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Perugino e Signorelli sono per la nostra regione un orgoglio e un vanto; la loro arte รจ stata cosรฌ eccellente che sono riusciti a tenere uniti due mondi: quello del Verrocchio, di cui era allievo Perugino e quello di Piero della Francesca, maestro di Luca Signorelli.

Attraverso la storia della bellezza, dopo cinque secoli, continuiamo ad andare alla ricerca delle loro tracce nei luoghi piรน iconici dellโ€™Umbria. I loro capolavori non rappresentano solo un simbolo della nostra terra, ma sottolineano l’importanza e lo sviluppo di un Umanesimo che รจ penetrato nella nostra Penisola. รˆ proprio in Umbria infatti che Pietro Perugino รจ nato, qui ha mosso i suoi primi passi, ha iniziato la sua carriera e, dopo aver raggiunto il successo, รจ tornato.
Attraverso le parole di Paola Agabiti, Assessore Regionale alla Cultura e al Turismo Regione Umbria, possiamo infatti comprendere che Perugino e Signorelli: ยซhanno anticipato ed esaltato proprio quellโ€™Umanesimo di cui sono stati autorevoli protagonisti, ponendosi direttamente come attori del Rinascimento italiano. Le loro opere, la luce che ne traspare il loro tratto classico e al tempo stesso nitido e visionario ne definiscono la sconfinata maestria e ne manifestano la profonda influenza su decine di artisti loro contemporanei e non soloยป.
Entrambi morti nel 1523, Signorelli a Cortona, in Toscana, e Perugino a Fontignano, a sud-ovest di Perugia hanno lasciato tracce delle loro opere nel territorio delle due regioni. Entrambi celebri in vita, famosi e ricercati dai grandi committenti dell’epoca hanno influenzato i loro allievi tra i quali va ricordato il giovane Raffaello.

 

Perugino, Adorazione dei magi, 1507, affresco, 700 x 650 cm, Cittร  della Pieve, Oratorio di Santa Maria dei Bianchi

 

Nato a Cittร  della Pieve, Pietro Vannucci vi lavorรฒ in giovane etร , per poi tornarvi nei primi anni del 1500. Cittร  della Pieve, patria del meglio maestro dโ€™Italia, รจ un piccolo borgo al confine tra Umbria e Toscana, ricco di fascino e di straordinaria bellezza: la sua natura verdeggiante e incontaminata domina la Valdichiana e il lago Trasimeno; natura lussureggiante ispiratrice dei piรน eccellenti pittori del Rinascimento.
Nei pressi del duomo รจ affissa una targa la quale ricorda che un tempo vi era la casa della famiglia Vannucci. Lโ€™artista in cittร , venne chiamato dalla confraternita dei Bianchi per i quali realizzรฒ un grande affresco per la cappella dellโ€™oratorio raffigurante lโ€™Adorazione dei Magi. Figure dominanti sono la Vergine e il Bambino, i Magi riccamente vestiti sono raffigurati in primo piano, alle loro spalle verdi colline di una vallata umbra; nellโ€™opera Perugino realizza un perfetto connubio tra uomini, paesaggio e architettura, integrandoli perfettamente.
Lโ€™artista fu lโ€™iniziatore di un nuovo modo di dipingere quello della cosiddetta maniera moderna, caratterizzata dalla purezza formale, dalle ampie composizioni, da un disegno ben definito ed elegante e i personaggi liberati dalle caratteristiche terrene e investiti di un’aria angelica.

 

Perugino. “Madonna con Bambino e i santi Gervasio, Pietro, Paolo e Protasio”, 1514, olio su tavola, 240 x 220 cm, Duomo, Cittร  della Pieve

 

In cittร , inoltre, si trova la Cattedrale dei Santi Gervasio e Protasio. La chiesa sorge nel luogo dellโ€™antica pieve edificata probabilmente nel 1600. La facciata รจ costruita da due materiali diversi: pietre e laterizi, lโ€™interno a navata unica presenta grandi cappelle laterali che custodiscono opere di allievi del Perugino come Domenico Paride Alfani e Giacomo di Guglielmo e una tela realizzata dal Pomarancio e Salvio Savini.
Sempre nella cattedrale รจ conservata una tavola lignea rappresentante la Madonna con i santi Gervasio, Protasio, Pietro e Paolo. Il Perugino inserisce madre e figlio nel registro superiore in una cornice a forma di mandorla, antico simbolo di vita e di rinascita poichรฉ il mandorlo รจ il primo albero a fiorire in primavera. Nel registro inferiore sono presenti san Pietro con le chiavi del Paradiso, Paolo con una lunga spada e il libro e Gervasio e Protasio patroni di Cittร  della Pieve; alle loro spalle vi รจ lโ€™iscrizione con la data della consegna e la firma dellโ€™autore.
Il pavimento della chiesa รจ riprodotto anche nell’opera: ai piedi dei personaggi infatti ben si nota un pavimento a forme geometriche.

 

 

Visitare il Museo del Capitolo significa fare un viaggio a ritroso nella storia di Perugia: la storia cittadina naturalmente, ma anche quella geologica, religiosa, rituale. Una serie di elementi che restituiscono il quadro di una cittร  in pieno fermento, oggi come allora.

A guidarci in questo viaggio ci sono lโ€™architetto Alessandro Polidori e Maria Eletta Benedetti, storica dellโ€™arte che fa parte dello staff di Isola San Lorenzo, un progetto che prende il nome dal complesso architettonico che, richiamando lโ€™insula romana, comprende la Cattedrale di San Lorenzo, lโ€™area archeologica di Perugia sotterranea, la loggia di Braccio Fortebracci e, appunto, il Museo del Capitolo.

 

L’esposizione del Museo del Capitolo

 

Proprio questโ€™ultimo si apre al suo centesimo anno di vita con un nuovo percorso espositivo, presentato nel febbraio del 2023: diversamente dal restauro del 2000, lโ€™esposizione non segue un criterio cronologico ma tematico, accorpando testimonianze diverse provenienti da quella che era lโ€™area della Diocesi di Perugia-Cittร  della Pieve, il confine di epoca comunale della Cittร  di Perugia.
E cosรฌ, dalla Sala dellโ€™Accoglienza โ€“ giร  parte del nucleo originario del 1923 e contenente un ingegnoso strumento per votare in segreto โ€“ ci avviamo lungo il porticato dove sono conservati i reperti lapidei rinvenuti nella zona della Rocca Paolina e dellโ€™acropoli perugina, della quale si puรฒ apprezzare la profonditร  affacciandosi dal camminamento introduttivo alle sale del Museo capitolare.

