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Come ogni anno Food’n’Love festival è un evento a ingresso gratuito che porterà a Terni 15 Chef da tutta Italia con le loro cucine su ruota. Cucine regionali ma anche specialità internazionali!

Il Food’n’love Festival di Terni che si terrà a Largo Frankl dal 1 al 4 giugno 2023 arriva alla quinta  edizione. Patrizio Grimaldi il curatore (nonché inventore) del Festival ci dice: «Siamo arrivati alla quinta edizione di questo Festival che ha sempre avuto un enorme successo. La qualità che portiamo ogni anno aumenta sempre di più e quest’anno abbiamo deciso di puntare tutto sul gusto e lo spettacolo naturalmente sempre a ingresso gratuito e si… non chiamateci street food, siamo veri cuochi!».

Saranno presenti specialità trentine con Luciano Gioseffi e la sua specialità, il Tortèl di patate condito con formaggio fuso di malga. Dal Centro Italia, Abruzzo on the Road che ha fatto del suo nome un marchio di qualità con arrosticini e olive all’ascolana fatte artigianalmente. Food Shack una esplosione di gusto con i suoi burger amercian style tutti lavorati a mano e cotti al momento! Noatri un Food Truck emergente con la sua rivisitazione del panino gourmet! Davide Taglieria un grande esperto di insaccati (e inventore della mortadella verde!) che porterà la Puglia con bomebette di Martinafranca e cacio cavallo appeso! Ma ancora le Ribs cotte al barbecue nella miglior tradizione del Texas, le pizze fritte dello chef Massimo Benvenuto e tutto il sapore della Sicilia tra cannoli e arancine di Pietro e Simone direttamente dall’isola più mangereccia d’Italia. Il Bomber Truck Toscanaccio che porta il la sua carne di cinghiale, ancora La Marianna con le sue prestigiose Piadine Romagnole conditissime e impastate artigianalmente… insomma tutti i palati anche i più sopraffini saranno soddisfatti! Tante le emozioni anche in musica con una rassegna di artisti e musicisti buskers coordinata dall’Associazione Ephebia Festival.

 

Non solo cibo, ma anche musica

Inoltre, in stretta collaborazione con artisti del territorio, lo staff di Food’n’love, darà vita a una rassegna artistica di musicisti e dj umbri che racchiuderanno, nelle loro esibizioni, più generi musicali adatti a ogni tipo di pubblico e che accompagneranno le 4 serate in un percorso musicale a 360 gradi. Nei giorni di sabato e domenica a partire dalle ore 17,30 è prevista anche un’area dedicata all’animazione per bambini a cura de I fiori della Meraviglia.

La direzione artistica dell’iniziativa è curata da Eleonora Castellani e Thomas El Honasli, storici membri dell’Associazione Ephebia e dell’Associazione Attenti al kane, che spiegano: «Un evento come lo steet food di Largo Frankl rappresenta per Terni un’occasione di aggregazione e divertimento fondamentale per la crescita del territorio. Il nostro scopo, in questa occasione, è quello di creare momenti musicali che siano in linea con la vocazione dell’evento stesso, volti alla spensieratezza e alla voglia di fare gruppo attraverso il canale comunicativo che meglio ci rappresenta e cioè la musica. L’alternarsi di band, cantautori e cantautrici e dj set ci permette di creare una proposta varia e adatta a una buona fetta di pubblico, il tutto, naturalmente, a ingresso gratuito».

 

 

Programma:

Giovedì 1 giugno si esibirà la Clyto Band, formazione tutta locale che propone un repertorio italiano vario e divertente, dallo swing degli anni 40 alla musica pop.

Venerdì 2 giungo la serata inizierà con un live set di ROSEWOOD dalle ore 20.00 e terminerà poi con un mega dj set a cura di DJ Blonde, vera icona made in Terni.

Sabato 3 giungo on stage troveremo gli “Slalom”, trio pop e soul che attraversa le decadi musicali dagli anni 70 ad oggi, a seguire dj set a cura di Unison Apollo che ci accompagnerà in un caldo sabato notte.

Domenica 4 giungo lo stage vedrà come prima ospite Marta La Noce, cantautrice della scuderia Lunatika, a seguire i “Friz in wonerland”, vero Family trio acustico pop e rock. La serata terminerà con il dj set di Dj Pagey a suon di surf, rockabilly, beat & soul music.

 


Per saperne di più

Mancano ormai pochi giorni all’inizio della prima edizione del Terni Influencer & Creator Festival e si allunga la lista dei partecipanti che animeranno le location ternane dal 14 al 16 aprile.

