Continua il nostro viaggio alla scoperta delle opere di Pietro Vannucci, in occasione dei 500 anni dalla sua morte. In questa puntata siamo a Foligno a scoprire Il Battesimo di Cristo.
La cittร di Foligno ci porta verso le opere del Divin Pittore; qui si possono trovare tracce di san Francesco, Federico II di Svevia, Mozart quattordicenne in viaggio con il padre e gli arbori della stampa, in particolare, della Divina Commedia.
Percorrendo le vie della cittร dei Trinci si arriva dinanzi a una chiesetta umbra, denominata Nunziatella, appellativo che rimanda al mistero dellโAnnunciazione ma, posto in grado vezzeggiativo, ricorda le sue piccole dimensioni.
Perugino, Battesimo di Cristo, 1508-1513, Foligno, Oratorio della Nunziatella
Il Santuario della Nunziatella, caso unico nel suo genere, forse per lโesiguitร degli spazi disponibili, adotta una pianta quadrata arricchita da sei nicchie in cui vengono collocati quattro altari. La perdita dei registri contabili della Nunziatella ci priva purtroppo di alcune informazioni importanti circa le maestranze che vi hanno operato, tra cui lโarchitetto responsabile del progetto; sebbene gli studiosi suggeriscano il nome di Francesco di Bartolomeo da Pietrasanta, presente in quegli anni a Foligno. Allโinterno di questo piccolo e minuto scrigno รจ conservato lโaffresco del Divin Pittore, raffigurante
Il Battesimo di Cristo
Lโaffresco รจ parte della decorazione voluta dal rettore della societร dellโAnnunziata Giovanni Battista Merganti, allโinizio del Cinquecento, per la cappella di san Giovanni Battista. Il tema del Battesimo aveva riscosso un grande successo tra i clienti del Perugino, grazie al modello da lui eseguito nella Cappella Sistina: รจ fortemente probabile che lโartista aveva avuto modo di ammirare opere con lo stesso soggetto nella bottega fiorentina di Andrea del Verrocchio.
Al centro della scena, nel fiume Giordano, san Giovanni sta per versare lโacqua del battesimo sul capo di Cristo in atto di pregare, vestito solo di un leggero panno annodato sotto i fianchi. Sulle sponde del corso dโacqua, si trovano quattro angeli eleganti, mentre altri due, circondati da cherubini, affiancano una colomba bianca, simbolo dello Spirito Santo che discende tramite lโatto.
Nella lunetta superiore, il Padre Eterno sulle nuvole con in mano il Globo benedice la scena, con accanto due angeli che reggono i gigli, simbolo di purezza. Lโintero dipinto nel corso dei secoli ha subito danni dovuti allโumiditร ed รจ stato soggetto ad alcuni restauri tra Otto e Novecento, con reintegro delle lacune per una migliore lettura complessiva della scena.
Sarร visibile fino al 17 settembre 2023, presso lโIsola di San Lorenzo – Museo del Capitolo della Cattedrale di Perugia, lโesposizione dedicata alla Pala di Sansepolcro di Pietro Vannucci, organizzata, nellโambito del progetto “Perugino nel segno del tempo” dallโArcidiocesi di Perugia-Cittร della Pieve e da Genesi srl con il sostegno del Comitato Promotore delle Celebrazioni per il quinto centenario della morte del pittore.
Allestimento Pala Sansepolcro
Lโopera, realizzata dal pittore per la Cattedrale di Sansepolcro, raffigura lโAscensione di Cristo, ovvero il momento della salita di Gesรน al Cielo, avvenuta quaranta giorni dopo la Resurrezione. Il dipinto, che invita lโosservatore ad alzare lo sguardo verso lโalto, come stanno facendo Maria e gli apostoli colti da stupore,ย riprende fedelmente lo schema dello scomparto centrale del grande polittico che Perugino eseguรฌ per i benedettini di San Pietro in Perugia, oggi smembrato (la tavola con lโAscensione insieme alla cimasa con lโEterno benedicente con cherubini e angeli,ย attualmente sono conservati presso il Musรจe des Beaux-Arts di Lione dove finirono allโindomani delle requisizioni napoleoniche), testimonia con la vivacitร dei suoi colori scelti con grande cura, una pregevole qualitร nellโesecuzione pittorica e nellโarticolata composizione. I volti attoniti degli Apostoli dinanzi alla domanda Perchรฉ state a guardare il cielo? che gli viene rivolta dagli Angeli, risultano essere la chiave di lettura del dipinto: un vero e proprio invito nei confronti dellโuomo, dalla sua dimensione terrena, a contemplare la bellezza del Cristo che ascende, lasciandosi sorprendere dalla meraviglia dellโIncontro.
