Lโantico borgo di Deruta รจ dominato dal trecentesco Palazzo Comunale con le tre bifore romaniche che ne ingentiliscono la facciata in pietra; negli ambienti del piano superiore si trovano le stanze dalla Pinacoteca Comunale.
La Pinacoteca raccoglie cinquantadue tele della collezione di Lione Pascoli, donate al Comune dagli eredi nel 1937. Tra le opere ricordiamo la Madonna e i santi Francesco e Bernardino dellโAlunno, lโAngelo di Guido Reni e alcuni affreschi staccati da chiese del territorio.
Proprio in queste sale รจ conservato il bellissimo affresco di Pietro Vannucci, raffigurante ilPadre Eterno, i santi Rocco e Romano con una veduta di Deruta. Nella parte inferiore dellโopera รจ presente unโinsolita veduta dal basso della cittadina, della quale si riconoscono la chiesa di san Francesco, ancora dotata del campanile gotico poi modificato nel 1704, la chiesa di santa Maria dei Consoli e le torri civiche. Nella parte superiore, entro una sfera luminosa, si trova Dio Benedicente con in mano il Globo, affiancato da san Rocco che gli rivolge lo sguardo e san Romano vestito da pellegrino che mostra la ferita alla coscia, segno della peste da cui รจ stato contagiato.
Perugino, Padre Eterno, san Romano e san Rocco, 1475-1478. Pinacoteca Comunale
I due santi, in pose eleganti e ben equilibrate, occupano uno spazio ideale delineato da un pavimento a forme geometriche e un drappo rosso alle loro spalle. Sotto i due santi corrono i loro nomi e unโiscrizione: la scritta attesta la realizzazione del dipinto al 1475, a seguito di un decreto pubblico. In realtร รจ probabile che lโaffresco sia successivo al 1476, anno in cui la cittร รจ stata colpita da unโondata di peste. Questโopera รจ molto vicina da un punto di vista stilistico allโAdorazione dei Magi conservata nella Galleria Nazionale dellโUmbria, del 1475.
Lโopera รจ stata realizzata dal Perugino per la chiesa di san Francesco: la chiesa fu consacrata nel 1388, oggetto di successivi restauri e rifacimenti, presenta sulla facciata un rosone, mentre il campanile รจ alleggerito da bifore ogivali, รจ inoltre conservata una campana fusa in occasione della canonizzazione di san Francesco.
In breve tempo la fama di Perugino raggiungerร Roma e il Papa, che gli commissionerร la decorazione dellโabside della Cappella della Concezione nella Basilica costantiniana di San Pietro e delle pareti della Cappella Sistina, accanto a Botticelli, Ghirlandaio e Cosimo Rosselli.
ยซVivere a Deruta significa vivere in Umbria e a essere altrettanto importante per me รจ lโereditร artistica che ci hanno lasciato Perugino, Alberto Burri e Leoncillo Leonardiยป.
Nato a Terni e cresciuto a Deruta, Attilio Quintili si forma come artigiano ceramista, ma fin da subito orienta la sua ricerca artistica verso un linguaggio contemporaneo. Ciรฒ che lo affascina รจ la materia e le reazioni che si possono generare dallโincontro con altre forze; in particolare, dal 2012 lโartista inizia ad applicare cariche esplosive nel blocco di argilla, rileggendo in maniera fortemente personale la ricerca dellโinformale verso nuovi modi di trattare la materia. Anche se studia la precisa collocazione delle cariche per orientarne lโesplosione, lโargilla si squarcia e si plasma con risultati imprevedibili: il risultato finale รจ una scultura complessa che si presenta come unโanalisi allo stesso tempo sul pieno e sul vuoto, sul frammento e lโassenza, spingendo la conversazione su un piano piรน concettuale.
Lei รจ umbro di nascita. Si forma a Deruta come artigiano e ceramista e poi orienta la sua ricerca artistica verso il linguaggio contemporaneo. Quanto รจ stata importante per la sua formazione la cittร di Deruta, da secoli impregnata di arte?
Sono nato a Terni, mi sono trasferito pochi anni dopo a Deruta, ho imparato lโarte della ceramica nella fabbrica di mia madre, che proviene da una famiglia derutese di lunga tradizione ceramica. Mi sono specializzato nella tecnica del Lustro che ho lasciato – anche se non definitivamente – nel 2012 per intraprendere un personale percorso artistico. Per rispondere alla domanda: Deruta con la sua storia e la sua tradizione mi hanno influenzato molto. Vivere qui perรฒ significa anche vivere in Umbria e a essere altrettanto importante per me รจ lโereditร artistica che ci hanno lasciato Perugino, Alberto Burri e Leoncillo Leonardi. Credo comunque che nel mio percorso artistico lโinfluenza maggiore sia arrivata dalla grande spiritualitร che lโUmbria e suoi santi emanano.
Le sue opere ceramiche spesso si aprono dallโinterno: รจ la materia che accetta lo squarcio. Fontana spesso dichiarava “la mia arte รจ portata sulla filosofia del niente, che non รจ un niente di distruzione, ma un niente di costruzione”. Anche lei, tramite la materia โcostruisceโ nuovi possibili spazi? Ci racconta come โcostruisceโ le sue opere?
Le mie sculture prendono forma attraverso unโesplosione: รจ la deflagrazione a disegnare la forma. In nessun modo vengono toccate dalle mie mani, il risultato รจ una forma che la mente non puรฒ nemmeno immaginare. Ogni scultura รจ una nascita – o meglio una rinascita – dando vita a un nuovo ciclo vitale. Lโapporto e la volontร dellโartista, e prima ancora dellโuomo, รจ insignificante nel mio lavoro. La forma che si genera nelle sculture rimanda direttamente a una nuova vita senza alcun legame apparente con la precedente. Lโassenza di una forma riconosciuta predispone il fruitore ad abbandonare le certezze apparenti della mente in favore delle apparenti incertezze di altri livelli di percezione, che possono coincidere con il niente che perรฒ, per rispondere alla sua domanda, non prevede nรฉ costruzione nรฉ distruzione.
Attraverso la lavorazione della ceramica e attraverso lโutilizzo del lustro, nel tempo le sue opere sono state realizzate con tecniche non ceramiche, perfettamente espressive del suo pensiero. Inoltre, nelle sue opere รจ forte il connubio tra spiritualitร e materia. Da dove trae ispirazione per la loro realizzazione?
La ceramica รจ una tecnica che utilizzo perchรฉ funzionale al mio percorso artistico. Trovo la ceramica, con le sue implicazioni, perfettamente significativa a esprimere la relazione, che รจ lโobiettivo della mia ricerca, fra spiritualitร e materia. Il percorso di conoscenza, in vita, รจ una costante mediazione fra gli opposti e di conseguenza un lavoro costante fra la spiritualizzazione della materia e la materializzazione dello spirito.
Vorrei concludere chiedendole di lasciarci con una parola su cui meditare, che per lei rappresenti il connubio tra la sua arte e lโUmbria.
A colloquio con il presidente dei Borghi piรน Belli dโItaliain Umbria, tra futuro e soluzione per evitare lo spopolamento di questi territori.
