Accanto ai Colli martani sorge Bettona, unico insediamento etrusco sulla riva sinistra del Tevere, conosciuta anche come Vetumna o Paese degli antichi.
Caduta sotto il controllo romano, viene organizzata in municipium entrando a far parte della colonia Clustumina (14 d.C.); con lโavvento del Cristianesimo viene presto evangelizzata da San Crispolto, che vi giunge dallโAsia grazie la via Amerina – una delle piรน importanti vie di comunicazione verso il Nord. Dopo la distruzione dei barbari guidati da Totila, diviene dominio bizantino e in seguito passa in mano al Ducato longobardo di Spoleto. Nel 1018 i Benedettini vi fondano lโabbazia di San Crispolto; piรน tardi, passa in mano alla Chiesa ed รจ costretta a sottomettersi ad Assisi (1223). Dopo il tentativo di divenire autonoma da Perugia, viene dalla stessa assediata, conquistata e bruciata, a eccezione delle chiese; grazie al cardinale Albornoz verrร ricostruita allโinterno di una cinta muraria ristretta, ma meglio fortificata. In seguito Bettona si ribella al Papa che vuole concederla ai Baglioni di Perugia, ma viene sottomessa da Malatesta Baglioni, rimanendo cosรฌ sotto lo Stato Pontificio fino allโUnitร dโItalia.
Questo piccolo borgo, adagiato a 365 metri dโaltezza, รจ noto soprattutto per il suggestivo panorama, che va da Perugia a Spello, visibile dalla terrazza fuori dalla Porta dโaccesso di Santa Caterina, collocata lungo la cinta muraria medievale e in parte poggiata su quella etrusca, ancora visibile negli enormi blocchi di roccia arenaria. Risalendo le strette vie, si giunge presto in Piazza Cavour, circondata da edifici e monumenti che hanno molto da raccontare, come la Chiesa di San Crispolto, costruita dai monaci benedettini (XIII secolo) per conservare la salma del primo vescovo e martire dellโUmbria, oltre che santo patrono del borgo. La facciata dellโedificio, a croce latina, รจ di Antonio Stefanucci, allievo del Vanvitelli; qui lโunico pezzo romanico รจ il campanile cuspidato. Imperdibili sono anche lโOratorio di SantโAndrea, col bel soffitto ligneo a cassettoni del XVI secolo e la Passione di Cristo (1394) di scuola giottesca, ma anche la collegiata di Santa Maria Maggiore, risalente ai primi anni del Cristianesimo, ingrandita, riconsacrata nel 1225 e restaurata in stile neoclassico nel 1816: allโinterno vi sono lโabside affrescato dal futurista Gerardo Dottori, lโaltare maggiore con ciborio a forma di tempietto e le finestre con vetrate istoriate a fuoco.
Pinacoteca
Accanto agli edifici sacri spicca il Palazzetto del Podestร (1371), sede della Pinacoteca comunale e del Museo della Cittร , che occupa anche alcuni ambienti dellโottocentesco Palazzo Biancalana; nella Pinacoteca sono custodite importanti opere dโarte come il Sant’Antonio di Padova e la Madonna della Misericordia con i Santi Stefano, Girolamo e committenti del Perugino, o la tavola con lโAdorazione dei pastori dellโartista assisiate Dono Doni. Piรน avanti sโincontra Palazzo Baglioni, luogo in cui morรฌ il condottiero Malatesta Baglioni la Vigilia di Natale del 1513. Fuori dalle mura cittadine, invece, degne di nota sono la Villa del Boccaglione (XVII sec) – dimora rurale dai soffitti affrescati disegnata dal Piermarini – e la chiesetta dโimpronta romanica di San Quirico. Tra gli eventi piรน importanti, la Festa del Patrono (11-12 maggio), Bettona sotto le Stelle, e la Sagra dellโOca, dove รจ possibile gustare prodotti come torta al testo e oca arrosto, oltre allโeccellente olio dโoliva; tipici del borgo sono anche gli zuccherini, dolci natalizi con lievito madre, pinoli, uvetta e anice.
