fbpx
Home / Posts Tagged "Todi"

Il regista e parte del cast saranno presenti al Nido dellโ€™Aquila di Todi lโ€™11 settembre.

Umbria ancora una volta protagonista del cinema italiano con Uomini da marciapiede, la nuova commedia corale di Francesco Albanese, noto comico di โ€œMade in Sudโ€, attore e alla sua seconda esperienza da regista (โ€œCi devo pensareโ€), nelle sale da giovedรฌ 7 settembre. Il film, prodotto da Run Film e Genesis con Rai Cinema e distribuito da Altre Storie e Minerva Pictures, รจ stato girato a Todi e ha avuto il sostegno dei Fondi โ€œPOR FESR Umbria 2014-2020 โ€“ Az. 3.2.1 โ€“ Avviso Film Fundโ€ e il supporto di Umbria Film Commission. La commedia vede come protagonisti Paolo Ruffini, Herbert Ballerina, il noto rapper Clementino, lโ€™attrice Rocio Muรฑoz Morales e lo stesso Francesco Albanese che saranno affiancati da Cristina Marino, Fioretta Mari, Lucia di Franco, Yari Gugliucci e con la partecipazione straordinaria di Francesco Pannofino e Serena Grandi.

 

Clementino e Paolo Ruffini

 

โ€œAnche questa produzione ha scelto l’Umbria per girare il film โ€“ commenta Alberto Pasquale, direttore di Umbria Film Commission – confermando l’interesse che il mondo del cinema, italiano e non, sta avendo per questa regione che, come ho detto anche in altre occasioni, ha un grande potenziale. Ha varietร  di paesaggi, un ottimo tessuto alberghiero ed รจ collocata vicino a Roma, un aspetto tutt’altro che marginale. In questo quadro stiamo avendo sempre piรน consensi dalle produzioni che si trovano bene nel territorio anche grazie al supporto che riusciamo a fornirgli. Ovviamente cโ€™รจ ancora margine per migliorare e stiamo lavorando per diventare sempre piรน efficienti e performantiโ€.

Il regista Francesco Albanese e parte del cast (Herbert Ballerina, Lucia di Franco, Rocio Muรฑoz Morales e Cristina Marino) saranno presenti al Nido dellโ€™Aquila di Todi lunedรฌ 11 settembre alle ore 20,30.

Uomini da marciapiede, scritto da Francesco Albanese, Daniele Di Biasio e Paolo Ruffini, racconta la storia di Gabriele, Gennaro, Oscar e Paco. Quattro amici che, per ragioni diverse, si trovano โ€˜a un passo dal baratroโ€™. Durante i mondiali di calcio scoprono che alcune donne si sentono sole e cercano compagnia. Trovano quindi il modo di guadagnare una piccola fortuna per potersi sentire di nuovo importanti agli occhi delle persone che amano, senza perรฒ, preoccuparsi delle conseguenze. Questa situazione paradossale porta i nostri eroi o antieroi a scoprire se stessi da un punto di vista diverso, che li metterร  di fronte a sorprese inaspettate.

Dire a un pianista: ยซsuoni come un bambinoยป รจ diventato un grande complimento, dopo aver ascoltato le esibizioni dei ragazzi e delle ragazze al TIMM Todi International Music Master.

รˆ stato indimenticabile veder suonare dei virtuosi la cui etร  oscilla tra 10 e 18 anni. La musica elettronica ci ha disabituato ad ascoltare i solisti, ci ha disabituato ad ascoltare i grandi musicisti del passato – da Beethoven a Chopin e Mozart – e ci ha disabituato a vedere mani che si muovono cosรฌ veloci da fare fatica a seguirle. Le attuali tastiere elettroniche hanno un suono che si avvicina molto a quello del pianoforte, perรฒ una tastiera messa in una grande sala da concerto รจ una cosa piccolina mentre lo Steinway a coda, nero lucido, col coperchio aperto e le ruote bloccate, riempie da solo la sala, si impone e intimorisce chi come me non sa suonare. Se guardo una tastiera elettronica penso che non sia necessario saper leggere uno spartito, al suo interno ci sono tanti programmi che aiutano e danno lโ€™illusione di essere musicisti. Il pianoforte a coda non perdona, pretende di essere suonato da chi la musica la conosce bene e solo allora libera la sua magia. Suonare un pianoforte a coda ha i suoi riti.
Il pianista arriva, saluta il pubblico. Poi si siede e regola lโ€™altezza del seggiolino. Controlla la distanza dalla tastiera e dai pedali. Quindi, mani posate sulle gambe, si concentra. Sul piano non ci sono spartiti. Tutti suonano a memoria. Poi inizia. Le mani volano sulla tastiera, lโ€™attraversano tutta, si inseguono, si superano, tempestano i tasti, poi si acquetano. Arpeggi, note ribattute, ritmo, interpretazione, tutto il repertorio pianistico รจ nelle dita di questi giovani interpreti.

