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A colloquio con il presidente dei Borghi piรน Belli dโ€™Italia in Umbria, tra futuro e soluzione per evitare lo spopolamento di questi territori.

In questi ultimi anni, i borghi e le piccole realtร  stanno vivendo una nuova giovinezza. Sono tornati – soprattutto a livello turistico โ€“ molto di moda. La riscoperta del loro territorio, dellโ€™enogastronomia e della vita slow attraggono turisti,ma anche persone che decidono di abbandonare la cittร  e trasferirsi in questi luoghi di pace e tranquillitร . Tanti i vip – italiani e stranieri โ€“ che hanno scelto lโ€™Umbria come rifugio dal caos cittadino. Ralph Fiennes, Daniele Bossari e la moglie Filippa Lagerback, Colin Firth, Ed Sheeran, Paolo Genovese, Susanna Tamaro, Mario Draghi, Luca Argenteroโ€ฆ e tanti altri. Di queste realtร  abbiamo parlato con Alessandro Dimiziani, vicesindaco di Lugnano in Teverina e, dal 2020, presidente del Borghi piรน belli dโ€™Italia in Umbria. Lโ€™associazione โ€“ nata nel 2001- ha come obiettivo quello di proteggere, promuovere e sviluppare i comuni riconosciuti con tale denominazione; lโ€™Umbria รจ la regione italiana che ne ha di piรน, ben 30, e rappresentano un vanto e unโ€™attrattiva turistica anche dallโ€™estero. Un patrimonio da salvare e promuovere.

 

Alessandro Dimiziani

Presidente come prima cosa: quali sono i requisiti per entrare nellโ€™associazione dei Borghi piรน belli dโ€™Italia?

La popolazione nel centro storico o nella frazione non deve superare i 2.000 abitanti, mentre nellโ€™intero comune non si puรฒ andare oltre i 15.000 abitanti. Il borgo inoltre deve avere una presenza di almeno il 70% di edifici storici anteriore al 1939 e offrire qualitร  urbanistica, architettonica e promozione del territorio. Va detto che sono gli stessi borghi che fanno la richiesta e poi un comitato scientifico valuta gli oltre 90 parametri e delibera lโ€™entrata del paese nellโ€™associazione.

Con Stroncone โ€“ entrato da poco โ€“ nella regione si contano 30 borghi. Un record italiano che fa superare le Marche, ferme a 29โ€ฆ

Proprio alcuni giorni fa cโ€™รจ stata lโ€™ufficializzazione di Stroncone con la consegna della bandiera dellโ€™associazione. Se consideriamo la grandezza del nostro territorio e il numero dei comuni inferiore rispetto alle Marche, la percentuale di borghi piรน belli รจ molto alta. Oltre a Stroncone gli ultimi entrati sono Monteleone dโ€™Orvieto nel 2019 e Nocera Umbra nel 2020.

La rivista americana โ€œThe Travelโ€ ha pubblicato da poco la classifica dei dieci borghi italiani preferiti dai turisti internazionali: al 9ยฐ posto cโ€™รจ Monteleone dโ€™Orvieto (unico umbro). Serve piรน marketing internazionale per lโ€™Umbria?

Sicuramente, anche se non siamo messi male. I nostri social sono tra i primi in Europa per visualizzazione. Da poco abbiamo anche realizzato un video promozionale che presenteremo il 7 dicembre a Citerna, in cui sono riuniti e illustrati tutti i borghi: questo verrร  utilizzato durante le presentazioni fuori regione.

 

Monteleone dโ€™Orvieto. Foto by Enrico Mezzasoma

Quanto รจ importante il turismo di ritorno?ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย 

รˆ importantissimo e da poco abbiamo creato un tavolo di lavoro per capire tutte le tappe da seguire e i vari passaggi da mettere in pratica.

Concretamente, come si svolge?

Abbiamo iniziato a lavorare sui registri comunali, chiedendo a ogni Comune di inviare i nomi dei concittadini residenti allโ€™estero: si รจ visto che la maggior parte si trovano negli Stati Uniti, in Brasile, in Belgio e in Lussemburgo, sono circa 2000 persone. Con un protocollo, lโ€™intervento del Ministero del Turismo e dellโ€™associazione Italiani nel Mondo cercheremo di contattarli. A gennaio poi verrร  organizzato un evento ad hoc a New York in cui sarร  presente la nostra associazione e quella degli Italiani nel Mondo. รˆ il primo passo per iniziare a capire come muoversi.

Il turismo nei borghi, in questi anni, รจ tanto di moda: come se lo spiega?

รˆ inutile negarlo, la pandemia ha dato una grossa mano. Nel 2020 cโ€™รจ stata unโ€™invasione, ovviamente positiva, che ha premiato il lavoro di valorizzazione fatto negli anni precedenti. Oltre allโ€™Italia turistica e famosa che tutti conoscono, cโ€™รจ unโ€™Italia da scoprire e da vivere, tra sentieri, prodotti tipici e cucina. Questo attira molto il turista, anche straniero; tra lโ€™altro lโ€™Umbria รจ lโ€™unica destinazione italiana entrata nella lista Best in travel 2023 stilata dalla Lonely Planet. Per il nostro Paese il turismo รจ una risorsa importantissima sulla quale si deve puntare al massimo.

Se avesse a disposizione un tesoretto, quali sono le prime cose che farebbe?

I primi interventi sarebbero rivolti al miglioramento dei servizi: sociali, sanitari, alle infrastrutture, ma anche alla connessione internet per lo smart working. Un borgo non puรฒ essere escluso da questo; il turista, ma soprattutto chi decide di restare, chiede navette o bus di collegamento con la stazione piรน vicina. Molto di questo ancora manca. A Lungano in Teverina, ad esempio, molti americani e danesi si sono innamorati del luogo, dei paesaggi e, grazie a uno statuto comunale, hanno avuto in dotazione degli uliveti e questโ€™anno per la prima volta hanno raccolto lโ€™oliva. Tutto questo รจ sicuramente un incentivo per restare nel territorio, ma i servizi devono essere presenti.

