Nei meravigliosi locali della Domus Pauperum (in corso Garibaldi, Perugia), con lโapprossimarsi dei mondiali di calcio, la mostra introduce alla figura di Carmelo Silva, il mitico disegnatore che dalle colonne del Calcio Illustrato sโinventava la pratica della moviola ancor prima che esistessero i dispositivi televisivi. Con la sua matita ricostruiva i passaggi piรน importanti e memorabili delle partite italiane e non solo.
Il materiale esposto proviene dalle collezioni assolutamente originali di Adriano Piazzoli. Il periodo raccontato va dagli anni โ30 agli anni โ80.
La cura della mostra รจ di Martina Barro e Cristiana Palma, con la collaborazione di Gabriele De Veris. La progettazione grafica รจ di Marta Petrelli.
La mostra comincia oggi e sarร visibile fino a venerdรฌ 9 dicembre. Gli orari sono la mattina dalle 10.30 alle 13.00 e il pomeriggio dalle 17.30 alle 20.00.
Lโex calciatore dellโInter parla dellโUmbria, delle sue passioni e degli anni nerazzurri.
Undici anni da leader con la stessa maglia โ quella dellโInter โ aria e comportamento da bravo ragazzo, attaccamento alla famiglia e alla sua terra. Andrea Ranocchia, nato Bastia Umbra, difensore di professione, รจ ben lontano dallo stereotipo del calciatore: รจ uno che piace anche ai tifosi avversari per la sua educazione e gentilezza. Dopo aver vinto con lโInter un Campionato, due Coppe Italia e una Supercoppa e aver ricevuto il Premio Armando Picchi come Miglior difensore Italiano under 23 nella stagione 2010-2011, oggi veste la maglia del Monza, per iniziare a 34 anni una nuova avventura. Gli abbiamo fatto qualche domanda per conoscere non solo il Ranocchia calciatore, ma anche lโAndrea di tutti i giorni. Unica domanda a cui non ha risposto รจ stata quella sulla vittoria del Campionato del Milanโฆ chissร perchรฉ?!
Andrea Ranocchia saluta l’Inter, foto via Facebook
Andrea, qual รจ il tuo legame con lโUmbria?
ร un legame forte, perchรฉ รจ la terra dove sono nato, dove ho gli amici e dove vive la mia famiglia. Le mie radici sono qui e appena posso, quando ho un poโ di tempo libero โ non ne ho molto โ torno ad Assisi e a Bastia Umbra.
Da bastiolo, per quale rione fai il tifo durante il Palio di San Michele?
Simpatizzo per il rione Moncioveta, ma quando cโรจ il Palio non ci sono mai perchรฉ รจ giร iniziata la stagione, quindi sono praticamente ventโanni che non lo vivo. Perรฒ mi รจ sempre piaciuta molto lโatmosfera che si crea e che si respira durante la festa, indipendentemente da chi vince o perde.
Dopo 11 anni hai lasciato lโInter: cosa vuol dire chiudere un capitolo cosรฌ importante della vita lavorativa?
Va bene cosรฌ. Sono contento di come รจ finita e soprattutto sono contento di quello che ho fatto in questi 11 anni allโInter. Questi anni e questa grande squadra mi hanno lasciato veramente tantissimo dentro.
Qual รจ il ricordo piรน bello e quello piรน brutto legato a questi anni nerazzurri?
Il piรน bello รจ sicuramente quando abbiamo vinto lo scudetto perchรฉ era tanto tempo che lโInter non ne vinceva uno. Ci ha ripagato di tutti gli anni un poโ bui. Invece, il periodo piรน brutto รจ stato quello con i cambi di proprietร , i tanti allenatori. Insomma cโera una grande confusione; perรฒ, piรน che periodo brutto, direi anni difficili in cui le cose non andavano bene.
Ora vesti la maglia del Monza: cosa ti aspetti da questa nuova esperienza?ย ย ย
Sono contento e veramente grato di questa nuova esperienza. Ho molto entusiasmo e voglio fare una grande annata.
Sei partito dalle giovanili del Bastia e del Perugia: che ne pensi di finire la carriera โ quando sarร โ col Perugia?
Non escludo nulla. Non so quando e dove finirร la mia carriera, vedrรฒ quanta voglia ho ancora di giocare quando scadrร il mio contratto col Monza. Lascio aperto tutte le porte, ma sinceramente non lo so. Ci penserรฒ quando dovrรฒ prendere altre decisioni lavorative.
Andrea Ranocchia con la maglia del Monza, foto by Facebook
Prima o poi tornerai comunque a vivere in Umbriaโฆ
Quando smetterรฒ sicuramente tornerรฒ a vivere in Umbria: ho comprato una casa ad Assisi quindi con la mia famiglia vivremo lรฌ.
Cosa fa Andrea Ranocchia quando non fa il calciatore?
Quando non faccio il calciatore faccio il papร . Mi godo gli amici, la famiglia, gli affetti. Non ho tanto tempo libero perchรฉ sono sempre in viaggio tra allenamenti, partite e trasferte perรฒ cerco di dedicare tutto il mio tempo libero ai miei figli e alla mia famiglia.
Hai qualche hobby?
Sono un grande appassionato di vino, ma il mio hobby preferito รจ godermi i miei figli.
I due calciatori lasciano le rispettive squadre โ Inter e Sassuolo โ dopo decenni. Ora pensano al futuro e, perchรฉ no, a un ritorno in Umbria.
Dicono che le bandiere nel calcio non ci sono piรน, che le ultime si sono ammainate con lโaddio di Maldini, Zanetti e Totti. Ma ci sono bandiere e giocatori simbolo piรน silenziosi, meno da copertina e piรน da spogliatoio. Domenica due di loro hanno lasciato le loro squadre dopo esserne stati capitani per anni. Sono Francesco Magnanelli da Cittร di Castello e Andrea Ranocchia da Bastia Umbra che non hanno solo questo in comune, ma anche il fatto di essere entrambi due umbri DOC.
Magnanelli lascia il Sassuolo dopo 17 anni con 520 partite giocate, partendo dalla serie C fino allโEuropa League, sempre con la maglia neroverde. ยซSono orgoglioso di essere rimasto a Sassuolo per 17 anni. Qui sono diventato uomo. Nessuno mi ha dato la serie A. Sono io che me la sono presa. Eppure allโinizio mi sbagliavano il cognome: mi chiamavano Massimo Manganelli. Sia tecnicamente sia fisicamente non ero baciato dalla sorte e poi venivo dal Gubbio, ero l’ultimo arrivato e non ero certo di continuare col calcioยป. Ma le cose nella vita cambiano decisamente.
