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ยซCon la mia battaglia ho fatto cambiare la legge per lโ€™esame di Stato d’avvocato. Chi soffre di DSA partiva svantaggiato e venivano violati i principi di uguaglianza della Costituzioneยป.

L’avvocato Antonio Caterino

Antonio Caterino, avvocato trentaseienne di Perugia che ora vive e lavora a Milano, รจ un piccolo grande eroe. Si รจ battuto per anni per rendere lโ€™esame di Stato per iscriversi allโ€™albo degli avvocati accessibile anche alle persone con DSA (Disturbi Specifici dell’Apprendimento), introducendo la possibilitร  di richiedere tempo aggiuntivo e strumenti compensativi. Antonio ce lโ€™ha fatta, sia per lui sia per tutti. ยซSono molto orgoglioso. Iniziative di questo tipo contribuiscono a sovvertire il significato negativo connesso ai disturbi specifici di apprendimento, infondono coraggio e questo consente di vivere meglio, perchรฉ capisci che non cโ€™รจ nulla di cui vergognarsiยป. Nella nostra lunga chiacchierata โ€“ da vero avvocato โ€“ ci ha raccontato e spiegato tutta la sua storia, iniziata nel 2012.

Ora vivi a Milano, ma qual รจ il tuo legame con lโ€™Umbria?ย 

Ho un forte legame con questa regione. Sono nato, ho studiato e mi sono formato a Perugia. Per un periodo della mia vita โ€“ quando facevo lโ€™universitร  โ€“ sono stato un giornalista sportivo e ho fatto politica. Mi informo sempre su quello che accade e sto cercando anche di creare un ponte tra lโ€™Universitร  di Perugia e Milano per accogliere e aiutare chi volesse trasferirsi qui – in particolar modo i laureati in Giurisprudenza.

Partiamo dalla tua scoperta di essere dislessico. Quando รจ avvenuta?ย 

Il disturbo specifico di apprendimento mi รจ stato diagnosticato molto tardi – avevo piรน o meno 25 anni – per la precisione due giorni prima di discutere la mia tesi di laurea in Giurisprudenza. La prima ad accorgersene รจ stata la sorella medico di una collega di universitร  con la quale studiavo. Poi cโ€™รจ stata la diagnosi ufficiale. Ho fatto tutto il mio percorso scolastico sapendo di essere diverso rispetto agli altri, ma non conoscendo i motivi del perchรฉ ero piรน lento nellโ€™apprendimento, il mio studio richiedeva tempi piรน lunghi. Questo mi ha consentito perรฒ di sviluppare una capacitร  che tutti i dislessici hanno, ovvero quella di trovare sempre dei modi, anche non convenzionali, per raggiungere lโ€™obiettivo.

Quali metodi di studio hai adottato?

Ho chiesto ai migliori studenti del mio corso di laurea se potevano diventare i miei docenti personali, ripetendomi gli esami a voce: questo in primis ti insegna a lavorare con le persone e in particolar modo a sospendere il giudizio sugli altri. I dislessici hanno la capacitร  di non lasciarsi andare a sentenze affrettate, diventando dei grandi osservatori. La realtร  รจ complessa, e dato che noi siamo sempre giudicati negativamente a causa di un pregiudizio, scegliamo di non giudicare e di osservare. Questo ci mette in una condizione di vantaggio perchรฉ diventiamo degli analisti lucidi anche nelle situazioni di difficoltร .

Come viene vissuta oggi la dislessia nel mondo del lavoro?

La dislessia รจ ancora vissuta in modo negativo, a cominciare dai genitori dei bambini che ne soffrono. รˆ un tema che, nella maggior parte dei casi, viene riservato alla sfera privata; รจ molto difficile che uno studente ne parli con un coetaneo. Il mercato del lavoro sta facendo passi da gigante per recuperare, visto che spesso era una condizione che veniva nascosta nei colloqui. Nel 2011/2012, quando io ho iniziato a lavorare, le aziende โ€“ e gli studi legali – non sapevano davvero da dove cominciare. Ti faccio un esempio: le grandi multinazionali – che sono la prima tappa di molti neo laureati – non avevano nei propri moduli di preselezione la possibilitร  di indicare se il candidato fosse dislessico o meno.

