S’innalza verso il cielo e si staglia come se fosse sul monte degli Dei, a guardia austera del confine umbro-toscano e delle colline dove รจ poggiato, incutendo rispetto e curiositร .
Quando si arriva nei suoi pressi, si rimane ancor piรน stupiti: si ha la sensazione di essere in cima al mondo e lo sguardo vaga cosรฌ lontano da perdersi tra colline, monti, laghi, pianure e borghi… si ha una vasta visione d’insieme e da qui si puรฒ capire che tipo di emozione il perugino Danti – che, a cavallo del Cinquecento, volรฒ sul Trasimeno con il primo rudimentale deltaplano della storia –ย abbia provato.
Questo luogo suggestivo e d’incanto si trova in Umbria, nel comune di Tuoro sul Trasimeno: รจ il castello o, per meglio dire il fortilizio, diMontegualandro, รจ adagiato nell’omonima localitร .
Fortilizio di Montegualandro, foto de I luoghi del silenzio
Da qui si possono ammirare l’estensione della Chiana romana e di quella toscana, la bellezza del lago Trasimeno, delle sue isole e dei borghi prospicienti le sue placide e antiche acque, cosรฌ come la corona delle colline che lo cingono su tre lati. Alzando lo sguardo, si vedono le colline aretine, i rilievi senesi, il Monte Amiata, il Cetona e, piรน distante, il laziale Soratte, il Monte Arale e il Peglia. Continuando, si scorgono i monti Martani, il lontano Terminillo, i Sibillini e l’assisano Monte Subasio. Accolti tra le pieghe di questi monti e declivi vi sono le cittadine e i borghi che sembrano incastonati come degli unici gioielli preziosi e pare siano messi lรฌ per arricchire la vista di un paesaggio che, per magia e senso storico dei luoghi, amplifica ed esalta le emozioni che nascono dal profondo di ogni animo.
Una finestra sulla storia
Questo รจ il regalo di Montegualandro con il suo fortilizio: un paesaggio unico e vasto come se fosse una finestra aperta sulla storia che ha visto l’Etruria, nella sua massima estensione, terra di cultura storia e leggenda. Semplicemente mozzafiato!
La storia del maniero e della sua evoluzione parte, secondo notizie, dal X secolo, anche se giรน una stele etrusca ne ricorda il luogo. Nel XVI secolo il letterato locale Matteo dall’Isola affermรฒ che il suo nome derivasse dal greco gala (latte) per l’abbondanza di greggi che qui pascolavano. Ma รจ dal longobardo wald e land, bosco e terra, che trae origine l’ipotesi piรน accreditata sull’etimologia del toponimo.
Per la sua posizione dominante – sulla strada che collegava Perugia ad Arezzo e quindi a Firenze – fu sempre oggetto di mire e di conquiste. Qui, anche Federico Barbarossa mise la sua firma e, tra perugini e cittร toscane, se non anche con lo Stato della Chiesa, passรฒ spesso di mano, cosรฌ come tra le famiglie Casali, Montemelini e Ranieri.
Fortilizio di Montegualandro, foto by I luoghi del silenzio
Ancor prima Annibale, nel giugno del 217 a.C., qui stabilรฌ il suo campo nella battaglia e Carlo Magno, qualche secolo piรน tardi, ne divenne il proprietario. Il Castello di Montegualandro fu visitato, al tempo del GranTour, da Goethe e Byron e il Carducci ne scrisse.
Il fortilizio รจ stato ristrutturato in tutta la sua bellezza: la cinta muraria, le torri, la chiesa e il corpo centrale hanno ripreso e rinnovato gli antichi e suggestivi fasti. ร di proprietร privata e normalmente non visitabile internamente, ma vale bene il tempo di una bella passeggiata per ammirare esternamente la sua magica e affascinante composizione. In particolare da lassรน, si potrร toccare il cielo con un dito, sentire il respiro della natura ed estasiarsi guardando il pittoresco paesaggio che si rispecchia nell’antico lago che gli Etruschi appellavano Tarsminass.
Un itinerario turistico fuori dagli schemi, tra suggestivi borghi medievali: si parte dal territorio perugino e si attraversa un lungo tratto della Valle Umbra per arrivare in terra marchigiana.
Ho scritto questo lungo articolo non nascondendo il mio amore per l’Umbria. Ho percorso questo itinerario in estate e ne ho tratto un giro turistico-leggendario che forse potrร piacere anche ad altri. Il resoconto, con notizie anche note – ma non sempre e non a tutti – mette insiemeย un vero e proprio viaggio di oltre 130 chilometri da Casa del Diavolo (PG) ad Acquasanta Terme (AP). Il testo รจ molto lungo e cosรฌ potete decidere di leggerlo a pezzi, scegliendo le localitร che piรน vi interessano, o per intero, compiendo intanto questo viaggio virtuale per poi, perchรฉ no, programmarne uno reale, che difficilmente vi deluderร . E quindi chi lo ha detto che non si puรฒ unire il Diavolo con l’Acquasanta?
In viaggio
Per chi vuol fare un giro turistico attraverso borghi e localitร conosciute e non e piene d’incanto, per chi ha un budget ristretto e poco tempo a disposizione propongo questo itinerario che certamente vi sorprenderร dal punto di vista paesaggistico, storico ma soprattutto leggendario.
Casa del Diavolo
Si parte da Casa del Diavolo, che รจ una frazione del comune di Perugia a 237 metri sul livello del mare. Il suo nome รจ intriso di mistero e di segreto tale da farne il luogo piรน inquietante di tutta la regione e tale da stuzzicare la curiositร del viaggiatore e del turista. ร proprio il caso di dire: ยซPerchรฉ diavolo si chiama cosรฌ questo posto?ยป. Le origini del nome non sono certe e per questo si sono moltiplicate le leggende. Secondo alcuni storici l’origine รจ legata al passaggio di Annibale (216 a.C.) che causรฒ cosรฌ tanta distruzione e tanta morte che portรฒ il luogo a essere considerato come la dimora del male e quindi del Diavolo.
