Incontrare i fantasmi del passato: รจ questo lโintento con cui i primi due personaggi in cui ci imbattiamo aprendo il romanzo di Renata Covi, Lโanello in Canal Grande (Bertoni Editore, 2022), iniziano lโopera di ricostruzione della storia della loro famiglia.
Scartabellano cosรฌ diari, documenti e lettere custoditi in soffitta: non si tratta soltanto di svelare i segreti e chiarire i misteri irrisolti, ma anche di fare i conti con una serie di sentimenti che accompagnano il passaggio tra generazioni e la fine di unโepoca. O meglio, di diverse epoche: quei refoli di nostalgia, venati da una punta di rammarico, accomunano i personaggi โ che si muovono nel presente, nella splendida cornice delle Dolomiti, e nel passato, in una Venezia animata dalla Mostra internazionale dโarte cinematografica โ nel momento in cui si appropinquano a una svolta, a un punto di non ritorno, sia esso dovuto allโirrimediabile declino della vecchiaia o allโimporsi di una situazione socio-economica che ne scopre via via la precarietร . Lโannoso incontro-scontro tra generazioni, in questo romanzo dal carattere corale, รจ dunque riproposto, ma con sfumature diverse e piรน ampie: si individua un prima e un dopo, sia esso la Crisi del โ29, il Fascismo, la decadenza della nobiltร o un irrecuperabile mutamento in un paesaggio altrimenti familiare.
La vicenda, ambientata alla fine degli anni Trenta, permette inoltre la restituzione dellโimmagine della societร dellโepoca, con le sue aspirazioni e pregiudizi, cosรฌ come lo skyline della Laguna veneziana durante lโevento che piรน la caratterizza, ovvero la Mostra internazionale dโarte cinematografica. Lโanello in Canal Grande รจ, dunque, anche un romanzo di costume, dando conto anche dellโemersione di nuove professioni, mode e velleitร . Al tempo stesso offre un punto di vista ravvicinato sulle vicende politiche ed economiche che cominciavano a preparare il terreno per i fatti che, da lรฌ a poco, sarebbero passati alla Storia.
Pur portando con sรฉ delle riflessioni sul passare del tempo – consapevolezza e accettazione, certo, ma anche lโemblematico messaggio che, pur lontani nel tempo e nello spazio, i figli di ogni generazione sono afflitti dallo stesso genere di preoccupazione e pensieri โ il romanzo di Renata Covi non si abbandona certo alla celebrazione dei tempi che furono e alla decadenza: lo stile dellโautrice, delicato e conciso, ne rende gioiosa e piacevole la lettura. Provare per credere.
La giornalista domenica sarร a Umbrialibri: ยซSono contenta di tornare in Umbria, sono quattro o cinque anni che non vengoยป.
Abbiamo scambiato alcune battute con la giornalista e scrittrice Daria Bignardi che, domenica 10 ottobre, sarร a Perugia (ore 12 presso lโAula Magna del Complesso Monumentale di San Pietro a Perugia) in occasione di Umbrialibri per presentare il suo ultimo romanzo Oggi faccio azzurro. Una storia irresistibile โ a tratti comica e a tratti struggente โ che mescola leggerezza e profonditร , grazia e tenerezza, esplorando il dolore e il rapporto con noi stessi.
ยซOggi faccio azzurro รจ un modo di dire tedesco che significa Oggi non vado a lavorare. Viene dal Medioevo quando gli artigiani vedevano il cielo azzurro solo un giorno alla settimana, quando appunto non andavano a lavorareยป spiega lโautrice.
Daria Bignardi, foto di Claudio Sforza
Il libro (edito da Mondadori) ci fa conoscere il dolore e lโumanitร , attraverso gli occhi di Gabriele, ยซcome lโarcangeloยป, che perรฒ ยซin Germania รจ un nome da donnaยป, e di Galla. Lei, da quando รจ stata lasciata dal marito, senza una ragione, passa le giornate a fissare dal suo divano la grande magnolia nel cortile, fantasticando di porre fine a quel dolore insopportabile del quale si dร la colpa. Se esce di casa รจ solo per incontrare la psicanalista Anna Del Fante o per andare in carcere, dove canta con altre dieci volontarie in un coro di detenuti tossicodipendenti. Durante un viaggio a Monaco di Baviera entra per caso in un museo dove รจ allestita la mostra della pittrice tedesca Gabriele Mรผnter, amante del pittore Vasilij Kandinskij. Galla si sente ipnotizzata dalle sue opere e da quel momento la voce di Gabriele entra nella sua vita, tormentandola, prendendola in giro, raccontandole la sua lunga storia dโamore con Kandinskij, cosรฌ simile a quella di Galla con lโex marito Doug. Galla incrocia sulla sua strada altri due pazienti della psicanalista: Bianca, unโadolescente che non riesce piรน ad andare a scuola, e Nicola, un seduttore compulsivo, vittima di attacchi di panico, in un incontro a sorpresa che potrebbe stravolgere le esistenze di tutti e tre.
Le storie dโamore di Galla e Gabriele sono molto simili anche se vissute in due epoche lontane: la sofferenza dโamore non ha tempo. Cento anni fa si soffriva come oggiโฆ
ร vero! Infatti la pittrice Gabriele Mรผnter, il fantasma che parla con Galla e che nellโiperuranio รจ diventata una femminista radicale, รจ indignata e le dice: ยซNon posso credere che cento anni dopo stiamo ancora messe cosรฌ!ยป.
La pittrice รจ un alter ego di Galla?
Secondo me Gabriele Mรผnter รจ una delle voci interiori di Galla: quella che fa piรน fatica a esprimere.
Gabriele โmangiaโ pure i Baci Peruginaโฆย
Mi sono divertita a far parlare questโartista nata alla fine dellโOttocento in modo spiccio e diretto, come se fosse la sorella un poโ brusca ma divertente che Galla non ha mai avuto.
Tutti i personaggi sono a loro modo imprigionati da qualcosa: amore, carcere, paure, ansia, droga. Qual รจ la prigione piรน grande della societร di oggi?
Eh, ce ne sono parecchie di prigioni e ognuno ha la sua: la cosa piรน difficile, oggi come un tempo, รจ proprio essere liberi.
Ha qualche ricordo legato allโUmbria?
A Perugia era venuta ad abitare una delle mie migliori amiche del liceo, Maria Rita Albertini, e ho passato con lei e la sua meravigliosa famiglia diverse Pasque. Poi ci sono stata parecchie volte al Festival del Giornalismo. Una volta ne ho approfittato per fare un sopralluogo a Cascia perchรฉ stavo scrivendo un mio libro intitolato Santa degli impossibili, che in qualche modo รจ stato ispirato dalla figura di Santa Rita. Sono contenta di tornare in Umbria, sono quattro o cinque anni che non vengo: vi aspetto domenica a mezzogiorno, tra lโaltro mi presenterร uno scrittore che stimo moltissimo, Giancarlo De Cataldo, che รจ con me anche nella giuria del Premio Severino Cesari, carissimo amico umbro.