LโAscensione di Sansepolcro rappresenta un caso singolare poichรฉ siamo dinanzi a una vera e propria replica della pala originale, in cui si possono osservare solo piccole differenze che riguardano due personaggi: la Madonna nella tavola qui esposta ha i capelli coperti e lโangelo di destra, che invita ad alzare lo sguardo, ha il piede sinistro girato verso lโosservatore.
Oltre allโesposizione, con lo stesso biglietto dโingresso, รจ visitabile il Museo del Capitolo della Cattedrale di San Lorenzo, che si presenta al pubblico con un nuovo allestimento tematico, realizzato in occasione del centenario della sua fondazione (1923-2023), la cui collezione conserva pregevoli testimonianze dellโarte umbra del Rinascimento, tra cui i frammenti dellโAltare della Pietร di Agostino di Duccio, il gonfalone di San Fiorenzo di Benedetto Bonfigli e la Pala di SantโOnofrio, capolavoro giovanile di Luca Signorelli. โฏLe opere qui esposte raccontano lโarte, la storia, la fede, la devozione e le tradizioni ma soprattutto ilโฏlegame che intercorre tra il museo, la Cattedrale e il territorio diocesano. In questโanno di celebrazioni dedicate a Perugino, un docufilm dedicato alla storia del Santo Anello, completa il percorso di visita, raccontando lโavvincente vicenda del prezioso monile giunto in cittร nel 1473 e conservato nella Cattedrale di San Lorenzo, nella Cappella che un tempo ospitava lo Sposalizio della Vergine dipinto dal pittore pievese allโapice della sua carriera.
Il Museo del Capitolo e la mostra sono visitabili tutti i giorni dalle 10.30 alle 13.30 e dalle 14.30 alle 19.00 (ultimo ingresso 30 minuti prima della chiusura). Per informazioni e prenotazioni: 075 5724853 โ 0758241011, isolasanlorenzo@genesiagency.it; info@secretumbria.it.
Raccontare il Perugino รจ la mostra a Palazzo Sorbello a Perugia, a due passi dalle 70 opere esposte nella Galleria nazionale dellโUmbria, visitabile fino al 31 dicembre 2023.
Cominciare da qui prima di entrare tra le opere garantisce emozioni, svela segreti, rimette ordine nella Storia e scolpisce ricordi. Le opere dโarte hanno un contesto complesso di cui sono anche espressione e, nel caso di Perugino questo riconosciuto, รจ indispensabile sapere anche il silenzio di cui hanno sofferto per il mancato sguardo, frutto di una pessima informazione delle fonti. Eccone alcuni cenni.
Madonna degli Alberelli, Casa Museo Palazzo Sorbello, Perugia
Questa remise en forme รจ stata possibile grazie a una divulgatrice ante litteram del Novecento: Maria Maddalena de Vecchi Ranieri (Marilena, madre di Ruggero Ranieri) che ha curato, raccolto e tramandato la ricca biblioteca dei marchesi Ranieri Bourbon di Sorbello. Biblioteca che ospita un ricco fondo di opere dedicate al Viaggio e quindi ai viaggiatori del Settecento e dellโOttocento che hanno visitato lโItalia e lโUmbria. ยซSono passati anniยป afferma Diego Brillini ยซdalla pubblicazione della prima edizione di Viaggiatori stranieri in Umbria, risultato di quella che forse fu la principale tra le fatiche intellettuali di Marilena de Vecchi Ranieriยป.
Si parte cosรฌ alla scoperta e riscoperta di Pietro Vannucci detto il Perugino. Tutti gli autori che hanno collaborato alla mostra e alla stesura del catalogo scrivono come gli insigni viaggiatori siano stati influenzati, a torto, dalle Vite di GiorgioVasari, aretino, pittore poco richiesto, di sicuro il primo critico dโarte che racconta degli artisti del suo tempo sulla base di valutazioni soggettive e spesso campanilistiche. Cosรฌ danneggiรฒ anche Pintoricchio, apostrofandolo come ยซdecoratore a metraggioยป. E danneggiรฒ Perugino e Perugia in quanto i grandi viaggiatori nei rispettivi diari fecero riferimento prevalente proprio al Vasari. Lo scrive Isabella Nardi citando Lalande, astronomo e intellettuale che nel suo Voyageย dโun franรงois enย Italie fait dans les annรฉes 1765 et 1766 cita la povertร infantile del pittore a cui avrebbe fatto da contraltare lโaviditร di guadagno e lโinvidia per Michelangelo. Continua la Nardi: ยซUna attribuzione sbagliata, da Perugino a Raffaello, รจ appunto argomento di conversazione tra Adriano Meis e la pettegola signorina Caporale nel Fu Mattia Pascal, pubblicato a puntate nel 1904 sulla Nuova Antologiaยป.
