Unโidea poi uno schizzo: ecco come nascono i vestiti. Poi lo schizzo viene razionalizzato, sviluppato e ingrandito sino a prendere vita sotto forma di cartamodello.
Il cartamodello รจ la base per scegliere il tessuto piรน idoneo a valorizzare quello che era solo un abbozzo su carta. Come vuole la prassi, pronto il cartamodello, si puรฒ procedere a tagliare la stoffa e a cucire il vestito; la prassi perรฒ non รจ un dogma anche se non sembra essere cosรฌ facile da ribaltare.
Se a creare vestiti, invece di un sarto, mettiamo unโartista architetto e per di piรน donna, le cose cambiano e la prassi va in malora. Parte integrante della mentalitร dellโarchitetta รจ la geometria, ed รจ proprio la geometria che lei applica anche per realizzare vestiti. Emanuela Romiti รจ unโarchitetta che progetta costumi dโepoca partendo da due diversi punti che convergono, ovviamente, nel vestito elaborato e pronto da indossare. I due punti sono il tessuto e la storia rivisitata. Chi viene prima? Dipende. Lei, Emanuela Romiti, รจ una ricercatrice impulsiva e unโaccumulatrice seriale di tessuti e oggetti dโabbigliamento che acquista e accantona dicendo: si vedrร . Finora lโaccumulo ha trovato sempre un utilizzo. Come Sherlock Holmes guarda il tessuto e cerca lโindizio giusto che le farร scattare lโidea.
Lโindizio puรฒ nascondersi dentro il tessuto. Se, ad esempio, il tessuto ha un ricamo a disegno sinuoso, sarร la geometria che si impadronirร del disegno per valorizzarlo.
Ho visto un abito molto bello, morbido e ricco fatto con rettangoli di stoffa: un rettangolo piรน un rettangolo, piรน un rettangolo hanno creato una meraviglia che perรฒ non ha niente di rettangolare. Magico. Alla fine ha prevalso la fantasia sulla geometria, ma รจ stata la geometria a guidarla.
Il cartamodello che per tutti i sarti รจ la base indispensabile per tagliare la stoffa lei non lo usa. Allโarchitetta bastano tessuto, manichino e forbici.
Altro suo punto di forza รจ la lettura della storia. Emanuela Romiti crea costumi in base a quello che il personaggio le ispira, senza badare a quello che la storia con la S maiuscola imporrebbe sia nel tessuto sia nel colore.
Eppure, alla fine, quando lโabito รจ cucito ed รจ in mostra sul manichino non ci sono dubbi che sia il vestito di quel personaggio e di quellโepoca. I suoi costumi fanno concorrenza agli atelier specializzati in costumi teatrali. Ad agosto 2020 i suoi costumi furono esposti nelle sale del teatro comunale di Todi portando i visitatori ad attraversare i secoli con la fantasia e con le mani.
Alcune creazioni si potevano pure toccare; si partiva da Desdemona per arrivare a Josefine Baker. Immagine e fantasia sono il connubio magico di quei vestiti che invogliano a indossarli. La professoressa che per anni ha insegnato Scienza della moda e progettazione stilistica ha un bagaglio di conoscenze multiplo. Per lei guardare un vestito vuol dire entrare nellโepoca da un punto di vista stilistico, economico per la conoscenza del tessuto e tecnico perchรฉ, per deformazione professionale, guarda il tessuto in divenire, esattamente come guarderebbe un terreno che diventerร un palazzo.
Emanuela Romiti, artista dalle molte sfaccettature, non ha un atelier ma un vero e proprio laboratorio nella campagna di Todi. Le colline che vede dalle finestre del laboratorio lโhanno invogliata a riportare su carta lโemozione che le ispirano quei panorami e creare delle acqueforti.
La prossima estate, Covid permettendo, ABC eventi aprirร uno spazio espositivo nel centro di Todi, dove saranno in mostra per essere ammirati vestiti e costumi o forse saranno solo vestiti da sposa di ogni epoca. Vestiti dโartista. Forse si potranno pure provare e magari anche acquistare. Si vedrร .
Lโemergenza sanitaria ha determinato molti cambiamenti nel nostro modo di vivere. Potrebbe essere stata la scintilla che ha scatenato una forte presa di coscienza sulle nostre responsabilitร nei confronti dellโambiente in cui viviamo, che dobbiamo rispettare e proteggere. Oggi diventa fondamentale cambiare il nostro modo di viaggiare, prediligendo le piccole realtร alle destinazioni piรน gettonate ed evitando il turismo di massa.
Maggio 2021 verrร ricordato come il mese della lenta ripartenza, dopo un lungo ed estenuante periodo in cui le nostre certezze sono saltate e dove tutti ci siamo sentiti vicini nellโaffrontare un problema piรน grande di noi. La pandemia ci ha costretti a dover rinunciare a tutte quelle abitudini che prima davamo per scontate e che oggi sembrano mancarci come lโaria. Un cappuccino al bar, una cena tra amici, una gita fuori portaโฆ
Ora ci viene data la possibilitร di voltare pagina e provare a recuperare il tempo perduto. Con lโestate alle porte, quale modo migliore di riaffacciarci alla vita se non con una vacanza? Per fare in modo che ciรฒ non si trasformi in un tana libera tutti come lโanno scorso, dobbiamo cercare di rivedere un poโ il nostro modo di viaggiare. Giร prima dellโemergenza sanitaria si parlava della necessitร di un turismo lento, sicuro e sostenibile, oggi dobbiamo prenderlo come imperativo per cercare di non vanificare tutti gli sforzi fatti finora. In che modo possiamo fare turismo sostenibile? Partendo per esempio in bassa stagione, scegliendo una destinazione meno conosciuta, evitando di viaggiare durante le feste comandate e rispettando lโambiente e la cultura del paese che ci ospita. In primis ne gioveremmo noi stessi, perchรฉ una settimana ad agosto a Gallipoli con mezzo metro di spiaggia su cui sdraiarsi, dopo aver speso cinquanta euro per un ombrellone, รจ piรน una penitenza che un piacere; e secondo poi ne gioverebbe lโambiente.