Ho fatto qualche domanda al mio amico Lorenzo Barbetti sul suo romanzo dโesordio, Una balena bianca non volerร mai (Giovane Holden Edizioni, 2021) perchรฉ incuriosita da una vicenda che ci vede un poโ tutti protagonisti, che si svolge in luoghi in cui vivo e sono cresciuta: una storia che potrebbe essere quella di ognuno di noi.
Lorenzo Barbetti
Una balena bianca non volerร mai: un titolo accattivante coadiuvato da una copertina che non passa inosservata. La storia perรฒ รจ ambientata a Perugia, capoluogo di una regione in cui non cโรจ nemmeno il mare. Che significato ha il titolo, dunque?
Il titolo originale โ Loser, che faceva riferimento tanto alla figura del perdente quanto alla canzone omonima di Beck che ritorna varie volte allโinterno del romanzo โ non mi convinceva. Un mio amico, al quale ho fatto leggere il manoscritto, mi ha allora suggerito la figura della balena bianca, che appare al protagonista in un momento cruciale della storia come una sorta di visione e si porta dietro delle considerazioni che possono in un certo senso essere applicate allโintero romanzo. In ogni vicenda che il protagonista vive, infatti, si ritrovano dei concetti, legati al suo sentire, suggeriti proprio da quella bianca balena. Questo mio amico โ Leonardo Zaroli โ ha ideato conseguentemente anche la copertina, che poi รจ stata disegnata con la collaborazione di Anna Scatolini e di Thea Corpora: giร dopo un primo sguardo si riesce a entrare perfettamente nel mood del libro. Il fatto che lโideatore del titolo abbia realizzato anche la copertina dona al volume una continuitร eccezionale.
Nel caso della narrativa, quasi mai un autore scrive una storia solo per il gusto di raccontarla. Spesso cโรจ dietro unโesigenza, un impulso viscerale, il bisogno di mettere le carte in tavola e di fare i conti con qualcosa o con qualcuno. ร davvero cosรฌ?
Il libro nasce da un racconto che scrissi nel 2017 per un concorso. Concorso che vinsi, ma la cosa piรน importante รจ che per la prima volta mi ero approcciato nella scrittura vera e propria. Fino a quel momento, infatti, avevo raccontato storie fini a sรฉ stesse e senza la logica universale che solitamente permette di accomunare lettori diversi. Quel racconto mi mise nella testa lโidea che potevo scrivere qualcosa con una logica, con un senso, che potesse essere apprezzato anche da altre persone. Una balena bianca non volerร mai nasce quindi non solo dallโesigenza di raccontare delle storie, ma anche dal cambiamento che stavo avendo in quel periodo. Ho inserito eventi del mio vissuto, di quello dei miei amici, racconti che avevo ideato in precedenza e che volevo riutilizzare, cosรฌ come citazioni dal cinema e dalla musica (cโรจ anche una playlist su Spotify ispirata al libro che vi consiglio di ascoltare, nda), in modo da creare un mix che potesse piacere anche a qualcuno allโinfuori di me. Un conto รจ scrivere per sรฉ stessi, un altro รจ farlo per qualcuno che non ti conosce e che non sa quali sono i tuoi gusti: naturalmente a me piace quello che scrivo โ come penso succeda a chiunque si approcci alla scrittura โ perรฒ la vera sfida รจ farlo con lโidea che qualcuno con un retroterra diverso possa comunque leggere con piacere quello che hai prodotto.
Insomma, scrivere qualcosa che possa accomunare lettori diversi, magari perchรฉ emblematico di una generazione. Penso in particolare alla nostra, cioรจ quella dei nati negli anni Novantaโฆ
Sรฌ, senza dubbio, anche perchรฉ i riferimenti fanno proprio capo alla cultura pop di quegli anni. Perรฒ devo dire โ e lo affermo con estrema soddisfazione โ che i primi riscontri che ho ricevuto sul romanzo sono venuti da persone che non sono di quella generazione, ma che, leggendo, hanno potuto rivivere certe vicende della propria vita. Si sono identificate con alcune scelte del protagonista, con i suoi pensieri, con alcuni eventi che egli si trova a gestire. E questo mi fa molto piacere perchรฉ significa che Una balena bianca non volerร mai ha una portata piรน ampia, che nasce dagli stilemi di una generazione ma non si ferma solo a quella.
Nel caso della narrativa, le vicende sono piuttosto plausibili. Non hai pensato che la gente potesse credere che tutto quello che leggeva fosse una biografia romanzata di Lorenzo Barbetti? Se sรฌ, questo ti ha in qualche modo frenato nel farlo leggere a conoscenti e amici? E, ancor prima, ha interferito nel processo di scrittura?
Sicuramente partire dalla propria esperienza รจ quasi fisiologico โ non credo che esistano autori, nemmeno maestri della letteratura fantastica mondiale, che non inseriscano la propria esperienza in quello che scrivono – ma tutto viene comunque rielaborato. Nel caso di Una balena bianca non volerร mai non mancano delle parti completamente inventate che perรฒ sono funzionali alla storia. Parafrasando una massima piuttosto famosa, non bisogna mai fidarsi di uno scrittore perchรฉ tutto quello che si dice potrร essere riutilizzato: che sia una notizia di cronaca o un racconto altrui, va tutto a stimolare lโimmaginazione. Molti mi hanno chiesto se fossi io il protagonista della storia e se avessi trascritto pari pari la mia vita. Diciamo che il protagonista รจ quello che Henry Chinaski รจ per Charles Bukowski: la sua versione romanzata. Questo mi diverte, piรน che spaventare, perchรฉ รจ come un gioco per me come credo per chi mi conosce almeno un poโ. Dโaltro canto il protagonista non fa niente di scabroso o di illegale, ma solo esperienze che chiunque ha fatto almeno una volta nella vita. Ancora non ho motivo di essere preoccupato, ho in mente di scrivere cose ben peggiori! (ride, nda).
Cโรจ stata qualche trasformazione dallโinizio della stesura al momento in cui hai scritto la parola โfineโ? Non parlo solo dei personaggi, ma anche dellโautoreโฆ
Ho scritto il libro nel corso di un anno, facendo tre stesure diverse, limando e aggiustando, perciรฒ alcuni elementi sono cambiati per forza. Naturalmente ce ne sono stati alcuni tecnici โ ispessimento di alcuni personaggi, descrizioni piรน ricche, nuove vicissitudini, aggiustamenti nella forma e nellโagilitร di alcuni passaggi. E poi sono cambiato io, tanto che, rileggendo, ho sentito di dover modificare alcune cose, specie quelle che mi era costato piรน mettere su carta. Perรฒ mi sono detto che quei passaggi cruciali li avevo scritti in un momento in cui nella mia testa cโera unโidea ben precisa e che quindi dovevo tenervi fede per evitare di snaturare il libro e la storia dal quale era scaturito. Quindi la struttura รจ stata sempre la stessa, dalla bozza alla terza stesura, anche perchรฉ lโavevo studiata molto bene ed ero sicuro che funzionasse. Alla fine mi sono sentito quasi liberato: ero riuscito a finire il libro e, rileggendolo, alcune cose funzionavano. Stesso discorso per i personaggi: hanno compiuto un percorso, sia esso vincente o perdente non conta, lโimportante รจ che siano cambiati, che siamo cambiati insieme.