Tu non lo hai nascosto, lโ€™hai scritto nel curriculumโ€ฆย 

Eh sรฌ. Io lโ€™ho indicato. Lโ€™ho fatto perchรฉ avevo subito discriminazioni nel mondo del lavoro, quindi ho deciso che, se nessuno prima di me non lo aveva mai fatto presente, io potevo essere il primo. In molti vedevano questa scelta come una scelta coraggiosa, invece per me รจ stata una cosa naturale – dopotutto senza la DSA non sarei la persona che sono diventato. Oggi lavoro in unโ€™importante studio di Milano, il LCA studio legale, lโ€™unico che mi ha concesso unโ€™opportunitร  e per il quale sono entusiasta di lavorare.

Quando รจ iniziata la tua โ€œrivoluzioneโ€, che ha portato poi dei cambiamenti notevoli per le persone con DSA?

Tutto รจ partito in occasione della mia pratica legale, che ho svolto a Perugia. Sono andato a vedere se ci fossero leggi in Italia che disciplinavano i disturbi specifici dโ€™apprendimento e ho scoperto che cโ€™era la legge 170 del 2010, perรฒ si concentrava sul percorso scolastico e universitario, individuando quattro tipologie di disturbi: la dislessia, la disgrafia, discalculia e la disortografia. In presenza di questi disturbi certificati da una diagnosi, lo studente poteva richiedere lโ€™applicazione di alcune misure specifiche, cosรฌ da avere le condizioni ottimali per lo svolgimento delle prove. La legge perรฒ aveva dei vuoti normativi.

Tu sei intervenuto per colmarliโ€ฆย 

Sรฌ. Non erano regolamentati nemmeno i concorsi pubblici e tutti gli esami di abilitazione. Ho iniziato cosรฌ โ€“ era il 2012 – a lavorare con il Consiglio Nazionale Forense e in particolar modo con lโ€™avvocato Alarico Mariani Marini di Perugia, per capire come la legge 170 potesse applicarsi anche allโ€™esame di Stato dโ€™avvocato. Ho fatto cosรฌ la richiesta per avere misure compensative durante lโ€™esame: sono stato il primo in Italia, probabilmente, perchรฉ al Consiglio Nazionale Forense non risultavano altre richieste di questo tipo. Senza queste misure sarei partito in svantaggio rispetto agli altri esaminandi e veniva cosรฌ violato il principio di eguaglianza espresso dalla Costituzione. Questa mia iniziativa ha posto un precedente a livello nazionale, un precedente che perรฒ non era regolamentato.

Quali sono state le misure compensative richieste?

In realtร  erano aiuti che giร  venivano concessi durante lโ€™esame scritto: per esempio, se un candidato ha un braccio rotto, la Commissione gli assegna un dipendente della Corte dโ€™Appello che scriva il compito su dettatura. Questa รจ stata una delle misure di cui io ho chiesto lโ€™applicazione grazie alla quale ho neutralizzato uno degli effetti della dislessia, ovvero la lentezza nello scrivere a mano. In piรน ho superato la disgrafia, cioรจ la grafia non perfetta dal punto di vista estetico – lโ€™ordine del compito รจ un criterio di valutazione. Infine, una concessione fatta ai candidati ipovedenti รจ quella di avere a fianco qualcuno che lo supporti nella lettura: questa รจ unโ€™altra misura molto utile per un dislessico. Quindi, con la possibilitร  di avere un lettore della traccia che poi ti aiuta nella stesura del compito, lโ€™esame da avvocato diventa semplice. Io sono riuscito a superarlo al primo colpo! Questo รจ accaduto a tutti i candidati dislessici negli anni successivi, perchรฉ il Consiglio Nazionale Forense aveva reso noto sul proprio sito queste possibilitร  dโ€™aiuto. Serviva perรฒ una regolamentazione scritta, che si potesse applicare anche ai concorsi pubblici dove non era prevista nessuna concessione.