Perugino รจ stato un pittore molto richiesto, riceveva commesse a non finire in tante cittร dโItalia, fino a Napoli. Per questo meraviglia la poca accuratezza sullโattribuzione delle sue opere o forse anche la poca curiositร , un controsenso per un viaggiatore spesso alla ricerca di percorsi non battuti. Alberto Sorbini nel suo saggio Perugino e i viaggiatori del Grand Tour: ยซPer la stragrande maggioranza degli intellettuali che venivano a visitare il Bel Paese, ciรฒ che era degno di ammirazione partiva dal divino Raffaello e poco o nulla degli artisti che lโhanno precedutoโฆ La damnatio memoriae del pittore di Cittร della Pieve precede i viaggiatori che vengono in Italia. Si prenda ad esempio il Viaggio pittorescoโฆ del 1671 opera del francese Giacomo Barriโฆ riguardo alla cittร di Perugia si citano lโopera di Barocci nel Duomo, del ยซgran Raffaelloยป nella chiesa di San Severoโฆ e infine un ยซquadro nobilissimoยป di Guido Reni nella Chiesa nuova di San Filippo Neri; non vi รจ traccia delle opere del Peruginoยป.
Perugino muore nel 1523. Per farla breve bisognerร aspettare il 1907 con lโEsposizione dโantica arte umbra nella pinacoteca della cittร . ยซFu offerta unโoccasione in piรนยป cosรฌ Diego Brillini ยซper poter ammirare i capolavori della scuola umbra e del Perugino, molti dei quali concessi in prestito per lโoccasione da collezionisti privati, tra i quali figurano i fratelli Ruggero Ranieri Bourbon di Sorbello e Emanuele Ranieri, questโultimo al tempo proprietario della celebre Annunziazione Ranieri, opera giovanile del Perugino attualmente in deposito presso la Galleria Nazionaleยป. La differenza tra le opere di Perugino, Pintoricchio e Raffaello รจ forse evidente a chi ha avuto una frequentazione piรน ravvicinata. Una per tutte la postura delle figure: nel Perugino una maggiore compostezza rispetto allโaccenno di movimento di Pintoricchio che in Raffaello diventa quasi danzante, come fosse un anticipo del Cinema.
Sta di fatto che: ยซNessun quadro venne attribuito a Peruginoยป cosรฌ Francis Russel ยซnellโinventario di Van Der Doort dellโeccezionale collezione di re Carlo Iโฆยป Unโaltra data topica per la ricostruzione storica รจ il 22 aprile del 1945. ยซUno degli ultimi importanti momenti della presenza alleataยป scrive Ruggero Ranieri ยซfu lโorganizzazione della mostra Quattro secoli di pittura in Umbria. Mostra celebrativa del V centenario della nascita di Pietro Perugino, aperta il 22 aprile del 1945 alla Galleria Nazionale dellโUmbria, frutto della collaborazione fra i Monuments Men e il Soprintendente per le Gallerie e i Monumenti, Achille Bertini Colossoโฆ Fu un evento di grande risonanza con la presenza dellโallora Ministro della Pubblica Istruzione Vincenzo Arangio-Ruizโฆ un catalogo stampato sia in versione italiana che inglese, 51 opere di cui ben 40 erano della Galleria nazionale stessaโฆยป.
Tante storie nelle storie: ยซLโiconografia della Madonna degli Alberelli Ranieri di Sorbelloยป cosรฌ Claudia Pazzini ยซcon le figure dagli sguardi rivolti in direzioni opposte e la particolare posa sinuosa dellโinfanteโฆ ripete un fortunato schema compositivo che il Perugino propose per la prima volta nella Pala dei Decemviriโฆ la fortunata invenzione fu copiata dalla maggioranza dei seguaci umbri e toscani del Vannucciยป. Dal danno alla beffa. ยซโฆquesto rinato interesse per la conservazione delle pitture del Cambioยป scrive Cristina Galassi ยซil 1797 si rivelรฒ un anno terribile per le opere di Perugino: รจ noto che il pittore Jaques-Pierre Tinet fu inviato a Perugia allo scopo di ampliare la esigua lista di dipinti in precedenza predisposta da Jean-Antoine Gros e col fine di selezionare nuove opere, non comprese tra le cento indicate nel trattato di Tolentino, destinate al museo del Louvre. Perugino, nei famigerati elenchi delle requisizioni compilati in quellโanno, finirร malauguratamente, con lโoccupare un posto di assoluto privilegioยป.
Mostra Raccontare il Perugino dal 4 aprile al 31 dicembre 2023
Palazzo Sorbello, piazza Piccinino a Perugia.
Catalogo Raccontare il Perugino, impressioni e resoconti di viaggiatori stranieri in Umbria alla scoperta di Pietro Vannucci (Campisano editore)
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Mostra Il meglio maestro dโItalia. Perugino nel suo tempo
In esposizione 70 opere dal 4 marzo allโ11giugno 2023.
