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ยซIn Umbria ci sono 26.000 persone che ricevono il nostro cibo e rappresentano il 2,5% della popolazione regionale; un numero in aumento – nel 2019 erano 20.000 โ€“ ma in linea con i dati nazionaliยป.

Massimiliano Avogadri, da settembre 2022 รจ il direttore della sezione umbra del Banco Alimentare. In Italia ci sono 22 sedi regionali che sono nate nel corso degli anni a partire dal 1989, anno della costituzione della Fondazione Banco Alimentare nel nostro Paese. In Umbria la filiale รจ stata creata nel 1996.

Massimiliano Avogadri

La mission della Fondazione Banco Alimentare e di tutte le Food Bank in Europa รจ quella di contribuire ad attenuare il problema della fame, dellโ€™emarginazione e della povertร , promuovendo la lotta allo spreco alimentare, in collaborazione con le istituzioni nazionali ed europee. Per raggiungere lโ€™obiettivo coordina le donazioni e contribuisce al recupero delle eccedenze della filiera agroalimentare verso le Organizzazioni Banco Alimentare (OBA), le quali le distribuiscono gratuitamente alle strutture caritative. Sono 1.700.000 persone in Italia (dati 2021) che hanno ricevuto il cibo tramite la rete delle 7.600 strutture convenzionate. Ma qual รจ la situazione in Umbria? Ne abbiamo parlato con il direttore Avogadri.

Direttore, come prima cosa, per chi non lo sapesse: che cosโ€™รจ il Banco Alimentare?

รˆ unโ€™organizzazione non profit di secondo livello che supporta lโ€™operato delle strutture caritative convenzionate a cui spetta il contatto diretto con le persone indigenti e che si rivolgono a loro per chiedere aiuto. Noi in pratica ci occupiamo di recuperate il cibo, portando avanti la lotta contro lo spreco alimentare e contro la povertร  alimentare.

Da dove lo recuperate?

Dalla grande distribuzione organizzata, dallโ€™industria alimentare e dalla ristorazione; cibo che altrimenti andrebbe buttato, ma che รจ ancora buono per essere consumato. Faccio un esempio: i prodotti che la grande distribuzione โ€“ soprattutto quelli con scadenza breve – non riesce a smaltire, vengono recuperati da noi per essere poi distribuiti fra gli enti caritatevoli della regione. In Italia, ogni anno oltre 5.300.000 tonnellate di alimenti vengono sprecati, di cui oltre 3.600.000 gli sprechi di filiera. Il recupero delle eccedenze alimentari dร  ai prodotti ancora buoni un nuovo valore.

Quali sono i dati dellโ€™Umbria?

Nel 2022 sono stati recuperati, raccolti e distribuiti oltre 1.500 tonnellate di alimenti, suddivisi per le 206 strutture caritative.

Chi si rivolge a voi?

Forniamo il cibo alla Caritas, alla Croce Rossa, alla comunitร  di Santโ€™Egidio, al Volontariato Vincenziano e a tanti altri enti caritatevoli e strutture benefiche minori, come parrocchie e monasteri. La persona singola non si rivolge a noi. Ci potremmo definire come dei grossisti.

Cโ€™รจ un aumento di soggetti che usufruiscono del cibo del Banco Alimentare?

In Umbria ci sono 26.000 persone che ricevono il nostro cibo e rappresentano il 2,5% della popolazione regionale; un numero in aumento – nel 2019 erano 20.000 โ€“ ma in linea con i dati nazionali. Il dato italiano si aggira intorno a 1 milione e 7 mila persone.

 

Ci sono anche semplici cittadini che vengono a portarvi il cibo?

Dei piccoli donatori ci sono, ma chiaramente sono una minoranza. Perรฒ il singolo puรฒ farlo grazie alla Giornata Nazionale della Colletta Alimentare (organizzata per la prima volta nel 1997) comprando al supermercato e donando direttamente al Banco Alimentare. Questo rappresenta il 10% delle nostre entrate. Nel 2021 sono stati quasi 5 milioni gli italiani che hanno partecipato alla Colletta e sono state raccolte 7 mila tonnellate di alimenti.

Che tipo di cibo raccogliete?

Prodotti a lunga conservazione e prodotti in scatola: olio, pasta, zucchero, pelati, legumi, carne in scatola e molto altro. Nella nostra sede in Umbria abbiamo celle frigorifere per alimenti freschi e congelati, siamo un vero e proprio magazzino alimentare ben attrezzato e in media smistiamo dalle 1.500 alle 2 mila tonnellate di cibo allโ€™anno, per un valore di quasi 7 milioni di euro.

