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Presso la sede ICE di New York, si รจ svolto lโ€™incontro organizzato dalla delegazione CIM (Confederazione Italiani nel Mondo) occasione in cui si รจ parlato di temi legati al mondo degli italiani che risiedono negli Stati Uniti e anche dei Borghi italiani in via di spopolamento.

Eleonora Pieroni

Fiorello Primi presidente dellโ€™associazione Borghi piรน belli dโ€™Italia, ha presentato la guida dei borghi in lingua inglese che lo scorso 17 gennaio รจ stata presentata alla Camera dei Deputati a Roma. Eleonora Pieroni delegata per la CIM per il Turismo delle radici a New York, giร  Ambasciatrice del Made in Italy e della cultura italiana รจ stata nominata Ambasciatrice dei borghi piรน belli dโ€™Italia nel mondo.

La CIM presieduta da A. Solazzo, ha sede a Roma ha delegazioni nei principali Paesi e si occupa da trentโ€™anni degli italiani allโ€™estero. Rappresenta una grande costellazione di 80 milioni di italiani nel mondo compresi quelli di seconda e terza generazione.

Molti borghi in via di spopolamento sono oggetto di attenzioni da parte di sindaci e del Governo al fine di provare a invertire la tendenza e a favorire un ripopolamento. Il governo ha stanziato fondi a favore delle aree interne, molti sindaci propongono case ad un euro, piuttosto che fitti agevolati. Con lโ€™iniziativa di New York si prova ad aprire un nuovo fronte: quello degli investitori internazionali al fine di sostenere questo grande progetto sociale. Nei prossimi mesi infatti, sono previsti eventi di promozione dei Borghi dโ€™Italia nella nostra nazione ma anche in Europa, a New York e in altre principali cittร  del mondo.

I Borghi dโ€™Italia e il Turismo delle radici, al quale la Farnesina sta dedicando risorse, meritano grandi attenzioni e saranno il fiore allโ€™occhiello del turismo Made in Italy negli anni avvenire.

La โ€œplatea comunisโ€ di Bevagna: le tre chiese, il palazzo, il pozzo, la fontana. I racconti.

Negli anni, nei secoli, la platea comunis ha cambiato tante volte il suo aspetto, conservando sempre il suo fascino. Di essa, nel corso di tutti questi anni hanno scritto storici (locali e non), medievisti e giornalisti (locali e non) celebrandone l’architettura e raccontandone la storia. Di essa, nel corso di tutti questi anni, abilissimi fotografi hanno raccontato e documentato con immagini bellissime le differenti facce. Il testo vuole essere una raccolta, seppur incompleta, di tutto ciรฒ. Il Palazzo dei Consoli conserva quasi del tutto il suo aspetto duecentesco, notevole sia per i due ordini di belle bifore ancora quasi romaniche, che si stagliano nella massa dei solidi muri di travertino, sia per lโ€™ampia scalinata, sia per il robusto loggiato del piano terreno, che รจ a due navate su grossi pilastri e volte a costoloni. La costruzione รจ probabilmente dovuta allo stesso Maestro Prode che si suppone autore del Palazzo Pubblico di Spello. Lโ€™interno, giร  ormai privo di ogni valore dโ€™arte, nel 1886 fu ridotto a teatro, e cosรฌ si conserva tuttora. Come a Spello, anche qui รจ ben visibile lโ€™antico ingresso alla sala delle adunanze, al piano sopraelevato, e non รจ irragionevole supporre che la scala originale avesse un orientamento perpendicolare a quello attuale, e presentasse cioรจ il fianco alla piazza, anzichรฉ la fronte. Lโ€™arco a volta che potrebbe averla sostenuta, poteva cosรฌ dare lโ€™impressione di un prolungamento del portico. Lโ€™edificio รจ stato recentemente restaurato ed รจ stato, cosรฌ, felicemente privato della torre campanaria, che ne alterava il carattere originario.

 

Palazzo dei Consoli

 

Maria Caterina Faina, I palazzi comunali umbri. Arnoldo Mondadori Editore, 1957

Ed eccoci in Piazza Umberto I, eccoci a quello che potrebbe chiamarsi il centro artistico di Bevagna, formato da alcuni monumenti degni della massima considerazione. Cominceremo per ordine dalla chiesa e dal convento dei SS. Domenico e Giacomo, dove sorgeva la chiesa di S. Giorgio, che nel 1291 fu ceduta dal Comune al b. Giacomo Bianconi pel suo convento domenicano, e circa un secolo dopo la sua morte gli sโ€™intitolรฒ, incorporandola allโ€™attuale, rimodernata nel 1736. A pochi passi sorge il Palazzo dei Consoli, che allโ€™esterno si mantiene ancora quasi in atto nella solida e uniforme massa dei suoi muri costrutti a piccoli conci di travertino e coi due piani regolarmente accusati da piccole bifore quasi ancora romaniche, e in basso una loggia ad archi acuti e volte a crociera con pesantissime nervature. Lโ€™interno, che aveva giร  perduto quasi ogni valore artistico, nel 1886 fu ridotto a teatro, intitolato dal Torti, che ha dato anche argomento al sipario in cui Domenico Bruschi di Perugia, cercando di superare come meglio poteva le difficoltร  di un tema arido e sfatato dalla critica, ha rappresentato Properzio che addita a esso Torti, come sua patria, Bevagna figurata nei suoi antichi monumenti. Ma affrettiamoci a visitare il piรน insigne monumento dโ€™arte che oggi possegga Bevagna; cioรจ la tanto notevole sebbene forse non abbastanza nota Basilica di S. Silvestro, fortunatamente sfuggita al pericolo che verso il 1870 la minacciava per un malinteso disegno di allargamento della piazza. Essa, quantunque lasciata da troppo tempo in cattivissime condizioni, รจ una delle poche chiese del sec. XII che si conservino nella originaria integritร , non avendo subito che qualche modificazione di nessun conto, e ci offre perciรฒ, come nessunโ€™altra, il tipo semplice e severo della basilica romanica umbra, derivante, specie nella disposizione interna, della basilica paleocristiana. E lโ€™autore di questa opera? Si guardi nello stipite della porta, a destra, e si leggerร  unโ€™importante iscrizione dalla quale possiamo ricavare la data 1195, regnante Enrico Imperatore; i committenti, cioรจ il priore Diotisalvi e i suoi frati, e lโ€™autore maestro Binello. Di rimpetto a questa chiesa sorge lโ€™altra, pure interessantissima e quasi gemella, di S. Michele Arcangelo, dovuta, come si legge nello stipite di sinistra, allo stesso Binello, questa volta insieme con un Rodolfo, tuttโ€™e due certamente della scuola classica di marmorari umbri, se no forse anche della stessa Bevagna, poichรฉ non si conoscono altre fabbriche o sculture da essi firmate. Questa facciata di S. Michele รจ volta a oriente, e si mantiene, come in antico, di forma semplice e severa, da farla sembrare, come lโ€™altra, piuttosto una fortezza che una chiesa; ma รจ guasta da un orrendo finestrone del sec. XVIII. Lโ€™alto campanile fu rifatto posteriormente.

 

Giulio Urbini, Spello Bevagna Montefalco 1913 (ristampa anastatica a cura dellโ€™Associazione Orfini Numeister 1997)

Bevagna รจ riuscita a conservare di sรฉ quella parte che รจ sufficiente a fare di essa una delle cittร  minime fra le piรน suggestive e caratterizzate di tutta lโ€™Umbria. La sua piazza centrale – piazza della Libertร  – ha conservato quasi intatto il suo aspetto medioevale. La sua stramba asimmetria da movimento ai severi e massicci edifici monumentali che la costituiscono. Due magnifiche chiese romaniche del XII secolo, S. Michele, con il suo alto e massiccio campanile a cuspide, S. Silvestro, bassa e primitiva, dโ€™una primitivitร  che fa pensare a certi arcaici suggelli di lontana nobiltร , specchiano lโ€™una sullโ€™altra la pietrositร  delle loro severe facciate. Fra lโ€™una e lโ€™altra, viene a porsi di sghembo il gotico Palazzo dei Consoli, con la sua scala esterna ampia e solenne, e il suo loggiato poggiante su grossi pilastri, che reggono i costoloni delle volte.