Nel libro cโรจ un chiaro riferimento a Perugia e alla sua provincia, vista perรฒ in maniera completamente opposta rispetto a un filone molto noto della letteratura contemporanea dove essa รจ lโemblema del non-luogo, dove tutte le ambizioni si perdono, dove tutto si appiattisce e dove la noia prende il sopravvento. ร stato difficile ambientarvi i personaggi e fare i conti con le peculiaritร di luoghi in cui vivi la tua vita quotidiana?
Ho imparato, anche grazie alla fotografia, ad apprezzare quello che abbiamo in Umbria, non solo tracciando le rotte turistiche piรน canoniche, ma anche quelle piรน inaspettate. ร sempre possibile meravigliarsi della bellezza che si ha intorno. Quindi ambientare la storia a Perugia e, soprattutto, nella sua provincia, offre degli spunti inediti: se infatti per un giovane tra i 20 e 30 anni potrebbe apparire stretta, in realtร la provincia offre la possibilitร di essere cullati da una realtร accessibile e familiare, piccola e molto accogliente. Io ne sono stato sempre affascinato, in particolare dalla sua non vivacitร , dal suo avere luoghi desueti e anche un poโ desolati, dai suoi bar fermi agli anni Settanta. La trovo poetica. Per Una balena bianca non volerร mai questo tipo di ambientazione era lโideale – il sottotitolo iniziale del libro era, appunto, Ovvero la mediocre storia di giovani di provincia – perchรฉ essa รจ un luogo in cui le cose piatte prendono vita, dove la noia diventa quotidianitร , dove o emergi per scappare o impari a nuotare.
Nel libro il protagonista racconta le vicende in prima persona con uno stile che potremmo definire, senza troppe remore, cinematografico: un modo di scrivere che, nella sua disarmante semplicitร , nasconde perรฒ regole ben precise e non lascia nulla allโimprovvisazione. Ce ne puoi parlare?ย
Sono sempre stato affascinato dal mondo dietro al cinema, ovvero dalla sceneggiatura. In questo senso ho potuto fare varie esperienze non solo grazie al mio percorso di studi, ma anche a Penumbria Studio, il collettivo di videomaking di cui faccio parte. Quello cinematografico รจ uno stile in cui bisogna asciugare e asciugare, raccontando anche cose molto personali e complesse con pochissime parole. Per non parlare di tutto il corollario di gesti e movimenti che caratterizzano i vari personaggi e le interazioni tra di essi. Si tratta di uno stile che รจ molto visivo, senza orpelli; il protagonista stesso โ che vorrebbe diventare uno sceneggiatore โ pensa per immagini. E il lettore, ascoltando il racconto in prima persona del protagonista, non solo sperimenta esattamente le stesse cose, ma ha anche un punto di vista molto parziale, come con lโocchio di una cinepresa. Al tempo stesso, รจ soggetto a una serie di espedienti narrativi che fanno capo al linguaggio cinematografico, come il montaggio serrato, il piano sequenza e cosรฌ via.
Forse รจ un poโ presto per parlarne – visto che Una balena bianca non volerร mai รจ uscito da soli pochi giorni – ma cโรจ giร qualche altro progetto allโorizzonte?
Ho diverse idee che riguardano sia la scrittura, sia la seconda stagione di _lobba_, la storia a fumetti che pubblico a puntate su Instagram. Insomma, ho diversi progetti artistici allโorizzonte, in cui ancora una volta cinema, scrittura, fotografia, disegno e musica si compenetrano. Ma non voglio svelare troppo!
ย La scrittrice inglese Violet Paget (1856 โ 1935) per molti รจ conosciuta con lo pseudonimo maschile di Vernon Lee.
Violet Paget/Vernon Lee
Violet Paget/Vernon Lee parlava un italiano perfetto e aveva un motto che lโha accompagnata per tutta la vita: labora et noli contristari (lavora e non essere triste). Si stabilรฌ a Firenze nel 1873 e fu unโassidua viaggiatrice. La sua vita fu anche caratterizzata dalle relazioni che ebbe con altre donne e non esitรฒ a fare coming out. A Firenze si innamorรฒ prima di Annie Mayer e poi di Mary Robinson.
Pacifista e femminista, fu riabilitata proprio da questi movimenti alcuni decenni dopo la sua morte, avvenuta nel 1935. Fu accudita dalla sua ultima compagna Irene Cooper Willis. Uno dei suoi piรน raffinati estimatori, il critico letterario Mario Praz, ha avuto modo di affermare che Vernon Lee stupรฌ, con i suoi brillanti saggi, tutto l’ambiente intellettuale italiano. Divenne cosรฌ una personalitร di riferimento grazie al suo stile elegante e versatile.
Dal 1889 visse costantemente alla villa Il Palmerino sulle colline sopra Firenze. Tuttavia la passione per i viaggi, coltivata fin da piccola, non l’abbandonerร mai e cosรฌ la ritroviamo nel 1895 in Umbria. La lettera che scrive a sua mamma viene spedita proprio da Foligno.
E di Foligno e dell’Umbria cosรฌ scrive: ยซI boschi di leccio dell’Umbria, cosรฌ scuri, compatti e misteriosi sono una costante e continua attrazione per me. Ti arrampichi sulle colline caratterizzate da quella pietra calcarea rosa che ha il potere di illuminare qua e lร nel puro colore della carne le cittร di Assisi, Spello, Foligno e Trevi. Le macchie di quercia delle colline danno l’opportunitร al boscaiolo di fare fascine che non di rado rotolano giรน nei letti dei torrenti. Si continua avanti e ancora verso la montagna, iniziano i lecceti e all’improvviso ci si imbatte in un monastero parzialmente rovinato con le sue mura fortificate con torri e colonneยป.
Lettera da Foligno
Le Possessioni
Violet Paget/Vernon Lee aveva una personalitร originale e controcorrente,, al punto di viaggiare in una direzione sia personale sia culturale in netto anticipo rispetto ai suoi tempi. L’amore per il nostro Paese fu sempre forte e costante, le cittร e i borghi esercitavano su di lei un fascino irresistibile. Tutto ciรฒ si rifletteva nella sua scrittura e nella produzione di romanzi e storie, anche di genere fantastico, delle quali fu una sorta di pioniera. Fu autrice di saggi di estetica e di pubblicazioni sul Rinascimento, ma anche di romanzi e racconti fantastici come quelli presenti nella raccolta Possessioni. Possessionicostituisce forse il suo capolavoro letterario. ร composto da tre novelle incantevoli, da tre racconti fantastici di ambientazione italiana: un Urbino fiabesca, una Venezia dissolta nella caligine lagunare e un fatiscente palazzo di Foligno. Da un polveroso guardaroba del palazzotto di Foligno emergono i fantasmi dell’inconscio. Incantevoli scorci del pensiero, colto e a volte allusivo, fanno da sfondo alla storia da lei denominata The doll (la bambola).
