordo di una coppia che si era vista al parcheggio del Quasar a litigare, ma la chat era tutta in dialetto perugino e lโ€™ho eliminata perchรฉ era anche piena di insulti pesanti e bestemmie.

Pensi che ci sarร  unโ€™evoluzione, un cambiamento dei social?

Veniamo da un decennio decisamente social e non so dove si andrร , tutto cambia cosรฌ velocemente. Sicuramente la cosa positiva รจ che si stanno creando dei competitor, internet ormai รจ in mano quasi esclusivamente a Facebook, giร  la presenza di TikTok รจ un passo in avanti. Noi ci limitiamo a conoscere come funzionano i social solo in Italia, ma ci sono altre realtร : in Germania ad esempio Facebook รจ praticamente morto, in Inghilterra si usa molto Snapchat e poi cโ€™รจ Twitter che va molto di moda allโ€™estero e meno da noi. Quindi รจ molto difficile capire come si evolveranno e quali saranno i prossimi cambiamenti. I diversi paesi si comportano in modo diverso.

Sono previste novitร  nella pagina?

Cโ€™รจ in progetto la realizzazione di video o piccoli cortometraggi tratti dai testi delle chat. รˆ unโ€™idea iniziata due anni fa ma la pandemia lโ€™ha bloccata. Abbiamo poi – da piรน di un anno – una collaborazione con la pagina Commenti Memorabili, e anche con unโ€™agenzia pubblicitaria di Milano. Il sito รจ diventato un prodotto editoriale a tutti gli effetti con un milione di utenti al mese e 30/40 milioni di pagine visualizzate sempre in un mese. Siamo in crescita e per me รจ diventato un vero e proprio lavoro.

Ora ce lo puoi confessare: tu menti di fronte alle spunte blu?

Assolutamente no, altrimenti rischierei di finire su Mentire di fronte alle spunte blu (ride).

Lโ€™antico linguaggio dellโ€™amore: nel tardo pomeriggio del 14 febbraio รจ possibile partecipare a visite guidate dedicate allโ€™eros e alla storia dellโ€™acropoli sotterranea di Perugia. Il percorso sarร  accompagnato da tre calici di vino della Cantina La Spina.

Cosa si dicevano due innamorati guardandosi negli occhi mentre passeggiavano? Come amavano gli antichi? E come si comportavano sotto le lenzuola nelle loro domus? Vi accompagneremo alla scoperta del mondo dellโ€™amore al tempo di Romani ed Etruschi. Vi aspettiamo per raccontarvi le relazioni amorose del passato immergendovi nella Perugia Sotterranea attraverso le atmosfere e i luoghi di quei tempi.

 


Info per partecipare

Ore: Partenze alle 18:00, 18:30, 19:00

Durata: 1 ore e 15 minuti

Luogo: Perugia Sotterranea, Isola San Lorenzo, Chiostro della Cattedrale di San Lorenzo, Piazza IV novembre

Costo: Biglietto Singolo 20โ‚ฌ, Biglietto Coppia 35โ‚ฌ

I posti sono limitati e la prenotazione obbligatoria. รˆ possibile prenotare tramite: info@secretumbria.it;ย  0755724853 – 3701581907

รˆ obbligatorio il Green Pass rafforzato.

Cortona, cittadina aretina, si erge su una collina da cui si puรฒ godere di un suggestivo belvedere sulla Chiana Umbra e Toscana e sullโ€™antico lago Trasimeno. Ha, come tanti altri meravigliosi borghi italiani, origini leggendarie che traggono spunto dalla storia.

