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Dal 4 al 7 aprile 2024 San Valentino sarร  New York per Artexpo come testimonial dell’Umbria e Ambasciatore nel mondo d’amore e di pace all’interno del catalogo espositivo del Menotti Art Festival.

Il San Valentino Pop nella versione multisensoriale dellโ€™attore Stefano de Majo sarร  a New York, dal 4 al 7 aprile, grazie al catalogo del Menotti Art Festival, dopo aver giร  partecipato dal 14 al 18 febbraio scorso alla expo di Los Angeles, consolidando il legame tra i due mondi nel segno del maestro Menotti. Giร  in precedenza la versione multisensoriale pop di de Majo aveva rappresentato in seno al Menotti Art Festival una testimonianza artistica e culturale della regione Umbria e della sua vocazione all’amore e alla pace nel mondo.

 

Stefano de Majo

 

Lo scorso anno lโ€™attore si รจ esibito in varie manifestazioni del Menotti Art Festival –ย a Spoleto, Venezia e Bruxelles – ove ha rappresentato la sua piรจce a monologo teatrale sul protettore degli innamorati universalmente riconosciuto nel mondo in unโ€™originale versione pop, tra sacro e profano, ponendo in evidenza aspetti artistici e culturali dellโ€™Umbria.

ยซLo spettacolo gioca sulla trasversalitร  del Santo innamorato, tracciandone un ritratto, non solo religioso ma anche popolare, tra sacro e profano, tra storia reale e mera leggenda. Si alternano cosรฌ spunti storici attinenti alla figura del martire ternano realmente esistito, tratti dal saggio pubblicato da Giuseppe Cassio e Edoardo Dโ€™Angelo con la collaborazione di Paolo Cicchini, ad altri spunti del tutto leggendari, ripresi da autori come Chaucer, Shakespeare e persino Edgar Allan Poe, i quali furono i primi a parlare in letteratura di San Valentino. Ma vi sono persino rimandi alla storia pre romana e dunque pagana, che evidenziano le antiche radici culturali dellโ€™Umbria come terra di pace e di amore, con lโ€™antica tradizione migratoria del Ver Sacrum, attestata da autori quali Strabone, Scilace, Plinio il Vecchio e Dionigi dโ€™Alicarnasso, che testimoniano come i popoli umbri conquistarono territori senza alcun uso di armi, ma attraverso migrazioni di coppie di innamorati alla ricerca di nuove terre da coltivare. Da questo lavoro teatrale รจ stato realizzato anche un cortometraggio in lingua inglese per veicolare il messaggio di pace di San Valentino nel mondo attraverso lโ€™arte, nello spirito caro al Maestro Menotti, per il quale lโ€™arte deve essere un gesto dโ€™amoreยป spiega il regista.

Nel ricco ciclo di incontri del “San Valentino Arte” e la declinazione delle forme dell’amore al Museo Diocesano e Capitolare di Terni, Maela Piersanti, ideatrice del progetto, ha incentrato l’edizione sulla tematica delle “Metamorfosi” per i 100 anni dalla scomparsa di Franz Kafka.

I tre corridori – Kafka

 

Da Ovidio a Kafka, tra arte e tavole rotonde: L’amore come agente di metamorfosi e Corpi in metamorfosi, il capitolo Metamorfosi in arte e architettura nel ‘900, in particolare, ha svelato un Kafka inedito, di collezionista e disegnatore. Lo ha raccontato in conferenza la storica dell’Arte Eleonora Belli che, nella sua ricerca Metamorfosi di uno scrittore Kafka disegnatore e connoisseur, ha scoperto come Kafka scrittore non fosse solo un collezionista molto attivo nel panorama culturale della cittร  mito, la Praga alchemica e magica, ma anche un disegnatore.ย 

 

Eleonora Belli, storica dellโ€™Arte

 

ยซKafka, con il pessimismo che lo ha sempre caratterizzato, non ha mai creduto troppo in questa sua espressione artistica, cosa in cui ha creduto invece il suo fedele amico Max Brod, il quale aveva tenuto da parte non solo tutti i manoscritti dell’amico Kafka ma anche i suoi disegni. Il corpus degli scritti kafkiano รจ stato infatti pubblicato quasi tutto post mortem, Kafka scriveva moltissimo, era iper prolifico ma con la stessa velocitร  con cui scriveva, distruggevaยป. Si legge nella lettera di Franz Kafka a Max Brod del 1921: “Carissimo Max queste sono le mie ultime volontร : lโ€™intero mio lascito, che siano i diari, i manoscritti, le lettere, sia le mie sia quelle a me indirizzate, i disegni e cosรฌ via, tutto andrร  interamente bruciato”.ย 

Tuttavia gli affari di Kafka restano a discrezione di Brod che nel 1948 pubblica il celebre Processo, i suoi studi su Kafka e alcuni disegni, che poi vennero venduti tramite Sotheby’s nel 1952. In Kafkas Glauben und Lehre, Brod scrive di un Kafka indifferente, per non dire ostile ai propri disegni, piรน di quanto non lo fosse verso le sue creazioni letterarie. Ciรฒ che non era stato messo in salvo da Max, era andato distrutto.