Lettera inviata da Foligno
In questo racconto Violet Paget/Vernon Lee cosรฌ si esprime: ยซFoligno non รจ quello che la gente chiama un posto interessante, ma a me รจ piaciuta. C’รจ un piccolo fiume pieno e impetuoso con argini ricoperti di edera. Ci sono affreschi del quindicesimo secolo e dei bei palazzi antichi con porte scolpite in pietra rosa. Foligno รจ una cittร di mercato e un incrocio, una specie di metropoli della valle. Mi รจ piaciuta principalmente perchรฉ ho conosciuto un delizioso commerciante di curiositร . Il suo nome รจ Oreste ha una lunga barba bianca, occhi gentili di colore marrone e delle belle mani. Porta sempre con sรฉ un braciere di terracotta sotto il mantello. Conosce tutte le vecchie cronache e sa esattamente dove รจ successo tutto negli ultimi seicento anni. Parla dei Trinci e dei Baglioni come se li avesse conosciuti. Sono stata molto felice a Foligno vagando per tutto il giorno. Oreste venne una mattina a dirmi che un nobile voleva vendermi un set di piatti cinesi e anche se alcuni erano incrinati, a suo dire, avrei, comunque, avuto modo di vedere uno dei palazzi piรน raffinati della cittร . Il palazzo era della fine del diciassettesimo secolo, all’interno grandi spazi, addirittura una fabbrica di sapone ed un calzolaio, un ampio cortile ed una sala da ballo grande come una chiesa ma anche pavimenti sporchi, mobili appannati e sbrindellati ed orribili cremagliere. Vicino alla stanza dei domestici c’era una bambola enorme con un volto classico stile canovaยป. ร attorno a questa bambola, oggetto di desiderio e di acquisto della scrittrice, che si sviluppa la storia.
Ma per carpire gli aspetti magici e allusivi รจ opportuno tuffarsi pienamente nella lettura di questo libro, facilmente reperibile in libreria oppure online.
Alla sua morte, avvenuta nel 1935, la compagna Irene Cooper Willis, che era anche esecutrice testamentaria della scrittrice, donรฒ al British Institute di Firenze una collezione di oltre 400 volumi. ร lo stesso British Institute che riporta una curiositร di Violet Paget/Vernon Lee: oltre a numerosi appunti, i libri della scrittrice riportano le date di lettura ed รจ da queste date che si capisce come fosse abituata a rileggere i diversi testi piรน volte.
ยซScrivo da quando ero piccola e in alcuni momenti mi ha salvato la vita. La scrittura รจ stata una vera medicinaยป.
Sara Allegrini, classe 1978, si definisce una tipica umbra, chiusa inizialmente ma poi accogliente. Durante lโintervista lโho trovata simpatica e amichevole fin da subito. Sarร che tra umbre ci si capisce al volo. Sara รจ unโinsegnante e una scrittrice: nel 2014 ha pubblicato La ragazza in bottiglia (PCE) e nel 2018 con il suo secondo libro Mina suldavanzale (Itaca) รจ stata finalista al Bancarellino e ha vinto il Premio Selezione. Poco piรน di un mese fa invece si รจ portata a casa il Premio Orbil โ assegnato da librai indipendenti โ nella categoria Young Adult con il romanzo La rete, storia di tre ragazzi che si ritrovano in un bosco senza cibo, senza acqua e senza cellulare per chiedere aiuto.
Sara Allegrini
Sara, qual รจ il suo legame con lโUmbria?
Sono unโumbra D.O.C. e ho tutte le caratteristiche tipiche: chiusa allโinizio ma poi accogliente. Amo Perugia, per me รจ un gioiello. Questa regione รจ un posto meraviglioso per vivere e soprattutto รจ a misura mia.
ร unโinsegnante che fa la scrittrice o viceversa?
Sono i due lavori che ho sempre voluto fare ma se dovessi scegliere, sceglierei di fare lโinsegnante. Mi piace il contatto diretto con i ragazzi, anche se poi con i miei libri riesco a raggiungerne di piรน.
Quando ha deciso diย diventare scrittrice?
Scrivo da quando ero piccola, giร dalla scuola media, tutti perรฒ mi scoraggiavano โ professori, genitori โ allora io mi sono intestardita e ho continuato. Il primo libro, La ragazza in bottiglia, รจ stato pubblicato da una casa editrice senza sapere chi fossi: รจ una roba abbastanza strana. Poi piano piano sono cresciuta fino ad arrivare alla Mondadori. Con il secondo libro Mina sul davanzale sono stata finalista del Bancarellino, una cosa che proprio non mi aspettavo.
Il mese scorso ha vinto il Premio Orbil, nella categoria Young Adult, col suo romanzo La rete (Mondadori): quanto รจ stato importante?
ร stato un super riconoscimento e non mi aspettavo assolutamente di vincere: ero una pivellina tra mostri sacri. La notizia mi รจ arrivata in piena quarantena e in un periodo personale non facile, per questo non ho granchรฉ esultato come avrei dovuto, perรฒ รจ stato un bellissimo riconoscimento. Ne sono orgogliosa.
Da dove arriva lโispirazione per raccontare una storia?
Le prime storie sono nate dallโurgenza: ho avuto dei lutti dolorosissimi e se non avessi scritto sarei morta, scrivere รจ stata una medicina. Gli altri due libri sono stati ispirati da alcuni alunni a cui insegnavo in una scuola abbastanza difficile. I ragazzi si sono riconosciuti nei personaggi e anche i genitori hanno ritrovato i loro figli: questo spero li abbia fatti sentire meno soli.
Perchรฉ racconta storie di giovani per i giovani?
Perchรฉ i ragazzi sono un pubblico decisamente critico e questo mi piace, in piรน non ho ancora superato i traumi della mia adolescenza (ride). Ricordo perfettamente come ci si sente a quellโetร e quali sono le emozioni che si provano.
Visto che la racconta e la vive grazie al suo ruolo di insegnante: che pensa della generazione Z?ย
ร una generazione un poโ sfortunata, perchรฉ non puรฒ vedere il mondo senza telefoni, rispetto ai nati nelle generazioni precedenti e non hanno gli strumenti che servono per selezionare il fiume di notizie che gli arrivano. Perรฒ quando sono stimolati e devono usare la fantasia per raccontare e scrivere vengono fuori dei giovani che non sono poi cosรฌ distanti dalle altre generazioni.
Dei suoi tre libri, a quale รจ piรน legata? O, come i figli, รจ difficile scegliere?
Mi piace questa domanda (ride). Devo dire che non posso scegliere, perchรฉ ogni libro รจ legato a un momento della mia vita.
LโItalia sappiamo che รจ un paese che legge poco: secondo lei perchรฉ?
Le famiglie con bambini piccoli leggono tanto, poi quando crescono cโรจ un calo. Va detto che รจ difficile trovare bei libri. Gli stessi insegnanti leggono poco e per questo non trasmettano la passione ai loro alunni. Basta consigliare le giuste letture e indirizzare i ragazzi verso bei libri, che poi si appassionano: gli servono solo dei consigli. Ci vuole la febbre del libro, รจ impareggiabile vivere con la fantasia, affezionarsi ai personaggiโฆ
Se dovesse raccontare lโUmbria, come descriverebbe la sua essenza?