In questi ultimi anni, i borghi e le piccole realtร stanno vivendo una nuova giovinezza. Sono tornati – soprattutto a livello turistico โ molto di moda. La riscoperta del loro territorio, dellโenogastronomia e della vita slow attraggono turisti,ma anche persone che decidono di abbandonare la cittร e trasferirsi in questi luoghi di pace e tranquillitร . Tanti i vip – italiani e stranieri โ che hanno scelto lโUmbria come rifugio dal caos cittadino. Ralph Fiennes, Daniele Bossari e la moglie Filippa Lagerback, Colin Firth, Ed Sheeran, Paolo Genovese, Susanna Tamaro, Mario Draghi, Luca Argenteroโฆ e tanti altri. Di queste realtร abbiamo parlato con Alessandro Dimiziani, vicesindaco di Lugnano in Teverina e, dal 2020, presidente del Borghi piรน belli dโItalia in Umbria. Lโassociazione โ nata nel 2001- ha come obiettivo quello di proteggere, promuovere e sviluppare i comuni riconosciuti con tale denominazione; lโUmbria รจ la regione italiana che ne ha di piรน, ben 30, e rappresentano un vanto e unโattrattiva turistica anche dallโestero. Un patrimonio da salvare e promuovere.
Alessandro Dimiziani
Presidente come prima cosa: quali sono i requisiti per entrare nellโassociazione dei Borghi piรน belli dโItalia?
La popolazione nel centro storico o nella frazione non deve superare i 2.000 abitanti, mentre nellโintero comune non si puรฒ andare oltre i 15.000 abitanti. Il borgo inoltre deve avere una presenza di almeno il 70% di edifici storici anteriore al 1939 e offrire qualitร urbanistica, architettonica e promozione del territorio. Va detto che sono gli stessi borghi che fanno la richiesta e poi un comitato scientifico valuta gli oltre 90 parametri e delibera lโentrata del paese nellโassociazione.
Con Stroncone โ entrato da poco โ nella regione si contano 30 borghi. Un record italiano che fa superare le Marche, ferme a 29โฆ
Proprio alcuni giorni fa cโรจ stata lโufficializzazione di Stroncone con la consegna della bandiera dellโassociazione. Se consideriamo la grandezza del nostro territorio e il numero dei comuni inferiore rispetto alle Marche, la percentuale di borghi piรน belli รจ molto alta. Oltre a Stroncone gli ultimi entrati sono Monteleone dโOrvieto nel 2019 e Nocera Umbra nel 2020.
La rivista americana โThe Travelโ ha pubblicato da poco la classifica dei dieci borghi italiani preferiti dai turisti internazionali: al 9ยฐ posto cโรจ Monteleone dโOrvieto (unico umbro). Serve piรน marketing internazionale per lโUmbria?
Sicuramente, anche se non siamo messi male. I nostri social sono tra i primi in Europa per visualizzazione. Da poco abbiamo anche realizzato un video promozionale che presenteremo il 7 dicembre a Citerna, in cui sono riuniti e illustrati tutti i borghi: questo verrร utilizzato durante le presentazioni fuori regione.
Monteleone dโOrvieto. Foto by Enrico Mezzasoma
Quanto รจ importante il turismo di ritorno?ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย
ร importantissimo e da poco abbiamo creato un tavolo di lavoro per capire tutte le tappe da seguire e i vari passaggi da mettere in pratica.
Concretamente, come si svolge?
Abbiamo iniziato a lavorare sui registri comunali, chiedendo a ogni Comune di inviare i nomi dei concittadini residenti allโestero: si รจ visto che la maggior parte si trovano negli Stati Uniti, in Brasile, in Belgio e in Lussemburgo, sono circa 2000 persone. Con un protocollo, lโintervento del Ministero del Turismo e dellโassociazione Italiani nel Mondo cercheremo di contattarli. A gennaio poi verrร organizzato un evento ad hoc a New York in cui sarร presente la nostra associazione e quella degli Italiani nel Mondo. ร il primo passo per iniziare a capire come muoversi.
Il turismo nei borghi, in questi anni, รจ tanto di moda: come se lo spiega?
ร inutile negarlo, la pandemia ha dato una grossa mano. Nel 2020 cโรจ stata unโinvasione, ovviamente positiva, che ha premiato il lavoro di valorizzazione fatto negli anni precedenti. Oltre allโItalia turistica e famosa che tutti conoscono, cโรจ unโItalia da scoprire e da vivere, tra sentieri, prodotti tipici e cucina. Questo attira molto il turista, anche straniero; tra lโaltro lโUmbria รจ lโunica destinazione italiana entrata nella lista Best in travel 2023 stilata dalla Lonely Planet. Per il nostro Paese il turismo รจ una risorsa importantissima sulla quale si deve puntare al massimo.
Se avesse a disposizione un tesoretto, quali sono le prime cose che farebbe?
I primi interventi sarebbero rivolti al miglioramento dei servizi: sociali, sanitari, alle infrastrutture, ma anche alla connessione internet per lo smart working. Un borgo non puรฒ essere escluso da questo; il turista, ma soprattutto chi decide di restare, chiede navette o bus di collegamento con la stazione piรน vicina. Molto di questo ancora manca. A Lungano in Teverina, ad esempio, molti americani e danesi si sono innamorati del luogo, dei paesaggi e, grazie a uno statuto comunale, hanno avuto in dotazione degli uliveti e questโanno per la prima volta hanno raccolto lโoliva. Tutto questo รจ sicuramente un incentivo per restare nel territorio, ma i servizi devono essere presenti.
Ciรฒ serve ad arginare lo spopolamentoโฆ
Combattere lo spopolamento – che รจ una vera piaga – รจ tra gli obiettivi dellโassociazione. Per noi รจ come una lenta morte, dovuta al decremento demografico e alla mancanza di lavoro che porta i giovani a lasciare il borgo per trasferirsi in cittร o allโestero. ร per questo che cerchiamo di bilanciare con il turismo di ritorno o con i nuovi residenti. Riallacciandomi alla domanda precedente, gli investimenti sarebbero fondamentali anche per la creazione di lavoro, in modo da incentivare i giovani a restare.
Potremmo raccontare lโUmbria attraverso i borghi: ce nโรจ uno che la rappresenta di piรน?
Tutti i borghi rappresentano lโUmbria, poi ci sono quelli che attirano piรน come Trevi e Spello, ma ultimamente anche quelli meno conosciuti si stanno facendo notare. LโItalia, ripeto, deve puntare su queste piccole realtร che sono un patrimonio fondamentale per il turismo, da nord a sud. In questo modo puรฒ primeggiare nel mondo.
Spello. Foto Enrico Mezzasoma
Ci sono in cantiere dei nuovi progetti?
Nel 2023 uscirร la nuova brochure con tutte le informazioni sui borghi – edita da Corebook – anche in lingua cinese. Stiamo lavorando anche con le comunitร energetiche per installare le colonnine di ricarica per auto e biciclette. Si punta a promuovere e portare avanti interventi a 360ยฐ con attivitร , eventi e festival, cercando di coinvolgere tutti.
Facciamo un gioco: per ogni borgo mi dica un aggettivo e una caratteristicache lo contraddistingue.