Il dormiente e il pensatore di Kafka

Kafka disegnava

ยซLasciava appuntiยป prosegue Belli ยซaveva un quaderno di schizzi e disegnava anche a margine dei suoi scritti. Una forma gestuale di cui qualche anno piรน tardi la tecnica della memoria delle Pathosformel di Aby Warburg spiegherร  il flusso della vita e delle sensazioni, e l’attenzione kafkiana al fenomeno del disegno, come alle sculture, e al fenomeno del calco e delle impronte nei suoi scrittiยป. “Tutti sanno che le immagini hanno una loro forza e un loro significato. Si tratta di un sapere antichissimo, condiviso da molti sin dalla preistoria” (Kafka, scritti 1901-1907).

Quaderno degli schizzi

Ora, sebbene Max Brod ricevesse continue sollecitazioni ai disegni di Kafka, alla luce di quelli pubblicati – come lamenta in un una lettera del 1950 Rudolf Hirsch editore Fisher – i materiali restano in sua custodia e di rado vengono venduti e pubblicati. Quattro cartelle dei ricordi di Kafka che contengono disegni, manoscritti e lettere in possesso di Brod vengono donati perรฒ a Ilse Ester Hoffe, e fino all’intervento sugli eredi dei tribunali israeliani che tentano di ricomporre il patrimonio artistico di Kafka. Ne restano anche all’editore Salman Schocken, in biblioteche private o cassette di sicurezza in Svizzera, e infine a Marianne Steiner, nipote di Franz Kafka che preserva le carte dellโ€™ereditร  letteraria. Scrive Franz Kafka sull’uso dell’immagine: “Noi ebrei non siamo pittori, non sappiamo rappresentare staticamente le cose. Le vediamo sempre fluire, muoversi, mutare. Siamo narratori. Dire la veritร  รจ difficile, perchรฉ รจ sรฌ una, ma vivente e animata e cambia volto continuamente.”

 

Franz Kafka e Max Brod

 

ยซKafka era arrivato alla conclusione che l’uomo ha difficoltร  a cogliere la vera essenza delle coseยป aggiunge la storica ยซanzi si chiede se lโ€™uomo abbia veramente intenzione di conoscere la veritร  o se ne tragga beneficio, perchรฉ la veritร  annichilisce l’uomo. Vero รจ che Kafka ha influenzato l’arte delle grandi avanguardie, in particolareย  il surrealismo di Magritte sul significato non significato delle immagini, e dellโ€™associazione delle immagini alla parola. Le clef de songe di Magritte, ad esempio. Su questa luce, e che l’uomo si rifiuta di vedere illuminare il mondo, รจ significativo il dipinto L’impero di luce II di Renรฉ in un paesaggio diurno di luce tersa e splendente,ย  le case degli uomini restano al buio. L’uomo si rifiuta di vedere, ha paura del peso della realtร ยป.

Kafka avrebbe voluto trasformarsi. Vivere in un’altra epoca? ยซForse, ma nulla di piรน straordinario che vivere in un’epoca come quella del fermento intellettuale e artistico dei primi del Novecento, e prima dei grandi orrori della guerra che da ebreo lo avrebbero inevitabilmente travoltoยป.

Da AMOR DI PANE al Free from, tra dolci e cuori piccanti โ€œUn lungo viaggioโ€. Francesco Favorito si racconta al San Valentino di Terni. La cittร  fibrilla di eventi per la settimana del cuore.

Terni in questi giorni รจ turbinio d’amore. Vestita del Drappo valentiniano in cui il volto del patrono รจ rivitalizzato dalle opere del pittore Giovanni Gasparro, amarsi รจ un must. Dal corteo religioso di San Valentino alle mostre, videomapping e balli in maschera, si accendono gli spot, con App, teatro, musica e letture con UmbriaLibri Love. Incastri di solidarietร . Forme d’Amore declinate in ogni versione, forme di cioccolato si esprimono ovunque per grandi e piccini. Il Chocolate Love fest apre gli eventi dedicati al santo patrono di Terni. Per il Master Chocolate il dolce di San Valentino 2024 รจ Amor di pane.ย Creativo e artistico l’impiattamento, รจ un dolce frutto dell’ideazione del gruppo di giovani pasticcieri della classe 5L della Scuola Alberghiera A. Casagrande di Terni: Alessio, Gabriele, Imad Kafi, Aurora, Sofia e Tommaso guidati dal docente Matteo Zannetti.ย Ex alunno dellโ€™Istituto e ora supplente al Casagrande per Laboratorio di cucina ed arti bianche, conclude il concorso con la vittoria tra i sei dolci delle tre classi in gara.ย 

 

Francesco Favorito

 

ยซIl dolce รจ accompagnato da una riduzione di mirtilliยป racconta festoso con i suoi studenti Matteo Zannetti ยซmescola gli ingredienti di due dolci tipici ternani il pan polenta delicato dolce tipico dell’inverno umbro e della cucina povera, e il panpepato natalizio, perciรฒ chiamato Amor di paneยป. ยซUn titolo idealeยป per il maestro Francesco Favorito ยซuna squisita variante di Pan polenta, detto a Terni anche Amor polentaยป. Direttore artistico del Cioccolentino, lo intervistiamo per saperne di piรน al PalaSรฌ, in pieno centro a due passi da palazzo Spada, mentre allโ€™ingresso lo scultore Marco Diamanti scolpisce un drago con oltre 100 chili di cioccolato lavorato dagli stessi studenti dellโ€™Alberghiero.ย 

 

Amor di pane

 

Maestro Favorito, l’incarto รจ il primo messaggio di un prodotto. Cosa ci racconta della storica pasticceria di Terni?