Ciรฒ serve ad arginare lo spopolamentoโ€ฆ

Combattere lo spopolamento – che รจ una vera piaga – รจ tra gli obiettivi dellโ€™associazione. Per noi รจ come una lenta morte, dovuta al decremento demografico e alla mancanza di lavoro che porta i giovani a lasciare il borgo per trasferirsi in cittร  o allโ€™estero. รˆ per questo che cerchiamo di bilanciare con il turismo di ritorno o con i nuovi residenti. Riallacciandomi alla domanda precedente, gli investimenti sarebbero fondamentali anche per la creazione di lavoro, in modo da incentivare i giovani a restare.

Potremmo raccontare lโ€™Umbria attraverso i borghi: ce nโ€™รจ uno che la rappresenta di piรน?

Tutti i borghi rappresentano lโ€™Umbria, poi ci sono quelli che attirano piรน come Trevi e Spello, ma ultimamente anche quelli meno conosciuti si stanno facendo notare. Lโ€™Italia, ripeto, deve puntare su queste piccole realtร  che sono un patrimonio fondamentale per il turismo, da nord a sud. In questo modo puรฒ primeggiare nel mondo.

 

Spello. Foto Enrico Mezzasoma

Ci sono in cantiere dei nuovi progetti?

Nel 2023 uscirร  la nuova brochure con tutte le informazioni sui borghi – edita da Corebook – anche in lingua cinese. Stiamo lavorando anche con le comunitร  energetiche per installare le colonnine di ricarica per auto e biciclette. Si punta a promuovere e portare avanti interventi a 360ยฐ con attivitร , eventi e festival, cercando di coinvolgere tutti.

Facciamo un gioco: per ogni borgo mi dica un aggettivo e una caratteristica che lo contraddistingue.

Acquasparta (Rinascimento umbro), Allerona (la porta del sole), Arrone (Valnerina), Bettona (etrusco-romana), Bevagna (le Gaite), Castiglion del Lago (il Trasimeno), Citerna (Borgo dei Borghi. Nel 2023 parteciperร  al programma di Rai3), Corciano (la costola di Perugia), Deruta (ceramica), Lugnano in Teverina (archeologia e biodiversitร ), Massa Martana (riscatto architettonico), Monte Castello di Vibio (il teatro piรน piccolo del mondo), Montecchio (olio e archeologia), Montefalco (Sagrantino), Monteleone dโ€™Orvieto (balcone su tre regioni: Umbria, Toscana e Lazio), Monteleone di Spoleto (altezza e bellezza), Montone (storia e architettura), Nocera Umbra (la rinascita della bellezza), Norcia (norcineria e tartufo), Paciano (vista sul lago Trasimeno), Panicale (arte e bellezza), Passignano sul Trasimeno (oasi di bellezza), Preci (scuola chirurgica), Sangemini (il bello sopra lโ€™industria), Sellano (le acque della Valnerina), Spello (colori), Stroncone (olio e architettura), Torgiano (vino), Trevi (fascia olivata), Vallo di Nera (enogastronomia ad alta quota).

 


Per saperne di piรน

Accanto ai Colli martani sorge Bettona, unico insediamento etrusco sulla riva sinistra del Tevere, conosciuta anche come Vetumna o Paese degli antichi.

 

Caduta sotto il controllo romano, viene organizzata in municipium entrando a far parte della colonia Clustumina (14 d.C.); con lโ€™avvento del Cristianesimo viene presto evangelizzata da San Crispolto, che vi giunge dallโ€™Asia grazie la via Amerina – una delle piรน importanti vie di comunicazione verso il Nord. Dopo la distruzione dei barbari guidati da Totila, diviene dominio bizantino e in seguito passa in mano al Ducato longobardo di Spoleto. Nel 1018 i Benedettini vi fondano lโ€™abbazia di San Crispolto; piรน tardi, passa in mano alla Chiesa ed รจ costretta a sottomettersi ad Assisi (1223). Dopo il tentativo di divenire autonoma da Perugia, viene dalla stessa assediata, conquistata e bruciata, a eccezione delle chiese; grazie al cardinale Albornoz verrร  ricostruita allโ€™interno di una cinta muraria ristretta, ma meglio fortificata. In seguito Bettona si ribella al Papa che vuole concederla ai Baglioni di Perugia, ma viene sottomessa da Malatesta Baglioni, rimanendo cosรฌ sotto lo Stato Pontificio fino allโ€™Unitร  dโ€™Italia.
Questo piccolo borgo, adagiato a 365 metri dโ€™altezza, รจ noto soprattutto per il suggestivo panorama, che va da Perugia a Spello, visibile dalla terrazza fuori dalla Porta dโ€™accesso di Santa Caterina, collocata lungo la cinta muraria medievale e in parte poggiata su quella etrusca, ancora visibile negli enormi blocchi di roccia arenaria. Risalendo le strette vie, si giunge presto in Piazza Cavour, circondata da edifici e monumenti che hanno molto da raccontare, come la Chiesa di San Crispolto, costruita dai monaci benedettini (XIII secolo) per conservare la salma del primo vescovo e martire dellโ€™Umbria, oltre che santo patrono del borgo. La facciata dellโ€™edificio, a croce latina, รจ di Antonio Stefanucci, allievo del Vanvitelli; qui lโ€™unico pezzo romanico รจ il campanile cuspidato. Imperdibili sono anche lโ€™Oratorio di Santโ€™Andrea, col bel soffitto ligneo a cassettoni del XVI secolo e la Passione di Cristo (1394) di scuola giottesca, ma anche la collegiata di Santa Maria Maggiore, risalente ai primi anni del Cristianesimo, ingrandita, riconsacrata nel 1225 e restaurata in stile neoclassico nel 1816: allโ€™interno vi sono lโ€™abside affrescato dal futurista Gerardo Dottori, lโ€™altare maggiore con ciborio a forma di tempietto e le finestre con vetrate istoriate a fuoco.