Santa Chiara, Assisi, foto di Enrico Mezzasoma
ร cosรฌ che lโUmbria si rivelerร come la destinazione perfetta, che ci permetterร di riscoprire borghi autentici piรน e meno noti e di essere a stretto contatto con la natura. Il viaggio che intraprenderemo attraverso le pagine di AboutUmbria non puรฒ che partire da Assisi, la cittร in cui sono nata e dove vivo e lavoro tuttora. Assisi รจ una di quelle cittร che in alcuni periodi dellโanno viene letteralmente presa dโassalto dai turisti di tutto il mondo come, ad esempio, nei mesi di aprile, luglio e agosto. Ci sono invece mesi in cui la cittร offre il meglio di sรฉ, vediamo insieme quali sono:
Maggio
A maggio Assisi si risveglia dal torpore invernale, le verdi colline intorno offrono scenari di rara bellezza. Nei primi giorni del mese si svolge inoltre il Calendimaggio, una rievocazione storica molto sentita dagli assisani e che vede la cittร divisa nella Nobilissima Parte de Sopra e nella Magnifica Parte de Sotto. Le due parti si sfidano in cortei, giochi, canti e scene di vita medievale, dando vita a uno spettacolo coinvolgente ed emozionante. Unโesperienza da non perdere รจ quella di mangiare nelle caratteristiche taverne.
Calendimaggio 2019, foto via Facebook
Giugno
Giugno รจ il mese in cui gli abitanti di Assisi si preparano per partecipare al concorso Balconi Fioriti, che ogni anno premia la persona che รจ stata piรน capace nel valorizzare la facciata della propria abitazione con i decori floreali piรน belli. I vicoli si tingono delle tonalitร piรน accese, grazie ai fiori e alle piante di ogni tipo che tappezzano le terrazze e le finestre delle case. Generalmente vengono organizzate molte iniziative e serate di musica dal vivo, tra cui lโannuale appuntamento con il concerto Con il cuore, nel nome di Francesco, che si svolge nella piazza della Basilica Inferiore di San Francesco e viene trasmesso in diretta Rai.
Rocca Maggiore
Settembre
Questo รจ uno dei mesi che preferisco, perchรฉ la cittร รจ piรน rilassata, il caldo infernale estivo lascia spazio a giornate piรน fresche ma ancora abbastanza lunghe per godere a pieno dellโatmosfera di pace di Assisi.
Ottobre
Ottobre รจ un mese importante per la cittร . Il 3 e il 4 del mese si celebra la Festa di San Francesco, il momento in assoluto piรน sentito dai credenti che sono nati qui e che tengono moltissimo alla tradizione di partecipare alle celebrazioni in onore del patrono dโItalia. Altro evento immancabile รจ sicuramente la fiera di San Francesco, che si svolge il 5 di ottobre. Oltre a curiosare tra le numerose bancarelle sparse per le vie del centro, รจ irrinunciabile una sosta presso i botteghini delle signore assisane che vendono le cartelle per partecipare allโannuale tombola, che si svolge in serata.
Basilica Superiore di San Francesco d’Assisi, foto di Enrico Mezzasoma
Novembre
Novembre รจ il mese di UNTO, il tradizionale appuntamento dedicato allโolio extravergine di oliva. Oltre agli stand in cui assaggiare la famosa bruschetta umbra con lโolio nuovo, si puรฒ prendere parte ai molteplici eventi organizzati per lโoccasione, che coinvolgono grandi e piccini: visite guidate ai frantoi, musica dal vivo, trekking in collina e scuole di cucina.
Dicembre
A dicembre qualsiasi cittร รจ suggestiva, merito delle luci e degli addobbi natalizi. Ad Assisi, il concorso Presepi indetto dal Comune, ci spinge ad andare alla ricerca del presepe piรน bello, tra quelli esposti lungo le vie del centro storico e di alcune frazioni. Sempre rimanendo in tema nativitร , celebri sono i presepi viventi che si svolgono nei castelli della zona, come quelli di San Gregorio, Petrignano e Armenzano.
Questi sono, a parer mio, i mesi migliori per visitare la cittร serafica.
Nel prossimo articolo delineeremo un itinerario per visitare Assisi in tre giorni.
โI distretti del cibo possono imprimere una svolta positiva al modo di fare impresa nel settore agricoloโ. Cosรฌ il sottosegretario al Mipaaf ed ex ministro, il senatore Gianmarco Centinaio, ha concluso il dibattito in videoconferenza โI distretti del cibo: opportunitร e prospettive per il settore agro-alimentare in Umbriaโ organizzato venerdรฌ scorso dal Gal Trasimeno-Orvietano.
Allโappuntamento hanno partecipato circa 70 persone in rappresentanza delle imprese e delle istituzioni locali che hanno potuto ascoltare dai rappresentanti del Governo, del Parlamento e della Regione le indicazioni sul percorso da seguire e le opportunitร da cogliere.
โUna importante occasione di confronto tra imprese e istituzioniโ, commenta soddisfatto il presidente del Gal Trasimeno-Orvietano, GionniMoscetti. โDai rappresentanti del Governo e del Parlamento – prosegue – sono arrivate preziose parole di sostegno e incoraggiamento che ci stimolano a proseguire con slancio lโattivitร che stiamo portando avanti con lโobiettivo di arrivare al riconoscimento dei Distretti del cibo nei nostri territori. In questo senso riteniamo che sia stata fondamentale la decisione dellโassessore regionale Roberto Morroni di inserire i Gal tra i possibili soggetti proponenti. Ma prima ancora la giunta regionale della presidente Tesei, a differenza del passato, ha creduto nelle opportunitร che possono arrivare dai distretti del cibo, introdotti dal Parlamento nel 2018, strutturando il percorso di competenza regionale che prima non era stato delineatoโ.
โLa nuova Giunta Regionale – ha sottolineato il vicepresidente della Regione Umbria e assessore allโAgricoltura, Morroni – ritiene che i distretti costituiscano un valido strumento per i nostri territori, una nuova opportunitร e un nuovo modello a sostegno dellโeconomia rurale. Sono inoltre indispensabili per stimolare una cultura che รจ quella dellโagire insieme, una strada necessaria per costruire lo sviluppo del futuro, creando collaborazione e non competizione, una strada ormai obbligata per il mondo imprenditoriale che nella nostra regione tende a una dimensione medio/piccola se non microโ.