 

Parker Wolf con il diploma

 

Questi pianisti si possono paragonare ai piloti di F1, solo che loro non hanno davanti unโ€™automobile, ma un grande pianoforte a coda che dominano con perizia da professionisti. La sera della chiusura del Festival ho visto Parker Wolf (13 anni), che avevo giร  intervistato, vincere una borsa di studio. Quando ci siamo salutati gli ho chiesto un parere su queste due settimane intense di musica e mi ha detto che la sua esperienza in TIMM รจ stata davvero molto piacevole. Si รจ divertito a imparare da tanti maestri diversi e si รจ fatto degli amici. Le lezioni sono servite a farlo migliorare e lo hanno fatto uscire dalla sua nicchia di sicurezza. Suonare con lโ€™orchestra รจ stata una sfida per testare le sue capacitร  di affrontare una novitร  cosรฌ impegnativa e mettere in atto quello che gli avevano insegnato. Spera di poter essere qui anche il prossimo anno per affinare ulteriormente le sue capacitร .
Il direttore artistico Antonio Pompa Baldi mi diceva che questi ragazzi la mattina fanno la loro prima prova con lโ€™orchestra e la sera, in concerto, mostrano giร  dei miglioramenti. Insomma รจ una pozione magica, come quella di Asterix, che miscela studenti bravi, insegnanti molto capaci, unโ€™orchestra disponibile e tanta voglia di migliorare.

Ho incontrato un bambino felice. Parker Wolf รจ felice di studiare pianoforte sotto la guida di docenti di fama internazionale, รจ felice studiare sotto la guida di Antonio Pompa Baldi, รจ felice di essere stato ammesso al Master pianistico di Todi, รจ felice di essere in Italia con i suoi genitori.

Antonio Pompa Baldi (APB), direttore artistico, mi diceva che questโ€™anno sono arrivati 36 ragazzi e ragazze giovanissimi, tutti molto bravi e alcuni veramente talentuosi, come Parker. Come ogni anno arrivano da ogni angolo del mondo, soprattutto da Cina e USA dopo aver superato una dura selezione. Ne sarebbero arrivati di piรน ma ci sono state difficoltร  con i consolati italiani di alcuni paesi.

 

Antonio Pompa Baldi

 

Questa รจ la 7ยฐ edizione del Timm – Todi International Music Master Festival che si concluderร  il 17 agosto con il concerto finale. Come sempre il Palazzo del Vignola accoglie studenti, insegnati e amanti della musica. Trovarlo รจ facile. Arrivati alla bellissima Piazza del Popolo basta seguire la musica. Note travolgenti trascinano irresistibilmente verso il palazzo, dove lโ€™ingresso รจ libero e si puรฒ assistere ad alcune lezioni, soprattutto quelle dove gli studenti provano con lโ€™orchestra.
Parker Wolf ha solo 13 anni รจ arrivato da Pensacola, in Florida, assieme ai genitori. Per anni il ragazzo ha seguito su YouTube i piรน grandi pianisti per carpire i segreti di quelle esecuzioni.
A Todi si รจ trovato seduto al piano proprio vicino al suo idolo, il pianista che amava di piรน, cioรจ Antonio Pompa Baldi.

La famiglia Wolf

Parker mi ha anche confessato che lavorare intensamente e avere 4 ore di lezione al giorno non gli pesa, perchรฉ suonare รจ la cosa che ama di piรน; ha mostrato un grande interesse per la musica fin dallโ€™etร  di 4 anni e – mi diceva la mamma – che le sue potenzialitร  si sono rivelate dopo poco. รˆ stato per aumentare queste qualitร  del figlio, che la famiglia Parker รจ arrivata a Todi, ma a questo si deve aggiungere la qualitร  e il prestigio dei 7 docenti a farli optare per il master italiano.

APB mi diceva, che oltre alla ormai nota qualitร  del Master, รจ lโ€™Italia un richiamo irresistibile per chi suona e studia in Conservatorio. In Italia รจ nato ed รจ stato perfezionato il pianoforte, per merito di Cristofori, Scarlatti e Muzio Clementi. Questi artisti hanno trasformato il clavicembalo che aveva un suono meccanico in uno strumento dal suono che si avvicina alla voce umana. Dallโ€™Italia provengono anche i violini Stradivari e tanti altri strumenti. A tutto questo va aggiunto che lโ€™Italia รจ una calamita irresistibile con la sua storia, bellezza e cucina, e per di piรน รจ in Europa, il luogo dove sono nati i piรน grandi musicisti del passato.

Seguo il Festival da anni e ogni anno ho ascoltato ragazzi e bambini suonare con una bravura impressionante e mi meraviglia vederne cosรฌ tanti e cosรฌ bravi. Uno dei motivi รจ che il metodo dโ€™insegnamento รจ modificato e adesso ci sono piรน mezzi per capire se cโ€™รจ del talento. Anche lโ€™ausilio dei mezzi tecnologici aiuta molto ad affinare interpretazione e tecnica. YouTube รจ diventato fondamentale per vedere sentire e apprendere. Anche il direttore APB รจ stato a sua volta un bambino prodigio che si รจ rivelato prepotentemente giร  a 4 anni, che a quanto pare, รจ lโ€™etร  canonica per scoprire talenti in erba. A 18 anni era giร  diplomato e da lรฌ, abbinando concerti e perfezionamenti, ha iniziato a esibirsi in tutto il mondo. Prima di lasciare il palazzo del Vignola, Antonio Pompa Baldi ha suonato un preludio di Chopin solo per me. Che regalo!