Lโemergenza sanitaria ha determinato molti cambiamenti nel nostro modo di vivere. Potrebbe essere stata la scintilla che ha scatenato una forte presa di coscienza sulle nostre responsabilitร nei confronti dellโambiente in cui viviamo, che dobbiamo rispettare e proteggere. Oggi diventa fondamentale cambiare il nostro modo di viaggiare, prediligendo le piccole realtร alle destinazioni piรน gettonate ed evitando il turismo di massa.
Maggio 2021 verrร ricordato come il mese della lenta ripartenza, dopo un lungo ed estenuante periodo in cui le nostre certezze sono saltate e dove tutti ci siamo sentiti vicini nellโaffrontare un problema piรน grande di noi. La pandemia ci ha costretti a dover rinunciare a tutte quelle abitudini che prima davamo per scontate e che oggi sembrano mancarci come lโaria. Un cappuccino al bar, una cena tra amici, una gita fuori portaโฆ
Ora ci viene data la possibilitร di voltare pagina e provare a recuperare il tempo perduto. Con lโestate alle porte, quale modo migliore di riaffacciarci alla vita se non con una vacanza? Per fare in modo che ciรฒ non si trasformi in un tana libera tutti come lโanno scorso, dobbiamo cercare di rivedere un poโ il nostro modo di viaggiare. Giร prima dellโemergenza sanitaria si parlava della necessitร di un turismo lento, sicuro e sostenibile, oggi dobbiamo prenderlo come imperativo per cercare di non vanificare tutti gli sforzi fatti finora. In che modo possiamo fare turismo sostenibile? Partendo per esempio in bassa stagione, scegliendo una destinazione meno conosciuta, evitando di viaggiare durante le feste comandate e rispettando lโambiente e la cultura del paese che ci ospita. In primis ne gioveremmo noi stessi, perchรฉ una settimana ad agosto a Gallipoli con mezzo metro di spiaggia su cui sdraiarsi, dopo aver speso cinquanta euro per un ombrellone, รจ piรน una penitenza che un piacere; e secondo poi ne gioverebbe lโambiente.
Santa Chiara, Assisi, foto di Enrico Mezzasoma
ร cosรฌ che lโUmbria si rivelerร come la destinazione perfetta, che ci permetterร di riscoprire borghi autentici piรน e meno noti e di essere a stretto contatto con la natura. Il viaggio che intraprenderemo attraverso le pagine di AboutUmbria non puรฒ che partire da Assisi, la cittร in cui sono nata e dove vivo e lavoro tuttora. Assisi รจ una di quelle cittร che in alcuni periodi dellโanno viene letteralmente presa dโassalto dai turisti di tutto il mondo come, ad esempio, nei mesi di aprile, luglio e agosto. Ci sono invece mesi in cui la cittร offre il meglio di sรฉ, vediamo insieme quali sono:
Maggio
A maggio Assisi si risveglia dal torpore invernale, le verdi colline intorno offrono scenari di rara bellezza. Nei primi giorni del mese si svolge inoltre il Calendimaggio, una rievocazione storica molto sentita dagli assisani e che vede la cittร divisa nella Nobilissima Parte de Sopra e nella Magnifica Parte de Sotto. Le due parti si sfidano in cortei, giochi, canti e scene di vita medievale, dando vita a uno spettacolo coinvolgente ed emozionante. Unโesperienza da non perdere รจ quella di mangiare nelle caratteristiche taverne.
Calendimaggio 2019, foto via Facebook
Giugno
Giugno รจ il mese in cui gli abitanti di Assisi si preparano per partecipare al concorso Balconi Fioriti, che ogni anno premia la persona che รจ stata piรน capace nel valorizzare la facciata della propria abitazione con i decori floreali piรน belli. I vicoli si tingono delle tonalitร piรน accese, grazie ai fiori e alle piante di ogni tipo che tappezzano le terrazze e le finestre delle case. Generalmente vengono organizzate molte iniziative e serate di musica dal vivo, tra cui lโannuale appuntamento con il concerto Con il cuore, nel nome di Francesco, che si svolge nella piazza della Basilica Inferiore di San Francesco e viene trasmesso in diretta Rai.
Rocca Maggiore
Settembre
Questo รจ uno dei mesi che preferisco, perchรฉ la cittร รจ piรน rilassata, il caldo infernale estivo lascia spazio a giornate piรน fresche ma ancora abbastanza lunghe per godere a pieno dellโatmosfera di pace di Assisi.