 

Qual รจ stato il passo successivo?

Nel 2017 sono arrivato a Milano e ho iniziato a lavorare con il Consiglio dellโ€™Ordine degli Avvocati, i quali, conoscendo la mia storia, hanno voluto completare quello che avevo iniziato: รจ stato cosรฌ sottoscritto nel 2019, dallโ€™Ordine degli Avvocati di Milano e dalla Corte dโ€™Appello di Milano, un protocollo che disciplina le misure che possono essere applicate per un candidato con DSA, garantendo cosรฌ pari chances di successo in sede di esame. La pandemia poi ha cambiato la modalitร  dellโ€™esame, che รจ diventato solo orale, ma abbiamo fatto in modo che il protocollo sia applicabile anche al nuovo esame โ€“ la persona con DSA ha il 30% in piรน di tempo rispetto agli altri candidati nella prima prova orale, un assistente alla lettura e lโ€™uso di computer non connesso a Internet. Per la seconda prova, la possibilitร  di sostenerla lโ€™ultimo giorno del calendario. Cโ€™รจ stato poi un terzo passaggio con lโ€™intervento dalla Ministra della Giustizia, Marta Cartabia, ex professoressa di diritto e molto sensibile ai diritti costituzionali: con lei il protocollo รจ diventato a ottobre Decreto Legge (il 139 del 2021) ed รจ stato esteso a tutte le Corti di Appello italiane.

Quando potrร  essere allargato anche ad altri esami di abilitazione?

Stiamo lavorando per rendere il protocollo applicabile a tutti gli esami. Stiamo discutendo con lโ€™Ordine dei giornalisti, con quello degli psicologi, dei commercialisti e degli architetti, ma naturalmente รจ un processo lento perchรฉ ci vuole coraggio e innovazione, nonostante il 4% degli italiani soffra di DSA.

E per i concorsi pubblici?

Da agosto 2021 cโ€™รจ anche nei concorsi pubblici la possibilitร  di fare la richiesta (legge 113/2021). Si tratta di una svolta storica, lungamente attesa. Per la prima volta una legge dello Stato prevede lโ€™applicazione delle misure compensative e dispensative ai concorsi pubblici, ma non si applica agli esami di abilitazione di una professione e al settore privato.

Quanto sei orgoglioso di tutto questo?ย 

Moltissimo. Iniziative di questo tipo contribuiscono a sovvertire il significato negativo tradizionalmente connesso ai disturbi specifici di apprendimento, infondono coraggio e questo consente di vivere meglio, perchรฉ capisci che non cโ€™รจ nulla di cui vergognarsi.

 

Il premio: il Sigillo di San Girolamo

Hai mai pensato di mollare?ย 

No, mai.

Per questo hai ricevuto anche un premioโ€ฆ

Ho ricevuto, dallโ€™Ordine degli Avvocati di Milano, il Sigillo di San Girolamo nel 2020. รˆ un premio che viene consegnato solitamente ad avvocati anziani che hanno avuto meriti nel corso della loro vita professionale o che si sono distinti nella loro attivitร . Con mia sorpresa il Consiglio ha voluto assegnarlo anche a me, un giovane avvocato.

Bambin Gesรน delle Mani. Cosรฌ la Fondazione Guglielmo Giordano, con sede nella cinquecentesca Villa Spinola di Perugia, ha chiamato questo dipinto in cui, oltre alle mani di Gesรน Bambino benedicente, si contano altri tre arti. Due sono chiaramente della Madonna che lo sorregge, ma il terzo?