Il presidente della commissione Agricoltura alla Camera, lโonorevole Filippo Gallinella, nel suo intervento ha voluto evidenziare lโimportante attivitร dei Gal con i quali, tra lโaltro, รจ in procinto di organizzare un forum sulla riforma della PAC. โI distretti sono un progetto da portare avanti – ha detto – molto importanti per i contratti di filiera, per esaltare le eccellenze che il nostro territorio ha da offrire e mettere insieme sostenibilitร e ambienteโ.
โLa sostenibilitร e la tutela dellโambiente sono fondamentali ed รจ questa la filosofia dei Distretti che hanno tra gli obiettivi quelli di ridurre lโimpatto ambientale delle attivitร agricole salvaguardando i territori e il paesaggio ruraleโ, ha detto il senatore Luca Briziarelli, membro della commissione Ambiente al Senato complimentandosi con il lavoro svolto dalla Regione Umbria per aver consentito la realizzazione dei Distretti del cibo e con il Gal per aver colto lโoccasione.
A incoraggiare il lavoro del Gal Trasimeno Orvietano anche le parole del sottosegretario al Mipaaf, Gianmarco Centinaio. โAttraverso i distretti del cibo – รจ possibile mettere insieme lโaspetto agricolo con quello ambientale, le ricchezze storiche e artistiche con la vocazione turistica del territorio. Il pacchetto di progetti deve essere importante non solo sotto lโaspetto economico ma con un respiro di medio lungo periodo, il distretto deve dare la svolta innovativa al modo di fare impresa a favore di una prospettiva seria per il futuroโ.
โLe parole degli ospiti e lโinteresse mostrato dalle imprese – commenta il direttore del Gal Trasimeno-Orvietano, Francesca Caproni – ci forniscono la spinta motivazionale giusta per partire subito con la costituzione del tavolo tecnico che ci impegnerร a costruire la proposta di progetto di distretto. Un percorso di continuo confronto e condivisione con imprese e istituzioni per arrivare presto alla presentazione del riconoscimento alla Regione dellโUmbria. I prossimi appuntamenti saranno infatti i tavoli di concertazione sui progetti e sulle procedure, sui quali abbiamo giร coinvolto in fase di animazione giร circa 100 imprese e 20 comuniโ.
Ho fatto qualche domanda al mio amico Lorenzo Barbetti sul suo romanzo dโesordio, Una balena bianca non volerร mai (Giovane Holden Edizioni, 2021) perchรฉ incuriosita da una vicenda che ci vede un poโ tutti protagonisti, che si svolge in luoghi in cui vivo e sono cresciuta: una storia che potrebbe essere quella di ognuno di noi.
Lorenzo Barbetti
Una balena bianca non volerร mai: un titolo accattivante coadiuvato da una copertina che non passa inosservata. La storia perรฒ รจ ambientata a Perugia, capoluogo di una regione in cui non cโรจ nemmeno il mare. Che significato ha il titolo, dunque?
Il titolo originale โ Loser, che faceva riferimento tanto alla figura del perdente quanto alla canzone omonima di Beck che ritorna varie volte allโinterno del romanzo โ non mi convinceva. Un mio amico, al quale ho fatto leggere il manoscritto, mi ha allora suggerito la figura della balena bianca, che appare al protagonista in un momento cruciale della storia come una sorta di visione e si porta dietro delle considerazioni che possono in un certo senso essere applicate allโintero romanzo. In ogni vicenda che il protagonista vive, infatti, si ritrovano dei concetti, legati al suo sentire, suggeriti proprio da quella bianca balena. Questo mio amico โ Leonardo Zaroli โ ha ideato conseguentemente anche la copertina, che poi รจ stata disegnata con la collaborazione di Anna Scatolini e di Thea Corpora: giร dopo un primo sguardo si riesce a entrare perfettamente nel mood del libro. Il fatto che lโideatore del titolo abbia realizzato anche la copertina dona al volume una continuitร eccezionale.
Nel caso della narrativa, quasi mai un autore scrive una storia solo per il gusto di raccontarla. Spesso cโรจ dietro unโesigenza, un impulso viscerale, il bisogno di mettere le carte in tavola e di fare i conti con qualcosa o con qualcuno. ร davvero cosรฌ?
Il libro nasce da un racconto che scrissi nel 2017 per un concorso. Concorso che vinsi, ma la cosa piรน importante รจ che per la prima volta mi ero approcciato nella scrittura vera e propria. Fino a quel momento, infatti, avevo raccontato storie fini a sรฉ stesse e senza la logica universale che solitamente permette di accomunare lettori diversi. Quel racconto mi mise nella testa lโidea che potevo scrivere qualcosa con una logica, con un senso, che potesse essere apprezzato anche da altre persone. Una balena bianca non volerร mai nasce quindi non solo dallโesigenza di raccontare delle storie, ma anche dal cambiamento che stavo avendo in quel periodo. Ho inserito eventi del mio vissuto, di quello dei miei amici, racconti che avevo ideato in precedenza e che volevo riutilizzare, cosรฌ come citazioni dal cinema e dalla musica (cโรจ anche una playlist su Spotify ispirata al libro che vi consiglio di ascoltare, nda), in modo da creare un mix che potesse piacere anche a qualcuno allโinfuori di me. Un conto รจ scrivere per sรฉ stessi, un altro รจ farlo per qualcuno che non ti conosce e che non sa quali sono i tuoi gusti: naturalmente a me piace quello che scrivo โ come penso succeda a chiunque si approcci alla scrittura โ perรฒ la vera sfida รจ farlo con lโidea che qualcuno con un retroterra diverso possa comunque leggere con piacere quello che hai prodotto.