 

Averardo Montesperelli, Viaggio in Umbria, Natale Simonelli Editore, II Edizione 1978

Il centro rappresentativo della cittร  รจ comunque in piazza Silvestri. Si tratta di una delle piรน belle piazze dellโ€™Umbria minore, tanto che viene spontaneo chiedersi perchรฉ minore abbia ad essere, se non per la superficialitร  con la quale vengono diretti, e piรน ancor guidati, i flussi turistici. Sulla piazza si affacciano due chiese romaniche e il palazzo dei Consoli. Di lato, una fontana ottagonale ricostruita nellโ€™Ottocento sullโ€™esempio di quella perugina di Fonte Maggiore, rappresenta lโ€™unico, e in fondo inutile, falso di tutta Bevagna. Il palazzo dei Consoli fu la storica sede del Comune, e tale sarebbe rimasto se un terremoto agli inizi del secolo scorso non avesse consigliato il trasferimento alla sede attuale. Cosรฌ, con scelta obbligata ma in fondo felice, il palazzo prese a ospitare il teatro, composto da quattro serie di graziosissimi palchi ottocenteschi, e i soffitti affrescati dal solito Piervittori. La singolaritร  del palazzo, che nella sua struttura di base risale al 1270, consiste nellโ€™essere obliquo rispetto ai fronti delle chiese. Di fianco allโ€™edificio dei Consoli รจ la basilica romanica di San Silvestro, che risale, come da iscrizione sulla facciata, al 1195. La chiesa rischiรฒ, nel 1870, in un clima di folle euforia anticlericale, di essere sacrificata allโ€™ampliamento della piazza. Il suo aspetto attuale รจ dovuto ai restauri fatti nel 1953 dalla Soprintendenza dellโ€™Umbria, e lโ€™impatto complessivo รจ di altissima emotivitร . Di fronte, dallโ€™altra parte della piazza, รจ invece la chiesa collegiata di San Michele Arcangelo. In origine, annesso allโ€™edificio, era un convento, e nel secolo XVIII lโ€™edificio tutto fu trasformato secondo il gusto barocco, tanto che sulla facciata fu aperta una finestra lobata, ribassando il rosone preesistente. Allโ€™interno e nella cripta, le colonne e le strutture vennero ricoperte di stucchi. Con gli opportuni restauri del 1953 le strutture barocche sono state rimosse e ancor oggi, soprattutto sulla facciata, รจ possibile cogliere lโ€™entitร  dellโ€™intervento.

 

Maurizio Naldini, Bevagna, in Umbria minore, Silvana Editoriale 1990

Bevagna fu tra le prime cittร  dellโ€™Umbria a far sorgere, entro le proprie mura, due magnifiche chiese di stile romanico. Lโ€™erezione di San Silvestro nel 1195 e, subito dopo, quella di Santโ€™Angelo – detta in seguito San Michele – non sono solo manifestazione di fervore religioso, ma espressione di benessere cittadino e indice sicuro di quella piena maturitร  intellettuale e morale che spinge la cittร , concorde almeno in ciรฒ, in tutti i suoi ceti e in tutte le sue frazioni, verso manifestazioni non dubbie di arte e bellezza. Che le due insigni opere di Binello e di Rodolfo fossero poi integrate da espressioni complementari di arte decorativa, in tutto degne del fasto architettonico del monumento al quale aderivano, non รจ fatto sul quale possa sorgere il dubbio. Qualche traccia che rimane e qualche frammentaria indicazione, riapparsa dalle deformanti soprastrutture seicentesche, lasciano logicamente presumere che anche a Bevagna giungesse, a gradi, lโ€™opera meravigliosa di quei pittori e di quei marmorar, che sembrarono prescegliere questa vecchia Umbria quale culla delle piรน squisite manifestazioni dellโ€™arte.

Giulio Spetia, Studio su Bevagna, Roma 1972

Si risale alla piazza Filippo Silvestri; a s. รจ il Palazzo dei Consoli. Bevagna era amministrata da quattro consoli; il primo scelto dal ceto nobile, il secondo era scelto dal ceto civile o mercantile, il terzo dagli artigiani e il quarto dal contado. I consoli, che sono ricordati fino dal 1187, venivano estratti a sorte ogni due mesi. Il palazzo era la sede della magistratura; al 1ยฐ piano era lโ€™abitazione del Governatore, lโ€™altro era invece destinato ai consoli; nel palazzo erano ospitati anche lโ€™archivio pubblico e le carceri. La facciata che prospetta la chiesa dei SS. Domenico e Giacomo รจ caratterizzata da un grande scalone che dร  accesso al primo piano per mezzo di una porta con arco terminale a sesto acuto; sulla destra รจ un arco di travertino ora richiuso che era evidente un accesso piรน antico del palazzo, il che comportava un diverso orientamento della scala. Lโ€™architettura del palazzo รจ forse da attribuire allo stesso maestro Prode che nel 1270 costruรฌ quello di Spello. Lโ€™interno ospita dal 1886 il Teatro Torti. Tra il palazzo dei Consoli e la chiesa di S. Silvestro รจ un voltone costruito nel 1560 ripristinato nel 1936, per consentire ai Consoli di trasferirsi nella chiesa ad ascoltare la Messa. Lโ€™atto di nascita della chiesa di S. Silvestro รจ nellโ€™iscrizione che si legge a lato della porta: ยซNellโ€™anno del Signore 1195, regnando lโ€™imperatore Arrigo VI; il priore Diotisalvi e i suoi frati e il maestro Binello vivano in Cristo. Cosรฌ siaยป. La chiesa aveva annesso un convento; Binello ne รจ il costruttore; il suo nome riappare con quello di Rodolfo nella facciata di S. Michele. La chiesa di S. Michela Arcangelo รจ la chiesa principale della cittร . Fu costruita nel sec. XII o nei primi anni del successivo; era detta nel โ€˜300 S. Angelo e aveva annesso un monastero; nel 1620 divenne collegiata con un priore, un proposto, 12 canonici,4 prebendati e due cappellani. Nel 166 fu restaurata; nuovi restauri subรฌ nel 1741 e nel 1834 dopo il terremoto del 1832. Fu ripristinata tra il 1951 e il 1957 dalla Soprintendenza ai Monumenti di Perugia eliminando le sovrastrutture del sec. XVIII.

 

Carlo Pietrangeli, Guida di Bevagna, Terza Edizione 1983

Ecco la piazza, centro della cittร  medievale. Prima di dilatarsi nella suggestione della grande apertura urbana, il corso conduce il visitatore verso la bellezza del complesso architettonico della chiesa dei Santi Domenico e Giacomo. Essa sorge sul precedente oratorio di San Giorgio, concesso nel 1291 a titolo gratuito dal Comune, al beato Giacomo Bianconi (1220-1301). Intitolata dapprima a San Giorgio, ha ricevuto nel 1387 il nome attuale. Di lร , si รจ sotto il duecentesco Palazzo dei Consoli, maestoso e in disarmonia affascinante con gli altri edifici della piazza bellissima. In questo palazzo quattro consoli amministravano la cittร , e nello stesso edificio avevano sede le carceri, lโ€™archivio e il Consiglio di Credenza, composto da sessanta cittadini. Un voltone del 1560 unisce il Palazzo dei Consoli alla chiesa di S. Silvestro, gemma del romanico in Umbria. Lo scenario รจ quello imperiale del Ducato di Spoleto e i costruttori sono probabilmente gli stessi che edificarono altre chiese di analogo aspetto nel territorio spoletino. A destra, era come a San Giuliano di Spoleto, un campanile, in corrispondenza del quale si segnala, allโ€™interno, un grosso pilastro invece della colonna, mentre la parte superiore della facciata, in travertino e pietra bianca e rosa del Subasio, รจ incompiuta.

 

Antonio Carlo Ponti, Bevagna, Fabrizio Fabbri Editore 2011

Si leva il sipario su una delle piazze piรน suggestive dellโ€™Umbria. Sorda ai biasimi del nostro tempo, questa piazza รจ e rimane la copula genitrice della cittร  medievale, il punto nevralgico di due contrapposte entitร , laica da un lato e religiosa dallโ€™altro. Piรน che essere vista, questa piazza deve essere sentita lungo il pulsare di emozioni che ricompongono lโ€™essenza. Epica, onirica, metafisica piรน di tutte le metafisiche piazze dechirichiane e ciรฒ nonostante vera, concreta, quasi tangibile. Il suo spazio soggiace a una nuova armonia, dove il presente non รจ che un eco sfuggente e il tempo si ferma, avvolto su sรฉ stesso, tra i fastigi di un paesaggio la cui irripetibilitร  sta nellโ€™ordine imprevisto e anarcoide delle architetture. In questโ€™ordine-disordine due icone si fronteggiano e si contendono il primato in austeritร  e bellezza: sono le chiese di Santโ€™Angelo, poi detta di San Michele, e San Silvestro. La scenografia della piazza, infine, รจ resa assoluta dalla Fontana, con la quale nel 1889 si preferรฌ sostituire una cisterna ottagonale. Volgendo le spalle a corso Matteotti, il duomo si erge alla nostra destra, diritto e maestoso al pari di un mastio, costruito sopra lโ€™oratorio della Madonna della Confessione da due sapienti edificatori: Rodolfo e Binello. Nel Trecento alla prima fabbrica si addossa un monastero, mentre nel 1465 il priore, poi cardinale, Bernardo Eroli rifece a sue spese il soffitto, definitivamente compromesso nella concezione originaria dagli interventi settecenteschi. Con il suo richiamo allโ€™essenzialitร , San Silvestro รจ una delle visioni piรน carismatiche ed evocative del romanico umbro e, nonostante la sua posizione di sghembo, senza piรน Oriente nรฉ Occidente, lo svolgimento del significato escatologico resta illeso, tutto contenuto nella purezza della forma architettonica. Il 1195 รจ lโ€™anno della consacrazione, murato alla destra del portale insieme ai nomi del committente Diotisalvi e del maestro Binello, la cui dottrina e severitร  dโ€™intenti si attua sulla superficie piana della facciata, sbocconcellata in alto a causa della sua incompiutezza. Questo capolavoro รจ ancor piรน degno dโ€™ammirazione se pensiamo ai fiumi di parole, scritte per mano dellโ€™incompetenza, che avrebbero dovuto deliberare la sepoltura della fabbrica. La vera minaccia arriva nel 1860 dal sindaco Agostino Mattoli, che in una missiva al soprintendente di Belle Arti di Perugia argomenta cosรฌ le ragioni della demolizione: ยซrifabbricare la Chiesa sarebbe opera troppo costosa e inutile nella considerazione che sulla Pubblica Piazza a pochi metri di distanza ve ne sono altre due; con ciรฒ si otterrebbe di allargare la Piazza, chโ€™รจ piccolaยป. Ma la risoluzione tarda a venire e nonostante in un documento del 1871 si trova scritto che la chiesa รจ destinata ยซper uso deposito foraggi e combustibiliยป, di lรฌ a poco, possiamo esser certi del suo definitivo riscatto per ordine del ministero della Pubblica istruzione. Il Palazzo dei Consoli concede ben poco alle leziosaggini dellโ€™invenzione, preferendo una costituzione robusta, di pianta pressโ€™a poco quadrata e disposta di sguincio, in modo tale da offrire un duplice prospetto: lโ€™uno verso San Domenico, lโ€™altro verso San Silvestro. Lโ€™edificio ha qualcosa di aggressivo e qualcosa di titanico, in particolare nella grande scala che, nonostante in origine avesse proporzioni e orientamento diversi, a vederla oggi suggerisce una tensione superomistica e, come una caduta verso lโ€™alto, si inerpica fino ad un portale a sesto acuto. Lโ€™eloquio teologico, cominciato in San Michele e San Silvestro, continua a un secolo di distanza nella chiesa di San Domenico. Lโ€™impresa ebbe inizio nel 1291, quando Giacomo bianconi ottenne dal Comune questo naufrago lembo di cittร  e, con unโ€™energia che non gli fece mai difetto, trasformรฒ il piccolo oratorio di San Giorgio in unโ€™oasi del monachesimo domenicano.