 

Il porticato

 

Il percorso continua attraverso opere, manufatti, paramenti sacri e ricostruzioni che fanno di ogni sala uno spaccato della storia perugina, siglato da firme artistiche piรน o meno note: basti pensare alla Pietร  in marmo lunense di Agostino di Duccio che accoglie il retaggio di Raffaello, il cui retro, giร  scolpito, ne indica una probabile provenienza dal portale della precedente cattedrale; oppure al Gonfalone di San Fiorenzo di Benedetto Bonfigli, legato alla richiesta della grazia in occasione della recrudescenza della peste in cittร , con quellโ€™angelo che srotola una lunga pergamena vergata con le colpe dei perugini; o, ancora, agli oggetti sacri che testimoniano la presenza della corte papale in cittร , non solo in caso di calamitร  โ€“ come il Messale portato dai crociati in fuga da San Giovanni dโ€™Acri – ma ancheโ€ฆ di dipartita improvvisa del pontefice. E, a Perugia, di papi ne morirono ben tre!

Reliquiario del Sacro Anello

Se รจ vero che gli oggetti sacri dialogano con le opere pittoriche, non poteva essere da meno il grande meccanismo prospettico restituito dal reliquiario del Sacro Anello โ€“ temporaneamente ospite al Museo โ€“ posto di fronte alla riproduzione del tanto conteso Sposalizio della Vergine di Pietro Vannucci detto Il Perugino, tornato ora a Perugia dopo due secoli ed esposto alla Galleria Nazionale dellโ€™Umbria. Di questo reliquiario cinquecentesco che risiede stabilmente sullโ€™altare della cappella in cui viene mostrato solo due volte allโ€™anno โ€“ lasciata solo nel 1907, anno in cui venne esposto alla Mostra di antica arte umbra, e questโ€™anno โ€“ sappiamo veramente poco: fu cesellato dalle mani di Francesco e Cesarino del Roscetto nel 1511 ma, siccome il meccanismo che permette la calata dellโ€™anello รจ settecentesco, non sappiamo in che modo e se ci fosse effettivamente una calata. Il fatto perรฒ che il Divin Pittore non abbia dipinto un anello tra le mani di Giuseppe lascia aperta la possibilitร  che fin da subito vi fosse la volontร  di creare un gioco prospettico che potesse soggiogare i credenti inginocchiati di fronte allโ€™altare: รจ la stessa sensazione che coglie il visitatore di fronte alle innumerevoli curiositร  e ai retroscena mostrati dallโ€™intero percorso espositivo del Museo. รˆ come sbirciare nelle stanze piรน intime di una storia lunga secoli, dove le propaggini della devozione popolare e dei giochi di potere dei grandi finiscono per intessere trame nuove e intriganti.

Il restauro del Perugino

Le prime fasi del restauro della Pala Martinelli del Perugino

 

Proprio con questo spirito, il Museo del Capitolo offre anche la possibilitร  di visitare, dal 4 marzo allโ€™11 giugno, il cantiere di restauro della Pala Martinelli del Perugino. La Pala, che rappresenta il martirio di San Sebastiano, fa parte delle opere disperse provenienti di San Francesco al Prato ed รจ in condizioni piuttosto critiche, tanto che era da tempo che non veniva piรน esposta. Il Dipartimento di Scienze Chimiche e tecnologie dei materiali del CNR, in questo momento, sta analizzando gli strati superficiali del dipinto per indagarne i materiali, le tecniche e lo stato di conservazione. Tramite una strumentazione portatile, viene analizzato ogni singolo punto del dipinto per raccogliere informazioni sui pigmenti, sulla preparazione, sulla natura antica o moderna dei materiali utilizzati, restituite attraverso immagini a infrarossi. Questa mole di dati sarร  poi trasmessa ai restauratori, in modo che possano armonizzare le parti originali non solo con quelle ridipinte, ma anche con quelle restaurate in passato.
Unโ€™occasione imperdibile, per il visitatore, non solo per rendersi conto di quale e quanto lavoro cโ€™รจ dietro il recupero di pezzi tanto rari e preziosi, ma anche per ammirare uno dei capolavori del grande maestro rinascimentale, ancora incredibile nonostante il lungo e inesorabile cammino attraverso le pieghe del tempo.

 

 

In occasione delle celebrazioni del cinquecentenario del Perugino, รจ possibile ammirare la mostra a Palazzo Baldeschi dal 21 giugno al 2 ottobre 2023

Rendere evidente il legame artistico che, a distanza di quasi 500 anni, unisce idealmente lโ€™arte del Perugino con lโ€™opera di Alberto Burri. รˆ lโ€™obiettivo della mostra NERO Perugino/Burri, voluta da Fondazione Perugia nellโ€™ambito delle attivitร  promosse per le celebrazioni per il Cinquecentenario dalla morte di Pietro Vannucci, che mette in dialogo le opere di quelli che forse sono i due maggiori artisti di origine umbra accomunate dalla suggestiva e peculiare soluzione formale del fondo nero, da cui il titolo dellโ€™evento.

La mostra รจ stata presentata nei dettagli dalla Presidente di Fondazione Perugia Cristina Colaiacovo e dai due curatori della mostra, la storica dellโ€™arte Vittoria Garibaldi e il Presidente della Fondazione Burri Bruno Corร . โ€œLโ€™Intuizione di mettere a confronto i due maestri โ€“ ha spiegato la Presidente Colaiacovo – si รจ sviluppata a partire dal desiderio di valorizzare, in occasione del Cinquecentenario, il gioiello piรน prezioso della collezione dโ€™arte di proprietร  della Fondazione: la tavoletta del Perugino Madonna con il Bambino e due cherubini. Da qui ha avuto origine il percorso, che inizialmente doveva essere dedicato al solo Pietro Vannucci e che, successivamente, ci ha condotto, grazie alla competenza dei curatori, a una mostra originale che rappresenta una vera novitร  nel panorama espositivo. Siamo molto grati alla Fondazione Burri per questa proficua collaborazione tra istituzioni culturali del territorio che continueremo a coltivare a beneficio dellโ€™attrattivitร  della nostra regioneโ€.

 

 

Saranno circa 20 le opere esposte dal 21 giugno al 2 ottobre 2023 a Palazzo Baldeschi in Corso Vannucci a Perugia accuratamente selezionate dai due curatori. Grazie alla collaborazione con la Fondazione Burri, che ha messo a disposizione le opere dellโ€™artista tifernate, e agli importanti prestiti di prestigiosi musei, a partire dalla Galleria Nazionale dellโ€™Umbria fino alla Galleria degli Uffizi e al Museo del Louvre, รจ stato possibile creare un percorso espositivo suggestivo che fa emergere i tratti comuni di due artisti pari per grandezza e solo apparentemente distanti. Le opere dei maestri Rinascimentali e del Perugino, in particolare, hanno infatti rappresentato per Burri una fondamentale fonte di ispirazione. Lโ€™elemento piรน evidente che accomuna le opere in mostra รจ lo sfondo nero, privato quindi delle ambientazioni paesaggistiche o prospettico-architettoniche e che rappresenta una grande innovazione per lโ€™epoca del Perugino ed uno dei tratti piรน ricorrenti nellโ€™opera di Burri.

