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“Il mondo ha bisogno di bellezza. Contemplare il Mistero attraverso l’arte”. Venerdì 1 aprile 2022 ore 18.00 Sala del Dottorato Isola di San Lorenzo – Museo del Capitolo

Si terrà venerdì 1 aprile alle ore 18.00 presso la Sala del Dottorato dell’Isola di San Lorenzo-Museo del Capitolo a Perugia, il terzo appuntamento del ciclo di conferenze Le opere d’arte raccontano. Percorsi verso gli anniversari di Perugino e Signorelli, a cui interverrà Nadia Righi Direttore del Museo Diocesano Carlo Maria Martini di Milano che affronterà il tema Il mondo ha bisogno di bellezza Contemplare il mistero attraverso l’arte. La conferenza sarà preceduta dai saluti dell’Arcivescovo Cardinale Gualtiero Bassetti e di Mons. Marco Salvi Vescovo Ausiliare e delegato per le celebrazioni del V anniversario della morte di Pietro Perugino. Durante l’incontro si leggeranno tre opere d’arte: l’Annunciazione di Tiziano (Napoli, Museo e Real Bosco di Capodimonte), l’Adorazione dei Pastori di Pietro Perugino (Perugia, Galleria Nazionale dell’Umbria) e l’Adorazione dei Magi di Artemisia Gentileschi (Pozzuoli, Cattedrale) che sono state oggetto di tre mostre organizzate dal museo diocesano di Milano in occasione dell’iniziativa un capolavoro per Milano.

 

 

«La conferenza è un’opportunità per riflettere sia sulla lettura dell’opera d’arte, sia sull’importante ruolo che assumono, in questo contesto, i musei diocesani, la cui funzione pastorale, deve essere al centro di ogni attività di valorizzazione. È proprio per questo che abbiamo scelto di tenere questo terzo incontro all’interno del nostro museo diocesano – commenta Mons. Salvi – le cui prime tre sale sono state riaperte al pubblico nel settembre scorso, sviluppando un progetto museologico che permetta al visitatore di comprendere la secolare storia del complesso monumentale dell’Isola di San Lorenzo e della diocesi perugina, creando un percorso in cui si possa scoprire e apprezzare la bellezza dell’arte, della fede e della liturgia, affinché il museo, come ha ricordato Papa Francesco all’incontro con l’Associazione Musei Ecclesiastici Italiani nel 2019, concorra alla buona qualità della vita della gente, creando spazi aperti di relazione tra le persone, luoghi di vicinanza e occasioni per creare comunità».

«Lo scopo principale del Museo non è quello di dare risposte, ma di suscitare domande, in un continuo rapporto tra l’opera d’arte e il singolo visitatore e – aggiunge la direttrice del Museo diocesano di Milano – negli ultimi anni la proposta di questo metodo, che chiede una lettura lenta e un paragone con le proprie domande più profonde, ha trovato grande apprezzamento tra i visitatori».
«La nostra Arcidiocesi si sta preparando al grande anniversario del 2023 e il tema della lettura dell’opera d’arte – precisa Mons. Marco Salvi – è un aspetto che sta molto a cuore sia a me che al Cardinale Bassetti. Fermarsi all’aspetto stilistico, senza comprendere il significato e il rapporto che intercorre tra l’opera, l’artista e l’aspetto spirituale, è un grande limite e noi come chiesa, siamo chiamati ad impegnarci per una corretta e profonda lettura delle opere d’arte. Questo percorso di preparazione al V centenario della morte di Pietro Perugino, ci vede impegnati, oltre che nel ciclo di incontri Le opere d’arte raccontano, nella redazione di una guida agli itinerari diocesani, alla progettazione di una mostra e al riallestimento del Museo del Capitolo che proprio nel 2023 compirà centro anni dalla sua fondazione».

Un’offerta culturale stabile. «È un’attività intensa – commenta mons. Salvi –, che stiamo portando avanti creando sinergie con molti enti ed istituzioni, in particolar modo con la Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia e con il Comune di Perugia, poiché crediamo che fare rete e condividere progettualità sia uno degli obiettivi fondamentali per creare un’offerta culturale stabile, che vada anche oltre il 2023».

 


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Il primo appuntamento della rassegna culturale “Storie di Bici”, ideata dalla sezione perugina della FIAB (Federazione Nazionale Ambiente e Bicicletta), un’organizzazione ambientalista che promuove l’uso quotidiano della bicicletta e il cicloturismo, è dedicato ad Alfonsina Morini Strada, la prima donna ad aver partecipato al Giro d’Italia nel 1924 e l’unica di sempre ad averlo fatto insieme agli uomini.

Alfonsina Morini Strada, foto di Gazzetta dello Sport

Il primo di aprile, alle ore 18.00 presso la Biblioteca di San Matteo degli Armeni, verrà presentato il libro Alfonsina e la strada scritto da Simona Baldelli e pubblicato nel 2021 da Sellerio. Ne parlerà, con l’autrice, il giornalista Leonardo Malà, grande conoscitore dello sport umbro, e del ciclismo in particolare, e autore di Stelle in corsa. Personaggi, storie e immagini dello sport umbro.