 

Pinacoteca

 

Accanto agli edifici sacri spicca il Palazzetto del Podestร  (1371), sede della Pinacoteca comunale e del Museo della Cittร , che occupa anche alcuni ambienti dellโ€™ottocentesco Palazzo Biancalana; nella Pinacoteca sono custodite importanti opere dโ€™arte come il Sant’Antonio di Padova e la Madonna della Misericordia con i Santi Stefano, Girolamo e committenti del Perugino, o la tavola con lโ€™Adorazione dei pastori dellโ€™artista assisiate Dono Doni. Piรน avanti sโ€™incontra Palazzo Baglioni, luogo in cui morรฌ il condottiero Malatesta Baglioni la Vigilia di Natale del 1513. Fuori dalle mura cittadine, invece, degne di nota sono la Villa del Boccaglione (XVII sec) – dimora rurale dai soffitti affrescati disegnata dal Piermarini – e la chiesetta dโ€™impronta romanica di San Quirico. Tra gli eventi piรน importanti, la Festa del Patrono (11-12 maggio), Bettona sotto le Stelle, e la Sagra dellโ€™Oca, dove รจ possibile gustare prodotti come torta al testo e oca arrosto, oltre allโ€™eccellente olio dโ€™oliva; tipici del borgo sono anche gli zuccherini, dolci natalizi con lievito madre, pinoli, uvetta e anice.

 


Per saperne di piรน

Una straordinaria scoperta รจ avvenuta nell’ambito della pittura di Domรญnikos Theotokรณpoulos – El Greco – referente al suo problematico quanto indagato periodo italiano dal 1567 al 1576, periodo nel quale il pittore greco della Candia veneziana, nato nel 1541, lavora tra Venezia e Roma per poi andare definitivamente a Toledo dove morirร  nel 1614.

Un tabernacolo stupefacente รจ emerso dalle collezioni della preziosa Pinacoteca di Don Vincenzo Catani che solo qualche anno fa lo aveva restaurato e pubblicamente esposto. Lโ€™opera fa parte della serie numerosa di tabernacoli veneto-ยญcretesi identificati e sottoposti allo studio dopo il primo caso del 2014 a Bettona. Il tabernacolo di Bettona ha ora il suo doppio che ancora piรน esplicitamente rivela il genio di El Greco. Cosรฌ quello di Montefalco conservato nella chiesa di S. Maria Maddalena, che ha due Evangelisti raffigurati, tratti dallo stesso disegno di quelli di Bettona. Ora in quello ritrovato a Castignano, si presentano tutti e quattro insieme, quasi nello stesso ordine, Matteo anticipa Marco, con questa qualitร  pittorica piรน evoluta e piรน facile, รจ una consolante sorpresa per chi aveva sempre creduto nellโ€™autenticitร  di quello di Bettona.

 

Il tabernacolo

Visto da vicino…

Il tabernacolo di Castignano misura in altezza cm.48,5 e in larghezza cm.56,5. La portella รจ un vero capolavoro, Padreterno compreso. A cominciare dal Mosรฉ che, scolpito nel sarcofago fatto con due soli colori e uno sfumato per imitare la grisaille, mostra un saggio di abilitร , fretta, nervosismo e sprezzatura che non ha eguali intorno al 1570. รˆ un assoluto tecnico, non รจ disegno, non รจ propriamente pittura, รจ una elgrechitร  e basta! Quel naso semita e quella barba sono il riassunto piรน concentrato che un’immagine possa avere. Il corpo possente e morto di Cristo con l’anatomia perfetta, come la piega dell’ombelico e l’ombra esatta del naso, dell’occhio e dei baffi, sono tocchi magistrali e notevoli!

San Luca

I due Angeli dai capelli corti, molto scultura veneta tipo Vittoria e Campagna, con i gesti forti e sicuri, sono commoventi e quello a destra cosรฌ pensoso e inconsolabile, con la veste tormentata e le ali gocciolanti di colore e di lacrime, รจ indimenticabile e nuovo: non comprende e disprezza la morte di un Giusto. Lโ€™altro angelo invece osserva da vicino lโ€™inerte cadavere del Dio Uomo e sorregge la mano destra di Cristo, forse consapevole della prossima Resurrezione, come anche indicherebbe la sua bianca ala indicante il Paradiso. L’ala bianca, ora trasparente, si รจ consunta ed รจ stata assorbita dal legno della croce; qui nessuna metafora, ma solo lโ€™azione dei pigmenti nei 450 anni di vita materiale. La torsione del corpo di Cristo, che permette al pittore un forte chiaroscuro scultoreo, e la mano pendente รจ unโ€™evocazione della scultura dellโ€™amato e odiato Michelangelo.

L’autoritario Eterno Padre, calvo e corrucciato, sia per la morte del Figlio che per la titubanza di Mosรฉ, รจ un tipo preso dal Tintoretto a San Rocco e dall’Assunta di Tiziano ai Frari, รจ risolto con fulminea pennellata e intenso colore! Chi si poteva permettere di guardare dallโ€™alto anche il Padreterno? Tintoretto, El Greco e San Juan de la Crux!

Il San Luca, mancino, รจ il primo a sinistra, penso a un autoritratto, con quella frangetta rara; ha il naso lungo e aquilino e la bocca socchiusa che sembra aver inumidito da poco il pennello, ha grandi e forti mani e braccia possenti, procede sui sandali con i piedi perfetti e sorride. Vivace il manto rosso con bordura sagomata attraversato dalla stola color zucca. Il rovinato e calvo San Giovanni, naso grosso e occhietto vispo, ha il pesante volume chiuso, ma la leggera aquila รจ vigile, splendida la verde manica rimasta!

San Matteo ha un volume enorme e chiuso, con la destra ha un pennello, tizianeggia nell’arguto e stempiato profilo; l’angelo che si gira guarda nella stessa direzione, ha un seno scoperto e intanto gli tiene il calamaio. Notevole รจ il manto rosso che sul ginocchio mostra un bordo lobato, sopra, la mano รจ potente! Marco รจ tutto monumentale, il piรน conservato dei quattro, mani nervose e perfette, testa pensosa e viva, notevole l’ombra delle ciglia e la concretezza sanguigna del colore.

 

San Marco

Luca e Marco, posti agli estremi del tabernacolo, vivono in uno spazio piรน stretto rispetto a Giovanni e Matteo: il prezioso tabernacolo dorato e colorato quasi a smalto doveva essere in aggetto sopra lโ€™altare per mostrare bene le 5 facce istoriate.