 


Continua…

A circa 10 chilometri dalla cittร  di Spoleto, sorge il piccolo borgo di Campello sul Clitunno. Il comune comprende tredici piccole frazioni, anche se con il toponimo Campello sul Clitunno si identificano soltanto due di esse, Campello Alto e Campello Basso.

Il nome deriverebbe dal barone di Borgogna, Rovero di Champeaux che, attorno al X secolo, governรฒ il feudo e fece erigere un castello, attorno al quale si sviluppa il borgo fortificato oggi denominato Campello Alto e abitato da poco piรน di cinquanta persone. Dellโ€™antico castello rimangono le mura esterne e la porta dโ€™ingresso, di fronte alla quale รจ situata la Chiesa di San Donato. Originaria del XVI secolo, venne ristrutturata piรน volte nel corso dei secoli e attualmente ospita un bellโ€™altare ligneo di epoca barocca. Il campanile della chiesa รจ stato ricavato da una torre medievale dellโ€™antico castello. Allโ€™interno di Campello Alto sono anche presenti il Palazzo Comunale e il complesso monastico dei Barnabiti, nel quale รจ custodito anche un affresco giottesco che raffigura la Crocifissione e i Santi.

 

Foto di Enrico Mezzasoma

 

La parte bassa di Campello, nella quale ha sede lโ€™amministrazione comunale, รจ denominata La Bianca a causa della presenza di unโ€™edicola votiva rappresentante una Madonna col Bambino, talmente chiara e bionda da essere soprannominata appunto la bianca. Il luogo piรน importante della frazione รจ il Santuario della Madonna della Bianca. Il progetto di costruzione venne avviato nel 1516 e aveva lo scopo di ospitare lโ€™omonima edicola. La chiesa a croce latina, affiancata nel 1638 da una torre campanaria, presenta una facciata a spioventi divisa da quattro lesene verticali al cui centro sorge un semplice portale sormontato da una finestra circolare. Lโ€™interno, a una sola navata con copertura a cupola, รจ decorato con importanti affreschi e tele di artisti cinquecenteschi.

Nei dintorni vi รจ il Castello di Pissignano, che sorge nellโ€™omonima frazione comunale. Il nome, che deriva dal latino Pissinianium ovvero piscina di Giano, testimonia lโ€™antico dominio romano sulla zona. A causa della particolare morfologia del territorio, il castello si presenta con mura perimetrali a forma triangolare e con case disposte a terrazzamento. Tra le numerose torri medievali, una, a forma pentagonale, รจ stata trasformata nel campanile della chiesa di San Benedetto. Attualmente sconsacrata e di proprietร  privata, era originariamente parte di un complesso architettonico benedettino. Lโ€™interno รจ decorato con numerosi affreschi, alcuni attribuiti a Fabio Angelucci da Mevale.

 

Tempietto sul Clitunno

 

Da non perdere assolutamente le Fonti del fiume Clitunno. Le sorgenti sono senza dubbio il luogo piรน suggestivo e rinomato di Campello sul Clitunno, alle quali numerosi poeti, come Virgilio e Giosuรจ Carducci, hanno dedicato delle magnifiche composizioni. Dalle fonti, create da sorgenti sotterranee che fuoriescono dalle rocce, si รจ formato uno splendido laghetto con limpide acque di colore smeraldo, nel quale sono presenti numerose specie e piante acquatiche. La struttura del parco oggi visibile, risale al XIX secolo, e venne costruita in seguito alla volontร  di Paolo Campello della Spina di ridonare alla fonte lโ€™antico splendore. Attualmente il parco si presenta come un luogo perfetto per gli amanti della natura che possono immergersi in sentieri tra salici piangenti e pioppi cipressini che donano allโ€™area una sensazione di pace e tranquillitร . Nei pressi delle fonti vi รจ il Tempietto sul Clitunno. Edificato nel V secolo sopra un preesistente santuario dedicato alla divinitร  fluviale Clitunno, รจ, in realtร , una piccola chiesa a forma di tempietto dedicata al culto di San Salvatore. La struttura rimanda allo stile classico di un tempio prostilo, tetrastilo, in antis, costruito su di un basamento e con colonne corinzie tutte diverse lโ€™una dallโ€™altra. Allโ€™interno vi รจ la cella, coperta da una volta a botte, che culmina con unโ€™abside affrescata. Gli affreschi, risalenti al VII secolo, raffigurano San Salvatore, benedicente a mezzo busto con un libro gemmato, e, ai lati, i Santi Pietro e Paolo. Dal 2011 il Tempietto sul Clitunno fa parte del sito seriale inserito nella lista dei patrimoni dellโ€™umanitร  dellโ€™Unesco I Longobardi in Italia: i luoghi del potere (568-744 d.C.) che comprende sette localitร  in cui sono custoditi beni artistico-monumentali di epoca longobarda.

Curiositร : Campello sul Clitunno fa parte dellโ€™Associazione Nazionale Cittร  dellโ€™olio ed รจ tra i migliori comuni italiani per la qualitร  della produzione di olio extravergine dโ€™oliva.

 


Per saperne di piรน

ยซIl settore turistico รจ in prima linea come beneficiario dellโ€™intelligenza artificiale. Basti pensare a quanto sia determinante soddisfare le aspettative del cliente e le potenzialitร  che potrebbero emergere da guide virtuali completamente immersiveยป.

ยซChissร  come Picasso rappresenterebbe la mia cittร  natale? Cosรฌ รจ nata Umbria Ecologia Artificiale โ€“ tuttora in fase di completamento – che prevede immagini di paesaggi umbri mozzafiato usciti fuori dalle mente piรน geniali dellโ€™arte europea, da Leonardo Da Vinci a Pablo Picassoยป. Il progetto รจ nato dalla mente di Andrea Martina Tiberi, designer, nativa di Orvieto ma che vive e lavora a Londra come docente universitaria e ricercatrice in Tecnologie Emergenti dellโ€™Architettura alla London South Bank University. Ci ha spiegato la sua idea e la sua utilitร  per rilanciare il turismo dellโ€™Umbria.

 

Andrea Martina Tiberi, Architetto

Dottoressa, cosa sโ€™intende per intelligenza artificiale applicata allโ€™arte?

Parlando di intelligenza artificiale spesso ci immaginiamo robot e complicati sistemi informatici lontani dalla nostra vita quotidiana In realtร , questo mondo di algoritmi e funzioni รจ parte integrante della nostra routine, basta pensare ai social network e ai sensori di alcune automobili per parcheggiare. Non basterebbe un libro per esplorare il significato di intelligenza artificiale applicata allโ€™arte, ma piรน comunemente lo possiamo intendere come il risultato di unโ€™operazione informatica da parte di un algoritmo addestrato a produrre oggetti o immagini estraendo dati da un database secondo parametri predefiniti. Tutto questo si puรฒ riassumere in un atto di co-creazione tra artista e computazione. Tuttavia, la mia percezione sullโ€™argomento รจ che, alludendo allโ€™intelligenza artificiale, siamo combattuti tra il desiderio di scoprirne il potenziale e la paura di essere sopraffatti da uno strumento che potremmo non sapere utilizzare.

Comโ€™รจ nata lโ€™idea di Umbria Ecologia Artificiale?