Acquasparta (Rinascimento umbro), Allerona (la porta del sole), Arrone (Valnerina), Bettona (etrusco-romana), Bevagna (le Gaite), Castiglion del Lago (il Trasimeno), Citerna (Borgo dei Borghi. Nel 2023 parteciperร al programma di Rai3), Corciano (la costola di Perugia), Deruta (ceramica), Lugnano in Teverina (archeologia e biodiversitร ), Massa Martana (riscatto architettonico), Monte Castello di Vibio (il teatro piรน piccolo del mondo), Montecchio (olio e archeologia), Montefalco (Sagrantino), Monteleone dโOrvieto (balcone su tre regioni: Umbria, Toscana e Lazio), Monteleone di Spoleto (altezza e bellezza), Montone (storia e architettura), Nocera Umbra (la rinascita della bellezza), Norcia (norcineria e tartufo), Paciano (vista sul lago Trasimeno), Panicale (arte e bellezza), Passignano sul Trasimeno (oasi di bellezza), Preci (scuola chirurgica), Sangemini (il bello sopra lโindustria), Sellano (le acque della Valnerina), Spello (colori), Stroncone (olio e architettura), Torgiano (vino), Trevi (fascia olivata), Vallo di Nera (enogastronomia ad alta quota).
Lord Byron, durante suo Gran Tour e dopo aver visitato alcune cittร del nord Italia, da Venezia giunse in Umbria, dove rimase ammaliato dalla bellezza della natura e del paesaggio della nostra regione. Anche la scrittrice Aurora Soranzo รจ venuta in Umbria, come il protagonista della sua opera, a ritirare il riconoscimento letterario nellโambito del Deruta Book Fest.
Aurora Soranzo
George Gordon Byron. conosciuto ai piรน come Lord Byron, il grande poeta inglese, che scelse nel 1816 di venire in Italia per sottrarsi ai duri giudizi dei suoi connazionali sulla sua reputazione, trasformรฒ il suo soggiorno in un duraturo amore italico attratto dalle bellezze della nostra penisola e, nel viaggio verso Roma, dopo aver conosciuto Venezia, Firenze e Genova, visitรฒ lโUmbria nella primavera del 1817. Il cuore verde dellโItalia, e in particolare tre luoghi umbri caratterizzati dallโacqua, hanno rapito la sua sensibilitร poetica: la Cascata delle Marmore, le fonti del Clitunno e lo specchio argenteo del Lago Trasimeno. La bellezza della natura e del paesaggio dellโUmbria hanno folgorato nellโanimo Lord Byron, che considerava lโambiente e lโacqua, come pura bellezza da venerare.
Recentemente, in occasione della manifestazione letteraria umbra Deruta Book Festival, Lord Byron รจ ritornato in Umbria, grazie allโautrice padovana Aurora Soranzo, con il libro dal titolo I luoghi di George Byron nel Veneto. Il Lord che parlava veneziano, edito da Mazzanti Libri.
Il poeta, considerato uno dei massimi esponenti della poesia britannica, quando lasciรฒ il suo Paese e giunse a Venezia, fu attratto immediatamente dalla bellezza della cittร lagunare ed entrรฒ immediatamente nella sua vita sociale e culturale. Aurora Soranzo descrive minuziosamente e con precisione i luoghi veneti che Lord Byron visse e frequentรฒ, e porta il lettore a spasso insieme con il celebre verseggiatore britannico. Riferito allโopera della scrittrice padovana, anche lโormai scomparsa Regina Elisabetta aveva ringraziato Aurora per averle inviato una lettera con una copia del suo libro I luoghi di George Byron nel Veneto. Il Lord che parlava veneziano.
Aurora Soranzo, รจ una persona poliedrica con molte sfaccettature creative e culturali, che si occupa di grafologia e nel 2021, presso il Conservatorio Verdi di Milano e nellโambito del Premio Universum del Patrimonio Femminile, le รจ stato accreditato il riconoscimento Lode del Genio femminile come scrittrice storica. Nel 2022, in occasione del Deruta Book Fest, la scrittrice di Padova, attribuita come finalista al concorso letterario organizzato da Bertoni Editore, si รจ classificata con il suo libro su Byron, al sesto posto cosรฌ come riconosciuto dalla giuria presieduta dal poeta e curatore editoriale, Bruno Mohorovich.
Visitare Deruta vuol dire immergersi nella ceramica e scoprire una tradizione secolare che ancora oggi, grazie agli artigiani del luogo, resiste nel tempo e mantiene intatta la tecnica tramandata di generazione in generazione.
I resti delle antiche fornaci per la cottura – in epoca rinascimentale quelle attive erano 52 – raccontano di una grande organizzazione produttiva e di un forte stimolo verso lโinnovazione. Qui il detto casa e bottega รจ reale e tangibile nella vita dei derutesi che intraprendono questo lavoro: girando per la cittadina sโincontrano infatti botteghe, laboratori e negozi, tutti dedicati a questโarte. Lโunione tra le mani esperte dei tornitori, la fantasia dei pittori e la magia del fuoco hanno permesso di realizzare, nel corso dei secoli, opere inconfondibili del made in Italy, esaltate dal lustro dorato, geniale invenzione dei vasai di Deruta, che evidenzia le figurazioni e fa riecheggiare gli ornati dโoro.
Deruta, foto by Enrico Mezzasoma
Il nome del borgo deriva da Diruta, cioรจ rovinata, in riferimento alla fuga dei perugini dalla loro cittร , incendiata da Ottaviano nel 40 a.C.: gli abitanti si stabilirono sul colle dellโodierna Deruta, che prese il nome di Perugia vecchia. Dominata a lungo dal capoluogo umbro, nel 1299 compare la prima testimonianza scritta sulle ceramiche. Nei secoli successivi resta sotto lo Stato Pontificio e si schiera al suo fianco durante la Guerra del sale (1540) contro Perugia: ciรฒ garantisce al borgo un periodo di pace, nel corso del quale la produzione di maioliche raggiunge il massimo sviluppo. Il resto dei secoli passa tra dominazione papale e brevi parentesi napoleoniche.
La Storia รจ ancora visibile nel centro storico circondato da mura medievali, al quale si accede tramite tre porte. Entrando da Porta SantโAngelo sono visibili le strutture di alcune fornaci del Cinquecento. La fontana a pianta poligonale del 1848 caratterizza Piazza dei Consoli che, con la sua forma allungata, accoglie i principali edifici pubblici e religiosi: tra questi, il palazzo municipale, al cui interno si trova anche la Pinacoteca comunale โ che ospita un affresco di Pietro Vannucci e le due opere di Niccolรฒ di Liberatore detto LโAlunno. Giร Palazzo dei Consoli, si tratta di una sobria architettura trecentesca ammodernata nel XVIII secolo; lโatrio conserva reperti archeologici romani e medievali. Attraversando la piazza, si arriva in Largo S. Francesco, dove si affaccia il complesso francescano fondato nel 1008 dai Benedettini e la chiesa di San Francesco, in stile gotico, restaurata e consacrata nel 1388. Proseguendo il percorso, sโincontra piazza Benincasa, dove รจ possibile visitare la chiesa di SantโAntonio Abate, da poco tornata al suo splendore.
chiesa di San Francesco, foto di Enrico Mezzasoma
Da non perdere, appena fuori dal borgo, il santuario della Madonna dei Bagni, eretto dopo il miracoloso ritrovamento, nel 1657, di unโimmagine della Madonna su un frammento di ceramica, tuttora custodito nellโaltare maggiore. Piรน di 700 targhe votive in maiolica rivestono le pareti della chiesa.