Francesco Magnanelli, foto by Facebook
Noi di AboutUmbria lo avevamo intervistato qualche anno fa e, oltre ad averci svelato il suo amore per lโUmbria: ยซร la mia terra, la mia famiglia dโorigine, gli amici di sempre. Ho un legame molto forte con questa terra e, per questo, torno appena posso. Ci passo le vacanze, รจ un luogo molto particolare e affascinante. In piรน, quando vivi fuori lo apprezzi maggiormente, vedi i suoi pregi ma anche i suoi difettiยป, aveva accennato al suo futuro incerto una volta lasciato il calcio: ยซNon so bene cosa farรฒ. Per ora vivo alla giornataยป. Futuro che oggi vede con piรน chiarezza: ยซSi chiude un capitolo e se ne apre un altro, spero altrettanto bello, in un mondo in cui non so minimamente niente. La societร mi ha proposto qualcosa di bello, per me questo รจ una grandissima soddisfazioneยป.
Andrea Ranocchia, foto by Facebook
Cโรจ poi Andrea Ranocchia, partito dalle giovanili del Bastia e del Perugia e arrivato a essere per alcuni anni capitano dellโInter e poi uomo spogliatoio, vincere trofei e vestire la maglia azzurra. Dopo 11 stagioni, 226 partite e 14 gol si toglie la maglia nerazzurra. In un veloce scambio di battute di due anni fa ci aveva confessato che voleva sicuramente tornare a vivere in Umbria una volta lasciata la squadra milanese e: ยซSe un giorno andrรฒ via dallโInter mi piacerebbe finire la carriera a Perugia, ma non so quanto sia fattibile. Vedremo!ยป. Non ci resta che aspettare il calciomercato! Ranocchia salutato dai tifosi di San Siro con lo striscione: Andrea Ranocchia orgoglio della Nord, ha ringraziato tutti: ยซRingrazio i tifosi, chi mi รจ stato vicino, i miei compagni, la mia famiglia, i miei figli. Personalmente sono contento e appagato di tutto quello che ho fatto e che ho dato. Quando sono arrivato allโInter ero un ragazzo giovane con tante ambizioni, speranze e voglia di divertirsi. Ora sono diventato un poโ piรน vecchio, ma la voglia di divertirsi c’รจ ancora. Adesso mi riposerรฒ un poโ e poi penseremo al futuroยป.
ยซAncora, a distanza di mesi, non mi rendo conto. Finchรฉ uno non si trova lรฌ non comprende cosa sia unโOlimpiadeยป.
Alessandra Favoriti con la coppa e la medaglia di Campione d’Europa
La dottoressa Alessandra Favoriti รจ un medico sportivo di Terni, fa parte dello staff della Ternana Calcioe – da anni โ di quello dellโItalvolley femminile, fresco di titolo europeo. Fieramente umbra e ternana, ex pallavolista e super tifosa delle Fere, รจ riuscita a unire il lavoro con la passione per lo sport. Chiacchierare con lei รจ stato molto divertente, nonostante le nostre fedi calcistiche opposte. Ci siamo promesse di risentirci dopo Perugia-Ternana del 18 dicembre: ยซGli sfottรฒ sono il bello dello sport. ร una delle parti piรน divertentiยป dice schiettamente. Io non potrei essere piรน dโaccordo!
Alessandra, la prima domanda รจ dโobbligo: qual รจ il tuo legame con lโUmbria?
Sono nata a Terni, sono fieramente umbra. Sono molto legata alla mia terra: mi piace girarla, scoprirla ed esplorarla.
Perchรฉ hai scelto di diventare un medico sportivo?
Ho scelto questa specializzazione probabilmente perchรฉ sono nata in una famiglia di sportivi che mi ha sempre avvicinato a questo mondo. ร quello che mi piace! Ho unito passione e lavoro.
Anche tu hai giocato a pallavolo: che emozione รจ stata vincere lโEuropeo?
Seguo la Nazionale da 7 anni, ho visto queste ragazze crescere e vincere anche nelle competizioni giovanili. Se fossi stata a casa sarei comunque stata una loro super tifosa, ma trovarmi lรฌ in panchina come membro dello staff รจ una cosa che non riesco ancora a realizzare. Unโemozione grandissima.
La prima cosa che hai pensatoโฆ
Oh, finalmente! Vincere contro la Serbia a casa loroโฆ รจ proprio bello!
Una soddisfazione anche per rispondere alle critiche post Olimpicheโฆ
Sรฌ, รจ stato il giusto epilogo di unโestate in cui abbiamo lavorato molto bene. Nello sport si vince e si perde e le critiche ci stanno, perรฒ questa รจ una vittoria meritata, se non altro per tutto lโimpegno che cโรจ stato.
Cosa vuol dire per uno sportivo (o ex sportivo) partecipare alle Olimpiadi?
Ancora, a distanza di mesi non me ne rendo conto. ร stata unโOlimpiade surreale, vissuta in modo molto intenso, forse perchรฉ non cโera il pubblico o per il periodo storico che viviamo. Finchรฉ non sei lรฌ non ti rendi conto di quello che รจ realmente: vedere atleti di tutto il mondo, culture di tutto il mondo, abitudini alimentari di tutto il mondo. Incontrare campioni che hai sempre visto in tv e sentirsi parte del team Italia genera un senso di appartenenza molto grande. Forse anche per questo le delusioni e le vittorie sono amplificate, le percepisci maggiormente.
Sei mai andata nel panico in campo durante un intervento?
No, non รจ mai accaduto. Ci sono tutti i mezzi per fare gli accertamenti e tutelare la salute degli atleti.
Il tuo passato da sportiva ti ha aiuta in questo mondo?
Indubbiamente lavorare nello sport che conosco e che ho praticato fa sรฌ che io abbia un approccio migliore con le problematiche che devo affrontare. Chi si vuole affacciare alla medicina dello sport deve essere in grado di lavorare allโinterno di uno staff e non รจ facile, soprattutto quando si sta con le nazionali: si vive insieme 24 ore su 24, questo รจ bello, ma cโรจ anche uno sforzo maggiore.
Qual รจ la cosa che da medico ripeti sempre ai tuoi pazienti sportivi?
Devo essere sincera, ho due gruppi ai quali non devo dire molte cose, sono dei professionisti. Forse la nutrizione, in particolare quando si cambia fuso orario e si va dallโaltra parte del mondo, va tenuta sotto controllo. La cura dellโalimentazione diventa fondamentale, soprattutto in competizioni molto lunghe e con ritmi serrati. Ripeto sempre: mangiare bene e riposarsi.