Un’altra tesi, basata anche su reperti archeologici, fa risalire questo nome all’etร medievale, quando molti bambini nascevano morti o morivano prematuramente. Non essendo stati battezzati in tempo, i bambini non potevano cosรฌ accedere al Paradiso e il loro destino era l’Inferno. Secondo un’altra leggenda, d’ispirazione medievale, questo luogo era sede di una locanda dove solitamente vi soggiornavano banditi, assassini e briganti delle zone vicine. Queste frequentazioni attirarono l’attenzione del Diavolo stesso, che non esitรฒ ad intrattenersi e a stringere patti con questi loschi figuri, per poi aprire una profondissima buca e tornare all’Inferno.
Uscendo da Casa del Diavolo si percorre la E45 e poi la strada provinciale 174 e dopo circa 19 km si arriva a Perugia.
Perugia
Perugia
Nota per le mura difensive, il Palazzo dei Priori e la Fontana Maggiore, Perugia รจ il capoluogo di Regione. La leggenda che caratterizza maggiormente questa cittร รจ quella che vede coinvolta anche Narni. Si narra infatti che, in epoca medievale, un Grifo, creatura dal corpo di leone e testa di aquila, tormentava gli abitanti e faceva razzia di animali dei due centri cittadini e delle campagne circostanti. Perugini e narnesi allora unirono le forze, mettendo da parte la loro rivalitร , per eliminare questa bestia che alla fine, dopo dure battaglie, fu catturata. Come trofeo Perugia prese la pelle e Narni il corpo scuoiato. Da qui l’origine degli stemmi: Perugia, Grifo bianco (la pelle) in campo rosso e, Narni, Grifo rosso (il corpo scuoiato) in campo bianco.
La tappa successiva, dopo circa 20 minuti di auto, รจ Assisi.
Assisi
ร qui che, nel 1180, nacque Francesco divenuto Santo e fondatore dell’Ordine dei Francescani. Intorno a San Francesco si mescola storia e leggenda, cosรฌ agli oltre 40 miracoli riconosciuti dalla Chiesa, si aggiungono altrettante leggende che lo vedono protagonista. Vediamone una tra le piรน rappresentative: quella del pesce.
Si narra che un pescatore, vedendo passare Francesco, lo avesse fermato e gli avesse regalato una tinca appena pescata. Francesco accettรฒ il regalo, ma rigettรฒ la tinca in acqua ed iniziรฒ a cantare le lodi di Dio. La leggenda racconta che il pesce rimase vicino al Santo a giocare e ad ascoltare le lodi e che, appena gli fu dato il permesso, tornรฒ libero tra gli altri pesci. Ad Assisi non ho resistito a comprare i Baci, morbidi pasticcini con pasta di mandorle e granella di pistacchio e il Bocconcello, focaccia biscottata arricchita da formaggio. Continuando sempre in direzione sud, dopo circa 15 minuti arriviamo a Spello.
Spello
Spello
Spello รจ un borgo ricchissimo di storia e di arte, carico di tradizioni ma anche di leggende. La piรน famosa รจ quella legata alla figura del paladino Orlando, il celebre compagno dell’Imperatore Carlo Magno. La leggenda vuole che Orlando passasse per Spello e, nonostante la sua fama fosse grandissima, non fosse riconosciuto dagli abitanti del luogo e cosรฌ rinchiuso dalle guardie in una specie di prigione. Una volta accortisi chi veramente era, gli spellani lo liberarono e lo nominarono protettore della cittร .
Un segno del leggendario passaggio di Orlando a Spello lo troviamo nelle mura, dove c’รจ unโepigrafe che allude all’eroe. A Spello ho fatto acquisti in una salumeria; palle del nonno e ciauscolo. Le avrei provate in serata, terminato il viaggio, anche se dall’aspetto mi era venuta voglia di provarle subito.
Neanche 10 minuti di auto e giungiamo a Foligno.
Foligno
Terra mistica l’Umbria, dove molti racconti, tramandati anche per via orale, hanno origini che si perdono nella memoria. Foligno per la sua posizione รจ considerata, fin dai tempi antichi, lu centru de lu munnu e i suoi abitanti, oltre a chiamarsi folignati si chiamano pure Cuccugnau, cioรจ civetta. Ci sono tre leggende che spiegano questo appellativo. La prima fa riferimento alle monete d’oro fabbricate nella zecca di Foligno e chiamate occhi di civetta. La seconda narra di una colomba di cartapesta fatta calare dal campanile della cattedrale durante la festa di Pentecoste, ma piรน che una colomba assomigliava a una civetta. La terza leggenda ci parla invece di come i folignati fossero degli esperti nella caccia alla civetta.
Dopo appena 12 km arriviamo a Trevi.
Trevi
Continua cosรฌ il nostro viaggio attraverso le meraviglie e le leggende dell’Umbria. Nel Comune di Trevi, ma non semplicissima da trovare e tra l’altro completamente immersa nella vegetazione, si trova un luogo di culto affascinante ma anche dimenticato: l’Abbazia di SantoStefano in Manciano. Quasi totalmente divelta, di essa oggi rimangono parte delle mura, una parte della cripta e dell’abside. Attorno a questa chiesa aleggia una leggenda che la vorrebbe come sede di un tesoro nascosto. Si narra che i monaci ivi residenti fossero talmente ricchi e pieni d’argento da poter ferrare con questo metallo i propri cavalli. La leggenda continua a narrare che i lupi, mentre attaccavano i cavalli, spaventati per la luminositร dell’argento, scapparono via senza colpo ferire. Si dice che questo tesoro รจ ancora sepolto sotto l’Abbazia.
Passeggiando tra gli oliveti รจ obbligo visitare anche il Santuario della Madonna delle Lacrime e, a proposito di oliveti, non puรฒ mancare l’acquisto di una bottiglia d’olio extravergine, il piรน rinomato dei prodotti tipici trevani. Con una bottiglia di Trebbiano e con del sedano nero ho terminato i miei acquisti enogastronomici.
Dieci minuti di macchina e siamo a Campello sul Clitunno.
Trevi
Campello sul Clitunno
Principale caratteristica del luogo sono le Fonti del Clitunno, parco naturale con un laghetto di acque limpide e calme, polle sorgive e salici piangenti. Si racconta che le acque del Clitunno fossero una fonte di purificazione dell’anima: chiunque s’immergeva nel fiume ne usciva migliorato. La leggenda sul Clitunno ci dice che i buoi che si fermavano ad abbeverarsi al fiume ne uscivano con un manto piรน pulito. Siamo in orario sulla tabella di marcia e lo stomaco comincia a dare segni inequivocabili; abbiamo fame. ร ora di trovare un’osteria o locanda e assaggiare i piatti tipici di questa zona. Da queste parti non riesco a rinunciare alla strapazzata con il tartufo, agli strangozzie alle lumache. Per finire un’ottima porzione di rocciata, dolce che assomiglia un po’ allo strudel. Da bere? Un calice di Sagrantino e uno di Montefalco.