La pasticciera ternana รจ una tradizione importante che nasce i primi anni del ‘900 con una generazione di pasticceri che ha saputo sviluppare capacitร  sia artigiane sia imprenditoriali. Favorito รจ a Terni dal 1945, con la mia siamo alla terza generazione, grazie alla mia famiglia ho potuto sviluppare la specializzazione in Tecnologia degli alimenti e creare qualcosa di importante. Ho girato 105 paesi del mondo con la bandiera italiana e di Terni. Al tempo, con 110 mila panettoni a lievito madre, e presente nel 97 % delle tavole festive dei ternani, negliย  anni ’60 – ’70 eravamo nel loro cuore con quel marchio F di Favorito, quel pasticcere di Terni.

 

Molto interessante la collaborazione con la scuola alberghiera di Terni, le giovani leve sono il futuro della professione. Amor di pane che mescola ingredienti con maestriaย  ha vinto il concorso Chocolate master e ha un suo segreto sicuramente. Qual รจ il motivo del suo successo?ย 

Grazie delle attenzioni le sue informazioni sono ben precise, e particolari allโ€™evento. Amor di pane porta la tradizione ternana del pan polenta e panpepato come tradizione antica del centro d’italia. Una cultura fatta di continui spostamenti e viandanti. La forma del dolce in viaggio nella sacca รจ la pallina ricca di frutti della terra: noce, nocciola, pinoli, mandorla, e perchรฉ no diย  frutta candita, grazie all’influenza araba che dalla Sicilia ha introdotto questo uso.

 

E del pepato piccante? ย 

Il pepato piccante รจ il frutto della dominazione turca, che ha portato la tradizione delle spezie: pepe cannella, noce moscataโ€ฆ profumi straordinari. Nel panpepato andrebbe messo anche unย  frutto tipico umbro, lโ€™arancio amaro, merangola (ndr melangola), un frutto quasi scomparso che lo stesso Giotto disegnรฒ. Amor di Pane, per esempio, รจ anche free from per la presenza della farina di mais.

 

Perchรฉ dolci free fromโ€ฆ senza glutine, senza…?

รˆ stata una mia scelta. Quando proposi l’idea di prodotti senza alcuni ingredienti fu considerata una follia, una follia sana, ora che sono uno dei massimi esperti mondiali a livello mondiale dell’intolleranza alimentare.ย 

 

Quindi come fa colazione Favorito?

Senza lattosio maggiormente per la mia alimentazione e rispetto a una problematica man mano sempre piรน emergente. Sempre piรน trattata ora ma esisteva prima, non era stata tradotta ancora come esigenza alimentare.ย 

 

La pasticceria รจ una questione di chimica. Se non si eseguono alla lettera i procedimenti rischiamo di vedere fallire la ricettaโ€ฆย 

Nella pasticceria e nella pasticceria lievitata mi vanto di essere lievitista, poichรฉ noi Favorito nasciamo come lievitisti. Ho avuto l’onore di lavorare tanti anni fa al fianco di Gualtiero Marchesi, che disse: “il pasticcere รจ un chimico ma non sa di esserlo”. Un pasticciere maneggia almeno 50 – 60 ingredienti tutti i giorni. Ed รจ vero, se non vai con una certa chimica il dolce non esce fuori. Nella cucina invece il piatto si puรฒ aggiustare diversamente. Nel mondo delle intolleranze, personalmente, ho fondato nel 2014 la World Gluten Free Chef Academy, ย la prima accademia mondiale che parla di intolleranza alimentare. In 10 anni abbiamo formato e certificato 350 ragazzi con grande soddisfazione. Rappresentano oggi quasi il 90% delle aziende presenti in Italia dedicate appunto al free from.

 

Complimenti maestro, ci regala una piccola ricetta per i lettori di AboutUmbria?

Quella che faremo stasera รจ la migliore. Per ora la migliore – per eccellenza – รจ un prodotto ideato di altissimo livello e di cui siamo particolarmente soddisfatti: la frolla free from con amido di mais e farina di riso o addirittura farina di mais, e sicuramente del tuorlo d’uovo per un’ottima impressione, di facile esecuzione.

  • 400 di zucchero semolato o di zucchero grezzo
  • 250 g di tuorlo dโ€™uovo
  • 550 di burro delattosato
  • 600 g di amido di mais
  • 400 g di farina di riso

Ricordiamo che una persona su 4 รจ intollerante al lattosio, dunque circa 6 milioni di persone intolleranti. E perchรฉ no, la facciamo anche senza glutine. Abbiamo l’obbligo di specificare i potenziali allergeni anche nelle ricette (Regolamento UE 1169/2011. Le buone pratiche). Formiamo questo sistema di impasto sablรฉe cui aggiungiamo l’uovo e otteniamo una eccellente frolla. Quella stessa offerta in degustazione al Cioccolentino.

 

Grazie di cuore, รจ il caso in questo festival.

Grazie AboutUmbria.