Una delle storie che sto scrivendo รจ ambientata in Umbria, nel paesino di cui รจ originario mio padre: Lisciano Niccone. Di quel luogo mi ricordo le sensazioni, lโodore della terra bagnata, la caccia alle lumache, le more colte e mangiate. ร la mia infanzia, fatta di odori e rumori, che sto cercando di trasportare nelle pagine.
Ha in cantiere un nuovo romanzo?
Sto lavorando a tante cose contemporaneamente: alcune sono finite e devo solo trovare chi puรฒ pubblicarle, altre si sono fermate a causa della didattica a distanza e del fare la mamma a tempo pieno. Fatico a trovare dei momenti di tranquillitร , ma va bene cosรฌ.
Come descriverebbe lโUmbria in tre parole?
Verde, antica, profumata.
La prima cosa che le viene in mente pensando a questa regioneโฆ
TITOLO: I negozi e la cittร in archivio. Foligno tra Ottocento e Novecento
AUTORE: Giovanna Galli
PAGINE: 85
EDITORE: Folignolibri
ANNO: 2019
COSTO: 15 EURO
Lโautrice del volume si รจ laureata in Restauro Architettonico all’Universitร La Sapienza di Roma. Attualmente svolge la libera professione ed รจ iscritta nellโElenco degli esperti in Beni Ambientali e Architettonici della Regione Umbria.
La passione per la storia architettonica e urbanistica della sua cittร lโha portata ad alcune pubblicazioni sullโargomento come Piccola GuidaFoligno dentro le mura, del 2014; Foligno cittร romana vol. I โ Ricerche storico urbanistiche topografiche dellaantica cittร di Fulginia a cura di Giuliana Galli, di cui รจ co-autrice (Il Formichiere, 2015); Foligno cittร romana vol. II โ Dal Castrum alla Via della Quintana, dal tempio alla Cattedrale (Il Formichiere, 2016) di cui รจ co-curatrice e co-autrice con Giuliana Galli e Paolo Camerieri, fino a giungere allโultima pubblicazione, nella quale, dopo una meticolosa ricerca dโarchivio, รจ riuscita a ricostruire il passaggio e la trasformazione della cittร di Foligno attraverso le attivitร commerciali che si sono succedute. Come spiega nella prefazione, la molla che la spinge ยซรจ la conoscenza della cittร e della sua storia, che deve essere usata per la sua conservazione attraverso una corretta progettazione che la tramandi al futuroยป.
Le trasformazioni principali nel tessuto urbano in Italia e, nello specifico, a Foligno, avvengono principalmente negli ultimi due secoli: a seguito dello sviluppo industriale, si cerca di dare un nuovo ordine ai quartieri risanando le pessime condizioni igienico sanitarie con nuove infrastrutture quali fogne e acquedotti. Inoltre, nascono nuovi sistemi di collegamento come quello ferroviario e stradale per le automobili: da qui la necessitร di dotarsi di nuovi sistemi di pianificazione del territorio.
Il pregio di questa ricerca รจ evidenziare questa trasformazione attraverso un punto di vista insolito e generalmente trascurato dai trattati di urbanistica: le attivitร commerciali. Queste โ come spiegato dallโautrice nellโintroduzione โ ยซOltre alle funzioni puramente economiche, svolgono importanti funzioni sociali, costituendo un momento di contatto fra i cittadini e le comunitร locali diffondendo le informazioni piรน recenti in materia di stili di vita, modelli culturali e attivitร collettiveยป.
Il libro, partendo Dalla situazione generale della cittร nei primi decenni del secolo, attraverso Le modificazioni del tessuto urbano, Gliinterventi privati, I negozi che contribuiscono a cambiare lโimmagine della cittร per finire allโultimo capitolo Da depositi a botteghe amoderni negozi รจ corredato da un importante apparato fotografico che comprende le immagini dei negozi e delle attivitร con commercianti o artigiani al lavoro, i progetti con le modifiche da apportare presentati agli organi competenti, i rilievi, i regolamenti. Il tutto fornisce un preciso spaccato delle trasformazioni avvenute.
ยซForse perchรฉ in realtร il negozio รจ un luogo privato in cui ogni esercente esprime la propria personalitร , dove mette in mostra i prodotti secondo una propria filosofiaยป conclude nellโintroduzione lโarchitetto Galli ยซMa questo luogo privato diventa pubblico nel momento in cui si affaccia nella cittร , nel momento in cui si apre su facciate antiche rimaste per secoli chiuse ermetiche. I negozi, i loro spazi, i loro affacci, diventano quindi un pretesto anche per parlare di cittร , per parlare di quelle modificazioni che la cittร ha subitoยป.
Dal 5 all’8 settembre, la VIII edizione del Festival delle Corrispondenze ha rappresentato un evento culturale dove il binomio lettere e scienza, insieme alla XXI edizione del Premio letterario nazionale Vittoria Aganoor Pompilj, ha espresso un prestigioso appeal con l’intervento di importanti ospiti e confermato il grande successo di pubblico. La contemporanea Sagra della Zzurla ha contribuito a esaltare, in un connubio tra cucina, cultura e musica, il delizioso Borgo di Monte del Lago, con suggestive atmosfere d’altri tempi, tra scorci paesani e panorami lacustri indimenticabili.
Michela Biancalana, Vanni Ruggeri, Marco e Riccardo Carlani, Francesco Ferroni, Stefania Quaglia, Maria Vittoria Taravelli, Alessandra Versiglioni, Andrea Rellini e Maurilio Breccolenti.
ยซLaggiรน non piรน livido e fosco / color di melmose maremme / ma fra le radure del bosco / il lago sfavilla di gemmeยป. Proprio cosรฌ, in questi giorni nel borgo lacustre hanno sfavillato gemme di cultura che qui vengono esaltate proprio da lei, la poetessa VittoriaAganoor, che abitรฒ a Monte del Lago insieme a suo marito, l’onorevole Guido Pompilj, dal 1901 al 1910. Li unรฌ un grande amore, caratterizzato e concluso da un tragico e impietoso destino, con una pressochรฉ simultanea e inclemente dipartita. La Raccolta Poesie Complete e Dopo la pioggia, sono gli indirizzi dello stralcio di versi che poco sopra si sono potuti leggere e che la romantica poetessa dell’epoca, la bella e dolce Vittoria, scrisse osservando dalla sua finestra o dalla celebre terrazza la bellezza ispiratrice del prospiciente lago Trasimeno.
Il letterato Giovanni Antonio detto il Campano, l’Abate geografo Bartolomeo Borghi, il musicologo Schabl-Rossi e il suo celeberrimo amico Giacomo Puccini sono gli altri illustri personaggi che il minuscolo borgo, complice il seducente lago, ha ospitato e a cui ha dispensato ispirazione.
Gemme, solo gemme a Monte del Lago!
L’ultima gemma in ordine cronologico, incastonata nell’incantevole borgo lacustre, รจ identificata nel Festival delle Corrispondenze 2019, che nasce nell’ambito del Premio Nazionale Vittoria Aganoor Pompilj, riservato a lettere e carteggi.
