Porre le carni in una casseruola assieme all’olio e farle cuocere. Una volta cotte e raffreddate, porle in una terrina con pecorino, pinoli, scorza d i un’arancia, uva secca, maggiorana e aglio tritato. Salare, pepare e legare con l’uovo. Formare delle polpette, immergerle nel brodo di gallina bollente e cuocerle. Servire ben calde.
Queste polpette, in uso nel perugino il martedรฌ di Carnevale in alternativa alle polpette di fegato, a volte venivanoo fritte e ripassate in umido. Durante tutto l’anno e in tutta l’Umbria, di tanto in tanto si facevano le polpette, ma รจ difficile ricostruirne le ricette perchรฉ, in genere, servivano per non buttare gli avanzi. Quando si poteva, perรฒ, per insaporire si metteva la scorza dell’arancia e un po’ di salsiccia.
Per gentile concessione di Calzetti & Mariucci Editore
La personale dellโartista perugino sarร visibile fino al 5 marzo alla Rocca di Umbertide. 54 opere e tre nuove installazioni.
La Regina Elisabetta, Gianni Agnelli, spray disinfettanti giganti e la Statua della Libertร tutta nera. Questo, e molto altro, vi aspetta nella mostra dโarte contemporanea Queen Pass dellโartista perugino Massimiliano MaMo Donnari, che si svolge fino al 5 marzo 2022, con il patrocinio del Comune di Umbertide, allโinterno della Rocca.
La Rocca di Umbertide
Un drappo che scende dalla torre indica la strada della personale dellโeclettico artista che, con il suo carattere esplosivo, rende viva ogni realizzazione e riesce a trasporre nei suoi personaggi, con le tecniche piรน disparate e innovative, sentimenti e sogni che esaltano e rendono suggestive tutte le sue opere. Racconta, alla sua maniera, i personaggi del nostro tempo che, grazie al suo estro, sfuggono dal loro ruolo per divertirsi e far divertire tutti coloro che li ammirano: unโironia che perรฒ lancia messaggi importanti e soprattutto contemporanei.
ยซร la personale piรน grande che abbia mai fatto, oltre alle 54 opere ci sono anche tre installazioni. Lโironia della mostra parte proprio dal titolo: dobbiamo usare il Green Pass anche per prendere un caffรจ e allora ho pensato, per accedere alla mostra serve il Pass della Regina, da qui Queen Passยป spiega lโartista. Lโinaugurazione si รจ svolta con circa 280 persone tra mandorle portafortuna incapsulate in provette e M&MโS realizzate per lโoccasione con la Regina disegnata.
In giro per la mostra
Allโinterno della Rocca del 1300 la mostra รจ suddivisa in tre piani: allโentrata ci accoglie la zona degli spruzzini, proprio a voler dire che, come prima cosa dobbiamo disinfettarci le mani. Qui svetta Upgrade – il famoso spuzzino โ esposto giร in diverse mostre dโItalia. ร unโopera che ha come protagonista il comune spray disinfettante, prodotto diventato improvvisamente prezioso in questo momento storico, rivisto in chiave ironica rievocando lโetichettatura dello Champagne Dom Perignart. Altra installazione imperdibile รจ la Statua della Libertร nera che in una mano ha la solita fiamma, mentre nellโaltra uno spray dal quale tira fuori la sua energia positiva e si riappropria del suo colore originale.
Upgrade
Strawberry War
Statua della Libertร
Nel primo livello ci aspettano diversi personaggi e ad accoglierci cโรจ un vecchio cameriere dellโhotel Brufani che, con un cocktail in mano, invita a proseguire la mostra. Cโรจ Gianni Agnelli con i nipoti, Raffaello Sanzio, Donald Trump e Strawberry War, un carro armato che spara fragole. Ma รจ la Regina Elisabetta la fashion queen indiscussa della mostra e in alcuni quadri sveste i suoi classici tailleur pastello per indossare magliette e jeans. Sullโapice della torre infatti si trovano tutte le regine: Elisabetta con i nipoti vestiti da guardie reali e il suo sarto Domenico Dolce, ma anche la regina della musica Ornella Vanoni e la regina del fashion style Iris Apfel. Gironzolando si scoprono anche le altre opereโฆ ma non vogliamo svelarvi troppo!
Iris Apfel
Gianni Agnelli
Elisabetta con i nipoti
ยซOltre alla mostra, ho creato anche un nuovo catalogo che si chiama sempre Queen Pass; si tratta un volume ricco di suggestioni in cui hanno dato il contributo varie personalitร (Matteo Grandi, Michele Fioroni, Michela Proietti, Carolina Cucinelli, Enrico Vanzina, Eugenio Guarducci, Simona Esposito Elisabetta Furin, Daniele Corvi, Umberto Maiorca, Angelo Bacci e Fabio Marcelli) prese in prestito dagli ambienti piรน disparati per connotare le mille sfaccettature della mia arte. In questi due anni di stop ho creato molto, ho realizzato anche un mio hangar-laboratorio di circa 100 mยฒ allโinterno della mia azienda, dove le creazioni prendono vitaยป conclude MaMo.
Ad aprile la mostra si dovrebbe spostare a Cittร della Pieve mentre in estate a Todi. Sabato invece (ore 16.30) รจ previsto un incontro con la scrittrice Eva Grippa che parlerร del suo libro Elisabetta e le altre proprio in linea con il tema della mostra.
ยซIn un mese vengono sfogliate oltre 2 milioni di pagine del sito. Siamo diventati un prodotto editoriale a tutti gli effettiยป.