 

Rosso Plastica di Alberto Burri

 

Ma gli aspetti comuni non finiscono qui come ha spiegato Vittoria Garibaldi che ha curato la grande mostra sul Perugino del 2004: โ€œHo avuto lโ€™onore di conoscere ma soprattutto di frequentare Alberto Burri negli anni ottanta. Era solito ripercorrere le vie del Rinascimento dellโ€™Italia centrale insieme ai suoi piรน cari amici come Nemo Sarteanesi. รˆ questo un dialogo dalle radici lontane e che trova conferma nelle linee, nelle forme e nelle sensibilitร  cromatiche che uniscono i due grandi artisti.โ€

Dal canto suo Bruno Corร  afferma: ยซLe affinitร  da cogliere in questo episodio espositivo con il Perugino, cosรฌ come avvenuto nel 2015 in occasione del confronto di Burri con Piero della Francescaย  e perfino col Signorelli, risiedono nel rapporto tra le loro opere che Brandi ha definito โ€œallotropicoโ€, cioรจ di creazioni che pur avendo aspetti diversi sono accomunate da una stessa sostanza: essa riguarda, infatti, oltre il colore nero, lโ€™esigenza irrinunciabile di forma, spazio ed equilibrio nellโ€™operaยป.

Lโ€™opera realizzata, tra il 1499 e il 1504 dallโ€™artista toscano, ha ispirato anche gli affreschi della Cappella Sistina di Michelangelo.

ยซIl Giudizio Universale รจ senza dubbio il capolavoro di Luca Signorelli. Secondo Giorgio Vasari, Michelangelo lo osservรฒ attentamente per dipingere poi il suo Giudizio Universaleยป. A dircelo รจ il professor Giuseppe Della Fina, consigliere dellโ€™Opera del Duomo di Orvieto.

 

Particolare dell’Inferno, Luca Signorelli

 

Una grande macchina scenica, un colossal cinematografico che โ€“ con le sue 7 scene (Anticristo, Finimondo, Resurrezione dei corpi, Inferno, Paradiso, Chiamata degli eletti e i Dannati) – ha la capacitร  di coinvolgere e portare al suo interno lo spettatore, o il fedele, come solo un film visto al cinema sa fare. Questo, e molto altro, รจ il Giudizio Universale realizzato da Luca Signorelli, che si trova allโ€™interno del Duomo di Orvieto nella Cappella Nova o di San Brizio e che prese vita tra il 1499 e il 1504.
ยซIl primo contratto con lโ€™artista toscano venne stipulato nel 1499 e nel 1504 ci fu lโ€™ultimo pagamento. Prima di lui il Beato Angelico aveva dipinto due delle vele del soffitto (Cristo Giudice tra angeli e Profeti). Possiamo dire che questโ€™opera vanta la mano di due grandi maestri, anche se molto diversi tra loro. Dieci anni prima โ€“ nel 1489 – era stato contattato anche il Perugino, ma siccome era impegnato in altri lavori, non ha mai rispettato il contrattoยป racconta il professor Della Fina.

 

Paradiso, Luca Signorelli

 

Camminando sotto le volte col naso allโ€™insรน si osservano le diverse fasi del Giudizio Universale, che suscitano un grande coinvolgimento emotivo. รˆ possibile percorrere due sentieri visivi: ยซSe seguiamo un filo cronologico si deve partire dalla scena dellโ€™Anticristo che racconta i movimenti politici e sociali dellโ€™epoca, per passare poi a quella del Finimondo (che si trova sulla parete dโ€™ingresso), seguita della Resurrezione dei corpi o della carne (con gli scheletri che riprendono muscoli e carne), per arrivare al Giudizio Universale vero e proprio con la Cattura dei dannati da una parte e la Chiamata degli eletti dallโ€™altra. Se invece si volesse seguire una sequenza teologica, dovremmo iniziare la visione dal centro in cui รจ dipinta – sopra lโ€™altare – la vela del Cristo Giudice, con a sinistra il Paradiso e a destra lโ€™Inferno, separati da una finestra. Si proseguirebbe lungo le altre pareti, che raffigurano le scene che precedono il momento del Giudizio. Per dipingere lโ€™opera, Signorelli ha preso ispirazione dal Vangelo di Matteo e dalla Divina Commedia, tant’รจ vero che raffigura Dante nella scena dei Beati del Paradiso insieme a diversi personaggi del mondo antico e medievale. Il ritratto del Sommo Poeta รจ tra i piรน celebri che conosciamo. Signorelli stesso poi si raffigura nella scena dellโ€™Anticristo (in una sorta di firma) insieme a un altro uomo: per molti รจ il Beato Angelico – io credo che abbiano ragione – mentre altri sostengono che potrebbe essere Antonio Albรจri, uno dei teologi che ha ispirato la scelta delle sue rappresentazioniยป spiega Della Fina.

 

Anticristo, Luca Signorelli

Cappellina dei Corpi Santi

La mano di Luca Signorelli si estese anche alla cappellina a destra dellโ€™ingresso della Cappella Nova: lรฌ lโ€™artista nel 1503 ha affrescato la Pietร  di Cristo con ai lati i santi Pietro Parenzo e Faustino, particolarmente venerati a Orvieto. ยซLa deposizione del corpo di Cristo รจ di grande bellezza. Giorgio Vasari scrisse che Signorelli gli raccontรฒ di aver disegnato il figlio Antonio, per conservarne il ricordo dopo la sua morte prematura. รˆ molto probabile che poi questo disegno lโ€™abbia utilizzato per rappresentare il volto di Cristoยป conclude il professore.

 

 

ยซMi piace pensare che Vannucci non sarebbe potuto essere il Perugino e non avrebbe potuto creare quel linguaggio artistico legato al paesaggio di cui รจ stato innovatore, se non fosse stato umbroยป.

A 500 anni dalla morte, il 3, 4, 5 aprile arriva nei cinema italiani Perugino. Rinascimento immortale, prodotto da Ballandi e diretto da Giovanni Piscaglia che, insieme a Marco Pisoni e Filippo Nicosia, ne ha realizzato anche il soggetto. Il documentario, attraverso la voce dellโ€™attore Marco Bocci, racconta la vita e le opere del Divin Pittore, partendo dal legame con lโ€™Umbria e dai paesaggi luminosi che spesso lโ€™artista ha immortalato sullo sfondo dei suoi dipinti.

Il regista Giovanni Piscaglia. Foto by Alessandro Bachiorri

Ma รจ soprattutto un docufilm che vuole riscattare la figura di Pietro Vannucci, dandogli il giusto posto nella storia dellโ€™arte e mettendone in luce le novitร , i meriti e il carattere.
Il progetto, sostenuto dal Ministero della Cultura, Regione Umbria e Arpa Umbria, vanta gli interventi di esperti come il direttore della Galleria Nazionale dellโ€™Umbria Marco Pierini, il direttore delle Gallerie degli Uffizi di Firenze Eike Schmidt, la professoressa di Storia dellโ€™architettura presso lโ€™Universitร  di Firenze Emanuela Ferretti, il geografo allโ€™Universitร  di Bologna Franco Farinelli, la storica dellโ€™arte della Galleria Nazionale dellโ€™Umbria Veruska Picchiarelli, lo storico Franco Cardini, il coreografo e ballerino Virgilio Sieni. Il regista Giovanni Piscaglia ci racconta il suo film, ma soprattutto ci regala un Perugino forse inedito e meno conosciuto che si merita di stare tra i grandi nomi dellโ€™arte italiana.