Penso alla Ternana. Una donna in campo con soli uomini: รจ piรน facile comandarli o farsi rispettare?
Mi trovo bene in entrambi gli ambienti, tra lโaltro anche nella Nazionale di pallavolo sono lโunica donna nello staff. Sia le pallavoliste sia i calciatori sono dei professionisti e ascoltano i consigli del medico. Il rapporto piรน importante รจ quello con il resto dello staff: fondamentale รจ ottenere la fiducia, mantenerla e soprattutto entrare nelle dinamiche dei due sport che, ovviamente sono differenti.
Cโรจ molta differenza tra i due approcci?
No, รจ solo diversa lโesperienza. In Nazionale convivi 24 ore su 24 con gli altri e ci sono dinamiche piรน intense. Ho la fortuna di essermi integrata bene in entrambe le squadre.
Potremmo parlare di calcio per ore, ma non so se finiremmo questa intervista (scherzo!): io tifosa del Perugia e del Milan, tu della Ternana e della Romaโฆ
Benissimo! Sullo sport sono molto campanilista, lo sfottรฒ รจ un divertimento. Ho giร segnato la data del derby contro il Perugia. Ce lโho stampata in testa (scherza! ndr). Il prendersi in giro รจ una parte divertente dello sport. Allora ci risentiamo dopo la partita!
Il tuo sogno รจ la Ternana che vince lo scudetto?
Eh, magari!
Lo scambieresti con la medaglia dellโEuropeo di volley?
ร unโaltra cosa. Le metterei entrambe sullo stesso piano. Vincere contro la Serbia a Belgrado equivale a vincere un derby in trasferta.
Ma nel derby non cโรจ un trofeo in palio?
Non importa, basta la gloria!
Svelaci una curiositร accaduta durante gli Europeiโฆ
Ne sono successe tante. Ti posso dire che io e il preparatore atletico siamo andati in fissa con le canzoni di Will Smith. ร stata la nostra colonna sonora.
E nello spogliatoio della Ternana?
Con la Ternana abbiamo dei gesti scaramantici che perรฒ non vanno detti, altrimenti perderebbero la loro efficacia!
Parliamo di sport in Umbria: cosa andrebbe migliorato?
Da persona che ha praticato attivitร sportiva da tutta la vita, spero che lโUmbria e lo sport facciano pace. Il calcio รจ un movimento molto forte, ma le altre realtร lo sono meno, tra queste penso alla pallavolo. Non tanto ad alto livello, ma nel movimento giovanile ci sono societร in crisi che questo periodo storico ha aggravato. Mancano inoltre le strutture, penso ad esempio allโatletica a Terni che aveva una grande tradizione e che ora non ha piรน nemmeno una casa dove allenarsi. Servono grossi investimenti soprattutto nelle strutture: lo sport รจ importante, fa bene alla salute e dobbiamo appoggiarlo in ogni modo. Come Ternana Calcio abbiamo fatto qualcosa ma non basta, ci vuole lโintervento della Regione. Occorre dare spazio a tutti gli sport e il primo passo รจ avere impianti adeguati. Lo sport รจ salute, movimento, integrazione, unione, lavoroโฆ
Per concludere, come descriveresti lโUmbria in tre parole?
Verde, mistica, affascinante.
La prima cosa che ti viene in mente pensando a questa regioneโฆ
Difficilmente su AboutUmbria parliamo di calcio, ma oggi รจ un giorno particolare, non si parla solo di calcio giocato ma di Storia del Calcio.
Ci sono calciatori che diventano eroi, che resistono al tempo e che non moriranno mai. Almeno nella testa dei bambini (poi uomini o donne) che li hanno visti giocare. Io a Perugia ho visto giocare Paolo Rossi da dentro la pancia di mia mamma, abbonata allo stadio non perdeva una partita! Non ho ricordi nemmeno del Mondiale’82 – la generazione anni 80 ha questa lacuna – ma i racconti, le foto e i video lo hanno reso talmente nitido che รจ come se lo avessi vissuto in diretta. Cosรฌ รจ stato anche per Paolo Rossi, che ha rappresentato un pezzo di storia sia italiana sia perugina.
Paolo Rossi con la maglia del Perugia
L’attaccante toscanoย โ che si รจ spento oggi a 64 anni per un male incurabile – ha vestito entrambe le maglie ed รจ stato il calciatore piรน importante a indossare quella biancorossa. Proprio il suo trasferimento a Perugia segnรฒ una sorta di spartiacque nel panorama calcistico nazionale: infatti, per finanziare lโoneroso arrivo dellโattaccante, Franco DโAttoma ideรฒ la prima sponsorizzazione di maglia. Fu un debutto assoluto poichรฉ mai prima dโallora, in Italia, una divisa da gioco era stata firmata da un marchio commerciale (la pasta Ponte); Rossi e il Perugia furono i primi a rompere questo tabรน. Era il campionato 1979-80. In questa sua unica stagione umbra realizzรฒ 13 gol in 28 gare di campionato e 1 rete in 4 partite di Coppa UEFA; il giocatore fu a lungo il capocannoniere della Serie A (chiudendo poi terzo).
Ma per tutti Paolo Rossi รจ Pablito, lโeroe dellโItalia Campione del Mondo del 1982, quella che batteฬ il Brasile di Zico, lโArgentina di Maradona, la Polonia di Boniek e in finale la Germania di Rummenigge. LโItalia di Bearzot e dellโurlo in corsa di Marco Tardelli โ per molti piรน famoso di quello di Munch. Fu lui il protagonista di quel mondiale, che dopo la squalifica per calcio scommesse e un brutto inizio, decolloฬ – tre gol al Brasile, due alla Polonia, uno alla Germania – e portรฒ lโItalia a conquistare il terzo titolo di campione del mondo. Quellโanno vinse anche il Pallone dโOro.
Dopo lโesperienza perugina andรฒ alla Juve dove vinse due scudetti, una Coppa delle Coppe, una Supercoppa Uefa e una Coppa dei Campioni per poi giocare nel Milan e nel Verona, dove chiuse la sua carriera.
Il suo legame con Perugia รจ sempre vivo, infatti la sua seconda moglie, la giornalista Federica Cappelletti da cui ha avuto due figlie, รจ perugina.
ยซLa rivalitร tra Terni e Perugia รจ divertente e fa parte del gioco, basta che non si esageri altrimenti diventa stupido. Il Perugia in C? Beh, sรฌ che ho goduto!ยป.