 

Sculture di cioccolato

Cioccolentino

Cioccolentino inizia la sua avventura nel 2004. Il format ideato da Andrea Barbarossa, vede via via crescere la manifestazione con eventi itineranti, show cooking e gli assaggi di specialitร  presenti nei vari stand.
Per questa edizione tante storie raccontate da pasticceri e chef:ย  la storia del cioccolato e i ripieni, la storia del cioccolato fondente e della pasticceria ternana. La scuola di cake design, pasta di zucchero e lโ€™anteprima di Wine Love con i vini del territorio. Dolce e piccante – Chef Academy –ย  infine il liquore Viparo, di qualitร , come riduzione nei dolci. Ospite, special guest Roberto Rinaldini campione del mondo di pasticceria. Tutto in attesa del clou del 14 (a partire dalle 18.30) quando Francesco Favorito presenterร  il dolce di san Valentino accompagnato da un racconto di storie, e poesie d’amore e gusto dello scrittore ternano Andrea Giuli, con le note del musicista Gustavo Gasperini. Gastriche dolcezze amorose amarezze. Un racconto semiserio e dolce (รจ sempre Carnevale), attraverso grandi autori –ย  Proust, Calvino, Gadda, Marquez, Gozzano e altri โ€“ Eros e cibo, dolciumi,ย  passioni, sentimento e gola.

 

Golose e ghiotte:

[…] il farmivi da presso,
baciarvi ad una ad una,
o belle bocche intatte
di giovani signore,
baciarvi nel sapore
di crema e cioccolatte?

L’attore ternano Stefano de Majo ci ha regalato la sua interpretazione della poesia “Lu martirio de S. Valentinu” scritta da Antonio Pecorelli nel 1969.

Stefano de Majo nelle vesti di Valentino

Frustatu a morte come San Callistuย 

e ammanettatu a tutte due le mano,

San Valentinu vescu, tutto pistu,

annรฒ avanti a la corte dโ€™Aureliano.

 

โ€œChi sรชte voi?โ€ je chiese in siciliano

un prefettacciu menzu sangue mistu.ย 

Dice: โ€œCome chi sรฒ, io sรฒ un ternano

che ciร  โ€˜na Fede e crede in Gesรน Cristuโ€.

 

โ€œPortร temelo via, quistu me scocciaโ€,ย 

fece quillu a li sbirri, a intendimentuย 

che โ€˜jj รจssero tajjata la capoccia…

 

… la testa rotolรฒ, e novanta inverniย 

su la Flaminia accesero โ€˜n gran ventu.ย 

Lu Santu, โ€˜ncรฒ guardava versu Terni.

 

 

 

 

 


Per gentile concessione di Stefano de Majo

รˆ curioso che una delle feste piรน sentite e festeggiate del mondo sia collegata non solo alla misteriosa agiografia del santo da cui trae il nome, ma che la figura stessa del martire sia ancora, in larga parte, confusa con quella di altri santi omonimi, generando una confusione non trascurabile sullโ€™origine della festa e sulla diffusione fino ai giorni nostri. Ma andiamo per ordine.

Le fonti ci dicono che un certo vescovo Valentino, nato a Interamna Nahars (lโ€™odierna Terni), venne convocato a Roma dal filosofo greco Cratone affinchรฉ ne curasse il figlio Cerimone, affetto da una grave patologia neurologica. Sembra che Valentino godesse della fama di taumaturgo perchรฉ, qualche tempo prima, aveva curato con successo un giovane nelle stesse identiche condizioni.

La guarigione di Cerimone spinge tutta la sua famiglia a convertirsi al Cristianesimo; si convertono anche alcuni discepoli di Cratone, tra cui Abbondio, figlio del Prefetto Furioso Placido. A quel punto interviene il Senato, che fa arrestare nel bel mezzo della notte Valentino e, di nascosto, lo fa giustiziare. La stessa fine fanno tre dei suoi discepoli che, nel riportarne le spoglie a Terni, vengono fatti arrestare e giustiziare dal Magistrato locale.

 

chiese di terni

Basilica di San Valentino

 

Altri dettagli, come la data della morte (14 febbraio) e la cittร  di sepoltura (Terni), si ritrovano in un documento ufficiale della Chiesa chiamato Martyrologium hieronymianum (V-VI secolo), mentre nella Passio Sancti Valentini episcopi et martiri (VI sec.) si indugia sui dettagli relativi alla tortura e alla morte per decapitazione. Le fonti ci permettono di ricostruire lโ€™epoca in cui avviene la vicenda, presumibilmente tra il 346 e il 347, in piena etร  post-costantiniana. Questo spiegherebbe anche lโ€™agire di nascosto: i magistrati non avevano piรน la facoltร  di perseguire legalmente i cristiani. Il vescovo e suoi discepoli furono poi sepolti sulla collina di Terni, al LXIII miglio della via Flaminia; qui sorse in seguito una basilica che, dopo essere stata distrutta e ricostruita piรน volte, รจ ricordata per aver ospitato lโ€™incontro, nel 792, tra Papa Zaccaria e il re longobardo Liutprando, che cosรฌ donรฒ alla Chiesa di Roma numerose cittร , tra cui Sutri. Il luogo fu scelto proprio perchรฉ i Longobardi tenevano in grande considerazione le capacitร  taumaturgiche che avevano accompagnato la figura del santo in vita come nella morte.

La basilica, cosรฌ come la vediamo oggi, รจ frutto di una ricostruzione seicentesca fatta a seguito della rivalutazione delle figure dei primi martiri fatta da Papa Paolo V. Vennero infatti promossi degli scavi per recuperare le spoglie di Valentino, che riposarono per circa tredici anni nella cattedrale di Terni, in attesa che i lavori di ristrutturazione venissero terminati. Oggi sono conservate in unโ€™urna posta sotto lโ€™altare.

