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Attraversarono il Mediterraneo come oggi fanno i migranti: nel V secolo d.C. in Siria infuriavano le persecuzioni religiose a seguito dei concili orientali. Nel V secolo d.C. dalla Siria si fuggiva e si attraversava il Mediterraneo. Nel V secolo d.C. i monaci eremiti siriaci, che avevano messo la loro residenza in una grotta nel deserto per pregare in libertร , furono costretti a scappare per avere salva la vita.

Abbazia di Santโ€™Eutizio

Attraversarono il Mediterraneo come fanno oggi i migranti, anche quelli che provengono proprio dalla Siria, e circa 300 monaci siriani approdarono in Italia e andarono dal Papa. Il Papa vide che il loro stile di vita era conforme ai dettami della chiesa e li accettรฒ. Con la benedizione papale lasciarono Roma alla ricerca di un luogo adatto alle loro esigenze di solitudine. Alcuni risalirono la via Flaminia fino alla Valnerina e lรฌ si fermarono. Era il luogo ideale per installarsi perchรฉ cโ€™era abbondanza dโ€™acqua, cโ€™erano erbe con cui placare la fame e cโ€™erano tante grotte sui fianchi della montagna. Lรฌ gli eremiti si sistemarono. Tre di essi continuarono ad avanzare fino alla Valcastoriana: erano Spes, Fortunato ed Eutizio. Su uno sbalzo del terreno videro il luogo dove fermarsi per sempre. Il clima della valle era molto piรน rigido di quello dei deserti siriani e lโ€™inverno era pieno di neve. I nostri intrepidi eremiti si videro costretti a edificare un riparo piรน valido di una grotta e non si adattava a una vita solitaria estrema.

I monaci siriani misero le basi anche per la vita in comunitร , cenobitica e, mettendo una pietra sullโ€™altra, iniziarono la costruzione di quella che sarebbe diventata lโ€™Abbazia di Santโ€™Eutizio, uno dei primi complessi monastici sorti in Italia. Il V secolo รจ unโ€™epoca assai remota, ma anche senza telefoni o televisioni o social le notizie si diffondevano e la presenza di monaci venuti da lontano non passรฒ inosservata. Norcia รจ vicina alla Valnerina e alla Valcastoriana e sicuramente si sarร  parlato in cittร  dellโ€™arrivo di questa gente che veniva da lontano e che viveva nelle grotte come i poveri piรน poveri.

 

Museo della Scuola Chirurgica di Preci

 

Le voci arrivarono fino a un ragazzo di Norcia destinato a far parlare di sรฉ per molto tempo, un tal Benedetto da Norcia. Sembra che il giovane Benedetto sia entrato in contatto con questi eremiti, probabilmente comunicavano in latino, e il loro stile vita ispirรฒ il ragazzo per elaborare il suo pensiero e la sua futura regola. Da questi incontri prese forma la cellula primordiale del monachesimo occidentale benedettino. I monaci venuti da fuori ignoravano tutto di quel luogo cosรฌ pieno di verde e di erbe, ma presto conobbero lโ€™efficacia delle erbe selvatiche, impararono a riconoscere quali andavano raccolte e quali erano pericolose. Era una questione di vita o di morte perchรฉ non basta raccogliere e mettere in bocca, il rischio di mangiare piante letali รจ elevatissimo. Un giorno dopo lโ€™altro, assaggia unโ€™erbetta oggi e cuoci una radice domani รจ andata a finire che i monaci di santโ€™Eutizio sono diventati degli erboristi raffinati e non solo. I santi monaci che erano approdati in Italia avevano portato con sรฉ il sapere dellโ€™arte medica, che in Siria era piรน avanzata, e misero le basi di quella che sarebbe diventata la famosa Scuola chirurgica preciana. Ci sarebbe ancora molto da raccontare e a Santโ€™Eutizio mi sarebbe piaciuto visitare il museo dedicato allโ€™erboristeria e allโ€™arte della chirurgia preciana. Purtroppo nel 2016 in terremoto ha devastato lโ€™Abbazia che รจ a tuttโ€™oggi impraticabile. A breve inizieranno i lavori di restauro di questo luogo cosรฌ antico e cosรฌ legato al nostro passato remoto. Non ci resta che aspettare.