Francesco Lancia รจ uno che lavora dietro le quinte come autore di numerose trasmissioni televisive per Rai, La7, Sky, Mediaset, DeejayY Tv e Comedy Central. ร anche autore e voce di Radio Deejay, nel programma Chiamate Roma Triuno Triuno con il Trio Medusa e proprio questโestate, durante la trasmissione radiofonica, ha fatto uno spot divertente e decisamente efficace, per incentivare il turismo in Umbria. Lui, umbro di Terni, รจ molto legato alla regione e alla sua cittร : qualche giorno fa, in dialetto ternano, ha lanciato un appello da influencer per incentivare lโuso della mascherina. ยซAppena posso nei miei spettacoli e testi cerco sempre di inserire lโUmbria. Ho citato persino Perugia!ยป (scherza). ยซVorrei vedere!ยป gli rispondo di getto. Nel corso della nostra chiacchierata via Skype, la rivalitร tra Perugia e Terni รจ venuta fuori – non poteva essere altrimenti: un sano sfottรฒ, quello che ti fa fare una risata. Ma lโobiettivo dellโintervista รจ far conoscere Francesco, diventato famoso ai piรน per ยซVenite in Umbria, strโฆยป.
Visto lโappello che hai fatto questโestate non posso che chiederti: qual รจ il tuo legame con lโUmbria?
ร un legame molto forte: sono nato a Terni, ho vissuto a Terni fino a 18 anni poi sono andato a studiare a Roma e, a causa del mio lavoro, ora vivo qui, ma i miei genitori abitano ancora a Terni e appena posso vado a trovarli. Le feste comandate (come si dice) le passo sempre lรฌ. Inoltre, nei miei spettacoli cerco sempre di citare la cittร o la regione proprio per evidenziare il mio attaccamento.
Informatico, autore televisivo, speaker radiofonico, attore, doppiatore: di preciso chi รจ Francesco?
Non lo so ancora! Posso dire che il mio mestiere principale รจ quello di autore radiotelevisivo, poi dallโautoraggio radiofonico sono diventato anche una voce, ma la mia grande passione รจ quella dellโimprovvisazione teatrale. Ovviamente oggi รจ difficile vivere solo di teatro, ma รจ una bellissima passione che cerco di portare avanti. Sono uno a cui piace fare un sacco di cose e cambiare spesso, magari tornerรฒ a fare lโinformatico, mai dire mai!
Quindi lโimprovvisazione รจ la tua passione?
Sรฌ, sono disposto a fare chilometri e chilometri anche gratis. Gli altri sono anchโessi divertenti, ma rimangono lavoro. Scrivere mi piace tantissimo, lavorare in radio anche, ma รจ dallโimprovvisazione che รจ nato tutto, sono partito da lรฌ.
Francesco Lancia, ph Elisa Pรฌzza
Sei anche uno dei fondatori della compagnia teatrale de I Bugiardini che fa proprio teatro dโimprovvisazioneโฆย ย
Esatto. Saliamo sul palco senza avere nulla di pronto e chiediamo al pubblico cosa vuole vedere. Riusciamo a realizzare uno spettacolo con una storia e delle canzoni, cosรฌ, creato dal nulla. ร molto divertente sia per il pubblico sia per noi attori. Non sai mai quello che succede. Devo dire che รจ utile anche per la vita di tutti i giorni: se arriva un imprevisto sai come affrontarlo e come reagire al meglio. Un corso dโimprovvisazione lo consiglierei a tutti.
Cโรจ un programma che hai scritto di cui sei piรน orgoglioso?
Tanti. Ho sempre avuto la fortuna di lavorare in programmi che mi sono piaciuti, fin dal primo realizzato col Trio Medusa. Poi da autore ho scritto il programma per La7 la Gaia Scienza, se potessi lo rifarei domani, mi sono divertito moltissimo. Non posso non nominare anche Zero e lode andato in onda su RaiUno. Sono molti i programmi che ho voluto fare e pochi quelli che ho dovuto fare. Mi sento un privilegiato!
Partendo da Terni, come si arriva a fare tutto questo? Come hai cominciato?
Ho rinunciato a un contratto a tempo indeterminato per iniziare seriamente la carriera di autoreโฆ immagina la reazione dei miei genitori! Passo dopo passo, per ora รจ andata beneโฆ
La tua promozione dellโUmbria su Radio Deejay questโestate ha avuto un grande successoโฆ
Sรฌ, me lo hanno detto in tanti e alcuni sostengono che sia anche un poโ merito mio il turismo di questโestate. Io non penso: lโUmbria รจ meravigliosa ed รจ facile da raggiungere. Io posso aver messo il tarlo in testa a qualcuno, ma il grosso lo fa il territorio.
Com’รจ nato il pezzo?
Quel pezzo lโho scritto al volo, la mattina stessa e lโho fatto con molta leggerezza. Sono contentissimo che sia diventato virale! Quando posso, cerco sempre di valorizzare la regione: non si puรฒ restare attaccati al solo passato industriale – parlo di Terni – si deve puntare su altro come ad esempio lโenogastronomia. ยซMa quando se magna bene in Umbria?!ยป Ma in pochi lo sanno. Inoltre, ti do una notizia in anteprima: per Comedy Central ho girato una puntata particolare (andrร in onda tra diversi mesi) e tutto quello che serviva lo abbiamo trovato in Umbria. Siamo stati al Caos di Terni, allโAbbazia di San Pietro in Valle e al museo delle mummie di Ferentillo. ร una regione tutta da scoprire.
Per il turismo natalizio cosa potremmo dire? Venite in Umbria a Nataleโฆ
Intanto ci sono io, in Umbria a Natale, che mangio il panpepato โ lo faccio anche a Roma con la mia ricettina e poi lo regalo. In Umbria non cโรจ il mare, quindi quale migliore occasione se non dโinverno, poi non nevica o nevica poco, ci sono un sacco di cose da vedere: lโalbero di Gubbio, la Stella di Miranda a Terniโฆ una buona meta a basso costo per il Natale! Situazione Covid permettendo.
Hai fatto il liceo scientifico Galileo Galilei di Terniโฆ io quello di Perugia! Da qui ti chiedo: lโha mai sentita la rivalitร tra le due cittร ?
Avoja! Ci gioco spessissimo sulla rivalitร tra le due cittร , ovviamente in modo goliardico, non farei mai nulla di male ai cugini biancorossi. Ho una carissima amica perugina e ce le diciamo di tutti i colori, perchรฉ รจ divertente. Come hai sentito, nello spot ho nominato anche Perugia e ci sono tante persone intelligenti perugine โ (scherza) โ che in radio mi scrivono per prendermi in giro per lโaccento ternano. Lo fanno simpaticamente. Fa parte del gioco. Da ragazzo poi, vivevo la rivalitร anche a livello calcistico.
