«Prima di iniziare un quadro scrivo MaMo su tutta la tela. È un mio vezzo, una forma di scaramanzia. L’ho sempre fatto.»
Massimiliano Donnari, in arte MaMo, è un artista perugino poliedrico e ironico. Realizza i suoi quadri utilizzando i materiali più disparati e riesce a mettere su tela i personaggi come appaiono nella sua fantasia, senza tabù e censure. Nella sua prima mostra personale Incoscienza dell’essere – ironia in 3D, visibile alla galleria Artemisia di Perugia fino al 13 gennaio, troverete Ornella Vanoni, la Regina Elisabetta, Gianni Agnelli, ET e Re Carlo di Borbone rappresentati come MaMo li vede, come li sente e percepisce.
Come nasce l’idea di realizzare queste opere?
Non riesco a dare una spiegazione razionale, ho sempre osservato il mondo e le persone con un occhio critico, attento a ogni particolare, e con grande ironia. Solo da poco ho sentito il bisogno di tirare fuori queste emozioni, è da marzo 2017 che ho iniziato quest’esperienza, e sono riuscito a rappresentare persone reali o personaggi di fantasia così come le ho sempre viste o immaginate e inconsapevolmente sono riuscito a tirate fuori quello che era dentro di me.
Perché utilizza un mix di materiali e non ne ha scelto uno in particolare?
Sono un autodidatta e sono scevro da scuole e accademie, quindi utilizzo tutto quello che ho a disposizione. Applico tutte le tecniche, senza nessun legame.
Come avviene la scelta dei suoi soggetti?
Avviene in modo casuale, in base a quello che mi passa per la testa. ET è un personaggio al quale sono molto legato, Gianluca Vacchi perché è sulla bocca di tutti, le Regine le ho rappresentate con ironia per provocare.
Quali personaggi umbri raffigurerebbe? E in che modo?
Attualmente nessuna persona reale, ma ho realizzato due generali frutto della mia fantasia, ma che incarnano il Generale della musica e il Generale della cioccolata. Il primo rappresenta Perugia e Umbria Jazz, una manifestazione che amo molto, e questo generale incarna la follia, il genio e l’amore della musica. Poi il generale della cioccolata, rappresenta la storia di Perugia e il suo legame con la cioccolata: per questo è rappresentato in una sfaccettatura estremamente ironica in mezzo ad uno sfondo di praline, mentre mangia un cioccolatino. È arricchito da fregi, medaglie e mostrine in tema; ovviamente non può mancare quella con il Bacio, il cioccolatino più famoso al mondo.
Come rappresentare l’Umbria, invece?
L’Umbria non saprei, anche se ultimamente sto riflettendo sul rappresentare antichi personaggi della nostra terra. Ma, sempre in una veste estremamente ironica così da farli uscire dai loro ruoli istituzionali.
A chi ha pensato?
San Francesco e Braccio Fortebraccio, ma potrei anche cambiare idea.
Qual è il suo legame con l’Umbria?
Sono molto attaccato alla mia terra, e sono innamorato della mia città in cui sono nato e in cui ho vissuto e vivo: Perugia.
Da imprenditore, cosa serve a questa regione per fare un balzo in avanti? Su cosa dovrebbe puntare?
Purtroppo le cose da fare sarebbero tante. È una terra bellissima sotto tutti i punti di vista, piena di risorse. Prima di tutto la vorrei far amare veramente dai propri abitanti, così che ognuno possa fare qualcosa per valorizzarla al massimo e poi vorrei farla conoscere a tutti, permettendo a tanti di visitarla in modo agevole. Si dovrebbe partire dal turismo e i visitatori darebbero la spinta anche a tutti gli altri settori dell’economia.
Quando parla di “modo agevole” si riferisce alla difficoltà di raggiungerla?
Esatto. Lavorando molto fuori regione è sempre un problema tra strade, treni che non ci sono, di aerei nemmeno ne parliamo. L’Umbria è un’isola pur essendo al centro dell’Italia.
Come descriverebbe l’Umbria in tre parole?
Isolata, unica e magica.
La prima cosa che le viene in mente pensando a questa regione…
Un cuore, è il cuore geografico dell’Italia ed è nel mio cuore.
Agnese Priorelli
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