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In occasione della Giornata della Memoria raccontiamo storie e testimonianze di chi ha vissuto sulla propria pelle le leggi razziali e le deportazioni. Voci che ancora oggi vanno ascoltate, proprio per non dimenticare.

Al di fuori delle commemorazioni ufficiali, siamo convinti che i fatti avvenuti dovrebbero essere rievocati tutti i giorni, in modo che ciรฒ che รจ stato non accada piรน, neanche sotto altre e nuove forme che, con delirio nostalgico, possano riproporre o suggerire comportamenti contro il rispetto dellโ€™essere umano e della vita stessa.
Cโ€™รจ ancora qualcuno che non si distacca o non prende le distanze da quello che รจ successo. Questo qualcuno dovrebbe fare i conti almeno con la propria coscienza, aiutandosi nella comprensione della gravitร  dei fatti, immaginando se fosse successo a lui/lei. In qualche occasione, taluni hanno giustificato certi atti terribili, ipotizzando spavaldamente una personale e vergognosa sentenza: Avranno fatto qualcosa di male se sono stati trattati in questo modo! Inoltre รจ inammissibile e imbarazzante chi guarda altrove o rimane in silenzio o fa finta di non sapere o di non capire.
Ciascuna persona di buon animo, di profondo senso civico e civile e orientata pacificamente verso gli altri, in questa vicenda si prenda allora la responsabilitร  di conservare ma soprattutto trasferire, in modo empatico e coinvolgente, la memoria della tragedia a chi รจ malinformato o negazionista o ignaro o marginalmente coinvolto.

Auschwitz-Birkenau

Le storie dei sopravvissuti

In questโ€™ottica abbiamo ascoltato alcune delle ultime dirette testimonianze di chi ha vissuto direttamente la terribile esperienza, o l’ha ascoltata senza intermediari, proprio per aiutarci a dare quel simbolico pugno allo stomaco. L’auspicio รจ quello di un mondo migliore, dove si insegni a rispettare qualsiasi diversitร  e a formare credenze e convinzioni resistenti e protette da vergognose ignominie, cosรฌ che rimagano salde, ferme e respingenti di fronte a forme di bullismo, impertinenza, arroganza, razzismo, insolenza, crudeltร , malvagitร , strafottenza, violenza, spacconeria, tutte forme perverse genitrici dei pensieri e comportamenti che hanno portato alle barbarie vissute.

 

Emanuele Di Porto

Per questi motivi abbiamo raccolto la preziosa testimonianza di chi cโ€™era e vissuto quei momenti drammatici: Emanuele Di Porto, 90 anni e dodicenne allโ€™epoca dei fatti, sopravvissuto al rastrellamento nazista avvenuto il 16 ottobre 1943 nel Ghetto Ebraico di Roma, da cui furono deportate 1022 persone verso il campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau. Alla fine della guerra, da questo campo, torneranno solo 16 persone (15 uomini e 1 donna)! Emanuele Di Porto ci racconta la sua esperienza di allora, quando fu prelevato dai nazisti e messo sui camion da trasporto, ma riuscรฌ rocambolescamente – con lโ€™aiuto della madre, poi uccisa allโ€™arrivo a Birkenau – a sottrarsi alla deportazione, e poi fu protetto e celato da alcuni tranvieri romani.
Anche Attilio Lattes ha raccontato la sua storia di infante ebreo e della sua famiglia, occorsa al tempo del rastrellamento nazista a Roma del 16 ottobre โ€˜43, in parte ricordata direttamente e in parte prelevata dai ricordi delle narrazioni di suo padre.
Insieme a loro, ci ha portato il suo sapiente contributo il prof. Amedeo Osti Guerrazzi, storico del periodo e ricercatore presso la Fondazione Museo della Shoah di Roma.
Un ringraziamento per la disponibilitร  ai tre intervistati, a David Di Consiglio della Fondazione che ha organizzato accuratamente lโ€™incontro, ad Alberto Forti, amico fraterno, e ad Anna Marcheria che hanno favorito tutto ciรฒ.
Nellโ€™occasione ci piace ricordare una frase di uno dei sopravvissuti ai campi nazisti, Sami Modiano, deportato ad Auschwitz-Birkenau, ricordando quando fu espulso dalla sua scuola perchรฉ ebreo a causa delle leggi razziali del โ€˜38: ยซQuel giorno ho perso la mia innocenza. Quella mattina mi ero svegliato come un bambino, la notte mi addormentai come un ebreoยป.
Le interviste realizzate con Emanuele Di Porto, Attilio Lattes e il prof. Amedeo Osti Guerrazzi, sono avvenute allโ€™interno della Fondazione Museo della Shoah di Roma. A breve saranno disponibili anche le videointerviste.

 

Emanuele Di Porto intervistato dall’autore.

 

Altresรฌ รจ stata raccolta la testimonianza, avvenuta a Canale di Orvieto in provincia di Terni, con Mirella Stanzione, 94 anni e 17 allโ€™epoca dei fatti, arrestata il 2 luglio โ€™44 a La Spezia dai tedeschi per motivi politici legati al fratello partigiano. Fu deportata insieme a sua madre nel lager nazista per sole donne di Ravensbrรผck. Durante il racconto, la signora Mirella ha narrato la sua drammatica testimonianza e a volte, quando non era in grado di raccontare, la figlia Ambra Laurenzi รจ intervenuta per sostenerla, riportando fedelmente quanto ascoltato negli anni. A breve saranno disponibili anche le videointerviste.

 

 

Mirella Stanzione e Ambra Laurenzi intervistate dall’autore.

Un gentile ringraziamento alle due intervistate e alla sig.ra Maria Pizzoni, Presidente dellโ€™ANED Umbria, che ha favorito lโ€™incontro per lโ€™intervista. Non si puรฒ non rinnovare la sottolineatura dell’atto di coraggio di Don Ottavio Posta, il parroco di Isola Maggiore nel Trasimeno che, insieme a 15 pescatori, liberรฒ 22 confinati ebrei detenuti presso il Castello Guglielmi, salvandoli dallโ€™imminente deportazione nei lager nazisti e da una morte certa.