È interessante la vita di Alfonsina, che nasce da una famiglia di contadini emiliani e si appassiona presto alla bicicletta in sella, con la quale partecipa a competizioni locali acquistando da subito il soprannome di diavolo in gonnella. Per la sua passione è fortemente osteggiata dalla famiglia, ma nel 1915 sposa Luigi Strada, che la capisce e la incoraggia a tal punto da regalarle, il giorno delle nozze, una bicicletta da corsa nuova.
Ma assurge agli onori delle cronache per la sua partecipazione al Giro d’Italia del 1924. Siamo in un’epoca in cui una donna fa scalpore e suscita curiosità e critiche e certo oggi non si accetterebbe la descrizione che ne fece il Guerin Sportivo: «Quando, in una corsa del genere di quella che si sta svolgendo attualmente lungo le strade nazionali, si fa luce un corridore che ha un paio di gambette perfette, un corpo flessuoso e nervoso, i capelli tagliati alla bebè, una dentatura bianca e luccicante, un viso grazioso, e questo corridore (ohè, intendiamoci bene…) questo corridore è una donna, va da sé che si arrivi a desiderare che le 12 tappe diventino 24. Di questo parere sono parecchi inviati speciali, molti soigneurs, parecchi dirigenti, e tutti i corridori […]. Sta il fatto che troppe automobili stanno sulla scia dell’ultimo gruppo; troppi consigli – disinteressati, oh, disinteressati – piovono sopra l’Alfonsina; troppi sorrisi, troppe occhiate di pesce bollito filano dritte sulla piacente silhouette curva sul manubrio».
Né si potrebbero accettare rivolte a una donna le strofe blasfeme della canzone La girina a lei dedicata.

Ma Alfonsina durante quel giro – che passò anche a Perugia – si fece apprezzare per l’impegno e la forza fisica e morale, spegnendo ogni ironia ed entrando nel cuore di numerosi tifosi. Terminò il Giro, e al Velodromo Sempione, Alfonsina fece il giro d’onore fra gli applausi convinti del pubblico.
Nel corso del 2021, in occasione dell’arrivo del Giro in città, l’Amministrazione comunale di Perugia ha intitolato ad Alfonsina Morini Strada una via, in località Ripa.

Trevi è stata selezionata dal programma televisivo Rai, Kilimangiaro, per l’edizione 2021/22 “Borgo dei Borghi” come rappresentante della regione Umbria.

Sono rimasti ancora pochissimi giorni per votare, è possibile farlo fino al 3 aprile. “Se non l’avete ancora fatto – spiega il Sindaco Bernardino Sperandio – vi esortiamo a farlo, perché questo programma è l’occasione giusta e unica per dare una grande visibilità al nostro borgo e a tutta la regione Umbria”. Si può fare nel sito https://www.rai.it/borgodeiborghi/

 

Perché votare Trevi?

Trevi è quel borgo arroccato che rapisce lo sguardo di chi visitando o attraversando l’Umbria si dirige verso Spoleto, o al contrario, la risale da Sud a Nord. Trevi, al centro del cuore verde d’Italia, inerpicato su di un colle cinto di ulivi, rapisce lo sguardo e il cuore con la sua forma a chiocciola e quello skyline, che dal campanile e dalla grossa cupola in bronzo del duomo di Sant’Emiliano, scende e si allarga quasi a diventare un tutt’uno con il promontorio che lo sorregge. Sempre desta stupore quando dal basso lo si guarda, ogni volta si rimane colpiti, anche chi vi è nato ne rimane eternamente meravigliato e non si stanca mai di ammirarlo.

E salendo su quel colle, man mano che ci si avvicina, il campanile diventa sempre più imponente e Piazza Garibaldi, tra le tante attività locali, vi accoglie con un grande benvenuto. Parcheggiata l’auto vi ritroverete in un luogo incantato dove il tempo sembra essersi fermato, un borgo che girando su se stesso da vita ad un concatenarsi di vie, vicoli e viette, piazze e piazzette, chiese, torri e parchi che sembrano terrazze sulla Fascia Olivata. E poi immaginate questi luoghi inebriati dai profumi e dai sapori dei prodotti locali, l’Olio extravergine di oliva in primis, principe di queste colline, il sedano nero, signore delle piane, il buon vino e il tartufo. Riuscite a immaginarlo?

 

Gli interrogativi che si pongono Don Abbondio e Renato Zero sono gli stessi di quando camminiamo per le strade della città.

«Carneade! Chi era costui?» è la domanda che, nell’ottavo capitolo dei Promessi Sposi, Don Abbondio si fa a proposito del filosofo greco Carneade. Carneade fu un seguace del Probabilismo, vissuto tra il 213 e il 129 a.C., e considerato un personaggio minore tra i filosofi della sua epoca. Di qui il detto di una persona priva di fama. «Lui chi è? E loro, dico loro chi sono?». Qui si tratta di tutta un’altra storia ed è evidente anche la forzatura di questa citazione, presente in un brano di Renato Zero che racconta l’incontro organizzato con una donna che non è sola. La domanda che si pone è capire chi è l’uomo che sta con lei.
Spesso, viaggiando in macchina, passeggiando in bicicletta o semplicemente camminando mi tornano in mente proprio Don Abbondio e Renato Zero e non di rado esclamo: «Chi era costui? Lui chi è?» e, se si tratta di una via con doppio nome mi viene proprio da dire: «E loro, dico loro, chi sono?».
Fino ad alcuni anni fa utilizzavamo una mappa cartacea, oggi ricorriamo sempre più frequentemente al navigatore satellitare. A me non dispiace chiedere informazioni direttamente alle persone con la classica domanda: «Scusi, sa mica dov’è via…?» La risposta è quasi sempre labirintica con «la prima a destra, poi tutto a dritto, alla rotonda a sinistra, passata l’edicola ancora a sinistra, dopo 300 metri vede un distributore, passa il ponte ed è arrivato». Le strade di una città spesso sono legate a personaggi noti della storia, dell’arte, della letteratura, della scienza. Che si tratti di paese o città non mancano certo Via Garibaldi, Corso Cavour, Via Dante Alighieri, Via Papa Giovanni XXIII, Via Verdi. Però, oltre ai personaggi più popolari, ci sono anche i cosiddetti personaggi minori spesso dimenticati e che hanno un nome che sinceramente ci dice poco o nulla. Spesso si tratta di uomini e donne legati al passato della città che si sono distinti per valori e attività poste in vita.

Augusto Ciuffelli

Come si assegna il nome a una via o a una piazza?