Dal 14 al 16 aprile, Terni diventerà il palco ufficiale del TIC Festival: un evento organizzato dall’Associazione Culturale Umbria for the Future che ha tutte le carte in regola per diventare un punto di riferimento nazionale per il mondo degli influencer, dei creator e dell’industria digitale.
Ma non solo. Il TIC Festival sarà l’occasione giusta per confrontarsi con gli addetti ai lavori di un mondo che, negli ultimi anni, ha visto nascere fenomeni digitali – ma dall’impatto reale – e che ha saputo veicolare messaggi e valori importanti che vanno dall’inclusività e sostenibilità al benessere psico-fisico, passando anche per la musica, il food, l’editoria e l’intrattenimento.

 

 

Molti gli ospiti confermati per oltre cinquanta eventi, ciascuno dei quali inserito in un ricco programma suddiviso in otto categorie. Si parte con il “TIC Talk”: uno spazio dove confrontarsi sui diversi cambiamenti portati dall’avvento dei Social Network. Si alza il volume con il “TIC Music”: un palco dedicato alla musica dal vivo, sul quale si alterneranno cantanti e musicisti che hanno trovato nei social un luogo ideale dove condividere con il pubblico la propria musica. Il “TIC Book” consisterà invece in un’area dedicata alla presentazione di nuovi libri, durante la quale scopriremo il ruolo importante che anche i social stanno ricoprendo nell’avvicinare di nuovo i giovani alla lettura. Accanto al TIC Book, troviamo anche il “TIC School” – un progetto nato in collaborazione con gli istituti scolastici locali – e lo spazio del “TIC Art”, che ospiterà iniziative dedicate al mondo dell’arte e, in particolare, a quello della street art, con tanto di esibizioni live. Per gli amanti dei videogames, si entra nel “TIC Game”: una galassia interamente dedicata agli appassionati, con sessioni live di gioco e incontri con i gamer italiani più seguiti. Via libera alla creatività e alla conoscenza nei “TIC Workshop“: spazi pensati per l’approfondimento e l’apprendimento. A completare il tutto, il “TIC Stories” sarà lo spazio interattivo nel quale creator ed influencer condivideranno le proprie esperienze e storie di vita con l’intento di ispirare la collettività e rispondere alle tante curiosità del pubblico.

Per quanto riguarda le location, il TIC Festival animerà il centro della città, mappando alcuni dei luoghi più significativi di Terni: dal Teatro Secci al Cinema Politeama, dal Caffè Letterario della Biblioteca Comunale di Terni al PalaSì, dal FAT Art Club al Bloom, includendo anche alcuni degli istituti superiori della città. Tutti gli eventi, in ogni location, saranno interamente gratuiti.

Svelati infine altri nomi che prenderanno parte a questa prima edizione: Chef Max Mariola, vera e propria star del web nonché noto volto di Gambero Rosso Channel; Andrea Moccia, divulgatore scientifico e fondatore di Geopop; Giò Sada cantautore, musicista e vincitore della nona edizione del talent show X Factor.

Inoltre, direttamente da Mare Fuori, serie TV che sta riscuotendo un crescente successo tra il pubblico, arrivano Serena Codato (in arte Gemma Doria) e Francesco Panarella (in arte Luigi Di Meo, soprannominato Cucciolo). I due attori si inseriscono all’interno di alcune tra le tematiche sensibili che il festival intende trattare, come quello della violenza sulle donne e della lotta contro ogni forma di discriminazione, anche sotto la sfera dell’orientamento sessuale. Nella serie TV, infatti, Gemma è vittima di violenze fisiche e psicologiche da parte del suo partner, mentre Cucciolo è segretamente omosessuale. La partecipazione al meet&greet con i protagonisti di Mare Fuori, prevista per domenica 16 Aprile, ore 17.30, al Teatro Secci, sarà totalmente gratuita (come il resto degli eventi del Festival), ma con prenotazione obbligatoria tramite il seguente sito: https://www.wobindaproduzioni.com/mare-fuori-tappe-del-tour/ dalle ore 15.00 del giorno martedì 11 aprile.

Un ringraziamento speciale va a chi ha creduto sin dall’inizio nel progetto e reso possibile questa prima edizione, ovvero la Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni. Grazie anche al patrocinio e supporto del Comune di Terni, della Regione Umbria, della Provincia di Terni, dell’Ufficio Scolastico Regionale per l’Umbria e dell’Ordine degli Psicologi della Regione Umbria. Main Sponsor dell’evento sarà Enel.

 


Per essere aggiornati in tempo reale sul programma e tutte le iniziative della manifestazione vi invitiamo a visitare il sito www.ticfestival.it e le pagine social: https://www.instagram.com/tic_festival/, https://www.facebook.com/ticfestival, https://www.linkedin.com/company/tic-terni-influencer-creators-festival/ e https://www.tiktok.com/@tic_festival.

Sabato 25 marzo il progetto “Il Borgo è Donnaha avuto il suo battesimo ufficiale a Lugnano in Teverina con la prima conferenza dedicata alle pari opportunità nel mondo della cultura.