 

P.S. Questโ€™anno, per la prima volta il Ministero della Cultura ha dato un contributo economico al Festival TIMM.

โ€œColorรฌ meglio di nessun altro di coloro che lasciรฒ Pietro dopo la sua morteโ€: รจ l’elogio che il Vasari fece di Giovanni di Pietro detto Lo Spagna, di cui Todi conserva una delle opere piรน rappresentative che lo pone tra i migliori gli allievi di Pietro Vannucci detto il Perugino. Si tratta dell’Incoronazione della Vergine, al centro di un importante progetto di valorizzazione che vedrร  la luce venerdรฌ 23 giugno.
Todi, che insieme a Cittร  della Pieve, Cortona e Orvieto รจ promotrice del comitato per le celebrazioni dei 500 anni della morte del Perugino e del Signorelli, si inserisce nel programma delle iniziative culturali umbre con un focus sulla scuola del Perugino a Todi, che si sta per concretizzare con una particolare mostra proprio a partire dalla Pala dello Spagna che campeggia nella Pinacoteca Civica. “E’ un’idea sulla quale lavoravamo da tempo – commenta il Sindaco di Todi Antonino Ruggiano – e che ha avuto ulteriore conforto dalla visita ad inizio anno del sottosegretario al Ministero della Cultura Vittorio Sgarbi, il quale ha invitato l’Amministrazione comunale a valutare un riallestimento della Pinacoteca nel quale l’opera dello Spagna, del quale il critico d’arte รจ un grande estimatore, costituisca l’attrattore assoluto”.
E’ proprio Todi la cittร  dove il pittore peruginesco ha lasciato un segno indelebile della sua raffinata maestria. Se la Incoronazione costituisce il vertice della sua sensibilitร  pittorica, vista anche lโ€™imponenza della Pala che gli consente di dare corpo al meglio alla sua capacitร  espressiva grazie allโ€™elevato numero di personaggi coinvolti, troviamo tuttavia disseminati in altri luoghi della cittร  le testimonianze della grandezza dellโ€™artista. Dopo il contratto per la Pala dellโ€™Incoronazione per il convento di Montesanto del 1507, lโ€™artista รจ stato infatti impegnato in un intervento sulla miracolosa immagine di Santa Maria della Consolazione. Restano poi ancora nel Duomo di Todi due tavole rappresentanti San Pietro e San Paolo, originariamente parte della decorazione pittorica dellโ€™organo, cosรฌ come sempre nel Duomo รจ possibile ammirare una Trinitร  collocata nella cosiddetta Navatina.
La Pinacoteca Comunale conserva inoltre un Beato Bernardino da Feltre, anchโ€™esso proveniente dal convento di Montesanto, una sorta di amplificazione di uno dei tanti personaggi francescani raffigurati nella grande Pala. Questโ€™ultima viene completata nel 1511 e realizzata seguendo le indicazioni del contratto che indicava al pittore di utilizzare come modello la pala di Domenico Ghirlandaio dipinta nel 1486 per la chiesa di San Girolamo di Narni.
“Lโ€™opera di Todi – spiega Filippo Orsini, direttore dell’Archivio storico comunale – si rende unica per la delicatezza dello sfondo paesaggistico e la ricchezza dei personaggi coinvolti, ben 72 tra la parte alta e quella bassa, tra santi, beati, profeti, cherubini, serafini e musici in una vera e propria sinfonia di colori, unโ€™opera grandiosa eseguita con squisita maestria e amore”.
Il 23 giugno, alle 17:30, รจ in programma la presentazione del viaggio immersivo alla scoperta dei segreti del “capolavoro dello Spagna” e delle sue connessioni con le altre opere presenti in cittร .
Seppur realizzato nel contesto delle celebrazioni, l’allestimento avrร  carattere permanente, cosรฌ da arricchire stabilmente la proposta museale della cittร  di Todi.

Stavo facendo un volo allโ€™interno degli Stati Uniti quando ho conosciuto delle donne che venivano dallโ€™Inghilterra, dalla Francia e dalla Germania e stavano andando a un congresso internazionale di coperte patchwork.

Mi hanno raccontato che avevano lโ€™abitudine di riunirsi e lavorare insieme. รˆ sempre un piacere ritrovarsi tra amiche e fare delle cose assieme come giocare a burraco o lavorare a maglia, fare biscotti oppure intrecciare cesti. Lโ€™idea di intrecciare cesti รจ venuta a una signora tuderte, Francesca Marri, che si diverte con le sue amiche e assieme si rilassano dopo una giornata impegnativa. La casa della signora Marri รจ piena di cesti di ogni tipo, colore e funzione; Francesca non si limita solo a intrecciare rami e rametti, ma conosce anche la storia dei cesti, che si perde indietro nei secoli.