Cortona รจ stata una delle dodici lucumonie etrusche, molto florida e potente e con territori molto ampi, come si puรฒ evincere dalla Tabula Cortonensis: essi giungevano fino alla costa nord-occidentale del lago Trasimeno. La Tabula, conservata presso il Museo dellโ€™Accademia Etrusca di Cortona, รจ stata realizzata in bronzo nel II secolo a.C., dove, tra le altre cose, si cita di un vigneto che si trovava nei pressi del Trasimeno. Oltre alla testimonianza che viene riportata nel testo e alla sua lunghezza, che ha aiutato gli studiosi nella miglior comprensione di questa lingua, contiene un paio di rimandi che vogliamo mettere in evidenza: รจ il piรน antico documento ritrovato dove si fa riferimento al mondo del vino (un vigneto appunto) e a Tarsminass, il nome etrusco del lago umbro piรน antico dโ€™Italia, il Trasimeno.

 

Cortona

La leggenda di Dardano

Cortona, lโ€™aretina cittร  che si erge vicino al confine tra Umbria e Toscana, sembra debbe le sue origini a Dardano, figlio di Giove ed Elettra. Virgilio, nella sua Eneide, fa riferimento a Dardano e a Cortona. Seguendo il racconto leggendario, Dardano stava combattendo in un luogo collinare dominante la Val di Chiana e durante il combattimento una lancia tirata da un avversario gli portรฒ via lโ€™elmo. Questo non fu piรน ritrovato, ma gli aveva salvato la vita. Un indovino raccontรฒ che la Madre Terra se lโ€™era preso a sรฉ, poichรฉ voleva che in quel punto fosse costruita una cittร  inespugnabile e forte, come lโ€™elmo dellโ€™eroe. Allora Dardano costruรฌ le robuste mura, proprio dove aveva perduto il suo elmo, e alla cittร  fu dato il nome di Curtun, poi Corito, dal greco corys, elmo appunto. Da qui Cortona. Quindi il cortonese Dardano si sarebbe recato in Asia, presso lo stretto dei Dardanelli, che da lui prende il nome e, non lontano da lรฌ la sua stirpe avrebbe fondato la mitica Troia. Virgilio, come รจ noto, racconta nella sua Eneide, che dopo la vittoria greca, il troiano Enea fuggรฌ per mare e dopo un lungo peregrinare approdรฒ nel Lazio dove diede inizio, tramite i suoi successori Romolo e Remo, alla fondazione e alla fantastica storia dellโ€™antica Roma. Per questa incantevole leggenda e grazie al suo epico eroe Dardano, si dice che Cortona รจ mamma di Troia e nonna di Roma.

In occasione della Giornata della Memoria raccontiamo storie e testimonianze di chi ha vissuto sulla propria pelle le leggi razziali e le deportazioni. Voci che ancora oggi vanno ascoltate, proprio per non dimenticare.

Al di fuori delle commemorazioni ufficiali, siamo convinti che i fatti avvenuti dovrebbero essere rievocati tutti i giorni, in modo che ciรฒ che รจ stato non accada piรน, neanche sotto altre e nuove forme che, con delirio nostalgico, possano riproporre o suggerire comportamenti contro il rispetto dellโ€™essere umano e della vita stessa.
Cโ€™รจ ancora qualcuno che non si distacca o non prende le distanze da quello che รจ successo. Questo qualcuno dovrebbe fare i conti almeno con la propria coscienza, aiutandosi nella comprensione della gravitร  dei fatti, immaginando se fosse successo a lui/lei. In qualche occasione, taluni hanno giustificato certi atti terribili, ipotizzando spavaldamente una personale e vergognosa sentenza: Avranno fatto qualcosa di male se sono stati trattati in questo modo! Inoltre รจ inammissibile e imbarazzante chi guarda altrove o rimane in silenzio o fa finta di non sapere o di non capire.
Ciascuna persona di buon animo, di profondo senso civico e civile e orientata pacificamente verso gli altri, in questa vicenda si prenda allora la responsabilitร  di conservare ma soprattutto trasferire, in modo empatico e coinvolgente, la memoria della tragedia a chi รจ malinformato o negazionista o ignaro o marginalmente coinvolto.