I cherubini piccoletti, umorali, corrucciati e pensosi, sono minuscoli nello spazio nuvoloso del timpano, il colore perlaceo del cielo, un tempo azzurro di smaltino, doveva farli volare in primo piano come farfalle. Sono dipinti con una rapiditร  e sicurezza degni del miniaturista El Greco, qui evidente allievo di Giulio Clovio, suo maestro e protettore in Palazzo Farnese a Roma.

Il Tabernacolo di Castignano รจ esagonale, con cinque lati dipinti e sempre del medesimo disegno ligneo, forse con cupola, come doveva essere quello di Bettona. รˆ stato restaurato dignitosamente sia nelle parti lignee che nella pittura dove si vede il tratteggio, e lโ€™insieme รจ di grande impatto e di soddisfazione estetica. Malgrado la prevalenza dellโ€™architettura e degli spazi chiusi delle porte e dei timpani, le figure vivono, camminano fluenti, si torcono dal dolore, volano e ammiccano al fedele.

ยซLa Terra dallโ€™alto รจ semplicemente stupenda. Ho avuto la fortuna di lanciarmi su zone con panorami mozzafiato. Auguro a tutti di vedere ciรฒ che noi vediamo da lassรน!ยป

ยซUno dei piรน grandi sogni dellโ€™uomo รจ sempre stato quello di volare: lanciarsi con il paracadute a piรน di 4.000 metri credo che sia uno dei modi piรน intensi per realizzare quel sognoยป. Il Caporal Maggiore Capo Marco Soro, di Passaggio di Bettona, realizza questo sogno ogni giorno. Da 15 anni veste la divisa della Brigata Paracadutisti Folgore dellโ€™Esercito Italiano e fa parte del gruppo di Paracadutismo Indoor dellโ€™Esercito. Allenamento, preparazione e tanta passione gli hanno fatto raggiungere con la sua squadra degli importanti traguardi nazionali e internazionali, come il podio mondiale ottenuto nel 2019, la medaglia dโ€™oro al Belgian Open o lโ€™argento ai Wind Games 2020 โ€“ tanto per citare i piรน recenti. In questa chiacchierata ci ha svelato tutti i segreti di questo sport e la bellezza del paracadutismo. ยซรˆ stato amore a prima vistaยป. Io mi sono fatta prendere la mano e l’ho tempestato di domande!

 

Caporal Maggiore Capo Marco Soro

Caporal Maggiore, la prima domanda รจ di rito: qualย รจ il suo legame con lโ€™Umbria?

Circa quindici anni fa ho scelto la divisa dellโ€™Esercito e la mia vita professionale รจ in Toscana, ma lโ€™Umbria รจ la mia terra natia e di certo non la dimentico. Sono nato ad Assisi, abito a Passaggio di Bettona e la mia fidanzata รจ di Papiano. Direi proprio che il mio รจ un legame indissolubile.

Ci spieghi: cosโ€™รจ il Paracadutismo Indoor?

Il paracadutismo indoor รจ unโ€™attivitร  sportiva molto recente, che nasce grazie allโ€™invenzione dei simulatori di caduta libera, ovvero i tunnel del vento verticali. Permette a chiunque, anche a un non paracadutista, di realizzare quello che รจ sempre stato il sogno di ogni essere umano, ovvero il desiderio volare. Un forte flusso dโ€™aria proveniente dal basso fa si che il corpo umano riesca a sollevarsi da terra, simulando cosรฌ la caduta libera che si ha con il lancio da un aereo. La sensazione che si prova รจ identica. Con il passare degli anni รจ diventato uno sport a tutti gli effetti, con un proprio circuito ufficiale di competizioni nazionali e internazionali.

Quali sono i prerequisiti per praticare questa disciplina?

Il paracadutismo indoor prevede varie discipline. Per poter praticare la nostra –ย  che รจ di squadra ed esattamente si chiama VFS 4-way (Vertical Formation Skydiving a 4 elementi) – si deve prima raggiungere un avanzato livello di volo individuale. Sono fondamentali una buona preparazione fisica e un costante allenamento di volo presso un tunnel.

 

Esibizione di Paracadutismo Indoor

In pratica in cosa consiste?

Lโ€™obiettivo della nostra specialitร  consiste nel formare, durante la caduta libera, il piรน alto numero di figure possibili nel tempo massimo di 35 secondi. Per figura si intende una prestabilita e determinata posizione dellโ€™intera squadra che deve essere eseguita in assetto verticale, head-up (testa in su) e/oย head-down (testa in giรน). Questo tipo di posizione, che espone poco della figura del corpo umano allโ€™aria, comporta il raggiungimento di altissime velocitร  di caduta libera che sfiorano i 300 km/h. Ovviamente per provare semplicemente un simulatore di caduta libera non serve essere degli atleti, lo fanno normalmente anche i bambini, basta affidarsi a un preparato istruttore e il gioco รจ fatto!

Come si svolge una gara?

Una gara si svolge normalmente in tre giorni. I round di gara sono 10, della durata di 35 secondi ciascuno. Le figure da riproporre in ogni round vengono estratte a sorte dai giudici di gara. Per ogni figura eseguita correttamente si guadagna un punto. Alla fine del decimo round, la squadra che ha totalizzato il maggior numero di punti, vince.

Quante ore vi allenate?

Quotidianamente e per almeno due ore pratichiamo delle attivitร  di allenamento a terra pensate appositamente per migliorare la resistenza e la forza fisica specifiche, in modo tale da incrementare le prestazioni individuali durante gli allenamenti di squadra. Per quanto riguarda lโ€™addestramento al tunnel, siamo impegnati mediamente due settimane al mese.

Avete delle gare prossimamente?

A fine ottobre, presso il tunnel di Charleroi in Belgio, la Squadra dellโ€™Esercito parteciperร  al Campionato Europeo e Coppa del Mondo di Indoor Skydiving 2020, attualmente una delle competizioni indoor piรน importanti al mondo.

 

La squadra: Alessandro Binello, Andrea Cardinali, Marco Soro e Stefano Falagiani

Ci puรฒ descrivere in poche parole cosa si prova a lanciarsi col paracadute?

Il paracadutismo รจ uno sport che, praticato nel pieno rispetto delle regole di sicurezza, regala emozioni indescrivibili. Come giร  detto, uno dei piรน grandi sogni dellโ€™uomo รจ sempre stato quello di volare: lanciarsi con il paracadute da un velivolo a piรน di 4.000 metri credo che sia uno dei modi piรน intensi per realizzare quel sogno.