Una menzione a parte va fatta al Museo Regionale della Ceramica, il piรน antico museo italiano di questo tipo che conserva oltre 6000 opere e piรน di 1500 volumi sullโargomento. Un viaggio nellโevoluzione della maiolica, dalla produzione arcaica al Novecento. Collegata al museo attraverso un tunnel sotterraneo, vi รจ lโarea archeologica delle fornaci di San Salvatore: gli scavi hanno messo in luce una sequenza di strutture databili tra la fine del Duecento e gli inizi del Settecento.
Piatto da pompa con David con la testa di Golia. Deruta 1560
Ovviamente non si puรฒ lasciare Deruta senza un ricordo in ceramica o una bottiglia dโolio extravergine, apprezzato persino da Gabriele DโAnnunzio. I cibi della tradizione umbra, a tavola, la fanno da padroni: tipici della zona sono i birbanti e il cannibale, una particolare preparazione a base di carne. Sagre e feste movimentano il borgo nel corso dellโanno, come la Festa del Grano, Magia di unโArte (giugno-luglio) e Antiquariato in piazza (1 maggio).
Con un grande riscontro di pubblico, la mostra fotografica itinerante corredata da versi Donna vede Donna รจ giusta a coprire la sua seconda tappa: Deruta.
Sabato 8 febbraio, presso la Sala Consiliare comunale di Deruta, gremita di persone, c’รจ stata la presentazione del progetto Donna vede Donna, in cui sono intervenuti il Sindaco Michele Toniaccini, l’Assessore al sociale, la derutese Cristina Canuti, l’Assessore alla Cultura di Magione Vanni Ruggeri, Valter Sembolini, A.D. della Cooperativa Pescatori del Trasimeno, Francesca Caproni, direttrice del GAL Trasimeno-orvietano, Giovanni Montani – Sindaco di Acquasparta, la cittadina che ospiterร una delle prossime tappe della mostra (al momento ci sono 14 richieste tra Comuni, Enti e Associazioni, sia in Umbria sia fuori dei confini regionali e nazionali) – e Paolo Ricciarelli, presidente della ProLoco Deruta.
Le finalitร della mostra Donna vede Donna sono quelle di descrivere, con foto prevalentemente ambientate al lago Trasimeno e versi, le varie sfaccettature femminili e di mettere in risalto la dolcezza, la bellezza e la centralitร sociale delle donne, aborrendo ogni forma di violenza.
Nella stessa occasione รจ stato presentato il catalogo della mostra, edito da Morlacchi, accompagnato dalla declamazione delle poesie scritte dalle poetesse protagoniste del progetto Donna vede Donna, con la lettura da parte di Alessandra Di Cesare, Francesca Tuscano e Laura Adriani e da una serie di suggestivi video realizzati da Stefano Fasi.
L’evento derutese prevede, oltre la mostra internazionale fotografica corredata da versi, quattro incontri letterari, in cui vengono dibattute tematiche al femminile che prendono spunto dalle presentazioni di libri riferiti all’universo femminile.
Il primo, domenica 9 luglio ha riguardato la presentazione del libro Non รจ colpa mia – Voci di uomini che hanno ucciso le donne di Lucia Magionami e Vanna Ugolini, edito da Morlacchi, con la partecipazione di Massimo Pici, Presidente dell’Associazione Libertas Margot, Chiara Giussani vicepresidente dell’Associazione Franca ViolaโCoordinamento Donne Todi, in un costruttivo dibattito con gli intervenuti sulle tematiche riguardanti i femminicidi e la violenza di genere. Domenica 16 febbraio alle 16,00 sarร la volta della Ragazza del canneto di Marco Pareti, poi sabato 22 febbraio alle 16,00 presenteranno Laura Adriani il suo La gigante bambina e Francesca Tuscano i suoi Gli stagni di Mosca e Thalassa; domenica 23 febbraio, con inizio alle ore 17,00, ci sarร un reading degli autori della Bertoni Editore, sempre di opere riguardanti la sfera femminile.
La Mostra Donna vede Donna รจ ospitata nel centro storico derutese, nella splendida Antica Fornace Grazia. L’esposizione รจ rivolta a tutti, adulti e bambini, e soprattutto รจ pensata per sensibilizzare i giovani, attraverso un messaggio positivo e gioioso, sull’importanza e la rilevanza della donna nella vita quotidiana e nei suoi molteplici ruoli.
Marco Pareti รจ il coordinatore del progetto, coideatore insieme a Marina Sereda, mentre Stefano Fasi, รจ il coordinatore fotografico e direttore artistico con la collaborazione di Graziella Mallamaci. Trasimeno in Dialogo e Ars Cultura sono i progetti culturali e sociali sui quali poggia il messaggio di Donna vede Donna, con il supporto del GAL Trasimeno-orvietano.
Le fotografe sono nove, amatoriali e professioniste, tra italiane, russe e albanesi: Sara Belia, Roberta Costanzi, Elena Kovtunova, Antonella Marzano, Lorena Passeri, Rita Peccia, Antonella Piselli, Anastasia Trofimova, Renilda Zajmi. Le cinque autrici sono di origine italiana, russa e giapponese: Sara Belia, Naoko Ishii, Graziella Mallamaci, Mariapia Scarpocchi e Marina Sereda.
La mostra รจ aperta dalle 10,30 alle 12,30 e dalle 15,30 alle 18,30 nei giorni di sabato e domenica, fino al 23 febbraio compreso.
Durante l’apertura della mostra saranno presenti alcune protagoniste, fotografe e scrittrici, come guide d’eccezione all’esposizione collettiva. L’evento del giorno 8 febbraio รจ stato seguito, in diretta video streaming, da MEPRadio in collaborazione con BluSky. La prossima tappa sarร a Perugia con l’inaugurazione della mostra Donna vede Donna, prevista il 28 febbraio pv alle ore 17,30 a Palazzo della Penna. Interverranno l’Assessore alla Cultura Leonardo Varasano, il giornalista Sandro Allegrini e l’artista Floriana la Rocca.
Pietro Vannucci detto Il Perugino, รจ considerato uno dei massimi esponenti dell’umanesimo e il piรน grande rappresentante della pittura umbra del XV secolo.
Il pittore si muove in un contesto storico che รจ quello del tardo umanesimo. ยซNella cittร di Perugia nacque ad una povera persona da Castello della Pieve, detta Cristofano, un figliuolo che al battesimo fu chiamato Pietro (โฆ) Studiรฒ sotto la disciplina dโAndrea Verrocchioยป. (Le vite deโ piรน eccellenti architetti, pittori, et scultori italiani, da Cimabue insino aโ tempi nostri. Parte seconda.ย Giorgio Vasari).
Autoritratto Perugino
Il Perugino nasce nel 1450 a Cittร della Pieve e le sue prime esperienze artistiche umbre si appoggiarono probabilmente a botteghe locali come quelle di Bartolomeo Caporali e Fiorenzo di Lorenzo.