Spoleto
Soddisfatti del pranzo arriviamo a Spoleto, famosa soprattutto per il Festival dei Due Mondi. La leggenda di Spoleto รจ legata al Ponte Sanguinario. Il Ponte Sanguinario รจ situato nel sottosuolo, a pochi metri dalla Basilica di San Gregorio Maggiore, l’ingresso รจ possibile grazie ad una breve scala che si interra sotto il piano stradale.
La leggenda narra che, intorno al II secolo d.C., viveva a Spoleto un giovane nobile di nome Ponziano che iniziรฒ a predicare la religione dei cristiani. Le politiche anticristiane dell’epoca erano implacabili e anche Ponziano non fu risparmiato dalle persecuzioni. Condotto sul ponte che al tempo conduceva allla via Flaminia oltre il fiume Tessini, venne decapitato. La testa mozzata raggiunse il luogo dove poi รจ sorta la chiesa e prese a zampillare una fonte di acqua purissima.
Percorrendo la strada statale 685 in 50 minuti arriviamo a Norcia.
Norcia
Norcia
Norcia รจ posta a 600 metri s.l.m. ed รจ inserita nel comprensorio del Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Sappiamo quanto รจ stata colpita dal terremoto del 2016 ma il carattere tenace dei suoi abitanti la riporterร a nuovi splendori. Norcia รจ soprattutto famosa per le sue norcinerie piene di prosciutti, salsicce e ogni ben di Dio. Famosa altrettanto per il tartufo, le lenticchie, la pasta alla norcina, la birra dei monaci benedettini e i coglioni di mulo, il salume irriverente. La birra me la sono comprata direttamente dai monaci presso il Monastero. La Guida alle birre d’Italia l’ha definita imperdibile!
La leggenda che avvolge il Parco Naturale รจ la leggenda della Sibilla. Secondo la comune credenza, lungo le pareti dei monti si troverebbe la grotta, luogo ora incantato ora stregato in cui una fata o una megera riceveva la visita dei piรน coraggiosi che volevano conoscere il proprio futuro. Dopo secoli di favole tramandate della grotta non resta che un cumulo di macerie e un’infinitร di teorie si sono sviluppate intorno a questa favola magica. Da notare che la leggenda si รจ diffusa in tutta Europa grazie al romanzo cavalleresco Il Guerin Meschino.
Uscendo da Norcia s’imbocca la strada provinciale 477 e dopo 18 km si arriva a Forca Canapine.
Forca Canapine
Innanzitutto c’รจ da specificare bene che Forca Canapine non ha niente da condividere con la Foce di Canapino. I nomi sono simili ma i luoghi sono distanti. La Foce di Canapino non รจ altro che un impegnativo fuoripista dell’appennino tosco-emiliano, sconosciuto a molti. Forca Canapine invece รจ un valico stradale dell’appennino umbro-marchigiano situato sui monti Sibillini, ad un’altezza di 1541 metri s.l.m.; siamo quindi sul confine tra Umbria e Marche. Il toponimo deriva da due termini: Forca che vuol dire valico, mentre Canapine fa riferimento alla coltivazione e alla raccolta della canapa. Interessante notare che la localitร fa parte dell’itinerario del Sentiero E1 che congiunge Capo Nord a Capo Passero, in provincia di Siracusa.
Con un passo siamo nelle Marche.
Forca Canapine
Arquata del Tronto
Percorrendo la strada provinciale 64, poi la strada statale 685 e ancora le strade provinciali 230 e 129, in circa 25 minuti arriviamo ad Arquata del Tronto, provincia di Ascoli Piceno.
ร un piccolo Comune di poco piรน di mille abitanti ed anche questo รจ stato gravemente danneggiato dal terremoto del 2016. Anche Arquata ha la sua leggenda. Si narra infatti che il locale castello sia infestata da fantasmi, o meglio, da un fantasma femminile. La leggenda racconta che il re Giacome di Borbone rinchiuse la moglie e regina Giovanna II d’Angiรฒ nella torre piรน alta del maniero dopo averla dichiarata pazza perchรฉ piรน volte macchiatasi del peccato di lussuria. Si dice che, in base alla qualitร della prestazione, la regina aveva il potere di dare in pasto ai lupi i pastori che non raggiungevano la sufficienza sotto le lenzuola. Povero Giacomo di Borbone! Giovanna II D’Angiรฒ abiterebbe ancora dentro quelle mura sotto forma di fantasma; qualcuno dice ancora di sentire dei rumori sinistri riecheggiare dalla rocca.
Dopo circa 12 km, percorrendo la provinciale 129 e la statale 4, arriviamo alla nostra ultima tappa: Acquasanta Terme.
Acquasanta Terme
Acquasanta Terme
Acquasanta Terme รจ un comune di 2600 abitanti in provincia di Ascoli Piceno e si trova nel comprensorio del Parco Nazionale del GranSasso. Giร il nome della localitร รจ un programma: dal sottosuolo infatti sgorga un’acqua termale sulfurea alla temperatura di 38 gradi. Il territorio poi รจ ricco di tesori artistici e di principale interesse sono il Castel di Luco e il monastero di San Benedetto in Valledacqua. La piccola leggenda di questo paese vuole che le sue terme abbiano dato sollievo, nel 712, a un console romano, tanto che da quel momento vennero segnate sulla mappa per curare i feriti dopo le battaglie.
Con questo itinerario, che consiglio veramente a tutti ma specialmente ai forestieri, sono riuscito a unire il Diavolo (Casa del Diavolo) con l’Acquasanta (Acquasanta Terme). Buon Viaggio!
ยซRiaccendiamo la speranzaยป รจ lo slogan che accompagna l’iniziativa di ripristinare l’abitudine che, fino al 2010, ricorreva ogni anno, dall’8 dicembre al 7 gennaio: veniva allestita una struttura stilizzata e illuminata che, raffigurante un albero di Natale, veniva adagiata sul versante collinare nord-ovest dell’Isola Maggiore, nel Comune di Tuoro sul Trasimeno.