In un bel pomeriggio assolato, l’evento si è aperto con l’inaugurazione del giardino dedicato a Luisa Spagnoli: un grazioso fazzoletto di terra prima abbandonato e che, grazie all’associazione Unitre Lugnano in Teverina, è tornato alla vita, a disposizione dei cittadini e a ricordo di una grande donna umbra. Non solo: nel giardino è stata posta una panchina rossa, ormai universalmente simbolo della lotta contro la violenza sulle donne e una piccola bacheca con libri a disposizione di chiunque voglia fruirne, denominata appunto piccola biblioteca libera. I membri di Unitre hanno spiegato come la vicinanza di questi due oggetti – la panchina e la biblioteca – vogliano ricordare che la violenza sulle donne si combatte prima di tutto con l’educazione e la cultura.

 

Alessandro Dimiziani, Gianluca Filiberti e Caterina Grechi. Foto by Novifilm

 

Da questo luogo ricco di significato e di simbolismi inaugurato dal sindaco Gianluca Filiberti, dal presidente dei Borghi Umbri più Belli d’Itala nonché vicesindaco Alessandro Dimiziani e dall’avvocato Caterina Grechi – presidente del Centro Pari Opportunità della Regione Umbria – che ha anche letto i saluti della Ministra per la famiglia, natalità e pari opportunità Eugenia Maria Roccella e il suo plauso per l’iniziativa, ci siamo avviati verso il vicino Teatro Spazio Fabbrica. Questo originale teatro sorge su un ex fabbrica di lampadine di costruzione ottocentesca e rappresenta un bell’esempio di archeologia industriale e di riuso intelligente degli spazi.
Qui siamo entrati nel vivo del progetto Il Borgo è Donna che AboutUmbria ha il piacere di organizzare insieme al Centro Pari Opportunità della Regione Umbria e all’Associazione Borghi più belli d’Italia in Umbria. Questa prima conferenza, dicevamo, ha avuto come filo conduttore e tema principale la cultura. Sotto il puntuale coordinamento di Alessandro Dimiziani, i lavori si sono aperti con l’intervento dell’attrice e ambasciatrice dell’Associazione Borghi più Belli d’Italia in Umbria Eleonora Pieroni. Questa giovane donna è impegnata nella promozione dei nostri borghi negli Stati Uniti dove vive e ha ricordato la grande opportunità che la nostra economia può trarre dal turismo delle radici, quel turismo cioè degli italiani nel mondo che tornano in Italia, in Umbria nel nostro caso, a riscoprire la loro storia, le loro radici appunto. Gli italiani nel mondo sono ben 80 milioni e dedicare loro una promozione turistica è un’attività su cui vale la pena concentrarsi e nella quale la donna, con la sua creatività e la sua tenacia, può dare un contributo fondamentale.
A seguire l’avv. Caterina Grechi – dopo aver portato i saluti della vicepresidente dell’Assemblea Legislativa della Regione Umbria Paola Fioroni – ha spiegato con una relazione articolata e puntuale come purtroppo proprio nel campo della cultura più che in altri settori, la percentuale di occupazione femminile sia molto inferiore a quella maschile, specie in ambiti quali l’audiovisivo, l’intrattenimento televisivo e il teatro. Fortunatamente va meglio nel campo dell’archeologia, come sottolineato da Maria Angela Turchetti, direttrice del Museo Archeologico Nazionale, settore in cui sono finalmente molte le donne a essere protagoniste in scavi importanti tra cui si contano, tra l’altro, quelli di Lugnano in Teverina, presso l’area nota come “la necropoli dei bambini”. Turchetti ha inoltre regalato alla platea un interessante e affascinante focus sul ruolo della donna etrusca sottolineando come, rispetto alle donne di civiltà contemporanee (greca e romana), quella etrusca fosse una donna emancipata, indipendente, con un ruolo in società di pari dignità rispetto all’uomo.

 

Foto by Novifilm

 

Il pomeriggio è volato via velocemente in un alternarsi di interventi di donne artiste, come la pittrice Grazia Cucco, giornaliste e imprenditrici, come Lorenza Vitali, amministratrici, come l’assessore del Comune di Amelia Elide Rossi. Graditi sono giunti anche i video-saluti dell’attrice Maria Chiara Giannetta, neocittadina lugnanese.
A proposito di arte, Cristina Caldani, attrice e direttrice del Teatro Spazio Fabbrica, dopo aver sottolineato accodandosi all’intervento dell’avv. Grechi la difficoltà ad affermarsi per le donne in ruoli di primo piano nel mondo del teatro, ha recitato un monologo scritto da Stefano Bartezzaghi. Il brano ha indotto nel pubblico in sala un sorriso amaro inducendo a riflettere sul sessismo che può esserci anche nelle parole.
Per noi di AboutUmbria è intervenuto Ugo Mancusi che ha sottolineato come ci sia stata unità di intenti con Centro Pari Opportunità della Regione Umbria e l’Associazione Borghi più belli d’Italia in Umbria nel promuovere un’iniziativa che metta in evidenza il ruolo importante e fortunatamente crescente della donna nella nostra regione. Mancusi ricordando come l’anima dei borghi sia fondamentalmente femminile – da qui Il Borgo è Donna – e come il borgo rappresenti l’ossatura della nostra regione, ha concluso che in effetti l’Umbria è Donna.