 

 

I cesti di ogni dimensione sono sempre stati usati da che esiste lโ€™uomo. Lโ€™uomo primitivo ha imparato a intrecciare rami e farne dei contenitori per trasportare le cose asciutte, ma non si potevano trasportare i liquidi. Allora si comincia a usare la terra argillosa come semplice rivestimento dellโ€™interno dei cesti per renderli impermeabili. Poi lโ€™argilla uscirร  dai cesti e diventerร  ceramica uno dei capisaldi delle prime civiltร . Il cesto รจ un prodotto naturale, perchรฉ รจ il risultato di intrecci di rametti di ogni tipo di pianta. Francesca intreccia rametti di olmo, di ginestra, di vitalba, di ornello, di salice e i rametti dritti degli olivi. Cosรฌ ho scoperto che il salice da intrecci รจ la varietร  detta Salix Viminalis.
Ne consegue che il colle Viminale, dove ha sede il Ministero degli Interni, era un colle coperto di salici. Lโ€™uomo ha imparato a non distruggere la natura nemmeno per fare i cesti. Infatti, i rami si raccolgono prima delle gemme e si raccolgono solo i ributti o i polloni che sono quei rami legnosi che crescono alla base delle piante e che andrebbero eliminati. Appena raccolti sono freschi e umidi e necessitano di essere asciugati ma non troppo perchรฉ non si secchino.
Una volta asciugati si bagnano leggermente per far riprendere la plasticitร  e si procede. E qui nascono le sorprese. Ogni paese, ogni zona ha il suo cesto e ogni ramo permette di essere lavorato con una tessitura particolare. In Francia, nel Perigord, la tecnica รจ tutelata ed รจ caratterizzata da una particolare lavorazione a spirale che si fa con il vimini, osier in francese.

In Spagna cโ€™รจ il cesto Zarzo, tipico delle Asturie che si fa con rami di salice di vari colori. In Kenya usano le fibre di sisal, unโ€™agave importata dal Messico. Dalle foglie si estraggono delle fibre morbide che le donne tingono ed intrecciano. Le sporte keniote sono famosissime come gli stuoini di sisal che si mettono davanti alle porte. Le forme diverse dei cesti annunciano anche utilizzi diversi. Cโ€™รจ il cestino da ciliegie che ha il fondo tondo e non si ribalta mentre quello per le noci รจ fatto per essere appeso alla vita. In Sardegna di usa la rafia che ha un intreccio piรน fitto e ha tinte chiare.

Prima di conoscere la signora Marri credevo che i cesti fossero oggetti non particolarmente interessanti. Invece mi sono accorta di averne visti tanti e con tante funzioni diverse. Nei miei ricordi di bambina ci sono i cestini porta merenda dellโ€™asilo, le gerle che i montanari caricavano sulle spalle come zaini e le sporte per la spesa che le donne avevano al mercato. Ne ho visti anche in mano ai raccoglitori di funghi su e giรน per i boschi, ho visto i cestini porta trote addosso ai pescatori, ho avuto la borsa keniota e il cestino porta pane sardo. Insomma, ero circondata da questi silenziosi aiutanti che non apprezzavo a sufficienza.

 


Se qualcuno si vuole cimentare a intrecciare vimini e altri rami basta che vada su Instagram e vedrร  la signora Marri in azione.

Instagram: cesteria _ telospiegoconlemani

Con unโ€˜estate cosรฌ torrida la siccitร  รจ in agguato. Da tutte le parti si sono levate voci che invitavano a non sprecare lโ€™acqua, che รจ il bene fondamentale per la vita.

Il totem di Fabrizio Plessi

Lโ€™artista Fabrizio Plessi ha capito il problema, ma non ha voluto rinunciare allโ€™acqua, anzi a tanta acqua, a una cascata dโ€™acqua. Fabrizio Plessi vive sullโ€™acqua perchรฉ la sua cittร  รจ Venezia. A Venezia incontri lโ€™acqua ogni momento, ma a Venezia lโ€™acqua รจ orizzontale e stranamente non ci sono fontane, mentre Plessi ama le fontane. Certo questa รจ una parola che ai romani evoca le fontane monumentali del barocco: fontana di Trevi, quella dei Quattro Fiumi o quella piccina delle tartarughe. I romani sono abituati a veder scorrere lโ€™acqua a vederla scendere dallโ€™alto, con mille schizzi e con lโ€™arcobaleno che lโ€™attraversa. Lโ€™acqua di Plessi รจ diversa perchรฉ lโ€™artista ha creato lโ€™acqua elettronica verticale.

Il sindaco di Todi, Antonino Ruggiano, da molti anni accarezza il sogno di far diventare Todi la capitale dellโ€™arte contemporanea e ogni anno viene invitato un artista famoso in occasione del Festival delle Arti (organizzato dalla Fondazione Beverly Pepper) che si svolge in contemporanea al Todi Festival proprio perchรฉ chi viene ad assistere al Festival, puรฒ godere anche di altre forme dโ€™arte.