La strada per la ricostruzione dellโ€™Abbazia di S. Eutizio in Preci, ferita dai terremoti del 2016, si fa finalmente in discesa.

Ieri, nel centro di comunitร  della parrocchia a Preci, รจ stato avviato ufficialmente il tavolo tecnico-giuridico per il recupero del complesso. Erano presenti: lโ€™on. Giovanni Legnini commissario straordinario del Governo alla ricostruzione per le zone del cratere sismico; lโ€™arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo; il sindaco di Preci Massimo Messi; lโ€™ing. Fulvio Maria Soccodato sub commissario alla ricostruzione; funzionari e tecnici della Regione, della Diocesi e di altri enti; imprenditori del luogo.

Per lโ€™Abbazia negli ultimi mesi si รจ lavorato in modo alacre per presentare al commissario Legnini una proposta concreta di fattibilitร . Lโ€™Archidiocesi, la Soprintendenza, la Regione, il Comune e lo studio associato di ingegneria Capaldini di Giano dellโ€™Umbria hanno lavorato intorno a varie ipotesi di ricostruzione. A Legnini รจ stata consegnata quella che sembra piรน funzionale e che prevede il consolidamento della rupe e la ricostruzione del complesso abbaziale nella sua interezza, compreso il campanile. Esteticamente, dunque, tutto sarร  come prima, ma lo scheletro sarร  realizzato con le tecniche antisismiche piรน allโ€™avanguardia. Da sottolineare che si รจ scelto di procedere al recupero-ricostruzione unitario dellโ€™Abbazia e quindi i lavori per la chiesa, il complesso adiacente e il campanile procederanno di pari passo.

La Diocesi, inoltre, comunica che a breve prenderanno il via 24 cantieri, sugli 82 in programma in base allโ€™ordinanza 105 del 17 settembre 2020 e al decreto 395 del 30 dicembre 2020.

Dai testi di geografia ai sussidiari scolastici,ย passando per le fiere internazionali sul turismo, l’Umbriaย viene identificata da una definizione straordinariamente calzante: cuore verde dโ€™Italia.

Secondo la simbologia tradizionale, il verde, espressione cromatica nella quale i buddisti individuano lโ€™origine della vita,ย celebra lโ€™elevazione dello spirito e del corpo che, per chi percorre lโ€™Umbria, assume i contorni di unโ€™esperienza ascetica in cui convergono identitร  e tradizioni, cultura e memoria storica, in cui la contemplazione del creato genera armoniche vibrazioni della mente. Se ci venisse chiesto di illustrare la frequenza cardiaca del cuore verde dโ€™Italia, la matita traccerebbe linee sottili dallโ€™incedere incredibilmente geometrico che, chi conosce lโ€™Umbria, non tarderebbe a identificare nella profilo della piccola Preci, borgo immerso nel verde della Valnerina.

Lasciando la Valle del Nera, per risalire la Valle Campiano verso il paese di Preci si entra nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini

Il Piantamaggio

Avamposto medioevale sorto in prossimitร  di un oratorio benedettino –ย come testimoniato dallโ€™etimologia del toponimo della cittร  (preces, cioรจ preghiera) –ย Preci segna lโ€™impercettibile transizione fra la Valle del Nera, risalendo da Cerreto di Spoleto,ย e il Parco Nazionale dei Monti Sibillini, mosaico di storia e tradizioni secolari, pentagramma in cui nubi di paesaggi e borghi seguono il ritmo sempiterno della natura. Ed รจ proprio dalla natura che qui alloggia che trae origine il rito del Piantamaggio, cerimoniale di pagana memoria le cui origini risalgono alle feste di primavera, successivamente trasformate in Baccanali, che si svolgevano in onore del dio Bacco oย Dionisoย e avevano lo scopo di introdurre i giovani nel mondo degli adulti, spesso sfociando, a causa delle prolungate libagioni, in pratiche iniziatiche e orgiastiche. Tale versione รจ avvalorata dallโ€™utilizzo, nellโ€™uso popolare, della perifrasi piantar maggio,ย espressione dal forte allusivo significato, che รจ quello di consumare lโ€™atto sessuale.