Quindi sei tifoso?
Della Ternana sarรฒ sempre tifoso. Da ragazzo andavo in curva, in trasfertaโฆ ora seguo molto poco il calcio, perรฒ: ยซChe ha fatto la Ternana?ยป lo devo sapere ogni domenica. Finchรฉ il campanilismo รจ divertimento va bene, quando esagera diventa stupido.
Dรฌ la veritร : hai goduto della retrocessione in serie C del Perugia?
Beh, per forza! Un poโ sรฌ (ride). In questo momento รจ una guerra tra poveri, ma fa godere lo stesso! Vediamo cosa succede questโanno.
Sei un appassionato di giochi da tavolo: qual รจ il tuo preferito?
Ne ho piรน di 400. Non sono i classici giochi, sono i giochi da tavolo di ultima generazione, quando li ho scoperti mi si รจ aperto un mondo. ร complicato sceglierne uno.
Se lโUmbria fosse un gioco da tavolo, quale sarebbe?
ร una bellissima domanda. Potrebbe essere Indovina chi? Tipo: ยซCโรจ la metropolitana?ยป si butta giรน tutto e finisce, oppure ยซCi sono Santi famosi?ยป ยซSรฌยป allora si lasciano alzati Terni, Assisi, Cascia. Ci si potrebbe pensare.
Come descriveresti lโUmbria in tre parole?
Natura, cibo, Natale.
La prima cosa che ti viene in mente pensando a questa regioneโฆ
ยซQuando si suona uno strumento si cerca sempre di comunicare al pubblico le proprie sensazioni musicali, arrivando ad avere una vera simbiosi con chi ascoltaยป.
Il maestro Guido Arbonelli suona il clarinetto da quando ha 14 anni e per lui รจ un compagno di vita. Con lui ha ottenuto premi prestigiosi, ha suonato nelle piรน grandi orchestre del mondo – orchestre della Rai di Torino e Napoli, Metro ChamberOrchestra a Brooklyn (USA) Orchestra di Sanremo, NIS Simphony Orchestra (Serbia), Orchestra Sinfonica di Perugia e dellโUmbria, I Solisti di Perugia, Arturo ToscaniniOrchestra e Queenโs College orchestra (USA), Orchestra Sinfonica di Constanta (Romania) e Orchestra Teatro di Bologna โ e ha avuto collaborazioni con compositori contemporanei di livello internazionale. Solista e performer perugino, oggi insegna al Conservatorio di Perugia, dove la sua carriere รจ iniziata.
Domani (24 gennaio alle ore 16.00) lo potrete ascoltare in concerto con la clarinettista Natalia Benedetti nella cappella dellโOspedale di Perugia, in occasione del progetto Donatori di musica, associazione nazionale che organizza concerti nei reparti ospedalieri per il pubblico e i pazienti. ยซFarร parte del concerto anche un mio studente cileno che si chiama Luis Insulza Diaz. Eseguirร un brano dedicato alla musica modernaยป.
Guido Arbonelli
Maestro, qual รจ il suo legame con lโUmbria?
ร un legame molto profondo. Sono un umbro di Perugia โ di Pila, per la precisione โ e ho avuto la fortuna di studiare con il maestro Ciro Scarponi, una vera eccellenza della nostra regione e del panorama musicale italiano ed europeo. Mi ha introdotto in questo mondo e con lui ho fatto le prime esperienze concertistiche.
Quando ha deciso di iniziare a suonare il clarinetto?
Ho cominciato per colpa del calcio. Ora vi spiego meglio. I ragazzi che studiavano musica e che suonavano nella banda di Pila, finita la lezione andavano tutti a giocare a pallone: io ero lโunico escluso perchรฉ non facevo parte di questo gruppo. Allโepoca la musica non mi interessava, ma volevo giocare a pallone, cosรฌ sono entrato nella banda per poter poi entrare anche nella squadra di calcio. Mi sono messo a studiare musica e sono progredito abbastanza facilmente in questo campo, anche in quello sportivo devo dire: mi chiamavano il bomber (ride). Poi mi sono iscritto al Conservatorio di Perugia e da quel momento tutto รจ iniziato.
A quanti anni ha scoperto che la musica avrebbe fatto parte della sua vita?
Avevo circa 14 anni. Ho avuto un percorso piรน maturo, che รจ evoluto e cresciuto giorno dopo giorno.
ร tornato mai a suonare nella banda di Pila?
Sรฌ, dopo 30 anni sono tornato a suonare dove sono nato artisticamente. Dopotutto, il clarinetto รจ uno strumento che nasce proprio dalla banda e quindi suonarlo lรฌ รจ sempre emozionante. Gli altri componenti mi vedono come un musicista famoso, ma ci scambiamo comunque consigli proprio come facevamo da ragazzi.
E con il calcio invece comโรจ andata a finire?
Ho giocato sempre in modo amatoriale, ma devo dire che me la sono sempre cavata. Nelle partite al Conservatorio docenti contro alunni, un paio di gol li facevo sempre.
Quando suona cosa le passa per la testa, quali sono le sensazioni che prova?
ร una domanda interessante. Posso dire che, quasi tutti i miei gruppi, si chiamano namastรฉ come il saluto indiano che indica lโunione tra due persone: quando si suona uno strumento si cerca sempre di comunicare al pubblico le proprie sensazioni musicali, arrivando ad avere una vera simbiosi con chi ascolta. Io faccio uscir fuori ciรฒ che ho dentro per poterlo comunicare a chi ho davanti.
Nel 1995 ha vinto Gaudeamus International Interpreters Award che lo ha annoverato tra i piรน abili esecutori a livello internazionale. Cosa vuol dire vincere questo premio?
ร stata unโesperienza veramente unica, perchรฉ รจ uno dei premi piรน importanti che esistono in questo campo: una sorpresa che non mi aspettavo assolutamente. Inoltre, sono venuto in contatto con grandi musicisti dotati di una vera e sana umiltร , tutti con la voglia di capire e scoprire nuovi linguaggi musicali. Devo dire che รจ stato un ottimo biglietto da visita per la mia carriera.
Siete solo due italiani ad averlo portato a casaโฆ
Sรฌ, รจ vero. Oltre a me, รจ stato vinto solo dal contrabbassista Fernando Grillo.
Vanta anche delle esperienze allโestero: รจ diverso rispetto allโItalia?