Giovanni, il docufilm vuole essere in qualche modo un riscatto per lโ€™artista, non solo allievo di Piero Della Francesca e maestro di Raffaelloโ€ฆ

รˆ il primo film che racconta la sua figura e ha quindi lo spirito di riabilitarne la memoria. Siamo abituati a sentir parlare di Perugino sempre legato a qualcun altro e soprattutto accostato a Raffaello: questo marchio รจ dovuto a Giorgio Vasari che nelle sue Vite lo ridimensiona a figura di secondo livello, descrivendolo con toni dispregiativi e riportando aneddoti e tratti del carattere negativi. Vasari lo inserisce tra i maestri dai quali distaccarsi e che realizzano unโ€™arte sorpassata; riesce a elogiarlo solo quando si bagna nellโ€™Arno e va a lavorare a Firenze. Prima, per lui, รจ solo un pittore provinciale. Il docufilm vuole smentire il biografo, portando allo spettatore prove e documenti, ascoltando le voci dei maggiori studiosi e storici dellโ€™arte, analizzando le opere nel dettaglio e cercando una veritร  diversa da quella giunta fino ai giorni nostri con lโ€™obiettivo di riscattarlo.

รˆ un artista amato e richiesto nel suo tempo, che perรฒ sbiadisce nel corso dei secoli successiviโ€ฆย 

Esatto. Perugino รจ stato spesso criticato per la sua impostazione artigianale molto tecnica, che si basava sulla bottega. รˆ stato uno straordinario capo bottega e proprio grazie al suo laboratorio ha realizzato dipinti che hanno fatto il giro dโ€™Italia, dettando e creando un vero e proprio linguaggio pittorico. Questo lo ha reso una star, allโ€™epoca. La sua sfortuna perรฒ รจ stata quella di vivere a lungo e diventare contemporaneo di Leonardo, Raffaello e Michelangelo: tre geni che a differenza sua lavoravano di loro mano e che inventarono figure di rottura. Vannucci divenne cosรฌ un pittore obsoleto ancor prima del tempo.

 

Foto by Alessandro Bachiorri

Quali sono gli aspetti della sua figura che vengono messi piรน in risalto nel film?

Come detto, il primo obiettivo รจ quello di riconsegnargli la fama che aveva quando era in vita. Cโ€™รจ poi un aspetto fondamentale che รจ quello sul suo attaccamento al territorio umbro: nonostante molti lo considerino un pittore fiorentino – perchรฉ a Firenze ha raggiunto la sua maturitร  e ha avuto la consacrazione da Lorenzo il Magnifico che lo ha portato ad affrescare la Cappella Sistina – il legame col territorio dโ€™origine รจ stato presente per tutta la sua vita. I paesaggi che dipinge non sono paesaggi umbri reali, perรฒ i colori, le valli, la vegetazione e i laghi ricordano quelli dellโ€™Umbria. Mi piace pensare che Vannucci non sarebbe potuto essere il Perugino, e non avrebbe potuto creare quel linguaggio artistico legato al paesaggio di cui รจ stato innovatore, se non fosse stato umbro. Unโ€™altra parte fondamentale del film รจ quella che lo celebra come un vero pittore. Un artista che amava ciรฒ che faceva e che soprattutto amava lโ€™arte; che รจ morto a Fontignano con il pennello ancora in mano mentre dipingeva lโ€™ennesima Adorazione dei pastori. Anche se vecchio e in declino ha continuato a sviluppare le sue opere e a essere a suo modo innovatore. Questo รจ per confutare quello che Vasari – e molti dellโ€™epoca – pensavano di lui, e cioรจ che fosse un pittore avaro e legato ai soldi, che dipingeva solo per arricchirsi e non per una necessitร  artistica.

Lei, che idea si รจ fatto?

Penso che sia stato un uomo del suo tempo e che sicuramente ha avuto un buon senso degli affari. Aveva creato un marchio di fabbrica e uno stile riconoscibile che si รจ diffuso in tuttโ€™Italia. Era un uomo che sapeva concentrarsi molto e che non lasciava niente al caso, perchรฉ i suoi dipinti, ancora oggi, hanno grande freschezza: penso a quelli di Panicale e Cittร  della Pieve. Era un ottimo pittore e possedeva una notevole maestria, oltre a essere uno straordinario disegnatore e uno straordinario interprete delle figure femminili. Insomma, un uomo di luce e ombra: da una parte sapeva fare affari e ottenere grandi commissioni, utilizzava la bottega per fare piรน opere possibili e spesso sempre uguali, ma questo non deve distogliere lโ€™attenzione dal fatto che aveva unโ€™ottima mano.

 

Durante le riprese del docufilm. Foto by Alessandro Bachiorri

Comโ€™รจ partito il progetto del docufilm?

Il progetto รจ nato grazie allโ€™amicizia e alla stima reciproca che mi lega alla Galleria Nazionale dellโ€™Umbria e in particolare al direttore Marco Pierini. Sono stato davvero felice e onorato quando il direttore mi ha chiamato un giorno dโ€™agosto di due anni fa, dicendomi: ยซGiovanni, che ne pensi di realizzare un soggetto per un documentario su Perugino?ยป Ecco, tutto รจ nato da lรฌ. Devo dire che non saremmo arrivati a questa felice conclusione se non ci fosse stata una relazione di stima e fiducia con lโ€™intero staff della Galleria, che ha messo a disposizione i locali per le riprese anche in orari insoliti.

Sono presenti anche scene di danza. Come mai questa scelta?

Lโ€™idea mi รจ venuta perchรฉ avevo visto Virgilio Sieni, uno tra i piรน grandi coreografi e ballerini, realizzare una serie di performance tratte dai quattro Cenacoli storici di Firenze. Ho trovato questo spazio bellissimo e assolutamente sconosciuto ai piรน e quindi ho pensato di coinvolgerlo. Sieni sostiene che, sebbene Perugino sembri un pittore statico, le sue figure sono degli incubatori di atteggiamenti che si possono sviluppare attraverso la danza. Danza che, in questo caso, fa muovere figure cristallizzate dalla pittura.

La voce narrante รจ lโ€™attore umbro Marco Bocciโ€ฆ

Sรฌ. Marco Bocci รจ riuscito a dare alla storia – che รจ un poโ€™ la parabola di un artista che tocca il cielo e poi cade – unโ€™interpretazione partecipata e intima, ma allo stesso tempo leggera. รˆ stato disponibile e si รจ dimostrato da subito molto coinvolto nel progetto. Con lui siamo riusciti a girare โ€“ รจ la prima volta che mi capita con un attore – in tante location diverse: dalla Galleria Nazionale dellโ€™Umbria al Collegio del Cambio, fino allโ€™isola Polvese.

 

Marco Bocci e Giovanni Piscaglia. Foto by Alessandro Bachiorri

Perchรฉ lโ€™isola Polvese?