Cโ€™รจ stato un momento, quando era ragazzino, in cui ha deciso dโ€™intraprendere la carriera militare? O รจ accaduto per caso?

Non ho un ricordo ben preciso di quando ho maturato questa decisione, ma sono cresciuto rinforzando di giorno in giorno il desiderio di arruolarmi nellโ€™Esercito e di entrare nella Brigata Paracadutistiย Folgore.

Il primo lancio non si scorda mai: ci racconti il suoโ€ฆ

รˆ proprio vero, รจ una sensazione assolutamente indimenticabile! Il mio primo lancio lโ€™ho fatto a Reggio Emilia nel 2005 e avevo poco piรน di 18 anni. Come tutti i diciottenni non vedevo lโ€™ora di mettermi alla prova. Ricordo benissimo di aver provato delle fortissime emozioni, completamente nuove, mai provate fino a quel momento. Uno strano mix adrenalinico fatto di paura ed entusiasmo. Con il paracadutismo fu amore a prima vista! Da lรฌ in poi non ho mai piรน smesso di praticare questo sport e ho sempre e solo cercato di migliorarmi.

Qualย รจ lโ€™ultima cosa che pensa prima di un salto?

Ora che il paracadutismo, oltre che passione e divertimento, รจ per me attivitร  agonistica, prima di ogni salto ripasso mentalmente gli esercizi da eseguire durante il lancio. Mi concentro su quanto discusso pochi minuti prima con i miei compagni di squadra in fase di briefing pre-lancio visto che i momenti precedenti allโ€™uscita dal velivolo sono fondamentali per la perfetta riuscita degli esercizi. Non ci si puรฒ permettere di distrarsi o di pensare ad altro. Bisogna essere concentrati sul lavoro da eseguire e naturalmente sulle procedure di sicurezza da rispettare.

Comโ€™รจ la Terra vista dallโ€™alto?

Puรฒ sembrare una risposta scontata, ma รจ semplicemente stupenda. Ho avuto la fortuna di lanciarmi su zone con panorami mozzafiato. Auguro a tutti di vedere ciรฒ che noi vediamo da lassรน!

Fa dei gesti scaramanticiโ€ฆ anche prima di una gara?

Piรน che di gesti caramantici parlerei di routine. Prima di ogni lancio e prima di ogni round di gara io e i miei tre compagni di squadra ci mettiamo in cerchio e ci diamo la giusta carica effettuando il nostro saluto di squadra. Ogni squadra ha il suo modo per augurarsi buona fortuna!

 

I paracadutisti della Folgore sono, nellโ€™immaginario collettivo, i piรน audaci e fighi: ne siete consapevoli?

Lโ€™immaginario collettivo talvolta rappresenta la realtร  in modo un poโ€™ approssimativo. Sicuramente la Brigata Paracadutisti Folgore รจ uno dei reparti piรน famosi dellโ€™Esercito Italiano ed รจ connotato da altissime capacitร , ma la professionalitร  di tutti i miei colleghi delle altre specialitร  non รจ sicuramente da meno. I reparti paracadutisti hanno una storia di sacrificio e di dedizione che, come ha detto lei, si racconta da sola e non ha bisogno di commenti. Sono assolutamente contento della mia scelta e se tornassi indietro non cambierei nulla di quello che ho fatto! Soprattutto la mia scelta di entrare nella Sezione di Paracadutismo Sportivo dellโ€™Esercito.

Cโ€™รจ un luogo o un panorama dellโ€™Umbria in cui le piacerebbe lanciarsi?

Certamente, sono i luoghi a cui sono piรน affezionato. Il mio paese, Passaggio di Bettona. Poi sicuramente anche Assisi dove sono nato e Castelluccio di Norcia, perchรฉ secondo me paesaggisticamente รจ una delle zone piรน belle di tutta lโ€™Umbria.

Come descriverebbe lโ€™Umbria in tre parole?

Bellezza,ย natura,ย tradizione.

La prima cosa che le viene in mente pensando a questa regione.

Quando penso allโ€™Umbria รจ inevitabile pensare alla parola Casa.

ยซIl maestro Pavarotti mi ha insegnato tanto. Abbiamo fatto lezione per sei anni, mi disse che ero bravo e che dovevo seguire i suoi consigliยป.

Ammetto che รจ stata una delle interviste piรน lunghe che abbia mai fatto, oltre quarantacinque minuti di chiacchiere. Ne รจ perรฒ valsa la pena, perchรฉ Claudio Rocchi โ€“ tenore nato e vissuto a Bettona โ€“ ha tanti aneddoti e curiositร  da raccontare: ยซPotrei scriverci un libroยป mi confessa. In effetti ha ragione. Senza nessun freno abbiamo parlato delle lezioni con Luciano Pavarotti, di come vive il suo lavoro, del mondo della lirica e della musica di oggi che non apprezza. Il tenore umbro ha calcato tanti palcoscenici in giro per il mondo e sogna di essere il protagonista alla Prima del Teatro alla Scala. ยซNon mi do limiti!ยป

 

Claudio Rocchi

Claudio, qual รจ il suo legame con lโ€™Umbria?

รˆ un legame di vita, un legame fortissimo. Mi sento umbro al 100% e questa sensazione mi accompagna quando sono allโ€™estero. Porto la regione in giro per il mondo: mi รจ capitato spesso di cucinare per gli amici stranieri la torta al testo o di raccontare loro aneddoti e storie sullโ€™Umbria.

Ci racconti la sua esperienza col maestro Luciano Pavarottiโ€ฆ

รˆ iniziata per caso. Allโ€™epoca โ€“ nel 1999 – studiavo al Conservatorio e lavoravo in fabbrica: la zia dellโ€™infermiere di mio nonno era la cuoca di Pavarotti a Pesaro: il Maestro aveva nella cittร  marchigiana una casa bellissima, sul mare, dove spesso trascorreva del tempo. Ovviamente nessuno avrebbe mai pensato che questo passaggio di voci sarebbe andato a buon fine. E invece sรฌ. Un mese dopo โ€“ inizio 2000 – mentre ero al lavoro, mi chiamรฒ mia mamma per dirmi che Pavarotti mi aspettava nel pomeriggio per unโ€™audizione. Senza nemmeno prepararmi sono partito. Lui a fine provino mi disse: ยซQuando ci rivediamo?ยป Da quel giorno, ogni volta che si trovava a Pesaro, facevamo lezione insieme.