Il clarinettista in Italia suona quasi sempre in unโorchestra, non esegue pezzi solisti: questo non รจ negativo, ma i ragazzi non sono piรน stimolati alla ricerca di nuovi repertori. Il clarinetto รจ relegato sempre alle stesse composizioni classiche, quando ce ne sarebbero tantissime da suonare e scoprire.
Cโรจ una sua composizione di cui รจ piรน orgoglioso?
Immagini da Auschwitz. ร una composizione per quartetto di clarinetto. Io non sono un compositore, ma questโopera mi รจ venuta spontanea dopo un periodo di letture dedicate alla Shoah. Ci tengo molto perchรฉ รจ una composizione in memoria di persone che hanno sofferto molto.
Secondo lei, la musica classica in Umbria ha il giusto spazio?
Si puรฒ sempre fare di piรน. Non cโรจ ad esempio unโorchestra sinfonica e questo รจ un peccato, perchรฉ lโUmbria se la meriterebbe. Le associazioni di settore ci sono e di soldi ne girano molti, ma se poi guardiamo chi viene a suonare qui, ci rendiamo conto che sono per lo piรน musicisti stranieri che tolgono spazio ai talenti umbri e italiani. Sarebbe bello che una parte del budget venisse riservata ai giovani musicisti italiani, anche solo per incoraggiarli.
Facciamo un gioco: se lโUmbria fosse una musica, quale sarebbe?
Una moto Honda agile – come la mia – che sale per le colline e per le montagne fino a legare la regione alle altre, con molta dolcezza collinare ma anche con aggressivitร . Un Beethoven.
ยซSono un perugino di Ponte San Giovanni, nato e cresciuto lungo il Tevere. Questo fiume ha rappresentato โ e rappresenta โ molto per meยป.
Il mio telefono squilla.
ยซBuongiorno, sono Serse Cosmi. Possiamo fare lโintervista ora, che piรน tardi sono impegnato?ยป.
ยซVa bene, mi dia cinque minutiยป.
Ammetto che ancora non avevo acceso il computer ed ero mezza assonnata, ma mi sono subito svegliata. Rare volte qualcuno mi ha chiamato per anticipare unโintervista e non per annullarla: non Serse Cormi, lui รจ uno di parola!
Non glielโho confessato (ora lo leggerร qui), ma ero sugli spalti dello stadio Curi quando allenava il Perugia. Chiacchierare con lui รจ stato divertente, cโรจ scappata piรน di una risata. Nonostante abbia girato lโItalia per allenare tante squadre – dalla Pontevecchio allโArezzo, dal Perugia al Genoa, fino allโUdinese, Brescia, Livorno, Palermo, per citarne alcune, resta un perugino D.O.C. anzi come tiene a specificare lui: ยซun perugino di Ponte San Giovanniยป.
Serse Cosmi
Mister qual รจ il suo legame con lโUmbria?
Gli umbri sono legati in maniera viscerale alla loro terra e alle loro radici: io, facendo una professione che mi porta in giro per lโItalia, sento molto questo legame. Quando sei fuori apprezzi ancora di piรน dove sei nato e la tua terra. Per me รจ, e rimane, un legame fortissimo.ย ย
Si considera ancora lโUomo del fiume, uomo di Ponte San Giovanni?
Assolutamente sรฌ. Io sono un perugino di Ponte San Giovanni (n.d.r. frazione di Perugia) e in questo cโรจ differenza: quando ero piccolo cโerano i perugini del centro e quelli dei ponti. Io rivendico a gran voce di essere di Ponte San Giovanni e di essere nato vicino al Tevere, un fiume al quale sono legato fin dallโinfanzia.
Il Tevere cosa ha rappresentato per lei?
La mia generazione รจ forse lโultima che ha fatto il bagno nel Tevere: ho imparato a nuotare nelle sue acque, giocavo lรฌ e ovviamente andavo a ballare al Lido Tevere. Ho passato la mia infanzia vicino al fiume, crescere vedendolo scorrere รจ qualcosa che ti porti dentro per sempre. ย ย ย ย
Oggi cโรจ unโondata di allenatori che non ha fatto una vera gavetta, partendo da squadre di categoria minore come ha fatto lei: cosa ne pensa, รจ un cambiamento del nostro tempo o la fretta di mettere un “nome” in panchina?
ร un poโ tutte e due. Chi รจ stato un grande calciatore ha giร avuto in quel mestiere dei grandi privilegi, ma non reputo giusto che, nel momento in cui si cimenta in un altro mestiere – cioรจ quello di allenatore – non debba fare la stessa gavetta che ha fatto per arrivare ai massimi livelli di calciatore. Mi spiego meglio: chi ha giocato con la Juve, lโInter o il Milan ha fatto un suo percorso, partendo dalle serie minori per arrivare a vestire quella maglia. Stessa cosa dovrebbe valere per un allenatore, considerando che si tratta di un altro mestiere. Se poi lโallenatore viene visto come il prolungamento della carriera di calciatore, allora sto zitto! Ovviamente un grande calciatore puรฒ diventare anche un grande allenatoreโฆ
Perรฒ non รจ scontato nemmeno il contrario: che un grande calciatore per forza diventi un grande allenatoreโฆ
Sรฌ, infatti. Io ricordo sempre una frase di Arrigo Sacchi: ยซNon รจ che per essere un buon fantino devi essere stato un cavalloยป. ย ย ย ย
Gaucci, Zamparini, Preziosiโฆ ha incontrato dei veri mastini: in questi anni pensa che sia cambiato il rapporto tra allenatori e presidenti? ย ย
I tempi sono decisamente cambiati. I presidenti ora sono piรน dei manager, lโaspetto passionale รจ diminuito – fermo restando che il loro ruolo manageriale cโรจ sempre stato. Col tempo nel calcio sono cambiate tante figure, di conseguenza รจ cambiata anche quella dei presidenti, che oggi si occupano di aspetti molto diversi rispetto a 20-30 anni fa. Si confrontano apertamente con gli allenatori e parlano con loro di calcio come se facessero lo stesso mestiere, ma la cosa non รจ intercambiabile. Gaucci, ad esempio, รจ stato uno dei presidenti meno invadenti con cui ho lavorato. Lui era piรน un tifoso e le sue reazioni erano di conseguenza da tifoso, perรฒ non ho mai avuto la sensazione che mi spingesse โ anche in modo velato โ a far giocare un calciatore al posto di un altro. Se รจ successo, รจ stato talmente abile che non me ne sono mai accorto! (ride).
Cโรจ un calciatore al quale รจ particolarmente legato?