Ottobre
Ottobre รจ un mese importante per la cittร . Il 3 e il 4 del mese si celebra la Festa di San Francesco, il momento in assoluto piรน sentito dai credenti che sono nati qui e che tengono moltissimo alla tradizione di partecipare alle celebrazioni in onore del patrono dโItalia. Altro evento immancabile รจ sicuramente la fiera di San Francesco, che si svolge il 5 di ottobre. Oltre a curiosare tra le numerose bancarelle sparse per le vie del centro, รจ irrinunciabile una sosta presso i botteghini delle signore assisane che vendono le cartelle per partecipare allโannuale tombola, che si svolge in serata.
Basilica Superiore di San Francesco d’Assisi, foto di Enrico Mezzasoma
Novembre
Novembre รจ il mese di UNTO, il tradizionale appuntamento dedicato allโolio extravergine di oliva. Oltre agli stand in cui assaggiare la famosa bruschetta umbra con lโolio nuovo, si puรฒ prendere parte ai molteplici eventi organizzati per lโoccasione, che coinvolgono grandi e piccini: visite guidate ai frantoi, musica dal vivo, trekking in collina e scuole di cucina.
Dicembre
A dicembre qualsiasi cittร รจ suggestiva, merito delle luci e degli addobbi natalizi. Ad Assisi, il concorso Presepi indetto dal Comune, ci spinge ad andare alla ricerca del presepe piรน bello, tra quelli esposti lungo le vie del centro storico e di alcune frazioni. Sempre rimanendo in tema nativitร , celebri sono i presepi viventi che si svolgono nei castelli della zona, come quelli di San Gregorio, Petrignano e Armenzano.
Questi sono, a parer mio, i mesi migliori per visitare la cittร serafica.
Nel prossimo articolo delineeremo un itinerario per visitare Assisi in tre giorni.
Unโintervista, realizzata qualche mese fa dal vostro inviato lacustre, a uno dei protagonisti dell’iniziativa Ricostruiamo il Barchetto del Trasimeno, l’imbarcazione storica andata completamente distrutta durante un incendio. La storia รจ lieto fine, tanto che il Barchetto รจ stato – e sarร – il protagonista indiscusso di diverse iniziative.
Barchetto del Trasimeno
Si era da poco conclusa da poco la Festa del Giacchio, la sagra del borgo lacustre di San Feliciano organizzata dalla locale Pro Loco che vede ogni anno l’allegra e nutrita partecipazione di molti paesani e forestieri e ha come indiscusso protagonista il pesce di lago. Il nome della Festa prende origine dall’antica rete conica da pesca, appunto il giacchio, che ancora oggi i pescatori del Trasimeno lanciano in acqua con gesti liturgici che si ripetono incessantemente nella loro storia millenaria.
Durante lโultima serata della festa il vostro inviato lacustre, passeggiando tra i festaioli, รจ arrivato nei pressi del vicino Museo della Pescae del Trasimeno che, sul suo piazzale, ospita una bella barca in legno di recentissima costruzione e dalle forme un po’ particolari, protetta da una tettoia tipica di cannine di lago.
Lรฌ ha incontrato casualmente una persona sconosciuta, con la quale รจ iniziata una piacevole conversazione che, dopo educati convenevoli, ha dato vita a un racconto molto interessante sulla barca esposta.
Il vostro inviato lacustre non ha resistito a fare qualche domanda per approfondire l’appassionata narrazione del gentile ignoto e cosรฌ ha preso avvio questa intervista, che riguarda una recente storia somigliante a una favola di altri tempi, dove i simbolici protagonisti sono rappresentati da un dragone e da quattro chiodi come cavalieri. Qualche riga piรน sotto scopriremo il perchรฉ.
Il misterioso interlocutore si รจ rivelato uno dei protagonisti dell’iniziativa Ricostruiamo il Barchetto del Trasimeno e ci ha descritto come questa sorta di fenice sia risorta dalle sue ceneri grazie all’unione di un’intera comunitร .