 

Lโ€™aspetto cinquecentesco del castello di Preci, immortalato in una foto storica conservata nell’archivio

 

La sera tra il 30 aprile e il 1 maggio, un albero di faggio o di pioppo, simbolo di fertilitร , preso, anzi rubato, nelle campagne circostanti dai giovani del paese, viene tagliato e portato nella pubblica piazza. Dopo essere stato spogliato e ripulito dalle fronde e dalla corteccia, viene integrato nella parte alta con un ramo di ciliegio fiorito, a simboleggiare il matrimonio tra gli alberi e lโ€™unione carnale con cui i fanciulli vengono iniziati alla vita adulta. Successivamente viene anche legata, nella parte piรน alta dellโ€™albero, una bandiera nazionale, forse un antico ricordo degli alberi della libertร , che tra la fine del Settecento e lโ€™inizio del secolo successivo venivano innalzati in ogni luogo dove arrivavano i venti e gli entusiasmi della Rivoluzione francese. La larga diffusione della celebrazione รจ testimoniata, inoltre, da una toponomastica estremamente ricca: il Monte Maggio, che domina la splendida Cascia,ย e il Monte Galenneย – situato tra Meggiano, Cerreto di Spoleto e Sellano, il cui toponimo rimanda verosimilmente alle Calende di Maggio –ย ci raccontano di un territorio che cambia nellโ€™aspetto, ma che conserva il suo piรน intimo fondamento ontologico.

 

Le Cascate de lu Cugnuntu, una stretta forra di circa 20 metri situati presso i Casali di S.Lazzaro al Valloncello.

ยซPulchra sabina Preces Prisca chirurgis patriaยป (Preci, il bel castello sabino, antica patria dei chirurghi).

Cosรฌ esordisce nel Subsidium medicinae Durante Scacchi, capostipite e antesignano della secolare scuola chirurgica preciana.

Un passato controverso quello castoriano, che riecheggia tra le pievi e i santuari di una valle dal fascino arcano; terra di eremiti, percorsa dallโ€™energia primordiale dei Monti Sibillini che, nel culto dei dioscuri Castore e Polluce – patroni della medicina classica – cela echi di gloriose vestigia pagane. รˆ lecito chiedersi il perchรฉ, nel cuore della Valnerina, sorse una tradizione chirurgia senza eguali in Europa: basti pensare che nel 1700 Durante Scacchi liberรฒ dal tormento della cataratta sua maestร  Elisabetta I, regina di Inghilterra.

La scuola preciana

Tuttavia attribuire alla genesi della scuola preciana allโ€™evangelizzazione anacoretica operata dagli eremiti siriani in Valnerina equivarrebbe a collocare le origini della tecnica chirurgica in un contesto storico-antropologico troppo lontano nel tempo. Appare dunque logico ricollegare sviluppo e decadenza dalla scuola preciana allโ€™ascesa, e parallelamente, al declino, della vicina Abbazia di Santโ€™Eutizio, roccaforte anacoretica in cui a veleggiare furono i vessilli di Benedetto da Norcia, patrono dโ€™Europa.
Perchรฉ la tecnica chirurgica conobbe in Preci e nella Valle Castoriana un fertile terreno su cui svilupparsi? La risposta va individuata nel tessuto socio-antropologico del luogo e nella specializzazione dei preciani nella mattazione del maiale, da cui ne derivarono profonde competenze anatomiche, tradotte successivamente nellโ€™asportazione di cisti e calcoli.