Ce ne sono tanti, ma sono rimasto piรน legato con quelli di inizio carriera con i quali ho condiviso tanti avvenimenti umani e sportivi. Penso ai ragazzi della Pontevecchio, dellโArezzo e dei primi anni del Perugia. Poi ho conosciuto anche altri calciatori che spesso sento, ma il rapporto piรน diretto lโho mantenuto con quelli con i quali ho iniziato.ย
Chi avrebbe voluto allenare e non lo ha mai fatto?
Francesco Totti. ร un giocatore che mi ha sempre incuriosito.
Ha nostalgia del Perugia? Ha mai pensato di tornare ad allenarlo o รจ unโepoca che si รจ conclusa?
Nostalgia no. Si รจ nostalgici di un qualcosa che non si potrร mai piรน verificare. Finchรฉ farรฒ questo mestiere ci potrebbe essere sempre unโopportunitร per ritornare sulla panchina del Perugia, fatto sta che – in 30 anni che alleno – non sono mai ritornato in una societร dove sono giร stato. Questo รจ un dato indicativo.
Magari per il Perugia lo farebbeโฆ
Diciamo che รจ una delle poche squadre per cui lo farei.
Cโรจ un episodio della sua carriera che ricorda con piรน affetto?
La telefonata di Luciano Gaucci nello spogliatoio dopo la vittoria a San Siro contro il Milan: era prima di Natale e prima del suo compleanno. Quellโepisodio per me rimarrร indelebile perchรฉ ho avuto la percezione di quanto tenesse alla squadra, ai giocatori e di quando fosse coinvolto umanamente. In quel momento non era un presidente, ma un tifoso che aveva capito che la propria squadra aveva fatto unโimpresa eccezionale: era la prima volta nella sua storia che il Perugia vinceva a San Siro. ย ย
Serse Cosmi “versione” dj
Se non avesse fatto lโallenatore quale mestiere avrebbe fatto, il dj?
In realtร sono un dj che per hobby fa lโallenatore! (scherza). Sono un insegnate di attivitร motoria, ho avuto per 10 anni una palestra quindi credo che sarei rimasto nellโambito sportivo. Anche se, a 60 anni, a volte penso di reinventarmi e fare un altro mestiere. Per me la musica รจ un hobby ed รจ rimasto tale, il calcio รจ iniziato come hobby, ma poi รจ diventato un lavoro.
Ci racconti qualcosa di lei che i suoi tifosi non sannoโฆ
Quando ho vinto il campionato con la Pontevecchio e siamo andati in serie D, siccome mio padre era stato un fondatore della societร e la squadra non era mai arrivata in quella categoria, ho girato con la macchina per tutta la notte, pensando alla mia infanzia e a tante altre cose. ร stata la cosa piรน coinvolgente da quando alleno.ย ย
E un suo segreto non legato al calcio?
Mi piacerebbe lavorare a teatro, conoscere persone e scoprire tutto di questo mondo. ร un mondo che mi affascina molto.ย ย
Fa dei gesti scaramantici?
Quando allenavo i dilettanti cambiavo per ogni partita lโindumento intimo, non mettevo mai lo stesso. Oppure dopo aver vinto una partita facevo sempre lo stesso percorso, ma col tempo le scaramanzie sono molto diminuite.
Ha un aneddoto legato al Perugia, quando era solo un tifoso?
Col Perugia club di Ponte San Giovanni andai a vedere lo spareggio a Foggia: a metร strada eravamo giร mezzi morti, tra birre e bevute varie. Per fortuna le tante ore di pullman ci hanno fatto recuperare e siamo arrivati allo stadio in modo dignitoso.ย ย
Come vede le scuole calcio umbre, come andrebbero potenziate?
Quando smetterรฒ di fare lโallenatore, il mio sogno รจ quello di creare o far qualcosa nel settore giovanile del calcio. Sicuramente non si chiamerร scuola calcio, ma settore giovanile. Secondo me, uno dei mali peggiori in questo ambiente รจ quello di aver abbinato la parola scuola a calcio: la parola scuola ha un valore ed รจ un luogo in cui ci sono insegnati che formano i ragazzi, nelle scuole calcio invece il vero problema sono proprio coloro che insegnano perchรฉ presentano il calcio in modo distorto o comunque nel modo in cui non lo vedo io. Per questo il mio sogno รจ creare un settore giovanile dove non si paghi, dove emerga il talento e dove il calcio possa essere un vero valore sociale. Un luogo aperto a tutti, dove si premia il talento, ma anche dove tutti posso giocare.
Come descriverebbe lโUmbria in tre parole?
Aspra – nellโatteggiamento delle persone – autentica, lontana.
La prima cosa che le viene in mente pensando a questa regioneโฆ
ยซPer me lโUmbria rappresenta lโinfanzia e lโadolescenza, ma non saprei vivere lontano da Firenzeยป.
Quando ho preparato lโintervista avevo in mente mille domande da rivolgere aย Giancarloย Antognoni, ma ho dovuto โ per forza di cose โ sintetizzare tutte le mie curiositร ย e soprattutto sintetizzare una carriera di primโordine.ย ย
Centrocampista, bandiera storica della Fiorentina โ di cui oggi รจ dirigente sportivo – e Campione del Mondo nel 1982: tutto questo e molto di piรน รจ Antognoni. Nato a Marsciano, con la San Marco Juventina ha dato i suoi primi calci a un pallone: ยซร sempre intatto nella mia mente il campo in cui si giocava, a Prepo. Era un campo sterrato, ma per noi bimbi era un sogno poterci giocare. Sono andato via da Perugia quando avevo 15 anni, ma ogni volta che passo da quelle parti il ricordo riaffiora sempreยป.
Uomo simbolo di una squadra e di un calcio nostalgico che sta diventando sempre piรน sbiadito: ยซร difficile che oggi un calciatore possa indossare la stessa maglia per tutta la carrieraยป.
Con noi ha parlato della sua Umbria e di un calcio fatto di passione e dedizione…
Giancarlo Antognoni, Foto by ACF Fiorentina
La prima domanda รจ dโobbligo: qual รจ il suo legame con lโUmbria?
Il mio legame con lโUmbria รจ sicuramente forte, porto sempre con me il ricordo piacevole della regione in cui sono nato e ho passato la mia infanzia. Ora non avendo piรน i genitori che vivono lรฌ, la frequento di meno, anche se ho ancora parenti a Perugia.
A Perugia suo padre aveva un bar che era anche sede di un Milan club e lei sognava di giocare con il Milan: nel suo cuore รจ rimasto qualcosa di rossonero?
ร rimasto il ricordo e la simpatia rossonera di quando ero bambino, piรน che altro per il fatto che tutta la mia famiglia tifava per il Milan. Poi perรฒ nel mio cuore ha nettamente prevalso il colore viola.