Fin da giovanissimo si trasferisce a Firenze, dove inizia a frequentare una delle piรน importanti botteghe: quella di Andrea del Verrocchio. La cittร dei Medici fu fondamentale per la sua formazione; infatti i contemporanei lo considerarono di fatto, un maestro fiorentino dโadozione.
Nei suoi capolavori si cela unโintimitร religiosa: le dolci colline tipicamente umbre, il paesaggio boschivo realizzato con piรน tonalitร di verdi, il tenue modellato dei personaggi e gli svolazzanti nastri degli angeli sono i suoi stilemi decorativi che poi trasmise anche al suo allievo: Raffaello.
Le opere in Umbria e non solo
Una delle sue prime opere documentate รจ L’adorazione dei Magi e il Gonfalone con la Pietร , entrambe nelle sale espositive della Galleria Nazionale dellโUmbria.
Nel 1473 il Perugino ricevette la prima commissione significativa della sua carriera: i francescani di Perugia, gli chiesero di decorare la nicchia di San Bernardino. Otto tavolette che insieme componevano due ante che chiudevano una nicchia con un gonfalone con lโeffigie del santo.
Piรน tardo (1477-1478) รจ lโaffresco staccato, oggi nella Pinacoteca Comunale di Deruta, con il Padre Eternocon i santi Rocco e Romano, con una rara veduta di Deruta nel registro inferiore; probabilmente commissionata per invocare la protezione dei Santi Romano e Rocco, poichรฉ unโepidemia di peste imperversava nel territorio di Perugia.
Nel 1478 continuรฒ a lavorare in Umbria, dipingendo gli affreschi della cappella della Maddalena nella chiesa parrocchiale di Cerqueto, nei pressi di Perugia.
Raggiunta la fama venne chiamato nel 1479 a Roma, dove realizzรฒ uno dei piรน grandi e prestigiosi lavori: la decorazione della Cappella Sistina, lavoro al quale partecipano anche Cosimo Rosselli, il Botticelli e il Ghirlandaio. ร qui che realizza uno dei suoi tanti capolavori: La consegna delle Chiavi a San Pietro, il Battesimo di Cristo e il Viaggio di Mosรจ in Egitto.
Nei dieci anni successivi Perugino continuรฒ a spostarsi tra Roma, Firenze e Perugia. Tra il 1495 e il 1496, plasmรฒ un altro capolavoro: la Pala dei Decemviri, chiamata cosรฌ perchรฉ realizzata su commissione dai Decemviri di Perugia per la cappella nel Palazzo dei Priori. Dipinse poi il Polittico di San Pietro, con la raffigurazione dellโAscensione di Cristo, la Vergine, gli Apostoli, nella cimasa Dio in gloria, nella predella lโAdorazione dei Magi, il Battesimo di Cristo, la Resurrezione e due pannelli con i santi protettori di Perugia.
Nello stesso periodo lavorรฒ alla decorazione della Sala dellโUdienza nel Collegio del Cambio a Perugia, ciclo terminato nel 1500. Il 1501-1504 รจ lโanno in cui realizzรฒ lo Sposalizio della Vergine, dipinto per la Cappella del Santo Anello nel Duomo di Perugia, iconografia ripresa da Raffaello per la chiesa di San Francesco a Cittร di Castello.
Sposalizio della Vergine
Il Perugino continuรฒ a ricevere commissioni; infatti realizzรฒ la Madonna della Consolazione, il Gonfalone della Giustizia e la Pala Tezi, conservate nelle sale espositive della Galleria Nazionale dellโUmbria e la Resurrezione per San Francesco al Prato, commissionata per lโomonima chiesa perugina.
Eccelse opere del pittore sono conservate anche a Cittร della Pieve, non lontano dal confine con la vicina Toscana. Presso Santa Maria dei Bianchi e la Cattedrale dei SS Gervasio e Protasio, si trovano alcune delle sue opere piรน significative come lโAdorazione dei Magi.[1]
Seguendo i passi del Perugino, tappa obbligata รจ poi Panicale, pittoresco paese che fa parte dei Borghi piรน Belli dโItalia. Nella Chiesa di San Sebastiano si trova lโopera il Martirio di San Sebastiano, unโintera parete affrescata dallโartista. Unโaltra tappa importante per scoprire tutta lโarte del Divin Pittore รจ Fontignano, dove nel 1511 il Perugino stabilรฌ la sua bottega per sfuggire alla peste.
San Sebastiano. Cerqueto
Proprio di peste il pittore morรฌ nel 1523-1524, mentre lavorava a un affresco raffigurante Lโadorazione dei pastori commissionatogli per la piccola Chiesa dellโAnnunziata, lโaffresco lasciato incompiuto dal Perugino, ma finito dai suoi allievi, e infine una Madonna con bambino, lโultima opera da lui completata nel 1522.
Perugino fu lโiniziatore di un nuovo modo di dipingere; lโartista va alla costante ricerca di paesaggi di piรน vasto respiro, ammirando lโesempio dei precedenti fiorentini come Filippo Lippi, Domenico Veneziano e Beato Angelico, ben noti in terra umbra. Il Perugino procede verso una lenta e graduale conquista del naturale. Lโarmonia insita nel paesaggio peruginesco fu creata da un approccio mistico con la natura e da unโarte che, piuttosto che fondarsi sullโintelletto e sullโaddestramento dellโocchio, come avveniva a Firenze, scaturiva dal cuore e dalla forza dei sentimenti.[2]
Il Perugino segnรฒ cosรฌ il gusto di unโepoca.
[1] Emma Bianchi, โPetro penctoreโ: lโAdorazione dei magi e la confraternita di Santa Maria dei Bianchi di Cittร della Pieve, in Perugino e il paesaggio, Silvana Editoriale, 2004, pp. 119-128.โ
[2] Silvia Blasio, Il paesaggio nella pittura di Pietro Perugino, in Perugino e il paesaggio, Silvana Editoriale, 2004, pp. 15-41.โ
Il Palio della Brocca รจ una rievocazione storica giunta alla sua XIII edizione, dove giochi, sfilate e spettacoli sono stati i protagonisti, dal 27 agosto al 1 settembre nella distintiva Deruta. L’angolo culturale viene proposto come ulteriore attrattore di un evento giร ampiamente partecipato da residenti e turisti, e lo spettacolo La rima dell’acqua รจ stato il protagonista di una delle serate della manifestazione, riscuotendo un gran successo di pubblico. Nel suo ambito si รจ tenuto il concorso nazionale poetico-letterario Una Fontana di Parole, con l’adesione di numerosi poeti rispondenti anche da fuori regione.
Una serata del Palio della Brocca, all’insegna dei poeti e della poesia, ha deliziato il folto pubblico che assisteva a recitate esibizioni di Trilussa, Carducci e Manzoni, dove il verso e il brano sono stati gli artistici e delicati artigli che hanno captato l’attenzione dei borghigiani e dei tanti turisti partecipanti all’evento. La sfilata, in abiti ottocenteschi con le fascinose dame accompagnate dai loro gentili cavalieri, nell’eco risonante dell’alternato ritmo dei tamburi e sotto la spettacolare evoluzione degli sbandieratori, ha condotto i pensieri ed evocato atmosfere d’altri tempi.