 

Museo della Scuola chirurgica di Preci

 

Eppure nel percorrere questo viaggio nella storia della chirurgia preciana occorre distinguere nettamente i due orientamenti in cui si articolava la celebre corporazione dei chirurghi: se da una parte campeggiava il pensiero empirico โ€“ che trovava supporto in chirurghi provetti che tornavano allโ€™amata Preci dai borghi di tutta Europa in cui dispensavano la secolare sapienza umbraย โ€“ dallโ€™altra spiccano austeri profili di chirurghi di professione, figli dellโ€™รฉlite cittadina e dellโ€™erudizione accademica. Particolare menzione, nella disputa tra gli empirici e i professionisti della chirurgia, merita una citazione del Durante Scacchi, sostenitore del pragmatismo scientifico e dellโ€™applicazione tecnica: ยซLa dottrina cederร  alla dotta manoยป.

La nascita del ciarlatano

Ed รจ proprio allโ€™interno di questo scenario socio-antropologico che la figura del chirurgo preciano entra inevitabilmente in collisione con uno dei personaggi piรน dibattuti ed enigmatici del suo tempo: il ciarlatano, da cerretano: abitante di Cerreto di Spoleto che la Treccani definisce letteralmente come colui il quale cavava sulla pubblica piazza i denti o vendeva rimedi che decantava miracolosi.
In seguito ai numerosi abusi empirici di chirurghi ambulanti, provenienti perlopiรน dal contado di Cerreto di Spoleto, fu richiesta a coloro che esercitavano la professione la Patente di Mezza Chirurgia, vale a dire una rudimentale abilitazione che autorizzava chi ne era in possesso a procedere chirurgicamente sui pazienti.

 

Museo della Scuola chirurgica di Preci

Il chirurgo di Cerreto di Spoleto

La figura di Durante Scacchi, divenuto celebre per lโ€™utilizzo del rasoio cauterizzatore, che limitava le emorragie, trovรฒ in Baronio Vincenzo, illustre medico e chirurgo di Foligno nonchรฉ marito dellโ€™aristocratica Delia Nobili da Cerreto di Spoleto, un degno successore. A Borgo Cerreto, crocevia di itinerari e viandanti, costui fece erigere un ambulatorio ospedaliero in cui esercitรฒ per decenni la nobile professione di chirurgo e, successivamente, commissionรฒ la realizzazione della Chiesa di Gesรน e Maria, divenuta mausoleo della famiglia Vincenzi. Nella cripta del santuario sono state recuperate importanti testimonianze degli interventi effettuati dal Vincenzi: trattasi di crani che esibiscono tracce di perforazioni chirurgiche, praticate verosimilmente come esperimenti, uno dei quali mostra visibili segni di rimarginazione, comprovando lโ€™ipotesi che il paziente sopravvisse a lungo grazie alla buona riuscita dellโ€™intervento.

Preci appartiene al Club de
I Borghi Piรน Belli d’Italia

 


Imboccando il sentiero 505 da Triponzo verso Visso, si risale il tortuoso corso di un torrente. Lo chiamano lu raiu de la scafa, laddove raiu, derivato da gravarium, indica una deiezione di pietrisco. A tratti sarร  necessario guadare il fiume, cercando di non scivolare sulle rocce bagnate, e cercando di distinguere gli ostacoli dai giochi dโ€™ombra della cupola di fronde sopra la propria testa. Poi le pareti di roccia, dritte e lisce come se fossero state tagliate con una lama, ci attireranno in una forra angusta, richiamandoci con lโ€™ipnotico suono dellโ€™acqua scrosciante.

valnerina

La cascata de Lu Cugnuntu, foto di Maurizio Biancarelli

Lu Cugnuntu

Siamo in Valnerina, a pochi chilometri dal borgo di Preci, dove il fosso di San Lazzaro e il Fosso Acquastrino si gettano in quella che รจ una vera e propria ferita negli strati calcarei di Scaglia Rossa che caratterizzano la zona. Non a caso, la forra รจ chiamata Lu Cugnuntu, la congiunzione โ€“ dal latino coniunctio, anche se non si esclude una derivazione volgare di coniuntius, una sorta di condotto idraulico. Giunti ai piedi della congiuntura, si viene investiti da una nube di aerosol, sprigionata dallโ€™acqua che precipita per ben ventiquattro metri.