Insomma, scrivere qualcosa che possa accomunare lettori diversi, magari perchรฉ emblematico di una generazione. Penso in particolare alla nostra, cioรจ quella dei nati negli anni Novantaโฆ
Sรฌ, senza dubbio, anche perchรฉ i riferimenti fanno proprio capo alla cultura pop di quegli anni. Perรฒ devo dire โ e lo affermo con estrema soddisfazione โ che i primi riscontri che ho ricevuto sul romanzo sono venuti da persone che non sono di quella generazione, ma che, leggendo, hanno potuto rivivere certe vicende della propria vita. Si sono identificate con alcune scelte del protagonista, con i suoi pensieri, con alcuni eventi che egli si trova a gestire. E questo mi fa molto piacere perchรฉ significa che Una balena bianca non volerร mai ha una portata piรน ampia, che nasce dagli stilemi di una generazione ma non si ferma solo a quella.
Nel caso della narrativa, le vicende sono piuttosto plausibili. Non hai pensato che la gente potesse credere che tutto quello che leggeva fosse una biografia romanzata di Lorenzo Barbetti? Se sรฌ, questo ti ha in qualche modo frenato nel farlo leggere a conoscenti e amici? E, ancor prima, ha interferito nel processo di scrittura?
Sicuramente partire dalla propria esperienza รจ quasi fisiologico โ non credo che esistano autori, nemmeno maestri della letteratura fantastica mondiale, che non inseriscano la propria esperienza in quello che scrivono – ma tutto viene comunque rielaborato. Nel caso di Una balena bianca non volerร mai non mancano delle parti completamente inventate che perรฒ sono funzionali alla storia. Parafrasando una massima piuttosto famosa, non bisogna mai fidarsi di uno scrittore perchรฉ tutto quello che si dice potrร essere riutilizzato: che sia una notizia di cronaca o un racconto altrui, va tutto a stimolare lโimmaginazione. Molti mi hanno chiesto se fossi io il protagonista della storia e se avessi trascritto pari pari la mia vita. Diciamo che il protagonista รจ quello che Henry Chinaski รจ per Charles Bukowski: la sua versione romanzata. Questo mi diverte, piรน che spaventare, perchรฉ รจ come un gioco per me come credo per chi mi conosce almeno un poโ. Dโaltro canto il protagonista non fa niente di scabroso o di illegale, ma solo esperienze che chiunque ha fatto almeno una volta nella vita. Ancora non ho motivo di essere preoccupato, ho in mente di scrivere cose ben peggiori! (ride, nda).
Cโรจ stata qualche trasformazione dallโinizio della stesura al momento in cui hai scritto la parola โfineโ? Non parlo solo dei personaggi, ma anche dellโautoreโฆ
Ho scritto il libro nel corso di un anno, facendo tre stesure diverse, limando e aggiustando, perciรฒ alcuni elementi sono cambiati per forza. Naturalmente ce ne sono stati alcuni tecnici โ ispessimento di alcuni personaggi, descrizioni piรน ricche, nuove vicissitudini, aggiustamenti nella forma e nellโagilitร di alcuni passaggi. E poi sono cambiato io, tanto che, rileggendo, ho sentito di dover modificare alcune cose, specie quelle che mi era costato piรน mettere su carta. Perรฒ mi sono detto che quei passaggi cruciali li avevo scritti in un momento in cui nella mia testa cโera unโidea ben precisa e che quindi dovevo tenervi fede per evitare di snaturare il libro e la storia dal quale era scaturito. Quindi la struttura รจ stata sempre la stessa, dalla bozza alla terza stesura, anche perchรฉ lโavevo studiata molto bene ed ero sicuro che funzionasse. Alla fine mi sono sentito quasi liberato: ero riuscito a finire il libro e, rileggendolo, alcune cose funzionavano. Stesso discorso per i personaggi: hanno compiuto un percorso, sia esso vincente o perdente non conta, lโimportante รจ che siano cambiati, che siamo cambiati insieme.
Nel libro cโรจ un chiaro riferimento a Perugia e alla sua provincia, vista perรฒ in maniera completamente opposta rispetto a un filone molto noto della letteratura contemporanea dove essa รจ lโemblema del non-luogo, dove tutte le ambizioni si perdono, dove tutto si appiattisce e dove la noia prende il sopravvento. ร stato difficile ambientarvi i personaggi e fare i conti con le peculiaritร di luoghi in cui vivi la tua vita quotidiana?
Ho imparato, anche grazie alla fotografia, ad apprezzare quello che abbiamo in Umbria, non solo tracciando le rotte turistiche piรน canoniche, ma anche quelle piรน inaspettate. ร sempre possibile meravigliarsi della bellezza che si ha intorno. Quindi ambientare la storia a Perugia e, soprattutto, nella sua provincia, offre degli spunti inediti: se infatti per un giovane tra i 20 e 30 anni potrebbe apparire stretta, in realtร la provincia offre la possibilitร di essere cullati da una realtร accessibile e familiare, piccola e molto accogliente. Io ne sono stato sempre affascinato, in particolare dalla sua non vivacitร , dal suo avere luoghi desueti e anche un poโ desolati, dai suoi bar fermi agli anni Settanta. La trovo poetica. Per Una balena bianca non volerร mai questo tipo di ambientazione era lโideale – il sottotitolo iniziale del libro era, appunto, Ovvero la mediocre storia di giovani di provincia – perchรฉ essa รจ un luogo in cui le cose piatte prendono vita, dove la noia diventa quotidianitร , dove o emergi per scappare o impari a nuotare.
Nel libro il protagonista racconta le vicende in prima persona con uno stile che potremmo definire, senza troppe remore, cinematografico: un modo di scrivere che, nella sua disarmante semplicitร , nasconde perรฒ regole ben precise e non lascia nulla allโimprovvisazione. Ce ne puoi parlare?ย
Sono sempre stato affascinato dal mondo dietro al cinema, ovvero dalla sceneggiatura. In questo senso ho potuto fare varie esperienze non solo grazie al mio percorso di studi, ma anche a Penumbria Studio, il collettivo di videomaking di cui faccio parte. Quello cinematografico รจ uno stile in cui bisogna asciugare e asciugare, raccontando anche cose molto personali e complesse con pochissime parole. Per non parlare di tutto il corollario di gesti e movimenti che caratterizzano i vari personaggi e le interazioni tra di essi. Si tratta di uno stile che รจ molto visivo, senza orpelli; il protagonista stesso โ che vorrebbe diventare uno sceneggiatore โ pensa per immagini. E il lettore, ascoltando il racconto in prima persona del protagonista, non solo sperimenta esattamente le stesse cose, ma ha anche un punto di vista molto parziale, come con lโocchio di una cinepresa. Al tempo stesso, รจ soggetto a una serie di espedienti narrativi che fanno capo al linguaggio cinematografico, come il montaggio serrato, il piano sequenza e cosรฌ via.