Quello che fate ha anche un forte impatto ambientale in positivoโ€ฆ

Assolutamente. Il recupero degli alimenti impedisce che questi diventino rifiuti, permettendo cosรฌ un risparmio in risorse energetiche e un conseguente abbattimento delle emissioni di CO2 nellโ€™atmosfera. Nel 2021 le emissioni salvate ed evitate dal Banco Alimentare sono state di 97.118,7 tonnellate di CO2. Quindi, oltre a una riduzione dei costi di smaltimento, cโ€™รจ anche una riduzione in termini di inquinamento.

 

I volontari all’opera

Come si diventa volontari? Lei come lo รจ diventato?

Di solito ci si presenta in sede spontaneamente. Cosรฌ ho fatto io. Ad agosto 2021 sono tornato in Italia dopo quasi ventโ€™anni allโ€™estero; quando sono rientrato mi sono offerto volontario. Ho lavorato per vent’anni nel mondo del food in Cina, negli Stati Uniti e in Nord Africa, quindi conosco bene questo settore. Visto il mio curriculum mi hanno proposto di diventare direttore operativo della filiale dellโ€™Umbria, ruolo che ricopro da settembre 2022.

Quanti sono i volontari in Umbria?

Sono circa 80 persone, a questi si aggiungono 4 dipendenti.

Portate avanti altri progetti oltre alla Colletta Alimentare?

Ci sono progetti piรน piccoli come il Siticibo, cioรจ il recupero di prodotti dai punti vendita della Grande Distribuzione Organizzata (GDO). In pratica il Banco Alimentare mette in contatto direttamente le strutture caritative e i supermercati piรน vicini, sviluppando la raccolta a chilometro zero: ciรฒ consente di ridurre sensibilmente i costi. Collaboriamo anche con il tribunale per far svolgere lavori socialmente utili a persone che hanno ricevuto condanne leggere: vengono qui e prestano servizio gratuito; e grazie allโ€™ufficio del Welfare del Comune di Perugia รจ possibile fare da noi anche tirocini formativi retribuiti per il reintegro lavorativo. Inoltre siamo parte della rete europea dei Banchi Alimentari (Food Banks) e per questo riceviamo prodotti anche dalla Comunitร  Europea. Lโ€™Europa produce cibo per essere utilizzato in caso dโ€™emergenza o catastrofi, una parte di questo viene destinata anche ai banchi alimentari; la gestione di questi prodotti spetta a noi, tutto deve essere trasparente e tracciato, vengono verificati gli enti e lโ€™utente finale che riceve la merce. Merce che ovviamente non รจ rivendibile e per questo ha un packaging particolare proprio per evitare il commercio privato.

 


Per maggiori informazioni e per sostenere il Banco Alimentare: www.bancoalimentare.it/it/umbria

โ€œI distretti del cibo possono imprimere una svolta positiva al modo di fare impresa nel settore agricoloโ€. Cosรฌ il sottosegretario al Mipaaf ed ex ministro, il senatore Gianmarco Centinaio, ha concluso il dibattito in videoconferenza โ€œI distretti del cibo: opportunitร  e prospettive per il settore agro-alimentare in Umbriaโ€ organizzato venerdรฌ scorso dal Gal Trasimeno-Orvietano.

Allโ€™appuntamento hanno partecipato circa 70 persone in rappresentanza delle imprese e delle istituzioni locali che hanno potuto ascoltare dai rappresentanti del Governo, del Parlamento e della Regione le indicazioni sul percorso da seguire e le opportunitร  da cogliere.

โ€œUna importante occasione di confronto tra imprese e istituzioniโ€, commenta soddisfatto il presidente del Gal Trasimeno-Orvietano, Gionni Moscetti. โ€œDai rappresentanti del Governo e del Parlamento – prosegue – sono arrivate preziose parole di sostegno e incoraggiamento che ci stimolano a proseguire con slancio lโ€™attivitร  che stiamo portando avanti con lโ€™obiettivo di arrivare al riconoscimento dei Distretti del cibo nei nostri territori. In questo senso riteniamo che sia stata fondamentale la decisione dellโ€™assessore regionale Roberto Morroni di inserire i Gal tra i possibili soggetti proponenti. Ma prima ancora la giunta regionale della presidente Tesei, a differenza del passato, ha creduto nelle opportunitร  che possono arrivare dai distretti del cibo, introdotti dal Parlamento nel 2018, strutturando il percorso di competenza regionale che prima non era stato delineatoโ€.