 

 

A monte, le calcareniti โ€“ rocce piuttosto resistenti allโ€™erosione –ย  hanno infatti creato un dislivello tale da dare origine a uno spettacolo maestoso, quasi soverchiante per quellโ€™angusta fenditura. Sebbene le guide consiglino di intraprendere questa escursione in primavera, quando la prospettiva di bagnarsi non crea piรน particolari problemi, รจ in inverno che la forra sprigiona tutta la sua magica atmosfera. Non รจ solo per la gittata maggiore propria della stagione, ma anche per le basse temperature che, congelando lโ€™aerosol, creano arazzi di ghiaccio a decorazione delle ripide pareti.

Acque miracolose

In tempi antichi si credeva che queste acque avessero poteri terapeutici, come quelle vicine di Triponzo e di Madonna della Peschiera. La convinzione era tale che, nel 1218, venne persino creato un lebbrosario, favorito anche dalla posizione isolata. In una pergamena del 1342, si legge come Razzardo di Roccapazza โ€“ Roccapazza era un castello che fu completamente distrutto dal terremoto del 1328 โ€“ avesse donato un terreno, in parte coltivato e in parte adibito a pascolo, al borgo di San Lazzaro in Valloncello. Per alcuni Razzardo fu influenzato da San Francesco, o almeno dallโ€™ideologia francescana che cominciava a prendere piede; in ogni caso la struttura che venne costruita, annessa allโ€™omonima chiesa, fu affidata dapprima ai monaci dellโ€™Abbazia di Santโ€™Eutizio, poi ai frati minori e ai francescani.
Dalla stessa pergamena si evince che i malati potevano vivere nel lebbrosario con le proprie famiglie, ma non potevano in nessun caso allontanarsi, figurarsi lasciarlo. Veniva servito del cibo ritenuto prodigioso, come la carne di vipera di montagna. Allo stesso modo, sappiamo che i superiori godevano del privilegio di ordinare il ricovero ai malati delle diocesi di Spoleto, Camerino e Ascoli, anche se i parenti non approvavano.
Il lebbrosario โ€“ di cui sono ancora visibili le navate centrali della chiesa annessa โ€“ fu soppresso nel 1490 da Papa Innocenzo VIII, perchรฉ fortunatamente i casi di lebbra stavano scomparendo.

 

Preci

La mappa

 

Cascata de Lu Cugnuntu:
Latitudine 42ยฐ51’04”N Longitudine: 12ยฐ59’19”E
Quota massima: 620 m
Tempo di percorrenza: 2h
Lunghezza: 1,75 km
Dislivello: +220 m / -220 m
Punti d’acqua: 3
Valore scenico: alto
Sito panoramico: basso
Modalitร  di accesso

    • a piedi: facile
    • in bici: difficile
    • A cavallo: media
    • In auto: non consentito

Stagioni consigliate: tutte
Consigli per l’escursionista: munirsi di scarpe impermeabili e di caschetto

 


Fonti:

R. Borsellini, Riflessi dโ€™Acqua โ€“ Laghi, fiumi e cascate dellโ€™Umbria, Cittร  di Castello, Edimond, 2008.

M.Biancarelli, Lโ€™Umbria delle Acque, Ponte San Giovanni, Quattroemme, 2003.

www.lavalnerina.com

www.iluoghidelsilenzio.it

Int.Geo.Mod srl (a cura di), Parco geologico della Valnerina, Spoleto, Nuova Eliografica s.n.c..

Un tracciato fatto di strade secondarie, sentieri, argini e borghi abbarbicati. Laย Greenway del Neraย รจ tutto questo.