Forse รจ un poโ presto per parlarne – visto che Una balena bianca non volerร mai รจ uscito da soli pochi giorni – ma cโรจ giร qualche altro progetto allโorizzonte?
Ho diverse idee che riguardano sia la scrittura, sia la seconda stagione di _lobba_, la storia a fumetti che pubblico a puntate su Instagram. Insomma, ho diversi progetti artistici allโorizzonte, in cui ancora una volta cinema, scrittura, fotografia, disegno e musica si compenetrano. Ma non voglio svelare troppo!
Sulla stele a lui dedicata, posta nellโatrio della Castellina a Norcia, รจ scritto: ยซAntonio Ferriโฆ Pioniere degli studi sui fenomeni aerodinamici e termo-fluido-dinamici delle altissime velocitร . Geniale progettista, apriva nuovi campi della scienza, proiettando lโuomo alla conquista dello spazioโฆยป.
Il geniale Antonio Ferri, nato in Umbria nella bellissima Norcia nel 1912, fu un ingegnere aeronautico che diede vita agli studi sulle velocitร ultrasonore e avviรฒ un eccezionale impulso al progresso aeronautico e spaziale. Fu il primo a sviluppare la ricerca sul volo supersonico e spaziale, aprendo la strada al mondo su nuovi orizzonti da scoprire.
Antonio Ferri
Tra gli anni Trenta e Settanta รจ stato il riferimento mondiale tra le autoritร scientifiche in materia di volo supersonico, ipersonico e spaziale. A partire dal 1937, Antonio Ferri intraprese gli studi nel centro di ricerca di Guidonia, divenendo il riferimento scientifico mondiale per le alte velocitร aeronautiche e realizzando, per le sue analisi, la prima galleria del vento supersonica.
Durante la Seconda Guerra Mondiale – dopo lโ8 settembre 1943 – rifiutรฒ di trasferirsi in Germania per continuare le sue ricerche ma scelse di far parte della resistenza partigiana nellโAppennino umbro-marchigiano. Nel 1944 andรฒ a lavorare e fare ricerca in U.S.A., su invito personale del Presidente Roosevelt.
Gli innumerevoli studi
I profili alari per le alte velocitร aeronautiche, i problemi di rientro nellโatmosfera terrestre dei velivoli spaziali, la ricerca sulla combustione supersonica e sulla termo-fluidodinamica e molto altro, furono tra gli studi che Antonio Ferri compรฌ dando soluzioni ai problemi che, altrimenti, non avrebbero reso possibile molte imprese memorabili in campo spaziale e aeronautico.
Nel tempo lโingegnere fu consulente dei Presidenti statunitensi, Kennedy, Johnson e Nixon. Dobbiamo ricordare che il 15 dicembre 1964, con la missione San Marco, fu lanciato il primo satellite italiano nello spazio e lโItalia รจ stata tra le prime Nazioni al mondo, dopo URSS, USA e Canada, a inviare un oggetto oltre lโatmosfera terrestre. Il celeberrimo programma spaziale americano Shuttle ha goduto di importanti e fondamentali contributi del genio dellโingegnere nursino.
Antonio Ferri stringe la mano al presidente Kennedy
Ancora oggi i suoi studi sono di grande attualitร scientifica e tecnologica, per la realizzazione e il miglioramento di velivoli aeronautici a lunga percorrenza e con velocitร ipersoniche. Il folignate Arnaldo Ceccato, generale in congedo dellโAeronautica Militare, ha scritto una dettagliata e interessante opera, Il genio italiano di Antonio Ferri. Dal muro del suono allo spazio, dove racconta dellโaffascinante e movimentata vita dello studiatissimo e geniale scienziato umbro. Il generale Ceccato, durante un periodo del suo lavoro, trattava documenti e atti riservati, che gli permisero di venire a conoscenza delle pubblicazioni del Ferri. Lโingegnere umbro veniva considerato come il riferimento principale al mondo, per tutti gli studiosi di aerodinamica supersonica.
ยซIl dialetto non si salva solo con le poesie, le commedie e i festival. Si tramanda anche infilandolo nel discorso, come un cetriolino in un panino. ร un po’ snob, lo ammetto. Ma mica possiamo parlare tutti ingleseยป. Beppe Severgnini
Con la quarta puntata di #Di(a)lettiamoci – il tour che vi porta alla scoperta dei dialetti umbri – ci spostiamo a Foligno: cittร in cui il patriottismo locale regna sovrano, dove non amano particolarmente Perugia โ vorrebbero avere una provincia tutta loro – e dove l’attaccamento al territorio e il dialetto sono molto sentiti. Dopotutto sono sempre lu centru de lu munnu! Giovanni Ruiu folignate D.O.C. che fa parte della redazione della rivista Stuzzicadenti ย – che racconta il territorio e le storie di Foligno – senza pensarci troppo, ha scritto lโarticolo e me lo ha inviato bell’e pronto: ยซPur di non farci mettere mano a una perugina, hai fatto tutto tu!ยป ho esclamato. ยซDovrei dire che non รจ cosรฌ, perรฒ un pochetto sรฌ, via!ยป. Quindi vi lascio condurre da Giovanni alla scoperta del dialetto folignate, delle sue parole e dellโessenza di Foligno.