Lei รจ stato una bandiera e un simbolo della Fiorentina: perchรฉ oggi รจ tanto difficile che un giocatore diventi simbolo di una squadra?ย
Io credo che si tratti di un fenomeno piรน ampio. Il calcio di oggi รจ completamente diverso da quello in cui giocavo io, anche rispetto a quello di alcuni anni fa. Ormai รจ stato stravolto tutto: รจ difficile che un calciatore possa indossare la stessa maglia per tutta la carriera, sono subentrate dinamiche diverse legate alle tivรน, agli sponsor, anche banalmente, alla ricerca di esperienze di vita diverse, basta guardare i tanti calciatori, anche di alto livello, che vanno a giocare in Cina, in Australia o negli USA.
Ha iniziato a giocare da ragazzino con la San Marco Juventina: ha qualche aneddoto legato a quegli anni che ci vuol raccontare? ย ย
Sono i ricordi indelebili di un ragazzino che tira i primi calci a un pallone, il desiderio di libertร e di poter giocare per divertirsi. Poi รจ sempre intatto nella mia mente il campo in cui si giocava, a Prepo: era un campo sterrato, ma per noi bimbi era un sogno poterci giocare. Sono andato via quando avevo solo 15 anni, ma ogni volta che passo da quelle parti il ricordo riaffiora sempre.
A distanza di 36 anni, qual รจ la prima cosa che le viene in mente pensando alla vittoria del Mondiale?ย
Ci sono talmente tante cose belle che รจ difficile elencarle tutte. Di sicuro posso dire lโarrivo a Ciampino insieme al Presidente Sandro Pertini con due ali di folla che ci hanno scortato fino al Quirinale. Poi, purtroppo, cโรจ anche il grosso rammarico di non essere riuscito a giocare la finale a causa di un infortunio.
Cosa consiglierebbe a un ragazzino che viene acquistato da un club importante?
Il consiglio รจ quello di non cambiare mai, di affrontare il salto in un grande club come quando ha iniziato a giocare a calcio. Bisogna mantenere sempre la serenitร , la passione, la dedizione al lavoro, senza mai pensare di essere arrivati.
Ha mai pensato di tornare in Umbria, magari nello staff del Perugia?
Sinceramente no, anche perchรฉ ho lasciato lโUmbria quando ero troppo piccolo. Perugia per me rappresenta lโinfanzia e lโadolescenza, ma successivamente Firenze รจ diventata la mia casa ed รจ difficile per me vedermi lontano da qui.
Come descriverebbe lโUmbria in tre parole?
Accoglienza, bellezza della natura e del territorio e buon cibo.
La prima cosa che le viene in mente pensando a questa regioneโฆ
Ricordo la mia infanzia, quando ero un bambino, la bellezza di questa regione e la sua straordinaria qualitร di vita.
ยซLa partita che mi ha dato piรน soddisfazione arbitrare? Quella a favore di terremotati di Norciaยป.
Piรน di 200 partite in serie A, arbitro internazionale dal 2007 โ il 2017 รจ stata la sua ultima stagione per raggiunti limiti dโetร โ 17 anni di attivitร con lโesordio nella massima serie nel 2003 e arbitro โรlite Uefaโ dal 2012. Questi i numeri di Paolo Tagliavento di Terni, sicuramente il fischietto piรน rappresentativo dellโUmbria e non solo. In campo ha lโaria severa che serve per mettere in riga i 22 giocatori, nel parlarci, invece, รจ una persona disponibile e simpatica. Un umbro orgoglioso della sua terra.
Paolo Tagliavento
Qual รจ il suo legame con lโUmbria e con Terni?
ร un legame molto forte, perchรฉ sono nato, cresciuto e vivo tuttโora a Terni. Amo la mia regione e sono molto attaccato alle persone con cui ho vissuto e che hanno fatto parte della mia infanzia.
Pensa che lโUmbria sia una regione in โfuori giocoโ, tagliata fuori rispetto ad altre realtร ?
Per la posizione che ha, รจ un poโ tagliata fuori a livello di infrastrutture. Io ad esempio, uso spesso la macchina per i miei spostamenti. Fiumicino non รจ lontano, quindi mi capita anche di prendere lโaereo quando ho partite lontane, mentre per quanto riguarda il treno non รจ proprio comodissimo. Per certi versi il suo essere un poโ fuori, puรฒ essere un vantaggio, perchรฉ conserva la pace e la tranquillitร che la caratterizzano.
Se lโUmbria fosse una regola del calcio, quale sarebbe?
Il vantaggio. Che รจ una norma e non una regola, ma che quando la puoi applicare il gioco รจ sicuramente piรน vivace. Il vantaggio dellโUmbria sono i suoi paesaggi, il cibo e la vita in generale che si respira qui.
Cโรจ una partita che avrebbe sempre voluto arbitrare e non lo ha ancora fatto?
Potrei dire la finale del Mondiale, perchรฉ รจ il sogno di qualsiasi arbitro e in pochi ci arrivano. Invece dirรฒ la partita che piรน mi ha dato soddisfazione arbitrare: una gara di beneficenza dopo il terremoto del 2016, che si รจ disputata a Norcia tra gli attori e il personale della protezione civile. ร stato qualcosa di concreto per lโUmbria e mi ha reso molto orgoglioso.
Gli umbri sono accusati di essere chiusi, si riconosce in questo stereotipo? Glielo hanno mai fatto notare?
No, non mi รจ mai successo. Forse nella parte Nord dellโUmbria sono piรน chiusi rispetto a Terni, che risente dellโinfluenza del carattere romanesco.
Ci sono in Umbria giovani arbitri che potrebbero arrivare ai suoi livelli?
Cโรจ unโottima scuola di assistenti arbitrali, che sono arrivati a buoni livelli. Per quanto riguarda gli arbitri in Lega Pro e serie D cโรจ qualcuno per potrebbe fare strada.
Cosa gli consiglierebbe?
Gli consiglierei di dare il massino, sempre. Di avere passione e di fare sacrifici, perchรฉ solo cosรฌ si puรฒ arrivare a determinati livelli. La passione รจ il motore trainante, ma non basta. Ci vuole anche impegno e fame di raggiungere lโobbiettivo. Questa professione va messa un poโ davanti a tutto. Lโimbuto รจ molto stretto e in pochi arrivano in serie A. Ma gli consiglierei anche di divertirsi e di godesi la propria passione.
Come descriverebbe lโUmbria in tre parole?
Bella, unica, poco aperta di mentalitร .
La prima cosa che le viene in mente pensando a questa regioneโฆ