Marco Weiss
Il nome Marco Weiss non vi dirร molto, ma se vi dico Mentire di fronte alle spunte blu, sapete di cosa sto parlando โ o quantomeno molti di voi lo sanno. Il trentunenne perugino ha creato nel 2014 questa pagina Facebook che pubblica chat divertenti – anche con un piccolo risvolto sociale โ inviate direttamente dagli utenti e oggi conta quasi 2 milioni di follower tra Instagram e Facebook. Unโidea nata per caso che รจ diventata col tempo un prodotto editoriale e un vero lavoro per Marco: ยซAllโinizio ero solo, oggi ho 15 persone che mi aiutano a scegliere tra i migliaia di screenshot che ogni giorno arrivanoยป.
Che cosโรจ, per chi non lo sapesse, Mentire di fronte alle spunte blu?
ร una pagina Facebook collegata a un sito web (SpunteBlu.it) in cui raccontiamo storie – anticipate da una descrizione โ che provengono da chat di Whatsapp, Instagram Messenger e Telegram. Oggi tutti usano questi social e spesso si creano racconti a puntate molto divertenti che la gente legge in pochi minuti.
Quando รจ nata questa pagina?
Nel 2014. Allโepoca studiavo psicologia allโuniversitร e mi ero accorto che su Facebook nascevano tantissime pagine. Piรน o meno sempre in quel periodo Whatsapp cambiรฒ le spunte da verdi a blu, questo provocรฒ il panico tra gli utenti; da quel momento era visibile se un messaggio venisse visualizzato o meno. Da qui lโidea di creare โ con un gioco di parole – Mentire di fronte alle spunte blu, ispirato anche da un mio amico che non voleva far sapere alla fidanzata che aveva visualizzato un suo messaggio. Io gli consigliai di mentire, da qui il nome! Nel primo giorno di vita siamo arrivati a 20.000 follower. Oggi abbiamo oltre 1.200.000 mila follower su Facebook e 400.000 su Instagram.
Comโรจ esploso il tutto?
In quel momento Facebook spingeva molto sugli eventi: per lanciare la pagina ho creato un evento divertente che in un giorno ha raccolto 200.000 partecipanti. Da qui ho portato avanti lโidea che alla fine ha funzionato.
Quali sono le chat che hanno piรน successo?
Sicuramente quella che ha lanciato la pagina รจ stata la storia di Luca e Cristina. La coppia si era lasciata, ma lei stalkerava il fidanzato con messaggi tragicomici e appostamenti sotto casa. Lui me li ha mandati, li ho pubblicati e in due settimane i follower sono diventati 600.000. Un successo! Siamo finiti nella trasmissione radio Lo zoo di 105 e mi hanno contattato Le Iene. Questo mi ha fatto capire dove poteva arrivare questa pagina, fino a quel momento non lo avevo ben chiaro neanche io.
Cโรจ un argomento che attira di piรน?
Ovviamente le storie dโamore, fidanzate o fidanzati che litigano, che si lasciano e si insultano, anche se adesso bisogna stare molto attenti con gli argomenti di odio sui social. Perรฒ, avendo il sito, i nostri utenti cliccano il link ed entrano, in questo modo siamo un poโ piรน liberi, anche se Google – col quale abbiamo una collaborazione per la pubblicitร – mette delle limitazioni. Ma non sono solo le storie dโamore ad attirare.
Quelle su argomenti piรน sociali. Durante il lockdown tutto si era spostato sulle chat, dove avvenivano addirittura colloqui di lavoro o richieste di informazioni su un particolare annuncio lavorativo: le risposte erano allucinanti e portavano alla luce problematiche reali come la retribuzione di 2,50 euro allโora per un lavoro. Siamo diventati cosรฌ una testimonianza diretta dei problemi attuali della societร .
Ci sono stati mai messaggi che hai dovuto censurare?
Sรฌ. A volte arrivano chat di gente che si insulta pesantemente e quindi non possono essere pubblicate.
Spiegaci come avviene la sceltaโฆ
Facciamo una selezione, perchรฉ arrivano ogni giorno 200-300 chat. Inizialmente ero solo, oggi siamo 15 a fare questo lavoro. Selezioniamo gli screenshot migliori, chiediamo una breve descrizione e censuriamo i dati sensibili, dopo aver chiesto lโautorizzazione alla pubblicazione. In un giorno riusciamo a pubblicare una decina di storie, sia su Facebook che su Instagram.
Ovviamente solo uno dei due interlocutori รจ a conoscenza della pubblicazione?
Sรฌ. Dallโaltra parte c’รจ sempre una persona allโoscuro di tutto, che diventa una vittima incosapevole,ย per questo censuriamo cognomi, nomi, vie e tutti i dati sensibili.
Hai mai avuto problemi?
Una volta ho avuto una sfiga tremenda, perchรฉ avevo pubblicato la chat tra due avvocati, ho rischiato tantissimo ho eliminato subito tutto perchรฉ la vittima si era accorta e mi aveva minacciato in tutti i modi. Gli avvocati che ci seguono sono sempre sullโattenti e pronti a intervenire (ride).
DallโUmbria arrivano screenshot? ย
Qualcosa รจ arrivato: mi ricordo di una coppia che si era vista al parcheggio del Quasar a litigare, ma la chat era tutta in dialetto perugino e lโho eliminata perchรฉ era anche piena di insulti pesanti e bestemmie.
Pensi che ci sarร unโevoluzione, un cambiamento dei social?