Agostino Piazzesi

Lโ€™accaduto รจ raccontato da uno dei protagonisti dellโ€™atto eroico, il pescatore Agostino Piazzesi, scomparso qualche anno fa, in unโ€™intervista riportata da Giacomo Del Buono, nonchรฉ dal dott. Gianfranco Cialini, lo storico che ha argomentato in modo circonstanziato il fatto, a seguito dei suoi lunghi studi sulla vicenda. Gli ebrei confinati, tratti in salvo dallโ€™iniziativa concepita da Don Ottavio Posta insieme ai pescatori isolani ha portato, dietro istanza composta dal dott. Gianfranco Cialini, al riconoscimento del sacerdote lacustre come Giusto tra le Nazioni dallo Stato di Israele.
Ascoltare, dire, raccontare, dibattere, pacare e far riflettere sono gli strumenti civili piรน consoni a tener viva la coscienza sui fatti che hanno distrutto vite, ideali e i sogni di tutti quei bambini che poi si sono risvegliati dentro un incubo.

 


Leggi la prima parte

La Route 27 di John Murray III non รจ quell’autostrada nord-sud degli Stati Uniti che collega il capolinea meridionale Miami, in Florida, con il capolinea nord Fort Wayne, nell’Indiana. รˆ tutto un altro percorso. Guardiamo di cosa si tratta, tornando un po’ indietro nel tempo.

Chi erano i Murray?ย  Una grande dinastia di editori!

Nel 1768 John Mc Murray arrivรฒ a Londra dalla desolata landa di Scozia in cerca di fortuna. Rinunciรฒ presto al prefisso Mc e mise su, con non poche difficoltร , un’attivitร  di vendita di libri. Iniziรฒ cosรฌ semplicemente e forse anche per caso la sua vita di letterato vendendo e successivamente pubblicando libri. L’attivitร  cominciรฒ ben presto a ingranare quando fu colpito da un grave lutto familiare; sua moglie morรฌ. Non si perse d’animo e si risposรฒ presto con la sorella di sua moglie che gli dette un figlio, anche lui di nome John. Alla morte di Murray I, avvenuta nel 1793, l’azienda fu affidata e gestita da amministratori fiduciari per circa 10 anni, quando il figlio John Murray II divenne l’unico responsabile. Mentre suo padre era conosciuto per esagerare con l’alcol, fare baldoria e per essere un bon viveur, John Murray II si rivelรฒ un uomo d’affari tutto d’un pezzo e lontano dal perdere tempo in frivole faccende. Divenne ben presto l’editore di Lord Byron e di Sir Walter Scott.
Alla morte di John Murray II, l’attivitร  fu rilevata dal figlio, anche lui di nome John, che dunque sarร  John Murray III. Uno dei piรน grandi successi di John Murray III fu la pubblicazione del libro L’origine delle specie e delle varietร  attraverso la selezione naturale di Charles Darwin. La dinastia รจ continuata con i vari John Murray fino ad arrivare a John Murray VII, negli anni ’90 del 1900. Nel 2002 il tutto รจ stato venduto al gruppo Hodder Headline Ltd. Finalmente i membri della famiglia Murray sono liberi di scegliere il nome del prossimo bebรฉ. Di John ce ne sono stati fin troppi!

John Murray III

Cenni biografici di John Murray III

John Murray III nacque il 16 aprile del 1808. Studiรฒ alla Charterhouse School a Godalming, circa 60 km a sud-ovest di Londra, e si laureรฒ all’Universitร  di Edimburgo nel 1827.
Pubblicรฒ traduzioni in inglese di Goethe e piรน tardi nella sua carriera tutte le opere di Charles Darwin e di Hermann Melville come il romanzo Moby Dick, considerato uno dei capolavori della letteratura americana. Nel 1847 sposรฒ Marion, figlia del famoso banchiere Alexander Smith. Morรฌ all’etร  di 84 anni il 2 aprile del 1892 e fu sepolto nella chiesa parrocchiale di Wimbledon. Lasciรฒ quattro figli, due maschi e due femmine.

Murray’s Handbook for Travelers

John Murray III รจ rimasto famoso anche per la pubblicazione dei suoi Handbooks for Travelers. Altro non erano che guide di viaggio pubblicate a partire dal 1836. La serie comprendeva destinazioni turistiche in Europa e in parti dell’Asia e dell’Africa settentrionale. La sua prima guida di viaggio fu un Manuale per i viaggiatori in Olanda, Belgio e Reno. Nel 1900 la sua azienda aveva prodotto piรน di 400 guide turistiche. Possiamo senza ombra di dubbio affermare che le guide turistiche di Murray III del diciannovesimo secolo sono forse le piรน dotte e sapienti nel loro genere.

La Route 27

A Handbook for Travelers in Central Italy, di Octavian Blewitt, fu pubblicato a Londra in Albemarle Street da John Murray III nel 1850.
Nella parte introduttiva di questo volume viene specificato che la versione inglese รจ reperibile, oltre che in altre cittร , anche presso la tipografia Vincenzo Bartelli di Perugia.
Nella prefazione viene sottolineato come gli Stati dell’Italia Centrale e Meridionale sono forse di piรน grande interesse che di altri parti d’Europa. Viene inoltre specificato che l’opera รจ frutto di due viaggi per desiderio di dare giustizia al Paese e al popolo studiando le loro caratteristiche direttamente sul posto e acquisendo una personale conoscenza dei distretti piรน remoti ma altrettanto ricchi di storia e d’arte.
A un certo punto di questa guida di viaggio viene descritta la Route 27: Florence to Rome by Arezzo e Perugia.