Grazie allโ€™Arpa – che รจ partnership nel progetto – abbiamo potuto girare nellโ€™isola anche in inverno. Secondo me, nessun luogo meglio della Polvese poteva identificare e fotografare il momento finale di un artista maturo e in decadenza. Quei luoghi e Marco Bocci, solo nella natura, chiudono il cerchio alla perfezione sulla vita di Perugino.

ย Per concludere: รจ soddisfatto del lavoro finale?

Sono molto soddisfatto. รˆ stata una produzione avventurosa e gestita bene, nonostante le difficoltร , con un grande dialogo. Posso dire che non ho nessun rimorso. Anche le musiche, composte da Eraldo Bernocchi, arricchiscono lโ€™opera, donandole una componente coinvolgente ed emotiva.

 

 

Presentato il nuovo brand turistico di Cittร  della Pieve, Corciano, Magione, Paciano, Panicale e Piegaro.

Trenta musei, sei Comuni, un unico biglietto. Cittร  della Pieve, Corciano, Magione, Paciano, Panicale e Piegaro fanno rete nel nome del grande Maestro a allโ€™insegna di un turismo โ€œrispettoso dei luoghi e delle comunitร โ€.

Eโ€™ stato presentato il nuovo brand Terre del Perugino, attraverso il quale i sei comuni umbri intendono implementare i propri servizi turistici e aumentare la capacitร  competitiva del territorio. Lโ€™operazione, che amplia unโ€™idea progettuale risalente al 2015 dei Comuni di Paciano, Panicale, Piegaro e Cittร  della Pieve, nasce dalla stretta collaborazione tra le sei Amministrazioni Comunali e lโ€™attuale gestore dei servizi turistici e museali (lโ€™RTI composto dalle societร  Sistema Museo e Vivi Umbria societร  consortile).

Con Terre del Perugino entrano unโ€™unica rete integrata i Musei e gli Uffici turistici dei territori aderenti, cosรฌ da proporsi al pubblico come unโ€™area omogenea accomunata da aspetti ambientali, culturali, artistici e gastronomici affini. Fili conduttori di questa nuova offerta sono: i paesaggi di queste terre, con il lago Trasimeno, e Pietro Vannucci, detto il Perugino, il piรน celebre figlio di Cittร  della Pieve che con la sua arte ha dato lustro e fama a questo lembo dโ€™Umbria, e che insieme appunto compongono il nome del brand.

Gli strumenti messi a disposizione sono il rinnovato portale Terre del Peruginoย e il biglietto unico integrato che, al prezzo di 12 euro (valido per 90 giorni), consente di visitare le strutture museali e gli spazi espositivi presenti nellโ€™area. In particolar modo a Cittร  della Pieve si potrร  accedere allโ€™Oratorio Santa Maria dei Bianchi, al Museo Civico Diocesano e a Palazzo Corgna; a Corciano allโ€™Antiquarium comunale, al Centro espositivo permanente sulla cultura medievale e rinascimentale, al Torrione di Porta Santa Maria e al Museo della Pievania; a Magione al Museo della Pesca e Torre dei Lambardi, a Paciano a TrasiMemo, la Banca della Memoria del Trasimeno; a Panicale alla Chiesa di San Sebastiano, Teatro Cesare Caporali, Museo del Tulle, Museo della Sbarra; a Piegaro al Museo del Vetro.

La valorizzazione di queste strutture, secondo quanto spiegatoย passerร  anche attraverso attivitร  didattiche e laboratoriali, eventi e manifestazioni, attivitร  di incoming turistico, promozione e commercializzazione.

Sabato e domenica il gioiello โ€“ che secondo la leggenda apparteneva a Maria – sarร  esposto al pubblico, con un evento eccezionale per sancire il legame con lโ€™opera del Perugino.

Una calata straordinaria del Santโ€™Anello per omaggiare il ritorno a Perugia dello Sposalizio della Vergine. Lโ€™opera – portata via dai francesi nel 1797 – era stata dipinta dal Perugino agli inizi del โ€˜500 proprio per la cappella del Santโ€™Anello del Duomo di Perugia. Questo ritorno tanto atteso รจ il pezzo forte della mostra Il meglio maestro dโ€™Italia. Perugino nel suo tempo che sarร  inaugurata sabato 4 marzo, presso la Galleria Nazionale dellโ€™Umbria.

Il Santo Anello

E proprio lo stesso giorno, alle ore 10.30, avverrร  allโ€™interno della Cattedrale una calata straordinaria dellโ€™anello (tramite un meccanismo a forma di nuvola) che, secondo una leggenda, รจ il dono che Giuseppe fece a Maria per le loro nozze.
ยซLโ€™anello e il reliquiario rimarranno esposti per tutta la giornata di sabato. In via del tutto eccezionale, il solo reliquiario, sarร  poi esposto nelle sale del Museo del Capitoloยป spiega lโ€™architetto Alessandro Polidori, direttore dellโ€™Ufficio diocesano per i Beni culturali ecclesiastici.
Si tratta – come detto – di unโ€™esposizione straordinaria: infatti lโ€™anello viene mostrato al pubblico solo in due occasioni ufficiali: il 29\30 luglio, data del suo trasferimento dal comune alla cattedrale (1488) e il 12 settembre per la festa del SS.mo nome di Maria.
ยซSempre dal 4 marzo fino allโ€™8 gennaio 2024, allโ€™interno del Museo del Capitolo della Cattedrale di San Lorenzo, nella sala del Dottorato, avverrร  la proiezione di un filmato di otto minuti realizzato in collaborazione con il giornalista Roberto Fontolan e con la voce narrante di Alessandro Haber. Il documentario racconta la vicenda e la storia del Santโ€™Anello: il suo arrivo a Perugia, la committenza dello Sposalizio della Vergine a Perugino e tanto altroยป prosegue Polidori.

Lo Sposalizio della Vergine, olio su tavola, Perugino

Tra storia e leggenda

Quattordici chiavi servono per aprire le casseforti che contengono il Santโ€™Anello, che si trova allโ€™interno della Cattedrale di San Lorenzo di Perugia. Un tempo erano conservate da istituzioni civili e religiose: il Comune, il Collegio della Mercanzia, il Collegio del Cambio; i maggiori conventi della cittร : San Francesco al Prato, San Domenico, Santa Maria Nuova, Santโ€™Agostino; il Vescovo e i Canonici della Cattedrale. Oggi sono nelle mani del Comune (8), della Mercanzia (1), del Cambio (1) e del Capitolo della Cattedrale (4) e lโ€™apertura si svolge alla presenza di un rappresentante del Comune e del Capitolo, redigendo un verbale.
Il potere temporale e quello spirituale che si uniscono per un rituale condiviso e celebrare una tradizione piรน che una reliquia. Lโ€™anello di pietra rara โ€“ lโ€™analisi gemmologica del 2004 lโ€™ha determinata come calcedonio, varietร  microcristallina del quarzo โ€“ viene attribuito, senza reale fondamento, allโ€™anello di nozze tra Maria e Giuseppe. Le ragioni che ne hanno fatto il simbolo del matrimonio, sono oscure. Questo lo rende ugualmente un monile pieno di fascino, anche se la sua storia inizia con un furto e la sua datazione risale probabilmente, al primo secolo d. C.
Di certo si sa che lโ€™anello, fino alla seconda metร  del 1400, era custodito nella chiesa dei francescani di Chiusi, dalla quale fu prelevato da un certo frate Vinterio da Magonza, portato a Perugia nel 1473 e donato al Magistrato della cittร , Francesco Montesperelli, che lo fece conservare nella Cappella dei Decemviri al Palazzo dei Priori. Lโ€™intervento di Papa Sisto IV stabilรฌ la sede a Perugia e mise fine ai litigi tra le due cittร . Nel 1488 il Santโ€™Anello venne poi trasferito nella Cattedrale di San Lorenzo e riposto in due grandi casseforti: la prima protezione รจ una maglia di ferro realizzata dai fabbri di Montemelino, la seconda รจ un massiccio baule in legno. Per aprire entrambi servono appunto le 14 chiavi.