La normativa che stabilisce come dare un nome a una strada nuova è la legge 1188/27; invece, quella che indica come cambiare nome a una strada già esistente è il Rdl 1158/23. Per attribuire una denominazione a una strada nuova o piazza pubblica è necessario che il Comune chieda l’autorizzazione del Prefetto. Si può dare il nome di una persona a una strada o a una piazza a condizione che questa sia morta da almeno 10 anni a meno che non si tratti di un caduto in guerra o di una persona deceduta per la causa nazionale. È facoltà del Ministero per l’Interno derogare quando si tratta di persone che abbiano benemeritato della Nazione. Il Comune può cambiare nome a una strada, ma solo dietro autorizzazione della Prefettura e sentito il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e la Soprintendenza. La Soprintendenza valuta gli aspetti di ordine storico e culturale, il Ministero dell’Interno valuta solo invece l’opportunità di derogare alla norma che impone un intervallo di dieci anni dalla scomparsa del personaggio illustre. Il cambio di nome della strada deve essere motivato in modo specifico.

Personaggi meno illustri di Foligno

Ecco allora una breve guida di toponomastica folignate riguardante le strade intitolati a personaggi, immagino, poco noti ai cittadini di Foligno. Una via ricorda Augusto Ciuffelli nato a Massa Martana nel 1856. Ciuffelli, di modeste estrazioni sociali, appena ventenne fu nominato segretario particolare di Zanardelli, lanciandosi così nella carriera politica. Nel 1898 venne nominato prefetto e nel 1904 venne eletto deputato nel collegio di Todi. Dal 1910 al 1916 fu ministro nei governi Luzzatti, Orlando e Salandra. Fu inoltre presidente di sezione del Consiglio di Stato. Morì a Roma il 6 gennaio 1921.

Caterina Scarpellini

A pochi metri dal Laboratorio di Scienze Sperimentali, nel cuore della città una via è intitolata a Caterina Scarpellini. Nata a Foligno nel 1808 si trasferì a diciotto anni a Roma come assistente dello zio, lo scienziato Feliciano Scarpellini. A Roma sposò Erasmo Fabri e insieme a lui continuò a lavorare alla stazione astronomica della Sapienza – Università di Roma. Caterina Scarpellini aveva una solida formazione e una profonda conoscenza del sistema solare e per divulgare i dati delle sue indagini fondò con suo marito la rivista La Corrispondenza scientifica in Roma.

Nel 1856 la scienziata istituì presso l’osservatorio capitolino una stazione meteorologica e ozonometrica. Inoltre documentò l’osservazione della grande cometa dell’aprile del 1854, oggi nota come C/1854 F1,e quella del giugno 1861, l’eclissi solare del 1860 e i passaggi di sciami di meteore  tra il 1861 e il 1868. Fu eletta membro della Società dei Georgofili di Firenze e dell’Accademia dei Quiriti a Roma, così come dell’Accademia di Dresda e della Società imperiale dei naturalisti di Mosca. Oggi uno dei crateri di Venere porta il suo nome. Morì a Roma il 28 novembre 1873.

Vicino all’area verde del Parco dei Canapè troviamo via Pier Antonio Mezzastris nato a Foligno intorno alla prima metà del Quattrocento (1430 ca.) da una famiglia di artisti. Mezzastris fu un pittore e decoratore che lavorò su soggetti di genere sacro, svolgendo attività prevalentemente nella città di Foligno e nelle zone limitrofe. La sua abilità tecnica ed eleganza nel dipingere la troviamo ad Assisi sulle pareti dell’oratorio dell’ospedale dei Pellegrini. Morì a Foligno nel 1506.

Nei pressi di Porta Romana si trova viale Luigi Chiavellati. Nato a Terni nel 1902, Chiavellati conseguì la laurea in medicina presso l’università di Perugia e successivamente ricoprì il ruolo di sottotenente medico di complemento. Mentre era medico condotto a Foligno, fu richiamato alle armi nell’ottobre del 1935 e con il grado di capomanipolo medico raggiunse l’Africa orientale. Cadde in combattimento nel gennaio del 1936 a Passo Uarieu. Fu decorato con la medaglia d’oro al valor militare alla memoria.

A Orazio Antinori è dedicata una via nella frazione di Borroni di Foligno. Orazio Antinori nacque a Perugia ed è stato un esploratore e tra i più stimati conoscitori italiani del continente africano sia centrale che orientale. Iniziò fin da piccolo a interessarsi all’ornitologia per poi studiare storia naturale a Perugia e Roma. Caduta la repubblica romana (1849) si dedicò ai viaggi in Grecia, Egitto e Sudan. Nel 1853 iniziò la sua attività di esploratore in Africa e nel 1876 guidò la Grande Spedizione avendo come meta i laghi equatoriali dell’Africa Orientale. Un fortuito ma grave incidente di caccia lo privò della mano destra e dopo una breve malattia morì nel 1882 a Lèt-Marefià in Etiopia.

 

Orazio Antinori

 

Nella zona di Prato Smeraldo troviamo via Petronio Barbati. Discendente da una nobile famiglia nacque a Foligno verso la fine del 1400 o all’inizio del 1500. Petronio Barbati si laureò in diritto civile e canonico, professò l’avvocatura ma soprattutto si dedicò agli studi letterari e alla poesia. Una sua commedia fu recitata nel 1549. Verso gli ultimi anni della sua vita, amareggiato da certi fastidiosi intrighi familiari che gli fecero venire in odio la sua città, si trasferì a Roma dove ottenne un posto da segretario presso un cardinale. Le poesie del Barbati furono raccolte e pubblicate col titolo: Rime di Petronio Barbati gentiluomo di Foligno estratte da varie raccolte del secolo XVI e dai suoi manoscritti originali. Si sa che restò privo di un occhio, e che morì a Foligno, mentre era segretario del cardinale Caetani il 22 novembre 1554.