Facemo a capisse…
Giovanni Ruiu
Semo jente de Fulignu, semo fatti cuscรฌ: queste le parole cantate da Massimo Bagnato di cui ogni folignate un poโ si risente, sia quelli che non je sta vene (non gli sta bene) – la j la mettemo dappertutto – sia a quelli che je sta vene (gli sta bene). Perchรฉ semo fatti realmente cuscรฌ, un poโ incazzosi e un poโ rompi scatole, ma tanto socievoli. Il patriottismo folignate ci contraddistingue, basta chiedere anche a un solo vecchietto che trovi in piazza da dove viene e lui ti risponderร da Fulignu, al massimo forse dalla zona de appartenenza. Eh giร perchรฉ, noi ce litigamo le zone, Prato Smeraldo e Sportella Marini se possono vedรฉ poco, Cave e Maceratola non so stati mai troppo amici, li Vurruni – un paesino che si chiama Borroni – e limitrofi non ne parliamo.
Comunque, in qualsiasi zona tu ti trovi, sentirai le parole finire sempre e solo con una lettera: la U, infatti, approposito de esse incazzusu, basta pocu pe piร focu.
Nรฉ capoluogo nรฉ marchigiani
E quello che non sopportiamo piรน di tutto รจ quando i nostri meriti li associano agli altri: perchรฉ non ci nascondiamo dietro a un dito, a noi il capoluogo non ci piace, non cela facemo a sentรฌ parlร co ‘n gatto nta la vocca – la B e la V per noi sono uguali – i folignati pensano che i perugini parlano con un gatto in bocca, il famoso donca.
E quando ci dicono di essere simili ai marchiciani (marchigiani) io vorrei far notare questo: la storia insegna che il popolo degli Umbri insediรฒ i territori dallโattuale Lazio, arrivando a Foligno e dirigendosi verso il mare, quindi diciamo la veritร , non semo noi quelli fori luogo, ecco. E se questa puรฒ sembrare una magra consolazione, pacenza (pazienza) a noi ce basta, e come se dice da noi, chi spizzica non digiuna (meglio poco che niente, lโimportante รจ accontentarsi).
La cattedrale di San Feliciano. Foto di Enrico Mezzasoma
Velli e impossibili
E non posso non dedicare due parole ai paesetti de montagna, perchรฉ so il nostro collegamento al mare, il nostro motore agricolo, lโorigine delle parole piรน strane, e poi perchรฉ me sentirei rinfacciร la frase chi fiji chi fijiastri? (Alcuni sรฌ e alcuni no?). Quindi o tutti o nessuno. Foligno รจ questo e molto di piรน: ma dโaltronde non basterebbe un articolo per spiegare quanto semo velli (siamo belli) ma anche quanto semo intoccabili, praticamente come una bella donna che perรฒ รจ accompagnata; ma dโaltronde, come direbbe un mio caro amico de Cifo: ยซLi rigori se tirano da lu portiere, mica a porta votaยป (non รจ sempre facile fare delle coseโฆ). Per concludere: forza Foligno sempre!
Nellโambito della misura 19 del PSR Regione Umbria 2014-2020, Il Gal Trasimeno Orvietano insieme ad altri tre Gal dellโUmbria, le associazioni di categoria del commercio regionali, รจ impegnato in un progetto di cooperazione interterritoriale denominato โOsterie del Gustoโ.
Lโobiettivo principale del progetto รจ la promozione di un circuito innovativo che riguarda il settore della ristorazione e che valorizzi la grande tradizione culinaria e agroalimentare della nostra regione. Nella prima fase del progetto sono stati individuati il nome del circuito – Gustum – con il relativo logo e la redazione del disciplinare dedicato alle aziende interessate ad entrare e fare parte del circuito. Vista lโimportanza che il settore della ristorazione riveste nei nostri territori, i 4 Gal hanno deciso di contribuire in maniera sinergica allo sviluppo di questo settore, che rimane strategico per lo sviluppo del territorio con lโavvio della seconda fase dove verranno selezionate le imprese che entreranno a fare parte del circuito. Lโadesione al circuito diventa pertanto una possibilitร importante che porterร dei vantaggi alle imprese, primo fra tutti la possibilitร di fare parte di un circuito itinerario gastronomico che sarร successivamente promosso a livello nazionale e permetterร di instaurare rapporti commerciali con aziende del comparto agroalimentare di prodotti tipici umbri. Saranno selezionate 72 aziende della ristorazione a livello regionale di cui 18 nellโarea Trasimeno โ Orvietano che abbaino appartenenza e legame con le tradizioni culinarie e i prodotti del nostro territorio, che garantiscano il rispetto scrupoloso delle norme igieniche e di sicurezza alimentare oltrechรจ qualitร eticitร e sostenibilitร . Il progetto verrร realizzato nel triennio 2021-2023.
Lโavviso pubblico รจ pubblicato sul sito del Gal Trasimeno Orvietano allโindirizzo www.galto.info dal 4 maggio e resterร aperto per 30 giorni per ulteriori informazioni, si rimanda al disciplinare che si trova online oppure si puรฒ richiedere contattando gli uffici del Gal.
Lโevento Giallo Trasimeno, in programma il 23, 24 e 25 luglio 2021 a Tuoro sul Trasimeno (PG) e sulla sua Isola Maggiore, รจ un festival dedicato al poliziesco e al crime in genere. Ci sarร spazio per autori e editori e per momenti dedicati allโintrattenimento, allโarte e ai prodotti tipici del lago Trasimeno.
Nasce Giallo Trasimeno, il Festival Letterario Nazionale riservato al seguitissimo mondo dei libri gialli, da una collaborazione del Comune di Tuoro sul Trasimeno, del GAL Trasimeno-Orvietano, delle ProLoco di Tuoro s/T e di Isola Maggiore, della Bertoni Editore e di Marco Pareti. Lโevento avrร luogo dal 23 al 25 luglio 2021, dove sarร accolto nella splendida cornice del lago Trasimeno e si terrร nelle suggestive location di Isola Maggiore, di Campo del Sole a Punta Navaccia e nel centro storico di Tuoro s/T.
Tre giorni dedicati al giallo, nei suoi generi poliziesco, fantascienza, storico, spionaggio, noir o thriller e ce ne saranno per tutti i gusti e tutte le etร , per adulti e per ragazzi. Gli appassionati del genere e non solo, che interverranno allโevento, potranno apprezzare la presenza di illustri ospiti che, con la loro partecipazione, impreziosiranno la kermesse lacustre. Alla manifestazione Giallo Trasimeno, hanno aderito un gran numero di autori provenienti da tutta Italia e molti Editori di primo piano.