Il vecchio Barchetto prima dell’incendio
Da come mi ha detto, lei รจ uno dei promotori dell’iniziativa a favore del rifacimento del Barchetto del Trasimeno: mi dica, com’รจ andata?
Tutto parte con un’avventura intrapresa insieme all’amica Rosanna Milone: un’iniziativa sociale a favore della comunitร di San Feliciano. Il 10 maggio 2017, Giacomo Chiodini, Sindaco di Magione, ci propose di indirizzare i nostri propositi verso un’iniziativa a favore del Barchetto, simbolo della gente del Trasimeno che era andata distrutta in un incendio qualche giorno prima. Con Rosanna ci siamo subito intesi e uscendo dal Comune abbiamo nell’immediato iniziato a progettare e pianificare. In realtร fino al momento dell’incontro, la nostra proposta voleva essere direzionata verso l’acquisto di un defibrillatore cardiaco, ma ne siamo usciti con l’indicazione di una barca storica andata a fuoco da ricostruire.
Cosa avete fatto?
Nel corso di un mese abbiamo realizzato e presentato, il 10 giugno 2017, il Calendario dell’Estate, strumento che ci ha permesso di raccogliere una cifra netta disponibile, per la ricostruzione, di oltre 4.000 euro, ma soprattutto di sensibilizzare la comunitร verso il rifacimento di un simbolo della vita lacustre: le persone ci hanno sempre dimostrato grande solidarietร e affetto. Insieme a Rosanna abbiamo rappresentato una squadra di grande efficienza e questa iniziativa ci ha permesso di fare un’esperienza fantastica per la massiccia e trasversale partecipazione sia delle persone e delle famiglie sia per quella delle associazioni e delle aziende. All’importo raccolto con il calendario si รจ aggiunto il risarcimento assicurativo, e la somma ha permesso di coprire interamente il totale preventivato di spesa per il rifacimento del Barchetto.
Come sono stati impiegati i fondi raccolti?
Esattamente un anno dopo l’infausto incendio, il 5 maggio 2018, รจ partita la ricostruzione del Barchetto, con la presentazione del suo uscio, una specie di zattera che rappresenta la base intorno alla quale prende forma la barca. I lavori, intrapresi dal bravissimo Cristiano Vaselli con l’aiuto dell’esperto Verledo Dolciami, sono avvenuti presso il cantiere nautico Caporalini di San Feliciano e sono stati eseguiti con le tecniche costruttive di una volta, utilizzando le stesse essenze lignee dell’imbarcazione originale.
La ricostruzione del Barchetto del Trasimeno
Chi ha fornito le linee guida del progetto?
La strada da prendere รจ stata decisa dal gruppo di lavoro coordinato dal Comune di Magione, con il suo Assessore alla Cultura Vanni Ruggeri, costituito dalla Lega Navale sezione Trasimeno, dalla Cooperativa Pescatori del Trasimeno, dal Circolo Rematori di San Feliciano, da Sistema Museo, dalla locale Pro Loco, dall’A.R.B.I.T. (Associazione Recupero Barche Interne Tradizionali), dall’Universitร di Perugia con il progetto A.L.L.I. (Atlante Linguistico dei Laghi Italiani), da me e Rosanna, come progetto Trasimeno in Dialogo.
Quando e come si รจ concluso il progetto?
Dopo qualche mese di certosino lavoro, il 15 dicembre 2018, il Barchetto del Trasimeno – presentato in tutta la sua bellezza – รจ stato posizionato nello stesso luogo di quello andato distrutto e consegnato alle comunitร di San Feliciano e del Trasimeno, durante una cerimonia ufficiale avvenuta sul piazzale antistante il Museo della Pesca e del Lago Trasimeno a San Feliciano di Magione. Da qui il rammarico e il profondo dispiacere di non essere stato presente alla cerimonia per un motivo, imprevisto e lontano dalla mia volontร , di carattere puramente personale. Vorrei ricordare che LACEP e Della Ciana Legnami hanno realizzato a proprie spese la copertura di protezione (fino ad allora inesistente) del nuovo Barchetto.
Da lei abbiamo sentito parlare di quattro chiodi e di un dragone. Cosa intende dire?