Inizio la mia lettura da Foligno che cosรฌ subito viene descritta: ยซBefore arriving at Foligno, the Topino, upon which it is built, is crossedยป. Vengono subito indicate delle locande (Inns) dove mangiare e pernottare: Tre Mori, Grande Albergo e La Posta.
Foligno รจ descritta come ยซuna attiva e industriosa cittร  vescovile di 8.000 abitanti, gode di un’alta reputazione in tutti gli Stati limitrofi per il suo bestiame. La Chiesa di San Niccolรฒ preserva un bellissimo altare di Niccolรฒ Alunno, nativo di questa cittร . Il Corso, chiamato Canopia, permette al cittadino una piacevole passeggiata lungo l’antica cinta murariaยป.
ยซA poche miglia a ovest di Foligno, al bivio del Topino con il Timia, c’รฉ Bevagna che conserva ancora le tracce del suo antico nome Mevania. Celebrata dai poeti latini per la ricchezza dei suoi pascoli e ancora famosa per la pregiata razza di bovini bianchi. Strabone (geografo e storico greco) cita Mevania come una delle cittร  piรน considerevoli dell’Umbria. Plinio (storico) afferma inoltre che se le sue mura fossero di mattoni non potrebbero essere capaci di tanta resistenzaยป. Questa cittร  รจ inoltre memorabile come luogo di nascita di Properzio (poeta romano). ยซSulla collina sopra Bevagna, distante 6 miglia, c’รจ il piccolo paese di Montefalco notevole per due dipinti di Benozzo Gozzoli, nelle chiese di San Fortunato e di San Francescoยป.
La descrizione dei luoghi continua con: ยซOn leaving Foligno for Rome, imbocchiamo la via Flaminia e superato sant’Eraclio si valica il confine che separa le delegazioni di Perugia con quelle di Spoleto. La strada entra presto nella bella valle del Clitunnoยป. Il percorso continua poi fino a raggiungere Roma.

Conclusioni

Oggi siamo abituati a fare le nostre escursioni spesso utilizzando Google Maps e tutto quello che ci viene offerto da internet: luoghi d’interesse, orari dei musei, dove mangiare e dormire con tanto di recensioni e poi ancora le 10 cose da vedere in un giorno, sagre gastronomiche e feste popolari. Sempre attaccati al nostro smartphone come se fosse un’estensione del nostro corpo. Un’idea interessante potrebbe essere quella di procurarsi l’Handbook for Travelers in Central Italy e seguire il percorso e i suggerimenti che ci vengono offerti. Una nuova esperienza di viaggio che di sicuro ci stimolerร  la voglia di conoscere, la curiositร  e il senso di avventura.

Non cโ€™รจ nulla di scontato, soprattutto per chi in un solo giorno ha visto la propria vita drammaticamente cambiata per volere altrui. La crudeltร  e la violenza sono le protagoniste di queste righe, che sono riportate nei racconti di chi le ha tragicamente trascorse, insieme a dei valorosi atti di coraggio. Le testimonianze sono state raccolte direttamente dalle loro voci o da chi ha vissuto con loro o da chi ne ha competenza. Questa รจ la prima parte di una raccolta di racconti, che si concluderร  il 27 gennaio โ€œGiorno della Memoriaโ€.

La vita, nelle sue declinazioni e per sua conformazione, varia e dipende da situazioni che ci si trova improvvisamente ad affrontare. I piccoli gesti quotidiani, la ritualitร , lโ€™abitudine e le liturgie ci accompagnano e danno i tempi ai nostri comportamenti. Cosรฌ come le generalizzazioni spingono verso giudizi comuni e vengono utilizzate per classificare, catalogare, etichettare individui includendoli superficialmente in una categoria di persone, senza che si conoscano realmente le loro specificitร  e identitร .
Si fa presto a giudicare e a collocare le persone in ruoli e categorie di presunta appartenenza. Infatti la nostra vita ci potrebbe riservare delle sorpreseโ€ฆ potrebbe cambiare da un momento allโ€™altro, in modo perlopiรน inaspettato e imprevedibile e talvolta non agognato. Come a chi, ed รจ accaduto drammaticamente qualche decennio fa, รจ andato a letto come bambino e si รจ svegliato deportato.
Storie successe e ripetute in un periodo storico che รจ lontano nei ricordi e nel tempo, ma pregno di insegnamenti e riflessioni di cui molti giovani dei tempi moderni non sono consapevoli, se non per sommi capi fatti di ยซmi pareยป, ยซmi sembraยป, ยซho lettoยปโ€ฆ Queste sono alcune delle risposte ricevute da qualche giovane interpellato in merito ma, a dire il vero, ci sono state anche le dovute eccezioni. Dalle risposte dei ragazzi, immediatamente, si รจ avuta la sensazione di una superficiale consapevolezza e di una parziale conoscenza di quello che effettivamente รจ successo nel secolo scorso. Nelle generalizzazioni, senza utilizzare un linguaggio di precisione, le informazioni e le sensazioni appaiono smorzate o depotenziate del loro valore, slegate dal reale accadimento – basato sui fatti e non sulle opinioni.
Una persona si sente coinvolta quando prova e nutre dentro di sรฉ lโ€™argomento, facendolo proprio, anche se questo processo potrebbe essere mitigato dal mutare dei tempi e del coinvolgimento personale nel racconto. Questo รจ il punto: se le coscienze devono fremere e ribellarsi di fronte alle atrocitร  perpetrate da chi ha avuto un forte disprezzo della vita e delle opinioni altrui, allora bisogna andare diritti e decisi al punto, senza mediazioni, e superare la paura di offendere o di impressionare troppo impetuosamente le coscienze.

 

Cippo degli ebrei salvati sull’Isola Maggiore

 

Bisogna dare un messaggio forte, diretto, come se fosse un simbolico pugno allo stomaco delle persone, in particolare dei giovani; un messaggio che sia denso di emozioni, sensazioni, paure e disprezzo per ciรฒ che si vuol dire e trasmettere, senza filtri di sorta.
Perchรฉ queste drammatiche vicende storiche sono nate senza filtri e gentilezze, come quando quel bambino la sera si addormenta tra le braccia di Morfeo e al mattino si risveglia in un mondo che gli dร  un diabolico buongiorno. Un infinito e irreverentemente drammatico pugno allo stomaco, senza capire il perchรฉ lโ€™abbia ricevuto.
Per esempio, con lโ€™avvento delle leggi razziali italiane monarchico-fasciste nel 1938, i bambini e i giovani ebrei italiani furono esclusi dalle scuole e universitร ; per non parlare del lavoro legato allโ€™apparato statale, precluso alle persone ebree, cosรฌ come tanti altri provvedimenti durissimi che negarono ai cittadini italiani di credo ebraico sia i diritti politici sia quelli civili. O ancora, si pensi alle due donne innocenti che avevano la sola colpaย di avere un parente partigiano, che sono state arrestate e portate in un campo di concentramento nazista, vivendo tra sofferenze e crudeltร  quotidiane.

