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L’albero di Natale più grande del mondo disegnato sull’acqua – inaugurato lo scorso anno a Castiglione del Lago sul Trasimeno – ha dato alla luce tanti piccoli alberelli.

Lo scorso anno con l’accensione dell’albero di Natale adagiato sul Trasimeno è stata organizzata la campagna Adotta una luce e pianta un albero: un progetto, che ha riscosso un grande successo, è stato innovativo e sperimentale e si è inserito in maniera armonica nell’habitat lacustre. Le 2558 luci adottate hanno reso possibile la nascita di nuove piante – aceri, frassini, querce e pioppi – presso l’ex aeroporto Eleuteri. 

 

L’inaugurazione del progetto

 

L’idea è nata grazie l’associazione Eventi Castiglione del Lago, che ha voluto restituire un dono al territorio: «In ogni attività umana, e quindi anche nell’organizzazione di un evento per il territorio, bisogna sempre pensare all’ambiente che ci ospita. Ed è per questo che abbiamo lanciato il progetto di adozione a distanza: per ogni lampadina dell’albero più grande del mondo che verrà adottata, ci impegneremo a piantare un albero. Piccoli gesti che messi insieme possono cambiare il volto di un territorio» affermarono i responsabili di Eventi. A un anno di distanza la promessa è stata mantenuta e presentata con una cerimonia alla quale hanno partecipato il sindaco di Castiglione del Lago Matteo Burico, la direttrice del GAL Trasimeno Orvietano Francesca Caproni e i rappresentanti degli sponsor, delle tante associazioni castiglionesi che hanno collaborato alla buona riuscita del progetto e naturalmente i volontari di Eventi, guidati dal presidente Marco Cecchetti.

«Abbiamo consegnato alla collettività 2558 nuove piante che rappresentano tanto per tutti noi, un’opera che è molto significativa per il nostro ambiente e per tutti i cittadini. Il sostegno è arrivato da tantissime persone, ma soprattutto dai castiglionesi che hanno deciso di credere con forza nella sfida di costruzione dell’albero più grande del mondo disegnato sull’acqua» ha ricordato Cecchetti.

La rinascita dell’aeroporto

Difficoltosa è stata la scelta del luogo di piantumazione: la zona che era sembrata più idonea era l’ex aeroporto Eleuteri, sottovalutando però le problematiche collegate al fatto che l’area fa parte della zona ZPS (Zona di Protezione Speciale) Lago Trasimeno che comprende la ZSC (Zona Speciale di Conservazione). Dopo quasi un anno d’iter burocratici, l’associazione Eventi ha portato a termine il progetto operativo di piantumazione – uno dei più ambiziosi d’Italia e il più grande mai realizzato in Umbria – lungo il percorso ciclabile del Trasimeno.

Il vicepresidente dell’Associazione Eventi di Castiglione del Lago, l’architetto Mirko Ceccarelli, che ha curato in prima persona l’aspetto progettuale e tecnico-amministrativo della messa a dimora delle piantine, ha dichiarato: «È stato un lavoro impegnativo e non senza difficoltà. Alla fine, grazie a tutta la squadra dell’associazione, siamo riusciti a realizzare questo sogno, che ha sfaccettature ecologiche, sociali e pedagogiche. Al momento abbiamo completato il lotto 1 e in parte il 2. A breve sarà portato a termine l’ultimo lotto, il 3. Roverelle, frassini, aceri, salici e pioppi, saranno le specie degli alberi che correranno lungo il percorso della pista ciclabile del Trasimeno, che passa all’interno dell’ex aeroporto Eleuteri di Castiglione. Una grande soddisfazione a servizio di tutta la comunità».

L’obiettivo è quello di migliorare le aree verdi presenti e realizzarne di nuove per la fruizione dei cittadini e dei turisti e al contempo migliorare e integrare gli habitat forestali presenti – già tutelati a livello europeo.

 

L’area individuata

 

«Il GAL ha creduto da subito in questo progetto perché questi eventi, la cultura e l’ambiente sono alla base della nostra economia e credo che siano essenziali per ripartire dopo la pandemia che, ci auguriamo tutti, passi prima possibile. Chi viene al Trasimeno non viene per un turismo di massa ma viene perché apprezza ed ama il territorio e il suo ambiente che abbiamo saputo valorizzare: il GAL si occupa di questo e sostiene Eventi e i suoi progetti in collaborazione con il Comune di Castiglione del Lago» ha spiegato la direttrice Francesca Caproni. Anche il sindaco Burico è entusiasta dell’iniziativa che vede come un primo passo verso la rinascita: «Non mi stancherò mai di ringraziare l’associazione Eventi senza la quale questo non sarebbe stato possibile: queste piantine sono il simbolo della rinascita in attesa di ripartire con i prossimi eventi che segneranno la ripartenza del territorio, con forza e con fiducia nel futuro».