Galleria nazionale dellโUmbria. Corso Vannucci, Perugia
Il catalogo di Dario Cimorelli Editore
Il Perugino a Porta S. Angelo, mostra di cartoline e documenti fino al 27 maggio
Biblioteca di San Matteo degli Armeni
Orario: Dal lunedรฌ al venerdรฌ 9.30-13.00 e 15.00-19.30
Attivitร per famiglie che si svolgerร domenica 7, 14, 21 maggio e domenica 11 giugno alle ore 17.00.
In occasione delle celebrazioni di Pietro Vannucci detto il Perugino, lโIsola di San Lorenzo ospita – fino allโ11 giugno – il cantiere di restauro della Pala Martinelli, un dipinto su tavola realizzato dal pittore per la chiesa di San Francesco al Prato.
Nellโambito delle iniziative educative e formative, lโIsola propone โLโarte di riparare la vita. Il restauro della Pala Martinelli e la tecnica del Kintusgiโ, unโattivitร per famiglie che si svolgerร domenica 7, 14, 21 maggio e domenica 11 giugno alle ore 17.00. Partendo dallโosservazione dellโopera che presenta alcune โferiteโ causate da circostanze diverse nel corso dei secoli, insieme ai visitatori grandi e piccoli, si svilupperร un dialogo attorno al concetto di restauro e di cura dellโopera dellโarte. Unโoccasione significativa per scoprire da vicino il prezioso e minuzioso lavoro del restauratore che cercando di migliorare lโaspetto dellโopera, se ne prende cura con una serie di interventi mirati. Dopo aver osservato il dipinto e aver incontrato la sua storia e le sue vicende, sarร possibile svolgere un laboratorio che prevede la sperimentazione della tecnica del Kintsugisu carta con lโarte terapeuta Monica Grelli. Il kintusgi, che letteralmente significa โriparare con lโoroโ, รจ unโantica tecnica di restauro giapponese, in cui le linee di rottura dellโoggetto, sono lasciate visibili ed evidenziate con polvere dโoro: le โcicatriciโ diventano cosรฌ una bellezza da esibire e da valorizzare, la fragilitร dellโoggetto diviene un punto di forza e al tempo stesso di perfezione.โฏย
Una lunga storia, fatta di ferite e di cure, diventa il centro dellโattivitร didattica. Cosรฌ come San Sebastiano, protagonista del dipinto รจ ferito dalle frecce del martirio, anche lโopera appare ferita, colpita non dalle frecce ma da circostanze che ne hanno lasciato il segno: il foglio strappato su cui si andrร a lavorare diviene espressione delle ferite di ognuno che vengono colmate e collegate con lโoro che funge da collante.โฏโฏIl laboratorio รจ unโoccasione che permette alle famiglie di scoprire lโimportante ruolo che il restauro assume nella vita delle opere dโarte, ma anche unโopportunitร per incontrare e conoscere le potenzialitร dellโarte nella vita dellโuomo, attraverso lโincontro con la bellezza.โฏโฏย
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Per il laboratorio รจ prevista la prenotazione obbligatoria allโindirizzo: info@secretumbria.it o allo 075 8241011- 370 1581907.ย
Perugino e Signorelli sono per la nostra regione un orgoglio e un vanto; la loro arte รจ stata cosรฌ eccellente che sono riusciti a tenere uniti due mondi: quello del Verrocchio, di cui era allievo Perugino e quello di Piero della Francesca, maestro di Luca Signorelli.
Attraverso la storia della bellezza, dopo cinque secoli, continuiamo ad andare alla ricerca delle loro tracce nei luoghi piรน iconici dellโUmbria. I loro capolavori non rappresentano solo un simbolo della nostra terra, ma sottolineano l’importanza e lo sviluppo di un Umanesimo che รจ penetrato nella nostra Penisola. ร proprio in Umbria infatti che Pietro Perugino รจ nato, qui ha mosso i suoi primi passi, ha iniziato la sua carriera e, dopo aver raggiunto il successo, รจ tornato.
Attraverso le parole di Paola Agabiti, Assessore Regionale alla Cultura e al Turismo Regione Umbria, possiamo infatti comprendere che Perugino e Signorelli: ยซhanno anticipato ed esaltato proprio quellโUmanesimo di cui sono stati autorevoli protagonisti, ponendosi direttamente come attori del Rinascimento italiano. Le loro opere, la luce che ne traspare il loro tratto classico e al tempo stesso nitido e visionario ne definiscono la sconfinata maestria e ne manifestano la profonda influenza su decine di artisti loro contemporanei e non soloยป.
Entrambi morti nel 1523, Signorelli a Cortona, in Toscana, e Perugino a Fontignano, a sud-ovest di Perugia hanno lasciato tracce delle loro opere nel territorio delle due regioni. Entrambi celebri in vita, famosi e ricercati dai grandi committenti dell’epoca hanno influenzato i loro allievi tra i quali va ricordato il giovane Raffaello.