 

 

โ€œLa nuova Giunta Regionale – ha sottolineato il vicepresidente della Regione Umbria e assessore allโ€™Agricoltura, Morroni – ritiene che i distretti costituiscano un valido strumento per i nostri territori, una nuova opportunitร  e un nuovo modello a sostegno dellโ€™economia rurale. Sono inoltre indispensabili per stimolare una cultura che รจ quella dellโ€™agire insieme, una strada necessaria per costruire lo sviluppo del futuro, creando collaborazione e non competizione, una strada ormai obbligata per il mondo imprenditoriale che nella nostra regione tende a una dimensione medio/piccola se non microโ€.

Il presidente della commissione Agricoltura alla Camera, lโ€™onorevole Filippo Gallinella, nel suo intervento ha voluto evidenziare lโ€™importante attivitร  dei Gal con i quali, tra lโ€™altro, รจ in procinto di organizzare un forum sulla riforma della PAC. โ€œI distretti sono un progetto da portare avanti – ha detto – molto importanti per i contratti di filiera, per esaltare le eccellenze che il nostro territorio ha da offrire e mettere insieme sostenibilitร  e ambienteโ€.

โ€œLa sostenibilitร  e la tutela dellโ€™ambiente sono fondamentali ed รจ questa la filosofia dei Distretti che hanno tra gli obiettivi quelli di ridurre lโ€™impatto ambientale delle attivitร  agricole salvaguardando i territori e il paesaggio ruraleโ€, ha detto il senatore Luca Briziarelli, membro della commissione Ambiente al Senato complimentandosi con il lavoro svolto dalla Regione Umbria per aver consentito la realizzazione dei Distretti del cibo e con il Gal per aver colto lโ€™occasione.

A incoraggiare il lavoro del Gal Trasimeno Orvietano anche le parole del sottosegretario al Mipaaf, Gianmarco Centinaio. โ€œAttraverso i distretti del cibo – รจ possibile mettere insieme lโ€™aspetto agricolo con quello ambientale, le ricchezze storiche e artistiche con la vocazione turistica del territorio. Il pacchetto di progetti deve essere importante non solo sotto lโ€™aspetto economico ma con un respiro di medio lungo periodo, il distretto deve dare la svolta innovativa al modo di fare impresa a favore di una prospettiva seria per il futuroโ€.

โ€œLe parole degli ospiti e lโ€™interesse mostrato dalle imprese – commenta il direttore del Gal Trasimeno-Orvietano, Francesca Caproni – ci forniscono la spinta motivazionale giusta per partire subito con la costituzione del tavolo tecnico che ci impegnerร  a costruire la proposta di progetto di distretto. Un percorso di continuo confronto e condivisione con imprese e istituzioni per arrivare presto alla presentazione del riconoscimento alla Regione dellโ€™Umbria. I prossimi appuntamenti saranno infatti i tavoli di concertazione sui progetti e sulle procedure, sui quali abbiamo giร  coinvolto in fase di animazione giร  circa 100 imprese e 20 comuniโ€.

Il Gal Trasimeno-Orvietano si prepara a svolgere un ruolo da protagonista per la promozione dei distretti del cibo del Trasimeno e dellโ€™Orvietano.

รˆ stato questo lo spirito con il quale lunedรฌ 15 marzo scorso รจ stata organizzata una riunione, in collegamento remoto, con la presenza dellโ€™Assessore Regionale alle Politiche Agricole Roberto Morroni, il consigliere regionale Eugenio Rondini, 28 Aziende Leader del settore Agroalimentare con sede negli otto comuni dellโ€™area del Trasimeno e il Parco Tecnologico Agroalimentare dellโ€™Umbria. Il prossimo appuntamento sarร  invece organizzato per Orvieto tra la fine di marzo e la prima decade di aprile. Infatti il Gruppo di Azione Locale si candida ad essere soggetto proponente, dei distretti del cibo ritenendo questa opportunitร  un trampolino di lancio per creare un nuovo modello di sviluppo del settore agroalimentare, in una area nella quale la varietร  di prodotti, dal vino allโ€™olio, dai legumi al pesce di lago, dallo zafferano alla fagiolina, alle carni, ai salumi e ai formaggi di qualitร  coinvolgono un considerevole numero di aziende che, in genere, uniscono a tutto questo anche lโ€™accoglienza turistica creando una importante economia locale. Rilevante รจ anche la presenza di Aziende Biologiche, un altro tassello fondamentale per promuovere la qualitร  dei prodotti.