Quanto tempo sono durate le vostre lezioni?

Sei anni. Ci vedevamo tre-quattro volte allโ€™anno, ma sono stati momenti fondamentali, mi ha insegnato tantissimo: la respirazione, lโ€™emissione, lโ€™apertura del palato e della gola, il giro degli armonici e tanto altro.

Qual รจ lโ€™insegnamento che non dimenticherร  mai?

Mi diceva sempre: ยซLa voce la devi dare, non la devi fareยป. Inoltre, lโ€™ultima volta che lโ€™ho visto, mi ha detto che non dovevo avere altri insegnanti: ยซSei bravo, devi fare solo quello che ti dico io e aspettareยป. Cosรฌ ho fatto, ho aspettato che arrivasse il mio momento. Il ricevere un bravo dal lui mi ha riempito d’orgoglio.

Quandโ€™รจ che un ragazzino decide di diventare un tenore?

Non si decideโ€ฆ ci nasci o non ci nasci. Io fin da piccolo cantavo, spesso quando ero nellโ€™officina di mio padre. Cantavo soprattutto musica leggera italiana. Un giorno, alla fine della terza media, la mia professoressa di tecnica, durante la cena di fine anno scolastico, si accorse della mia voce e mi prese appuntamento con un maestro di Napoli che veniva in Umbria per far lezione ai Cantori di Assisi. Andai cosรฌ ad Assisi per il provino: mi fece fare dei vocalizzi per sentire lโ€™estensione della voce e poi mi disse: ยซOra vai in farmacia a comprare dei pacchi di cerottiโ€ฆ Nostro Signore รจ stato troppo buono con te e se qualcuno ti sente cantare ora, ti rovina. Devi mettere i cerotti davanti alla bocca fino a 18-19 anniยป io allโ€™epoca avevo 12 anni ยซquando la voce sarร  maturataยป. Non fu proprio cosรฌ, a casa mia lโ€™entusiasmo era talmente forte che mi mandarono alla Scuola Comunale di Musica a Bastia Umbra e iniziai a studiare pianoforte. Poi arrivรฒ il Conservatorio, a Perugia.

Sogna mai di essere il protagonista della Prima al Teatro alla Scala di Milano?

รˆ un sogno. Ci penso e ci ho sempre pensato, perchรฉ non mi do limiti: cosรฌ come cantare nei teatri di New York e Londra, anche se La Scala resta sempre lโ€™รฉlite, nonostante in questi anni sia calata un poโ€™.

Ci spieghi meglio.

Oggi รจ molto piรน importate lโ€™aspetto, lโ€™essere televisivo e avere una voce che piace a chi sceglie gli interpreti per una rappresentazione. Molte belle voci non vengono scelte perchรฉ non giuste. Poi ci sono delle lobby molto forti che incidono moltissimo. Il mondo della lirica รจ molto difficile e spesso si va avanti solo con le raccomandazioni. Ma lasciamo stareโ€ฆ

Qual รจ lโ€™opera che le piace piรน interpretare?

La Tosca. In questโ€™opera ci sono delle musiche talmente belle che anche chi non si รจ mai avvicinato alla lirica, ascoltandola, si emoziona. Tosca, per me, รจ unโ€™opera meravigliosa.

 

Lo spieghi a noi profani: che cosโ€™รจ lo studio dello spartito?

Non รจ solo lo studio delle note, ma anche la storia, il personaggio, il perchรฉ fa quello, cosa voleva esprimere lโ€™autore, quali sono le sue emozioni, i suoi pensieriโ€ฆ Unโ€™opera non va solo eseguita, va soprattutto interpretata, si deve entrare appieno nel personaggio. Lo studio dello spartito รจ questo, una visione a 360 gradi dellโ€™opera, e per questo serve un bravo maestro per avere le direttive giuste ed entrare nel profondo.

Cosa vuol dire per lei cantare?

Nel cantare noi ci consumiamo, siamo sul palcoscenico nudi e tiriamo fuori lโ€™anima. Non รจ solo un eseguire. รˆ questa la differenza tra un cantante e un esecutore: รจ facile trovare tanti esecutori, piรน difficile รจ trovare bravi cantanti, quelli che ti fanno emozionare quando li ascolti.

Pochi giorni fa se nโ€™รจ andato il maestro Ennio Morriconeโ€ฆ lo ha mai incontrato?

Purtroppo no. Resterร  sempre tra i piรน grandi. Che musica, ragazzi! Con solo quattro note ha creato dei capolavori e ha lasciato musiche che resteranno eterne.

Ascolta musica pop?

Ascolto tutta la musica, di ogni genere.

Le piace la musica che circola in questo periodo?

Un periodo cosรฌ basso, forse, non cโ€™รจ mai stato, basta vedere quello che รจ stato presentato a Sanremo. Ci sono testi che passano in radio che sono terribili, senza parlare delle voci. Si sentono delle rime assurde e spesso mi chiedo: ยซMa i cantautori del passatoโ€ฆ li avranno mai ascoltati? Lucio Dalla, Mogol, tanto per dire i primi che mi vengono in mente, li avranno mai letti?ยป. Basta leggere i testi per capire le differenze.

Non mi dica che non cโ€™รจ nessun cantante che le piace…

Gli unici cantautori che apprezzo sono Max Gazzรจ e Brunori Sas.

E a livello vocale?

No, non cโ€™รจ nessuno. Si punta piรน sullโ€™immagine e sul personaggio che sulla voce, i talent hanno distrutto il mondo della musica invece di farlo evolvere. Il commercio comanda su tutto, devi essere un personaggio che piace al pubblico. Ahimรจ, non si punta piรน sulla voce.

Ha dei progetti in cantiere?

Nei prossimi giorni parto per un concerto nel nord della Polonia, poi andrรฒ i primi di agosto ad Anghiari e poi a Castiglione del Lago. Piano piano abbiamo ripreso le nostre attivitร .