 

I partecipanti all’evento. Foto by Novifilm

 

Dopo aver donato ai partecipanti un piatto in ceramica realizzato dell’artista Monia Romanelli, gli organizzatori hanno dato appuntamento alla prossima tappa di questo percorso, di cui a breve saranno resi noti i dettagli. L’amministrazione comunale ha offerto a tutti i presenti un gradito buffet a base di prodotti tipici umbri in cui il ruolo di re della tavola è stato naturalmente ricoperto dall’olio extravergine di oliva, oro liquido di questa terra. La serata è proseguita con un concerto di beneficenza per le popolazioni terremotate della Turchia, con Cardyophone e Original CRB Band.

Valore, problemi e opportunità della Donna nei piccoli centri urbani

Il giorno 22 marzo 2023 alle ore 11.00, presso la Sala Fiume di Palazzo Donini, verrà presentato Il Borgo è Donna, un ciclo di incontri promosso dal Centro per le pari opportunità e attuazione delle politiche di genere della Regione Umbria in collaborazione con l’associazione dei Borghi più Belli d’Italia in Umbria e l’associazione AboutUmbria, volto al confronto sul ruolo della donna nei piccoli comuni, fra stereotipi, ostacoli e opportunità, nonché all’individuazione di spunti per orientare le politiche di genere future.

Le conferenze, come precisa l’Avv. Caterina Grechi, presidente del Centro Pari Opportunità della Regione Umbria, si terranno presso sedi messe a disposizione dai Borghi più Belli d’Italia in Umbria partendo dall’idea di rendere omaggio alle donne di ieri e di oggi, protagoniste e artefici della cura e della bellezza dei borghi umbri. Il borgo rappresenta storia, cultura e tradizioni di cui la donna è da sempre maggiore depositaria e punto di riferimento, dalla tradizione culinaria a quella di mestieri antichi come il ricamo, passando per la cura familiare in contesti in cui i servizi a sostegno sono talvolta insufficienti.

 

 

Alessandro Dimiziani, presidente regionale dei Borghi più Belli d’Italia, spiega che verranno individuate sei sedi, stabilite in base a un criterio non solo geografico, ma anche di punti in comune tra i diversi borghi di volta in volta rappresentati. Da ogni raggruppamento è stato tratto un tema che rappresenterà l’argomento principale di ciascuna conferenza:

  • Civiltà etrusco-romana: CULTURA
  • Acqua e Rinascimento: SALUTE
  • La strada del vino, della ceramica e la terra dei condottieri: LAVORO
  • La Valnerina: SAPERI E SAPORI
  • Terre del Sagrantino: ACCOGLIENZA
  • Il lago e i borghi: SOSTENIBILITÀ

 

La prima conferenza si terrà a Lugnano in Teverina il 25 marzo 2023 con un nutrito parterre di esponenti del mondo femminile; inoltre l’evento sarà arricchito dall’inaugurazione del giardino Luisa Spagnoli, dalla presentazione della targa e della panchina rossa simbolo della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, in collaborazione con l’Unitre di Lugnano in Teverina. Seguirà un concerto di beneficenza per le popolazioni terremotate della Turchia.

Lugnano in Teverina sorge su un colle roccioso a forma di luna appartenente al complesso dei Monti Amerini e, dall’alto delle sue mura, si gode di uno splendido panorama che spazia sulla valle del Tevere, il fiume che gli dà il nome bagnandone le terre.

Il territorio collinare è il luogo ideale per coltivazioni cerealicole, per vigneti e oliveti dai quali si estrae un olio extravergine di alta qualità (Lugnano appartiene alla rete delle Città dell’Olio); l’aria sana e il clima sempre mite lo rendono un luogo ameno. Il suo primo nome documentato (nel 1290) è Lugnanum Tyburinae: l’ipotesi è che il borgo sia sorto a opera degli abitanti della sottostante valle del Tevere (Teverina) spostatisi per sfuggire alla malaria intorno al VI sec. d.C.
Il termine Lugnano potrebbe derivare da Lucus Jani, bosco di Giano, il cui corrispondente femminile è la luna, presente sullo stemma comunale.