Sempre nella solita zona di Foligno troviamo via Tignosi. Niccolò Tignosi nacque il 30 marzo 1402 a Foligno da una famiglia eminente. Studiò arti e medicina a Perugia, Siena e Bologna. Già negli anni accademici 1424-25 e 1425-26 è attestato come docente nell’università di Perugia nel settore disciplinare di arti e medicina. Si stabilì temporaneamente a Firenze intorno al 1440 per un incarico diplomatico ricevuto dal governo perugino e proprio agli anni fiorentini risalgono le opere di Tignosi che ci sono conservate. Nel 1471 lo troviamo a Todi dove esercita la pratica medica al servizio del Comune. Morì nel 1474 a Pisa dove continuava a insegnare; fu sepolto nel locale convento di S. Croce in Fossabanda.

Vicinissimo a via Tignosi è dedicata una via allo storico e notaio Durante Dorio. Nato a Leonessa nell’attuale provincia di Rieti intorno al 1571 (non è certa la sua data di nascita) lavorò come cancelliere e notaio. All’età di 30 anni fu raccomandato per un lavoro presso la cancelleria criminale di Foligno. Sempre a Foligno ricoprì il ruolo di cancelliere della Curia, e proprio a Foligno iniziò la sua attività di ricercatore e storico. La città gli diede la cittadinanza nel 1632 e Durante Dorio vi acquistò una casa dove costruì una piccola cappella. Malgrado le sue tante ricerche e i suoi tanti scritti, la sola opera pubblicata fu Istoria della famiglia Trinci pubblicata nel 1638. La morte lo raggiunse la vigilia di Natale del 1645 a Foligno.
È emerso dunque un mosaico di biografie non comuni, di vicende personali, di differenti estrazioni sociali e professioni. Sono piccole storie di personaggi minori ma che comunque hanno lasciato traccia nell’identità della città di Foligno.

Spettacoli teatrali, concerti, reading, presentazione di libri, proiezioni e mostre fotografiche in luoghi sorprendenti dell’Umbria alla ricerca di quelle radici dell’umanità da ritrovare. E proprio sotto il nome Radici di Umanità è in arrivo un ricco e suggestivo programma di eventi dal 2 aprile al 3 luglio 2022.

Con l’obiettivo di affrontare, declinare e interpretare i temi caldi della nostra epoca, sono così attesi anche grandi nomi del panorama artistico e culturale italiano: da Bruno Arpaia a Franco Arminio, da Massimo Zamboni alla Zastava Orkestar, da Claudio Morici al reading teatrale della coppia Piccioni-Gaggianesi su Buzzati, fino alle mostre e documentari di Stefano Schirato ed Andrea Segre. Spazio anche ad artisti umbri, come al teatro di Silvio Impegnoso, Ludovico Röhl e Alessandro Sesti e alla musica degli Espada.

Coinvolta soprattutto la città di Bevagna, all’interno di spazi come il Teatro Francesco Torti e l’Auditorium di Santa Maria Laurentia. Ma non solo. In programma anche appuntamenti a Foligno (Spazio zut), Perugia (Edicola 518), Montefalco e Giano dell’Umbria. In cartellone, infatti, anche una sezione speciale in tre cantine del territorio come Bellafonte di Bevagna, Scacciadiavoli di Montefalco e Moretti Omero di Giano dell’Umbria. Cinque quindi in totale i comuni umbri coinvolti (Perugia, Foligno, Montefalco, Bevagna, Giano dell’Umbria). La manifestazione Radici di Umanità è ideata e organizzata da Moow s.r.l., gestore del Coworking Multiverso Foligno, con il sostegno dei Fondi POR FESR Umbria 2014-2020 – Az. 3.2.1 – Bando pubblico per partecipazione Progetto Spettacoli dal vivo, del Comune di Bevagna e la collaborazione dell’associazione Ikaria (organizzatrice, tra l’altro, di FolignoLibri) e di Felcos Umbria (associazione di Comuni per lo sviluppo sostenibile).

 

Terra Mala

Il programma

Sabato 2 aprile (ore 21.15) in programma lo spettacolo d’avvio e proprio nella città cuore della rassegna. Al Teatro Torti andrà in scena Alexo, spettacolo di e con Claudio Morici. Bevagna, quindi, ospiterà il celebre scrittore, autore e attore teatrale.

Venerdì 6 maggio (ore 10.30) all’Auditorium S. Maria Laurentia di Bevagna ci sarà la proiezione del documentario di Stefano Schirato TERRA MALA 2. A seguire FELCOS Umbria presenta un corto metraggio che documenta un intervento territoriale diffuso in corso chiamato Clima-X azione per il clima, con protagonisti i giovani, promotori del cambiamento nelle comunità e nei territori dell’Umbria.

Sabato 7 maggio (ore 21.15) al Teatro Torti di Bevagna in programma TONNO E CARCIOFINI – Una storia di wrestling, spettacolo di Silvio Impegnoso, Ludovico Röhl e Alessandro Sesti che ha ricevuto anche una Menzione speciale al Premio Scenario 2021. Dopo vari tentativi di trovare un senso nel mondo del teatro, i tre intraprendono il cammino verso la vera finzione: il Wrestling. Il wrestling come luce in fondo al tunnel. “Tonno e carciofini” è una storia di amicizia tra due inetti superficiali alla ricerca del successo. Finiranno per trovare nel wrestling il vero senso dell’arte e della vita.

Giovedì 12 maggio (ore 21.30) allo Spazio Zut di Foligno, proiezione del documentario MOLECOLE di Andrea Segre che ha trascritto in pellicola la fragilità della vita nel cuore di una Venezia che lentamente si svuota, meravigliosa e impaurita. Segre, che da anni vive a Roma, è rimasto bloccato dal lockdown a Venezia, la città di suo padre e solo in parte anche sua. Il virus ha congelato e svuotato la città davanti ai suoi occhi, riconsegnandola alla sua natura e alla sua storia, e in qualche modo anche a lui.