Le Proloco di Isola Maggiore e di Tuoro sul Trasimeno si sono unite per riprendere, da quest’anno e dopo 10 anni di fermo, la tradizione per l’allestimento dell’Albero di Natale isolano che affonda le radici nei primi anni Novanta.
Il Comune di Tuoro ha ben accolto e sostenuto l’iniziativa, che rappresenta il rinnovo di un simbolo tradizionale delle festivitร , ma anche un messaggio di speranza, in questi tempi di emergenza sanitaria sempre piรน stringente. La presidente della Proloco di Isola Maggiore, Silvia Silvi, ci ha detto con orgoglio: ยซIl ripristino dell’albero รจ un momento importante per la nostra beneamata isola. Da qualche anno non veniva piรน realizzato, per la drastica riduzione del numero degli isolani e per l’impianto d’illuminazione dell’albero, che non era piรน a norma. Inoltre la sinergia d’intenti e l’unione delle forze con la Proloco di Tuoro, in accordo con il Comune, rappresenta un momento molto significativo, in quanto si tratta di una prima volta, per due associazioni di questa tipologia, che operano in simbiosi sullo stesso territorioยป.
Fabrizio Magara, il presidente della Proloco di Tuoro, invece ha riferito: ยซLa struttura dell’albero รจ composta da oltre 400 metri di cavo e da circa 300 lampadine a led. Sarร visibile dalla superstrada e da molti punti del territorio lacustre. Questa iniziativa รจ un grosso impegno che ci siamo sentiti di prendere insieme alla Proloco di Isola e al Comune per riuscire a rilanciare un simbolo che ridร , con la sua luce, speranza a tuttiยป. ร poi la volta dellโassessore alla Cultura del comune lacustre, Thomas Fabilli: ยซL’albero verrร acceso l’8 dicembre, probabilmente dalla panoramica terrazza toreggiana, definita Del Rondรฒ, che si affaccia sulle acque del Trasimeno e proprio di fronte a sรฉ ha la nostra Isola Maggiore. Sul suo versante collinare sarร ubicata la struttura che richiama alla mente un albero di natale, pronto a illuminarsi per l’azione della prima cittadina, Maria Elena Minciaroniยป.
La Sindaca Maria Elena Minciaroni ha comunicato con fierezza: ยซL’iniziativa rappresenta – e il Comune ne รจ partecipe –ย la volontร della nostra gente di ripristinare l’albero di Natale di Isola, per rinverdire una tradizione che si era persa da qualche anno. Potrร dare speranza a tutte quelle persone sole che, anche da lontano, riusciranno a intravedere l’albero illuminato, che farร loro un po’ di compagnia. Inoltre sarร compagno di tutti quelli che, guardandolo, potranno ritrovare energia, fiducia e ottimismo in questi delicati e complicati tempi di emergenza sanitariaยป. Le due Proloco e il Comune si riservano di integrare l’evento con un programma, ovviamente tenendo conto degli aggiornamenti in tema di sicurezza COVID. Gli organizzatori saranno ben felici di ricevere supporto dai privati e dagli imprenditori che volessero contribuire al sostegno dell’iniziativa.
ยซLa rivalitร tra Terni e Perugia รจ divertente e fa parte del gioco, basta che non si esageri altrimenti diventa stupido. Il Perugia in C? Beh, sรฌ che ho goduto!ยป.
Francesco Lancia รจ uno che lavora dietro le quinte come autore di numerose trasmissioni televisive per Rai, La7, Sky, Mediaset, DeejayY Tv e Comedy Central. ร anche autore e voce di Radio Deejay, nel programma Chiamate Roma Triuno Triuno con il Trio Medusa e proprio questโestate, durante la trasmissione radiofonica, ha fatto uno spot divertente e decisamente efficace, per incentivare il turismo in Umbria. Lui, umbro di Terni, รจ molto legato alla regione e alla sua cittร : qualche giorno fa, in dialetto ternano, ha lanciato un appello da influencer per incentivare lโuso della mascherina. ยซAppena posso nei miei spettacoli e testi cerco sempre di inserire lโUmbria. Ho citato persino Perugia!ยป (scherza). ยซVorrei vedere!ยป gli rispondo di getto. Nel corso della nostra chiacchierata via Skype, la rivalitร tra Perugia e Terni รจ venuta fuori – non poteva essere altrimenti: un sano sfottรฒ, quello che ti fa fare una risata. Ma lโobiettivo dellโintervista รจ far conoscere Francesco, diventato famoso ai piรน per ยซVenite in Umbria, strโฆยป.
Visto lโappello che hai fatto questโestate non posso che chiederti: qual รจ il tuo legame con lโUmbria?
ร un legame molto forte: sono nato a Terni, ho vissuto a Terni fino a 18 anni poi sono andato a studiare a Roma e, a causa del mio lavoro, ora vivo qui, ma i miei genitori abitano ancora a Terni e appena posso vado a trovarli. Le feste comandate (come si dice) le passo sempre lรฌ. Inoltre, nei miei spettacoli cerco sempre di citare la cittร o la regione proprio per evidenziare il mio attaccamento.
Informatico, autore televisivo, speaker radiofonico, attore, doppiatore: di preciso chi รจ Francesco?
Non lo so ancora! Posso dire che il mio mestiere principale รจ quello di autore radiotelevisivo, poi dallโautoraggio radiofonico sono diventato anche una voce, ma la mia grande passione รจ quella dellโimprovvisazione teatrale. Ovviamente oggi รจ difficile vivere solo di teatro, ma รจ una bellissima passione che cerco di portare avanti. Sono uno a cui piace fare un sacco di cose e cambiare spesso, magari tornerรฒ a fare lโinformatico, mai dire mai!
Quindi lโimprovvisazione รจ la tua passione?
Sรฌ, sono disposto a fare chilometri e chilometri anche gratis. Gli altri sono anchโessi divertenti, ma rimangono lavoro. Scrivere mi piace tantissimo, lavorare in radio anche, ma รจ dallโimprovvisazione che รจ nato tutto, sono partito da lรฌ.