 

Veduta di Lugnano in Teverina

 

Fin dall’epoca romana ha fatto parte del territorio amerino, come testimoniano importanti ritrovamenti archeologici nel sito di Poggio Gramignano. Il suo sviluppo sociale ed economico però avviene nel Medioevo, e culmina nella trasformazione in Comune intorno all’anno 1000. Dal XI al XIV secolo Lugnano è soggetto a vari nobili che si contendono il territorio, incaricati dai Papi della difesa di un’area che apparteneva allo Stato Pontificio. Nel 1449, su ordine di Pio II, vengono restaurate le mura e nel 1508 – in seguito ai soprusi da parte dei signori delle città circostanti – i lugnanesi istituiscono lo Statuto della Terra di Lugnano con il quale regolano ogni aspetto della vita sociale e delle relazioni tra i membri della comunità. Nel 1650 viene costruito Palazzo Pennone, dimora del governatore della Sede Apostolica fino al XVIII secolo e ora sede del Comune: la costruzione ricorda l’immagine suggestiva del pennone di una nave e svetta imponente sul borgo. Lugnano ancora oggi è racchiuso all’interno delle mura difensive, risalenti al IX secolo; tra i suoi torrioni si può ammirare integra la Torre Palombara che, con la sua colomba bianca, ricorda che questo era il borgo dei piccioni viaggiatori.
Entrando da Porta Sant’Antonio si raggiunge il centro e piazza Santa Maria (già Platea S. Maria) dove si affaccia la Chiesa omonima, considerata oggi monumento d’importanza nazionale: un gioiello d’arte romanica che già da solo vale il viaggio a Lugnano. La tradizione vuole che sia stata costruita sopra una precedente chiesa eretta da Desiderio, re dei Longobardi.
Girovagando per il borgo ci si perde in vicoli, archi, scalinate e piazzette, come quella di Campo dei Fiori. Da vedere anche le Chiese di Sant’Andrea e Santa Chiara, i Conventi di Sant’Antonio da Padova e di San Francesco e la Chiesetta di Santa Maria del Ramo o di Ramici che, isolata su un poggio, è un luogo mistico costruito agli inizi del Quattrocento.

 

cosa vedere in umbria

Alcuni ritrovamente provenienti dalla necropoli di Poggio Grammignano

 

Infine, da non perdere è l’Antiquarium Comunale, che raccoglie i materiali archeologici rinvenuti negli scavi della villa romana (I sec. a.C.) di Poggio Gramignano: mosaici, vetri, utensili di bronzo, ceramiche e anfore, alcune delle quali usate come sepoltura di bambini, ne sono stati ritrovati ben 47. La villa fu infatti riutilizzata nel V secolo come necropoli.
Un ultimo suggerimento: assaggiate il bocconcello di San Francesco, una ciambella al formaggio a cui è dedicata una sagra (a ottobre); nel periodo della vendemmia da provare è invece il tipico pane col mosto, mentre nel corso dell’Estate Lugnanese (luglio-agosto) il borgo si anima con manifestazioni culturali e gastronomiche. Alla fine di ottobre non perdete Andar per Frantoi e Mercatini con degustazioni e vendita di olio extravergine prodotto nei frantoi locali.

 


Per saperne di più

Nella storia dell’arte le donne hanno sempre avuto un ruolo di primo piano. Raffigurando armonia e fertilità, grazia e bellezza, femminilità e sensualità, sogno e mistero, l’intero universo femminile è sempre stato rappresentato.

Sogno e Mistero è proprio in quel femminile tanto evidente quanto celato, in mostra dal 3 al 12 marzo 2023 alla biblioteca comunale di Terni, con INTO HER DREAM –13 ICONS di Simona Chipi.  È l’ultima sfida dell’artista costruita attorno ad un numero, il 13, preso a simbolo di un’esclusione. Da Maria Magdala a Eva. Dalla tredicesima apostola, forse dipinta da Leonardo, nascosta, negata, cancellata a Eva, l’incarnazione dell’armonia perduta. Eva e Maria Magdala diventano così ICONS. Di sé stesse, di tutte le donne del mondo, di ogni tempo. Donne che seducono, sguardi liquidi e ipnotici che chiudono gli occhi e sognano luoghi infiniti in cui ritrovare l’equilibrio, la presenza dell’essere, il mistero della vita, per entrare eroiche nel futuro. Quattro immagini, quattro volti femminili realizzati su tele di grandi dimensioni dove dietro ogni sguardo che si socchiude si apre un mondo che svela, che accoglie, che perdona, come a restituirci quel numero escluso per secoli perché segno della fine e della rinascita. L’ultimo diaframma. Esposte alla biblioteca comunale di Terni anche alcune opere NFT (Non-Fungible Token) pubblicate su Open Sea, piattaforma internazionale di critpto arte.

 

 

L’inaugurazione della mostra si terrà venerdì 3 marzo alle ore 18.00.