 

Un cartoon racconta la vera storia dell’albero di Natale sull’acqua più grande del mondo di Castiglione del Lago.

Ascanio il pesciolino geniale

 

Protagonista di un progetto didattico, che coinvolge anche le scuole primarie del territorio, è il pesciolino Ascanio; con lui a nuotare e divertirsi nelle acque del lago tanti personaggi ispirati alla fauna che popola il Trasimeno. L’idea curiosa e originale ha preso vita grazie l’associazione Eventi Castiglione del Lago che con un team di creativi umbri ha sviluppato un racconto dal titolo Ascanio il pesciolino geniale, che ha come scenario le acque del Trasimeno. Il cartone animato è diventato realtà anche grazie al finanziamento del GAL Trasimeno Orvietano.

Louis e Tina

I protagonisti lacustri

Ascanio a tanti amici che nuotano con lui, ci sono Louis e Tina: lui è un simpatico gambero di lago di rosso vestito, mentre lei è una piccola tinca dalla verde livrea; poi Vanda e Hanz che amano passare il tempo a chiacchierare sulle sponde del lago: Vanda è un castoro d’acqua dolce mentre Hanz il germano ha l’accento tedesco. Cassandra invece è una sinuosa anguilla mentre Martin è un ottimo pescatore e un provetto tuffatore. La Regina del lago è sicuramente lei: nuota imperiosa nei fondali insieme alla sua amica Sissi, una pescegatta dagli occhi graffianti con dei simpatici baffetti. E se il lago Trasimeno ha una sua Regina, di certo Lucio il luccio non può che essere il suo re: ad accompagnarlo in questa folle avventura la dinamica, iperattiva e frenetica Scheggia l’agoncella. Ci sono Giulio il gabbiano, Fabio l’airone e Filippo lo svasso e, a dirigere la realizzazione dell’albero, sarà il saggio gufo Cecè.

Il progetto

Il progetto, oltre a fare un regalo a tutti i bambini del Trasimeno in occasione del Natale, ha lo scopo di far conoscere il territorio e il proprio paese in maniera innovativa; per aiutarli a memorizzare la storia e a interagire con i suoi personaggi sono state prodotte anche delle schede che contengono giochi e disegni, l’idea – piaciuta subito alla dirigente Stefania De Fazio e agli insegnanti delle scuole – ha avuto il patrocinio della Direzione Didattica Franco Rasetti di Castiglione del Lago. «A gennaio, inoltre, abbiamo in programma di iniziare la commercializzazione del libricino contenente la storia del corto animato e successivamente di alcuni gadget» spiega l’associazione Eventi. Parte del ricavato delle vendite sarà destinato alla raccolta fondi per le scuole, ad attività collegate allo sviluppo del progetto Ascanio il pesciolino geniale e a quelle legate alla natura, alla sostenibilità e alla biodiversità del lago Trasimeno.

Ma non è tutto. Sarà un 2021 ricco per Eventi, che lavorerà a ulteriori progetti didattici legati al pesciolino con il coinvolgimento del GAL Trasimeno Orvietano per il finanziamento dell’iniziativa e delle altre associazioni locali da tempo impegnate in progetti didattici e naturalistici: un libro o una collana di libri con protagonisti i personaggi del cartone sono tra le proposte.

Lucio e Scheggia

Ideata dai consiglieri di Eventi, la storia di ha visto la collaborazione di Marco Pareti, Sara Nuccioni, Stefano Garzi e Luana Sacco alla sceneggiatura e ai dialoghi, mentre i disegni originali sono di Filippo Peparelli mentre l’animazione e le musiche originali sono dell’agenzia Le Fucine Art&media di Perugia con il mixaggio di Mirko Revoyera. Le voci dei personaggi sono di Mirko Revoyera, Viola Chiucchiurlotto, Sara Nuccioni, Federica Giovannoni, Gabriele Lucentini, Gabriella Scarpanti, Stefano Bartolucci, Emma Alessandra Lucentini e Virgilio Vincenzoni che hanno tutti collaborato gratuitamente. Un ringraziamento particolare va allo studio di registrazione Rokkaforte Records di Castiglione del Lago e all’associazione Trasimeno Teatro.