Perugino, Adorazione dei magi, 1507, affresco, 700 x 650 cm, Cittร della Pieve, Oratorio di Santa Maria dei Bianchi
Nato a Cittร della Pieve, Pietro Vannucci vi lavorรฒ in giovane etร , per poi tornarvi nei primi anni del 1500. Cittร della Pieve, patria del meglio maestro dโItalia, รจ un piccolo borgo al confine tra Umbria e Toscana, ricco di fascino e di straordinaria bellezza: la sua natura verdeggiante e incontaminata domina la Valdichiana e il lago Trasimeno; natura lussureggiante ispiratrice dei piรน eccellenti pittori del Rinascimento.
Nei pressi del duomo รจ affissa una targa la quale ricorda che un tempo vi era la casa della famiglia Vannucci. Lโartista in cittร , venne chiamato dalla confraternita dei Bianchi per i quali realizzรฒ un grande affresco per la cappella dellโoratorio raffigurante lโAdorazione dei Magi. Figure dominanti sono la Vergine e il Bambino, i Magi riccamente vestiti sono raffigurati in primo piano, alle loro spalle verdi colline di una vallata umbra; nellโopera Perugino realizza un perfetto connubio tra uomini, paesaggio e architettura, integrandoli perfettamente.
Lโartista fu lโiniziatore di un nuovo modo di dipingere quello della cosiddetta maniera moderna, caratterizzata dalla purezza formale, dalle ampie composizioni, da un disegno ben definito ed elegante e i personaggi liberati dalle caratteristiche terrene e investiti di un’aria angelica.
Perugino. “Madonna con Bambino e i santi Gervasio, Pietro, Paolo e Protasio”, 1514, olio su tavola, 240 x 220 cm, Duomo, Cittร della Pieve
In cittร , inoltre, si trova la Cattedrale dei Santi Gervasio e Protasio. La chiesa sorge nel luogo dellโantica pieve edificata probabilmente nel 1600. La facciata รจ costruita da due materiali diversi: pietre e laterizi, lโinterno a navata unica presenta grandi cappelle laterali che custodiscono opere di allievi del Perugino come Domenico Paride Alfani e Giacomo di Guglielmo e una tela realizzata dal Pomarancio e Salvio Savini.
Sempre nella cattedrale รจ conservata una tavola lignea rappresentante la Madonna con i santi Gervasio, Protasio, Pietro e Paolo. Il Perugino inserisce madre e figlio nel registro superiore in una cornice a forma di mandorla, antico simbolo di vita e di rinascita poichรฉ il mandorlo รจ il primo albero a fiorire in primavera. Nel registro inferiore sono presenti san Pietro con le chiavi del Paradiso, Paolo con una lunga spada e il libro e Gervasio e Protasio patroni di Cittร della Pieve; alle loro spalle vi รจ lโiscrizione con la data della consegna e la firma dellโautore.
Il pavimento della chiesa รจ riprodotto anche nell’opera: ai piedi dei personaggi infatti ben si nota un pavimento a forme geometriche.
ยซMi piace pensare che Vannucci non sarebbe potuto essere il Perugino e non avrebbe potuto creare quel linguaggio artistico legato al paesaggio di cui รจ stato innovatore, se non fosse stato umbroยป.
A 500 anni dalla morte, il 3, 4, 5 aprile arriva nei cinema italiani Perugino. Rinascimento immortale, prodotto da Ballandi e diretto da Giovanni Piscaglia che, insieme a Marco Pisoni e Filippo Nicosia, ne ha realizzato anche il soggetto. Il documentario, attraverso la voce dellโattore Marco Bocci, racconta la vita e le opere del Divin Pittore, partendo dal legame con lโUmbria e dai paesaggi luminosi che spesso lโartista ha immortalato sullo sfondo dei suoi dipinti.
Il regista Giovanni Piscaglia. Foto by Alessandro Bachiorri
Ma รจ soprattutto un docufilm che vuole riscattare la figura di Pietro Vannucci, dandogli il giusto posto nella storia dellโarte e mettendone in luce le novitร , i meriti e il carattere.
Il progetto, sostenuto dal Ministero della Cultura, Regione Umbria e Arpa Umbria, vanta gli interventi di esperti come il direttore della Galleria Nazionale dellโUmbria Marco Pierini, il direttore delle Gallerie degli Uffizi di Firenze Eike Schmidt, la professoressa di Storia dellโarchitettura presso lโUniversitร di Firenze Emanuela Ferretti, il geografo allโUniversitร di Bologna Franco Farinelli, la storica dellโarte della Galleria Nazionale dellโUmbria Veruska Picchiarelli, lo storico Franco Cardini, il coreografo e ballerino Virgilio Sieni. Il regista Giovanni Piscaglia ci racconta il suo film, ma soprattutto ci regala un Perugino forse inedito e meno conosciuto che si merita di stare tra i grandi nomi dellโarte italiana.