Francesco Lancia, ph Elisa Pรฌzza
Sei anche uno dei fondatori della compagnia teatrale de I Bugiardini che fa proprio teatro dโimprovvisazioneโฆย ย
Esatto. Saliamo sul palco senza avere nulla di pronto e chiediamo al pubblico cosa vuole vedere. Riusciamo a realizzare uno spettacolo con una storia e delle canzoni, cosรฌ, creato dal nulla. ร molto divertente sia per il pubblico sia per noi attori. Non sai mai quello che succede. Devo dire che รจ utile anche per la vita di tutti i giorni: se arriva un imprevisto sai come affrontarlo e come reagire al meglio. Un corso dโimprovvisazione lo consiglierei a tutti.
Cโรจ un programma che hai scritto di cui sei piรน orgoglioso?
Tanti. Ho sempre avuto la fortuna di lavorare in programmi che mi sono piaciuti, fin dal primo realizzato col Trio Medusa. Poi da autore ho scritto il programma per La7 la Gaia Scienza, se potessi lo rifarei domani, mi sono divertito moltissimo. Non posso non nominare anche Zero e lode andato in onda su RaiUno. Sono molti i programmi che ho voluto fare e pochi quelli che ho dovuto fare. Mi sento un privilegiato!
Partendo da Terni, come si arriva a fare tutto questo? Come hai cominciato?
Ho rinunciato a un contratto a tempo indeterminato per iniziare seriamente la carriera di autoreโฆ immagina la reazione dei miei genitori! Passo dopo passo, per ora รจ andata beneโฆ
La tua promozione dellโUmbria su Radio Deejay questโestate ha avuto un grande successoโฆ
Sรฌ, me lo hanno detto in tanti e alcuni sostengono che sia anche un poโ merito mio il turismo di questโestate. Io non penso: lโUmbria รจ meravigliosa ed รจ facile da raggiungere. Io posso aver messo il tarlo in testa a qualcuno, ma il grosso lo fa il territorio.
Com’รจ nato il pezzo?
Quel pezzo lโho scritto al volo, la mattina stessa e lโho fatto con molta leggerezza. Sono contentissimo che sia diventato virale! Quando posso, cerco sempre di valorizzare la regione: non si puรฒ restare attaccati al solo passato industriale – parlo di Terni – si deve puntare su altro come ad esempio lโenogastronomia. ยซMa quando se magna bene in Umbria?!ยป Ma in pochi lo sanno. Inoltre, ti do una notizia in anteprima: per Comedy Central ho girato una puntata particolare (andrร in onda tra diversi mesi) e tutto quello che serviva lo abbiamo trovato in Umbria. Siamo stati al Caos di Terni, allโAbbazia di San Pietro in Valle e al museo delle mummie di Ferentillo. ร una regione tutta da scoprire.
Per il turismo natalizio cosa potremmo dire? Venite in Umbria a Nataleโฆ
Intanto ci sono io, in Umbria a Natale, che mangio il panpepato โ lo faccio anche a Roma con la mia ricettina e poi lo regalo. In Umbria non cโรจ il mare, quindi quale migliore occasione se non dโinverno, poi non nevica o nevica poco, ci sono un sacco di cose da vedere: lโalbero di Gubbio, la Stella di Miranda a Terniโฆ una buona meta a basso costo per il Natale! Situazione Covid permettendo.
Hai fatto il liceo scientifico Galileo Galilei di Terniโฆ io quello di Perugia! Da qui ti chiedo: lโha mai sentita la rivalitร tra le due cittร ?
Avoja! Ci gioco spessissimo sulla rivalitร tra le due cittร , ovviamente in modo goliardico, non farei mai nulla di male ai cugini biancorossi. Ho una carissima amica perugina e ce le diciamo di tutti i colori, perchรฉ รจ divertente. Come hai sentito, nello spot ho nominato anche Perugia e ci sono tante persone intelligenti perugine โ (scherza) โ che in radio mi scrivono per prendermi in giro per lโaccento ternano. Lo fanno simpaticamente. Fa parte del gioco. Da ragazzo poi, vivevo la rivalitร anche a livello calcistico.
Quindi sei tifoso?
Della Ternana sarรฒ sempre tifoso. Da ragazzo andavo in curva, in trasfertaโฆ ora seguo molto poco il calcio, perรฒ: ยซChe ha fatto la Ternana?ยป lo devo sapere ogni domenica. Finchรฉ il campanilismo รจ divertimento va bene, quando esagera diventa stupido.
Dรฌ la veritร : hai goduto della retrocessione in serie C del Perugia?
Beh, per forza! Un poโ sรฌ (ride). In questo momento รจ una guerra tra poveri, ma fa godere lo stesso! Vediamo cosa succede questโanno.
Sei un appassionato di giochi da tavolo: qual รจ il tuo preferito?
Ne ho piรน di 400. Non sono i classici giochi, sono i giochi da tavolo di ultima generazione, quando li ho scoperti mi si รจ aperto un mondo. ร complicato sceglierne uno.
Se lโUmbria fosse un gioco da tavolo, quale sarebbe?
ร una bellissima domanda. Potrebbe essere Indovina chi? Tipo: ยซCโรจ la metropolitana?ยป si butta giรน tutto e finisce, oppure ยซCi sono Santi famosi?ยป ยซSรฌยป allora si lasciano alzati Terni, Assisi, Cascia. Ci si potrebbe pensare.
Come descriveresti lโUmbria in tre parole?
Natura, cibo, Natale.
La prima cosa che ti viene in mente pensando a questa regioneโฆ
LโUmbria รจ una regione lontana dal mare: a sinistra ci vogliono 138 km per arrivare allโAdriatico e a destra 335 km per raggiungere il Tirreno. Eppure in questa regione, che ha conosciuto il mare solo qualche milione dโanni fa, la collana di corallo รจ stata un oggetto a cui non si poteva rinunciare.
Era il regalo della suocera alla nuora e, nel caso la suocera non avesse avuto disponibilitร , ci pensava la mamma della sposa. La collana non poteva assolutamente mancare: ogni figlia che andava sposa doveva essere protetta da fatture e malefici.