Veniamo da un decennio decisamente social e non so dove si andrร , tutto cambia cosรฌ velocemente. Sicuramente la cosa positiva รจ che si stanno creando dei competitor, internet ormai รจ in mano quasi esclusivamente a Facebook, giร la presenza di TikTok รจ un passo in avanti. Noi ci limitiamo a conoscere come funzionano i social solo in Italia, ma ci sono altre realtร : in Germania ad esempio Facebook รจ praticamente morto, in Inghilterra si usa molto Snapchat e poi cโรจ Twitter che va molto di moda allโestero e meno da noi. Quindi รจ molto difficile capire come si evolveranno e quali saranno i prossimi cambiamenti. I diversi paesi si comportano in modo diverso.
Sono previste novitร nella pagina?
Cโรจ in progetto la realizzazione di video o piccoli cortometraggi tratti dai testi delle chat. ร unโidea iniziata due anni fa ma la pandemia lโha bloccata. Abbiamo poi – da piรน di un anno – una collaborazione con la pagina Commenti Memorabili, e anche con unโagenzia pubblicitaria di Milano. Il sito รจ diventato un prodotto editoriale a tutti gli effetti con un milione di utenti al mese e 30/40 milioni di pagine visualizzate sempre in un mese. Siamo in crescita e per me รจ diventato un vero e proprio lavoro.
Ora ce lo puoi confessare: tu menti di fronte alle spunte blu?
Assolutamente no, altrimenti rischierei di finire su Mentire di fronte alle spunte blu (ride).
Lโantico linguaggio dellโamore: nel tardo pomeriggio del 14 febbraio รจ possibile partecipare a visite guidate dedicate allโeros e alla storia dellโacropoli sotterranea di Perugia. Il percorso sarร accompagnato da tre calici di vino della Cantina La Spina.
Cosa si dicevano due innamorati guardandosi negli occhi mentre passeggiavano? Come amavano gli antichi? E come si comportavano sotto le lenzuola nelle loro domus? Vi accompagneremo alla scoperta del mondo dellโamore al tempo di Romani ed Etruschi. Vi aspettiamo per raccontarvi le relazioni amorose del passato immergendovi nella Perugia Sotterranea attraverso le atmosfere e i luoghi di quei tempi.
Info per partecipare
Ore: Partenze alle 18:00, 18:30, 19:00
Durata: 1 ore e 15 minuti
Luogo: Perugia Sotterranea, Isola San Lorenzo, Chiostro della Cattedrale di San Lorenzo, Piazza IV novembre
Costo: Biglietto Singolo 20โฌ, Biglietto Coppia 35โฌ
I posti sono limitati e la prenotazione obbligatoria. ร possibile prenotare tramite: info@secretumbria.it;ย 0755724853 – 3701581907
Cortona, cittadina aretina, si erge su una collina da cui si puรฒ godere di un suggestivo belvedere sulla Chiana Umbra e Toscana e sullโantico lago Trasimeno. Ha, come tanti altri meravigliosi borghi italiani, origini leggendarie che traggono spunto dalla storia.
Cortona รจ stata una delle dodici lucumonie etrusche, molto florida e potente e con territori molto ampi, come si puรฒ evincere dalla Tabula Cortonensis: essi giungevano fino alla costa nord-occidentale del lago Trasimeno. La Tabula, conservata presso il Museo dellโAccademia Etrusca di Cortona, รจ stata realizzata in bronzo nel II secolo a.C., dove, tra le altre cose, si cita di un vigneto che si trovava nei pressi del Trasimeno. Oltre alla testimonianza che viene riportata nel testo e alla sua lunghezza, che ha aiutato gli studiosi nella miglior comprensione di questa lingua, contiene un paio di rimandi che vogliamo mettere in evidenza: รจ il piรน antico documento ritrovato dove si fa riferimento al mondo del vino (un vigneto appunto) e a Tarsminass, il nome etrusco del lago umbro piรน antico dโItalia, il Trasimeno.
Cortona
La leggenda di Dardano
Cortona, lโaretina cittร che si erge vicino al confine tra Umbria e Toscana, sembra debbe le sue origini a Dardano, figlio di Giove ed Elettra. Virgilio, nella sua Eneide, fa riferimento a Dardano e a Cortona. Seguendo il racconto leggendario, Dardano stava combattendo in un luogo collinare dominante la Val di Chiana e durante il combattimento una lancia tirata da un avversario gli portรฒ via lโelmo. Questo non fu piรน ritrovato, ma gli aveva salvato la vita. Un indovino raccontรฒ che la Madre Terra se lโera preso a sรฉ, poichรฉ voleva che in quel punto fosse costruita una cittร inespugnabile e forte, come lโelmo dellโeroe. Allora Dardano costruรฌ le robuste mura, proprio dove aveva perduto il suo elmo, e alla cittร fu dato il nome di Curtun, poi Corito, dal greco corys, elmo appunto. Da qui Cortona. Quindi il cortonese Dardano si sarebbe recato in Asia, presso lo stretto dei Dardanelli, che da lui prende il nome e, non lontano da lรฌ la sua stirpe avrebbe fondato la mitica Troia. Virgilio, come รจ noto, racconta nella sua Eneide, che dopo la vittoria greca, il troiano Enea fuggรฌ per mare e dopo un lungo peregrinare approdรฒ nel Lazio dove diede inizio, tramite i suoi successori Romolo e Remo, alla fondazione e alla fantastica storia dellโantica Roma. Per questa incantevole leggenda e grazie al suo epico eroe Dardano, si dice che Cortona รจ mamma di Troia e nonna di Roma.