I pescatori del Trasimeno

Due donne dallโ€™animo umiliato e ferito, con la voglia di dimenticare la terribile esperienza vissuta.

Don Ottavio Posta

Cosรฌ come bisogna mettere in risalto il coraggio e lโ€™umanitร  di un sacerdote e di alcuni pescatori del lago Trasimeno che, a rischio della loro vita, misero in salvo, con unโ€™iniziativa temeraria, ventidue prigionieri ebrei confinati sullโ€™Isola Maggiore, che stavano per essere trasportati nei campi di concentramento nazisti. Il parroco isolano, Don Ottavio Posta, coadiuvato da 15 pescatori del luogo, riuscรฌ a far evadere gli ebrei detenuti nel Castello Guglielmi.
Nelle notti del 19 e 20 giugno 1944, con cinque barche condotte da valorosi ed esperti pescatori e dopo una traversata di qualche ora, i prigionieri ebrei furono messi in salvo. Infatti sbarcarono presso la localitร  di Santโ€™Arcangelo di Magione, dove erano da poco arrivati i militari inglesi e lรฌ furono consegnati alle Forze Alleate, che avevano liberato quella parte di territorio lacustre dai soldati tedeschi. Qualche sera prima, un gruppo di partigiani della Brigata Risorgimento che operava nel territorio di Castiglione del Lago, durante unโ€™incursione al Castello Guglielmi di Isola per prendere le armi al drappello di guardia, liberarono quelli disponibili a seguirli. A loro si unรฌ una famiglia di religione ebraica, internata nel Castello.
Allora senza mezzi termini, proprio per consapevolizzare maggiormente i giovani dโ€™oggi della loro identitร , andiamo a dare questo pugno simbolico agli stomaci: per ricordare, per far riflettere, per magnificare il rispetto verso il cambiamento.
La premessa รจ doverosa proprio perchรฉ la testimonianza diretta di chi ha vissuto quel periodo si รจ voluta raccogliere in tutta la sua inclemente crudezza, affinchรฉ possa dare uno scossone alle coscienze.

ยซCon la mia battaglia ho fatto cambiare la legge per lโ€™esame di Stato d’avvocato. Chi soffre di DSA partiva svantaggiato e venivano violati i principi di uguaglianza della Costituzioneยป.

L’avvocato Antonio Caterino

Antonio Caterino, avvocato trentaseienne di Perugia che ora vive e lavora a Milano, รจ un piccolo grande eroe. Si รจ battuto per anni per rendere lโ€™esame di Stato per iscriversi allโ€™albo degli avvocati accessibile anche alle persone con DSA (Disturbi Specifici dell’Apprendimento), introducendo la possibilitร  di richiedere tempo aggiuntivo e strumenti compensativi. Antonio ce lโ€™ha fatta, sia per lui sia per tutti. ยซSono molto orgoglioso. Iniziative di questo tipo contribuiscono a sovvertire il significato negativo connesso ai disturbi specifici di apprendimento, infondono coraggio e questo consente di vivere meglio, perchรฉ capisci che non cโ€™รจ nulla di cui vergognarsiยป. Nella nostra lunga chiacchierata โ€“ da vero avvocato โ€“ ci ha raccontato e spiegato tutta la sua storia, iniziata nel 2012.

Ora vivi a Milano, ma qual รจ il tuo legame con lโ€™Umbria?ย 

Ho un forte legame con questa regione. Sono nato, ho studiato e mi sono formato a Perugia. Per un periodo della mia vita โ€“ quando facevo lโ€™universitร  โ€“ sono stato un giornalista sportivo e ho fatto politica. Mi informo sempre su quello che accade e sto cercando anche di creare un ponte tra lโ€™Universitร  di Perugia e Milano per accogliere e aiutare chi volesse trasferirsi qui – in particolar modo i laureati in Giurisprudenza.

Partiamo dalla tua scoperta di essere dislessico. Quando รจ avvenuta?ย 

Il disturbo specifico di apprendimento mi รจ stato diagnosticato molto tardi – avevo piรน o meno 25 anni – per la precisione due giorni prima di discutere la mia tesi di laurea in Giurisprudenza. La prima ad accorgersene รจ stata la sorella medico di una collega di universitร  con la quale studiavo. Poi cโ€™รจ stata la diagnosi ufficiale. Ho fatto tutto il mio percorso scolastico sapendo di essere diverso rispetto agli altri, ma non conoscendo i motivi del perchรฉ ero piรน lento nellโ€™apprendimento, il mio studio richiedeva tempi piรน lunghi. Questo mi ha consentito perรฒ di sviluppare una capacitร  che tutti i dislessici hanno, ovvero quella di trovare sempre dei modi, anche non convenzionali, per raggiungere lโ€™obiettivo.

Quali metodi di studio hai adottato?

Ho chiesto ai migliori studenti del mio corso di laurea se potevano diventare i miei docenti personali, ripetendomi gli esami a voce: questo in primis ti insegna a lavorare con le persone e in particolar modo a sospendere il giudizio sugli altri. I dislessici hanno la capacitร  di non lasciarsi andare a sentenze affrettate, diventando dei grandi osservatori. La realtร  รจ complessa, e dato che noi siamo sempre giudicati negativamente a causa di un pregiudizio, scegliamo di non giudicare e di osservare. Questo ci mette in una condizione di vantaggio perchรฉ diventiamo degli analisti lucidi anche nelle situazioni di difficoltร .

Come viene vissuta oggi la dislessia nel mondo del lavoro?