Giovanni, il docufilm vuole essere in qualche modo un riscatto per lโartista, non solo allievo di Piero Della Francesca e maestro di Raffaelloโฆ
ร il primo film che racconta la sua figura e ha quindi lo spirito di riabilitarne la memoria. Siamo abituati a sentir parlare di Perugino sempre legato a qualcun altro e soprattutto accostato a Raffaello: questo marchio รจ dovuto a Giorgio Vasari che nelle sue Vite lo ridimensiona a figura di secondo livello, descrivendolo con toni dispregiativi e riportando aneddoti e tratti del carattere negativi. Vasari lo inserisce tra i maestri dai quali distaccarsi e che realizzano unโarte sorpassata; riesce a elogiarlo solo quando si bagna nellโArno e va a lavorare a Firenze. Prima, per lui, รจ solo un pittore provinciale. Il docufilm vuole smentire il biografo, portando allo spettatore prove e documenti, ascoltando le voci dei maggiori studiosi e storici dellโarte, analizzando le opere nel dettaglio e cercando una veritร diversa da quella giunta fino ai giorni nostri con lโobiettivo di riscattarlo.
ร un artista amato e richiesto nel suo tempo, che perรฒ sbiadisce nel corso dei secoli successiviโฆย
Esatto. Perugino รจ stato spesso criticato per la sua impostazione artigianale molto tecnica, che si basava sulla bottega. ร stato uno straordinario capo bottega e proprio grazie al suo laboratorio ha realizzato dipinti che hanno fatto il giro dโItalia, dettando e creando un vero e proprio linguaggio pittorico. Questo lo ha reso una star, allโepoca. La sua sfortuna perรฒ รจ stata quella di vivere a lungo e diventare contemporaneo di Leonardo, Raffaello e Michelangelo: tre geni che a differenza sua lavoravano di loro mano e che inventarono figure di rottura. Vannucci divenne cosรฌ un pittore obsoleto ancor prima del tempo.
Foto by Alessandro Bachiorri
Quali sono gli aspetti della sua figura che vengono messi piรน in risalto nel film?
Come detto, il primo obiettivo รจ quello di riconsegnargli la fama che aveva quando era in vita. Cโรจ poi un aspetto fondamentale che รจ quello sul suo attaccamento al territorio umbro: nonostante molti lo considerino un pittore fiorentino – perchรฉ a Firenze ha raggiunto la sua maturitร e ha avuto la consacrazione da Lorenzo il Magnifico che lo ha portato ad affrescare la Cappella Sistina – il legame col territorio dโorigine รจ stato presente per tutta la sua vita. I paesaggi che dipinge non sono paesaggi umbri reali, perรฒ i colori, le valli, la vegetazione e i laghi ricordano quelli dellโUmbria. Mi piace pensare che Vannucci non sarebbe potuto essere il Perugino, e non avrebbe potuto creare quel linguaggio artistico legato al paesaggio di cui รจ stato innovatore, se non fosse stato umbro. Unโaltra parte fondamentale del film รจ quella che lo celebra come un vero pittore. Un artista che amava ciรฒ che faceva e che soprattutto amava lโarte; che รจ morto a Fontignano con il pennello ancora in mano mentre dipingeva lโennesima Adorazione dei pastori. Anche se vecchio e in declino ha continuato a sviluppare le sue opere e a essere a suo modo innovatore. Questo รจ per confutare quello che Vasari – e molti dellโepoca – pensavano di lui, e cioรจ che fosse un pittore avaro e legato ai soldi, che dipingeva solo per arricchirsi e non per una necessitร artistica.
Lei, che idea si รจ fatto?
Penso che sia stato un uomo del suo tempo e che sicuramente ha avuto un buon senso degli affari. Aveva creato un marchio di fabbrica e uno stile riconoscibile che si รจ diffuso in tuttโItalia. Era un uomo che sapeva concentrarsi molto e che non lasciava niente al caso, perchรฉ i suoi dipinti, ancora oggi, hanno grande freschezza: penso a quelli di Panicale e Cittร della Pieve. Era un ottimo pittore e possedeva una notevole maestria, oltre a essere uno straordinario disegnatore e uno straordinario interprete delle figure femminili. Insomma, un uomo di luce e ombra: da una parte sapeva fare affari e ottenere grandi commissioni, utilizzava la bottega per fare piรน opere possibili e spesso sempre uguali, ma questo non deve distogliere lโattenzione dal fatto che aveva unโottima mano.
Durante le riprese del docufilm. Foto by Alessandro Bachiorri
Comโรจ partito il progetto del docufilm?