 

Tanti gli eventi: restauro dal vivo della Pala Martinelli, da San Sepolcro si trasferisce a Perugia lโ€™Ascensione di Vannucci e “Lo Sposalizio della Vergine” sarร  riprodotto da unโ€™azienda di Cittร  di Castello.

La Pala di Santโ€™Onofrio di Luca Signorelli ha lasciato la sua casa presso il Museo del Capitolo della Cattedrale di San Lorenzo a Perugia per traslocare allโ€™interno della Galleria Nazionale dellโ€™Umbria. Resterร  lรฌ fino allโ€™11 giugno in occasione della mostra Il meglio maestro d’Italia. Perugino nel suo tempo, che verrร  inaugurata sabato 4 marzo. Il trasferimento di Santโ€™Onofrio rientra nelle celebrazioni dei 500 anni dalla morte di Perugino e Signorelli, che giorno dopo giorno entrano sempre piรน nel vivo.

ยซLโ€™operazione รจ frutto della collaborazione tra Isola San Lorenzo e Galleria Nazionale dellโ€™Umbria: la Pala del pittore toscano รจ stata infatti concessa in prestito per la grande mostra e al Museo del Capitolo รจ arrivata la Pala Martinelli โ€“ Martirio di San Sebastiano, opera del Perugino, che realizzรฒ per la Chiesa di San Francesco al Prato e che fino a oggi si trovava nel deposito della Galleria. Qui si terrร  anche il suo restauro dal vivo, realizzato dallโ€™impresa CBC – Conservazione Beni Culturali e saranno organizzate delle visite guidate a contatto con lโ€™opera e con chi esegue la riqualificazione.
Inoltre, dal Duomo di San Sepolcro si sposta a Perugia lโ€™Ascensione di Cristo sempre del Perugino e potrร  essere ammirata al museo da giugno a settembre. Infine, da metร  settembre fino allโ€™8 dicembre, ricreeremo una bottega rinascimentale e lโ€™azienda di Cittร  di Castello Bottega tifernate realizzerร  una riproduzione in scala 1:1 dello Sposalizio della Vergine con la tecnica della pictografia. La riproduzione resterร  in esposizione in Cattedrale, per poi diventare un pezzo della collezione del Museo. Ma di tutti questi eventi ne riparleremo in modo piรน approfonditoยป spiega lโ€™architetto Alessandro Polidori, direttore dellโ€™Ufficio diocesano per i Beni culturali ecclesiastici. Tutto questo rientra nel progetto della Diocesi di Perugia – Cittร  della Pieve, curato da Genesi (che si occupa del Complesso monumentale della Cattedrale Isola di San Lorenzo), Perugino nel segno del tempo, classificato terzo al bando del Comitato Nazionale.
ยซIl progetto prevede inoltre dei percorsi che, partendo dallโ€™Isola di San Lorenzo andranno a toccare tutti i luoghi dove sono presenti le opere di Vannucci. Sarร  pubblicata anche una guida su questi itinerari, edita da Electa. Ma anche di questo avremo modo di parlare in seguitoยป prosegue lโ€™architetto Polidori.

La Pala di Santโ€™Onofrio di Luca Signorelli

Il dipinto, datato 1484, si trova nella cappella intitolata a Santโ€™Onofrio nella Cattedrale di Perugia, sulla quale aveva il patronato la famiglia cortonese dei Vagnucci.

Pala di Sant’Onofri, olio su tavola di Luca Signorelli, 1484

Uno dei membri della famiglia, Iacopo, fu vescovo della cittร  umbra dal 1449 e fu lโ€™artefice del cambiamento in chiave rinascimentale del Duomo. Nel transetto destro trovรฒ posto la cappella in cui Iacopo Vagnucci venne sepolto e che recava sullโ€™altare la Pala di Luca Signorelli. Lโ€™opera รจ molto importante, perchรฉ costituisce un punto fermo nel percorso dellโ€™artista toscano, mostra infatti lโ€™acquisizione dei temi centrali della pittura del suo tempo e regala al pubblico un dipinto di grande compiutezza stilistica.
Sulla tavola รจ dipinta la Vergine che siede al centro su un alto trono, intenta a leggere un volumetto rosso; il Gesรน le siede in grembo anchโ€™esso assorto. Quattro santi li affiancano: a destra San Lorenzo e Santโ€™Ercolano con le fattezze del vescovo Vagnucci, entrambi vestono sontuosi paramenti liturgici che rappresentano mirabile esempio di pitture nella pittura. A sinistra si trovano invece Giovanni Battista e Onofrio. Un angelo suona il liuto seduto ai piedi di Maria, omaggio alle composizioni in voga in area veneta.
La composizione e la disposizione delle figure – immerse in un paesaggio aperto – sono costruite con grande equilibrio e la luce, assieme al colore, definisce con nitidezza corpi e volumi. La natura morta del vaso di vetro in primo piano, rimanda allโ€™arte fiamminga e in particolare al Trittico Portinari di Hugo van der Goes.

Il nuovo allestimento del Museo della Cattedrale

Il Museo del Capitolo della Cattedrale – Isola di San Lorenzo di Perugia ha riaperto al pubblico mostrando una nuova veste e un nuovo allestimento. Il progetto coincide coi cento anni dalla sua apertura (1923-2023) e col quinto centenario della morte del Perugino e del Signorelli (1523-2023). Lโ€™allestimento, realizzato grazie al sostegno della Fondazione Perugia, segue un criterio tematico e non piรน cronologico: si tratta di un nuovo percorso in cui le opere selezionate raccontano la propria storia anche come espressione di un messaggio autentico in grado di arrivare al cuore del visitatore. Un fil rouge tra pittura, scultura, oreficeria, miniatura e tessile, che documenta il lungo dialogo che unisce e accomuna le diverse espressioni artistiche, testimonianza diretta di una committenza che ha trovato nella ricerca del bello uno strumento per incontrare Dio.