La Rima dellโAcqua
Ma andiamo per gradi e facciamo un passo indietro che ci porta nel manierato Ottocento derutese.
Nell’anno 1832, una serie di terremoti colpirono Deruta e danneggiarono, tra l’altro, il pozzo ubicato nei pressi dell’odierna Fontana di Piazza dei Consoli. I residenti, per soddisfare le proprie esigenze quotidiane, si videro costretti a scendere fino al quartiere del Borgo, limitrofo al prossimale fiume Tevere, per l’attingimento. L’acqua era ed รจ di fondamentale importanza per la produzione della maiolica e Deruta, da sempre e a tutte le latitudini del mondo, ne รจ famosa ambasciatrice.Da questi fatti trae ispirazione la manifestazione del Palio della Brocca di Deruta, giunta alla sua XIII edizione, e, nel gioco dedicato, la brocca derutese e l’acqua sono le protagoniste simboliche, cosรฌ come i tre rioniPiazza, Borgo e Valle sono i suoi supremi interpreti. In particolare quest’anno, in una serata in seno al Palio, รจ stata organizzata la manifestazione poetica La Rima dell’Acqua: una competizione poetica ha visto interpreti amatoriali locali e attori professionisti rappresentare il proprio colore rionale in un’appassionata sfida.
All’evento ha partecipato, tra pubblico e interpreti, la popolazione cittadina in tutte le sue fasce d’etร , con sfilate, tamburi, sbandieratori, recitazioni e letture, in una sana competizione ricca di sguardi sfidanti e canzonature piรน o meno palesi, in un clima di sano campanilismo paesano. Succede in ogni tipica competizione di ciascun Palio e anche Deruta non si smentisce.
I tre Rioni sono abbinati ad alcune parole, corrispondenti a:
blu, Rione Piazza, Porta San Michele Arcangelo e Manzoni;
verde, Rione Valle, Porta del Cerro e Carducci;
giallo, Rione Borgo, Porta Romana e Trilussa.
I colori dei tre Rioni fanno riferimento a diversi e tipici decori artistici derutesi: il blu al ricco Deruta, il giallo al raffaellesco e il verde all’arabesco, mentre le Porte sono il riferimento di ciascun Rione per l’accesso alla cittadina. Ognuno dei tre attori ha rappresentato il Rione di appartenenza, decantando e personificando i tre celeberrimi cantori; sono stati coadiuvati, nella prova, da capaci interpreti paesani. Trilussa, per i gialli, รจ stato interpretato dal bravissimo Mirko Revoyera, Manzoni, per i blu, dal valente Michele Volpi e Carducci, per i verdi, dall’abile Mauro Silvestrini.
La sommatoria dei voti del pubblico e di quelli espressi dalla giuria di esperti ha decretato vincitore della Rima dell’Acqua, il colore verde del Rione Valle, abbinato a Carducci.
ร stata una bellissima manifestazione culturale che, da un diverso punto di vista, ha teso, in un ambiente goliardico e recettivo, alla diffusione e al rinvigorimento della poesia anche a livello popolare. Se ci riferiamo al passato la gente del popolo รจ stata spesso ispirazione di molti poeti che hanno giocato con e tra i versi ispirati ai quotidiani accadimenti di popolani e borghesi.
Una fontana di parole, il concorso di poesia
Altresรฌ, al termine della serata, sono stati decretati i vincitori del concorso nazionale poetico-letterarioUna fontana di parole.
L’associazione Via de’ Poeti e Identitร Terra Tour Operator con Tiziana Casale e Luciano Posti – tra l’altro bravo copresentatore, autore e regista della festa poetica – in collaborazione con l’associazione Palio della Brocca di Deruta e con il Patrocinio del Comune, hanno organizzato la serata dedicata alla poesia.
Ben oltre 140 poesie, inviate da poeti locali e di fuori regione, ispirate al tema molto attuale e sensibile dell’acqua – a cui era necessario riferirsi per partecipare al concorso Una Fontana di Parole – sono state valutate da una giuria tecnica di esperti composta dal Sindaco di Deruta Michele Toniaccini, dalla cantante soprano internazionale Mirella Golinella di Ferrara, dalla presidente della associazione poetico-letteraria LโOrtica Claudia Bortolotti di Forlรฌ, dalla scrittrice, poetessa e operatrice culturale Antonella Giordano,di Roma, dal fotografo e operatore artistico Franco Prevignano, dallโattrice e regista Mariella Chiarini, dallo scrittore ed editore della casa editrice LโArcolaio Gian Franco Fabbri di Forlimpopoli, dalla poetessa Katia Quattrocchi, dal poeta e critico letterario Delmiro Cortini di Forlรฌ, dallo scrittore e operatore culturale Bruno Mohorovich, dal giornalista e critico letterario Luciano Lepri, dallo scrittore e operatore culturale Marco Pareti, dallโeditore della casa editrice Bertoni Editore Jean Luc Bertoni, dallo scrittore e presidente dellโassociazione Via deโPoeti di Bologna Luciano Posti e presieduta dalla presidente di Identitร Terra, Tiziana Casale. Una Fontana di Parole 2019 ha visto come primo classificato Guido De Paolis, di San Vito Romano, con il testo Mani Viola; secondo classificato, Eliseo Pisinicca di Castiglione del Lago, con il testo Tramonto al Trasimeno; terze classificate, a pari merito, Daniela Cortesi di Forlรฌ, con il testo Suspir dโAcqua e Annunziata Romani di Perugia, con il testo Fischia il treno fantasma.
Nella sezione ragazzi e menzioni speciali abbiamo la Classe III della Scuola Primaria Favini di Coriano (Rimini), anno scolastico 2017 /18, insegnante Anna Maria Pozzi, con il testo Madre Terra; la Classe V della Scuola Primaria Favini di Coriano (Rimini), anno scolastico 2017 /18, insegnante Giovanna Sarca, con il testo Ode alla Terra madre e sorella; infine, la giovane poetessa Azzurra De Santis di Foligno, con il testo Prospettive.
Tiziana Casale, presidente di Identitร Terra e della giuria di esperti, ha dichiarato: ยซIo e Luciano Posti siamo rimasti molto soddisfatti dell’andamento del concorso poetico nazionale Una Fontana di Parole di alto valore culturale sul tema dell’acqua e con piรน di 140 elaborati proposti. Questo concorso dura tutto l’anno e vedrร , in un evento finale, premiati i singoli vincitori di ciascuna manifestazione organizzata da noi sul tema. Da qui fino a fine anno verrร decretato un vincitore finale. Questo progetto, riguardante il prezioso patrimonio dell’acqua come bene universale, รจ stato traslato anche nelle scuole, per sensibilizzare maggiormente i giovani su questo delicatissimo argomentoยป.
I progetti per il futuro
Quest’anno il Palio della Brocca ha avuto inizio il 27 agosto ed รจ terminato il primo settembre. Ogni sua giornata รจ stata caratterizzata da una rappresentazione o da una gara. Infatti, la giornata inaugurale รจ stata caratterizzata dalla Cena dei Rioni, il giorno 28 dallo spettacolo teatrale rionale, il 29 dallo spettacolo La Rima delle Acque e da quello dei Tamburi e Sbandieratori, il 30 ci sarร il Corteo storico, il 31 la Sfida per il Palio dei Giovani e il 1 settembre dalla Sfida tra i tre Rioni per l’assegnazione del Palio della Brocca 2019.