Quello che vi proponiamo oggi รจ la prima parte – ne seguiranno altre – di uno studio fatto da una nostra lettrice sulla condizione della donna nel 1500 a Bevagna.
A dieci anni dalla mia laurea, ricordo ancora quanto fui incuriosita dalla pubblicazione dello Statuto del Comune di Bevagna e ciรฒ che mi spinse a intraprenderne la lettura. Sapere e immaginare come potesse essere la vita bevanate nel lontano Medioevo, nei luoghi dove, figlia del Mercato delle gaite, sono nata, cresciuta e ancora vivo, mi colpรฌ particolarmente. Quello che ho avvertito mentre mi addentravo nella lettura รจ stata lโattenzione estrema, regolata dal buon senso, che i governanti ponevano verso i singoli aspetti della vita cittadina. Man mano che la lettura procedeva, il mio interesse si รจ concentrato soprattutto sui capitoli dedicati alla categoria delle donne, e ho deciso di farne materia di approfondimento e studio per la mia tesi di laurea.
Il testo originale dello statuto risale alla prima metร del Trecento circa e a noi รจ pervenuto in due copie, entrambe conservate presso lโArchivio storico comunale di Bevagna. La prima รจ un codice membranaceo manoscritto che comprende una trascrizione datata 1500, redatta durante il pontificato di papa Alessandro VI ed emendata dal giureconsulto Giovanni Pantaleoni che contiene tre redazioni precedenti: la prima, antecedente il pontificato di Martino V; la seconda, rinnovata grazie a Tommaso Matteucci; la terza, ricompilata al tempo di Martino V.
La seconda copia, inserita in un codice cartaceo manoscritto e commissionata allโabate Rinaldo Santoloni dalla Congregazione del Buon Governo, risale al 1794 ed รจ il risultato della ricostruzione e rilettura della copia cinquecentesca su cui lo statuto edito nel 2005 si basa.
Il testo รจ suddiviso in cinque libri (uffici, cause civili, cause straordinarie, cause criminali, danni dati), per un totale di 431 capitoli e i capitoli relativi alle donne sono racchiusi precisamente nel secondo, nel terzo e nel quarto libro.
Le donne nel libro delle cause civili
Nel secondo libro, quello delle cause civili, sono quattro i capitoli dello statuto riguardanti alcuni aspetti della sfera femminile: si parla di dote e testamenti. La dote rappresentava lโunico modo con cui veniva conferita alle donne una parte del patrimonio della famiglia dโorigine, parte che era comunque destinata a essere amministrata dai mariti per tutta la durata del matrimonio. Inoltre, come stabilito nel capitoloXVIII, qualora sopraggiunga la morte prematura di una donna sposata senza figli, la terza parte della dote della moglie deceduta dovrร rimanere al marito come compensazione alle spese affrontate per il matrimonio. Il capitolo XIX dello statuto definisce il modello di comportamento da rispettare da parte di tutte quelle donne a cui รจ stata elargita una dote e che decidono di entrare in monastero. La norma da seguire dichiara che dal momento in cui esse entrano in monastero, qualora non dovesse esserci il consenso del padre, automaticamente saranno costrette a rinunciare a ogni diritto sulla dote.
Si prosegue sulla stessa linea anche nel capitolo XX dove si evidenzia lโobbligo e la riconoscenza che la figlia deve avere nei confronti della famiglia, proprio perchรฉ allโepoca la dote veniva riconosciuta come un privilegio per la donna che, nella maggior parte dei casi, non godeva di alcun diritto. Viene infatti sottolineato che, qualora fossero ancora in vita figli maschi, fratelli o nipoti carnali, alla donna dotata non รจ concesso chiedere altro, se non ciรฒ che le veniva lasciato nel testamento. Il capitolo XXI notifica la norma secondo cui i testamenti delle donne sono sotto la tutela paterna. Il contesto familiare pone dunque limiti allโazione femminile anche in materia giuridica; infatti viene stabilito che la donna che ha ricevuto la sua dote dal padre, dovrร avere il consenso di questโultimo nel caso in cui decidesse di delegare, lasciare o sostituire il suo erede nel testamento.
Continua…
Bibliografia:
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M. Bellomo, La condizione giuridica della donna in Italia. Vicende antiche e moderne, Torino 1970
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Casagrande e M. G. Nico Ottaviani, Donne negli statuti comunali: sondaggi in Umbria, in Donne nel Medioevo. Ricerche in Umbria e dintorni, a cura di G. Casagrande, Perugia 2005
Casagrande e M. Pazzaglia, Bona mulier in domo, in Donne nel Medioevo. Ricerche in Umbria e dintorni, a cura di G. Casagrande, Perugia 2005
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T. Guerra Medici, I diritti delle donne nella societร altomedievale, Napoli 1986
M. T. Guerra Medici, Lโaria di cittร . Donne e diritti nel comune medievale, Napoli 1996
Klapisch-Zuber, La donna e la famiglia, in Lโuomo medievale, a cura di J. Le Goff, Bari 1993
G. Muzzarelli, Gli inganni delle apparenze, Torino 1996
G. Muzzarelli, Guardaroba medievale. Vesti e societร dal XIII al XVI secolo, Bologna 1999
Owen Hughes, Le mode femminili e il loro controllo, in Storia delle donne in Occidente. Il Medioevo, G. Duby e M. Perrot, a cura di C. Klapisch-Zuber, Bari 1998
G. Piccinni, Le donne nella vita economica, sociale e politica dellโItalia medievale, in Il lavoro delle donne, a cura di A. Groppi, Bari 1996
Regni, Le donne nelle fonti fiscali: prime note, in โAnnali della Facoltร di Lettere e filosofia. 2. Studi Storico โ Antropologiciโ, n. s. XVII โ XVIII (1993/1994 โ 1994/1995)
Rosi, Donne attraverso le carte dellโAbbazia di S. Croce di Sassovivo (1023-1231), in โAnnali della Facoltร di Lettere e filosofia. 2. Studi Storico โ Antropologiciโ, n. s. XVII โ XVIII (1993/1994 โ 1994/1995)
Rossiaud, La prostituzione nel medioevo, Bari 1984
Con la farina, le uova e un pizzico di sale, ricavare una sfoglia piรน spessa di quella normale; farne delle tagliatelle larghe. Porre in un tegame il guanciale a pezzetti e, quando il grasso sarร quasi sciolto, le salsicce sbriciolate. Quando guanciale e salsiccia saranno cotti, scolare il grasso. Sbattere le uova in una terrina, insieme al succo di limone, la panna, la noce moscata, il sale e il pepe.