Il dragone non รจ quello che ci immaginiamo tutti, che vola e sputa fuoco ma, รจ l’asse che unisce le tavole di riempimento del fondo della barca davanti e dietro all’uscio. Nelle vicinanze si trovano i peducci, staffe di legno a forma di L che collegano il fondo della barca con il suo fianco. Nella barca ci sono peducci sia a destra sia a sinistra e, come i dragoni, sono fondamentali per la tenuta e la robustezza dell’imbarcazione. I quattro chiodi sono quelli che avevo raccolto tra le ceneri del precedente barchetto e ho chiesto a Cristiano Vaselli di batterli a forza nella struttura lignea della nuova barca. Quindi nel ricostruito Barchetto del Trasimeno i quattro cavalieri sono stati inseriti nel peduccio centrale della fiancata di sinistra (il lato dove si trova anche la guida del timone e piรน precisamente in basso e sulla sinistra dell’area della cabina), in corrispondenza della sua parte mediana e nell’adiacente dragone.
I quattro chiodi hanno un valore simbolico o un messaggio che ci vuole spiegare?
I quattro chiodi rappresentano altrettanti pensieri che mi hanno costantemente accompagnato in questo progetto: l’incertezza, il sogno/desiderio, la concretezza, l’integrazione. Lโincertezza in quanto, fin dall’inizio, per una serie di motivi, non c’era sicurezza del risultato finale e nulla era scontato. Sogno e desiderio, corrispondono alla volontร di veder navigare nelle acque lacustri il nuovo Barchetto e che lo stesso potesse rappresentare un’attrazione per un turismo responsabile e sostenibile. Concretezza, perchรฉ essa รจ la forza di tradurre intenzioni e idee in fatti e sostanza. Integrazione, infine, perchรฉ essa trova la sua valenza nell’atteggiamento e nel comportamento della popolazione come sostegno e spinta alla realizzazione del progetto, cosรฌ come la positiva e riuscita complementarietร tra pubblico e privato.
Cosa ha voluto dire questa iniziativa per le comunitร di San Feliciano e del Trasimeno?
Questa iniziativa rappresenta una condivisone d’intenti delle comunitร , dove un gioco di squadra ha messo in pratica una delega suggerita da un vento ispiratore presente tra i tanti occhi speranzosi e fieri della gente. Allo stesso modo, porta un messaggio per tutti i giovani volenterosi: Con la convinzione e la forza delle idee e della concretezza, si puรฒ tendere a realizzare i sogni della propria vita… anche senza chiodi e dragoni.
Adesso che il Barchetto del Trasimeno รจ terminato, cosa succede?
Ovviamente dopo il 15 dicembre 2018, con la consegna del nuovo barchetto alle comunitร , posso dire con orgoglio e secondo i patti: ยซIo mi fermo qui!ยป Il Comune di Magione, il Museo di San Feliciano, la Pro Loco, la Cooperativa Pescatori, la Lega Navale sez. Trasimeno e il Circolo Rematori di San Feliciano si occuperanno della custodia, cura, gestione, manutenzione e promozione turistica del nuovo Barchetto del Trasimeno, localmente detto anche Barchino. Sono in progetto e in atto delle iniziative per le quali il Barchetto del Trasimeno sarร presente ad alcuni eventi come simbolo e protagonista di attivitร promozionali e turistiche del territorio lacustre.
Barchetto del Trasimeno terminato
Vuole aggiungere qualcosa?
Vorrei ringraziare di cuore tutti quelli che hanno spinto con fare positivo verso la realizzazione di tutto ciรฒ. Un grazie speciale va alla mia socia d’avventura, l’amica Rosanna Milone, persona fantastica e straordinaria.
C’รจ una frase con cui vorrebbe chiudere questa intervista?
Il Trasimeno, una volta conosciuto, lo amerai per sempre.
Mi scusi, ma qual รจ il suo nome?
Io mi chiamo Tarsminass (n.d.r. sorride), come l’antico nome etrusco del lago Trasimeno. In quel momento improvvisamente presero vita dei meravigliosi fuochi d’artificio che, riflessi e proiettati sulle placide acque del Lago, indicavano la chiusura della Festa del Giacchio di San Feliciano. Lo sguardo fu rapito dalla loro bellezza e quando terminarono mi voltai, ma il mio misterioso interlocutore era scomparso…