Lโ€™idea รจ nata in maniera del tutto casuale. Il mio lavoro richiede un ricircolo continuo di idee e narrazioni e, quando mi confronto con un nuovo progetto, cerco ispirazione nelle gallerie dโ€™arte londinesi. Mi ritrovai cosรฌ di fronte al dipinto di Turner View of Orvieto, esposto alla Tate Britain. ยซChissร  come Picasso rappresenterebbe la mia cittร  natale?ยป, mi sono chiesta. Cosรฌ รจ nata Umbria Ecologia Artificiale โ€“ tuttโ€™ora in fase di completamento – che prevede immagini di paesaggi umbri mozzafiato usciti fuori dalle mente piรน geniali dellโ€™arte europea, da Leonardo Da Vinci a Pablo Picasso. Nei giorni successivi, la mia mente era completamente assorbita dal pensiero di co-creare un qualcosa di inimmaginabile e, incuriosita dallโ€™incredibile potenziale, ho incominciato immediatamente a sperimentare con i miei dati. In poco tempo ho costruito un archivio di immagini generate algoritmicamente dei miei progetti precedenti e questo mi ha dato modo di conoscere il comportamento dellโ€™algoritmo e quindi di indirizzare al meglio le istruzioni per raggiungere il risultato che desideravo. Devo ammettere che il prodotto ha quasi sempre superato ogni aspettativa e non ne sono lโ€™unica artefice. Questa opera รจ un atto di co-creazione tra grandi menti e un algoritmo, io lโ€™ho solamente eseguita.

Come puรฒ intervenire concretamente questo tipo di intelligenza artificiale nei borghi umbri?

Siamo in un momento storico delicato nel quale gli architetti sono obbligati a tenere conto dellโ€™impatto ambientale di un progetto. Questa tecnologia puรฒ soddisfare allo stesso tempo requisiti ambientali, funzionali ed estetici offrendoci una visione della soluzione ottimale ai requisiti di progetto. Per fare un esempio, la rigenerazione della Caserma Piave di Orvieto richiederebbe un processo di sviluppo organico invece che di assemblaggio meccanico. In questo, interrogare un algoritmo che si รจ nutrito precedentemente di tutte le informazioni utili per implementare la vivibilitร  e la sostenibilitร  dei luoghi, รจ sicuramente un carattere determinante nel successo del progetto di riqualificazione. In un futuro non molto lontano, avremo a disposizione un modello informatico che analizzerร  la situazione urbana, identificherร  i problemi legati a luogo e relazioni, e proporrร  possibili soluzioni. Oggi, la psicologia ambientale รจ dettata da Evidence Based Design – Progettazione sulla Base di Evidenze – ed รจ il futuro della pianificazione urbana sostenibile. Quando si hanno determinati gruppi di dati, che siano demografici, topologici e economici, รจ possibile fare delle predizioni e dei calcoli in tempi cosรฌ brevi che il cervello umano non puรฒ biologicamente sostenere. Questi dati servono per costruire una solida validitร  del progetto, in quanto la metodologia utilizzata รจ sistematica e giร  testata. Nel mio caso siamo ben lontani dal proporre un progetto di questo genere a 360 gradi: lโ€™utilizzo di un programma che crea immagini da descrizioni ha una valenza prettamente concettuale ed estetica.

 

Orvieto top view Picasso Style

Quali sono i borghi umbri che si prestano meglio per questo progetto?

Sicuramente i borghi che hanno delle aree in disuso beneficerebbero di una tecnologia di questo genere. Il fattore determinante รจ porre allโ€™algoritmo le giuste domande. Come ogni cosa generata dalla mente umana, anche lโ€™intelligenza artificiale ha dei difetti, i cosiddetti bias: come esseri umani, nutriamo la macchina con preconcetti talvolta non etici e cosรฌ la istruiamo a compiere i nostri stessi errori. Non sarร  facile costruire un modello imparziale. Tutti i nostri borghi dellโ€™Umbria possono beneficiare da unโ€™analisi estetica e simbolica, specialmente i luoghi in disuso con alto potenziale economico e sociale. Orvieto, con la sua Caserma Piave in disuso, sarebbe un ottimo trampolino di lancio per sperimentare una progettazione dettata dallโ€™intelligenza artificiale.

Qual รจ il vantaggio per la promozione turistica e il territorio?

Il settore turistico รจ in prima linea come beneficiario dellโ€™intelligenza artificiale. Basti pensare a quanto sia determinante soddisfare le aspettative del cliente, ci riferiamo alla qualitร  della sua esperienza – User Experience – e le potenzialitร  che potrebbero emergere da guide virtuali completamente immersive, da contenuti digitali atti a promuovere i punti di attrazione, oppure – in termini di massa – da sistemi piรน pragmatici di cooperazione tra presenza economiche ed enti della regione per arricchire i meno abbienti. Determinante รจ chiedere alle persone che andranno a utilizzare quello spazio come lo vorrebbero, e con questo mi riferisco a tutte le presenze umbre che si occupano di attrarre forze socio-culturali ed economiche, dal settore enogastronomico ai musei, ai teatri, al consiglio allโ€™urbanistica della regione. Uno dei vantaggi per il territorio sta nellโ€™identificazione dei centri per lo sviluppo, e nella selezione degli investimenti da parte delle regioni e dei comuni. Se pensiamo alla scienza, questa converte informazioni in conoscenza, e lโ€™intelligenza artificiale basata su dati scientifici ci permetterebbe di trasformare questa conoscenza in utilitร . Parliamo di una tecnologia che ha preso piede ormai nelle nostre vite piรน di quanto realizziamo e continuerร  a espandersi fino a che non avrร  colpito tutte le sfere che richiedono una metodologia e delle istruzioni ben definite, come ad esempio in un macchinario da costruzione o nellโ€™accuratezza di una stima per gli immobili.

 

Orvieto sketch, Ricardo Bofill Style

Lei รจ docente universitaria e ricercatrice in Tecnologie Emergenti dell’Architettura alla London South Bank University: come vi si arriva, partendo dallโ€™Umbria?

Questo percorso รจ durato sette anni. Lasciare lโ€™Italia non รจ mai stato un sogno nel cassetto, รจ stata piรน una necessitร  dettata dai miei interessi. Sono cresciuta tra le sale da ballo di mia madre e le falegnamerie di mio padre, e posso dire che lโ€™arte ha sempre fatto parte della mia vita. Ho studiato Architettura al Politecnico di Milano, in cui ho compreso lโ€™importanza di questa disciplina come scienza sociale, e costruito una base teorica solida per affrontare le ricerche che sto eseguendo. Londra mi ha aperto le porte dellโ€™intuizione. In un ambiente culturale cosรฌ poliedrico e internazionale, i concetti della progettazione dellโ€™architettura sono definiti globalmente in nome del progresso scientifico. Terminato il Master in Architettura alla London South Bank University ho incominciato a lavorare come disegnatore freelance in Italia e nel Regno Unito e come docente nei laboratori di progettazione di LSBU, dove sto conducendo il mio dottorato di ricerca in integrazione di realtร  virtuale nellโ€™educazione e computazione per il sociale.

 


Per saperne di piรน

Per la sua incantevole posizione geografica, sul vertice di un colle che si erge al centro delle valli del Clitunno, del Topino e del Tevere, Montefalco โ€“ il cui nome รจ un omaggio a Federico II – รจ per definizione la Ringhiera dellโ€™Umbria.

Le sue mura, fatte di mattoni e di pietre dโ€™origine lacustre, custodiscono bellezza, storia e silenzio. Ma Montefalco รจ soprattutto Sagrantino.

Torre del Verziere. Foto by Enrico Mezzasoma

La sua presenza si percepisce ovunque, non solo nelle enoteche: la parte piรน antica, il quartiere di Porta Camiano, presenta infatti un affascinante itinerario per scoprire i vitigni storici; tra le mura di pietra, lungo i vicoli stretti che scendono dalla Piazza del Comune, vigne domestiche raccontano, con la loro presenza, il legame tra Montefalco e questo prodotto della terra che ne รจ simbolo e ricchezza. Allโ€™interno dellโ€™orto del Convento di Santa Chiara si trova lโ€™esemplare di vite piรน antico; in Largo della Castellina, via dei Vasari, da Largo Campo Vaccino fino a Porta Camiano si possono ammirare i filari secolari presenti sulle facciate dei palazzi.

La storia di Montefalco inizia giร  in etร  romana quando รจ sede di numerose ville patrizie, tra cui quella di Marco Curione che dร  origine, pare, al primo toponimo โ€“ Coccorone – poi soppiantato dalla passione per il falco di Federico II. Proprio questโ€™ultimo lo devasta nel 1249; in seguito il borgo viene occupato dalla Curia del Ducato di Spoleto. Nellโ€™epoca delle signorie finisce sotto i Trinci di Foligno, ma dal 1446 al 1860 ritorna sotto lโ€™autoritร  della Santa Sede, che ne riconosce un governo e le concede il titolo di cittร  nel 1848.
La visita del borgo inizia dalla chiesa-museo di San Francesco che racchiude storia, cultura e tradizione. Costruita tra il 1335 e il 1338 dai frati minori, diviene dal 1895 sede del Museo civico, che si articola in tre spazi espositivi: lโ€™ex chiesa, la pinacoteca e la cripta. Nellโ€™ex chiesa sono visibili affreschi di Benozzo Gozzoli raffiguranti le Storie della vita di San Francesco, una Nativitร  del Perugino e affreschi di Scuola umbra del 1400; anche la Pinacoteca accoglie opere della Scuola umbra dal 1300 al 1700, mentre nella cripta si trovano reperti archeologici e sculture di varie epoche. Da qui si arriva facilmente nella piazza, un tempo dei Cavalieri o Campo del Certame, dove si affacciano il Palazzo del Comune, lโ€™ex Chiesa di San Filippo Neri, oggi teatro, lโ€™Oratorio di Santa Maria e residenze signorili del XVI secolo. Il tour montefalchese puรฒ continuare con la visita alla Chiesa di Santโ€™Agostino e con la Chiesa di Santโ€™Illuminata (XVI sec.), impreziosita da affreschi di Francesco Melanzio.