 

 

Un ringraziamento sincero allโ€™assessore Morroni da parte degli organizzatori, non solo per il prezioso contributo allโ€™evento, ma anche per aver voluto inserire i Gal tra i soggetti proponenti i distretti del Cibo. “Bisogna avere consapevolezza che in Umbria abbiamo luoghi di produzioni di qualitร , veri e propri giacimenti che ci richiedono capacitร  di intraprendere per creare un volano di sviluppo in tema di crescita โ€“ ha ricordato lโ€™assessore Morroni โ€“ e i distretti del cibo sono una opportunitร  da cogliere consapevoli del fatto che sulla qualitร  non scende mai il tramonto neanche in periodi di crisi. Questi progetti possono rappresentare una opportunitร  unica, affinchรฉ le piccole aziende possano collaborare, fare rete, in una ottica di innovazione, sperimentando nuovi modelli organizzativi in particolare nella digitalizzazione e nella ricerca”. Ha ricordato inoltre Morroni, che i fondi dei distretti del cibo vengono dal Ministero delle Politiche Agricole sono quindi aggiuntivi rispetto al PSR e ai fondi europei e che, nel bando dellโ€™anno scorso sono rimasti inutilizzati a livello nazionale, 18 milioni di euro. In considerazione di questo fatto e anche della uscita del prossimo bando ha invitato i promotori a mettersi al lavoro per candidarsi celermente allโ€™accreditamento regionale.

 

 

Il compito del Gal sarร  impegnativo, ma di fronte alla possibilitร  di attrarre quatto milioni di euro per ognuno dei due territori per investimenti, promozione e ricerca, destinati alla rete delle imprese che parteciperanno, occorre passare subito alla fase operativa. Quindi il Gal inizierร  a espletare tutti quegli adempimenti che ci dovranno vedere pronti a cogliere le opportunitร  del bando del MIPAAF, primo dei quali il coinvolgimento dellโ€™Universitร  per le attivitร  di ricerca, ma anche lโ€™animazione presso gli imprenditori del settore che sono i veri protagonisti del progetto. Soddisfazione peraltro รจ stata dimostrata, giร  in questo primo incontro, dalla qualificata presenza delle aziende che hanno partecipato.

Ha chiuso lโ€™incontro il consigliere regionale Eugenio Rondini, referente per lโ€™area del Trasimeno, che ha portato il suo contributo allโ€™iniziativa garantendo lavoro e vicinanza al territorio alle imprese e al Gal sottolineando che il Trasimeno รจ unโ€™area ricca di potenzialitร , che vanno messe a sistema, e consapevole del fatto che i distretti del cibo possano essere lโ€™occasione per lanciare un nuovo modello di sviluppo per il settore agroalimentare umbro.

Negli ultimi 20-30 anni รจ maturato un rinnovato interesse per il cibo sano e di qualitร , e lโ€™Umbria si trova proprio nel bel mezzo di questo Rinascimento, che include sia antiche qualitร  di prodotti sia cibo biodinamico e biologico.

Sapori antichi

Gli alimenti antichi o โ€œdi una voltaโ€ fanno riferimento a colture che sono state riscoperte dopo anni di scarso utilizzo o addirittura di inutilizzo. รˆ stato ricostruito lโ€™albero genealogico delle sementi per piantare prodotti vegetali che sembravano ormai perduti, rimpiazzati da nuove varietร  o da ibridi. Molto spesso, non รจ possibile trovare questi prodotti nemmeno nei punti vendita. Alcuni di essi possono non essere esteticamente attraenti come i loro alter ego moderni, ma possiedono un gusto unico e delizioso.

Per piรน di trentโ€™anni, alcuni coltivatori nei pressi di Cittร  di Castello sono andati alla ricerca di antiche varietร  di alberi da frutto, e ora il loro frutteto include meli, peri, ciliegi, susini, alberi di fichi e di mandorle. Tutti gli esemplari sono stati catalogati e i loro semi vengono conservati. Proprio per promuovere i frutti โ€œdi una voltaโ€, i coltivatori hanno messo in vendita i loro alberi storici tramite lโ€™Azienda Agricola Archeologia Arborea, rendendoli disponibili anche al grande pubblico.