Fabrizio Plessi รจ presente in tre luoghi diversi: sulla piazza del Popolo con il totem Todi Today, nelle cisterne romane con Secret water e nella Sala delle Pietre con la mostra Progetti del Mondo.

Il totem elettronico รจ installato nella piazza del Popolo, dove cinquantโ€™anni fa Beverly Pepper aveva installato le sue Todi Columns, quelle che adesso si trovano sulla collina che sovrasta la cittร . Plessi ha voluto installare la sua opera elettronica nello stesso posto. Lโ€™artista ha ripreso lโ€™idea che Pepper e Pomodoro avevano iniziato, perchรฉ vedevano nelle loro opera la continuitร  verticale dei campanili.

 

 

Il totem ha due lati neri e due elettronici dove scorre lโ€™acqua. Lโ€™acqua sale adagio, come una marea, sale per 12 metri, poi, come la marea comincia a ritirarsi fino a sparire e prosciugarsi; quindi il ciclo ricomincia ininterrottamente sulla piazza e nei sotterranei. Plessi ha riportato lโ€™acqua anche nelle cisterne romane che attraversano il sottosuolo della piazza, con tre installazioni corrispondenti a quella di sopra. Questโ€™acqua, come quella reale, non sta mai ferma e ha un suo rumore che di notte si sente meglio, mentre il totem si illumina. Plessi รจ stato un antesignano dellโ€™elettronica usata come arte e come collegamento tra i materiali. Noi vediamo tutti i giorni questi collegamenti senza percepirli come arte. Abbiamo il televisore attaccato al muro, il computer posato sulla scrivania e il telefonino in mano. Materiali diversi che hanno un unico collegamento: lโ€™elettronica che solo nelle mani di Plessi diventa forma dโ€™arte.

Secret Water rappresenta lโ€™acqua che sogni, che vedi scorrere ma questa รจ acqua che non bagna, che non schizza, che non puoi toccare, non ci sono arcobaleni che lโ€™attraversano, รจ solo acqua da vedere per immaginare un mondo ideale. Lโ€™installazione resterร  sulla Piazza del Popolo di Todi fino al 25 settembre.

ยซIl mio modo di manifestare lโ€™Arte รจ per me una profonda riflessione sullโ€™umanitร  dellโ€™artista; dico spesso che รจ lโ€™opera che fa lโ€™artistaยป

Bruno Ceccobelli

 

Bruno Ceccobelli, allievo di Toti Scialoja, รจ un artista spirituale che ha sviluppato un linguaggio formale del tutto autonomo e scevro dalle influenze dettate dalla moda. Dalla seconda metร  degli anni โ€™70 fa parte degli artisti che si insediarono nellโ€™ex pastificio Cerere a Roma, nel quartiere san Lorenzo, gruppo poi divenuto noto come Nuova scuola Romana o Officina san Lorenzo. Lโ€™artista tiene la sua personale nel 1976 presso la Galleria Spazio Alternativo di Roma; successivamente espone a Parigi e New York. Nel 1984 e nel 1986 รจ invitato alla Biennale di Venezia ed espone in diverse mostre in Europa, Canada e Stati Uniti.

Cโ€™รจ stato un momento in cui ha capito che lโ€™arte avrebbe fatto parte della sua vita e che lei sarebbe diventato un artista?

Beh, era il 1959 e frequentavo la prima elementare, vinsi un premio di pittura promosso dallโ€™I.N.A.- Istituto Nazionale Assicurativo, un libretto di risparmio a mio nome; vivevo in campagna e i miei erano contadini: fu uno sconvolgimento per tutto il circondario. Dipinsi un pastorello che conduceva le pecore, prendendo spunto dalla raffigurazione pubblicitaria della scatola dei colori Giotto che avevano per icona emblematica Cimabue, il quale guardava con entusiasmo il piccolo Giotto, che diverrร  poi suo allievo, mentre disegnava una pecora su una roccia. Mi ero cosรฌ impressionato da quel romanzato episodio artistico che credetti nel sogno totalmenteโ€ฆ e come Giotto anchโ€™io stavo con le pecore, in fondo mi mancava solo un futuro maestro: giร , d’altronde non si racconta anche nella Bibbia che ยซquello che credi ti sarร  datoยป?

Lei รจ stato un allievo di Toti Scialoja: questa relazione quanto ha influito sulla sua arte? Se vuole, ci puรฒ raccontare un aneddoto che ricorda con piacere?