Venerdì 20 maggio due appuntamenti con MASSIMO ZAMBONI al Teatro Torti di Bevagna: alle 18 la presentazione del libro “La trionferà” e alle 21.30 il concerto del tour “La mia patria attuale”. Zamboni è un chitarrista, cantautore e scrittore italiano che è stato il principale compositore dei CCCP e dei successivi CSI, musicalmente considerati i padrini prima del punk rock e poi del rock alternativo italiano. La mia patria attuale è il titolo del suo nuovo album, un viaggio proprio nell’umanità. Come un viaggio è il suo nuovo libro, il romanzo storico La Trionferà: storia di un paese del reggiano dove ancora oggi c’è un busto di Lenin.

 

Massimo Zamboni

 

Sabato 4 giugno (ore 16.30) prenderà il via la sezione di Radici di Umanità nelle cantine del territorio. Alla Cantina Sacciadiavoli di Montefalco arriverà FRANCO ARMINIO, per un reading teatrale con degustazione. Arminio ha pubblicato una trentina di libri, si occupa anche di documentari e fotografia ed è molto attivo in Rete, dove un gode di un vasto seguito. Collabora con vari giornali, tra cui il Corriere della Sera, L’espresso e il Fatto quotidiano. Come paesologo e osservatore di luoghi collabora con il Touring club e con National geographic.

Domenica 12 giugno (ore 17) toccherà alla Cantina Moretti Omero di Giano dell’Umbria: ospite BRUNO ARPAIA per la presentazione del libro Il fantasma dei fatti. A seguire ci sarà il concerto degli ESPADA. La band umbra si conforma come contenitore di svariate esperienze musicali, laddove ogni componente opera parallelamente in territori divergenti.

Domenica 26 giugno (ore 18) presso la Cantina Bellafonte di Bevagna in cartellone il reading teatrale con degustazione dal titolo UNA COSA CHE COMINCIA. Parole e storie di Dino Buzzati con Stella Piccioni e Daniele Gaggianesi.

 

Zastava

 

Sabato 2 luglio (ore 22), il Centro storico di Bevagna accoglierà il concerto della street band toscana  ZASTAVA ORKESTAR: musica balkanica made in Maremma.

Domenica 3 luglio (ore 18.30), sempre il Centro storico di Bevagna ospiterà un BLIND TASTING, degustazione di vini alla cieca e percorso sensoriale a cura dell’Ass. culturale Ikaria.

In corso di definizione l’evento in programma a Perugia.

 


Info, contatti e prenotazioni:

foligno@multiverso.net

Tel. 0742 459510; 328 5974657; 329 1813629

www.radicidiumanita.wixsite.com/2022

Social: Coworking Foligno su Facebook e Instagram

Il Teatro Stabile dell’Umbria e il Comune di Gualdo Tadino presentano la nuova Stagione di Prosa, quest’anno in una versione speciale primavera/estate.

“Abbiamo voluto dare un segnale di normalità. I tragici fatti di questi giorni ci ricordano ancora di più quanto sia importante coltivare l’arte e la cultura – le parole di Barbara Bucari, Assessore alla cultura del Comune di Gualdo Tadino –. Una Stagione di Prosa con ben 7 spettacoli in 5 mesi, dalla primavera all’estate, in tutti i palchi della nostra città e che ci porta di nuovo dentro i nostri teatri chiusi da troppo tempo: al Teatro Don Bosco, al Teatro Talia e alla Rocca Flea, location suggestiva ed unica ormai sede di una sua dedicata Stagione estiva. Insieme al Teatro Stabile dell’Umbria, all’Associazione Educare alla Vita Buona e all’UniGualdo, che ringrazio per la straordinaria collaborazione, abbiamo fatto delle scelte per tutti i gusti, anche rivolte a un pubblico giovane che crediamo si stia avvicinando sempre più al Teatro. La Stagione di Prosa è un segno di civiltà per ogni comunità, anche la più piccola e con pochi mezzi e strutture. È un’esperienza importante che cercheremo di portare avanti, a prescindere dalle crisi e dalla lontananza da centri culturali più grandi, a dimostrazione che la cultura non isola”.

Il primo appuntamento della Stagione sarà mercoledì 6 aprile al Teatro Don Bosco con l’attesissimo spettacolo Mi amavi ancora, già in programma nella primavera 2020 e annullato a causa dell’emergenza sanitaria. Gli attori Ettore Bassi e Simona Cavallari, diretti da Stefano Artissunch, sono i protagonisti della raffinata ed eccellente scrittura, ricca di colpi di scena e densa di umorismo, di Florian Zeller – giovane autore vincitore di numerosi premi in Francia –, che coinvolgerà gli spettatori in una ricerca fatta di dubbi e apprensioni, in cui si mescolano realtà, immaginazione, paura, risate e fantasia.

 

Mi amavi ancora, foto Ignacio Maria Coccia

 

Giovedì 28 aprile al Teatro Talia, è la volta di MADONNA, dai racconti della scrittrice contadina Rina Gatti, un monologo di e con Caterina Fiocchetti che si sviluppa in un dialogo con il violoncello di Andrea Rellini. Attraverso un linguaggio schietto, semplice, genuino come la comunità agreste che descrive, lo spettacolo è un affresco dell’Italia tra le due Guerre nel vivo dei mutamenti sociali, economici e costituzionali visti con gli occhi di una bambina che impara ad essere donna.

Venerdì 13 maggio  si torna al Teatro Don Bosco con il monologo emotivo e appassionante del popolare attore Marco Bocci, interprete e coautore de Lo Zingaro. Lo spettacolo racconta la storia esemplare di un pilota di auto sconosciuto il cui destino è però indissolubilmente legato al mito della Formula 1 Ayrton Senna.