Osserviamo le stelle

Il metodo biodinamico, dal canto suo, si riferisce ad un tipo di agricoltura basata sullo stretto rapporto con i ritmi della natura. Seguendo i principi elaborati da Rudolf Steiner negli anni Venti del Novecento, ha come obiettivo quello di restaurare, mantenere e potenziare la sinergia con lโ€™ambiente. Gli agricoltori piรน importanti cercano altresรฌ di differenziare le colture, di usarne altre complementari – come quella del trifoglio o dellโ€™orzo per reintrodurre azoto nel terreno – e di ruotarle frequentemente, ma anche di tenere in considerazione la posizione della luna e delle stelle nel momento della semina e del raccolto.

In Umbria si possono trovare diversi prodotti di questo tipo, come il vino dellโ€™Azienda Fontesecca di Cittร  della Pieve, quello della Fattoria Mani di Luna Torgiano, o di Raรฌna, il cui quartier generale si trova a Montefalco. Allo stesso modo, tra le offerte di alcune aziende si annoverano olio biodinamico โ€“ come nel caso dellโ€™Azienda Agraria Hispellum di Spello o di Fonte Vergine di Terni โ€“ o cereali, come nel caso dell’Azienda Biodinamica Conca dโ€™Oro di Gubbio o Torre Colombaia di San Biagio della Valle (una frazione di Marsciano). Alcuni caseifici locali producono formaggi con il latte di ovini allevati secondo i principi della biodinamica, come per esempio la Fattoria Il Secondo Altopiano di Orvieto.

Ci si puรฒ associare a diverse organizzazioni di produttori biodinamici, delle quali Demeter รจ riconosciuta a livello globale, mentre lโ€™Associazione Nazionale per lโ€™Agricoltura Biodinamica, gruppo diffuso a livello nazionale, ha il suo distaccamento umbro proprio a Spello.

La questione del biologico

โ€œBiologicoโ€ รจ forse la piรน controllata โ€“sebbene fraintesa- nomenclatura che possiamo trovare oggi sulle nostre tavole. Solo una decina di anni fa, il termine era usato in maniera piuttosto approssimativa e senza alcuna certificazione preventiva; adesso invece, attenersi ai severi prerequisiti richiesti dalle etichette significa avere avuto lโ€™autorizzazione ad usare la parola โ€œbiologicoโ€ da parte di alcune agenzie governative. Lโ€™accettazione allโ€™interno di questa rete implica severi controlli delle quantitร  e delle tipologie di fertilizzanti usate, il divieto di usare pesticidi e erbicidi, e dichiarazioni sul trattamento sporadico delle colture โ€“ soltanto quando la pioggia o i cambiamenti climatici ne rendono necessario lโ€™uso.

La famosa Foglia Verde รจ garanzia di biologico e indica che il prodotto รจ stato soggetto ad una serie di controlli europei operati sulle direttive della legge 834/2007. In Umbria ci sono una serie di enti che possono conferire la foglia verde, tra cui ICEA, Ecocert (un ente di origine francese), Suolo e Salute, Bioagricert.

Un processo delicato

Per essere riconosciuto come biologico, un prodotto deve essere raccolto o lavorato attraverso strumenti certificati.

Nel caso dei cereali, il coltivatore deve inviare il proprio raccolto ad un molino certificato, come per esempio il Molino Silvestri di Torgiano, che macina e rivende la farine ottenute sia a privati, sia a ristoranti umbri e toscani.

Allo stesso modo, per produrre ad esempio un olio che sia biologico, la spremitura delle olive deve avvenire in un frantoio che abbia ottenuto una certificazione in tal senso. Il momento migliore per macinare รจ la mattina, quando ancora cโ€™รจ la possibilitร  di utilizzare macchinari puliti, senza residui di prodotti non biologici.

Lo stesso discorso si puรฒ fare per qualsiasi frutto della terra: dal vino dellโ€™Azienda Agricola Di Filippo di Cannara o quello della Cantina Antonelli di Montefalco, allo zafferano dellโ€™Azienda Agricola De Carolis Adelino di Civita di Cascia; dalle marmellate dell’Azienda Agricola Sibilla di Norcia, ai formaggi dellโ€™Azienda Agricola Rossi Rita, che raccoglie e lavora il latte biologico di animali allevati in diverse aziende della Valnerina.