Quattordici anni dopo aver vinto quel mio primo premio, allโ€™Accademia di Belle Arti di Roma, Sezione Scenografia, arrivรฒ il mio primo maestro, Toti Scialoja, un uomo coltissimo, pittore, poeta, giร  famoso per aver avuto allievi importanti come Pino Pascali, Jannis Kounellis, Giosetta Fioroni e Carlo Battaglia. Toti era un istrione, un perfetto narratore, un rigoroso insegnante e infine un bonario amico. Ricordo con piacere lโ€™ultima sua lezione, che fece anni dopo la sua uscita dallโ€™Accademia; per il suo ottantesimo compleanno organizzammo una festa di reincontro: lui e i suoi allievi piรน affezionati, pranzammo a San Lorenzo, al ristorante Pommidoro, per poi scegliere il mio studio allโ€™ex Pastificio Cerere per un ulteriore saluto. Toti, emozionato, non si trattenne e si caricรฒ per darci una sua definitiva prolusione sulla gnoseologia dellโ€™arte; finito il discorso con applausi e commozione, io rimasi scosso perchรฉ, ancora una volta, non solo lo ritrovai empatico, ma quello che il prof. aveva appena detto era esattamente il mio pensiero sullโ€™arte. Dunque, non ero io allievo che avevo un pensiero artistico originale, ma si ergeva in me lo spirito del maestro e ne fui felice.

 

”Motore Universale”, 2011, tecnica mista su legno

Lโ€™arte รจ quindi il saper rappresentare la visione olistica-filosofica e ontologica dellโ€™umana esistenza; infatti nelle sue opere รจ molto forte e preponderante lโ€™aspetto spirituale, il modo di ricercare lโ€™essenza attraverso lโ€™arte. Ci puรฒ raccontare?

A diciassette anni, a Roma, incontrai il mondo della Teosofia grazie a Emma Cusani della L.U.T. – Logge Unite Teosofiche, cosรฌ approfondii il pensiero filosofico di Madame Helen Blavatsky che tanto aveva influenzato pittori del Novecento come Hilmaaf Klint, Kazimir Malevic, Vasilij Kandinskij, Paul Klee e Piet Mondrian. Poi, nel 1985 fui uno dei pochi artisti italiani viventi a partecipare al Los Angeles County Museum of Art, quell’esposizione storica itinerante dallโ€™America allโ€™Europa dal titolo The Spiritual artabstract painting 1890-1985. Il mio modo di manifestare lโ€™Arte รจ per me una profonda riflessione sullโ€™umanitร  dellโ€™artista; dico spesso che รจ lโ€™opera che fa lโ€™artista. Senza dubbio i miei dipingere e scolpire sono iconico-simbolici e i miei temi sono le profonditร  del cosmo e dellโ€™anima.

Vorrei concludere chiedendole di lasciarci con una parola su cui riflettere; una parola che per lei rappresenti il connubio tra la sua arte e lโ€™Umbria.

Sono nato a Todi, nel cuore dellโ€™Umbria che รจ il cuore dโ€™Italia. Mi sento fortunato, vorrei abbinare allโ€™Umbria i miei quadri fatti con la parola cuore.

โ€œMondo Piccoloโ€ sono i libri che Guareschi ha dedicato alle vicende di un paesino della Bassa Padana. Era il mondo di Brescello, dove tutto si svolgeva nello spazio di pochi chilometri, e chi veniva da Parma era uno straniero. Adesso il mondo si รจ rimpicciolito e i vari Brescello si sono allargati.
Attraversare tutto il mondo per un concerto รจ normale.

Infatti sono tornati a Todi i giovani pianisti che provengono da ogni angolo del mondo. Sono venuti per studiare e perfezionarsi con gli insegnanti che a loro volta vengono da varie parti del mondo.
รˆ finalmente ripartito il TIMM: TODI INTERNATIONAL MUSIC MASTER – corso di perfezionamento per giovani pianisti.

Era stato sospeso a causa del Covid negli anni 2020 e 2021. Purtroppo questโ€™anno mancano gli studenti cinesi, perchรฉ le frontiere della Cina sono ancora chiuse sia in entrata sia in uscita. Manca perciรฒ un numero consistente di allievi molto bravi, ma i 26 presenti sono il meglio che il giovane mondo pianistico internazionale puรฒ offrire. Questโ€™anno, per la prima volta, cโ€™รจ anche uno studente italiano. Ci sono ragazzi cosรฌ piccoli che a fatica arrivano a toccare i pedali, il piรน giovane ha solo 10 anni, ma le mani sulla tastiera corrono veloci. Sembra una magia vedere che dei ragazzi e ragazze cosรฌ giovani abbiano giร  sviluppato non solo una tecnica sofisticata, ma che siano anche capaci di interpretare brani che richiedono emozioni complesse, da adulti.

Il palazzo del Vignola li ospita ancora una volta e, anche se le sale messe a disposizione non sono sale da concerto, questo non influisce sulla qualitร  del lavoro. Il piacere di suonare รจ tale che i ragazzi superano tutto questo e si preparano al grande concerto finale dove suoneranno con lโ€™orchestra.
Se i ragazzi lavorano anche con il caldo, i pianoforti da studio e da concerto invece soffrono. Sono molto delicati e vanno accordati ogni giorno, perchรฉ la tensione delle corde varia con lโ€™umiditร  e con il calore.