Al Teatro Talia, Caroline Baglioni e Michelangelo Bellani portano in scena, giovedì 26 maggio, il loro Mio padre non è ancora nato, un  intenso ed emozionante spettacolo dedicato al tema universale dei legami familiari, in particolare al rapporto inespresso fra padri e figli. Un uomo di sessant’anni che ha avuto un’amnesia temporanea; la voce di una figlia a comporre il dialogo, a prefigurare il ricordo di un vissuto o soltanto l’illusione che un giorno tutto possa accadere davvero. In scena l’attrice Caroline Baglioni, vincitrice della prima edizione della Biennale Autori under 40 nel 2020.

Anche quest’anno il Rotary Club di Gualdo Tadino è sponsor ufficiale della Stagione. La Campagna Abbonamenti inizierà venerdì 1 aprile presso l’Info point.

Per quanto riguarda gli appuntamenti estivi, realizzati in collaborazione con il Polo Museale, si comincia domenica 24 luglio alla Rocca Flea con un artista particolarmente amato dal pubblico umbro: Matthias Martelli, protagonista de Il Mercante di Monologhi, accompagnato dalla musica dal vivo di Matteo Castellan. Uno spettacolo che fonde divertimento, cultura e satira, vincitore di diversi Premi Nazionali (Premio Alberto Sordi, Premio Fnas, Premio Locomix, Premio A L’Avogaria-Venezia). In scena un teatro surreale: una carrellata di personaggi grotteschi, che fra comicità, poesia e follia smuovono risate e provocano i cervelli.

 

Paolo Hendel, Foto Rudy Falomi

 

Ad agosto in scena La storia di Re Lear, uno spettacolo scritto da Melania G. Mazzucco, una delle più apprezzate narratrici italiane contemporanee, affidato alla poliedrica attrice Vanessa Scalera, protagonista della celebre serie televisiva “Imma Tataranni – Sostituto Procuratore”. Una delle storie più raccontate, rappresentate, tradotte e adattate di sempre, qui in una versione contemporanea e originale, con la sonorizzazione e live electronics di Antonello Aprea.

Giovedì 18 agosto Paolo Hendel chiude il Cartellone con La giovinezza è sopravvalutata, una sorta di confessione autoironica sugli anni che passano, con tutto ciò che questo comporta: “ansie, ipocondria, visite dall’urologo, la moda dei ritocchini estetici e le inevitabili riflessioni, sia di ordine filosofico che pratico, sulla dipartita”. Avvalendosi della preziosa complicità del regista Gioele Dix, Hendel si racconta con una sincerità disarmante e attraverso una esilarante carrellata di commenti di “utenti indignati” sul web racconta l’Italia di oggi.

 


Per info: Comune di Gualdo Tadino Ufficio politiche culturali da lunedì a venerdì dalle 9.30 alle 13.30 | T 075 9150264 cultura@tadino.it | www.tadino.it

www.teatrostabile.umbria.it

 

Il 3 aprile 2022, nella splendida cornice della Villa del Colle del Cardinale, a Perugia, per tutti gli amanti della natura e dell’orticoltura arriva A Passo d’Orto, una giornata all’aria aperta per scoprire e scambiare sementi antiche, ricercare erbe spontanee e imparare a seminare e a trapiantare.

 

Villa del Colle del Cardinale

Le attività

A partire dalle ore 10.00, per tutta la giornata si dispiegheranno una serie di attività completamente gratuite, pensate per adulti e per bambini. C’è anche la possibilità di prenotare il pranzo al sacco, anche con opzione vegetariana, da consumare seduti nello splendido parco della Villa. Non mancheranno stand espositivi di prodotti e di artigianato locale.

 

 

  • Alla ricerca delle erbe spontanee

Fissata per le ore 10.30, la ricerca in loco delle erbe spontanee, di cui i nostri prati abbondano nel periodo primaverile, sarà condotta da Luciano Loschi, presidente dell’Accademia Italiana Piante Spontanee. L’Accademia è un’associazione no-profit nata per promuovere la conoscenza delle erbe spontanee e del loro corretto utilizzo; al tempo stesso ha il compito di tutelare la salute umana e la biodiversità degli habitat, sia naturali sia antropici.

  • La Casa dei Semi del Trasimeno

Alle 14.30 verrà invece presentata, da Livia Polegri e da Mauro Gramaccia, la Casa dei Semi del Trasimeno, un sistema atto alla conservazione e al condizionamento delle sementi che ha tra i suoi scopi anche quello di mettere in rete diverse aziende con strutture per la vendita locale. Al termine dell’incontro ci sarà anche la possibilità di scambiare antichi semi umbri.

  • Semina e trapianto

Alle 15.00 seguirà il workshop di semina e trapianti tenuto dall’agronomo Luca Crotti, volto ormai noto per i follower del canale YouTube de La Spesa nell’Orto.

  • Indovina chi li mangia? A ciascun animale il suo frutto

L’attività delle 16.00 sarà infine dedicata ai più piccoli: Hyla Group, azienda impegnata nella formazione e nella consulenza in ambito naturalistico-ambientale, insegnerà ai bambini come riconoscere gli alimenti più adatti agli animali.

La Spesa nell’Orto

La Spesa nell’Orto nasce nel 2018 come canale YouTube volto alla promozione e diffusione di uno stile di vita che preveda il ritorno a un’agricoltura familiare, sana, sostenibile e sicura.
Il progetto, a cui si è aggiunta l’omonima rivista online, accoglie la crescente necessità di ripristinare il contatto con il territorio e con l’ambiente naturale, con un occhio di riguardo verso la biodiversità e l’impatto ambientale.

 


La prenotazione, obbligatoria, è effettuabile al seguente link: https://www.laspesanellorto.it/a-passo-d-orto-perugia/.

Prima coreografa a ricevere un Leone d’Oro alla carriera, la sua poetica ha dato un contributo ingente alla danza contemporanea italiana.