La dislessia รจ ancora vissuta in modo negativo, a cominciare dai genitori dei bambini che ne soffrono. รˆ un tema che, nella maggior parte dei casi, viene riservato alla sfera privata; รจ molto difficile che uno studente ne parli con un coetaneo. Il mercato del lavoro sta facendo passi da gigante per recuperare, visto che spesso era una condizione che veniva nascosta nei colloqui. Nel 2011/2012, quando io ho iniziato a lavorare, le aziende โ€“ e gli studi legali – non sapevano davvero da dove cominciare. Ti faccio un esempio: le grandi multinazionali – che sono la prima tappa di molti neo laureati – non avevano nei propri moduli di preselezione la possibilitร  di indicare se il candidato fosse dislessico o meno.

Tu non lo hai nascosto, lโ€™hai scritto nel curriculumโ€ฆย 

Eh sรฌ. Io lโ€™ho indicato. Lโ€™ho fatto perchรฉ avevo subito discriminazioni nel mondo del lavoro, quindi ho deciso che, se nessuno prima di me non lo aveva mai fatto presente, io potevo essere il primo. In molti vedevano questa scelta come una scelta coraggiosa, invece per me รจ stata una cosa naturale – dopotutto senza la DSA non sarei la persona che sono diventato. Oggi lavoro in unโ€™importante studio di Milano, il LCA studio legale, lโ€™unico che mi ha concesso unโ€™opportunitร  e per il quale sono entusiasta di lavorare.

Quando รจ iniziata la tua โ€œrivoluzioneโ€, che ha portato poi dei cambiamenti notevoli per le persone con DSA?

Tutto รจ partito in occasione della mia pratica legale, che ho svolto a Perugia. Sono andato a vedere se ci fossero leggi in Italia che disciplinavano i disturbi specifici dโ€™apprendimento e ho scoperto che cโ€™era la legge 170 del 2010, perรฒ si concentrava sul percorso scolastico e universitario, individuando quattro tipologie di disturbi: la dislessia, la disgrafia, discalculia e la disortografia. In presenza di questi disturbi certificati da una diagnosi, lo studente poteva richiedere lโ€™applicazione di alcune misure specifiche, cosรฌ da avere le condizioni ottimali per lo svolgimento delle prove. La legge perรฒ aveva dei vuoti normativi.

Tu sei intervenuto per colmarliโ€ฆย 

Sรฌ. Non erano regolamentati nemmeno i concorsi pubblici e tutti gli esami di abilitazione. Ho iniziato cosรฌ โ€“ era il 2012 – a lavorare con il Consiglio Nazionale Forense e in particolar modo con lโ€™avvocato Alarico Mariani Marini di Perugia, per capire come la legge 170 potesse applicarsi anche allโ€™esame di Stato dโ€™avvocato. Ho fatto cosรฌ la richiesta per avere misure compensative durante lโ€™esame: sono stato il primo in Italia, probabilmente, perchรฉ al Consiglio Nazionale Forense non risultavano altre richieste di questo tipo. Senza queste misure sarei partito in svantaggio rispetto agli altri esaminandi e veniva cosรฌ violato il principio di eguaglianza espresso dalla Costituzione. Questa mia iniziativa ha posto un precedente a livello nazionale, un precedente che perรฒ non era regolamentato.

Quali sono state le misure compensative richieste?

In realtร  erano aiuti che giร  venivano concessi durante lโ€™esame scritto: per esempio, se un candidato ha un braccio rotto, la Commissione gli assegna un dipendente della Corte dโ€™Appello che scriva il compito su dettatura. Questa รจ stata una delle misure di cui io ho chiesto lโ€™applicazione grazie alla quale ho neutralizzato uno degli effetti della dislessia, ovvero la lentezza nello scrivere a mano. In piรน ho superato la disgrafia, cioรจ la grafia non perfetta dal punto di vista estetico – lโ€™ordine del compito รจ un criterio di valutazione. Infine, una concessione fatta ai candidati ipovedenti รจ quella di avere a fianco qualcuno che lo supporti nella lettura: questa รจ unโ€™altra misura molto utile per un dislessico. Quindi, con la possibilitร  di avere un lettore della traccia che poi ti aiuta nella stesura del compito, lโ€™esame da avvocato diventa semplice. Io sono riuscito a superarlo al primo colpo! Questo รจ accaduto a tutti i candidati dislessici negli anni successivi, perchรฉ il Consiglio Nazionale Forense aveva reso noto sul proprio sito queste possibilitร  dโ€™aiuto. Serviva perรฒ una regolamentazione scritta, che si potesse applicare anche ai concorsi pubblici dove non era prevista nessuna concessione.

 

Qual รจ stato il passo successivo?

Nel 2017 sono arrivato a Milano e ho iniziato a lavorare con il Consiglio dellโ€™Ordine degli Avvocati, i quali, conoscendo la mia storia, hanno voluto completare quello che avevo iniziato: รจ stato cosรฌ sottoscritto nel 2019, dallโ€™Ordine degli Avvocati di Milano e dalla Corte dโ€™Appello di Milano, un protocollo che disciplina le misure che possono essere applicate per un candidato con DSA, garantendo cosรฌ pari chances di successo in sede di esame. La pandemia poi ha cambiato la modalitร  dellโ€™esame, che รจ diventato solo orale, ma abbiamo fatto in modo che il protocollo sia applicabile anche al nuovo esame โ€“ la persona con DSA ha il 30% in piรน di tempo rispetto agli altri candidati nella prima prova orale, un assistente alla lettura e lโ€™uso di computer non connesso a Internet. Per la seconda prova, la possibilitร  di sostenerla lโ€™ultimo giorno del calendario. Cโ€™รจ stato poi un terzo passaggio con lโ€™intervento dalla Ministra della Giustizia, Marta Cartabia, ex professoressa di diritto e molto sensibile ai diritti costituzionali: con lei il protocollo รจ diventato a ottobre Decreto Legge (il 139 del 2021) ed รจ stato esteso a tutte le Corti di Appello italiane.

Quando potrร  essere allargato anche ad altri esami di abilitazione?

Stiamo lavorando per rendere il protocollo applicabile a tutti gli esami. Stiamo discutendo con lโ€™Ordine dei giornalisti, con quello degli psicologi, dei commercialisti e degli architetti, ma naturalmente รจ un processo lento perchรฉ ci vuole coraggio e innovazione, nonostante il 4% degli italiani soffra di DSA.