 

San Valentino

La storia dโ€™amore tra Sabino e Serapia

Non lontano dalla basilica, vi รจ anche una necropoli, detta delle Acciaierie. Nel 1909 vi fu ritrovato un sarcofago bisomo, cioรจ con due corpi, il cui corredo funerario presentava, tra le altre cose, anche due braccialetti intrecciati. Qualcuno lo interpretรฒ come il simbolo dellโ€™amore eterno di due figure molto apprezzate dalla tradizione popolare, ovvero Sabino e Serapia che, con la benedizione di Valentino, si sarebbero amati per sempre. Da qui qualcuno ha fatto derivare lโ€™associazione tra il Santo e la festa degli innamorati. In realtร  le analisi hanno dimostrato che si tratta dei corpi di due bambine, antecedenti di 8 secoli rispetto a San Valentino: la loro tomba รจ stata ricreata completamente allโ€™interno della sezione archeologica del CAOS (Centro Arti Opificio Siri).

Lโ€™altro Valentino

In realtร  della figura di Valentino sappiamo davvero poco, soprattutto se pensiamo ai casi di omonimia e alle tante e controverse teorie secondo cui sarebbe diventato il patrono degli innamorati. Si รจ parlato infatti anche di un altro Valentino, martirizzato sempre il 14 febbraio, che perรฒ era un prete di Roma. Le date perรฒ non corrisponderebbero: sembra che la vicenda del Valentino romano si sia svolta sotto lโ€™impero di Gallieno, tra il 253 e il 268, e che il suo corpo sia stato inumato ai piedi dellโ€™attuale collina dei Parioli. Cosรฌ, per diverso tempo, gli studiosi hanno ritenuto che si trattassero semplicemente di due persone diverse.

Per altri, invece, lโ€™appellativo di santo sarebbe stato dato al finanziatore della basilica soprastante la catacomba di San Valentino, a Roma: era prassi comune, infatti, ringraziare i benefattori con appellativi altisonanti, come nel caso di Santa Prassede o di Santa Cecilia. Solo recentemente รจ stata accolta lโ€™idea che i due Valentino siano stati in realtร  la stessa persona, il cui culto si sarebbe diffuso da Roma fino alla cittร  natale del santo, non cosรฌ distante, dove i concittadini lo avrebbero tributato del titolo di episcopus.

Lo zampino degli inglesi

Questo perรฒ non spiega come abbia fatto un santo, famoso per le sue capacitร  di guaritore, a diventare il patrono degli innamorati. Per alcuni la Festa di San Valentino deriverebbe dai Lupercalia, festeggiamenti sfrenati afferenti alla venerazione del dio pagano della fertilitร  Luperco, che cadevano il 15 di febbraio. Nel 496 d.C. Papa Gelasio decise di trasformare la connotazione dei festeggiamenti in modo da renderla piรน aderente alla morale cristiana e di anticipare tutto al 14, cosรฌ che coincidessero con il giorno dedicato a San Valentino. Questa tradizione venne rinforzata dai Benedettini, i primi custodi della basilica ternana, ma fu consacrata da una cultura che potremmo definire di massa โ€“ sebbene ante litteram – da Geoffrey Chaucher. Il poeta inglese, nella sua opera Il Parlamento degli Uccelli, associa la ricorrenza di Valentino al fidanzamento di Riccardo II dโ€™Inghilterra con Anna di Boemia e chiama il santo a sovrintendere alla ยซfesta dellโ€™amoreยป che a febbraio inoltrato sโ€™impadronisce di tutte le creature disseminate sulla Terra da madre Natura, uccelli compresi. La stessa immagine viene poi ripresa da Shakespeare e da alcuni poeti francesi, che la traghettarono verso i tempi moderni sempre piรน simile alla forma in cui la conosciamo oggi.

San Valentino in Umbria

Al Santo, in Umbria, sono dedicati diversi edifici e luoghi di culto, nonchรฉ numerosi toponimi. Uno di questi รจ San Valentino della Collina, frazione del Comune di Marsciano citata giร  nel 1163 nel diploma imperiale concesso da Federico I al vescovo di Perugia.

Chiesa di San Valentino, Casteldilago

La chiesa principale del borgo รจ dedicata proprio a Valentino. In Valnerina, a Scheggino, vi รจ invece il castello di San Valentino โ€“ sempre arricchito dallโ€™omonima chiesa โ€“ sorto come villa dipendente dal feudo abbaziale di San Piero in Valle. Nella chiesa sono conservati degli affreschi votivi in cui San Valentino ora compare ai piedi della croce con Santa Caterina dโ€™Alessandria e ora attornia la Beata Vergine assieme a San Biagio.

Scendendo verso Terni, una chiesa dedicata a San Valentino si trova anche a Casteldilago, piccolo borgo posto nel Comune di Arrone. Qui una statua del santo tiene tra le mani, con fare protettivo, una riproduzione in miniatura del borgo.

Le opere esposte nel cuore della cittร  di Terni: presso il Museo Diocesano, nella collettiva dโ€™arte La Stanza delle Metamorfosi, a cura dellโ€™Associazione Ponte degli artisti Terni e presso la Little Gallery nella Galleria del Corso.

Il maestro Igor Borozan, in occasione dellโ€™XI edizione del San Valentino Arte 2024, espone a Terni alcune delle sue inedite opere scultoree, omaggio artistico al patrono della cittร  e simbolo dellโ€™amore a livello universale.