Una bellissima manifestazione all’insegna della cultura, dove quest’anno personaggi significativi del mondo scientifico come Leonardo o Galileo o Levi-Montalcini si sono raccontati, attraverso i propri carteggi. Un binomio lettere e scienza che giornalisti, scrittori, letterati, dotti, comunicatori, matematici e storici hanno enunciato in seminari, tavole rotonde, rappresentazioni teatrali e presentazioni di studi, libri o ricerche nel contesto della Villa Aganoor Pompilj e in alcuni angoli cittadini dell’affascinante e ospitale borgo di Monte del Lago.
Nella conferenza di apertura i saluti istituzionali sono stati portati da Giacomo Chiodini, Sindaco di Magione, Vanni Ruggeri, Assessore alla Cultura dell’amministrazione magionese, Francesca Caproni, Direttrice del GAL Trasimeno-Orvietano, Donatella Porzi, Presidente Assemblea Legislativa Regione Umbria, Daniella Gambini, Pro Rettore dell’Universitร per Stranieri di Perugia, Mario Tosti, Presidente dell’Istituto per la storia dell’Umbria contemporanea, Pierluigi Mingarelli, Festa di scienza e filosofia di Foligno, Federico Fioravanti, Festival del Medioevo di Gubbio e Fabio Petrini, Presidente dell’associazione filatelico-numismatica G.B. Vermiglioli. Presenti gli importanti sponsor della manifestazione e i molti interessati all’alta qualitร degli interventi.
Vanni Ruggeri, assessore del Comune di Magione e grande protagonista nella realizzazione dell’offerta della suggestiva manifestazione, con grande orgoglio ci ha espresso: ยซMonte del Lago, nella sua bellezza, ha offerto in questa edizione del Festival il rapporto tra scienza e lettere, dove personaggi che hanno fatto la storia dell’uomo e temi attuali quali la divulgazione scientifica attraverso la comunicazione con i social network, sono stati i primi attori. Il programma รจ stato arricchito da molte collaborazioni, fra tutte il Festival del Medioevo di Gubbio, l’ISUC (Istituto per la Storia dell’Umbria Contemporanea) e la Festa di Scienza e Filosofia di Foligno. Senza la competenza dell’ufficio cultura del Comune di Magione, l’aiuto della coordinatrice Vjola Luarasi e il contributo del Gal Trasimeno-Orvietano, non sarebbe stato possibile ottenere certi risultati di grande qualitร e spessore culturaleยป.
Luigina Miccio, la coordinatrice del Premio letterario nazionale Vittoria Aganoor Pompilj che ha contato la sua ventunesima edizione, ha aggiunto: ยซIl premio letterario ha visto una sua crescita costante nel tempo in sinergia sociale con la collettivitร del Trasimeno e di Monte del Lago in particolare e, in stretta simbiosi, ogni anno la comunitร locale celebra e si stringe attorno a questa fantastica manifestazione. Per il Premio letterario, nella prima sezione riguardante il carteggio, ha vinto Paolina Leopardi, lettere (1822-1869) a cura di Elisabetta Benucci. Mentre per la seconda sezione, riservata a componimenti in forma di lettera, i primi tre classificati sono stati: Cristina Fumagalli di Corte Franca (BS), Antonella Giueio di Roma e Clara Kaisermann di Mezzolombardo (TN)ยป.
La direttrice del GAL Trasimeno-Orvietano, Francesca Caproni, ci ha confidato con grande soddisfazione e fierezza: ยซCome Ente seguiamo i nostri scopi e tra l’altro, favoriamo lo sviluppo di manifestazioni di questo tipo. Il Festival delle Corrispondenze – e ne siamo ben contenti – ha raggiunto ormai la notorietร nazionale e attrae ogni anno un gran numero di visitatori, calamitati dalla varietร e originalitร delle sue molteplici proposte. In questa edizione si รจ giunti a un livello qualitativo eccellente con grandi protagonisti della cultura come interpreti e la sinergia con molte altre manifestazioni, ha suggellato la reciproca complementarietร e forza delle collaborazioni; da questo principio nasce l’evento i Fili, le Trame, le Reti che avverrร sull’Isola Maggiore il prossimo 28 settembre, che ha preso spunto da un carteggio tra Vittoria Aganoor e Isabella Guglielmi. Inoltre non bisogna dimenticare che tra il 13 e il 15 settembre avrร luogo a Panicale Fili in Trama, la Mostra Mercato Internazionale del Merletto e del Ricamo, che prevede un programma molto ricco e interessanteยป.
La presentazione del libro Rapsodie per Vittoria Aganoor Pompilj di Alba Scaramucci ha aperto il programma del Festival delle Corrispondenze 2019 che รจ continuato con la Bufala corre in rete, dove sono intervenuti il blogger Vincenzo Maisto, Claudio Michelizza e Sandro Iannaccone.
Un'edizione ricca e variegata
Il cartellone รจ stato molto fecondo ed รจ continuato con l’inaugurazione della mostra La scienza in un francobollo: Leonardo 2019, a seguire una conferenza sulla Comunicazione in sessanta anni di esplorazione spaziale con Luca Marrocchi, poi un Laboratorio artistico per bambini a cura delle pittrici Claudia Massone e Alessandra Mapelli e una tavola rotonda sulla Comunicazione contemporanea nel caso dei vaccini con Mario Morcellini (AGCOM), i giornalisti Simone Valesini e Laura Margottini e Francesca Comunello dell’Universitร di Roma. Poi la presentazione del libro Caro Ministro le scrivo… Le carte riservate di prefetture e questure di Perugia e Terni sull’attivitร politica in Umbria negli anni ’70, con l’editore Francesco Tozzuolo e i curatori Andrea Maori e Amedeo Zupi. A seguire il linguista Massimo Arcangeli su Leonardo, inventore di rebus e anagrammi.
Il palinsesto รจ continuato con gli appunti e le lettere ritrovati nell’ex manicomio di Perugia con l’infermiere Massimo Longarini, lo psichiatra Silvio D’Alessandro, Carlo Riccardi e l’avvocato Daniele Spinelli. Poi leLettere della Contestazione 1968-1979, con Mario Tosti Presidente ISUC, Giacomo Chiodini, il Sindaco di Magione e Alberto Sordini, con singoli interventi sul tema della contestazione, della sovversione, della politica di quegli anni, con il contributo dei dotti universitari Silvia Casillo, Giulia Falistocco, Claudio Brancaleoni e Alberto Pantaloni, bravissimi nel farci calare e rivivere quel delicato periodo storico. Di seguito La storia dell’arte chirurgica di Preci negli epistolari dei suoi maggiori esponenti, รจ il titolo dell’intervento di Massimo Messi, sindaco di Preci e della docente di lettere Antonella Messi nonchรฉ degli universitari Gianfranco Cruciani, Adolfo Puxeddu e Francesco Bistoni. Prima l’incontro con lo scrittore Roberto Vacca e il linguista Massimo Arcangeli su Primo Levi e Roberto Vacca: un’amicizia epistolare e poi la proiezione del docu-film Lettera 22 con il regista Emanuele Piccardo e il giornalista Giorgio Vicario e a seguire il monologo di Gabriella Greison dal titolo Due donne ai raggi x โ Marie Curie e Hedy Lamarr ve le racconto io. Poi c’รจ stata l’Anteprima Festival del Medioevo con gli interventi di Federico Canaccini, Alessandro Vanoli e Federico Fioravanti. Storie di postini stra-ordinari รจ la rappresentazione a cura di Michele Volpi in collaborazione con Rinoceronte Teatro. Anni di piombo, penne di latta รจ il titolo del libro presentato dall’autore Roberto Contu e da Raffaele Marciano.