Il corto d’animazione è visibile nella pagina Facebook Luci sul Trasimeno e sul sito www.lucisultrasimeno.it.

 

Natale è già qui. E come ogni anno, si rinnova il dilemma: albero o presepe? Un bel problema, praticamente irrisolvibile!

Presepisti o alberisti si nasce, è l’imprinting che ci segna indelebilmente sin dal nostro primo Natale. Difficilmente si abiura o si passa da una credenza all’altra, magari si sommano le due, ma non si rinuncia all’una per l’altra. Ci sono persone che non hanno dubbi e pensano a costruire il presepe a partire dal 26 dicembre, cioè il giorno dopo Natale.

 

Presepe di Massa Martana in cartapesta

 

Sono i presepisti, persone che lavorano per la gioia di arrivare a Natale con un presepe nuovo, fatto interamente con le loro mani. Ovunque ci sono scuole di presepistica, ma unica è la Scuola Umbra del Presepe di Cartapesta creata a Massa Martana per mantenere viva una tradizione importata direttamente da Lecce e attecchita nella terra dove il presepe è stato inventato.
Peccato che a causa del Coronavirus a Massa Martana quest’anno non si potrà svolgere la solita mostra dei presepi d’Italia e del mondo: una bella occasione per scoprire come anche il Presepe sia legato alle tradizioni di ciascun luogo; raramente infatti le scenografie evocano i luoghi della Palestina dove l’evento si è effettivamente svolto. Roma ha i monumenti, l’Umbria ha le colline, l’Alto Adige ambienta la scena nei masi o nei fienili, i posti di mare hanno sempre il porto.

Il presepe di cartapesta

Il papier mâché, ovvero la carta masticata o cartapesta sembra essere nata tra il Cinquecento e il Seicento in Italia, nel leccese, ma si è diffusa anche in Inghilterra, in Francia e in Russia. Era un materiale poverissimo per fare gli oggetti più disparati perché era modellabile e non marciva. Ebbe grande successo con le statue religiose ricche di drappeggi che imitavano broccati o tessuti preziosi. È la fantasia di chi non può permettersi di acquistare tessuti ricchi nemmeno per vestire le statue.
Un materiale povero che si sviluppò in ambienti poveri, ma anche i ricchi se ne appropriarono. In Russia divenne status symbol avere delle scatole di cartapesta laccate e decorate da grandi artisti. Con la cartapesta sono state fatte maschere, bambole, scatole, giocattoli e i carri allegorici di Viareggio.

 

Il presepe di cartapesta realizzato dai presepisti di Massa Martana

I presepisti di Massa Martana

Ma torniamo al presepe di cartapesta che richiede multiformi capacità artistiche. I presepisti di Massa Martana sono solo cinque e svolgono il lavoro in gruppo. Nessuno dei magnifici cinque ha un ruolo definito, tutti fanno tutto con estrema cura, perché preparare il presepe di cartapesta è una vera scuola d’arte che richiede pazienza, dedizione e molta attenzione per non danneggiare terracotta o panneggi.
Il lavoro si svolge più o meno così: Pietro sceglie il soggetto, ispirandosi alla tradizione più alta che c’è: a Caravaggio oppure al Perugino; Doriana studia le proporzioni; Fabiola studia la scenografia; Elvira modella le parti in terracotta; Giulia piega la struttura portante di fil di ferro; Pietro incolla teste mani e piedi alla struttura di ferro; Fabiola dispone le carte incrociando le trame; Elvira prepara l’impasto di colla; Giulia stende la colla sulle carte; Doriana le modella come vesti; Elvira dipinge le vesti ormai asciutte; Giulia focheggia il tutto per evitare che tracce di umidità ammuffiscano le vesti. Tutto è pronto per essere assemblato. La scenografia è pronta, i personaggi vengono fissati sulle basi, le luci funzionano e la magia del Natale è di nuovo lì.

P.S. Io sono alberista.

«Riaccendiamo la speranza» è lo slogan che accompagna l’iniziativa di ripristinare l’abitudine che, fino al 2010, ricorreva ogni anno, dall’8 dicembre al 7 gennaio: veniva allestita una struttura stilizzata e illuminata che, raffigurante un albero di Natale, veniva adagiata sul versante collinare nord-ovest dell’Isola Maggiore, nel Comune di Tuoro sul Trasimeno.