Versare nel tegame i penchi lessati al dente e ben scolati, farli insaporire per un attimo, poi unire la salsa e amalgamare a fuoco basso. Unire il formaggio grattugiato e servire.
Secondo la leggenda, questa preparazione รจ nata nel castello di Vetranola di Monteleone di Spoleto nel 1494: pare che a inventarli, per rabbonire i capitani di un esercito invasore, sia stata una giovane del luogo. Preparati in tutta la zona tra Monteleone e Cascia, i penchi – che qualcuno chiama anche strascinati – si possono preparare anche senza panna. In mancanza dei penchi, con la stessa salsa si possono usare i rigatoni. Sono tipici del periodo di Carnevale.
In occasione della Giornata della Memoria raccontiamo storie e testimonianze di chi ha vissuto sulla propria pelle le leggi razziali e le deportazioni. Voci che ancora oggi vanno ascoltate, proprio per non dimenticare.
Al di fuori delle commemorazioni ufficiali, siamo convinti che i fatti avvenuti dovrebbero essere rievocati tutti i giorni, in modo che ciรฒ che รจ stato non accada piรน, neanche sotto altre e nuove forme che, con delirio nostalgico, possano riproporre o suggerire comportamenti contro il rispetto dellโessere umano e della vita stessa.
Cโรจ ancora qualcuno che non si distacca o non prende le distanze da quello che รจ successo. Questo qualcuno dovrebbe fare i conti almeno con la propria coscienza, aiutandosi nella comprensione della gravitร dei fatti, immaginando se fosse successo a lui/lei. In qualche occasione, taluni hanno giustificato certi atti terribili, ipotizzando spavaldamente una personale e vergognosa sentenza: Avranno fatto qualcosa di male se sono stati trattati in questo modo! Inoltre รจ inammissibile e imbarazzante chi guarda altrove o rimane in silenzio o fa finta di non sapere o di non capire.
Ciascuna persona di buon animo, di profondo senso civico e civile e orientata pacificamente verso gli altri, in questa vicenda si prenda allora la responsabilitร di conservare ma soprattutto trasferire, in modo empatico e coinvolgente, la memoria della tragedia a chi รจ malinformato o negazionista o ignaro o marginalmente coinvolto.
Auschwitz-Birkenau
Le storie dei sopravvissuti
In questโottica abbiamo ascoltato alcune delle ultime dirette testimonianze di chi ha vissuto direttamente la terribile esperienza, o l’ha ascoltata senza intermediari, proprio per aiutarci a dare quel simbolico pugno allo stomaco. L’auspicio รจ quello di un mondo migliore, dove si insegni a rispettare qualsiasi diversitร e a formare credenze e convinzioni resistenti e protette da vergognose ignominie, cosรฌ che rimagano salde, ferme e respingenti di fronte a forme di bullismo, impertinenza, arroganza, razzismo, insolenza, crudeltร , malvagitร , strafottenza, violenza, spacconeria, tutte forme perverse genitrici dei pensieri e comportamenti che hanno portato alle barbarie vissute.
Emanuele Di Porto
Per questi motivi abbiamo raccolto la preziosa testimonianza di chi cโera e vissuto quei momenti drammatici: Emanuele Di Porto, 90 anni e dodicenne allโepoca dei fatti, sopravvissuto al rastrellamento nazista avvenuto il 16 ottobre 1943 nel Ghetto Ebraico di Roma, da cui furono deportate 1022 persone verso il campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau. Alla fine della guerra, da questo campo, torneranno solo 16 persone (15 uomini e 1 donna)! Emanuele Di Porto ci racconta la sua esperienza di allora, quando fu prelevato dai nazisti e messo sui camion da trasporto, ma riuscรฌ rocambolescamente – con lโaiuto della madre, poi uccisa allโarrivo a Birkenau – a sottrarsi alla deportazione, e poi fu protetto e celato da alcuni tranvieri romani.
Anche Attilio Lattes ha raccontato la sua storia di infante ebreo e della sua famiglia, occorsa al tempo del rastrellamento nazista a Roma del 16 ottobre โ43, in parte ricordata direttamente e in parte prelevata dai ricordi delle narrazioni di suo padre.
Insieme a loro, ci ha portato il suo sapiente contributo il prof. Amedeo Osti Guerrazzi, storico del periodo e ricercatore presso la Fondazione Museo della Shoah di Roma.