Il programma completo รจ alla pagina web: www.paliodellabrocca.it
A latere dell’evento, l’energico e vitale, Sindaco Michele Toniaccini, con orgoglio, ha sottolineato: ยซL’Associazione Palio della Brocca รจ la protagonista assoluta di questa manifestazione per la salvaguardia delle tradizioni locali e come supporto alla promozione di questo territorio, che rimane ancorato alla produzione artistica della ceramica fatta a mano. Vorrei ringraziare il suo Presidente Agostino Veschini, il direttivo, i figuranti e gli atleti per il loro grande impegno. Vorrei evidenziare il ruolo sociale di questa manifestazione che unisce la comunitร attraverso la storia e la tradizione derutese, con tutto quello che ruota attorno alla competizione partecipata dai tre Rioni per l’aggiudicazione del Palio della Brocca, rappresentato da una bellissima coppa in ceramica. La presenza e il coinvolgimento dei nostri giovani รจ stato esemplareยป.
Il Sindaco ha anche voluto ricordare: ยซDa da qui a fine anno ci saranno alcuni appuntamenti importanti. Il primo sarร quello del 9 settembre, un progetto di offerta turistica che farร da richiamo a tutti i soggetti e gli operatori coinvolti direttamente o meno del nostro territorio. Poi a novembre ci immergeremo nel passato, con gli ospiti Modiano e Terracina; successivamente, al Castello di Casalina, verrร inaugurata la sede del Centro Sismologico Regionale nel contesto dell’AssociazioneNazionale dei Carabinieri in congedo. Il 25 e 26 novembre ci sarร un focus sulla ceramica, in occasione dei Santi Patroni del Comune e dei Ceramisti, San Simplicio e San Caterina d’Alessandria. Nella stessa occasione ci sarร l’inaugurazione della mostra su Angelo Ficola, il compianto artista derutese, e l’inaugurazione dell’opera raffigurante il Giudizio Universale realizzata dal nostro Nicola Boccini. Parteciperanno all’evento l’AICC (Associazione Italiana Cittร della Ceramica), una delegazione russa della cittร di Gลพelโ e una delegazione de I Borghi piรน Belli d’Italiaยป.
Il Borgo medievale di Deruta, con questa manifestazione, ci ha fatto fare un salto indietro nel tempo e rivivere l’ambiente ottocentesco – periodo ispiratore della manifestazione – e ha voluto mettere in evidenza la sua caratteristica maiolica artistica famosa in tutto il mondo, nata dalle capacitร dei suoi bravissimi artigiani ceramisti.
A testimonianza della sua vocazione, Deruta ospita ben due Scuole di Arte Ceramica e il Museo regionale della Ceramica, dove il pavimento dell’adiacente Chiesa di San Francesco e le mattonelle del Santuario della Madonna del Bagno sono un eccellente esempio di bellezza dei suoi sublimi manufatti artistici.
Il Palio della Brocca รจ una magnifica occasione per visitare la caratteristica cittadina di Deruta e le sue bellezze, nonchรฉ ammirare le tipiche maioliche, che si possono trovare e apprezzare nelle tantissime botteghe artigiane e nei numerosi laboratori locali.
Deruta, insieme a Gualdo Tadino, Gubbio e Orvieto costituisce uno dei quattro centri di antica tradizione ceramica.
A Deruta le prime attestazioni della produzione ceramica risalgono alla seconda metร del Duecento; infatti, in un documento del 1277 si richiede la fornitura di mattoni da eseguire admodum mattorum Dirupta, cioรจ secondo le misure e la qualitร di Deruta, mentre รจ del 1296 la testimonianza di una zona – oggi identificata tra Perugia e Todi – denominata terra vasaria, che denota in modo inequivocabile lโesistenza di una produzione di laterizi e terrecotte.
Dal bruno a blu cobalto
Nel Trecento a Deruta troviamo attestate organizzazioni di tipo cooperativistico con produzioni di oggetti dโuso quali catini, scodelle, boccali e piatti, ma ancora dipinti nei soli colori di bruno e verde ramina su uno smalto di fondo biancastro. I motivi decorativi sono ancora molto semplici: elementi geometrici-floreali e, talvolta, raffigurazioni zoologiche e antropomorfe.
Lโintroduzione del blu, del giallo e dellโarancio coincide con il periodo di massimo splendore della produzione derutese che si attesta tra la fine del Quattrocento e la metร del Cinquecento. Nelle produzioni di questo periodo troviamo il blu cobalto intenso e diluito che si alterna in genere al giallo su uno smalto impreziosito da sovrapposizioni. I soggetti iconografici diventano molto piรน elaborati e raffinati e si ispirano spesso alle opere pittoriche dellโartista perugino Bernardino di Betto detto il Pinturicchio.
Anche le piastrelle raggiungono grande raffinatezza. Ne sono esempi notevolissimi il magnifico pavimento della Cappella Baglioni nella Chiesa di Santa Maria Maggiore di Spello o lโantico pavimento della Chiesa di San Francesco di Deruta, i cui frammenti con le loro splendide sfumature del blu e i raffinatissimi disegni catturano lo sguardo del visitatore che lo osserva dalle teche del Museo Regionale della Ceramica.
Accanto alla produzione di vasellame da tavola e oggetti dโuso comune, una consistente fetta di artigiani si dedica in questo periodo alla produzione di ceramica ornamentale come piatti da pompa o coppe amatorie. Il blu utilizzato dai ceramisti derutesi era ricavato dallโossido di cobalto e veniva prodotto direttamente nelle botteghe che ne facevano uso.
Il colore della sfera religiosa e femminile
Il blu in tutte le sue sfumature, molto usato nel periodo del massimo splendore della ceramica di Deruta, diviene quasi colore obbligato per opere che rappresentano santi e madonne, che dovevano essere installate in un contesto religioso o che rappresentavano la sfera femminile. Il blu, sinonimo di cielo, acqua, serenitร e pace, infatti, รจ da sempre associato alla sfera religiosa ed รจ presente nelle iconografie di tutto il mondo; per i primi cristiani era sinonimo di Dio Padre, nel corso del tempo รจ andato rappresentando sempre di piรน la Vergine Maria, simbolo della femminilitร e delle qualitร connesse alle donne quali la compassione, la devozione, la fedeltร , la maternitร . Le decorazioni in blu su ritratti di donna erano omaggio alla bellezza e alle qualitร finora citate. Non a caso nei numerosissimi ex voto che troviamo nel Santuario della Madonna dei Bagni (o del Bagno), il blu รจ il colore predominante.
Verso la monocromia turchina
Nel Seicento inizia la decadenza qualitativa e quantitativa della ceramica derutese e il blu diventa prevalentemente monocromia turchina con soggetti floreali, tralci e uccelli ricchi e articolati che tendono a ricoprire in fitte trame tutto il manufatto, probabilmente su imitazione della ceramica olandese che si ispirava a sua volta alla raffinatezza della porcellana cinese e alle ceramiche medio-orientali di Persia e Turchia. Nel secolo seguente raffinate decorazioni in bianco e blu continuano a ornare tavole di nobili e ricchi borghesi della regione.