 

Il nuovo allestimento

 

ยซSi tratta di un percorso non piรน cronologico, ma di carattere scientifico-tematico a cui si puรฒ accedere non solo con visite guidate, ma anche in autonomia, grazie a moderni pannelli esplicativi. Ogni sala รจ intitolata a personalitร  e a opere significative caratterizzanti epoche della storia di Perugia e non solo. Basti pensare alle sale: Leone XIII, il Papa della Rerum Novarum e vescovo di Perugia dal 1846 al 1880; Perugia dei Papi; Santโ€™Anello che la cattedrale custodisce; Parato Armellini; Luca Signorelli dove si trova la Pala di Sant’Onofrio; Speranza e affidamento che vede esposte le opere con carattere devozionale che i perugini hanno fatto realizzare in momenti di difficoltร  come la peste; Agostino Di Duccio con allโ€™altare che lui fa nel 1473 allโ€™interno della Cattedrale; Diocesi-Cattedrale-Museo, dedicata alla storia del museoยป illustra lโ€™architetto Alessandro Polidori, curatore del nuovo progetto.

Si svolgerร  sabato 25 febbraio, alle ore 17 presso lโ€™Auditorium Gioacchino Messinaย di Palazzo Coelli, sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto, la presentazione pubblica della Guida di Repubblica Perugino e Signorelli โ€“ I 500 anni di due maestri dellโ€™arte italiana.

 

La Guida, realizzata in collaborazione con Assogal Umbria e Regione Umbria, sarร  disponibile in edicola (12 euro piรน il prezzo del quotidiano) e online allo store ilmioabbonamento.gedi.it/iniziative/guide dal 27 febbraio. Sarร  presto anche in libreria, su Amazon e su Ibs.

โ€œPerugino e Signorelli li classificherei come due emblemi assoluti, uno dellโ€™arte religiosa cattolica e lโ€™altro dellโ€™arte religiosa cristiana ma non di stretta osservanza, un colossale preludio alla crisi del protestantesimoโ€. Cosรฌ Claudio Strinati, storico dellโ€™arte tra i piรน celebri del nostro Paese, nell’intervento che apre la Guida. In Guida anche i racconti d’autore di Flavio Caroli, storico dellโ€™arte e professore ordinario di Storia dell’arte moderna, e Cristina Galassi, professoressa di Storia della critica d’arte all’Universitร  degli Studi di Perugia e direttore della Scuola di specializzazione in beni storico artistici formata da 13 atenei.

โ€œUna Guida che vi accompagnerร  per tutto il 2023 attraverso i luoghi dove รจ possibile mettere insieme ed ammirare i capolavori di Perugino e Signorelli โ€“ afferma nella sua introduzione il direttore delle Guide di Repubblica Giuseppe Cerasa – a cominciare dalla cappella di San Brizio nel duomo di Orvieto per finire al collegio del Cambio nel palazzo dei Priori a Perugia, al martirio di San Sebastiano a Panicale, alla galleria nazionale dell’Umbria, sempre a Perugia che รจ impegnata in una serie di eventi per ricordare questo anniversario assieme ai Comuni di Cortona, di Cittร  della Pieve, di Todi, Marsciano, Panicale, Trevi, Cittร  di Castello, Montefalco, Foligno (solo per citarne alcuni) col supporto dei Gal radicati in questi territori. Ne รจ venuto fuori un calendario ricco e raffinato. Noi vogliamo accompagnarvi in questo viaggioโ€.

ยซIl 2023 sarร  tutto dedicato al Perugino con esposizioni e tante iniziative. Negli ultimi 20 anni del โ€˜400 รจ stato il numero uno in tutta Italiaยป.

Nel cuore di Perugia cโ€™รจ uno scrigno che raccoglie opere dโ€™arte, storia della cittร  e collezioni che portano il visitatore a fare un viaggio dal XIII al XIX secolo. Un luogo che perรฒ guarda al futuro, che dialoga con lโ€™utente e mette al centro la conservazione dei suoi tesori. La Galleria Nazionale dellโ€™Umbria ha cambiato pelle, grazie al restyling durato un anno e portato a termine nel luglio 2022.
Un allestimento rinnovato e moderno, tante novitร  e un sistema di conservazione unico al mondo. Il direttore Marco Pierini ci racconta tutto questo, ma soprattutto ci parla delle celebrazioni dei 500 anni dalla morte del figlio di Perugia: Perugino.

Marco Pierini, direttore della Galleria Nazionale dell’Umbria. Credits Marco Giugliarelli

 

Dopo il rinnovamento dello scorso anno, la Galleria Nazionale dellโ€™Umbria รจ diventata un luogo moderno e allโ€™avanguardiaโ€ฆ

Speriamo, noi ci crediamo! Nuovi allestimenti e moltissime novitร  nel percorso, tra cui nuove opere, sale monografiche e un efficace sistema dโ€™illuminazione con luci fredde – abbiamo messo anche delle pellicole alle finestre cosรฌ da filtrare i raggi ultravioletti e infrarossi. Ma, cosa piรน importante, un nuovo metodo di conservazione allโ€™avanguardia, perchรฉ il nostro primissimo compito รจ quello di proteggere le opere. Per questo abbiamo realizzato delle basi inedite โ€“ non ce lโ€™hanno in nessun museo al mondo โ€“ che consentono di distanziare di un metro lโ€™opera della parete con un sistema di cartografi e di ruote, in questo modo il restauratore puรฒ girarci attorno per ispezionarla e intervenire se necessario. รˆ unโ€™operazione che si fa in 5 minuti, da soli: prima occorrevano diverse ore per smontarla, 3-4 persone e la chiusura della sala; adesso basta estrarla dal muro con queste basi semoventi per poter intervenire. Come dicevo, la conservazione รจ fondamentale: le opere le raccontiamo, le esponiamo ma in primis le conserviamo.

In unโ€™intervista parlava di voler realizzare un museo non solo accessibile, ma anche accogliente: รจ riuscito nel suo intento?

Lo spero, me lo dovete dire voi (ride). Lโ€™intento รจ di dare la possibilitร  a tutti di godere della nostra esposizione con molta serenitร ; con opere che siano ben distanziate e non troppo fitte; spiegate in modo chiaro e con un linguaggio semplice; ben illuminate e con delle sedute molto comode e diffuse lungo il percorso. Inoltre, dare la possibilitร  di ricaricare il cellulare, di avere informazioni supplementari, insomma, abbiamo provato a rendere il museo – che รจ un museo storico – un luogo contemporaneo. Questo si unisce a tutta una serie di attivitร  proposte questi anni: concerti, presentazioni e spettacoli. Lโ€™obiettivo รจ diventare un centro di produzione di arti contemporanee, invece di un semplice luogo che espone il suo patrimonio e alle 19 chiude il portone.

 

Sala 1, Lโ€™arte del Duecento in Umbria. Credits Marco Giugliarelli

I visitatori hanno apprezzato il nuovo allestimento?

รˆ molto apprezzato dal pubblico che ce lo dice e lo scrive nei commenti, ma anche dalla critica: ne hanno parlato tutti in maniera molto lusinghiera. Per tre riviste importanti come ArtsLife, Artribune e Il Giornale dellโ€™Arte siamo stati dichiarati Museo dellโ€™anno 2022, mentre Apollo Magazine di Londra ci ha inserito nella short list dei 5 musei del 2022. รˆ una bella soddisfazione.