E per i concorsi pubblici?

Da agosto 2021 cโ€™รจ anche nei concorsi pubblici la possibilitร  di fare la richiesta (legge 113/2021). Si tratta di una svolta storica, lungamente attesa. Per la prima volta una legge dello Stato prevede lโ€™applicazione delle misure compensative e dispensative ai concorsi pubblici, ma non si applica agli esami di abilitazione di una professione e al settore privato.

Quanto sei orgoglioso di tutto questo?ย 

Moltissimo. Iniziative di questo tipo contribuiscono a sovvertire il significato negativo tradizionalmente connesso ai disturbi specifici di apprendimento, infondono coraggio e questo consente di vivere meglio, perchรฉ capisci che non cโ€™รจ nulla di cui vergognarsi.

 

Il premio: il Sigillo di San Girolamo

Hai mai pensato di mollare?ย 

No, mai.

Per questo hai ricevuto anche un premioโ€ฆ

Ho ricevuto, dallโ€™Ordine degli Avvocati di Milano, il Sigillo di San Girolamo nel 2020. รˆ un premio che viene consegnato solitamente ad avvocati anziani che hanno avuto meriti nel corso della loro vita professionale o che si sono distinti nella loro attivitร . Con mia sorpresa il Consiglio ha voluto assegnarlo anche a me, un giovane avvocato.

Bambin Gesรน delle Mani. Cosรฌ la Fondazione Guglielmo Giordano, con sede nella cinquecentesca Villa Spinola di Perugia, ha chiamato questo dipinto in cui, oltre alle mani di Gesรน Bambino benedicente, si contano altri tre arti. Due sono chiaramente della Madonna che lo sorregge, ma il terzo?

Bambin Gesuฬ€ delle Mani, Pinturicchio, 1492. Ca. Fondazione Guglielmo Giordano, Perugia

La passione di un papa libertino

1492: mentre Colombo scopriva lโ€™America, nelle corti italiane si consumavano intrighi, passioni, giochi di potere. Persino in quella papale, soprattutto se a sedere sul soglio รจ papa Alessandro VI, il controverso papa Borgia, quel Rodrigo dal temperamento focoso famoso per la sua inclinazione al libertinismo e al nepotismo. Non ci sono segreti nelle corti, tantomeno se i diretti interessati non danno segno di voler mantenere il riserbo: si sa che il papa ha delle amanti, ma ce ne sono alcune che sono le sue favorite. Prima Vannozza Cattanei, cui si lega per ben 15 anni e da cui ha quattro figli (Cesare, Giovanni, Lucrezia e Goffredo) e poi Giulia Farnese, Giulia La Bella, rinomata appunto per la sua bellezza di stampo mediterraneo.
Quando la quindicenne Giulia, sposata con Orsino Orsini di Bassanello (Viterbo), va a fare visita alla figlia del papa, Rodrigo rimane talmente ammaliato dalla sua bellezza che chiede ad Adriana de Mila, madre di Orsino, di poterla avere vicino a sรฉ, a Roma. Con il beneplacito della suocera, Giulia raggiunge allora lโ€™amica Lucrezia a Santa Maria in Portico, un palazzo attiguo al Vaticano, dove riceve i postulanti del papa. Da qui comincia a tessere una serie di relazioni che, appena un anno dopo il suo insediamento, porteranno il fratello Alessandro a essere eletto cardinale (diventerร  poi papa, col nome di Paolo III, nel 1534).
Nel frattempo la relazione con Alessandro VI diventa di pubblico dominio, al punto che il papa, noto mecenate, chiede a Bernardino di Betto โ€“ nientemeno che il Pinturicchio โ€“ di affrescargli gli appartamenti privati.
Apparentemente, niente di strano: Alessandro VI, orante, sarร  inginocchiato davanti a una Madonna con un Bambino benedicente. Lo stile dovrร  essere quello che giร  da tempo caratterizza lโ€™opera del Pinturicchio, degno erede del Perugino: resa anatomica aggraziata, incarnato chiaro, dovizia di dettagli, lumeggiature dorate sullo sfondo. Ma allora perchรฉ, morto Alessandro VI e puntata la fortuna della famiglia Farnese sui Della Rovere, del dipinto si sarebbe persa ogni traccia?

Il volto della Madonna

Il dipinto condannato allโ€™oblio

A pesare sulla bilancia sono stati i dettagli. Il primo รจ il volto della Madonna, che la tradizione vuole che fosse proprio quello di Giulia Farnese, chiamata con scherno sponsa Christi per la sua relazione col papa.
Vasari, artista e celebre biografo dei suoi colleghi, parlando dei lavori svolti dal Pinturicchio in Vaticano in effetti aveva riferito: ยซRitrasse sopra la porta di una camera la signora Giulia Farnese per il volto di Nostra Donna e, nel medesimo quadro, la testa dโ€™esso papa Alessandro che lโ€™adoraยป. Ma non era stato creduto, si pensรฒ che avesse solo condensato le tante dicerie che giravano sulla coppia.
Determinante รจ stato anche lโ€™atto in cui รจ stato immortalato Alessandro VI: toccare il piede del Bambino era considerato un gesto quasi blasfemo. Gli studiosi ritengono probabile che il papa si sia concesso questa licenza perchรฉ il dipinto era destinato ai suoi appartamenti privati, ma non รจ difficile credere che una persona di tale facilitร  di costumi abbia semplicemente dato poco peso a questioni cosรฌ trascendentali. Fatto sta che lโ€™affresco subisce una vera e propria damnatio memoriae, tanto che, nel 1655, il neoeletto papa Alessandro VII decide di staccarlo e di smembrarlo, dando persino adito al dubbio che sia mai esistito.
Fino al 1940, almeno. Il caso vuole che Giovanni Incisa di Rocchetta, noto appassionato dโ€™arte, in visita presso una famiglia patrizia mantovana posi lo sguardo su un dipinto in cui un papa รจ inginocchiato ai piedi di una Madonna con un Bambino. Ma a colpirlo sono i particolari, perchรฉ riconosce โ€“ nellโ€™atteggiamento benedicente del Bambino e nelle fattezze della Vergine โ€“ i dettagli al centro di due quadri in possesso della sua famiglia. Giovanni รจ infatti il figlio della principessa Eleonora Chigi Albani Della Rovere, inconsapevole depositaria di una lunga storia di intrighi e giochi di potere.