 

 

Borozan, talento poliedrico noto per la sua maestria nel dominio di varie tecniche artistiche, ha creato una collezione di sculture in ceramica che racchiude l’intensitร  dell’abbraccio in forme vibranti. Lโ€™atto creativo e la magia della terra che diventa ceramica avvicina lโ€™artista al divino, esprimendo, attraverso corpi sinuosi e dettagli anatomici sorprendenti, l’essenza della vita e la capacitร  dell’arte di comunicare l’intangibile.

Gli abbracci in ceramica di Borozan saranno esposti nel cuore della cittร  di Terni fino al 29 febbraio: presso il Museo Diocesano, nella collettiva dโ€™arte La Stanza delle Metamorfosiย a cura dellโ€™Associazione Ponte degli artisti Terni e presso la Little Gallery nella Galleria del Corso.

Opere sopraffini, frutto di un’elaborata ricerca artistica e di un processo creativo intenso che racchiudono l’esperienza di vita e l’amore che l’artista trasmettere attraverso la propria creativitร . Ogni opera scultorea esprime una storia, una narrazione sull’amore e sul suo potenziale trasformativo. Ogni dettaglio, ogni forma plasmata รจ una testimonianza della passione e dell’ispirazione che hanno guidato Borozan nella realizzazione di queste opere uniche che diventano icone di passione e connessione e si prestano allโ€™osservatore come ganci emozionali che consentono ad ognuno di intraprendere il viaggio nellโ€™inconscio al fine di ritrovare quel filo conduttore profondo con il proprio sentire.

 


https://www.facebook.com/igor.bozaborozan

https://www.instagram.com/borozan227?igsh=MWs5bG00c2cwNTVpZg==

Il San Valentino Pop nella versione teatrale di Stefano de Majo sarร  negli Usa grazie al catalogo del Menotti Art Festival, consolidando il legame tra i due mondi nel segno del maestro Menotti.

Il catalogo parteciperร  a varie mostre d’arte a New York e Los Angeles durante i festeggiamenti del Valentine’s day. Giร  in precedenza la versione teatrale pop di Stefano de Majo ha rappresentato in seno al Menotti Art Festival una testimonianza artistica e culturale della regione Umbria e della sua vocazione all’amore e alla pace nel mondo.

Nel 2023 infatti l’attore si รจ esibito con la sua piรจce a monologo in varie manifestazioni del Menotti Art Festival: in particolar modo ciรฒ รจ avvenuto il 10 maggio scorso a Bruxelles alle Regions d’Europe presso la sede regionale Abruzzo Avenue Louise 210, e l’indomani 11 maggio proprio nella sede della Regione Umbria alla presenza della dottoressa Gabriella Ceccarelli, presso il Parlamento Europeo, grazie a Giovani Europei Magazine e Spoleto Meeting Art, su invito del direttore artistico Paola Biadetti e del presidente del Menotti Art Festival Luca Filipponi. Successivamente poi il 27 maggio, si รจ ripetuto a Venezia all’interno della Biennale e infine l’8 luglio a Spoleto in occasione del Menotti Art Festival.

 

A Bruxelles

 

Lo stesso autore e interprete della piรจce ha cosรฌ spiegato il proprio lavoro teatrale, ponendo in risalto le radici storico culturali del territorio umbro, riguardo ai valori della pace e dell’amore: ยซL’Umbria, verde cuore d’Italia, รจ da sempre, oltre che luogo di bellezza naturale e paesaggistica, anche una terra di profondo misticismo e spiritualitร , che esprime attraverso figure di eremiti e di santi la propensione all’amore e alla pace. Non vi รจ altro luogo al mondo che possa vantare, in rapporto all’estensione del territorio e al numero degli abitanti, un cosรฌ gran numero di celebri mistici e santi, donne e uomini dediti all’amore e alla pace, cui un territorio abbia dato i natali. Solo per citare alcune donne infatti, furono umbre Santa Chiara d’Assisi, sua sorella Sant’Agnese, cosรฌ come anche Santa Rita da Cascia. Ma se pensiamo ad alcuni degli uomini divenuti poi santi, ci accorgiamo che sono umbri figure importantissime come il patrono d’Italia, San Francesco d’Assisi, il patrono d’Europa, San Benedetto da Norcia e persino il patrono dell’amore nel mondo: San Valentino da Terni, considerato universalmente il protettore degli innamorati anche nei paesi di diversa religione. La mia piรจce teatrale gioca proprio sulla trasversalitร  del santo innamorato tracciandone un ritratto non solo religioso ma anche popolare, tra sacro e profano, tra storia reale e mera leggenda. Si alterneranno cosรฌ spunti storici attinenti alla figura del martire ternano realmente esistito, tratti dal saggio pubblicato da Giuseppe Cassio e Edoardo D’Angelo con la collaborazione di Paolo Cicchini, ad altri spunti del tutto leggendari, ripresi da autori come Chaucer, Shakespeare e persino Edgar Allan Poe, i quali furono i primi a parlare in letteratura di San Valentino. Ma vi sono persino rimandi alla storia preromana e dunque pagana, che evidenziano le antiche radici culturali dell’Umbria come terra di pace e di amore, con l’antica tradizione migratoria del Ver Sacrum, attestata da autori quali Strabone, Scilace, Plinio il Vecchio e Dionigi d’Alicarnasso, che testimoniano come i popoli umbri conquistarono territori senza alcun uso di armi ma attraverso migrazioni di coppie di innamorati alla ricerca di nuove terre da coltivareยป.