La collana aveva perle rigorosamente digradanti ed era quella centrale a conferirle il vero valore. La perla centrale doveva essere grande, addirittura esagerata per meglio esibire la ricchezza della famiglia. Una tradizione tramandata fino agli anni Cinquanta-Sessanta del secolo scorso, quando in ogni circostanza importante si doveva sfoggiare la collana di corallo. Ormai il suo valore scaramantico รจ stato dimenticato: la collana col suo colore sanguigno non protegge piรน dalle influenze maligne, รจ semplicemente bella da portare e piรน si รจ distanti dal mare piรน la si apprezza.
Chi oggi tratta ancora coralli in Umbria afferma che la collana rossa รจ tornata di moda e che se ne vendono tante. La lavorazione perรฒ non si fa qui e gli artigiani capaci di ricavare perle e altri manufatti dalle colonne coralline sono sempre piรน rari.
Un monile antico
In Umbria, anche quando i collegamenti erano difficili e rischiosi, come nel Medioevo, i coralli si trovavano sempre. Li avevano gli speziali, che li macinavano per farne medicine per i ricchi, li dipingevano i pittori, caricandoli di tutti i simboli religiosi e magici allora conosciuti ed erano portati dalle donne che potevano permetterseli.
I pittori del Quattrocento e del Cinquecento hanno amato molto il corallo, tanto che Piero della Francesca, Pinturicchio, Bronzino e diversi pittori umbri hanno spesso raffigurato Gesรน Bambino con una collanina da cui ne pende un rametto. Il colore rosso ricorda il sangue, la forma articolata dei rami del corallo ricorda la circolazione sangue e il tutto preannuncia il futuro martirio. Il Bambino con collanina piรน famoso รจ certamente quello in braccio alla Madonna di Senigallia di Piero della Francesca.
Ormai il corallo viene da mari lontani perchรฉ il Mediterraneo lo ha quasi tutto esaurito. Sembra incredibile, ma solo 50 – 60 anni fa a Torre del Greco (Napoli) si lavorava solo il corallo di prima qualitร mentre il resto veniva usato per costruire le case o come materiale di riempimento sotto lโasfalto. Oggi, girando per Torre del Greco, si possono ancora vedere muri fatti con pietre e corallo. Adesso che il mondo si รจ ristretto, il commercio del corallo si รจ allargato anche se il materiale da gioielleria รจ sempre piรน difficile da reperire.
Ci รจ stato spiegato che il corallo rosa e quello pelle dโangelo vengono dal Pacifico, quello rosso scuro (detto moro) proviene dal Giappone, mentre la qualitร migliore รจ ancora quella del Mediterraneo e in particolare quella di Alghero dove perรฒ, per trovare una bella barriera, si deve scendere fino a 120 metri di profonditร .
Sabato 24 ottobre verrร presentato il libro Alchimie di luce – Un viaggio nell’arte di Michele Martinelli elaborato ed edito dalla curatrice d’arte Alessandra Anca Palel – Oxygene editore. Nell’apertura interverrร la Dott.ssa Laura Zazzerini, Direttore editoriale presso AboutUmbria Magazine.
La presentazione si svolgerร presso la Galleria d’arte Oxygene, all’interno del Centro Gherlinda (via Pierluigi Nervi 6) dalle ore 17,00.
Info: 3465735635
Il Festival ha ricevuto il premio โper lโalto valore culturale e di promozione della collettivitร โ dalla Fondazione Loreti Onlus.
Si รจ conclusa domenica 18 ottobre, la seconda edizione del Festival Free Wor(l)d per la Libertร di Espressione che a Spoleto si รจ tenuta in presenza e con dirette Facebook dal 15 al 18 ottobre 2020. Nonostante le incertezze causate dallโattuale situazione sanitaria da Covid-19, il Free Wor(l)d Festival con lโobiettivo di rimettere al centro le persone con la cultura e lโinformazione ha dato vita ad un ricco programma il cui filo conduttore era la disinformazione, il labile confine tra vero e falso. Per questo, dopo la messa in scena dello spettacolo teatrale, la Fondazione Loreti Onlus nella persona della neo presidente Olga Urbani ha premiato il Festival con motivazione โper lโalto valore culturale e di promozione della collettivitร โ, una targa รจ andata anche allo spettacolo teatrale Aletheia e alla regista Fabiana Vivani.
Premiazione Free Wor(l)d Festival con Olga Urbani, presidente Fondazione Loreti Onlus
Gli intenti della manifestazione, giร ben compresi dallโamministrazione comunale che aveva inviato il suo apprezzamento a piรน riprese durante i convegni โ โFestival manifestazione di altissimo livelloโ aveva detto il sindaco Umberto De Augustinis portando il suo saluto sabato mattina – ha trovato riscontro anche nel pubblico che ha partecipato e si รจ lasciato coinvolgere negli eventi organizzati.
Si รจ iniziato giovedรฌ 15 ottobre con la presentazione del libro La lingua disonesta del Prof. Edoardo Lombardi Vallauri su tecniche di manipolazione e persuasione nella politica e nella pubblicitร , si รจ proseguito sabato 17 ottobre con il convegno dedicato ai diritti umani in pratica (bruciante lโintervento del sociologo Marco Omizzolo sulle agromafie e il caporalato) e le mini conferenze della mattina su consapevolezza ed etica dellโinformazione (con, in presenza lโavvocato Laura Guercio, la sociolinguista Vera Gheno, lโattore Mirko Frezza e in collegamento la vicesegretaria nazionale di Cittadinanzattiva Anna Lisa Mandorino e le giornaliste Rosy Battaglia e Sara Magro), fino a domenica 18 ottobre con lโomaggio ad Andrea Camilleri e al suo impegno sociale per la veritร e la parola con il regista e drammaturgo Lorenzo Salveti e a cura del presidio โAngela Fiumeโ di Libera Spoleto. Emozionanti anche gli intermezzi: musicale (con il Trio Francioli, Marino, Scarabottini), fotografico (con la mostra di Emanuela Duranti, aperta in via del Mercato ancora fino al 25 ottobre p.v. con un incontro dibattito previsto sabato prossimo alle ore 16.30 sulla storia della fotografia), artistico (con una mostra dโarte di Maura Coltorti nel foyer del Teatro Nuovo, anteprima dello spettacolo), cinematografico (con la proiezione del film La veritร negata), didattico e formativo (prima con i webinar sul tema della disinformazione a cui hanno partecipato ben 24 classi tra biennio e triennio del polo liceale di Spoleto e poi con la premiazione del Concorso Letterario Scientifico โBernardino Ragniโ).