Il progetto รจ nato grazie allโamicizia e alla stima reciproca che mi lega alla Galleria Nazionale dellโUmbria e in particolare al direttore Marco Pierini. Sono stato davvero felice e onorato quando il direttore mi ha chiamato un giorno dโagosto di due anni fa, dicendomi: ยซGiovanni, che ne pensi di realizzare un soggetto per un documentario su Perugino?ยป Ecco, tutto รจ nato da lรฌ. Devo dire che non saremmo arrivati a questa felice conclusione se non ci fosse stata una relazione di stima e fiducia con lโintero staff della Galleria, che ha messo a disposizione i locali per le riprese anche in orari insoliti.
Sono presenti anche scene di danza. Come mai questa scelta?
Lโidea mi รจ venuta perchรฉ avevo visto Virgilio Sieni, uno tra i piรน grandi coreografi e ballerini, realizzare una serie di performance tratte dai quattro Cenacoli storici di Firenze. Ho trovato questo spazio bellissimo e assolutamente sconosciuto ai piรน e quindi ho pensato di coinvolgerlo. Sieni sostiene che, sebbene Perugino sembri un pittore statico, le sue figure sono degli incubatori di atteggiamenti che si possono sviluppare attraverso la danza. Danza che, in questo caso, fa muovere figure cristallizzate dalla pittura.
La voce narrante รจ lโattore umbro Marco Bocciโฆ
Sรฌ. Marco Bocci รจ riuscito a dare alla storia – che รจ un poโ la parabola di un artista che tocca il cielo e poi cade – unโinterpretazione partecipata e intima, ma allo stesso tempo leggera. ร stato disponibile e si รจ dimostrato da subito molto coinvolto nel progetto. Con lui siamo riusciti a girare โ รจ la prima volta che mi capita con un attore – in tante location diverse: dalla Galleria Nazionale dellโUmbria al Collegio del Cambio, fino allโisola Polvese.
Marco Bocci e Giovanni Piscaglia. Foto by Alessandro Bachiorri
Perchรฉ lโisola Polvese?
Grazie allโArpa – che รจ partnership nel progetto – abbiamo potuto girare nellโisola anche in inverno. Secondo me, nessun luogo meglio della Polvese poteva identificare e fotografare il momento finale di un artista maturo e in decadenza. Quei luoghi e Marco Bocci, solo nella natura, chiudono il cerchio alla perfezione sulla vita di Perugino.
ย Per concludere: รจ soddisfatto del lavoro finale?
Sono molto soddisfatto. ร stata una produzione avventurosa e gestita bene, nonostante le difficoltร , con un grande dialogo. Posso dire che non ho nessun rimorso. Anche le musiche, composte da Eraldo Bernocchi, arricchiscono lโopera, donandole una componente coinvolgente ed emotiva.
Tanti gli eventi: restauro dal vivo della Pala Martinelli, da San Sepolcro si trasferisce a Perugia lโAscensione di Vannucci e “Lo Sposalizio della Vergine” sarร riprodotto da unโazienda di Cittร di Castello.
La Pala di SantโOnofrio di Luca Signorelli ha lasciato la sua casa presso il Museo del Capitolo della Cattedrale di San Lorenzo a Perugia per traslocare allโinterno della Galleria Nazionale dellโUmbria. Resterร lรฌ fino allโ11 giugno in occasione della mostra Il meglio maestro d’Italia. Perugino nel suo tempo, che verrร inaugurata sabato 4 marzo. Il trasferimento di SantโOnofrio rientra nelle celebrazioni dei 500 anni dalla morte di Perugino e Signorelli, che giorno dopo giorno entrano sempre piรน nel vivo.
ยซLโoperazione รจ frutto della collaborazione tra Isola San Lorenzo e Galleria Nazionale dellโUmbria: la Pala del pittore toscano รจ stata infatti concessa in prestito per la grande mostra e al Museo del Capitolo รจ arrivata la Pala Martinelli โ Martirio di San Sebastiano, opera del Perugino, che realizzรฒ per la Chiesa di San Francesco al Prato e che fino a oggi si trovava nel deposito della Galleria. Qui si terrร anche il suo restauro dal vivo, realizzato dallโimpresa CBC – Conservazione Beni Culturali e saranno organizzate delle visite guidate a contatto con lโopera e con chi esegue la riqualificazione.
Inoltre, dal Duomo di San Sepolcro si sposta a Perugia lโAscensione di Cristo sempre del Perugino e potrร essere ammirata al museo da giugno a settembre. Infine, da metร settembre fino allโ8 dicembre, ricreeremo una bottega rinascimentale e lโazienda di Cittร di Castello Bottega tifernate realizzerร una riproduzione in scala 1:1 dello Sposalizio della Vergine con la tecnica della pictografia. La riproduzione resterร in esposizione in Cattedrale, per poi diventare un pezzo della collezione del Museo. Ma di tutti questi eventi ne riparleremo in modo piรน approfonditoยป spiega lโarchitetto Alessandro Polidori, direttore dellโUfficio diocesano per i Beni culturali ecclesiastici. Tutto questo rientra nel progetto della Diocesi di Perugia – Cittร della Pieve, curato da Genesi (che si occupa del Complesso monumentale della Cattedrale Isola di San Lorenzo), Perugino nel segno del tempo, classificato terzo al bando del Comitato Nazionale.