Ballerina, artista, figura cardine della danza, icona mondiale, Maestra e prima coreografa a ricevere un Leone d’Oro alla carriera; la sua poetica ha dato un contributo ingente alla danza contemporanea, influenzandone l’evoluzione fino ai giorni nostri. Carolyn Carlson, danzatrice e coreografa statunitense, arriva in Italia, a Perugia, nell’ambito del progetto C.R.E.A. (Choreography, Research, Empowerment, Audiences) di Dance Gallery, l’associazione perugina che dal 1994 si occupa di arti performative, danza e linguaggi del corpo. Un doppio appuntamento che la vedrà protagonista nel capoluogo umbro (dopo il workshop del progetto C.R.E.A. che ha tenuto alla Dance Gallery) venerdì 25 marzo, con ben due eventi presso il MANU (Museo Archeologico Nazionale dell’Umbria).

 

Foto by Frédéric Iovino

 

Carolyn Carlson vanta un’influenza e un successo considerevoli nella nascita della danza contemporanea in Francia e in Italia con il GRTOP all’Opéra di Parigi e al Teatrodanza de La Fenice di Venezia. Ha creato più di 100 coreografie, di cui molte fanno parte delle pagine più importanti della storia della danza, da Density 21,5 a Blue Lady e Steppe, da Maa a Signes, daWritings on water a Inanna. Nel 2006 la sua carriera è stata coronata da un Leone d’Oro, non era mai accaduto prima che alla Biennale di Venezia una coreografa ne fosse insignita. Figura cardine per intere generazioni di danzatori e coreografi di tutto il mondo, italiani compresi, grandiosa maestra di cui moltissime figure di spicco, dai direttori artistici delle più importanti realtà europee ai più grandi danzatori contemporanei, riconoscono l’immediatezza e la semplicità con la quale entra in connessione con le persone, riuscendo a farsi seguire nel proprio universo e lasciando ogni volta un segno importante.

 

Dance Gallery “Carlson Workshop”

 

Venendo al programma. Il 25 marzo al MANU è previsto uno speciale doppio appuntamento. Alle ore 17 sarà presentato, Mandala, una coreografia del 2010 di Carolyn Carlson interpretata da Sara Orselli, con un adattamento site specific pensato proprio per gli spazi del Museo Archeologico. Dopo Mandala, a seguire, si terrà la restituzione del lavoro di creazione con i danzatori di C.R.E.A. Showcase n. 6 / Carolyn Carlson. Il doppio appuntamento del 25 marzo, promosso da Dance Gallery, è organizzato in collaborazione con il M.AN.U. e la Direzione regionale Musei Umbria.

A interpretare Mandala sarà Sara Orselli, perugina doc, che, dopo la formazione al Dance Gallery, tra il 1999 e il 2002 si forma all’Accademia Isola danza della Biennale di Venezia diretta in quegli anni dalla stessa Carlson. Sua interprete dai quei tempi, è oggi assistente alle coreografie e nei progetti di formazione in tutto il mondo, oltre a essere referente del repertorio Carlson che insegna in Teatri dell’Opera, compagnie e conservatori in Francia e in Europa.

 


Prenotazione obbligatoria, per info e biglietti: info@dancegallery.it

«L’ispirazione mi viene da dentro, non c’è un momento preciso. Ora l’obiettivo è lanciare il marchio MR». 

Monia Romanelli

Monia Romanelli è un’artista che si esprime attraverso la tela, ma anche attraverso abiti e accessori. Un’arte astratta e contemporanea che vive di colore ed estro: «Ho iniziato a 19 anni, ma la pittura è nel mio DNA da sempre. Ora voglio affermarmi con il marchio MR e magari portare i miei lavori a New York».    

 

Chi è Monia Romanelli?

Sono una pittrice, un’artista. Ho realizzato diverse opere, poi nel 2015, partendo dai miei quadri, ho pensato di unire arte e moda creando dei foulard in seta stampati con i miei disegni. Ho fuso, in questo modo, due settori che amo.  

 

L’arte è una passione che hai fin da bambina?

Ho iniziato a 19 anni, circa. Ma l’arte c’è nel DNA della mia famiglia, perché mio zio, mia zia e mia cugina, sono artisti e sto coinvolgendo anche le mie figlie.

Come definiresti i tuoi lavori?

Faccio molta ricerca in chiave contemporanea. Una mia produzione sono I mosaici dell’anima, una finestra dove guardare i sogni e le ambizioni con una geometria molto pensata e tridimensionale. Ogni tessera della tela è una finestra sul mondo e nell’insieme è proprio il mondo con la sua complessità che vuole essere rappresentato. Ogni tessera è diversa dall’altra, ha un suo cuore, una sua luce pura e uno suo stile.

 

I mosaici dell’anima

Moda o arte: qual è il settore che preferisci? 

A me piace creare, quindi amo sia l’arte sia la moda. In questo momento sto puntando a lanciare il marchio MR, anche se ovviamente non tralascio l’arte, perché è proprio dalle mie creazioni che nascono le stampe per i capi. Con molta fatica e impegno cerco di coniugare i due settori.

Come avviene la realizzazione?

La stoffa e la pelle – per foulard e borse – le faccio stampare dopo aver scelto tra le mie opere; ora sto creando anche una linea di magliette dipinte a mano, come dipinti a mano sono gli orecchini. Parto sempre da un mio quadro per creare il prodotto.   

C’è un momento preciso in cui arriva la tua ispirazione?

Vado molto a periodi. Come ogni artista ci sono momenti che non creo e altri più intensi che magari in tre mesi faccio anche 50 opere. Realizzando opere astratte l’ispirazione viene da dentro di me, devo sentire l’opera interiormente, quindi non c’è un momento preciso.

C’è un’opera a cui sei particolarmente legata?

Sì, ce n’è una in particolare che sento molto vicina: è un mosaico dell’anima con uno sfondo nero.

Hai di recente aperto una boutique in centro a Perugia…

Esatto, ho rilevato da circa un mese una boutique che era un’attività già avviata in cui ho inserito il mio brand MR – vendendo foulard, camicie, borse e altro – ma ho anche mantenuto le altre marche già presenti in negozio. Mi sto impegnando al massimo in questo nuovo progetto.