Panorama delle cascate delle Marmore

 

Un percorso ciclopedonale nato nel cuore verde della Valnerina, pensato per far conoscere e per far vivere questi luoghi spesso fin troppo dimenticati. Un anello di 180 chilometri dedicato agli amanti della natura. Non troppo difficile nรฉ faticoso, permette ai viandanti di godersi il paesaggio con il fiume Nera e tutti i suoi emissari, ma anche lโ€™aspetto culturale della zona, grazie agli storici borghi che si attraversano.

Lโ€™idea

La Greenway รจ stata pensata per far conoscere la Valnerina e per far vivere il territorio della comunitร  montana cui appartiene. Ma non รจ tutto qui. รˆ nata, infatti, come una vera e propria emergenza naturalistica, per preservare il paesaggio potendone perรฒ sfruttare lโ€™enorme potenziale, nel rispetto dellโ€™equilibrio ecologico. รˆ cosรฌ divenuto lo strumento di apprendimento diretto della natura e delle sue articolate forme, il luogo in cui poter sperimentare un approccio creativo e coinvolgente per attrarre nuove forme di turismo e di conoscenza del territorio.

I tracciati

Il primo passo per mettere il visitatore in contatto con il territorio รจ stato lโ€™identificazione e la sistemazione di un percorso alternativo, percorribile a piedi, in bicicletta o a cavallo. Il punto di partenza รจ la Cascata delle Marmore, cosรฌ come il punto di arrivo. Un anello totalmente immerso nel verde che permette al turista di entrare in un mondo inesplorato fatto di sentieri verdeggianti e magici borghi. Cosรฌ dal luogo tanto amato da Lord Byron e dagli altri viaggiatori amanti del Grand Tour inizia un lungo percorso formato in parte da strade giร  segnate: gli itinerari benedettini, la via francigena, lโ€™ex ferrovia Spoleto-Norcia.
Dalla Cascata delle Marmore fino al bivio di Preci รจ possibile โ€œcamminare a braccettoโ€ con il Nera. Infatti, la sponda sinistra del fiume รจ interamente percorribile e forma una delle sterrate piรน interessanti del centro Italia. Da qui, chi vuole, puรฒ prendere il percorso montano che vi รจ stato collegato che passando per Preci, Norcia, Cascia, Monteleone di Spoleto, Salto del Cieco, Piediluco, Prati di Stroncone, torna alla Cascata, passando per i Campacci di Marmore (Belvedere superiore).

 

Marmore

Cascata delle Marmore vista dal Penna Rossa

 

Essendo un percorso ad anello, la Greenway puรฒ essere percorsa sia in senso orario, sia in senso antiorario. Per renderla fruibile a tutti, inoltre, รจ stata suddivisa in sedici tratti, anchโ€™essi ad anello, cosicchรฉ sia piรน facile per il viaggiatore tornare al punto di partenza senza dover ripercorrere la stessa strada. Molti di questi tratti lungo il fiume, dalla Cascata fino a Preci, sono prevalentemente pianeggianti, ma quelli montani per il ritorno alla Cascata presentano salite anche molto impegnative che, perรฒ, possono essere evitate scegliendo il percorso alternativo su asfalto, su strade sempre poco trafficate. Ciascuno di questi ha una lunghezza che va dai cinque ai ventidue chilometri. Unendo piรน tratti si puรฒ programmare un viaggio a tappe della lunghezza voluta. Ogni tratta, ben indicata dai cartelli, collega centri abitati dotati di servizi. Lungo il percorso inoltre sono segnalati i sentieri che portano alle varie zone naturali protette.

Una gita per tutti

La Greenway รจ un percorso che puรฒ essere davvero esplorato da tutti. In completa sicurezza, perchรฉ dedicato esclusivamente a utenti non motorizzati, garantisce lโ€™accesso a tutti grazie a quella che viene definita circolazione dolce, che consente di godere lentamente del territorio che si sta attraversando per poter osservare da ogni punto di vista i paesaggi circostanti.

 

Fiume Nera

 


Sitografia: http://www.lagreenwaydelnera.it/it