Ispirazione per artigiani e artisti: il Museo regionale della Ceramica di Deruta
ร il piรน antico museo italiano dedicato alla ceramica; รจ stato fondato nel 1898 per iniziativa del notaio derutese Francesco Briganti con lโintento di fare un museo ยซda servire agli artisti derutesi, alla storia dellโarte ed al decoro della patria illustre delle majolicheยป tantโรจ che nel primo appellativo, Museo artistico per lavoranti in maiolica, รจ contenuta la missione del museo, ancora estremamente attuale: luogo di conservazione della memoria storica, di cultura, ma anche modello e fonte di grande ispirazione per artigiani, artisti e designer.
Il museo, ospitato nel trecentesco complesso conventuale San Francesco, conserva piรน di seimila opere, dalla ceramica arcaica fino ai giorni nostri. In piรน, allโinterno di una torre metallica di quattro piani, รจ organizzato un deposito di opere ceramiche di vari periodi provenienti anche da collezioni private e sempre aperto al pubblico. Una curiositร : nel deposito sono conservati esempi di preziosi packaging in ceramica realizzati per una nota industria dolciaria perugina.
Molte opere colpiscono il visitatore per la raffinatezza del decoro, la minuziositร del dettaglio, lโuso del colore come esempio della piรน altra espressione del bello nella ceramica artistica.
Un unicum di stile: il pavimento della Chiesa di San Francesco
Rinvenuto nel 1902 durante i lavori di restauro della chiesa, รจ sicuramente una delle opere piรน significative della collezione museale. ร composto da duecento mattonelle di forme diverse, quadrate e rettangolari a componimento di una cornice, ma quelle che destano piรน stupore sono a forma di stella a otto punte e a croce obliqua, che si intersecano perfettamente. I motivi decorativi riportati sono assai diversi fra loro, figure sacre e profane nelle mattonelle a stella, arabeschi e girali in quelle a croce. Questa straordinaria opera si attribuisce a Nicola Francioli detto il Co, figlio di una delle famiglie piรน antiche di vasari derutesi; il ritrovamento di una mattonella con la data 1524 fa presumere lโanno di realizzazione del manufatto, uno dei momenti piรน fiorenti per attivitร produttiva e artistica derutese. Lโutilizzo dei colori, la varietร dei soggetti raffigurati e dei paesaggi collinari rappresentati, fanno pensare ad una chiara ispirazione alle opere del Perugino. La forma delle mattonelle invece, unica e inedita per lโoccidente cristiano, รจ una chiara evocazione dello stile moresco penetrato nella cultura derutese della ceramica. Infatti molte pavimentazioni islamiche dellโepoca o piรน antiche riportano forme simili. Da notare anche la somiglianza con gli azulejos portoghesi e spagnoli, sottili lastre di argilla smaltata e decorata, prodotti dai vasari della penisola iberica sotto lโinfluenza musulmana, nelle quali il blu costituisce la nota predominante.
FONTI:
Museo Regionale della Ceramica di Deruta
BUSTI-F. COCCHI, Museo regionale della ceramica di Deruta : ceramiche policrome, a lustro e terrecotte di Deruta dei secoli XV e XVI, Perugia : Electa-Editori umbri associati,1999
ยซArte bella e ingegnosa, ma fallace che di cento pezzi sei ne vengono buoniยป.
Cosรฌ scriveva Cipriano Piccolpasso, intorno al 1560, della maiolica, antico nome del lustro con cui i vasai del Rinascimento riuscirono, quasi con misteriose alchimie, a colorare le ceramiche di riflessi d’oro e di un sanguigno rosso rubino; Piccolpasso infatti fu un architetto, storico, ceramista e pittore di maioliche. Non vi รจ museo importante al mondo che non conservi nelle sale alcune preziose maioliche italiane a lustro e tra i maggiori figurano il Metropolitan Museum of Art di New York, il Victoria and Albert Museum di Londra e il Museo del Louvre a Parigi, dal quale provengono alcune delle piรน importanti opere esposte nella mostra Maiolica. Lustri oro e rubino della ceramica dal Rinascimento a oggi, visibile fino al 13 ottobre 2019 presso il Palazzo Buonacquisti di Assisi.
La mostra, voluta dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia e organizzata dalla Fondazione CariPerugia Arte, รจ curata da due massimi esperti di maiolica: Franco Cocchi e Giulio Busti.
Come ha sottolineato il presidente della Fondazione CariPerugia Arte, Giuliano Masciarri, il progetto espositivo si inserisce nellโambito di un percorso che ยซanche in una fase critica come quella che stiamo vivendo, intende contribuire alla valorizzazione dellโarte e della cultura, attraverso iniziative di qualitร che richiamino appassionati e visitatori contribuendo cosรฌ alla crescita economica e culturale del nostro territorioยป.
Una collezione di capolavori
Percorrendo le sale del palazzo, il visitatore puรฒ ammirare circa centocinquanta capolavori provenienti da collezioni pubbliche e private, conservate non solo in Umbria, ma anche in territori limitrofi come Bologna, Firenze, Faenza, Ravenna, Pesaro, Arezzo e Viterbo. In questo modo, attraverso sei sezioni tematiche, si noteranno gli sviluppi della maiolica dalle origini fino alle ultime manifestazioni nel Seicento e alla ripresa nellโOttocento, quando gli oggetti ceramici tornarono a essere di vasto interesse. ร possibile apprezzare anche creazioni in maiolica postmoderne e attuali, nelle quali gli artisti, oltre alla tecnica, uniscono anche design e creativitร .
In pochi riuscirono nellโimpresa di produrre oggetti in maiolica di cosรฌ alto valore artistico e tra i maggiori creatori spiccarono i derutesi e gli eugubini, cosรฌ da creare una sorta di monopolio. Le maioliche divennero di gran moda fra il Quattrocento e Cinquecento: prima quelle importate dalla Spagna e poi quelle di Deruta e di Gubbio, che diventarono cosรฌ parte dei corredi domestici e degli arredi delle case reali e delle piรน importanti famiglie d’Europa.
Maiolica. Ratto di Elena 1540. Francesco Xanto Avelli. Parigi. Museo del Louvre
Le maioliche a lustro di Deruta coinvolgono il visitatore con i bellissimi ritratti di dame elegantemente vestite, Madonne, Santi e cavalieri; quelle di Gubbio invece, raffigurano i miti antichi, cogliendo in pieno lo spirito del tempo.
Molti oggetti di uso quotidiano, come vasi e albarelli famosi per il loro uso farmaceutico, diventarono, grazie a una decorazione ricca ed esuberante, oggetti da ammirare. Ne sono un esempio i piatti da pompa destinati non a essere ammirati al centro di una tavola imbandita, ma a essere esposti come vere opere dโarte, con le loro raffigurazioni di immagini sacre, profane e scene di combattimenti.
La mostra quindi accompagnerร il visitatore alla scoperta della storia di una delle tecniche piรน affascinati, ma anche piรน complicate della produzione ceramica umbra.