Auschwitz-Birkenau

Le storie dei sopravvissuti

In questโ€™ottica abbiamo ascoltato alcune delle ultime dirette testimonianze di chi ha vissuto direttamente la terribile esperienza, o l’ha ascoltata senza intermediari, proprio per aiutarci a dare quel simbolico pugno allo stomaco. L’auspicio รจ quello di un mondo migliore, dove si insegni a rispettare qualsiasi diversitร  e a formare credenze e convinzioni resistenti e protette da vergognose ignominie, cosรฌ che rimagano salde, ferme e respingenti di fronte a forme di bullismo, impertinenza, arroganza, razzismo, insolenza, crudeltร , malvagitร , strafottenza, violenza, spacconeria, tutte forme perverse genitrici dei pensieri e comportamenti che hanno portato alle barbarie vissute.

 

Emanuele Di Porto

Per questi motivi abbiamo raccolto la preziosa testimonianza di chi cโ€™era e vissuto quei momenti drammatici: Emanuele Di Porto, 90 anni e dodicenne allโ€™epoca dei fatti, sopravvissuto al rastrellamento nazista avvenuto il 16 ottobre 1943 nel Ghetto Ebraico di Roma, da cui furono deportate 1022 persone verso il campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau. Alla fine della guerra, da questo campo, torneranno solo 16 persone (15 uomini e 1 donna)! Emanuele Di Porto ci racconta la sua esperienza di allora, quando fu prelevato dai nazisti e messo sui camion da trasporto, ma riuscรฌ rocambolescamente – con lโ€™aiuto della madre, poi uccisa allโ€™arrivo a Birkenau – a sottrarsi alla deportazione, e poi fu protetto e celato da alcuni tranvieri romani.
Anche Attilio Lattes ha raccontato la sua storia di infante ebreo e della sua famiglia, occorsa al tempo del rastrellamento nazista a Roma del 16 ottobre โ€˜43, in parte ricordata direttamente e in parte prelevata dai ricordi delle narrazioni di suo padre.
Insieme a loro, ci ha portato il suo sapiente contributo il prof. Amedeo Osti Guerrazzi, storico del periodo e ricercatore presso la Fondazione Museo della Shoah di Roma.
Un ringraziamento per la disponibilitร  ai tre intervistati, a David Di Consiglio della Fondazione che ha organizzato accuratamente lโ€™incontro, ad Alberto Forti, amico fraterno, e ad Anna Marcheria che hanno favorito tutto ciรฒ.
Nellโ€™occasione ci piace ricordare una frase di uno dei sopravvissuti ai campi nazisti, Sami Modiano, deportato ad Auschwitz-Birkenau, ricordando quando fu espulso dalla sua scuola perchรฉ ebreo a causa delle leggi razziali del โ€˜38: ยซQuel giorno ho perso la mia innocenza. Quella mattina mi ero svegliato come un bambino, la notte mi addormentai come un ebreoยป.
Le interviste realizzate con Emanuele Di Porto, Attilio Lattes e il prof. Amedeo Osti Guerrazzi, sono avvenute allโ€™interno della Fondazione Museo della Shoah di Roma. A breve saranno disponibili anche le videointerviste.

 

Emanuele Di Porto intervistato dall’autore.

 

Altresรฌ รจ stata raccolta la testimonianza, avvenuta a Canale di Orvieto in provincia di Terni, con Mirella Stanzione, 94 anni e 17 allโ€™epoca dei fatti, arrestata il 2 luglio โ€™44 a La Spezia dai tedeschi per motivi politici legati al fratello partigiano. Fu deportata insieme a sua madre nel lager nazista per sole donne di Ravensbrรผck. Durante il racconto, la signora Mirella ha narrato la sua drammatica testimonianza e a volte, quando non era in grado di raccontare, la figlia Ambra Laurenzi รจ intervenuta per sostenerla, riportando fedelmente quanto ascoltato negli anni. A breve saranno disponibili anche le videointerviste.