 

Palazzo del Comune. Foto di Enrico Mezzasoma

 

Da non perdere la costruzione dedicata a Santa Chiara da Montefalco: nel Santuario si trovano le reliquie della santa e la Cappella di Santa Croce, decorata nel 1333 con opere di Scuola umbra di eccezionale valore.
Montefalco conserva quasi intatta la propria cinta muraria, documentata giร  dal 1216; particolarmente importanti sono le porte: Porta Camiano, Porta Sant’Agostino, Porta San Bartolomeo (oggi chiamata di Federico II), Porta della Rocca e Porta di San Leonardo.
Se volete assaporare il vero gusto del borgo, non perdetevi lโ€™Agosto Montefalchese e Fuga del Bove – tre settimane di spettacoli, degustazioni e lโ€™antica giostra con la corsa dei tori โ€“ la Settimana Enologica e la Festa della vendemmia (settembre). Oltre al Sagrantino e al Montefalco Rosso e Bianco, che fanno da accompagnamento a numerosi piatti, assaggiate lโ€™olio, il tipico risotto alla montefalchese e la selvaggina della zona. Non dimenticate i tessuti di Montefalco, ispirati ai disegni della tradizione.

 


Per saperne di piรน

Eleonora Pieroni Madrina del Turismo delle radici e dei Borghi piรน belli dellโ€™Umbria.

Lโ€™Umbria cuore verde dโ€™Italia vince Best in travel 2023 a New York il cuore pulsante del mondo. Lโ€™Umbria vince il riconoscimento assegnato dalla Lonely Planet la casa editrice leader a livello internazionale per il settore turistico, come migliore destinazione italiana da visitare il prossimo anno. Una grande soddisfazione per chi in questi anni si รจ impegnato nella promozione della regione, merito di un lavoro attento e significativo capitanato dalla Presidente Donatella Tesei, dallโ€™Assessore Paola Agabiti e i tanti collaboratori della regione.

 

 

Alla premiazione avvenuta nella grande location Terminal 5 di New York hanno partecipato: Antonella Tiranti, Dirigente per le risorse, programmazione e turismo della Regione Umbria, i collaboratori della regione e Umbria Sviluppo, F. Brazzini, Dir. marketing della ENIT ed Eleonora Pieroni, attrice e conduttrice nativa dellโ€™Umbria che da anni vive a New York.

La Pieroni personaggio molto conosciuto nel jet set americano, รจ stata nominata lo scorso 1 ottobre a Nocera Umbra in presenza della Presidente della regione D. Tesei, come Madrina dei Borghi piรน belli dellโ€™Umbria e dellโ€™Italia. La Pieroni รจ inoltre la delegata per il Turismo delle radici e del ritorno a New York dalla CIM Confederazione degli Italiani nel Mondo e il 27 gennaio 2023 a New York verrร  nominata Ambasciatrice del Made in Italy, della cultura italiana e del Turismo di ritorno a New York.

Tanti infatti sono gli eventi che la Pieroni ha curato ed organizzato a NY promuovendo il Made in Italy, il turismo, lโ€™arte e la cultura italiana. Tra questi, nel 2017 ha ideato e organizzato la trasferta della Giostra della Quintana di Foligno a New York in occasione del Columbus Day, la maestosa rievocazione storica del 1600 dunque come testimonial della regione Umbria. Cento personaggi in costumi barocchi tra dame e cavalieri hanno calcato la parata sulla celeberrima Fifth Avenue, e poi presso il palazzo The Domenico Vacca unโ€™esposizione fotografica, una mostra dei costumi seicenteschi, la proiezione video dellโ€™Umbria e una degustazione enogastronomia di legumi, vini, olii e tartufi umbri hanno commemorato la bellezza della regione Umbria.

La Quintana a NY nel 2017 e poi lโ€™evento dedicato alla regione Puglia nel 2018 sempre curato dalla Pieroni, possono essere considerati a tutti gli effetti gli eventi precursori del Turismo delle radici a New York. La Pieroni giร  nominata dal sindaco di New York Eric Leroy Adams come Ambasciatrice del Made in Italy a New Yorkย ha preso parte lo scorso ottobre alla parata del Columbus Day con la Columbus Fondation e la Governatrice di New York Kathy Hochul. La Pieroni sta svolgendo un lavoro di promozione del Turismo delle radici e dei borghi dโ€™Italia, coinvolgendo anche le scuole italiane in America, la Columbus Fondation, gli Istituti di cultura, il Consolato, il Museo dellโ€™emigrazione e altre associazioni di italiani in America. Il Turismo delle radici ha lโ€™obiettivo di promuovere il turismo dei piccoli centri e dei borghi italiani spopolati, invitando gli oriundi degli italiani emigrati nel corso degli secoli a far ritorno in Italia in forma di turisti, come nuovi cittadini o come imprenditori nel turismo. Tutte le regioni dโ€™Italia e i loro Borghi saranno protagoniste del Turismo delle radici; a gennaio 2023 รจ in programma la grande fiera del turismo a New York e il 2024 sarร  proprio lโ€™anno dedicato al Turismo delle radici.

A colloquio con il presidente dei Borghi piรน Belli dโ€™Italia in Umbria, tra futuro e soluzione per evitare lo spopolamento di questi territori.

In questi ultimi anni, i borghi e le piccole realtร  stanno vivendo una nuova giovinezza. Sono tornati – soprattutto a livello turistico โ€“ molto di moda. La riscoperta del loro territorio, dellโ€™enogastronomia e della vita slow attraggono turisti,ma anche persone che decidono di abbandonare la cittร  e trasferirsi in questi luoghi di pace e tranquillitร . Tanti i vip – italiani e stranieri โ€“ che hanno scelto lโ€™Umbria come rifugio dal caos cittadino. Ralph Fiennes, Daniele Bossari e la moglie Filippa Lagerback, Colin Firth, Ed Sheeran, Paolo Genovese, Susanna Tamaro, Mario Draghi, Luca Argenteroโ€ฆ e tanti altri. Di queste realtร  abbiamo parlato con Alessandro Dimiziani, vicesindaco di Lugnano in Teverina e, dal 2020, presidente del Borghi piรน belli dโ€™Italia in Umbria. Lโ€™associazione โ€“ nata nel 2001- ha come obiettivo quello di proteggere, promuovere e sviluppare i comuni riconosciuti con tale denominazione; lโ€™Umbria รจ la regione italiana che ne ha di piรน, ben 30, e rappresentano un vanto e unโ€™attrattiva turistica anche dallโ€™estero. Un patrimonio da salvare e promuovere.

 

Alessandro Dimiziani

Presidente come prima cosa: quali sono i requisiti per entrare nellโ€™associazione dei Borghi piรน belli dโ€™Italia?

La popolazione nel centro storico o nella frazione non deve superare i 2.000 abitanti, mentre nellโ€™intero comune non si puรฒ andare oltre i 15.000 abitanti. Il borgo inoltre deve avere una presenza di almeno il 70% di edifici storici anteriore al 1939 e offrire qualitร  urbanistica, architettonica e promozione del territorio. Va detto che sono gli stessi borghi che fanno la richiesta e poi un comitato scientifico valuta gli oltre 90 parametri e delibera lโ€™entrata del paese nellโ€™associazione.

Con Stroncone โ€“ entrato da poco โ€“ nella regione si contano 30 borghi. Un record italiano che fa superare le Marche, ferme a 29โ€ฆ

Proprio alcuni giorni fa cโ€™รจ stata lโ€™ufficializzazione di Stroncone con la consegna della bandiera dellโ€™associazione. Se consideriamo la grandezza del nostro territorio e il numero dei comuni inferiore rispetto alle Marche, la percentuale di borghi piรน belli รจ molto alta. Oltre a Stroncone gli ultimi entrati sono Monteleone dโ€™Orvieto nel 2019 e Nocera Umbra nel 2020.

La rivista americana โ€œThe Travelโ€ ha pubblicato da poco la classifica dei dieci borghi italiani preferiti dai turisti internazionali: al 9ยฐ posto cโ€™รจ Monteleone dโ€™Orvieto (unico umbro). Serve piรน marketing internazionale per lโ€™Umbria?

Sicuramente, anche se non siamo messi male. I nostri social sono tra i primi in Europa per visualizzazione. Da poco abbiamo anche realizzato un video promozionale che presenteremo il 7 dicembre a Citerna, in cui sono riuniti e illustrati tutti i borghi: questo verrร  utilizzato durante le presentazioni fuori regione.

 

Monteleone dโ€™Orvieto. Foto by Enrico Mezzasoma

Quanto รจ importante il turismo di ritorno?ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย 

รˆ importantissimo e da poco abbiamo creato un tavolo di lavoro per capire tutte le tappe da seguire e i vari passaggi da mettere in pratica.

Concretamente, come si svolge?

Abbiamo iniziato a lavorare sui registri comunali, chiedendo a ogni Comune di inviare i nomi dei concittadini residenti allโ€™estero: si รจ visto che la maggior parte si trovano negli Stati Uniti, in Brasile, in Belgio e in Lussemburgo, sono circa 2000 persone. Con un protocollo, lโ€™intervento del Ministero del Turismo e dellโ€™associazione Italiani nel Mondo cercheremo di contattarli. A gennaio poi verrร  organizzato un evento ad hoc a New York in cui sarร  presente la nostra associazione e quella degli Italiani nel Mondo. รˆ il primo passo per iniziare a capire come muoversi.