 

Stefano de Majo

 

Ecco dunque il potente messaggio di pace e d’amore che arriva dall’Umbria attraverso il Menotti Art Festival e la piรจce teatrale su San Valentino Pop di Stefano de Majo, in questo momento in cui il mondo รจ attraversato da guerre e violenza. Da questo lavoro teatrale รจ stato realizzato anche un cortometraggio in lingua inglese prodotto dall’associazione Claudio Conti con il patrocinio del Comune di Terni per veicolare il messaggio di pace di San Valentino nel mondo attraverso l’arte, nello spirito caro al Maestro Menotti, per il quale l’arte deve essere un gesto d’amore.

Nel cuore della Valnerina, lungo la riva sinistra del fiume Nera, sorge Arrone, cittadella su un colle roccioso la cui storia millenaria รจ testimoniata da ritrovamenti quali una lastra marmorea con iscrizione, un cippo in travertino, dei bronzetti e un sigillo provenienti da un santuario sulla cima del monte Arrone, nonchรฉ una testa marmorea femminile risalente addirittura al II sec a.C.

Per le vie di Arrone

Il borgo sembra debba il suo nome alla famiglia degli Arroni, nobili romani scappati alle devastazioni di Saraceni e Ungari che, rifugiatisi in Valnerina, diedero vita al primo nucleo dellโ€™odierno paese, costruendo nel IX secolo un castello dalla struttura difensiva medievale visibile ancora oggi; in seguito alla sottomissione degli Arroni al Ducato di Spoleto, avvenuta nel 1229, gli uomini di Arrone lo riscattarono, trasformandolo da Signoria a Comune nel 1347. Molto piรน tardi invece, nel 1860, Arrone entra far parte del Regno dโ€™Italia e il capitano garibaldino Gaetano Turchetti passa alla storia come il primo sindaco del paese.
La sua struttura abitativa รจ composta da due nuclei antichi – La Terra e Santa Maria – e da uno periferico nella zona pianeggiante, di piรน recente insediamento. La Terra, nucleo primordiale e Castello di Arrone, racchiude tra le mura antiche la chiesa gotica di San Giovanni Battista – patrono del borgo – protagonista di un recente restauro che ha coinvolto lโ€™abside poligonale, la torre campanaria e gli affreschi quattrocenteschi, che risentono dellโ€™influenza di Filippo Lippi. Concorre al recupero del patrimonio di questo castello di poggio anche lโ€™installazione di sensori Bluetooth per lโ€™app Visit Arrone.

 

Lโ€™app Visit Arrone

 

Collega i due antichi borghi lโ€™arco dโ€™ispirazione gotica della Porta di San Giovanni; tra i vicoli stretti, fuori le mura del castello, si scorgono altre testimonianze del passato, come quelle in via del Vicinato: la chiesa di Santa Maria Assunta, costruita nel XV secolo con portone risalente al 1493, il medievale campanile civico, con sei arcate e quattro campane e la torre degli olivi a base quadrata, costruita durante la dominazione longobarda e ornata da un ulivo cresciutovi spontaneamente.

 

Chiesa di San Valentino, Casteldilago

Casteldilago, il borgo di San Valentino

Nel borgo della frazione di Casteldilago, nei pressi di un lago scomparso, imperdibile รจ la chiesa di San Valentino, che, addossata sulla parete rocciosa su cui poggia il paese, corona uno sperone posto alla sommitร  della cinta muraria; la chiesa parrocchiale, che onora il Santo martire ternano รจ stata edificata come pieve durante la stagione del Ducato longobardo di Spoleto tra il VII e VIII secolo. Allโ€™interno โ€“ sulla parete sinistra โ€“ รจ collocata la statua di San Valentino che tiene in mano un modellino di Casteldilago. Fuori dalle mura del borgo รจ la chiesa di San Nicola a catturare lโ€™attenzione con i suoi affreschi cinquecenteschi realizzati dalla scuola di Giovanni Di Pietro, noto come Lo Spagna; oltre al Museo della Ceramica, nato in seguito al rinvenimento, allโ€™interno di unโ€™antica cisterna, di numerosi oggetti di uso comune.

 

Parco fluviale del Nera

 

Unโ€™ultima imperdibile tappa รจ il Santuario della Madonna dello Scoglio del XVI secolo: eretto su un costone a strapiombo intorno a unโ€™immagine della Madonna dipinta su roccia, รจ raggiungibile grazie a un percorso panoramico che offre una splendida vista sulla Valnerina. Tra gli eventi piรน sentiti, la Rassegna dโ€™Arte Contemporanea, Terra in Fiore, La Terra sotto le stelle, la Fiaccolata in canoa sul Nera (6 gennaio), la Processione della Madonna dello Scoglio e la Sagra dellโ€™Acquacotta, in onore della Festa di San Giovanni Battista (24 giugno).
Arrone รจ anche una meraviglia naturale, dove le acque che sgorgano ovunque dalla roccia sedimentaria danno vita a fiumi, a laghi e alla Cascata delle Marmore – la seconda piรน alta in Italia – inserita nel Parco fluviale del Nera, che offre anche numerose attivitร : escursioni in bicicletta, trekking, arrampicata su roccia, discesa del fiume in canoa e divertimento nel Parco Avventura. A conclusione di unโ€™emozionante esperienza nel Parco, perchรฉ non provare i meravigliosi prodotti tipici della zona di Arrone? Lโ€™olio extravergine dโ€™oliva, il tartufo, il formaggio pecorino e la norcineria della Valnerina, ma anche frutti di bosco, miele e le specie ittiche di acqua dolce – come trote e gamberi – prodotti principi di piatti tipici quali il brodetto di gamberi, ciriole con filetti di trota e tartufo nero e tagliolini ai gamberi di fiume.