Simona Chipi è tornata a vivere in Umbria dopo anni di attività giornalistica in Italia e all’estero, professione che ha sempre influenzato l’impegno artistico. Nei suoi lavori l’urgenza di narrare la contemporaneità si mescola ad una poetica immaginifica che resta separata dal reale, in un universo ideale abitato solo dalle donne.

Negli ultimi anni attratta dalle suggestioni del digitale, ha trasferito il suo lavoro in questa nuova dimensione dove tele e collage diventano le “matrici” di un’azione che si sviluppa con gli NFT, sotto forma di video clip, e la stampa digitale su materiali industriali e inserti luminosi.

Stefano de Majo, attore e autore ternano, con il duo jazz Angelici-Graziani, sabato 4 marzo al Teatro Secci di Terni, presenterà in prima assoluta il nuovo spettacolo dal titolo evocativo 1971 l’anno che cambiò il rock.

Il connubio tra teatro e rock vide già quattro anni fa Stefano de Majo interpretare con successo la figura del leggendario Syd Barrett con la musica dal vivo dei Final Cut, la famosa cover band dei Pink Floyd. Sabato al teatro Secci sarà la prima di una nuova produzione che abbina il teatro di affabulazione dell’attore alla musica rock suonata dal vivo da una nutrita band di 10 valentissimi elementi: Alberto Cipolla, Emanuele Cordeschi, Tonino Cuzzucoli, Andrea Dominici, alle voci e chitarra, Claudio Baccani e Michele Cricco alle chitarre, Paolo Scappiti al basso, Gian Paolo Ionni alle tastiere, Mirko Brizzi alla batteria e Chiara Pistecchia danzatrice.

Lo spettacolo dal titolo 1971, utilizzando anche proiezioni di video art, come «…quell’anno il dio del Rock decise di cambiare la storia della musica, ispirando una straordinaria produzione discografica da parte di tutti i principali interpreti della scena mondiale» spiega de Majo.

 

 

«Sarà un viaggio nel tempo attraverso la musica rock, la musica sarà la vera protagonista,  il propellente che ci spedirà in orbita, sulle note del rock rivedremo le vicende straordinarie di quell’anno in cui il mondo già schierato nei due blocchi tra Usa e Urss, era diviso tra imprese lunari e sonde su Marte, guerre nel Vietnam e rivendicazioni ai confini dell’Irlanda del nord, l’anno in cui i Beatles intraprendevano una battaglia legale nei tribunali per la divisione del patrimonio e la civilissima Svizzera concedeva solo quell’anno il diritto di voto alle donne, l’anno in cui il mondo sognava col rock di raggiungere nuove dimensioni di pace e fratellanza universale, mentre David Bowie si chiedeva se ci fosse vita su Marte e John Lennon incideva la sua Imagine. Intanto in Italia tra golpe sventati ed elezioni sofferte del nuovo capo di Stato, votato in extremis alla vigilia di Natale di quell’anno 1971, il mite giurista Giovanni Leone, che entrò poi nella storia per le dimissioni a seguito del caso Lockeed, nel frattempo anche i gruppi rock nostrani come le Orme e la Pfm, dallo stivale volgevano lo sguardo al cielo nella malinconica bruma di settembre. Tra la grigia rugiada della campagna e i suoni sintetici della zona industriale. Insomma quel 1971 fu un anno speciale e lo spettacolo sarà un viaggio rock spaziale tra missili, sonde e moduli lunari, ma anche il ricordo della prima e-mail che quell’anno fu inviata dagli Usa, così come del primo E-book della storia che trascrisse per intero la dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti d’America, mentre la sporca guerra del Vietnam invadeva anche il Laos, ma il vero spartiacque fu quando a Pompei i Pink Floyd al minuto 22.40 del loro concerto, l’unico a porte chiuse della storia,  nel silenzio degli scavi cari, mandarono in orbita un eco sintetico e primordiale che cambierà da quel momento la storia, non solo  del rock, ma anche la storia globale. Da quel momento il mondo non sarà più lo stesso, quel misterioso suono si propagherà dell’anfiteatro di Pompei fino allo spazio riecheggiando magari anche sulla luna, forse persino su Marte…».

Un circo itinerante per le vie di Terni, uno spettacolo teatrale, un cortometraggio in due lingue e tanti eventi. La città celebra San Valentino in diverse forme sotto la guida artistica dell’attore e autore ternano Stefano de Majo.

Il Circo dell’Amore è un corteo di artisti che, attraverso differenti discipline – dalla danza aerea alla giocoleria, dalla street band jazz alla clowneria – ha animato nei giorni scorsi le vie di Terni narrando, come degli antichi cantastorie pop, le vicende del Patrono. Oggi, 14 febbraio, il tutto si arricchisce con un’esibizione teatrale e la proiezione del cortometraggio (entrambi anche in lingua inglese) su San Valentino e la sua Valle Incantata.