La giornata finale si รจ chiusa con il botto, con l’intervento del matematico Piergiorgio Odifreddi, l’ospite piรน atteso di questa edizione, che ha preparato un monologo appositamente per l’occasione, dal titolo La comunicazione matematica, da Archimede a internet e con la cerimonia di premiazione del Premio Vittoria Aganoor Pompilj, presieduta dalla sua coordinatrice Luigina Miccio con letture di Caterina Fiocchetti e Francesco Bolo Rossini. Non di meno il monologo e video proiezione Le parole di Rita. Dall’autobiografia e dalle lettere di Rita Levi Montalcini, a cura di Valeria Patera e inoltre gli Aspetti della rivoluzione scientifica nell’epistolare galileiano con gli universitari Umberto Bottazzini e Lino Conti. Tutto il programma รจ stato pensato all’insegna della lettera e del carteggio in un borghigiano contesto naturalistico e storico, in cui la calma e la tranquillitร hanno permesso alle persone intervenute di assaporare fino in fondo l’intero Festival con l’emotivitร regalata dall’inscindibile e complessiva manifestazione.
Non solo letteratura
Anche le musiche e le espressioni teatrali sono state di gran qualitร , con i sempre fantastici Four Seasons dove la bellissima ed espressiva voce di Daniela Tenerini, accompagnata da Paolo Bertoni, David Versiglioni, Silvano Pero e Roberto Cesaretti, ha donato soavi toni musicali poetici. I Doremilla hanno regalato un seguitissimo Tecno R-evolution con gli innovativi Federica Ciucarelli, Tazio Aprile, Tommaso Giugliarelli, Linus D’Antonio e Leonardo Bruschi. I bravissimi interpreti Giovanni Guidi e Matteo Vinti in Inner Voices (and syncretic planet sounds), istallazione audiovisiva per pianoforte e live coding e i Billi Brass Quintet con l’apprezzatissimo spettacolo musicale A trip to the moon. Il Laboratorio Teatrale del Martedรฌ di Magione, con i suoi valenti e versatili attori, รจ stato il protagonista di una passeggiata lungo le vie e le piazze di Monte del Lago alla scoperta di vite e storie attraverso le lettere, in un’approvatissima rappresentazione scenica in abiti del primo novecento dal titolo Cara, ti scrivo da un posto incantevole e con la presenza, nelle acque antistanti il borgo, della bellissima imbarcazione lignea di rappresentanza, il Barchetto del Trasimeno. Guida culturale di prestigio, il preparatissimo e acclamato Assessore Vanni Ruggeri, che ha deliziato, con svariate pillole esplicative, i partecipanti. Il fotografo Stefano Fasi, ha immortalato visi con l’ottecentesca tecnica fotografica al collodio umido.
Questa edizione ha rappresentato anche l’inaugurazione della cartellonistica stradale riferita al borgo con l’inserimento della specificitร Monte del Lago. Paese delle corrispondenze, dove la manifestazione, con il suo percorso di crescita, ha portato a questo importante riconoscimento.
Dopo il susseguirsi di incontri ed eventi, i palati sono stati deliziati ogni sera da gustose ricette di lago, preparate sapientemente dalle abili donne cuciniere del posto, dietro l’organizzazione dell’efficiente e instancabile Pro Loco guidata dal suo attento e preciso presidente Francesco Marchesi. Complimenti a tutti i bravi componenti della squadra! Siamo alla Zzurla, la sagra di Monte del Lago che si tiene nel giardino di villa Aganoor Pompilj e che rappresenta un’altra gemma del luogo. La Zzurla viene organizzata in concomitanza del Festival delle Corrispondenze e anche qui il binomio tra cultura letteraria e culinaria รจ vincente. Le saporite pietanze sono state apprezzate soprattutto dai materialisti dialettici che, dopo il diffuso e piacevole clima intellettuale che ha regnato al Festival, hanno goduto di un abbondante e tipico piatto di zurlini e di un bicchiere di buon vino che, senza alcun dubbio, ai piรน ha favorito la riflessione e un sano e gradevole confronto sugli interventi letterari e scientifici, che peraltro sono stati tutti di grande spessore.
Gemme, solo gemme a Monte del Lago!
Titolo: Zeffirino Faina. Lโattivitร politico-amministrativa nel Consiglio Provinciale dellโUmbria (1861-1892)
Autore: Rita Rossetti
Editore: Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia
Anno di pubblicazione: 2017
Caratteristiche: 227 pagine, foto cm 21 x 15, brossura illustrata con bandelle, illustrazioni a colori
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La tesi di laurea di Rita Rossetti, giunta alla seconda laurea accademica, si รจ trasformata in un interessante ed elegante volume di storia patria dal titolo Zeffirino Faina. Lโattivitร politico amministrativa nel Consiglio Provinciale dellโUmbria (1861-1892), pubblicato dalla Fondazione Cassa di Risparmio per i tipi della Fabrizio Fabbri Editore.
Nel testo redatto da Rossetti emerge la passione e la capacitร di saper ricercare nei polverosi archivi le testimonianze lasciate nella storia da personaggi del calibro di Zeffirino Faina che, da possidente locale, รจ assunto al ruolo di politico, prima agli albori della provincia di Perugia fino ai seggi parlamentari del Regno.
Lโinteressante volume, con una presentazione a cura di Giampiero Bianconi e una prefazione di Valerio De Cesaris, si divide in due parti. La prima ripercorre la vita privata e imprenditoriale di Zeffirino Faina, la seconda ne analizza lโattivitร politica. Vi รจ inoltre un ricco apparato fotografico
Zeffirino nasce nel 1826, figlio di Angelo e di Angelica Paolozzi – che appartiene a una nobile famiglia di Chiusi – ed รจ lโultimo di tre fratelli. Dopo aver conseguito la laurea in Filosofia e Matematica nel 1846, continua la tradizione di famiglia investendo, innovando e sviluppando le diverse attivitร imprenditoriali. Numerosi gli interessi economici: i Faina sono costruttori, allevatori, commercianti di bestiame e grano, con un ingente patrimonio immobiliare e terriero. In questo contesto Zeffirino rappresenta la classe dirigente illuminata, tramite le cantine di Collelungo, dove si serve di macchinari di avanguardia, e tramite i premi internazionali che ottiene con la prima filanda di Perugia.
Alla vita imprenditoriale si intreccia quella politica, che lo vede impegnato fin dalla Prima Guerra dโIndipendenza. Questa attivitร proseguirร fino alla morte, nel 1892, nonostante i dissensi interni alla famiglia – il padre lo rimproverava infatti per essersi esposto in lotte politiche che potevano produrre danni alla famiglia.
La prima seduta del Consiglio della Provincia di Perugia lo vede presente come consigliere, diverrร poi presidente fino al 1892, nel 1873 viene eletto deputato e nel 1886 senatore, incarico che manterrร fino alla fine dei suoi giorni.