Il giallo nel giallo

Come ogni storia che si rispetti, cโ€™รจ sempre un elemento pronto a scombinare le carte in tavola. In questo caso sono state le macchinazioni, di inizio 1600, di Francesco IV Gonzaga.
Il duca di Mantova era venuto infatti a conoscenza, grazie al suo legato a Roma, di un famigerato dipinto in cui la Vergine Maria era stata rappresentata come la sponsa Christi Giulia Farnese. Gonzaga andรฒ in sollucchero perchรฉ non esisteva unโ€™occasione migliore per screditare i Farnese che, grazie alle trame ordite tempo prima da Giulia, godevano di grandi privilegi. Perรฒ gli servivano le prove: chiese allora al pittore mantovano Pietro Facchetti di realizzare una copia dellโ€™affresco.
I dettagli su come Facchetti sia riuscito a vedere il dipinto incriminato meriterebbero una storia a parte. A fronte di un bel paio di calze di seta, un guardarobiere addetto agli appartamenti papali gli mostrรฒ infatti la scena del Pinturicchio, celata da un taffetร  inchiodato.
Quella su cui mette gli occhi Giovanni Incisa di Rocchetta รจ proprio la riproduzione di Facchetti, la prova richiesta da Francesco Gonzaga per screditare i Farnese. Ma รจ grazie a questa testimonianza che Giovanni capisce che il Gesรน benedicente e il volto di Madonna – racchiusi in due cornici diverse e poiย  inventariate a oltre 100 numeri di distanza – dovevano aver fatto parte di un progetto piรน grande. Ed รจ sempre grazie a questa che oggi abbiamo potuto rimettere a posto tutti i frammenti di questo intricato puzzle.

 

Copia di Pietro Facchetti

Il puzzle che non potrร  mai essere completato

La storia del Bambin Gesรน delle Mani non finisce qui, perรฒ. Nel 2004 lo storico dellโ€™arte Franco Ivan Nucciarelli lo avvista nel mercato antiquario: il frammento viene intercettato e diventa la punta di diamante della Fondazione Guglielmo Giordano, che lโ€™ha restituita alla collettivitร .
E il volto di Madonna? Il presunto ritratto di Giulia Farnese, ritenuto scomparso, รจ riemerso recentemente a seguito di una segnalazione di una famiglia romano-svizzera imparentata con i Chigi, che tuttora ne detiene il possesso. Del papa orante, invece, si รจ persa da tempo ogni traccia.

 


Fonti:

Sky Arte racconta la storia di Listone Giordano, https://www.youtube.com/watch?v=XPqaGiIN6qU
Storia del Bambin Gesรน delle Mani di Pinturicchio, https://one.listonegiordano.com/cultura/storia-del-bambin-gesu-delle-mani-del-pinturicchio/
Intervista Andrea Margaritelli, https://www.artribune.com/arti-visive/archeologia-arte-antica/2017/04/dipinto-pinturicchio-intervista-andrea-margaritelli-fondazione-giordano/attachment/pinturicchio-bambin-gesu-delle-mani-1492-ca-fondazione-guglielmo-giordano-perugia/
Bambin Gesรน delle Mani, https://it.wikipedia.org/wiki/Bambin_Ges%C3%B9_delle_mani
Papa Alessandro VI, https://it.wikipedia.org/wiki/Papa_Alessandro_VI
Giulia Farnese, https://it.wikipedia.org/wiki/Giulia_Farnese
Orsino Orsini, https://it.wikipedia.org/wiki/Orsino_Orsini_(1473-1500)
Vannozza Cattanei, https://it.wikipedia.org/wiki/Vannozza_Cattanei
Il Bambin Gesรน delle Mani, http://www.fondazionegiordano.org/italia/pinturicchio_bambin_gesu_delle_mani.html

Ingredienti per la polenta:

  • 500 g di farina di granoturco
  • sale

Ingredienti per il condimento:

  • 4 salsicce
  • tartufo bianco di Gubbio
  • 1 bicchiere di vino bianco secco
  • qualche cucchiaio di olio extravergine d’oliva
  • sale

 

Preparazione

Preparare una normale polenta. Togliere la pelle alle salsicce, sbriciolarle e farle rosolare in pochissimo olio. Irrorare di vino e, quando saranno cotte, regolare di sale se necessario. Ungere una teglia da forno, disporvi uno strato di polenta, cospargervi la salsiccia e il tartufo a scaglie, coprire con la restante polenta e infornare a 180ยฐ C. Far cuocere per circa 40 minuti.

 

Questa ricetta appartiene alla vecchia cucina eugubina povera. Quando i cercatori di tartufo trovavano qualche tartufino particolarmente piccolo e brutto da non poter essere venduto, lo utilizzavano in questa preparazione, in cui il sugo poteva anche essere di pomodoro. La quantitร  di tartufo ovviamente variava di volta in volta.


Per gentile concessione diย Calzetti&Mariucci.

Fino al 9 gennaio 2022 sarร  esposta al Museo l’originale lettera autografa di Benozzo Gozzoli, datata 27 giugno 1452.
La missiva รจ entrata a far parte della collezione stabile del museo di Montefalco nellโ€™aprile del 2014 e rappresenta unโ€™importantissima testimonianza storica che offre alla cittร  di Montefalco, allโ€™Umbria e al grande pubblico lโ€™opportunitร  unica di ammirare il documento manoscritto nel suo luogo di redazione. La lettera, infatti, รจ stata scritta di suo pugno da Benozzo Gozzoli nel complesso in cui ha sede il museo ed era indirizzata a Michele di Felice Brancacci, esponente della nota famiglia fiorentina, il quale viene informato dal pittore che potrร  raggiungerlo solo dopo aver completato il lavoro commissionategli per la chiesa.