Il programma รจ denso di appuntamenti molto interessanti che, oltre alle presentazioni autoriali ed editoriali, prevedono una serie di eventi dentro lโevento che renderanno particolare e dinamica questa Prima Edizione di Giallo Trasimeno.
Appuntamenti dedicati ovviamente al mondo dei libri gialli e allโintrattenimento connesso al tema poliziesco e alla qualitร dei prodotti tipici del territorio. Gli ideatori di Giallo Trasimeno hanno previsto, in seno allโevento, un concorso letterario a premi dedicato ai gialli e composto da tre sezioni: la prima di racconti gialli inediti ambientati sul lago Trasimeno, la seconda di romanzi gialli inediti e la terza di romanzi gialli editi.
Per rimanere aggiornati sullโevento Giallo Trasimeno, conoscere il programma dettagliato della manifestazione e il regolamento del concorso letterario, รจ disponibile la Pagina Facebook di Giallo Trasimeno.
Nellโimmaginario collettivo, allโidea di Rivoluzione francese si associa la terribile immagine della ghigliottina, cosรฌ come a Napoleone Bonaparte (Ajaccio, 15 agosto 1769 – 5 maggio 1821, Longwood House, Longwood, Sant’Elena) corrisponde il ricordo delle incessanti campagne di guerra, che sconvolsero lโEuropa per oltre un ventennio, travolgendo nazioni e regimi e causando cinque milioni di morti.
A questo periodo dovrebbe essere associata anche unโaltra immagine: le sistematiche spoliazioni delle nazioni vinte che venivano umiliate nel loro patrimonio storico-artistico. I quadri e le sculture passarono in mano alla nazione francese, non per furto o per saccheggio, ma in seguito ad accordi internazionali. I drammatici eventi che portarono alle requisizioni segnarono indubbiamente il patrimonio regionale. Le spoliazioni vennero costantemente perpetrate nellโarco di venti anni, dal 1797 fino al Congresso di Vienna del 1815.
Secondo lo storico Paul Wescher, le spoliazioni napoleoniche rappresentarono ยซil piรน grande spostamento di opere d’arte della storiaยป, inoltre lo storico sottolinea che Napoleone, pur non avendo una profonda cultura artistica, comprese subito ยซquale valore, in termini di prestigio e di propaganda, potevano avere le arti e le scienze per un regime politicoยป.
Il patrimonio umbro
In Umbria venne data grande importanza storica a Cimabue e Giotto e soprattutto al genio di Raffaello: ad aumentare la fama dellโurbinate fu lโuscita nel 1784 a Perugia di una guida della cittร , scritta dallโarchitetto e teorico Baldassarre Orsini, intitolata Guida al forestiere per lโAugusta cittร di Perugia, moderna e agile descrizione finalizzata alla divulgazione degli straordinari tesori della cittร . Questo testo divenne ben presto un agile strumento nelle mani dei commissari napoleonici. Al suo interno la scelta delle opere piรน significative era facilitata da un comodo sistema di asterischi: gli asterischi andavano da uno fino a tre, ad esempio i capolavori di Raffaello e Barocci erano evidenziati da tre. Tinet, esperto dโarte, scelto da Bonaparte per requisire le opere, fu a Perugia almeno in tre occasioni: durante questi soggiorni si dotรฒ della guida dellโOrsini.
Alcuni capolavori non furono giudicati allโaltezza delle collezioni del Louvre e furono destinati ai musei dipartimentali in via di costruzione. Tinet scrisse al magistrato di Perugia per informarlo di essere stato incaricato, dietro ordine di Bonaparte, di ยซfare la scelta nelle chiese ed altri luoghi pubblici di questa cittร di quadri, libri, manoscritti, e generalmente di tutti gli oggetti di Scienze e di Arti, che degne saranno di essere raccolte per poi trasportarsi in Francia nel museo della Repubblicaยป. Furono veramente poche le chiese e i complessi monastici e conventuali che furono risparmiati dalla visita del commissario francese. I quadri che furono individuati a Perugia calzavano alla perfezione con gli ideali estetici della cultura francese. Vennero requisite moltissime opere dโarte: nel palazzo dei Priori la Pala dei Decemviri del Perugino, nella chiesa di Santa Maria di Monteluce lโIncoronazione della Vergine, di Giulio Romano e Giovan Francesco Penni su disegno di Raffaello, e la Pala Oddi nella chiesa di San Francesco al Prato.
Pietร , Pietro Vannucci detto il Perugino
Il ritorno a casa
Gli oggetti dโarte requisiti giunsero a Parigi nel mese di luglio del 1798. Vennero organizzate una serie di celebrazioni per festeggiare l’entrata dei convogli in cittร , realizzando un vero e proprio corteo delle meraviglie. I commissari napoleonici requisirono tantissime opere, alcune delle quali tornarono in Italia, alcune anche in Umbria, grazie ad Antonio Canova, Ispettore Generale delle Belle Arti. Tra le opere che tornarono nel loro luogo di origine, e che oggi possiamo ammirare per la loro bellezza, spiccano sicuramente le opere del Perugino: il Polittico di San Pietro e la Pietร .
Il primo รจ databile al 1496-1500 e comprendeva vari pannelli da inserire in una grandiosa macchina d’altare. Ci fu una solenne inaugurazione dellโaltare il 13 gennaio 1500, dove Vasari lodรฒ il polittico e lo descrisse come la migliore opera esistente dell’artista a Perugia.[1]
Con le requisizioni napoleoniche del 1797 lโopera venne trafugata, finendo divisa tra piรน musei francesi; ma grazie al recupero del Canova alcune parti del polittico oggi sono conservate presso la Galleria Nazionale dellโUmbria.