Bambin Gesuฬ€ delle Mani, Pinturicchio, 1492. Ca. Fondazione Guglielmo Giordano, Perugia

La passione di un papa libertino

1492: mentre Colombo scopriva lโ€™America, nelle corti italiane si consumavano intrighi, passioni, giochi di potere. Persino in quella papale, soprattutto se a sedere sul soglio รจ papa Alessandro VI, il controverso papa Borgia, quel Rodrigo dal temperamento focoso famoso per la sua inclinazione al libertinismo e al nepotismo. Non ci sono segreti nelle corti, tantomeno se i diretti interessati non danno segno di voler mantenere il riserbo: si sa che il papa ha delle amanti, ma ce ne sono alcune che sono le sue favorite. Prima Vannozza Cattanei, cui si lega per ben 15 anni e da cui ha quattro figli (Cesare, Giovanni, Lucrezia e Goffredo) e poi Giulia Farnese, Giulia La Bella, rinomata appunto per la sua bellezza di stampo mediterraneo.
Quando la quindicenne Giulia, sposata con Orsino Orsini di Bassanello (Viterbo), va a fare visita alla figlia del papa, Rodrigo rimane talmente ammaliato dalla sua bellezza che chiede ad Adriana de Mila, madre di Orsino, di poterla avere vicino a sรฉ, a Roma. Con il beneplacito della suocera, Giulia raggiunge allora lโ€™amica Lucrezia a Santa Maria in Portico, un palazzo attiguo al Vaticano, dove riceve i postulanti del papa. Da qui comincia a tessere una serie di relazioni che, appena un anno dopo il suo insediamento, porteranno il fratello Alessandro a essere eletto cardinale (diventerร  poi papa, col nome di Paolo III, nel 1534).
Nel frattempo la relazione con Alessandro VI diventa di pubblico dominio, al punto che il papa, noto mecenate, chiede a Bernardino di Betto โ€“ nientemeno che il Pinturicchio โ€“ di affrescargli gli appartamenti privati.
Apparentemente, niente di strano: Alessandro VI, orante, sarร  inginocchiato davanti a una Madonna con un Bambino benedicente. Lo stile dovrร  essere quello che giร  da tempo caratterizza lโ€™opera del Pinturicchio, degno erede del Perugino: resa anatomica aggraziata, incarnato chiaro, dovizia di dettagli, lumeggiature dorate sullo sfondo. Ma allora perchรฉ, morto Alessandro VI e puntata la fortuna della famiglia Farnese sui Della Rovere, del dipinto si sarebbe persa ogni traccia?

Il volto della Madonna

Il dipinto condannato allโ€™oblio

A pesare sulla bilancia sono stati i dettagli. Il primo รจ il volto della Madonna, che la tradizione vuole che fosse proprio quello di Giulia Farnese, chiamata con scherno sponsa Christi per la sua relazione col papa.
Vasari, artista e celebre biografo dei suoi colleghi, parlando dei lavori svolti dal Pinturicchio in Vaticano in effetti aveva riferito: ยซRitrasse sopra la porta di una camera la signora Giulia Farnese per il volto di Nostra Donna e, nel medesimo quadro, la testa dโ€™esso papa Alessandro che lโ€™adoraยป. Ma non era stato creduto, si pensรฒ che avesse solo condensato le tante dicerie che giravano sulla coppia.
Determinante รจ stato anche lโ€™atto in cui รจ stato immortalato Alessandro VI: toccare il piede del Bambino era considerato un gesto quasi blasfemo. Gli studiosi ritengono probabile che il papa si sia concesso questa licenza perchรฉ il dipinto era destinato ai suoi appartamenti privati, ma non รจ difficile credere che una persona di tale facilitร  di costumi abbia semplicemente dato poco peso a questioni cosรฌ trascendentali. Fatto sta che lโ€™affresco subisce una vera e propria damnatio memoriae, tanto che, nel 1655, il neoeletto papa Alessandro VII decide di staccarlo e di smembrarlo, dando persino adito al dubbio che sia mai esistito.
Fino al 1940, almeno. Il caso vuole che Giovanni Incisa di Rocchetta, noto appassionato dโ€™arte, in visita presso una famiglia patrizia mantovana posi lo sguardo su un dipinto in cui un papa รจ inginocchiato ai piedi di una Madonna con un Bambino. Ma a colpirlo sono i particolari, perchรฉ riconosce โ€“ nellโ€™atteggiamento benedicente del Bambino e nelle fattezze della Vergine โ€“ i dettagli al centro di due quadri in possesso della sua famiglia. Giovanni รจ infatti il figlio della principessa Eleonora Chigi Albani Della Rovere, inconsapevole depositaria di una lunga storia di intrighi e giochi di potere.