 

 

Mirella Stanzione e Ambra Laurenzi intervistate dall’autore.

Un gentile ringraziamento alle due intervistate e alla sig.ra Maria Pizzoni, Presidente dellโ€™ANED Umbria, che ha favorito lโ€™incontro per lโ€™intervista. Non si puรฒ non rinnovare la sottolineatura dell’atto di coraggio di Don Ottavio Posta, il parroco di Isola Maggiore nel Trasimeno che, insieme a 15 pescatori, liberรฒ 22 confinati ebrei detenuti presso il Castello Guglielmi, salvandoli dallโ€™imminente deportazione nei lager nazisti e da una morte certa.

Agostino Piazzesi

Lโ€™accaduto รจ raccontato da uno dei protagonisti dellโ€™atto eroico, il pescatore Agostino Piazzesi, scomparso qualche anno fa, in unโ€™intervista riportata da Giacomo Del Buono, nonchรฉ dal dott. Gianfranco Cialini, lo storico che ha argomentato in modo circonstanziato il fatto, a seguito dei suoi lunghi studi sulla vicenda. Gli ebrei confinati, tratti in salvo dallโ€™iniziativa concepita da Don Ottavio Posta insieme ai pescatori isolani ha portato, dietro istanza composta dal dott. Gianfranco Cialini, al riconoscimento del sacerdote lacustre come Giusto tra le Nazioni dallo Stato di Israele.
Ascoltare, dire, raccontare, dibattere, pacare e far riflettere sono gli strumenti civili piรน consoni a tener viva la coscienza sui fatti che hanno distrutto vite, ideali e i sogni di tutti quei bambini che poi si sono risvegliati dentro un incubo.

 


Leggi la prima parte

La Route 27 di John Murray III non รจ quell’autostrada nord-sud degli Stati Uniti che collega il capolinea meridionale Miami, in Florida, con il capolinea nord Fort Wayne, nell’Indiana. รˆ tutto un altro percorso. Guardiamo di cosa si tratta, tornando un po’ indietro nel tempo.

Chi erano i Murray?ย  Una grande dinastia di editori!

Nel 1768 John Mc Murray arrivรฒ a Londra dalla desolata landa di Scozia in cerca di fortuna. Rinunciรฒ presto al prefisso Mc e mise su, con non poche difficoltร , un’attivitร  di vendita di libri. Iniziรฒ cosรฌ semplicemente e forse anche per caso la sua vita di letterato vendendo e successivamente pubblicando libri. L’attivitร  cominciรฒ ben presto a ingranare quando fu colpito da un grave lutto familiare; sua moglie morรฌ. Non si perse d’animo e si risposรฒ presto con la sorella di sua moglie che gli dette un figlio, anche lui di nome John. Alla morte di Murray I, avvenuta nel 1793, l’azienda fu affidata e gestita da amministratori fiduciari per circa 10 anni, quando il figlio John Murray II divenne l’unico responsabile. Mentre suo padre era conosciuto per esagerare con l’alcol, fare baldoria e per essere un bon viveur, John Murray II si rivelรฒ un uomo d’affari tutto d’un pezzo e lontano dal perdere tempo in frivole faccende. Divenne ben presto l’editore di Lord Byron e di Sir Walter Scott.
Alla morte di John Murray II, l’attivitร  fu rilevata dal figlio, anche lui di nome John, che dunque sarร  John Murray III. Uno dei piรน grandi successi di John Murray III fu la pubblicazione del libro L’origine delle specie e delle varietร  attraverso la selezione naturale di Charles Darwin. La dinastia รจ continuata con i vari John Murray fino ad arrivare a John Murray VII, negli anni ’90 del 1900. Nel 2002 il tutto รจ stato venduto al gruppo Hodder Headline Ltd. Finalmente i membri della famiglia Murray sono liberi di scegliere il nome del prossimo bebรฉ. Di John ce ne sono stati fin troppi!