Se l’Umbria fosse un’opera d’arte, come la rappresenteresti?

La rappresenterei con mosaico che ha poche aperture ed esprime molta chiusura. Amo l’Umbria perché ci sono nata e ci vivo, ma è una regione molto chiusa, in netta contrapposizione con la mia arte che è aperta e all’avanguardia. Quindi realizzerei un mosaico abbastanza chiuso.

 

I mosaici dell’anima

Il tuo sogno?

Come prima cosa sviluppare il marchio MR, creando anche una serie di abiti. Se devo sognare in grande, vorrei portare a New York la mia arte e poi andarci a vivere.

Quali sono le tue riflessioni sul mercato dell’arte oggi in Italia?

È un mercato molto difficile. Un artista deve farsi valere e far valere le proprie idee e le proprie opere. Questo, in Italia e nel mondo in generale, è molto complicato. Però, chi fa arte, la fa a prescindere dal mercato o dai vantaggi che ne può ricavare; la fa per un’esigenza personale interiore, per un desiderio innato.

 


Per saperne di più

In programma da oggi fino al 25 marzo all’Università per Stranieri di Perugia.

Diciassette Università dell’Oriente in gara (provenienti da Giappone, India, Filippine, Sri Lanka, Iran, Marocco, Grecia, Tunisia e Israele), ognuna presente con un cortometraggio, realizzato dai rispettivi studenti in Arti Visive e Cinema, che sarà valutato da una giuria di esperti internazionali. E’ quanto prevede la prima edizione del Primavera D’Oriente Cinema Award, festival di cortometraggi in programma a palazzo Gallenga a Perugia da oggi fino al 25 marzo 2022 e organizzato da Salentino Group, promotore della cultura e specializzato nella produzione di eventi internazionali. I tre corti vincitori riceveranno una borsa di studio per la frequenza di corsi di lingua e cultura italiana presso l’Università per Stranieri di Perugia. Previsti anche altri riconoscimenti (miglior regista, miglior fotografia e favorito del pubblico) ai selezionati come Official Selection sarà rilasciato un attestato di partecipazione (Corona di alloro) del festival.

La manifestazione – che ha come obiettivo lo scambio culturale tra Asia e l’Italia, con la città di Perugia e la Regione Umbria come centri di riferimento – è stata illustrata lunedì 21 marzo alle ore 9 presso l’aula Magna di palazzo Gallenga a Perugia alla presenza di: Valerio De Cesaris, Magnifico Rettore dell’Università per Stranieri di Perugia, Francesco Maria Diaz, direttore del Festival, Antonio Catolfi, presidente del corso di Laurea magistrale in Comunicazione pubblicitaria, Storytelling e Cultura d’immagine presso la Stranieri, Federico Giordano, insegnate presso lo stesso corso universitario, Takeshi Tajo, docente di lingua e cultura giapponese Università per Stranieri di Perugia, Daniele Corvi, direttore artistico Love Film Festival di Perugia e membro del Cda Umbria Film Commission, Maria Rosi, membro del Cda Umbria Film Commission, e Francesca Vittoria Renda, consigliera del Comune di Perugia con delega alle produzioni cinematografiche. Ha moderato Michela Angeletti.

“Sono molto soddisfatto che tutte queste università hanno risposto al nostro invito dando vita ad un festival multiculturale e multilinguistico di un certo spessore”, ha commentato Francesco Maria Diaz aprendo la conferenza stampa durante la quale erano collegate via streaming i 17 atenei coinvolti. “Ringrazio Umbria Film Commission e Salentino Group – ha ribadito il rettore Valerio De Cesaris – per il lavoro che è stato fatto. L’Università per Stranieri di Perugia è particolarmente lieta di cooperare a questo progetto. Come forse saprete l’Università è un ateneo specialistico con la missione istituzionale di insegnare la lingua e la cultura italiana a stranieri, ed il cinema ha un ruolo molto importante nel connotare l’italiano way of life e nel raccontare la dimensione Italia. Questa iniziativa è certamente proficua per l’interazione accademica che propizierà. Intanto buona fortuna a tutti gli studenti degli atenei coinvolti. Sin d’ora vi dico che vi aspettiamo nel nostro ateneo per darvi l’opportunità di scoprire la lingua e la cultura italiana”.

 

I relatori

 

Durante la conferenza stampa è stato presentato anche il progetto Una goccia di mare: un documentario dove l’artista Andres Mariani realizza un viaggio per incontrare la Fondazione Paolo Rossi, con la regia di Juan Diego Puerta Lopez. Nel suo viaggio troverà paesaggio, esperienze e storie che saranno la sua ispirazione per contribuire a modo suo con una goccia di mare all’infinito bisogno umano.

Il Primavera D’Oriente Cinema Award prevede la proiezione dei corti in gara e altre iniziative collaterali che si terranno presso l’aula XII di palazzo Gallenga dell’Università per Stranieri di Perugia, ateneo che ha dato il patrocinio al Festival insieme al Comune di Perugia e l’Umbria Film Commission. La manifestazione si svolgerà prevalentemente online, i cortometraggi, oltre che negli orari previsti dal Festival, saranno visibili nel sito della manifestazione dove sarà possibile votare la produzione preferita.

La giuria del Festival sarà composta da: Antonio Catolfi, presidente del corso di Laurea magistrale in Comunicazione pubblicitaria, Storytelling e Cultura d’immagine presso la Stranieri, Daniele Corvi, direttore artistico Love Film Festival di Perugia e Membro del Cda Umbria Film Commission, Maria Rosi, membro del Cda Umbria Film Commission, Federico Giordano, ricercatore Università per Stranieri di Perugia, Lucho Velasco, attore e regista colombiano, e Juan Diego Puerta Lopez, regista invitato.

 


Per il programma completo

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