Come descriverebbe lโ€™Umbria in tre parole?

Genuina, sorprendente, unica.

La prima cosa che le viene in mente pensando a questa regioneโ€ฆ

Pace.

ยซNella cittร  di Perugia nacque ad una povera persona da Castello della Pieve, detta Cristofano, un figliuolo che al battesimo fu chiamato Pietro (โ€ฆ) Studiรฒ sotto la disciplina dโ€™Andrea Verrocchio. Dipinse molte figure et Madonne. Si mostrerร  aglโ€™artefici che chi lavora e studia continuamente, e non a ghiribizzi o a capricci, lascia opere e si acquista nome, facultร  et amiciยป.
Le vite de’ piรน eccellenti architetti, pittori, et scultori italiani, da Cimabue insino a’ tempi nostri. Parte seconda. Giorgio Vasari.

Bettona di giorno. Foto di Alessandro Bertani

 

In poche e semplici parole, il pittore, architetto e storico dellโ€™arteย Giorgio Vasari elogia Pietro Vannucci per la sua arte e le sue opere. Il Perugino dipinse, tra il 1512 e il 1513, una tempera su tavola raffigurante la Madonna della Misericordia. La Vergine, in piedi, allarga il proprio mantello per accogliervi San Lorenzo, San Girolamo e due committenti. Si tratta di un retaggio dellโ€™epoca medievale, detto della protezione del mantello, che le nobildonne altolocate potevano concedere ai perseguitati e ai bisognosi dโ€™aiuto; con il passare degli anni questa iconografia ebbe ampia diffusione e sotto il mantello della Vergine finรฌ per trovare riparo tutta lโ€™umanitร .
Lโ€™opera proveniva dalla Chiesa di Santa Caterina, dove era stata trasferita dalla Chiesa di Santโ€™Antonio, e ora รจ conservata nellaย Pinacotecaย Comunale di Bettona, uno dei borghi piรน caratteristi della regione, considerata un balcone sullโ€™Umbria: la cittร , infatti, sorge su un colle da cui la visuale spazia da Perugia e Assisi fino a Spello, passando per i verdi campi coltivati.

 

Madonna della Misericordia. Foto di Alessandro Bertani

L'arte di salvare l'arte

Lโ€™opera รจ la protagonista, insieme ad altri eccelsi capolavori, della mostra Lโ€™Arte di Salvare lโ€™Arte. Frammenti di storia dโ€™Italiaย nelle sale del Palazzo del Quirinale, aperta al pubblico fino al 14 luglio 2019. Lโ€™esposizione รจ nata per celebrare il 50ยฐ anniversario della nascita del comando dei caschi blu della cultura ovvero ilย Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale. In mezzo secoloย i carabinieri hanno salvato migliaia di opere che altrimenti sarebbero state sottratte al patrimonio dello Stato:ย oltre ottocentomila beni recuperati, piรน diย un milione di reperti archeologiciย sequestrati provenienti da scavi clandestini,ย circa un milione di opere falseย eย oltre sedicimila reperti rubati in Italia e restituiti, riconsegnando cosรฌ al bene pubblico un patrimonio artistico inestimabile. La Madonna della Misericordia, insieme a Santโ€™Antonio da Padova – anche esso del Perugino – vennero trafugate dalla Pinacoteca Comunale di Bettona nella notte tra 26 e 27 ottobre 1987 e ritrovate nel 1990 in Giamaica, nella villa di un ricco possidente.

Riscoprire il perduto

La mostra permette al pubblico di rivivere storie di recuperi, alcuni avventurosi, altri frutto di un lungo e minuzioso lavoro investigativo. Tutte le opere sono state riportate in Italia, ricontestualizzate nel territorio o nel tessuto urbano che le ha generate, restituendo loro dignitร  culturale, ma – soprattutto – restituendo loro il contesto di appartenenza.
Unโ€™opera dโ€™arte appartiene allโ€™umanitร  intera, ma essa acquisisce valore di civiltร  solo dalla profonda relazione con i luoghi che lโ€™hanno prodotta, con la cultura che lโ€™ha generata e con il paesaggio che lโ€™ha suggerita.
Il visitatore potrร  inoltre venire a conoscenza delle emergenze sismiche degli ultimi tempi, che hanno messo a nudo la fragilitร  del territorio e dei beni culturali. รˆ possibile infatti assistere anche ad alcuni filmati storici, girati nelle zone terremotate che hanno colpito la nostra Umbria, dove i protagonisti sono ancora una volta i caschi blu culturali, che annaspano tra le macerie per recuperare opere artistiche con una cura e un amore incommensurabile.
Ammirando lโ€™opera del Perugino, la dolcezza della Madonna della Misericordia, il tenero modellato dei Santi e le verdi campagne umbre dipinte alle loro spalle, non si puรฒ che provare empatia e riconoscenza verso chi restituisce a una comunitร  ferita la memoria e il suo senso di appartenenza, restituendo altresรฌ alla collettivitร  i suoi preziosi valori.

INGREDIENTI

  • 1 kg di farina
  • 200 g di zucchero
  • 200 g di uva secca
  • ยผ di latte
  • 1 limone non trattato
  • 200 g di olio extravergine dโ€™oliva
  • 100 g di semi dโ€™anice
  • 50 g di lievito di birra
  • 1 pizzico di sale

 

PREPARAZIONE

Sciogliete il lievito di birra in poca acqua tiepida; mescolate alla farina un pizzico di sale e versatela a fontana sulla spianatoia. Ponete al centro della fontana il lievito sciolto e cominciate a impastare, aggiungendo acqua leggermente tiepida. Dovrete ottenere un impasto della consistenza della pasta da pane. Ponete in un recipiente capace, coprite e fate lievitare in un luogo tiepido e lontano da correnti fino a quando lโ€™impasto non sarร  raddoppiato. Mescolatevi tutti gli altri ingredienti, formate tante ciambelle, ponetele ben distanziate su una placca da forno unta e lasciate lievitare per ancora 2-3 ore. Ponete in forno a 180ยฐ C e fate cuocere gli zuccherini, che servirete quando si saranno raffreddati. Ben chiusi, si conservano anche per parecchi giorni.