John Murray III

Cenni biografici di John Murray III

John Murray III nacque il 16 aprile del 1808. Studiรฒ alla Charterhouse School a Godalming, circa 60 km a sud-ovest di Londra, e si laureรฒ all’Universitร  di Edimburgo nel 1827.
Pubblicรฒ traduzioni in inglese di Goethe e piรน tardi nella sua carriera tutte le opere di Charles Darwin e di Hermann Melville come il romanzo Moby Dick, considerato uno dei capolavori della letteratura americana. Nel 1847 sposรฒ Marion, figlia del famoso banchiere Alexander Smith. Morรฌ all’etร  di 84 anni il 2 aprile del 1892 e fu sepolto nella chiesa parrocchiale di Wimbledon. Lasciรฒ quattro figli, due maschi e due femmine.

Murray’s Handbook for Travelers

John Murray III รจ rimasto famoso anche per la pubblicazione dei suoi Handbooks for Travelers. Altro non erano che guide di viaggio pubblicate a partire dal 1836. La serie comprendeva destinazioni turistiche in Europa e in parti dell’Asia e dell’Africa settentrionale. La sua prima guida di viaggio fu un Manuale per i viaggiatori in Olanda, Belgio e Reno. Nel 1900 la sua azienda aveva prodotto piรน di 400 guide turistiche. Possiamo senza ombra di dubbio affermare che le guide turistiche di Murray III del diciannovesimo secolo sono forse le piรน dotte e sapienti nel loro genere.

La Route 27

A Handbook for Travelers in Central Italy, di Octavian Blewitt, fu pubblicato a Londra in Albemarle Street da John Murray III nel 1850.
Nella parte introduttiva di questo volume viene specificato che la versione inglese รจ reperibile, oltre che in altre cittร , anche presso la tipografia Vincenzo Bartelli di Perugia.
Nella prefazione viene sottolineato come gli Stati dell’Italia Centrale e Meridionale sono forse di piรน grande interesse che di altri parti d’Europa. Viene inoltre specificato che l’opera รจ frutto di due viaggi per desiderio di dare giustizia al Paese e al popolo studiando le loro caratteristiche direttamente sul posto e acquisendo una personale conoscenza dei distretti piรน remoti ma altrettanto ricchi di storia e d’arte.
A un certo punto di questa guida di viaggio viene descritta la Route 27: Florence to Rome by Arezzo e Perugia.

Inizio la mia lettura da Foligno che cosรฌ subito viene descritta: ยซBefore arriving at Foligno, the Topino, upon which it is built, is crossedยป. Vengono subito indicate delle locande (Inns) dove mangiare e pernottare: Tre Mori, Grande Albergo e La Posta.
Foligno รจ descritta come ยซuna attiva e industriosa cittร  vescovile di 8.000 abitanti, gode di un’alta reputazione in tutti gli Stati limitrofi per il suo bestiame. La Chiesa di San Niccolรฒ preserva un bellissimo altare di Niccolรฒ Alunno, nativo di questa cittร . Il Corso, chiamato Canopia, permette al cittadino una piacevole passeggiata lungo l’antica cinta murariaยป.
ยซA poche miglia a ovest di Foligno, al bivio del Topino con il Timia, c’รฉ Bevagna che conserva ancora le tracce del suo antico nome Mevania. Celebrata dai poeti latini per la ricchezza dei suoi pascoli e ancora famosa per la pregiata razza di bovini bianchi. Strabone (geografo e storico greco) cita Mevania come una delle cittร  piรน considerevoli dell’Umbria. Plinio (storico) afferma inoltre che se le sue mura fossero di mattoni non potrebbero essere capaci di tanta resistenzaยป. Questa cittร  รจ inoltre memorabile come luogo di nascita di Properzio (poeta romano). ยซSulla collina sopra Bevagna, distante 6 miglia, c’รจ il piccolo paese di Montefalco notevole per due dipinti di Benozzo Gozzoli, nelle chiese di San Fortunato e di San Francescoยป.
La descrizione dei luoghi continua con: ยซOn leaving Foligno for Rome, imbocchiamo la via Flaminia e superato sant’Eraclio si valica il confine che separa le delegazioni di Perugia con quelle di Spoleto. La strada entra presto nella bella valle del Clitunnoยป. Il percorso continua poi fino a raggiungere Roma.