Le Proloco di Isola Maggiore e di Tuoro sul Trasimeno si sono unite per riprendere, da quest’anno e dopo 10 anni di fermo, la tradizione per l’allestimento dell’Albero di Natale isolano che affonda le radici nei primi anni Novanta.
Il Comune di Tuoro ha ben accolto e sostenuto l’iniziativa, che rappresenta il rinnovo di un simbolo tradizionale delle festività, ma anche un messaggio di speranza, in questi tempi di emergenza sanitaria sempre più stringente. La presidente della Proloco di Isola Maggiore, Silvia Silvi, ci ha detto con orgoglio: «Il ripristino dell’albero è un momento importante per la nostra beneamata isola. Da qualche anno non veniva più realizzato, per la drastica riduzione del numero degli isolani e per l’impianto d’illuminazione dell’albero, che non era più a norma. Inoltre la sinergia d’intenti e l’unione delle forze con la Proloco di Tuoro, in accordo con il Comune, rappresenta un momento molto significativo, in quanto si tratta di una prima volta, per due associazioni di questa tipologia, che operano in simbiosi sullo stesso territorio».

 

 

Fabrizio Magara, il presidente della Proloco di Tuoro, invece ha riferito: «La struttura dell’albero è composta da oltre 400 metri di cavo e da circa 300 lampadine a led. Sarà visibile dalla superstrada e da molti punti del territorio lacustre. Questa iniziativa è un grosso impegno che ci siamo sentiti di prendere insieme alla Proloco di Isola e al Comune per riuscire a rilanciare un simbolo che ridà, con la sua luce, speranza a tutti». È poi la volta dell’assessore alla Cultura del comune lacustre, Thomas Fabilli: «L’albero verrà acceso l’8 dicembre, probabilmente dalla panoramica terrazza toreggiana, definita Del Rondò, che si affaccia sulle acque del Trasimeno e proprio di fronte a sé ha la nostra Isola Maggiore. Sul suo versante collinare sarà ubicata la struttura che richiama alla mente un albero di natale, pronto a illuminarsi per l’azione della prima cittadina, Maria Elena Minciaroni».

 

 

La Sindaca Maria Elena Minciaroni ha comunicato con fierezza: «L’iniziativa rappresenta – e il Comune ne è partecipe –  la volontà della nostra gente di ripristinare l’albero di Natale di Isola, per rinverdire una tradizione che si era persa da qualche anno. Potrà dare speranza a tutte quelle persone sole che, anche da lontano, riusciranno a intravedere l’albero illuminato, che farà loro un po’ di compagnia. Inoltre sarà compagno di tutti quelli che, guardandolo, potranno ritrovare energia, fiducia e ottimismo in questi delicati e complicati tempi di emergenza sanitaria». Le due Proloco e il Comune si riservano di integrare l’evento con un programma, ovviamente tenendo conto degli aggiornamenti in tema di sicurezza COVID. Gli organizzatori saranno ben felici di ricevere supporto dai privati e dagli imprenditori che volessero contribuire al sostegno dell’iniziativa.

Se ne sta lì, bello e luminoso, sdraiato sul monte Ingino con le sue ottocento luci, che dal 1981 vengono accese ogni 7 dicembre.

L’Albero di Natale di Gubbio, con una superficie di 130 metri quadrati, è l’albero di Natale più grande del mondo. Nel 1991 è entrato nel Guinness dei Primati 
Arriveranno dallo spazio il messaggio e l’augurio che daranno il “via” all’accensione dell’Albero. Sarà, infatti, l’astronauta Paolo Nespoli a illuminare l’abete, che quest’anno sarà dedicato alla scienza e al progresso tecnologico, rappresentato dalla collaborazione tra Agenzia spaziale europea (Esa) e Agenzia spaziale italiana (Asi). Per la terza volta, Paolo Nespoli è a bordo della Iss che sta orbitando a 400 chilometri di altezza dalla Terra e che questa sera attraverserà i nostri cieli. Da lassù accenderà le luci e darà il via alla festa natalizia di Gubbio 

 

natale in umbria

Gubbio, l’albero di Natale più grande del mondo, foto via

Le caratteristiche dell’albero

Per la trentasettesima volta gli “Alberaioli” eugubini hanno mantenuto l’impegno preso da chi – nel 1981 per la prima volta – realizzò l’Albero sulle aspre pendici del monte Ingino La struttura si distende, con una base di 450 metri, per oltre 750 metri sulle pendici del monte, partendo dalle mura della città medioevale e arrivando alla basilica del Patrono, sant’Ubaldo, posta in cima alla montagna. Sulla cima svetta la cometa, che ha una superficie di circa mille metri quadri ed è disegnata da oltre 250 punti luminosi. 

 


Per saperne di più: http://www.alberodigubbio.com/ 

 

 

Per saperne di più su Gubbio