Gli insegnanti del Master sono tre e sono tutti concertisti e professionisti di fama internazionale.
Antonio Pompa Baldi รจ il direttore artistico e arriva dagli Stati Uniti.
Eduardo Delgado arriva dallโ€™Argentina.
Andreas Frรถlich dalla Germania.
Sono insegnanti che portano non solo la loro esperienza di docenti, ma sono soprattutto concertisti a tutto tondo che suonano in tutte le sale del mondo con varie orchestre e con un pubblico sempre diverso, quindi sono in grado di dare informazioni anche su come ci si deve muovere in una grande sala e con una grande orchestra.
Il master รจ iniziato il 3 agosto e proseguirร  fino al 17 agosto 2022.
Ogni sera, alle 21, si ascolta buona musica ottimamente interpretata e si ha il piacere di vedere lโ€™esibizione di una giovane promessa del pianoforte. Ogni sera alle 21 cโ€™รจ un concerto e lโ€™ingresso รจ libero.


Per maggiori informazioni: www.todimusicmasters.com

Capire unโ€™opera dโ€™arte significa chiedersi cosa, in quel momento, abbia spinto lโ€™artista a crearla in quel modo e non in un altro. Dietro a ogni opera si nasconde un mondo di sentimenti e di informazioni da scoprire. Cosรฌ รจ successo quando ho visitato la Casa Dipinta a Todi.

La Casa Dipinta, Todi, 2015 โ€“ photo Todiguide.com

Avevo ospiti due amici che giร  conoscevano Todi, ma non avevamo mai visitato la Casa Dipinta. La casa antica รจ nel centro storico della cittร  e si raggiungere dopo aver sceso e salito diverse scalette. Siamo entrati, abbiamo mostrato i greenpass e, in attesa della guida, ci siamo guardati attorno: pareti dipinte con disegni geometrici, colori chiari, righe, parole. “Carino” abbiamo pensato, nulla di piรน. รˆ solo dopo le avvincenti spiegazioni della signora Vilma Lucaroni, la guida, che abbiamo iniziato a capire il significato di ogni tratto: quelli che ci erano sembrati semplici disegni geometrici erano invece la rappresentazione grafica dellโ€™alfabeto OGHAM, ricreato dallโ€™artista irlandese-americano Brian Oโ€™Doherty.
Il linguaggio OGHAM (leggi oam) รจ lโ€™alfabeto inventato dai celti dโ€™Irlanda nella notte dei tempi come scrittura rituale, incisa sulla corteccia degli alberi o su pietra: un linguaggio fatto di righe e spazi e apprezzato da Oโ€™Doherty per il suo minimalismo unito alla ricchezza di significati. Lโ€™artista ha quindi tradotto lโ€™alfabeto latino nei 20 segni dallโ€™alfabeto oghamico e ha dipinto su un architrave, ben visibile entrando nella casa, queste parole: ONE HERE NOW (uno, adesso, qui) nel doppio linguaggio. I segni sono dipinti con i colori acrilici delicati del verde, dellโ€™azzurro, del bianco, dellโ€™arancio e del giallo. Quando i segni prendono significato diventano intriganti e acquistano fascino.

 

Un’immersione di colori

La Casa Dipinta si compone di tre stanze su tre piani: entrando si รจ accolti dalla cucina-sala da pranzo, poi al piano superiore si trova il soggiorno e piรน su la camera da letto. Tutte le pareti sono dipinte con forme geometriche.
Si sale la prima scala ripida e si entra nel soggiorno, e si รจ subito attratti da un affresco particolare dipinto sopra il divano: la forma รจ quella di unโ€™edicola votiva umbra del 1300, ma senza immagine sacra allโ€™interno. Davanti si intrecciano tanti cordini che servono a ricordare gli studi prospettici di quel periodo. Sulla parete di fronte allโ€™edicola, Oโ€™Doherty si รจ divertito a dipingere Il canto delle vocali. Le vocali, per lโ€™artista, sono alla base del linguaggio e dei sentimenti, e ha espresso la sua ammirazione disegnandole sempre in maniera geometrica, una volta in quadrato e una volta in tondo. Ha dipinto anche un grande quadrato formato da tanti quadratini 5×5, dipinti con colori diversi, che rappresenta tutte le vocali insieme.
Salendo ancora le scale ripidissime si arriva al terzo piano dove i colori si fanno piรน intensi e dove cโ€™รจ la camera da letto. Questa stanza รจ tutta un omaggio alla moglie. Qui Oโ€™Doherty ha dipinto delle finestre dalle quali si vedono le fasi della giornata: lโ€™alba, il mezzogiorno, il tramonto e la notte; a dominare la stanza รจ perรฒ la finestra aperta sul mare, con accanto le silhouette sua e di sua moglie.