Conclusioni

Oggi siamo abituati a fare le nostre escursioni spesso utilizzando Google Maps e tutto quello che ci viene offerto da internet: luoghi d’interesse, orari dei musei, dove mangiare e dormire con tanto di recensioni e poi ancora le 10 cose da vedere in un giorno, sagre gastronomiche e feste popolari. Sempre attaccati al nostro smartphone come se fosse un’estensione del nostro corpo. Un’idea interessante potrebbe essere quella di procurarsi l’Handbook for Travelers in Central Italy e seguire il percorso e i suggerimenti che ci vengono offerti. Una nuova esperienza di viaggio che di sicuro ci stimolerร  la voglia di conoscere, la curiositร  e il senso di avventura.

Non cโ€™รจ nulla di scontato, soprattutto per chi in un solo giorno ha visto la propria vita drammaticamente cambiata per volere altrui. La crudeltร  e la violenza sono le protagoniste di queste righe, che sono riportate nei racconti di chi le ha tragicamente trascorse, insieme a dei valorosi atti di coraggio. Le testimonianze sono state raccolte direttamente dalle loro voci o da chi ha vissuto con loro o da chi ne ha competenza. Questa รจ la prima parte di una raccolta di racconti, che si concluderร  il 27 gennaio โ€œGiorno della Memoriaโ€.

La vita, nelle sue declinazioni e per sua conformazione, varia e dipende da situazioni che ci si trova improvvisamente ad affrontare. I piccoli gesti quotidiani, la ritualitร , lโ€™abitudine e le liturgie ci accompagnano e danno i tempi ai nostri comportamenti. Cosรฌ come le generalizzazioni spingono verso giudizi comuni e vengono utilizzate per classificare, catalogare, etichettare individui includendoli superficialmente in una categoria di persone, senza che si conoscano realmente le loro specificitร  e identitร .
Si fa presto a giudicare e a collocare le persone in ruoli e categorie di presunta appartenenza. Infatti la nostra vita ci potrebbe riservare delle sorpreseโ€ฆ potrebbe cambiare da un momento allโ€™altro, in modo perlopiรน inaspettato e imprevedibile e talvolta non agognato. Come a chi, ed รจ accaduto drammaticamente qualche decennio fa, รจ andato a letto come bambino e si รจ svegliato deportato.
Storie successe e ripetute in un periodo storico che รจ lontano nei ricordi e nel tempo, ma pregno di insegnamenti e riflessioni di cui molti giovani dei tempi moderni non sono consapevoli, se non per sommi capi fatti di ยซmi pareยป, ยซmi sembraยป, ยซho lettoยปโ€ฆ Queste sono alcune delle risposte ricevute da qualche giovane interpellato in merito ma, a dire il vero, ci sono state anche le dovute eccezioni. Dalle risposte dei ragazzi, immediatamente, si รจ avuta la sensazione di una superficiale consapevolezza e di una parziale conoscenza di quello che effettivamente รจ successo nel secolo scorso. Nelle generalizzazioni, senza utilizzare un linguaggio di precisione, le informazioni e le sensazioni appaiono smorzate o depotenziate del loro valore, slegate dal reale accadimento – basato sui fatti e non sulle opinioni.
Una persona si sente coinvolta quando prova e nutre dentro di sรฉ lโ€™argomento, facendolo proprio, anche se questo processo potrebbe essere mitigato dal mutare dei tempi e del coinvolgimento personale nel racconto. Questo รจ il punto: se le coscienze devono fremere e ribellarsi di fronte alle atrocitร  perpetrate da chi ha avuto un forte disprezzo della vita e delle opinioni altrui, allora bisogna andare diritti e decisi al punto, senza mediazioni, e superare la paura di offendere o di impressionare troppo impetuosamente le coscienze.