Un circo itinerante per le vie di Terni, uno spettacolo teatrale, un cortometraggio in due lingue e tanti eventi. La cittร  celebra San Valentino in diverse forme sotto la guida artistica dellโ€™attore e autore ternano Stefano de Majo.

Il Circo dellโ€™Amore รจ un corteo di artisti che, attraverso differenti discipline – dalla danza aerea alla giocoleria, dalla street band jazz alla clowneria โ€“ ha animato nei giorni scorsi le vie di Terni narrando, come degli antichi cantastorie pop, le vicende del Patrono. Oggi, 14 febbraio, il tutto si arricchisce con unโ€™esibizione teatrale e la proiezione del cortometraggio (entrambi anche in lingua inglese) su San Valentino e la sua Valle Incantata.

 

The Enchanted Valley of Saint Valentine

Il cortometraggio scritto, diretto e interpretato da Stefano de Majo – prodotto da Teatro Acciaio, con il contributo dellโ€™associazione Teatro Acciaio e Associazione Claudio Conti e il patrocinio del Comune di Terni – racconta le vicende di San Valentino e ripercorre, in un immaginifico viaggio nel tempo e nello spazio, lโ€™intera storia degli antichi Umbri Naharki che vissero nel territorio ternano prima degli Etruschi e dei Romani. Infatti, ancor prima di Valentino in questa terra giร  si respirava lโ€™amore grazie al Ver Sacrum – la primavera sacra – ovvero lโ€™istituto migratorio che spingeva le giovani coppie di innamorati, dedite allโ€™agricoltura e allโ€™allevamento, a mettersi in cammino verso nuove terre da coltivare. Questo permise al popolo degli Umbri di estendersi nel segno dellโ€™amore e della pace, senza far uso di armi, fino al Po e al Mare Adriatico, formando la cosiddetta Grande Umbria, come attestano autori come Scilace e Strabone, Dionigi dโ€™Alicarnasso e Plino il Vecchio.
Il corto racconta anche la vita del Santo protettore degli innamorati che nacque a Terni: la leggenda vuole che avesse unito in matrimonio un soldato romano pagano di nome Sabino a una giovane cristiana ternana chiamata Serapia. Lโ€™unione tra i due giovani di religione diversa fu osteggiata dalle rispettive famiglie e punita dallโ€™imperatore Aureliano, che sentenziรฒ la condanna a morte del vescovo ternano.
La storia sembra anticipare di mille anni quella di Giulietta e Romeo di Shakespeare e richiama altre due figure di innamorati, Piramo e Tisbe, resi eterni dalla letteratura classica dei Greci prima e poi attraverso i versi in latino di Ovidio.
Con questa narrazione della durata di 12 minuti non vuole solo recuperare la storia del personaggio religioso, che fu un uomo di grande cultura del suo tempo, ma anche renderlo un moderno veicolo di in coming turistico del territorio ternano.

 

Tante le ispirazioni

Nella ricostruzione del Santo Valentino, nella doppia versione cinematografico e circense teatrale, di de Majo – reso in versione pop nel suo Circo dellโ€™Amore cosรฌ come nel cortometraggio – si fondono le vicende autentiche e sacrali del martire e la tradizione letteraria anglosassone, di Geoffrey Chaucer e Shakespeare, ma anche riferimenti a Edgar Allan Poe con le Valentine, cartoline dโ€™amore che hanno contribuito a fare del santo umbro il protettore degli innamorati nel mondo. Non mancano anche riferimenti allโ€™Amor Cortese o ai celebri versi di Dante per Beatrice, cosรฌ come le libere rivisitazioni di autori contemporanei come quella del romanzo di Arnaldo Casali dal titolo La Rosa di Valentino.

Stefano de Majo nelle vesti di Valentino

In questo passo del testo teatrale e cinematografico di Stefano de Majo si fa riferimento ai due elementi tipici di Valentino, il vento e la rosa: infatti la leggenda vuole che un vento si levi ogni 14 febbraio nel ricordo della sua decapitazione, mentre la rosa รจ da ricondursi al fiore con cui Valentino omaggiรฒ Sabino e Serapia ammonendoli di averne cura e di farne un simbolo del loro amore.

ยซโ€ฆPrendete questa rosa, essa รจ il simbolo del vostro amore. Tenetela insieme con le vostre mani, in modo da restare uniti attraverso di lei. E abbiatene cura e guardatela sempre. Non guardate voi stessi ma la vostra rosa. Perchรฉ lโ€™amore non รจ guardarsi lโ€™un lโ€™altro ma tutti e due nella stessa direzione. E non stringetela troppo o la soffocherete, nรฉ troppo poco o la perderete. Cosรฌ รจ lโ€™amore, come la vostra rosa. Rendetela forte come la pietra, in modo che non appassisca mai, proprio come le rose del deserto. Avete presente le rose del deserto? Sono fatte di minuscoli granelli di sabbia mossi da tempestosi venti. I venti nel deserto possono accecarvi con la sabbia fino a farvi smarrire la strada. Ma se saprete restare uniti non vi perderete mai e saranno proprio quegli stessi venti a rendervi forti come pietra, come le rose del deserto, che non appassiscono mai e durano in eternoยป.

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