Durante la celebrazione di S. Andrea, il patrono dei pescatori, รจ avvenuto lโ€™incontro con alcuni pescatori del Trasimeno, dove si sono raccontati con aneddoti e ricordi. Gente โ€œtostaโ€, che continua questโ€™antica arte millenaria con grande sacrificio e passione. I pescatori sono di poche parole ma quando parlano sono concreti. Durante lโ€™incontro hanno presentato diverse problematiche del loro mestiere, tra cui quella inerente al trasferimento del loro sapere alle generazioni future, che sono esigue e difficili da reperire rispetto alle possibilitร  che questo lavoro offre.

Andrea era un discepolo di Gesรน e faceva il pescatore sul lago di Tiberiade. I pani e i pesci del miracolo della moltiplicazione furono indicati da Andrea a Gesรน, come si racconta nella descrizione riportata nel Vangelo di Giovanni. Il 30 novembre รจ la sua ricorrenza religiosa e molte comunitร  di pescatori, non solo italiane, festeggiano il loro Santโ€™Andrea.

 

Pescatori del Trasimeno, foto di Andrea Pagnotta

 

Sul lago Trasimeno, i pescatori della costa Ovest, come quelli incontrati a Castiglione del Lago, riconoscono in Santโ€™Andrea il loro Santo, mentre quelli della costa Est riconoscono i loro protettori in San Spiridione e San Feliciano.
Il Trasimeno รจ speciale anche per questo. Il raduno in occasione della ricorrenza patronale รจ stato voluto fortemente da Guido Materazzi, pescatore/ristoratore nonchรฉ presidente dellโ€™ARBIT (Associazione Recupero Barche Interne Tradizionali) che recentemente ha varato una tipica barca in legno da pesca del Trasimeno, datata nella seconda metร  del secolo scorso. La barca รจ stata ripristinata con un lavoro certosino di Guido Materazzi stesso e di Andrea Sedini e, per lโ€™occasione, i due restauratori lโ€™hanno denominata La Dotta. Complimenti allโ€™ARBIT, per la missione onorevole che svolge.
Dopo la celebrazione del Patrono ci si รจ ritrovati in un momento conviviale, proprio presso il ristorante La Capannina di Guido, dove molti pescatori hanno sottolineato alcune questioni sia complesse sia preoccupanti, ma hanno anche espresso dei suggerimenti per affrontare e superare i costanti momenti difficili del loro nobile lavoro.
Presenti, tra gli altri, oltre a un nutrito e ben rappresentato gruppo di pescatori, il sindaco di Castiglione del Lago, Matteo Burico, il presidente della Cooperativa Pescatori del Trasimeno di San Feliciano, Aurelio Cocchini, il presidente dellโ€™altra Cooperativa del Trasimeno Stella del Lago con sede a Panicarola, Ivo Bianconi, e poi Niccolรฒ Bacoccola di Confagricoltura.

Pescatori, foto di Andrea Pagnotta

Si รจ ribadito piรน volte, durante lโ€™incontro, che il basso livello idrometrico del lago mette in evidenza moltissime difficoltร  e necessitร . Come lโ€™annoso problema dellโ€™adduzione dellโ€™acqua al bacino lacustre, lโ€™eccessiva differenza rispetto allo zero idrometrico, lโ€™accesso difficoltoso nei varchi portuali dovuto allโ€™interramento e relativo innalzamento del fondale, il clima sempre piรน caldo e la scarsa piovositร , i dragaggi mancati da anni, lโ€™arretramento e la scarsitร  del canneto, il mancato supporto economico o finanziamento verso chi vorrebbe principiare a fare questo mestiere, il sostegno per una formazione istituzionale iniziale e continua per gli operatori del settore; manca la tutela economica della coppia di pescatori che stanno sempre insieme in barca se uno dei due dovesse assentarsi per malattia o infortunio, il riconoscimento previdenziale ancora lontano da essere tale come lavoro usurante.
Stiamo parlando dellโ€™importanza antropologica della pesca al Trasimeno, in particolare dei suoi pescatori e delle loro famiglie che, con il loro lavoro, il loro sapere e le tradizioni, per secoli hanno dettato i tempi delle comunitร  lacustri e continuano ad armonizzarsi con i periodi attuali, imperterriti nella cattura e lavorazione del pesce. Unโ€™attivitร  di sacrifici quella del pescatore, che viene tuttora perpetrata con metodi ancestrali che giungono immutati da epoche remote e che attualmente, purtroppo, non viene ancora sufficientemente valorizzata e tutelata.
Intorno al mondo della pesca ruotano tutta una serie di attivitร  connesse che vanno da chi fa le reti alla riparazione dei motori, dalla trasformazione al commercio del pesce e molto altro. Ormai, da qualche tempo, alcuni pescatori hanno preso vie innovative per lโ€™integrazione reddituale, come la Cooperativa Pescatori di San Feliciano e alcuni singoli altri, rappresentate dallโ€™ittiturismo e dal pescaturismo.
I pescatori sono i veri guardiani del lago, conoscono bene i suoi umori, solcandolo tutti i giorni con i loro barchini, e percepiscono le energie che esso sprigiona. A volte il lago ti accoglie e a volte ti respinge e come dice saggiamente Guido Materazzi: ยซรˆ facile amare il Trasimeno ma รจ molto difficile farsi amare da luiยป.

 

Il frutto del loro lavoro, foto di Andrea Pagnotta

 

Si conosce poco del mondo dei pescatori, che รจ ricco di storia, natura, tradizioni e culturaโ€ฆ ma di certo essi sono un fondamentale simbolo del Trasimeno. Lโ€™invito รจ quello di conoscerli meglio, nel loro silenzioso e incessante lavoro fatto da mani che strigano, tirano, arsettano, gettano, remano, vanno a muscolare, pescano, paitellano, scanellano, vanno a puntone, giacchiano.
Va salvaguardato il pescatore professionista che ogni giorno se la deve vedere con un gran numero di problemi, a partire dai cambiamenti indesiderati dellโ€™ambiente lacustre, anche perchรฉ rappresenta lโ€™ultimo custode indefesso delle radici lacustri con storie, segreti, tradizioni e aneddoti da preservare e raccontare.