La seconda opera requisita รจ la Pietร che giunse al Louvre, ma anche essa fu recuperata il 29 ottobre del 1815 e oggi conservata nella Basilica di San Pietro a Perugia. Si tratta di uno dei pannelli piรน elogiati da Orsini: ยซPietro in questa tavola ha voluto piuttosto seguitare il piacere dellโocchio che soddisfare alla devozioneยป.[2]
Anche la Deposizione della croce di Federico Barocci, opera di inestimabile valore, venne trafugata dalla cittร di Perugia. Il dipinto commissionato dal Collegio della Mercanzia, fu messo in opera, sullโaltare della cappella di San Bernardino, nel dicembre del 1569. La pala venne requisita il 24 febbraio 1797 e fu esposta al Louvre nel novembre 1798 e nel 1802nella chiesa parigina di Nรดtre-Dame.
La pala bellissima e coinvolgente con i suoi splendidi, accesi e brillanti colori, porta lo spettatore a vivere un grande momento di pathos nello svenimento della Madonna, verso la quale accorrono le pie donne spaventate. ร presente un giovanissimo san Giovanni che abbraccia i piedi di Cristo ed inoltre รจ visibile il vento che muove le vesti degli uomini che stanno togliendo Gesรน dalla croce.[3]
Deposizione dalla croce, Federico Barocci.
Nellโopera si intravede lโevoluzione creativa del pittore che punta su una novitร di tipo cromatico-strutturale; si รจ infatti avanzata lโipotesi che il Barocci fosse a conoscenza delle teorie sul colore di Leonardo da Vinci descritte nel suo Trattato della pittura.
Eccelso capolavoro di Raffaello, prelevato dalle truppe napoleoniche il 20 febbraio 1797 ed esposto al Louvre nel 1798, fu lโAssunzione della Vergine, realizzata tra la fine del 1502 e gli inizi del 1503, per la cappella di Alessandra Baglioni, figlia di Braccio, magnifico signore di Perugia. Nella tavola centrale รจ visibile il tema dellโAssunzione, mentre nella predella sono dipinte lโAnnunciazione, lโAdorazione dei Magi e la Presentazione al tempio.
Lo scomparto centrale e la predella furono recuperati da Canova il 2 e il 21 ottobre 1815, ma furono trattenuti a Roma nella Pinacoteca Vaticana: la famiglia Oddi tentรฒ di recuperare il dipinto, inoltrando numerose richieste al segretario di Stato, cardinal Consalvi, ma il dipinto rimase nelle sale della Pinacoteca Vaticana.
Lโopera, che era destinata ad una committenza di particolare prestigio, ripropone i modelli perugineschi, soprattutto nella parte inferiore dello scomparto centrale e nella predella.
Questo meraviglioso soggetto รจ possibile ammirarlo a Civitella Benazzone, frazione del comune di Perugia, dove nella chiesa parrocchiale รจ presente una copia datata 1518 e attribuita a Domenico Alfani. Dopo le spoliazioni napoleoniche molte opere di inestimabile valore storico-artistico lasciarono la nostra regione per non farvi piรน ritorno, altre confluirono nella collezione della Pinacoteca Vaticana, altre ancora invece tornarono in Umbria: cosicchรฉ ancora oggi possiamo ammirare il loro eccelso splendore.
[1] Vittoria Garibaldi, Perugino, in Pittori del Rinascimento, Firenze 2004
[2] Baldassarre Orsini, Vita elogio e memorie dellโegregio pittore Pietro Perugino e degli scolari di esso, Perugia 1804.
[3] Francesca Abbozzo e Maria Teresa Castellano, Federico Barocci: il deposto di croce alla cappella di san Bernardino nella Cattedrale di Perugia: il restauro, studio e conservazione, Ancona, 2010
โPapigno. 8 agosto 1826โฆ dal profondo di un bosco e con il rumore delle cascate delle Marmore come sottofondo affermo di avere un solo scopo nella vita che intendo perseguire con costanza: fare paesaggiโ.
Nella lettera al suo amico Abel Osmond, Jean Baptiste Camille Corot, uno dei piรน grandi artisti di tutti i tempi, afferma cosรฌ la sua volontร di dedicarsi a questo genere di pittura. Corot, ospite nella villa dei conti Graziani a Papigno, svolse la sua attivitร di pittura en plein air nella valle di Terni e Narni tra il luglio e il settembre del 1826, durante il suo primo viaggio in Italia. Da Papigno Corot si recรฒ nelle localitร circostanti dipingendo la Cascata delle Marmore (TERNI), il Lago di Piediluco, i fiumi Nera e Velino, le rovine del Ponte di Augusto a Narni. Proprio su Papigno il grande artista realizzรฒ ben otto dipinti dal vero e tre disegni.
Opere conservate in musei di tutto il mondo e in collezioni dโarte internazionali. Per far conoscere questo straordinario patrimonio storico ed artistico, lโAssociazione il Castello di Papigno ha realizzato il Percorso Corot Papigno.
โLo scopo – spiega il presidente, Luigi Ascani – รจ anche quello di rigenerare un borgo e un territorio meravigliosi, che hanno subito in piรน di 70 anni del 1900 un forte inquinamento ad opera di una fabbrica di calciocianammide e poi successivamente uno stato di abbandonoโ.
Il percorso sarร inaugurato sabato 8 maggio, alle 11, nella piazza di Papigno, da dove partirร il giro lungo le strade del paese per illustrare i pannelli con la riproduzione dei dipinti appartenenti a Corot e ad altri noti maestri della pittura in plein air.
Lโiniziativa รจ stata possibile grazie al finanziamento della Fondazione Carit, alla collaborazione del Garden Club Terni che ha realizzato il progetto paesaggistico, con il contributo e il patrocinio del Comune di Terni, il patrocinio del Consolato Onorario di Francia e con lo straordinario lavoro volontario dei #cittadini di Papigno. La consulenza storico artistica e la curatela sono di Marcella Culatti e Franco Passalacqua. Il Percorso Corot Papigno si inserisce nel progetto I Plenaristi nella Valle Incantata e contribuisce ad ampliare il museo diffuso dei Plenaristi. Due percorsi ad anello da percorrere a piedi. Uno piรน breve allโinterno del paese lโaltro piรน esteso nel territorio circostante il borgo.
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