 

Cippo degli ebrei salvati sull’Isola Maggiore

 

Bisogna dare un messaggio forte, diretto, come se fosse un simbolico pugno allo stomaco delle persone, in particolare dei giovani; un messaggio che sia denso di emozioni, sensazioni, paure e disprezzo per ciรฒ che si vuol dire e trasmettere, senza filtri di sorta.
Perchรฉ queste drammatiche vicende storiche sono nate senza filtri e gentilezze, come quando quel bambino la sera si addormenta tra le braccia di Morfeo e al mattino si risveglia in un mondo che gli dร  un diabolico buongiorno. Un infinito e irreverentemente drammatico pugno allo stomaco, senza capire il perchรฉ lโ€™abbia ricevuto.
Per esempio, con lโ€™avvento delle leggi razziali italiane monarchico-fasciste nel 1938, i bambini e i giovani ebrei italiani furono esclusi dalle scuole e universitร ; per non parlare del lavoro legato allโ€™apparato statale, precluso alle persone ebree, cosรฌ come tanti altri provvedimenti durissimi che negarono ai cittadini italiani di credo ebraico sia i diritti politici sia quelli civili. O ancora, si pensi alle due donne innocenti che avevano la sola colpaย di avere un parente partigiano, che sono state arrestate e portate in un campo di concentramento nazista, vivendo tra sofferenze e crudeltร  quotidiane.

I pescatori del Trasimeno

Due donne dallโ€™animo umiliato e ferito, con la voglia di dimenticare la terribile esperienza vissuta.

Don Ottavio Posta

Cosรฌ come bisogna mettere in risalto il coraggio e lโ€™umanitร  di un sacerdote e di alcuni pescatori del lago Trasimeno che, a rischio della loro vita, misero in salvo, con unโ€™iniziativa temeraria, ventidue prigionieri ebrei confinati sullโ€™Isola Maggiore, che stavano per essere trasportati nei campi di concentramento nazisti. Il parroco isolano, Don Ottavio Posta, coadiuvato da 15 pescatori del luogo, riuscรฌ a far evadere gli ebrei detenuti nel Castello Guglielmi.
Nelle notti del 19 e 20 giugno 1944, con cinque barche condotte da valorosi ed esperti pescatori e dopo una traversata di qualche ora, i prigionieri ebrei furono messi in salvo. Infatti sbarcarono presso la localitร  di Santโ€™Arcangelo di Magione, dove erano da poco arrivati i militari inglesi e lรฌ furono consegnati alle Forze Alleate, che avevano liberato quella parte di territorio lacustre dai soldati tedeschi. Qualche sera prima, un gruppo di partigiani della Brigata Risorgimento che operava nel territorio di Castiglione del Lago, durante unโ€™incursione al Castello Guglielmi di Isola per prendere le armi al drappello di guardia, liberarono quelli disponibili a seguirli. A loro si unรฌ una famiglia di religione ebraica, internata nel Castello.
Allora senza mezzi termini, proprio per consapevolizzare maggiormente i giovani dโ€™oggi della loro identitร , andiamo a dare questo pugno simbolico agli stomaci: per ricordare, per far riflettere, per magnificare il rispetto verso il cambiamento.
La premessa รจ doverosa proprio perchรฉ la testimonianza diretta di chi ha vissuto quel periodo si รจ voluta raccogliere in tutta la sua inclemente crudezza, affinchรฉ possa dare uno scossone alle coscienze.

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