Il turismo nei borghi, in questi anni, รจ tanto di moda: come se lo spiega?

รˆ inutile negarlo, la pandemia ha dato una grossa mano. Nel 2020 cโ€™รจ stata unโ€™invasione, ovviamente positiva, che ha premiato il lavoro di valorizzazione fatto negli anni precedenti. Oltre allโ€™Italia turistica e famosa che tutti conoscono, cโ€™รจ unโ€™Italia da scoprire e da vivere, tra sentieri, prodotti tipici e cucina. Questo attira molto il turista, anche straniero; tra lโ€™altro lโ€™Umbria รจ lโ€™unica destinazione italiana entrata nella lista Best in travel 2023 stilata dalla Lonely Planet. Per il nostro Paese il turismo รจ una risorsa importantissima sulla quale si deve puntare al massimo.

Se avesse a disposizione un tesoretto, quali sono le prime cose che farebbe?

I primi interventi sarebbero rivolti al miglioramento dei servizi: sociali, sanitari, alle infrastrutture, ma anche alla connessione internet per lo smart working. Un borgo non puรฒ essere escluso da questo; il turista, ma soprattutto chi decide di restare, chiede navette o bus di collegamento con la stazione piรน vicina. Molto di questo ancora manca. A Lungano in Teverina, ad esempio, molti americani e danesi si sono innamorati del luogo, dei paesaggi e, grazie a uno statuto comunale, hanno avuto in dotazione degli uliveti e questโ€™anno per la prima volta hanno raccolto lโ€™oliva. Tutto questo รจ sicuramente un incentivo per restare nel territorio, ma i servizi devono essere presenti.

Ciรฒ serve ad arginare lo spopolamentoโ€ฆ

Combattere lo spopolamento – che รจ una vera piaga – รจ tra gli obiettivi dellโ€™associazione. Per noi รจ come una lenta morte, dovuta al decremento demografico e alla mancanza di lavoro che porta i giovani a lasciare il borgo per trasferirsi in cittร  o allโ€™estero. รˆ per questo che cerchiamo di bilanciare con il turismo di ritorno o con i nuovi residenti. Riallacciandomi alla domanda precedente, gli investimenti sarebbero fondamentali anche per la creazione di lavoro, in modo da incentivare i giovani a restare.

Potremmo raccontare lโ€™Umbria attraverso i borghi: ce nโ€™รจ uno che la rappresenta di piรน?

Tutti i borghi rappresentano lโ€™Umbria, poi ci sono quelli che attirano piรน come Trevi e Spello, ma ultimamente anche quelli meno conosciuti si stanno facendo notare. Lโ€™Italia, ripeto, deve puntare su queste piccole realtร  che sono un patrimonio fondamentale per il turismo, da nord a sud. In questo modo puรฒ primeggiare nel mondo.

 

Spello. Foto Enrico Mezzasoma

Ci sono in cantiere dei nuovi progetti?

Nel 2023 uscirร  la nuova brochure con tutte le informazioni sui borghi – edita da Corebook – anche in lingua cinese. Stiamo lavorando anche con le comunitร  energetiche per installare le colonnine di ricarica per auto e biciclette. Si punta a promuovere e portare avanti interventi a 360ยฐ con attivitร , eventi e festival, cercando di coinvolgere tutti.

Facciamo un gioco: per ogni borgo mi dica un aggettivo e una caratteristica che lo contraddistingue.

Acquasparta (Rinascimento umbro), Allerona (la porta del sole), Arrone (Valnerina), Bettona (etrusco-romana), Bevagna (le Gaite), Castiglion del Lago (il Trasimeno), Citerna (Borgo dei Borghi. Nel 2023 parteciperร  al programma di Rai3), Corciano (la costola di Perugia), Deruta (ceramica), Lugnano in Teverina (archeologia e biodiversitร ), Massa Martana (riscatto architettonico), Monte Castello di Vibio (il teatro piรน piccolo del mondo), Montecchio (olio e archeologia), Montefalco (Sagrantino), Monteleone dโ€™Orvieto (balcone su tre regioni: Umbria, Toscana e Lazio), Monteleone di Spoleto (altezza e bellezza), Montone (storia e architettura), Nocera Umbra (la rinascita della bellezza), Norcia (norcineria e tartufo), Paciano (vista sul lago Trasimeno), Panicale (arte e bellezza), Passignano sul Trasimeno (oasi di bellezza), Preci (scuola chirurgica), Sangemini (il bello sopra lโ€™industria), Sellano (le acque della Valnerina), Spello (colori), Stroncone (olio e architettura), Torgiano (vino), Trevi (fascia olivata), Vallo di Nera (enogastronomia ad alta quota).

 


Per saperne di piรน

Attraversarono il Mediterraneo come oggi fanno i migranti: nel V secolo d.C. in Siria infuriavano le persecuzioni religiose a seguito dei concili orientali. Nel V secolo d.C. dalla Siria si fuggiva e si attraversava il Mediterraneo. Nel V secolo d.C. i monaci eremiti siriaci, che avevano messo la loro residenza in una grotta nel deserto per pregare in libertร , furono costretti a scappare per avere salva la vita.

Abbazia di Santโ€™Eutizio

Attraversarono il Mediterraneo come fanno oggi i migranti, anche quelli che provengono proprio dalla Siria, e circa 300 monaci siriani approdarono in Italia e andarono dal Papa. Il Papa vide che il loro stile di vita era conforme ai dettami della chiesa e li accettรฒ. Con la benedizione papale lasciarono Roma alla ricerca di un luogo adatto alle loro esigenze di solitudine. Alcuni risalirono la via Flaminia fino alla Valnerina e lรฌ si fermarono. Era il luogo ideale per installarsi perchรฉ cโ€™era abbondanza dโ€™acqua, cโ€™erano erbe con cui placare la fame e cโ€™erano tante grotte sui fianchi della montagna. Lรฌ gli eremiti si sistemarono. Tre di essi continuarono ad avanzare fino alla Valcastoriana: erano Spes, Fortunato ed Eutizio. Su uno sbalzo del terreno videro il luogo dove fermarsi per sempre. Il clima della valle era molto piรน rigido di quello dei deserti siriani e lโ€™inverno era pieno di neve. I nostri intrepidi eremiti si videro costretti a edificare un riparo piรน valido di una grotta e non si adattava a una vita solitaria estrema.

I monaci siriani misero le basi anche per la vita in comunitร , cenobitica e, mettendo una pietra sullโ€™altra, iniziarono la costruzione di quella che sarebbe diventata lโ€™Abbazia di Santโ€™Eutizio, uno dei primi complessi monastici sorti in Italia. Il V secolo รจ unโ€™epoca assai remota, ma anche senza telefoni o televisioni o social le notizie si diffondevano e la presenza di monaci venuti da lontano non passรฒ inosservata. Norcia รจ vicina alla Valnerina e alla Valcastoriana e sicuramente si sarร  parlato in cittร  dellโ€™arrivo di questa gente che veniva da lontano e che viveva nelle grotte come i poveri piรน poveri.

 

Museo della Scuola Chirurgica di Preci

 

Le voci arrivarono fino a un ragazzo di Norcia destinato a far parlare di sรฉ per molto tempo, un tal Benedetto da Norcia. Sembra che il giovane Benedetto sia entrato in contatto con questi eremiti, probabilmente comunicavano in latino, e il loro stile vita ispirรฒ il ragazzo per elaborare il suo pensiero e la sua futura regola. Da questi incontri prese forma la cellula primordiale del monachesimo occidentale benedettino. I monaci venuti da fuori ignoravano tutto di quel luogo cosรฌ pieno di verde e di erbe, ma presto conobbero lโ€™efficacia delle erbe selvatiche, impararono a riconoscere quali andavano raccolte e quali erano pericolose. Era una questione di vita o di morte perchรฉ non basta raccogliere e mettere in bocca, il rischio di mangiare piante letali รจ elevatissimo. Un giorno dopo lโ€™altro, assaggia unโ€™erbetta oggi e cuoci una radice domani รจ andata a finire che i monaci di santโ€™Eutizio sono diventati degli erboristi raffinati e non solo. I santi monaci che erano approdati in Italia avevano portato con sรฉ il sapere dellโ€™arte medica, che in Siria era piรน avanzata, e misero le basi di quella che sarebbe diventata la famosa Scuola chirurgica preciana. Ci sarebbe ancora molto da raccontare e a Santโ€™Eutizio mi sarebbe piaciuto visitare il museo dedicato allโ€™erboristeria e allโ€™arte della chirurgia preciana. Purtroppo nel 2016 in terremoto ha devastato lโ€™Abbazia che รจ a tuttโ€™oggi impraticabile. A breve inizieranno i lavori di restauro di questo luogo cosรฌ antico e cosรฌ legato al nostro passato remoto. Non ci resta che aspettare.

Firmato un protocollo dโ€™intesa. Il primo passo รจ il ripristino della sentieristica con i suoi castellieri.