E in termini di numeri come sta andando?

Lโ€™anno migliore che abbiamo avuto negli ultimi 15 anni รจ stato il 2019, anche perchรฉ avevamo in esposizione la Madonna Benois di Leonardo. Oggi, confrontandoci con quellโ€™anno, abbiamo un aumento del 7%-8%, quindi vuol dire che rispetto alla media siamo oltre il 25%. Devo dire che sta andando molto bene!

Qual รจ lโ€™opera di maggior attrazione, anche se non รจ la piรน famosa?

Sicuramente Piero della Francesca e la grande croce di 5 metri dipinta del Maestro di San Francesco che accoglie i visitatori nella Sala 1, che ha un forte impatto. Ma anche il giovane Perugino รจ molto apprezzato.

 

Sala 13, Polittico di Santโ€™Antonio di Piero della Francesca. Credits Marco Giugliarelli

Non possiamo non parlare del Perugino: questโ€™anno ricorrono i 500 anni dalla sua morte e in Galleria sono presenti oltre 20 opere. Si tratta sicuramente il luogo piรน adatto per celebrarlo.

Esatto. Abbiamo la collezione piรน vasta al mondo delle sue opere, oltre al fatto che รจ nato a Cittร  della Pieve e che ha lavorato per piรน di ventโ€™anni nella sua bottega a Perugia. Si faceva chiamare lui stesso Perugino, quindi non poteva che essere qui la mostra celebrativa.

Da marzo infatti รจ prevista unโ€™esposizione curata da lei e da Veruska Picchiarelli dal titolo: Il meglio maestro dโ€™Italia. Perugino nel suo tempo in occasione della quale torna a Perugia lo Sposalizio della Vergine. Ci racconti questo evento.

Dal 4 marzo allโ€™11 giugno 2023 la Galleria celebra, con una grande mostra, Pietro Vannucci, il piรน importante pittore attivo negli ultimi due decenni del Quattrocento. Il progetto espositivo, composto da oltre settantacinque opere, ha scelto dโ€™individuare solo dipinti del Vannucci antecedenti al 1504, anno nel quale lavorava a tre commissioni che segnano il punto piรน alto della sua carriera: la Crocifissione della Cappella Chigi in Santโ€™Agostino a Siena, la Lotta fra Amore e Castitร  giร  a Mantova, ora al Louvre di Parigi, e soprattutto lo Sposalizio della Vergine per la cappella del Santo Anello del Duomo di Perugia, oggi nel Musรฉe des Beaux-Arts di Caen (Francia). Lโ€™opera รจ stata requisita dai francesi nel 1797 e non รจ piรน tornata a Perugia; รจ stata esposta in Italia solo una volta alla Pinacoteca di Brera nel 2015. Torna nella cittร  dโ€™origine dopo due secoli. Saranno presenti anche altri artisti suoi contemporanei come Raffaello, Botticelli e Ghirlandaio. Ma lโ€™obiettivo dellโ€™esposizione รจ quello di far vedere il Perugino migliore: nei suoi cinquantโ€™anni di carriera, gli ultimi 20 non sono di livello, quindi ci soffermiamo sui primi anni. Ci piaceva lโ€™idea di rivalutare lโ€™artista, non perchรฉ รจ stato un ottimo allievo di Verrocchio o il maestro di Raffaello, ma per quello che lui stesso ha realizzato. Negli ultimi 20 anni del โ€˜400 era molto richiesto: ha affrescato la Cappella Sistina, ha lavorato in Piemonte, in Lombardia, a Venezia, in Romagna, a Napoli, a Roma, a Siena, a Firenze e a Perugia, creando un vero linguaggio nazionale. Lโ€™esposizione rifletterร  sul ruolo che ha effettivamente svolto nel panorama artistico contemporaneo e sul rapporto che lo ha legato ai protagonisti di quellโ€™epoca, seguendo geograficamente gli spostamenti del pittore o delle sue opere attraverso lโ€™Italia.

Mi piace molto il titolo: Il meglio maestro dโ€™Italia. Perchรฉ questa scelta?

Il meglio maestro รจ una frase che il banchiere Agostino Chigi scrive il 7 novembre 1500 a suo padre Mariano quando viene a sapere che vuole commissionare unโ€™opera al Perugino. Nella lettera indirizzata al padre dice: ยซQuando vuol far di sua mano รจ il meglio maestro dโ€™Italiaยป. Da un lato รจ un gran complimento, dallโ€™altro lo accusa di far lavorare molto la bottega e di fare poco lui. Noi abbiamo eliminato la prima parte e lasciato il meglio maestro dโ€™Italia perchรฉ – come le dicevo – per un certo periodo, dal Piemonte alla Calabria, tutti dipingevano come il Perugino. Negli ultimi ventโ€™anni del โ€˜400 e non ce nโ€™era per nessuno. Era il numero uno.

 

Pietro di Cristofori Vannucci detto il Perugino, Adorazione dei Magi, 1475. Credits Haltadefinizioneยฎ

Ci saranno altre iniziative organizzate della Galleria sempre per celebrare Vannucci?

รˆ previsto un docufilm, che uscirร  nelle sale cinematografiche ad aprile, prodotto dalla Ballandi e diretto da Giovanni Piscaglia, con Marco Bocci come protagonista, che anche noi abbiamo contribuito a produrre. Poi facciamo un podcast con Chora Media, uno speciale su Il Giornale dellโ€™Arte e tante altre iniziative per promuovere questโ€™anno speciale. A settembre sono previste altre due esposizioni piรน piccole. Diciamo che il 2023 sarร  un anno tutto dedicato a Pietro Vannucci!

Se pensi al Perugino pensi a Perugia e allโ€™Umbria, ma nei suoi quadri si riscontrano realmente questi luoghi?

Di norma si dice che i suoi paesaggi sono paesaggi del Trasimeno, ma รจ vero fino a un certo punto. Sono soprattutto dโ€™invenzione, con degli specchi dโ€™acqua che possono richiamare anche il lago. Anche le architetture sono molto di fantasia, perรฒ chiaramente un poโ€™ di Umbria cโ€™รจ senzโ€™altro. Soprattutto cโ€™รจ la cultura del suo tempo e del suo territorio e i costumi dellโ€™epoca.

 

Sala 20, Ductus. Roberto Paci Dalรฒ. Credits Marco Giugliarelli

Il museo ha altri progetti in programma?

Faremo, insieme a Umbria Jazz, la mostra per il cinquantenario della manifestazione e i soliti due concerti al giorno con loro; poi cโ€™รจ la stagione con lโ€™Umbria che spacca e ovviamente la nostra programmazione musicale ad agosto. Questโ€™anno perรฒ vogliamo concentrarci in particolare sulle attivitร  espositive visto il grande lavoro di restyling che abbiamo realizzato.

 

 


Galleria Nazionale dell’Umbria

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