Il giallo nel giallo

Come ogni storia che si rispetti, cโ€™รจ sempre un elemento pronto a scombinare le carte in tavola. In questo caso sono state le macchinazioni, di inizio 1600, di Francesco IV Gonzaga.
Il duca di Mantova era venuto infatti a conoscenza, grazie al suo legato a Roma, di un famigerato dipinto in cui la Vergine Maria era stata rappresentata come la sponsa Christi Giulia Farnese. Gonzaga andรฒ in sollucchero perchรฉ non esisteva unโ€™occasione migliore per screditare i Farnese che, grazie alle trame ordite tempo prima da Giulia, godevano di grandi privilegi. Perรฒ gli servivano le prove: chiese allora al pittore mantovano Pietro Facchetti di realizzare una copia dellโ€™affresco.
I dettagli su come Facchetti sia riuscito a vedere il dipinto incriminato meriterebbero una storia a parte. A fronte di un bel paio di calze di seta, un guardarobiere addetto agli appartamenti papali gli mostrรฒ infatti la scena del Pinturicchio, celata da un taffetร  inchiodato.
Quella su cui mette gli occhi Giovanni Incisa di Rocchetta รจ proprio la riproduzione di Facchetti, la prova richiesta da Francesco Gonzaga per screditare i Farnese. Ma รจ grazie a questa testimonianza che Giovanni capisce che il Gesรน benedicente e il volto di Madonna – racchiusi in due cornici diverse e poiย  inventariate a oltre 100 numeri di distanza – dovevano aver fatto parte di un progetto piรน grande. Ed รจ sempre grazie a questa che oggi abbiamo potuto rimettere a posto tutti i frammenti di questo intricato puzzle.

 

Copia di Pietro Facchetti

Il puzzle che non potrร  mai essere completato

La storia del Bambin Gesรน delle Mani non finisce qui, perรฒ. Nel 2004 lo storico dellโ€™arte Franco Ivan Nucciarelli lo avvista nel mercato antiquario: il frammento viene intercettato e diventa la punta di diamante della Fondazione Guglielmo Giordano, che lโ€™ha restituita alla collettivitร .
E il volto di Madonna? Il presunto ritratto di Giulia Farnese, ritenuto scomparso, รจ riemerso recentemente a seguito di una segnalazione di una famiglia romano-svizzera imparentata con i Chigi, che tuttora ne detiene il possesso. Del papa orante, invece, si รจ persa da tempo ogni traccia.

 


Fonti:

Sky Arte racconta la storia di Listone Giordano, https://www.youtube.com/watch?v=XPqaGiIN6qU
Storia del Bambin Gesรน delle Mani di Pinturicchio, https://one.listonegiordano.com/cultura/storia-del-bambin-gesu-delle-mani-del-pinturicchio/
Intervista Andrea Margaritelli, https://www.artribune.com/arti-visive/archeologia-arte-antica/2017/04/dipinto-pinturicchio-intervista-andrea-margaritelli-fondazione-giordano/attachment/pinturicchio-bambin-gesu-delle-mani-1492-ca-fondazione-guglielmo-giordano-perugia/
Bambin Gesรน delle Mani, https://it.wikipedia.org/wiki/Bambin_Ges%C3%B9_delle_mani
Papa Alessandro VI, https://it.wikipedia.org/wiki/Papa_Alessandro_VI
Giulia Farnese, https://it.wikipedia.org/wiki/Giulia_Farnese
Orsino Orsini, https://it.wikipedia.org/wiki/Orsino_Orsini_(1473-1500)
Vannozza Cattanei, https://it.wikipedia.org/wiki/Vannozza_Cattanei
Il Bambin Gesรน delle Mani, http://www.fondazionegiordano.org/italia/pinturicchio_bambin_gesu_delle_mani.html

Ingredienti per la polenta:

  • 500 g di farina di granoturco
  • sale

Ingredienti per il condimento:

  • 4 salsicce
  • tartufo bianco di Gubbio
  • 1 bicchiere di vino bianco secco
  • qualche cucchiaio di olio extravergine d’oliva
  • sale

 

Preparazione

Preparare una normale polenta. Togliere la pelle alle salsicce, sbriciolarle e farle rosolare in pochissimo olio. Irrorare di vino e, quando saranno cotte, regolare di sale se necessario. Ungere una teglia da forno, disporvi uno strato di polenta, cospargervi la salsiccia e il tartufo a scaglie, coprire con la restante polenta e infornare a 180ยฐ C. Far cuocere per circa 40 minuti.

 

Questa ricetta appartiene alla vecchia cucina eugubina povera. Quando i cercatori di tartufo trovavano qualche tartufino particolarmente piccolo e brutto da non poter essere venduto, lo utilizzavano in questa preparazione, in cui il sugo poteva anche essere di pomodoro. La quantitร  di tartufo ovviamente variava di volta in volta.


Per gentile concessione diย Calzetti&Mariucci.

Fino al 9 gennaio 2022 sarร  esposta al Museo l’originale lettera autografa di Benozzo Gozzoli, datata 27 giugno 1452.
La missiva รจ entrata a far parte della collezione stabile del museo di Montefalco nellโ€™aprile del 2014 e rappresenta unโ€™importantissima testimonianza storica che offre alla cittร  di Montefalco, allโ€™Umbria e al grande pubblico lโ€™opportunitร  unica di ammirare il documento manoscritto nel suo luogo di redazione. La lettera, infatti, รจ stata scritta di suo pugno da Benozzo Gozzoli nel complesso in cui ha sede il museo ed era indirizzata a Michele di Felice Brancacci, esponente della nota famiglia fiorentina, il quale viene informato dal pittore che potrร  raggiungerlo solo dopo aver completato il lavoro commissionategli per la chiesa.

Durante la celebrazione di S. Andrea, il patrono dei pescatori, รจ avvenuto lโ€™incontro con alcuni pescatori del Trasimeno, dove si sono raccontati con aneddoti e ricordi. Gente โ€œtostaโ€, che continua questโ€™antica arte millenaria con grande sacrificio e passione. I pescatori sono di poche parole ma quando parlano sono concreti. Durante lโ€™incontro hanno presentato diverse problematiche del loro mestiere, tra cui quella inerente al trasferimento del loro sapere alle generazioni future, che sono esigue e difficili da reperire rispetto alle possibilitร  che questo lavoro offre.

Andrea era un discepolo di Gesรน e faceva il pescatore sul lago di Tiberiade. I pani e i pesci del miracolo della moltiplicazione furono indicati da Andrea a Gesรน, come si racconta nella descrizione riportata nel Vangelo di Giovanni. Il 30 novembre รจ la sua ricorrenza religiosa e molte comunitร  di pescatori, non solo italiane, festeggiano il loro Santโ€™Andrea.

 

Pescatori del Trasimeno, foto di Andrea Pagnotta

 

Sul lago Trasimeno, i pescatori della costa Ovest, come quelli incontrati a Castiglione del Lago, riconoscono in Santโ€™Andrea il loro Santo, mentre quelli della costa Est riconoscono i loro protettori in San Spiridione e San Feliciano.
Il Trasimeno รจ speciale anche per questo. Il raduno in occasione della ricorrenza patronale รจ stato voluto fortemente da Guido Materazzi, pescatore/ristoratore nonchรฉ presidente dellโ€™ARBIT (Associazione Recupero Barche Interne Tradizionali) che recentemente ha varato una tipica barca in legno da pesca del Trasimeno, datata nella seconda metร  del secolo scorso. La barca รจ stata ripristinata con un lavoro certosino di Guido Materazzi stesso e di Andrea Sedini e, per lโ€™occasione, i due restauratori lโ€™hanno denominata La Dotta. Complimenti allโ€™ARBIT, per la missione onorevole che svolge.
Dopo la celebrazione del Patrono ci si รจ ritrovati in un momento conviviale, proprio presso il ristorante La Capannina di Guido, dove molti pescatori hanno sottolineato alcune questioni sia complesse sia preoccupanti, ma hanno anche espresso dei suggerimenti per affrontare e superare i costanti momenti difficili del loro nobile lavoro.
Presenti, tra gli altri, oltre a un nutrito e ben rappresentato gruppo di pescatori, il sindaco di Castiglione del Lago, Matteo Burico, il presidente della Cooperativa Pescatori del Trasimeno di San Feliciano, Aurelio Cocchini, il presidente dellโ€™altra Cooperativa del Trasimeno Stella del Lago con sede a Panicarola, Ivo Bianconi, e poi Niccolรฒ Bacoccola di Confagricoltura.