Da sinistra Mirko Frezza, Vera Gheno e Laura Guercio
Lโattuale situazione dโemergenza ha costretto il Free Wor(l)d Festival a rinviare invece lโincontro spettacolo sulla consapevolezza e lโinterpretazione dei mass media a cura di Lorella Zanardo e Cesare Cantรน che da Milano per senso di responsabilitร hanno preferito non rischiare.
Il Festival ideato da Valentina Tatti Tonni questโanno รจ stato portato avanti con dedizione e passione da parte delle associazioni culturali e di promozione sociale del territorio BeHuman, Cantiere Oberdan, CittadinanzAttiva, Donne contro la Guerra e Centro Anti Violenza โCrisalideโ, Il Contrappunto, Libera Spoleto, la Sala Frau e la libreria Ubik.
Ci sono anche strade e soprattutto percorsi che hanno preso vita da precise motivazioni delle persone che avevano la necessitร di spostarsi da un luogo a un altro in modo piรน comodo, veloce e sicuro possibile.
ร il caso dell’Abate Alberto che nel 1236 partรฌ dalla cittadina tedesca di Stade, ubicata nel Nord della Germania vicino alla foce del fiume Elba, in direzione Roma per incontrare Papa Gregorio IX. All’andata fece la Via Francigena mentre al ritorno la Romea-Germanica. Al rientro dal viaggio, durato circa sei mesi e dopo aver percorso circa 3.500 chilometri, deluso per una serie di motivi personali e di contrasti con i suoi confratelli, si dimise da Abate ed entrรฒ in convento.
Qui si dedicรฒ alla stesura di alcune opere tra cui gli Annales, una cronaca in latino degli avvenimenti piรน importanti del tempo. All’interno degli Annales รจ contenuto un dialogo tra due monaci immaginari che conversano sulle migliori strade da intraprendere per un pellegrinaggio verso Roma.
Nel dialogo, Alberto di Stade, racconta minuziosamente il suo viaggio, descrivendo i luoghi, le distanze, le soste e altre notizie utili ma soprattutto indica la Romea-Germanica come la Melior Via per raggiungere Roma.
Un'autentica e precisa guida di viaggio per il Pellegrino!
Da quel momento, tutti identificarono il percorso fatto da Alberto di Stade, attraverso la via Romea-Germanica o Via Romea Perigrinorum, come la strada piรน comoda e preferibile per raggiungere Roma dalla Germania.
La Romea-Germanica aveva molti incroci e diramazioni e collegava il Nord-Est europeo a Roma con una vera e propria rete stradale, di analoga importanza alla Via Francigena e al Cammino di Santiago di Compostela (all’epoca erano le tre strade europee piรน importanti e trafficate).
Alberto descrive, nel dialogo tra i due monaci, che partendo da Stade si attraversava una serie di cittร tedesche e austriache, dopodichรฉ si valicava il Passo del Brennero e, a seguire, si transitava per Trento, Padova, Venezia, Ravenna, Forlรฌ, Alpe di Serra, Arezzo, Val di Chiana, Orvieto, Acquapendente (dove la Melior Via si univa alla Francigena), Viterbo e si arrivava a Roma.
La via Romea-Germanica attraversava varie localitร del territorio del Trasimeno e della Chiana, e giungendo da Nord troveremo la Melior Via che dopo Arezzo toccherร nello specifico e in successione: Castiglion Fiorentino, Cortona, Montalla, Ossaia, Petrignano del Lago, Giorgi, Pozzuolo Umbro, Casamaggiore, Gioiella, Vaiano, Villastrada, Cimbano, Vocabolo Tre Case, Caselle, Paciano, San Donato, Popoltaio Schiacciato, Casaltondo, Cittร della Pieve, Fabro, Ficulle, Allerona, Orvieto, Acquapendente (qui si unisce alla Francigena), Viterbo e infine Roma.
In localitร Ossaia esisteva una sua derivazione che transitava sulla costa Nord del Lago Trasimeno nei territori di Tuoro, Passignano e Magione, proseguendo poi in direzione Corciano, Perugia, Assisi, Spoleto, Rieti e quindi Roma.
La Romea-Germanica o Melior Via era chiamata anche dell’Alpe di Serra o via dei Pellegrini o Major o degli Eserciti; infatti รจ stata attraversata oltre che da pellegrini e viandanti anche da Re, Imperatori Sassoni, Sovrani Svevi, Papi, Santi ed Eserciti e nel periodo dal 1000 in poi รจ stata, per molti secoli, la via piรน transitata per giungere a Roma e da qui, con altre strade, si poteva proseguire per la Terra Santa.
La Melior Via ha rappresentato nel passato e per molte localitร , scambio di persone, influenza culturale e artistica e sviluppo economico; dal secolo scorso, con l’avvento di nuovi percorsi di comunicazione piรน rapidi e veloci, alcuni tratti sono stati abbandonati o relegati in strade di secondaria o marginale importanza.
Recentemente si รจ dato nuovo interesse al ritrovato percorso della Romea-Germanica, il quale tocca localitร suggestive e interessanti da molti punti di vista e con una grossa portata storica.
Nel tratto del comprensorio del Trasimeno e non solo, l’antica Strada potrebbe rappresentare per un turismo sostenibile e responsabile, un’attrattiva artistica, culturale e naturista da valorizzare in favore della bellezza dei Borghi e dei luoghi visitabili attraverso essa; durante il suo tracciato si potrebbero incontrare numerose testimonianze culturali e ammirare un paesaggio mozzafiato che con i suoi colori delicati e pastello, mette tutto in armonia.
Gli operatori del settore, tramite l’organizzazione costante e calendarizzata di iniziative attraverso percorsi culturali indirizzati o passeggiate rilassanti o trekking o visite dedicate o altro, potrebbero trarre dalla Melior Via un vantaggio economico integrativo per la loro attivitร imprenditoriale.
ยซCredo che le fiabe, quelle vecchie e quelle nuove, possano contribuire a educare la mente. La fiaba รจ il luogo di tutte le ipotesiยป. (Gianni Rodari)
Maria Pia Minotti
Le favole hanno sempre un lieto fine, questโanno perรฒ per Fiabando nellโisola che cโรจ non cโรจ stato. Le avversitร meteorologiche che si sono abbattute sullโUmbria a settembre hanno fatto annullare lโottava edizione dellโevento, che si svolge ogni anno dal 2012 allโIsolaMaggiore, sul lago Trasimeno.