Lโ€™unione fa la forza. Lo sanno bene gli otto comuni –ย  Terni, Spoleto, San Gemini, Acquasparta, Castel Ritaldi, Massa Martana, Gualdo Cattaneo e Giano dellโ€™Umbria, che contano circa 172.000 abitanti – che hanno firmato un protocollo dโ€™intesa per valorizzare il territorio dei Monti Martani. Giร  nel 2021 era stata sottoscritta simbolicamente la Carta dello Scoppio, nellโ€™omonimo borgo umbro.

 

La firma del protocollo

 

ยซVogliamo unirci in modo organizzato per salvaguardare e valorizzare i Monti Martani. Abbiamo giร  creato, con degli esperti, otto tavoli tematici che hanno come tema lโ€™archeologia, la sentieristica, lโ€™enogastronomia, la ricettivitร  e altri. Il primo passo perรฒ รจ il ripristino della sentieristica: ogni comune metterร  in rete i propri percorsi cosรฌ da creare il Martani Tracking. รˆ un progetto partito 35 anni fa e poi mai concluso. Il percorso, che ha la forma di un 8 orizzontale, ha al centro Scoppio, il borgo fantasma, e dร  la possibilitร  di scoprire bellezze artistiche, monumentali, storiche e naturalisticheยป illustra Guido Morichetti, assessore di Acquasparta e uno dei promotori dellโ€™iniziativa.
I sentieri porteranno anche alla scoperta dei castellieri, fortificazioni che risalgono a 3000 anni fa. I Monti Martani erano infatti il passaggio per la transumanza cosรฌ da evitare di percorrere zone di pianura, ben piรน pericolose. I pastori si fermavano nei castellieri โ€“ quelli che oggi chiamiamo motel – dove potevano rifocillarsi e riposarsi. Tra i piรน particolari – ancora oggi ammirabili – cโ€™รจ quello di Monte Cerchio, vicino a Massa Martana, che ha la forma di un cerchio perfetto.

 

Alla scoperta del percorso

 

ยซLโ€™iter istituzionale รจ stato fatto, ora vogliamo coinvolgere i cittadini, le associazioni, gli enti, le comunanze, le proloco, le scuole, le diocesi, le forestali e la Sovrintendenza. Tutti devono aderire a quello che sarร  probabilmente il consorzio dei Monti Martani, con lโ€™obiettivo di organizzare festival, eventi, promuovere il parco con la sua biodiversitร  e puntare sulla ripopolazione stagionale del territorio. Stiamo andando avanti passo-passo, anche creando un nostro logo e brand. รˆ stata coinvolta Sviluppumbria e la Regione sa del progetto. La nostra volontร  รจ unirci in una struttura organizzativa, per essere credibili nel chiedere i finanziamenti e per partecipare in modo piรน incisivo a bandi di concorsoยป spiega Morichetti.

Lโ€™attrice di Foligno promuove la regione negli Usa, dove vive dal 2012. Da poco ha recitato nellโ€™ultimo film di Pupi Avati e con nostalgia racconta la sua amicizia con Ivana Trump.

Eleonora Pieroni

La potremmo definire la nostra italiana in America, anche se รจ ben lontana dal personaggio di Alberto Sordi nel film del 1967. Eleonora Pieroni infatti รจ unโ€™attrice, modella e presentatrice nata a Foligno, da cui รจ scappata a 20 anni per rincorre il sogno americano โ€“ e ce lโ€™ha fatta โ€“ e ora si trova dopo 10 anni a essere il volto dellโ€™Umbria e dellโ€™Italia negli USA, la Madrina internazionale della Quintana di Foligno e la Madrina dei Borghi piรน Belli dโ€™Italia per la nostra regione.ย ยซAlla fine tutto torna, sapevo che prima o poi avrei amato e promosso lโ€™Umbria. A 20 anni mi stava stretta, dovevo e volevo fare un mio percorsoยป ci dice durante una lunga chiacchierata via zoom dalla sua casa di New York. Nonostante le bizze dalla connessione – Perugia-New York non sono proprio vicine – abbiamo parlato di tante cose. Non solo di Umbria, ma anche di progetti passati e futuri e della grande amicizia che aveva con Ivana Trump. Ne parla con un filo di commozione: ยซEra la mia mamma americana. Rimarrร  sempre nel mio cuore. Sogno di essere come Ivana un giorno, di riuscire a fare anche solo la metร  delle cose che ha fatto leiยป.ย 

 

Eleonora qual รจ il suo rapporto con lโ€™Umbria, visto che dal 2012 vive negli Stati Uniti?

Ho lasciato lโ€™Umbria e Foligno 10 anni fa perchรฉ in quel momento odiavo questi luoghi, non mi vergogno a dirlo. Lโ€™Umbria non mi permetteva di raggiungere i miei obiettivi, di arrivare dove volevo, in primis nel mondo della moda e dello spettacolo. Dicevo sempre: ยซLโ€™Umbria รจ bellissima e si vive bene, ma รจ una regione per vecchiยป. Il mio sogno si poteva realizzare solo tra Roma e Milano, avevo paura di restare intrappolata qui. A 20 anni non apprezzavo la mia regione; ha iniziato a mancarmi quando sono andata a fare la modella a Miami: lรฌ era tutto meraviglioso perรฒ sentivo la nostalgia delle mie origini. Devo dire che lโ€™amore per lโ€™Umbria รจ venuto crescendo.

Quindi รจ un amore nato con il tempoโ€ฆ

Sรฌ. Oggi se chiudo gli occhi e mi immagino un posto dove stare serena e tranquilla sicuramente รจ un prato, dove guardare il cielo, nella campagna umbra. Per ritrovare in qualche modo questo, ogni giorno vado a fare una passeggiata a Central Park: ho proprio il bisogno di stare in mezzo al verde, agli alberi e alla natura. A casa mia a New York cโ€™รจ Umbria dappertutto, ci sono dei paesaggi verdi, ho sempre una piantina di basilico o di aloe a portata in mano, e nella credenza tengo le lenticchie di Castelluccio, che considero lโ€™elisir di lunga vita. E proprio in America รจ partito il desiderio di raccontare le mie origini, di raccontare la Quintana, di raccontare Foligno e lโ€™Umbria.ย 

Come si parte da Foligno alla volta degli Stati Uniti?

Si parte con tantissima paura, con tanto coraggio, adrenalina, un pizzico di pazzia e con una dose incredibile di ambizione. Ho avuto la visione di vedere me stessa proiettata nel mondo che volevo e questo mi ha spinto a partire. Inoltre, fondamentale รจ saper prendere il treno che passa in quel momento.

Il suo treno quandโ€™รจ passato?

รˆ passato una mattina mentre ero a scuola a Spoleto come maestra di sostegno: mi ero appena laureata e avevo accettato un incarico a tempo determinato, soprattutto per la gioia dei miei genitori. Era un periodo un poโ€™ particolare della mia vita e dopo tanti anni in giro per lโ€™Europa come modella, il lavoro a scuola era il coronamento dei miei anni di studio e poi, volevo vivere il mestiere dellโ€™insegnante, che devo dire, รจ uno dei piรน belli al mondo. Era novembre e a metร  mattina mi รจ arrivata una telefonata: ยซPronto Eleonora ricordi quel meeting? Ti hanno scelta come modella per un progetto a Miami! Devi partire tra 20 giorni! Pronto Ele ci sei? Sei ancora lรฌ?ยป. Sono rimasta in silenzio per 3 minuti poi ho balbettato: ยซWow grazie, ma ci devo pensareยป. Ero frastornata e mi confidai coi miei colleghi, in primis col maestro Francesco. รˆ stato lui a dirmi che dovevo prendere al volo quel treno e che se non lโ€˜avessi preso lui stesso mi avrebbe cacciato a calci nel sedere dalla porta. E cosรฌ fu! Devo dire perรฒ che sono stati diversi i fattori che si sono allineati come sostiene la legge dellโ€™attrazione dellโ€™universo che รจ la mia filosofia di vita. Tutto รจ iniziato a 15 anni quando ho iniziato a sfilare per grandi marchi nazionali e internazionali tra cui: Ferragamo, Scervino, Roberto Cavalli, Cruciani, Brunello Cucinelli e Fendi che era prodotta dallโ€™azienda Roscini a Spello. In contemporanea mi sono laureata allโ€™Universitร  in Scienze della Formazione con specialistica in psicologia – la mia famiglia, molto tradizionalista, ci teneva che mi laureassi – e ho iniziato a muovere i primi passi nel mondo dello spettacolo tra Roma e Milano. Non mi fermavo mai. Ho sempre perseguito con passione e grande determinazione i miei obiettivi: volevo sfilare e raggiungere la moda a livelli internazionali. Volevo che la mia esistenza avesse un significato al di lร  dei confini nazionali, o nella moda o nello spettacolo, ma questo volevo! Alla proposta di Miami ho saltato dalla gioia perchรฉ era il mio sogno, perรฒ allo stesso tempo avevo anche tanta paura: era la mia grande occasione quindi ho preso e sono partita, sono rimasta in Florida anche dopo che il progetto era terminato e da lรฌ tante altre nuove conoscenze e opportunitร  sono arrivate, tra cui lโ€™uomo della mia vita, Domenico.

Modella, attrice, presentatrice e anche cantante: qual รจ il lavoro che preferisce?