E con unโanalisi puntuale Rossetti ne ripercorre proprio lโattivitร politica, ricca di numerose innovazioni e di un interesse per criticitร sociali quali la piaga della natalitร infantile. Faina trasformรฒ i brefotrofi in strutture adatte allโaccoglienza, si occupรฒ del sostegno allโistruzione delle donne e, da abile imprenditore, dellโinteresse per le strade e la mobilitร , come del prosciugamento del Trasimeno.
Il lago Trasimeno, emblema delle cose semplici e autentiche, accoglie laย Villa Alta, la dimora che Vittoria e Guido Pompilij scelgonoย per la loro vita insieme. I dueย vivono anni di amore intenso e assoluto,ย profondo come soltanto il blu sa essere.ย
Era la fine del 1900 quando un incontro a Venezia cambierร ,ย sconvolgendole,ย le vite solitarie della poetessa VittoriaAganoor e del parlamentare umbro Guidoย Pompilj.
Un carattere sprezzante e indomabile
Vittoria rimane colpita immediatamente da questโuomo che nella sua liricaย Trasimenoย chiamerร ยซil forte soldato del beneยป, in lui infatti ยซriconosce una forte dimensione etica associata ad uno slancio umanitario e solidaristico a lei finora sconosciutiยป.[1] Guidoย โ cheย in quel periodoย ricopre il ruolo diย sottosegretario del Ministero delle Finanze del primo governo Saraccoย โ รจ, cosรฌ come lo descriverร ย un suo carissimo amico, Giuseppe Marinelli, ยซdi carattere poco espansivo, duro, imperterrito, non aveva sentimenti conciliativi, seguiva la sua meta,ย senza curare gli ostacoli, eย disprezzava chi gli avesse precluso il cammino. Non si piegava a nessuno e aveva perciรฒ molti avversari che, quantunque avessero ammirato il suo forte ingegno non sapevano spiegare il suo carattere sprezzante e indomabileยป.[2] Eppure in privato รจ capace di mostrare unโโaffettuositร dolce, quasi infantileยป; inoltre possiede un conversare ยซgaio, lepido, mai mordente o sarcastico, sempre entusiasta e ponderato insiemeยป.[3]ย ย
Occhi neri e profondi
Vittoria, allora quarantacinquenne, inizia a scrivere a Guido e ยซtravasa nelle lettere [โฆ] tutta se stessa – sentimenti, aneliti, occupazioni e preoccupazioniย –ย arrivando a scalfire la laconica riservatezza delย Pompiljยป.[4] Guido infatti,ย tutto preso dalle sue occupazioni politiche eย ormai a quarantasei anni,ย non pensa piรน di condividere la sua vita con una donna. Ma presto questa donnaย a cui ยซniuno che lโavesseย anche per poco avvicinata poteva sottrarsi al fascino irresistibile che emanava da quella piccola persona tutta grazia e leggiadria; da quei suoi grandi occhi neri e profondi, lampeggianti passione, velati di malinconia; dalla sua schietta e signorile affabilitร ยป[5] riesce a conquistare il cuore di Guidoย ed egliย prende ad amarlaย sempre piรนย fino diventare con lei unโunica identitร .ย ย
Un nido d'amore a Monte del Lago
Le lettere si fanno sempre piรน affettuose e tenere fino ad arrivare a quella del 16 maggio del 1901 nella quale ella si dichiara pronta a sposarlo, sicura di aver trovato ยซil compagno ideale, che, prendendole tutta lโanima, le avrebbe dato in cambio la propria, senza restrizioni e senza limitiยป.[6] Vittoria cosรฌ scrive sfidando ogni tipo di convenzioni:
ยซ[Io ho] sempre pensato cheย pren[dere] marito, senza amore, sia unโinfamia; sarร falso, ma ho sempre pensato questo. Ebbi delle simpatie per qualcunoย che mi piaceva unicamente pel fisico, maย sentii bene che mi piaceva il viso e niente altro, e che tra la loro anima e la mia vi era un abisso. Questo,ย pensai, non รจ vero amore, completo. Perchรฉ vorrei ora prender marito?ย Perchรฉ sarebbe lโunica maniera di vivere con Lei, per Lei, vicina a Lei; chรฉ se fosse possibile far questo senza sposarla, io non Le chiedereiโฆ cioรจ non Le avrei chiesto di sposar[mi] mai [โฆ]ย sappia [โฆ] che non sarei solo stata disposta a lasciar Venezia per Perugia, ma anche per la Siberia davvero [pur] di vivere con Lei e [adattan]domi adย ogni suaย abitudineยป.[7]ย
Si sposano a Napoli nel novembre di quellโanno e il loroย diventaย un amore pieno e totalizzante, ยซuniti da reciproca stima, da comuni interessi artistici e culturali e da un identico apprezzamento per le cose sempliciย ed agresti che offriva loro quellโamato Trasimenoยป[8]ย sulle cui spondeย scelgonoย a vivere appena sposati, in quella Villa Alta di Monte del Lago paese natale di Guido.ย Vittoria e Guido vivono anni di amore intenso e assoluto,ย profondo come soltanto il blu sa esserlo: incomprensibile e inesplorabile come le profonditร delle acque e sconfinato come il blu dei cieli. Cosรฌ quando Vittoria nel maggio del 1910ย si spegne, in seguitoย aย unโoperazioneย di tumore ovarico, Guido disperato si uccide lasciando scritto ยซnon potrei, nรฉ vorrei sopravviverleยป[9].ย
[1] A. Chemello, Vittoria Aganoor e il suo mondo, in M. Squadroni (a cura di), Vittoria Aganoor e Guido Pompilj. Un romantico e tragico amore di primo Novecento su Lago Trasimeno, [Perugia], Soprintendenza archivistica per lโUmbria, 2010, p. 135.โ [2] Citazione tratta da M. Chierico, cit., p. 14.โ [3] G. Muzzioli, Guido Pompilj e Vittoria Aganoor Pompilj. Commemorazione popolare, Perugia, Guerra, 1910, p. 5.โ [4] P. Pimpinelli, Vittoria Aganoor. La poetessa, in M. Squadroni (a cura di), cit., p. 111.โ [5] G. Mazzoni, in ยซLa Favillaยป fasc. ill. in onore di Vittoria Aganoor (lug.-ago. 1910) cit. in L. Grilli, Introduzione, in V. Aganoor Pompilj, Poesie complete, Firenze, Le Monnier, 1912, p. IV.โ [6] ยซLa Donnaยป, 20 mag. 1910, cit. da F. Girolmoni, Il fondo bibliografico Aganoor Pompilj della Biblioteca comunale di Magione, in M. Squadroni (a cura di), cit., p. 184.โ [7] Lettera di Vittoria a Guido Pompilj datata 16/5/1901 cit. da L. Ciani, Aganoor, la brezza e il vento, Nuova S1, Bologna 2004, p. 92.โ [8] G. Chiodini, Vittoria e Guido. Un suicidio concordato, in ยซIl Messaggero Umbriaยป, 23 apr. 2010.โ [9] ASPg, Fondo Aganoor Pompilj. Ada Palmucci, Testamento di Guido Pompilj, 4-5/5/1910.โ