Pescatori, foto di Andrea Pagnotta

Si รจ ribadito piรน volte, durante lโ€™incontro, che il basso livello idrometrico del lago mette in evidenza moltissime difficoltร  e necessitร . Come lโ€™annoso problema dellโ€™adduzione dellโ€™acqua al bacino lacustre, lโ€™eccessiva differenza rispetto allo zero idrometrico, lโ€™accesso difficoltoso nei varchi portuali dovuto allโ€™interramento e relativo innalzamento del fondale, il clima sempre piรน caldo e la scarsa piovositร , i dragaggi mancati da anni, lโ€™arretramento e la scarsitร  del canneto, il mancato supporto economico o finanziamento verso chi vorrebbe principiare a fare questo mestiere, il sostegno per una formazione istituzionale iniziale e continua per gli operatori del settore; manca la tutela economica della coppia di pescatori che stanno sempre insieme in barca se uno dei due dovesse assentarsi per malattia o infortunio, il riconoscimento previdenziale ancora lontano da essere tale come lavoro usurante.
Stiamo parlando dellโ€™importanza antropologica della pesca al Trasimeno, in particolare dei suoi pescatori e delle loro famiglie che, con il loro lavoro, il loro sapere e le tradizioni, per secoli hanno dettato i tempi delle comunitร  lacustri e continuano ad armonizzarsi con i periodi attuali, imperterriti nella cattura e lavorazione del pesce. Unโ€™attivitร  di sacrifici quella del pescatore, che viene tuttora perpetrata con metodi ancestrali che giungono immutati da epoche remote e che attualmente, purtroppo, non viene ancora sufficientemente valorizzata e tutelata.
Intorno al mondo della pesca ruotano tutta una serie di attivitร  connesse che vanno da chi fa le reti alla riparazione dei motori, dalla trasformazione al commercio del pesce e molto altro. Ormai, da qualche tempo, alcuni pescatori hanno preso vie innovative per lโ€™integrazione reddituale, come la Cooperativa Pescatori di San Feliciano e alcuni singoli altri, rappresentate dallโ€™ittiturismo e dal pescaturismo.
I pescatori sono i veri guardiani del lago, conoscono bene i suoi umori, solcandolo tutti i giorni con i loro barchini, e percepiscono le energie che esso sprigiona. A volte il lago ti accoglie e a volte ti respinge e come dice saggiamente Guido Materazzi: ยซรˆ facile amare il Trasimeno ma รจ molto difficile farsi amare da luiยป.

 

Il frutto del loro lavoro, foto di Andrea Pagnotta

 

Si conosce poco del mondo dei pescatori, che รจ ricco di storia, natura, tradizioni e culturaโ€ฆ ma di certo essi sono un fondamentale simbolo del Trasimeno. Lโ€™invito รจ quello di conoscerli meglio, nel loro silenzioso e incessante lavoro fatto da mani che strigano, tirano, arsettano, gettano, remano, vanno a muscolare, pescano, paitellano, scanellano, vanno a puntone, giacchiano.
Va salvaguardato il pescatore professionista che ogni giorno se la deve vedere con un gran numero di problemi, a partire dai cambiamenti indesiderati dellโ€™ambiente lacustre, anche perchรฉ rappresenta lโ€™ultimo custode indefesso delle radici lacustri con storie, segreti, tradizioni e aneddoti da preservare e raccontare.

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