 

Gli zuccherini erano il dolce natalizio della zona di Bettona. Si preparavano in tutte le famiglie e venivano posti a lievitare sugli assi di legno del pane. La lievitazione era lunga, complessa e, qualche volta, soggetta a imprevisti, perchรฉ le vecchie case di campagna erano prive di riscaldamento e piene di spifferi. Fino ai primi anni Sessanta venivano chiamati con un nome dialettale, cioรจ torquietti, ma poi รจ prevalso il nome di zuccherini, usato dai pochi che si vantavano di usare correttamente la lingua italiana. Nella versione piรน moderna si usa il lievito in polvere e si aggiunge un uovo. In alcune famiglie, invece di mettere semi dโ€™anice, aggiungevano un poโ€™ dellโ€™acqua in cui li avevano fatti bollire.ย 

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Per gentile concessione di Calzetti-Mariucci

Dalla Bettona etrusca al piccolo teatro di Monte Castello di Vibio, il percorso si snoda attorno al borgo fortificato di Montecchio e ad Acquasparta, crogiolo di cultura scientifica seicentesca; per giungere, infine, alle vestigia romane di San Gemini.

Sulla riva est del Tevere

Unica cittร  etrusca sulla riva orientale del Tevere, Bettona ospita, in localitร  Colle, un ipogeo etrusco del II secolo a.C. Un breve corridoio a cielo aperto introduce il visitatore in questa struttura a volta, composta di blocchi di arenaria locale. Una massiccia porta di travertino nascondeva a sua volta diverse urne sepolcrali, che la scoperta del 1913 trovรฒ giร  ampiamente depredate. Altre urnette, i bronzi e le opere di oreficeria superstiti sono ora conservati presso il Museo Archeologico di Perugia, mentre il Museo della Cittร  di Bettona, offrendo unโ€™area dedicata proprio allโ€™archeologia, ospita manufatti, terrecotte, ceramiche e cippi funerari e di confine. Gli Etruschi lasciarono a Bettona anche una cinta muraria, di cui alcuni tratti sono visibili oggi in corrispondenza della Porta Vittorio Emanuele.

Palazzo Cesi, Acquasparta

L'Accademia dei Lincei

Nel Cinquecento, la guerra tra Todi, Terni e Spoleto portรฒ alla distruzione della Rocca di Acquasparta, sulla quale sorse poi il magnifico Palazzo Cesi, dimora del Cardinale Federico. Questo edificio dalla facciata severa, le cui decorazioni interne si rifanno a quelle di Palazzo Farnese a Roma, permise ad Acquasparta di divenire un vero e proprio centro culturale. Qui infatti si riuniva lโ€™Accademia dei Lincei, la prima scuola scientifica europea voluta da Federico Cesi, grande appassionato di botanica. Nel 1624, per un breve periodo, il palazzo ospitรฒ anche lโ€™illustre Galileo Galilei, il quale affidรฒ allโ€™Accademia la pubblicazione del suo Saggiatore. Altre opere di cui i Lincei – uniti sotto il metodo dellโ€™osservazione sperimentale – si fecero promotori, furono lo studio sulle macchie solari e del cosiddetto Tesoro messicano, farmacopea del Nuovo Mondo. Non รจ un caso che la popolazione voglia ricordare questo periodo splendente con una rievocazione: da diciannove anni, La Festa del Rinascimento anima le vie del borgo con sfide e spettacoli ispirati a temi di volta in volta diversi.

Sprofondata nel terreno

Lโ€™abitato tipicamente medievale di San Gemini – che deve il suo nome a Gemine, monaco siriano che qui dispensรฒ cure e prediche – sorge sullโ€™insediamento romano Casventum, posto lungo la via Flaminia. I mosaici e i pavimenti di unโ€™antica residenza sono visibili allโ€™interno di un edificio in via del Tribunale. Ma le vestigia romane non finiscono qui: a 4 km dal borgo sorge Carsulae, cittร  di epoca pre-romana abbandonata giร  in tempi remoti a causa di sommovimenti del terreno. Lโ€™effetto di questi sconvolgimenti รจ ancora oggi visibile nelle parti sepolte che, assieme ai due templi gemelli, alla basilica, al teatro, allโ€™anfiteatro e allโ€™arco di San Damiano, restituiscono uno dei parchi archeologici piรน suggestivi dellโ€™Umbria.

Il borgo fortificato

Origine pre-romane – come dimostrato dalla Necropoli del Vallone di San Lorenzo scoperta dallโ€™archeologo Domenico Golini – vanta il borgo di Montecchio, il cui nucleo originario risale al 1165. I Chiaravalle da Todi, infatti, nella fuga dalla faida tra guelfi e ghibellini, decisero di insediarsi qui. Nel 1190 si aggiunse una seconda cerchia di mura – poi continuamente ampliata fino al XIII secolo – costruita non solo a scopi difensivi, ma anche per contenere lโ€™aumentata popolazione: ciรฒ donรฒ a Montecchio lโ€™aspetto di un borgo fortificato, a pianta ellittica, in cui sono ancora oggi visibili le mura, le torri di difesa e lโ€™assetto delle case, tipicamente medievale.

 

Teatro della Concordia, Monte Castello di Vibio

Il teatro

Un francobollo del 2002, da 0,41 โ‚ฌ, celebra quello che รจ il piรน piccolo teatro allโ€™italiana del mondo, vero gioiello di Monte Castello di Vibio. Questo borgo, divenuto il etร  napoleonica capocantone a causa della sua conformazione e della sua posizione strategica, si pose alla guida di un vasto territorio esteso tra il Tevere e Terni. Nel 1808, per rendere il borgo degno di tale ruolo, venne costruito il Teatro della Concordia, il cui nome deriva dai medesimi ideali di uguaglianza, fraternitร  e libertร  che avevano ispirato la Rivoluzione Francese. Nonostante ad un certo punto della sua storia fosse stato chiuso per inagibilitร , dagli anni Settanta รจ tornato attivo grazie alla volontร  di probi cittadini, presentandosi oggi, con i suoi 99 posti, i suoi affreschi di scrittori e drammaturghi del tempo e la sua pianta a campana incasellata da legno di quercia e di rovere, come uno dei gioielli architettonici piรน significativi dellโ€™Italia di fine Settecento.