Un ringraziamento per la disponibilitร ai tre intervistati, a David Di Consiglio della Fondazione che ha organizzato accuratamente lโincontro, ad Alberto Forti, amico fraterno, e ad Anna Marcheria che hanno favorito tutto ciรฒ.
Nellโoccasione ci piace ricordare una frase di uno dei sopravvissuti ai campi nazisti, Sami Modiano, deportato ad Auschwitz-Birkenau, ricordando quando fu espulso dalla sua scuola perchรฉ ebreo a causa delle leggi razziali del โ38: ยซQuel giorno ho perso la mia innocenza. Quella mattina mi ero svegliato come un bambino, la notte mi addormentai come un ebreoยป.
Le interviste realizzate con Emanuele Di Porto, Attilio Lattes e il prof. Amedeo Osti Guerrazzi, sono avvenute allโinterno della Fondazione Museo della Shoah di Roma. A breve saranno disponibili anche le videointerviste.
Emanuele Di Porto intervistato dall’autore.
Altresรฌ รจ stata raccolta la testimonianza, avvenuta a Canale di Orvieto in provincia di Terni, con Mirella Stanzione, 94 anni e 17 allโepoca dei fatti, arrestata il 2 luglio โ44 a La Spezia dai tedeschi per motivi politici legati al fratello partigiano. Fu deportata insieme a sua madre nel lager nazista per sole donne di Ravensbrรผck. Durante il racconto, la signora Mirella ha narrato la sua drammatica testimonianza e a volte, quando non era in grado di raccontare, la figlia Ambra Laurenzi รจ intervenuta per sostenerla, riportando fedelmente quanto ascoltato negli anni. A breve saranno disponibili anche le videointerviste.
Mirella Stanzione e Ambra Laurenzi intervistate dall’autore.
Un gentile ringraziamento alle due intervistate e alla sig.ra Maria Pizzoni, Presidente dellโANEDUmbria, che ha favorito lโincontro per lโintervista. Non si puรฒ non rinnovare la sottolineatura dell’atto di coraggio di Don Ottavio Posta, il parroco di Isola Maggiore nel Trasimeno che, insieme a 15 pescatori, liberรฒ 22 confinati ebrei detenuti presso il Castello Guglielmi, salvandoli dallโimminente deportazione nei lager nazisti e da una morte certa.
Agostino Piazzesi
Lโaccaduto รจ raccontato da uno dei protagonisti dellโatto eroico, il pescatore Agostino Piazzesi, scomparso qualche anno fa, in unโintervista riportata da Giacomo Del Buono, nonchรฉ dal dott. Gianfranco Cialini, lo storico che ha argomentato in modo circonstanziato il fatto, a seguito dei suoi lunghi studi sulla vicenda. Gli ebrei confinati, tratti in salvo dallโiniziativa concepita da Don Ottavio Posta insieme ai pescatori isolani ha portato, dietro istanza composta dal dott. Gianfranco Cialini, al riconoscimento del sacerdote lacustre come Giusto tra le Nazioni dallo Stato di Israele.
Ascoltare, dire, raccontare, dibattere, pacare e far riflettere sono gli strumenti civili piรน consoni a tener viva la coscienza sui fatti che hanno distrutto vite, ideali e i sogni di tutti quei bambini che poi si sono risvegliati dentro un incubo.
La Route 27 di John Murray III non รจ quell’autostrada nord-sud degli Stati Uniti che collega il capolinea meridionale Miami, in Florida, con il capolinea nord Fort Wayne, nell’Indiana. ร tutto un altro percorso. Guardiamo di cosa si tratta, tornando un po’ indietro nel tempo.
Chi erano i Murray?ย Una grande dinastia di editori!
Nel 1768 John Mc Murray arrivรฒ a Londra dalla desolata landa di Scozia in cerca di fortuna. Rinunciรฒ presto al prefisso Mc e mise su, con non poche difficoltร , un’attivitร di vendita di libri. Iniziรฒ cosรฌ semplicemente e forse anche per caso la sua vita di letterato vendendo e successivamente pubblicando libri. L’attivitร cominciรฒ ben presto a ingranare quando fu colpito da un grave lutto familiare; sua moglie morรฌ. Non si perse d’animo e si risposรฒ presto con la sorella di sua moglie che gli dette un figlio, anche lui di nome John. Alla morte di Murray I, avvenuta nel 1793, l’azienda fu affidata e gestita da amministratori fiduciari per circa 10 anni, quando il figlio John Murray II divenne l’unico responsabile. Mentre suo padre era conosciuto per esagerare con l’alcol, fare baldoria e per essere un bon viveur, John Murray II si rivelรฒ un uomo d’affari tutto d’un pezzo e lontano dal perdere tempo in frivole faccende. Divenne ben presto l’editore di Lord Byron e di Sir Walter Scott.
Alla morte di John Murray II, l’attivitร fu rilevata dal figlio, anche lui di nome John, che dunque sarร John Murray III. Uno dei piรน grandi successi di John Murray III fu la pubblicazione del libro L’origine delle specie e delle varietร attraverso la selezione naturaledi Charles Darwin. La dinastia รจ continuata con i vari John Murray fino ad arrivare a John Murray VII, negli anni ’90 del 1900. Nel 2002 il tutto รจ stato venduto al gruppo Hodder Headline Ltd. Finalmente i membri della famiglia Murray sono liberi di scegliere il nome del prossimo bebรฉ. Di John ce ne sono stati fin troppi!
John Murray III
Cenni biografici di John Murray III
John Murray III nacque il 16 aprile del 1808. Studiรฒ alla Charterhouse School a Godalming, circa 60 km a sud-ovest di Londra, e si laureรฒ all’Universitร di Edimburgo nel 1827.