 

The Enchanted Valley of Saint Valentine

Il cortometraggio scritto, diretto e interpretato da Stefano de Majo – prodotto da Teatro Acciaio, con il contributo dell’associazione Teatro Acciaio e Associazione Claudio Conti e il patrocinio del Comune di Terni – racconta le vicende di San Valentino e ripercorre, in un immaginifico viaggio nel tempo e nello spazio, l’intera storia degli antichi Umbri Naharki che vissero nel territorio ternano prima degli Etruschi e dei Romani. Infatti, ancor prima di Valentino in questa terra già si respirava l’amore grazie al Ver Sacrum – la primavera sacra – ovvero l’istituto migratorio che spingeva le giovani coppie di innamorati, dedite all’agricoltura e all’allevamento, a mettersi in cammino verso nuove terre da coltivare. Questo permise al popolo degli Umbri di estendersi nel segno dell’amore e della pace, senza far uso di armi, fino al Po e al Mare Adriatico, formando la cosiddetta Grande Umbria, come attestano autori come Scilace e Strabone, Dionigi d’Alicarnasso e Plino il Vecchio.
Il corto racconta anche la vita del Santo protettore degli innamorati che nacque a Terni: la leggenda vuole che avesse unito in matrimonio un soldato romano pagano di nome Sabino a una giovane cristiana ternana chiamata Serapia. L’unione tra i due giovani di religione diversa fu osteggiata dalle rispettive famiglie e punita dall’imperatore Aureliano, che sentenziò la condanna a morte del vescovo ternano.
La storia sembra anticipare di mille anni quella di Giulietta e Romeo di Shakespeare e richiama altre due figure di innamorati, Piramo e Tisbe, resi eterni dalla letteratura classica dei Greci prima e poi attraverso i versi in latino di Ovidio.
Con questa narrazione della durata di 12 minuti non vuole solo recuperare la storia del personaggio religioso, che fu un uomo di grande cultura del suo tempo, ma anche renderlo un moderno veicolo di in coming turistico del territorio ternano.

 

Tante le ispirazioni

Nella ricostruzione del Santo Valentino, nella doppia versione cinematografico e circense teatrale, di de Majo – reso in versione pop nel suo Circo dell’Amore così come nel cortometraggio – si fondono le vicende autentiche e sacrali del martire e la tradizione letteraria anglosassone, di Geoffrey Chaucer e Shakespeare, ma anche riferimenti a Edgar Allan Poe con le Valentine, cartoline d’amore che hanno contribuito a fare del santo umbro il protettore degli innamorati nel mondo. Non mancano anche riferimenti all’Amor Cortese o ai celebri versi di Dante per Beatrice, così come le libere rivisitazioni di autori contemporanei come quella del romanzo di Arnaldo Casali dal titolo La Rosa di Valentino.

Stefano de Majo nelle vesti di Valentino

In questo passo del testo teatrale e cinematografico di Stefano de Majo si fa riferimento ai due elementi tipici di Valentino, il vento e la rosa: infatti la leggenda vuole che un vento si levi ogni 14 febbraio nel ricordo della sua decapitazione, mentre la rosa è da ricondursi al fiore con cui Valentino omaggiò Sabino e Serapia ammonendoli di averne cura e di farne un simbolo del loro amore.

«…Prendete questa rosa, essa è il simbolo del vostro amore. Tenetela insieme con le vostre mani, in modo da restare uniti attraverso di lei. E abbiatene cura e guardatela sempre. Non guardate voi stessi ma la vostra rosa. Perché l’amore non è guardarsi l’un l’altro ma tutti e due nella stessa direzione. E non stringetela troppo o la soffocherete, né troppo poco o la perderete. Così è l’amore, come la vostra rosa. Rendetela forte come la pietra, in modo che non appassisca mai, proprio come le rose del deserto. Avete presente le rose del deserto? Sono fatte di minuscoli granelli di sabbia mossi da tempestosi venti. I venti nel deserto possono accecarvi con la sabbia fino a farvi smarrire la strada. Ma se saprete restare uniti non vi perderete mai e saranno proprio quegli stessi venti a rendervi forti come pietra, come le rose del deserto, che non appassiscono mai e durano in eterno».

Chi l’ha detto che una cena romantica debba essere necessariamente al ristorante? Ecco la mia proposta per stupire anche in casa e coccolare l’ospite.