Quello che mi dร  piรน soddisfazione รจ sicuramente il cinema, ma anche la conduzione. Sono due parti del mio lavoro che mi piacciono tantissimo. La modella fa parte di un periodo importante della mia vita che mi ha dato tante soddisfazioniโ€ฆ tutto รจ iniziato lรฌ. Per quanto riguarda la musica, non mi definisco una cantante: ho inciso la canzone Volare perchรฉ rientra un poโ€™ nellโ€™immaginario dellโ€™italiano in America, รจ stato un gioco, incentivata da un produttore italiano.

Ci raccontiโ€ฆ

Nel 2016 a Miami e a New York iniziavo a essere riconosciuta agli eventi e ai party del jet set americano, era il momento in cui iniziavo a condurre i primi Festival, ero identificata come la bella italiana in America. Ricordo che a una festa di italo-americani iniziai a ballare il mambo emulando Sofia Loren e cosรฌ da lรฌ si รจ creato il clichรฉ di Elleonora Lora the Italian beauty (gli americani non pronunciano bene il mio nome). Lโ€™idea di Volare รจ stata lanciata da un amico produttore musicale italiano e da mio marito Domenico Vacca, che รจ il mio mentore e una grande fucina di idee, poi รจ stata post prodotta da Ben DJ e distribuita da unโ€™etichetta di Las Vegas.ย ย 

 

Eleonora Pieroni durante la Quintana di Foligno

รˆ Ambasciatrice dโ€™arte Made in Italy e della cultura italiana negli Stati Uniti per aver portato una delegazione della Quintana a sfilare a New York in occasione del Columbus Day del 2017โ€ฆ

รˆ un titolo che mi รจ stato conferito dal sindaco di New York, Eric Leroy Adams ed รจ collegato a questโ€™evento del 2017 e anche allโ€™evento di promozione della regione Puglia, che รจ la mia seconda terra, avvenuto nel 2018. Non lo devo dire io, perรฒ credo che non ci siano altri personaggi che si sono cosรฌ impegnati a promuovere lโ€™Umbria allโ€™estero; ho fatto e faccio una promozione volontaria voluta e ideata da me. Il mio obiettivo รจ quello di raccontare agli americani la mia terra, Foligno e la Quintana.ย 

Ora รจ anche madrina dei Borghi piรน Belli dโ€™Italia per la regione Umbria, lei che dai borghi in qualche modo รจ scappata. รˆ una bella coincidenzaโ€ฆ

รˆ verissimo. La vita รจ un circolo e secondo la legge dellโ€™universo se tu visualizzi delle cose alla fine le attiri. Io avevo visualizzato il mio ritorno in Umbria, me lo aveva predetto anche un veggente, perchรฉ, diciamoci la veritร , ci si sta bene, ma volevo tornare dopo aver fatto un mio percorso. รˆ il suggerimento che do a tutti i giovani. Comunque sono felicissima di questa nomina perchรฉ richiama un poโ€™ la mia natura e stiamo lavorando a dei progetti molto interessanti dedicati anche al turismo di ritorno, ossia invitando gli italiani che vivono fuori Italia (piรน di 80 milioni) a riscoprire i borghi e le loro cittร  natali ormai dimenticate. In pratica promuovere un turismo sostenibile e delle proprie radici.

Da occhio umbro ma che vive allโ€™estero: cโ€™รจ qualcosa che manca alla regione e ai suoi borghi per fare quel passo in piรน e diventare famosa come la Toscana?

In realtร  cโ€™รจ quasi tutto, vanno migliorate solo alcune cose, come ad esempio le infrastrutture, i collegamenti ferroviari e alcuni servizi. Inoltre, andrebbero piรน approfonditi il marketing e la comunicazione per il turismo. Qualcosa si sta muovendo – Paola Agabiti e la presidente Donatella Tesei stanno facendo un ottimo lavoro – รจ stato creato anche un nuovo logo, ma occorre una visione piรน internazionale per puntare sul turismo di lusso che cerca sempre posti esclusivi e di nicchia. Non solo per i clienti italiani, ma anche provenienti dallโ€™estero, per questo giร  anni fa avevo puntato sullโ€™Umbria poichรฉ รจ come una piccola Svizzera con paesaggi bellissimi e una qualitร  della vita altissima, lโ€™evento della Quintana a NY รจ stato in fondo un evento precursore del turismo delle radici. A proposito del turismo delle radici e del ritorno, ti anticipo che il 2024 sarร  lโ€™anno del turismo del ritorno.

Parliamo ora del suo ultimo film โ€œDanteโ€ di Pupi Avati dove interpreta una suora: le scene del suo personaggio sono state girate proprio a Foligno. รˆ stato emozionante?

Assolutamente sรฌ. รˆ stata una grande gioia. Pensa al caso: sono scappata da Foligno e poi a distanza di anni la vita mi ha portato a girare un film proprio lรฌ, a Palazzo Trinci. Sono la suora che accompagna Dante a incontrare Papa Bonifacio VIII. รˆ stato un piccolo ruolo che perรฒ mi ha dato grande gioia, perchรฉ รจ una partecipazione in un film importante che rimarrร  nella storia, diretto da un maestro del cinema come Pupi Avati e che racconta la Divina Commedia e Dante Alighieri, due capisaldi della letteratura italiana. รˆ stata una grande esperienza, abbiamo girato molto in Umbria, il 90% delle scene sono ambientate tra Foligno, Bevagna, Perugia, Spoleto e tanti borghi dellโ€™Umbria. Inoltre, รจ stato bello aver rincontrato il costume designer Andrea Sorrentino e Sergio Castellitto, che avevo premiato durante il Festival Italy on screen Today che ho condotto a New York qualche anno fa.

Ce lโ€™ha un aneddoto su Pupi Avati da raccontare?ย ย 

La prima volta che lโ€™ho incontrato sono rimasta sbalordita perchรฉ nel suo ufficio ha appesa la bandiera americana e sulla scrivania tiene la fotografia della sua casa americana. Era destino. Poi durante un meeting mi disse: ยซAndiamo a girare in Umbria e mi dicono che tu sei la madrina dellโ€™Umbria e che la rappresenti anche in Americaยป. Insomma, รจ stato molto carino ed รจ stato per me una fonte di saggezza da cui imparare.

Come si descriverebbe in tre parole?

Sensibile, generosa e solare: amo la vita in tutte le sue sfumature!

Ha dei progetti in cantiere?

Ne ho diversi, sia nel cinema sia per quanto riguarda il mio ruolo di Ambasciatrice dei Borghi italiani. Come dicevo prima ci sono in campo progetti culturali che puntano sul turismo di ritorno e sulla promozione dei Borghi piรน belli dโ€™Italia e li sto seguendo per quanto riguarda i due mondi: Italia e America. A gennaio 2023 a New York riceverรฒ una nomina molto importante dalla CIM-Confederazione italiani nel mondo.

 

La Quintana a New York

Ha ancora il sogno nel cassetto di aprire una masseria?

Sรฌ, ce lโ€™ho ancora. Vedo che si รจ informata bene su di me! (ride). Per ora ho comprato una masseria in Puglia e ho iniziato a fare dei lavori di ristrutturazione, a Trani invece stiamo realizzando un hotel di lusso. Sto mettendo in atto il turismo di ritorno anche nella mia vita! Vorrei anche un agriturismo in Umbria dove fare il vino, lโ€™olio, il miele e i prodotti naturali che a me piacciono tanto.

Non posso non chiederle di Ivana Trump: comโ€™รจ nata la vostra amicizia?ย 

La incontrai per la prima volta a Saint Tropez. Poi la vera conoscenza avvenne durante una cena a Miami alla quale andai con mio marito Domenico Vacca. Domenico รจ stato il suo stilista personale per anni, ed erano legati da una grande amicizia; pensa che tutte le foto che si trovano di Ivana sul web sono quelle in cui indossa i tailleur coloratissimi di Domenico. Teneva molto a farmi conoscere Ivana perchรฉ voleva in qualche modo la sua approvazione. Da quel momento abbiamo iniziato a frequentarci.

Cosa ha rappresentato per lei?

Per me Ivana รจ stata veramente tanto importante. Era una fonte dโ€™ispirazione e di grande motivazione. La guardavo e pensavo: ยซVoglio essere come leiยป. รˆ stata la mia mamma americana nei momenti di solitudine e quando ancora non conoscevo nessuno a New York, lei cโ€™era sempre. Non era solo una donna bellissima, ma anche una donna rigorosa, intelligente, una businesswoman, una campionessa di sci; ha scritto tre libri, aveva una sua linea di moda e degli alberghi col marito Donald Trump. Una vera icona degli anni 80.

Cosa facevate insieme?

Pranzavamo insieme almeno una volta alla settimana da Cipriani, il ristorante vicino a Central Park. Ci incontravamo a casa sua, facevamo una passeggiata e andavamo a pranzo insieme e poi la riaccompagnavo. Questa era la nostra routine. Stavamo ore e ore a parlare, io spesso prendevo appunti, ho un diario dove conservo tutti i suoi consigli e le sue frasi. Quando penso a lei mi si scatena un turbinio di emozioni, giusto qualche giorno fa mentre sistemavo la casa ho ritrovato delle foto e, sotto le note alla radio di Franck Sinatra, sono scoppiata in un pianto ininterrotto, mi fa tanto male pensare che non ci sia piรน, ha creato in me una rottura incredibile, mi aveva promesso tante cose, avrebbe dovuto essere presente a tanti nostri momenti belli. Ivana rimarrร  sempre nel mio cuore, e se lascerรฒ un segno nella storia di New York sarร  anche grazie a lei.

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