Pubblicรฒ traduzioni in inglese di Goethe e piรน tardi nella sua carriera tutte le opere di Charles Darwin e di Hermann Melville come il romanzo Moby Dick, considerato uno dei capolavori della letteratura americana. Nel 1847 sposรฒ Marion, figlia del famoso banchiere Alexander Smith. Morรฌ all’etร di 84 anni il 2 aprile del 1892 e fu sepolto nella chiesa parrocchiale di Wimbledon. Lasciรฒ quattro figli, due maschi e due femmine.
Murray’s Handbook for Travelers
John Murray III รจ rimasto famoso anche per la pubblicazione dei suoi Handbooks for Travelers. Altro non erano che guide di viaggio pubblicate a partire dal 1836. La serie comprendeva destinazioni turistiche in Europa e in parti dell’Asia e dell’Africa settentrionale. La sua prima guida di viaggio fu un Manuale per i viaggiatori in Olanda, Belgio e Reno. Nel 1900 la sua azienda aveva prodotto piรน di 400 guide turistiche. Possiamo senza ombra di dubbio affermare che le guide turistiche di Murray III del diciannovesimo secolo sono forse le piรน dotte e sapienti nel loro genere.
La Route 27
A Handbook for Travelers in Central Italy, di Octavian Blewitt, fu pubblicato a Londra in Albemarle Street da John Murray III nel 1850.
Nella parte introduttiva di questo volume viene specificato che la versione inglese รจ reperibile, oltre che in altre cittร , anche presso la tipografia Vincenzo Bartelli di Perugia.
Nella prefazione viene sottolineato come gli Stati dell’Italia Centrale e Meridionale sono forse di piรน grande interesse che di altri parti d’Europa. Viene inoltre specificato che l’opera รจ frutto di due viaggi per desiderio di dare giustizia al Paese e al popolo studiando le loro caratteristiche direttamente sul posto e acquisendo una personale conoscenza dei distretti piรน remoti ma altrettanto ricchi di storia e d’arte.
A un certo punto di questa guida di viaggio viene descritta la Route 27: Florence to Rome byArezzo e Perugia.
Inizio la mia lettura da Foligno che cosรฌ subito viene descritta: ยซBefore arriving at Foligno, the Topino, upon which it is built, is crossedยป. Vengono subito indicate delle locande (Inns) dove mangiare e pernottare: Tre Mori, Grande Albergo e La Posta.
Foligno รจ descritta come ยซuna attiva e industriosa cittร vescovile di 8.000 abitanti, gode di un’alta reputazione in tutti gli Stati limitrofi per il suo bestiame. La Chiesa di San Niccolรฒ preserva un bellissimo altare di Niccolรฒ Alunno, nativo di questa cittร . Il Corso, chiamato Canopia, permette al cittadino una piacevole passeggiata lungo l’antica cinta murariaยป. ยซA poche miglia a ovest di Foligno, al bivio del Topino con il Timia, c’รฉ Bevagna che conserva ancora le tracce del suo antico nome Mevania. Celebrata dai poeti latini per la ricchezza dei suoi pascoli e ancora famosa per la pregiata razza di bovini bianchi. Strabone (geografo e storico greco) cita Mevania come una delle cittร piรน considerevoli dell’Umbria. Plinio (storico) afferma inoltre che se le sue mura fossero di mattoni non potrebbero essere capaci di tanta resistenzaยป. Questa cittร รจ inoltre memorabile come luogo di nascita di Properzio (poeta romano). ยซSulla collina sopra Bevagna, distante 6 miglia, c’รจ il piccolo paese di Montefalco notevole per due dipinti di Benozzo Gozzoli, nelle chiese di San Fortunato e di San Francescoยป.
La descrizione dei luoghi continua con: ยซOn leaving Foligno for Rome, imbocchiamo la via Flaminia e superato sant’Eraclio si valica il confine che separa le delegazioni di Perugia con quelle di Spoleto. La strada entra presto nella bella valle del Clitunnoยป. Il percorso continua poi fino a raggiungere Roma.
Conclusioni
Oggi siamo abituati a fare le nostre escursioni spesso utilizzando Google Maps e tutto quello che ci viene offerto da internet: luoghi d’interesse, orari dei musei, dove mangiare e dormire con tanto di recensioni e poi ancora le 10 cose da vedere in un giorno, sagre gastronomiche e feste popolari. Sempre attaccati al nostro smartphone come se fosse un’estensione del nostro corpo. Un’idea interessante potrebbe essere quella di procurarsi l’Handbook for Travelers inCentral Italy e seguire il percorso e i suggerimenti che ci vengono offerti. Una nuova esperienza di viaggio che di sicuro ci stimolerร la voglia di conoscere, la curiositร e il senso di avventura.
Non cโรจ nulla di scontato, soprattutto per chi in un solo giorno ha visto la propria vita drammaticamente cambiata per volere altrui. La crudeltร e la violenza sono le protagoniste di queste righe, che sono riportate nei racconti di chi le ha tragicamente trascorse, insieme a dei valorosi atti di coraggio. Le testimonianze sono state raccolte direttamente dalle loro voci o da chi ha vissuto con loro o da chi ne ha competenza. Questa รจ la prima parte di una raccolta di racconti, che si concluderร il 27 gennaio โGiorno della Memoriaโ.