Ebbene, ci siamo: manca poco a San Valentino, la festa dell’amore, delle coppie, ma soprattutto la più dibattuta di sempre, tra chi la odia e la considera solo una riuscita operazione di marketing. Ma c’è anche chi non vede l’ora di godersi una cena romantica con la dolce metà. Che piaccia o meno, San Valentino torna puntuale ogni anno e coinvolge anche la tavola: per chi non volesse festeggiare fuori e avere zero pensieri può affidarsi a me, uno chef privato a casa vostra, che penserà veramente a tutto: dalla creazione del menu allo shopping fino alla pulizia finale! L’atmosfera diventa magnetica tra le mura di casa. Un percorso di gusto che fa tappa tra i vostri piatti preferiti. Un’occasione per regalare un’emozione unica e personalizzata sui vostri ricordi più belli. Il tutto non ha costi neppure proibitivi: per un servizio tailor made che comprende, volendo, anche la proposta di abbinamento dei vini ai piatti in menu. Quindi questo San Valentino regala alla tua metà uno chef privato a casa tua!

 

Lemon meringue tart

Per voi una mia ricetta da preparare per San Valentino

Per la frolla:

  • Farina 00 300 g
  • Zucchero a velo 100 g
  • Burro freddo 150 g
  • Uovo 1

Per la crema:

  • Polpa di limone 200 g
  • Latte 250 g
  • Tuorli 3
  • Zucchero 70 g
  • Farina 40 g
  • Gelatina in fogli 7 g

Per la meringa:

  • Albumi (ca. 90 g) 3
  • Zucchero 180 g
  • Acqua 45 ml

Per guarnire:

Noci pecan 3 pezzi

 


Preparazione

Preparate la frolla. Amalgamate la farina, zucchero, burro e l’uovo. Impastate bene e formate una palla. Coprite con pellicola e riponete in frigo a riposare almeno mezz’ora. Mettete in ammollo la gelatina in un po’ d’acqua. In un pentolino scaldate il latte e spegnete il fuoco prima che inizi a bollire. In una bowl formate una pastella con le uova, zucchero e farina. Versate il latte caldo e amalgamate bene. Rimettete tutto il composto sul fuoco, mescolando continuamente fino a che la crema non sarà densa. Togliete dal fuoco, strizzate la gelatina e versatela nella crema. Amalgamate bene con frusta a mano, coprite con pellicola e trasferitela in frigorifero. Riprendete la frolla, stendetela con un matterello a uno spessore di 1 cm circa. Prendete un anello per tartellette o delle formine apposite e formate il guscio di frolla. Bucate il fondo con una forchetta e fate cuocere in forno preriscaldato a 150°C per 15-20 minuti fino a doratura della frolla. Sfornate i gusci e lasciateli raffreddare su una gratella.

 

 

Preparate la meringa. Portate a bollore acqua e zucchero fino al raggiungimento di 121°c. Versate a filo lo sciroppo sugli albumi che state montando a neve. Continuate a montare fino a che la meringa sarà diventata soda. Trasferite la meringa in una sac a poche. Riprendete la crema dal frigo. Mescolate di nuovo con una frusta a mano. Riempite il guscio con la crema. Decorate la superficie con la meringa a ciuffi o liscia. Passate la fiamma sulla superficie della meringa solo in alcuni punti, con un cannello da cucina. Ponete le mini tart in frigo prima di servire e guarnite con le noci pecan.

 


Per saperne di più

Il panpepato di Terni, che ha ottenuto nel 2020 la denominazione Igp, è un dolce natalizio che risale al 1500, ma sembra abbia origini ancora più antiche. È un piatto della tradizione contadina, tipico delle feste perché l’acquisto degli ingredienti, soprattutto le spezie, era molto oneroso. Il panpepato viene preparato dai ternani rigorosamente l’8 dicembre, giorno dell’Immacolata Concezione e ogni famiglia ha una propria rivisitazione e questo lo rende un dolce tipicamente popolare.

 

Ingredienti

  • 75 g di noci
  • 75 g di mandorle
  • 75 g di nocciole
  • 75 g di uvetta
  • 150 g di miele
  • 75 g di cioccolato fondente
  • 1 cucchiaino di cannella
  • 60 g di canditi
  • Pepe nero q.b.
  • 175 g di farina 00
  • Noce moscata q.b.

 

Preparazione

Mettete in ammollo l’uvetta. Grattugiate il cioccolato e sminuzzate (non troppo finemente) le noci, le mandorle e le nocciole. In un contenitore medio-grande raccogliete la frutta secca che avete in precedenza sminuzzato e aggiungete, mescolando con un mestolo, il cioccolato grattugiato e i canditi. Scolate l’uvetta e unitela al resto della frutta secca, insieme alla cannella, alla noce moscata e al pepe. Scaldate il miele e unitelo alla frutta secca e al resto degli ingredienti, continuando a mescolare bene. A questo punto, aggiungete la farina setacciata e mescolate il contenuto. Quando il composto avrà assunto una forma omogenea, realizzate due panetti di dimensioni uguali e infornateli per circa 20 minuti a 170 gradi. Dopo 20 minuti sfornate i due panetti e lasciateli raffreddare. Consigliamo di far passare almeno 24 ore prima di servirlo.

 


Ricetta tradizionale da Umbria Turismo

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