ยซQuestโanno abbiamo dovuto annullare questo fantastico evento che ci aveva richiesto un grande dispendio di energie, sia per le pratiche burocratiche sia per la mole delle offerte e le persone impegnate. Il meteo del 27 settembre non ci รจ stato favorevole, forse, per lโavversitร della strega Karabร che ogni tanto ci fa dei brutti scherzi! Insomma, una vera e propria congiura contro il fantasioso, fiabesco appuntamento annuale con elfi e fate, folletti e terribili antagonisti, con clown scintillanti, con musicanti e attori, bambini e adulti in festa, laboratori e letture, pittori e virtuosi della fotografia. Tutto questo รจ Fiabandoยป racconta Maria Pia Minotti psicoterapeuta ed ex insegnante, ma soprattutto ideatrice e curatrice della manifestazione.
Teresa Bruno
Lโevento – tranne in due occasioni, la prima e la settima edizione – si svolge in una sola giornata e ha come punto focale della mattinata la scrittura della propria fiaba: le persone vengono invitate a seguire le tappe strutturali in cui sono guidati dalla stessa Maria Pia Minotti e da attori e clown sulla via della Fiaba, il lungolago che da via Guglielmi arriva fino alla piazza di San Francesco, dove consegnano il loro elaborato con tutti gli elementi che lo rendono personale: ยซCi forniscono anche i loro contattati in caso di una nuova edizione stampata di Fiabe a pelo dโacqua. Si tratta di un vero e proprio laboratorio di fiabe aperto a tutti, da 0 a 100 anni, in cui tutti possono scrivere la propria storia. Ogni anno gli spettacoli pomeridiani sono vari e questโanno avrebbero visto impegnati il Laboratorio Teatrale del Martedรฌ di Magione, Stefano Marzuoli, Gianna Moretti del TeatroCโArt di Castelfiorentino, Marta Mingucci di Levanto, La Compagnia degli Asini di Mercadante di Firenze, il tutto condito dalle Bolle di Sapone giganti di Gloria Noto e dai pittori e dalle pittrici che si sarebbero cimentati in una estemporanea con esposizione in via Guglielmiยป prosegue la signora Minotti.
Questa giornata magica nel mondo delle favole e della fantasia รจ possibile anche grazie al sostegno del GAL Trasimeno Orvietano che si occupa di tutta la parte pubblicitaria. ยซPer noi โ che siamo tutti organizzatori volontari โ รจ un supporto fondamentale e molto importanteยป conclude Maria Pia.
Come sopravvivere a una lunga quarantena? O a una pandemia? Come sfuggire a nemici invisibile come ansia, paura… sรฉ stessi? Quattro amici piรน una voce narrante, uniti ma divisi nel lockdown, si inventano le loro originali, comiche e surreali vie d’uscita.
Carla Di Donato
Appena ho letto il titolo del libro di Carla Di Donato, Good Morning Covid-19 la prima cosa a cui ho pensato รจ stato il film Good Morning, Vietnam con Robin Williams e lโautrice, che presenterร la sua opera prima venerdรฌ 30 ottobreย alle 18.00 via streaming, ha subito confermato la mia sensazione: ยซIl libro sโispira proprio a quel film: cโรจ un riferimento diretto a questo anche nel libro, in un passaggio infatti scrivo: “In quellโistante nasce Good Morning Covid-19. Robin era in Vietnam. Io a casa mia. Loro? Beh… loro a casa loro”. Il romanzo รจ nato durante la quarantena ed รจ un antidoto alla paura, le apre la porta, la guarda in faccia e lโattraversa. Un surreale, comico, riflessivo, guizzante Buongiorno alla vita di ognuno di noi in questa pandemiaยป spiega lโautrice.
La storia gira intorno al mondo di personaggi sghembi, non a fuoco, in cerca di equilibrio in un momento storico particolare. I cinque protagonisti – Fluncho, il Ninja, Sandwich, La Flaca e Carlot – sono osservati dalla voce narrante allโinterno di un prisma, non hanno filtri, aprono e condividono il loro mondo interiore e lo rovesciano con follia.
ยซร un romanzo adatto a tutti, soprattutto a chi vuole sorridere e riflettere su qualcosa che generalmente crea ansia e fuga: accostarsi al libro puรฒ aiutare ad avere un approccio diverso al sentimento di incertezza e impotenza che ci accomuna di questi tempi, a sentirci meno impotenti e piรน centrati, piรน consapevoli, dunque piรน forti. ร un viaggio interiore intrapreso durante la chiusura forzata alla scoperta di un altrove da affrontare e da non temere. Good Morning Covid-19, edito da Edizioni Era Nuova, non segue un filo logico tra gli avvenimenti, รจ un labirinto di pensieri ispirato anche dallโopera in copertina del libro di Nino Vario. Non c’รจ consequenzialitร , ci sono accadimenti che si intersecano, cosรฌ come nella vita quotidianaยป prosegue Carla Di Donato.
La scrittrice รจ autrice di volumi e saggi accademici e di testi teatrali, collabora con La Civiltร Cattolica, danza e insegna Theatre Jazz. Ha lavorato all’estero, a Londra, al Victoria and Albert Museum e, in Italia, proprio a Perugia con il TSU (Teatro Stabile dell’Umbria) e con HOME – Centro di Residenza Coreografica. ยซEssere poliedrici e flessibili, oggi, aiuta ancor piรน che in passato. Ma, piรน di tutto, sono gli affetti e gli amici la rete indispensabile per farcela. Il libro racconta proprio questo: come riuscire a sentirsi vicini, forse come mai prima, anche in una distanza fisica forzata e prolungata. Piรน che un modo per esorcizzare questo momento storico, ovvero prenderne le distanze, direi che รจ un modo per abbracciarlo, in un senso nuovo, trattandolo come unโopportunitร , foriera di scoperte e di varchiยป conclude la scrittrice. Allโevento, oltre allโautrice, parteciperanno anche lo studioso Enzo Cordasco e lo scrittore Pierpaolo Peroni.
Nella pagina Facebook di Good Morning Covid-19 saranno rese note le indicazioni per seguire la diretta.
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