La vita, nelle sue declinazioni e per sua conformazione, varia e dipende da situazioni che ci si trova improvvisamente ad affrontare. I piccoli gesti quotidiani, la ritualitร , lโabitudine e le liturgie ci accompagnano e danno i tempi ai nostri comportamenti. Cosรฌ come le generalizzazioni spingono verso giudizi comuni e vengono utilizzate per classificare, catalogare, etichettare individui includendoli superficialmente in una categoria di persone, senza che si conoscano realmente le loro specificitร e identitร .
Si fa presto a giudicare e a collocare le persone in ruoli e categorie di presunta appartenenza. Infatti la nostra vita ci potrebbe riservare dellesorpreseโฆ potrebbe cambiare da un momento allโaltro, in modo perlopiรน inaspettato e imprevedibile e talvolta non agognato. Come a chi, ed รจ accaduto drammaticamente qualche decennio fa, รจ andato a letto come bambino e si รจ svegliato deportato.
Storie successe e ripetute in un periodo storico che รจ lontano nei ricordi e nel tempo, ma pregno di insegnamenti e riflessioni di cui molti giovani dei tempi moderni non sono consapevoli, se non per sommi capi fatti di ยซmi pareยป, ยซmi sembraยป, ยซho lettoยปโฆ Queste sono alcune delle risposte ricevute da qualche giovane interpellato in merito ma, a dire il vero, ci sono state anche le dovute eccezioni. Dalle risposte dei ragazzi, immediatamente, si รจ avuta la sensazione di una superficiale consapevolezza e di una parziale conoscenza di quello che effettivamente รจ successo nel secolo scorso. Nelle generalizzazioni, senza utilizzare un linguaggio di precisione, le informazioni e le sensazioni appaiono smorzate o depotenziate del loro valore, slegate dal reale accadimento – basato sui fatti e non sulle opinioni.
Una persona si sente coinvolta quando prova e nutre dentro di sรฉ lโargomento, facendolo proprio, anche se questo processo potrebbe essere mitigato dal mutare dei tempi e del coinvolgimento personale nel racconto. Questo รจ il punto: se le coscienze devono fremere e ribellarsi di fronte alle atrocitร perpetrate da chi ha avuto un forte disprezzo della vita e delle opinioni altrui, allora bisogna andare diritti e decisi al punto, senza mediazioni, e superare la paura di offendere o di impressionare troppo impetuosamente le coscienze.
Cippo degli ebrei salvati sull’Isola Maggiore
Bisogna dare un messaggio forte, diretto, come se fosse un simbolico pugno allo stomaco delle persone, in particolare dei giovani; un messaggio che sia denso di emozioni, sensazioni, paure e disprezzo per ciรฒ che si vuol dire e trasmettere, senza filtri di sorta.
Perchรฉ queste drammatiche vicende storiche sono nate senza filtri e gentilezze, come quando quel bambino la sera si addormenta tra le braccia di Morfeo e al mattino si risveglia in un mondo che gli dร un diabolico buongiorno. Un infinito e irreverentemente drammatico pugno allo stomaco, senza capire il perchรฉ lโabbia ricevuto.
Per esempio, con lโavvento delle leggi razziali italiane monarchico-fasciste nel 1938, i bambini e i giovani ebrei italiani furono esclusi dalle scuole e universitร ; per non parlare del lavoro legato allโapparato statale, precluso alle persone ebree, cosรฌ come tanti altri provvedimenti durissimi che negarono ai cittadini italiani di credo ebraico sia i diritti politici sia quelli civili. O ancora, si pensi alle due donne innocenti che avevano la sola colpaย di avere un parente partigiano, che sono state arrestate e portate in un campo di concentramento nazista, vivendo tra sofferenze e crudeltร quotidiane.
I pescatori del Trasimeno
Due donne dallโanimo umiliato e ferito, con la voglia di dimenticare la terribile esperienza vissuta.
Don Ottavio Posta
Cosรฌ come bisogna mettere in risalto il coraggio e lโumanitร di un sacerdote e di alcuni pescatori del lago Trasimeno che, a rischio della loro vita, misero in salvo, con unโiniziativa temeraria, ventidue prigionieri ebrei confinati sullโIsola Maggiore, che stavano per essere trasportati nei campi di concentramento nazisti. Il parroco isolano, Don Ottavio Posta, coadiuvato da 15 pescatori del luogo, riuscรฌ a far evadere gli ebrei detenuti nel Castello Guglielmi.
Nelle notti del 19 e 20 giugno 1944, con cinque barche condotte da valorosi ed esperti pescatori e dopo una traversata di qualche ora, i prigionieri ebrei furono messi in salvo. Infatti sbarcarono presso la localitร di SantโArcangelo di Magione, dove erano da poco arrivati i militari inglesi e lรฌ furono consegnati alle Forze Alleate, che avevano liberato quella parte di territorio lacustre dai soldati tedeschi. Qualche sera prima, un gruppo di partigiani della Brigata Risorgimento che operava nel territorio di Castiglione del Lago, durante unโincursione al Castello Guglielmi di Isola per prendere le armi al drappello di guardia, liberarono quelli disponibili a seguirli. A loro si unรฌ una famiglia di religione ebraica, internata nel Castello.
Allora senza mezzi termini, proprio per consapevolizzare maggiormente i giovani dโoggi della loro identitร , andiamo a dare questo pugno simbolico agli stomaci: per ricordare, per far riflettere, per magnificare il rispetto verso il cambiamento.
La premessa รจ doverosa proprio perchรฉ la testimonianza diretta di chi ha vissuto quel periodo si รจ voluta raccogliere in tutta la sua inclemente crudezza, affinchรฉ possa dare uno scossone alle coscienze.
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