Il pensiero di Brian Oโ€™Doherty

Nella Casa Dipinta non si trova solo la pittura, ma anche il pensiero di Brian Oโ€™Doherty sullโ€™arte. Nel 1976 scrisse Inside the white cube (Dentro il cubo bianco) per offrire una visione chiara di quello che รจ e che deve essere uno spazio espositivo. Oโ€™Doherty spiega che le pareti bianche, dove vengono esposte le opere dโ€™arte, assumono la funzione di ยซCamera di Trasformazioneยป, di conseguenza qualunque cosa venga posizionata lรฌ, diventa opera dโ€™arte. Per capire il significato di questa affermazione basta pensare al Ferro da stiro con i chiodi o allโ€™Orinatoio di Duchamp. Gli stessi oggetti al di fuori dello spazio espositivo ritornano oggetti di uso comune.
Brian Oโ€™Doherty, critico dโ€™arte, scrittore e artista di fama internazionale, ha fatto della casa nel centro di Todi il palinsesto del suo pensiero artistico e delle sue origini irlandesi. Questa vecchia casa oltre a essere un inno allโ€™arte รจ testimone del profondo legame tra Oโ€™Doherty e la moglie, entrambi ultranovantenni e ancora insieme.

 


Per la prenotazione telefonare a Vilma Lucaroni – 347 8050817

La Casa Dipinta

Il Festival di Fotografia Contemporanea che sta per iniziare al Palazzo del Vignola di Todi, vuole aprire una finestra su di noi e sul mondo attraverso diverse forme di comunicazione.

Oggi siamo sempre piรน sommersi di immagini, si fotografa di tutto: dal panino che si sta mangiando allโ€™avvenimento drammatico, con scatti discutibili e che sovente trasmettono ben poche emozioni. Questo Festival pone invece in evidenza lo sguardo sensibile degli artisti.
Mentre solitamente i festival raccolgono solo spettatori e critici, questo Festival di Fotografia ci trascina dentro il mondo della fotografia partendo dallโ€™antica camera oscura sino alla post produzione digitale, coinvolgendo direttamente i partecipanti grazie al progetto The dark room project, curato da Luciano Corvaglia.

Antonio Manta

Sono accettate anche immagini realizzate dal pubblico che verranno visionate collettivamente nella sezione Lettura Portfolio, organizzata in collaborazione con FIAF Umbria. Ci saranno a disposizione professionisti che esamineranno le immagini per poi dare consigli, magari scoprire nuovi talenti e, lโ€™ultimo giorno, premiare lo scatto piรน bello.

Nella mostra collettiva La fotografia รจ donna, curata da Antonio Manta, dieci fotografe espongono i loro scatti. Le loro immagini ci offriranno una visione sia del mondo passato, in varie fasi di cambiamento, sia del mondo che sarร , interpretato dal sensibile sguardo femminile e immaginando anche una futura vita su Marte, quando un giorno potremo andare in massa su altri pianeti. Inoltre progetti editoriali si intrecceranno con film, proiettati nel Nido dellโ€™Aquila, un luogo molto particolare che ospiterร  pure presentazioni di libri e dibattiti. Un Festival dunque che abbraccia il passato remoto, il passato recente visto in divenire e il futuro ipotizzabile.

Cโ€™รจ sempre stato un futuro che avanza come lo ha immaginato anche Giandomenico Tiepolo mentre affrescava la sua villa di Ziano, ritraendo la folla ammassata che osserva la lanterna magica. Adesso che siamo ben oltre la lanterna magica, resta la magia dellโ€™emozione trasmessa da certe immagini. Alberto Giuliani ha immaginato la vita sul pianeta rosso: Marte; Carlo Riccardi ha ritrovato le immagini della Roma che cambiava negli anni Sessanta, gli anni del boom. Ma non si potevano trascurare immagini di quel passato recentissimo, marzo 2020, i giorni del lockdown. Rivedere quei giorni ci riporterร  a unโ€™esperienza collettiva che non avremmo mai immaginato di dover vivere; รจ trascorso solo un anno ma sembra giร  molto lontano.

 

Chi desiderasse vedere la terra fotografata dallo spazio puรฒ andare al Nido dellโ€™Aquila per incontrare lโ€™astronauta Paolo Nespoli che, in occasione della presentazione del suo libro, farร  scorrere immagini scattate dallo spazio. Ci si potrร  divertire con il set fotografico allestito da Fuji dove sarร  possibile farsi dipingere il viso dal pittore Francesco Amato e immortalare dal fotografo Antonio Manta. Si potranno pure testare le nuove macchine fotografiche Fuji.

 

 

Insomma, sarร  una settimana molto densa di avvenimenti che attraverseranno e animeranno la bella cittร  di Todi. Un Festival cosรฌ articolato, che vedrร  il suo inizio con la proiezione del docufilm Letโ€™s go, non potrร  che concludersi con un concerto eseguito dal quintetto Tebaldi, allieve dellโ€™Accademia del Teatro alla Scala. Il concerto avrร  luogo nella chiesa della Consolazione domenica 3 ottobre alle ore 19.30.

 


Lโ€™ingresso alle mostre, alle performance e alle conferenze รจ gratuito e nel rispetto delle vigenti norme anti Covid-19. negli spazi del festival รจ obbligatorio lโ€™uso della mascherina.

ORARIO DELLE MOSTRE: 10:00 โ€“ 13:00 / 15:00 โ€“ 19:00

Il programma รจ scaricabile dal sito: sito: todimmagina.it

  • 1