ยซIl progetto prevede inoltre dei percorsi che, partendo dallโIsola di San Lorenzo andranno a toccare tutti i luoghi dove sono presenti le opere di Vannucci. Sarร pubblicata anche una guida su questi itinerari, edita da Electa. Ma anche di questo avremo modo di parlare in seguitoยป prosegue lโarchitetto Polidori.
La Pala di SantโOnofrio di Luca Signorelli
Il dipinto, datato 1484, si trova nella cappella intitolata a SantโOnofrio nella Cattedrale di Perugia, sulla quale aveva il patronato la famiglia cortonese dei Vagnucci.
Pala di Sant’Onofri, olio su tavola di Luca Signorelli, 1484
Uno dei membri della famiglia, Iacopo, fu vescovo della cittร umbra dal 1449 e fu lโartefice del cambiamento in chiave rinascimentale del Duomo. Nel transetto destro trovรฒ posto la cappella in cui Iacopo Vagnucci venne sepolto e che recava sullโaltare la Pala di Luca Signorelli. Lโopera รจ molto importante, perchรฉ costituisce un punto fermo nel percorso dellโartista toscano, mostra infatti lโacquisizione dei temi centrali della pittura del suo tempo e regala al pubblico un dipinto di grande compiutezza stilistica.
Sulla tavola รจ dipinta la Vergine che siede al centro su un alto trono, intenta a leggere un volumetto rosso; il Gesรน le siede in grembo anchโesso assorto. Quattro santi li affiancano: a destra San Lorenzo e SantโErcolano con le fattezze del vescovo Vagnucci, entrambi vestono sontuosi paramenti liturgici che rappresentano mirabile esempio di pitture nella pittura. A sinistra si trovano invece Giovanni Battista e Onofrio. Un angelo suona il liuto seduto ai piedi di Maria, omaggio alle composizioni in voga in area veneta.
La composizione e la disposizione delle figure – immerse in un paesaggio aperto – sono costruite con grande equilibrio e la luce, assieme al colore, definisce con nitidezza corpi e volumi. La natura morta del vaso di vetro in primo piano, rimanda allโarte fiamminga e in particolare al Trittico Portinari di Hugo van der Goes.
Il nuovo allestimento del Museo della Cattedrale
Il Museo del Capitolo della Cattedrale – Isola di San Lorenzo di Perugia ha riaperto al pubblico mostrando una nuova veste e un nuovo allestimento. Il progetto coincide coi cento anni dalla sua apertura (1923-2023) e col quinto centenario della morte del Perugino e del Signorelli (1523-2023). Lโallestimento, realizzato grazie al sostegno della Fondazione Perugia, segue un criterio tematico e non piรน cronologico: si tratta di un nuovo percorso in cui le opere selezionate raccontano la propria storia anche come espressione di un messaggio autentico in grado di arrivare al cuore del visitatore. Un fil rouge tra pittura, scultura, oreficeria, miniatura e tessile, che documenta il lungo dialogo che unisce e accomuna le diverse espressioni artistiche, testimonianza diretta di una committenza che ha trovato nella ricerca del bello uno strumento per incontrare Dio.
Il nuovo allestimento
ยซSi tratta di un percorso non piรน cronologico, ma di carattere scientifico-tematico a cui si puรฒ accedere non solo con visite guidate, ma anche in autonomia, grazie a moderni pannelli esplicativi. Ogni sala รจ intitolata a personalitร e a opere significative caratterizzanti epoche della storia di Perugia e non solo. Basti pensare alle sale: Leone XIII, il Papa della Rerum Novarum e vescovo di Perugia dal 1846 al 1880; Perugia dei Papi; SantโAnello che la cattedrale custodisce; Parato Armellini; Luca Signorelli dove si trova la Pala di Sant’Onofrio; Speranza e affidamento che vede esposte le opere con carattere devozionale che i perugini hanno fatto realizzare in momenti di difficoltร come la peste; Agostino Di Duccio con allโaltare che lui fa nel 1473 allโinterno della Cattedrale; Diocesi-Cattedrale-Museo, dedicata alla storia del museoยป illustra lโarchitetto Alessandro Polidori, curatore del nuovo progetto.
ยซIl 2023 sarร tutto dedicato al Perugino con esposizioni e tante iniziative. Negli ultimi 20 anni del โ400 รจ stato il numero uno in tutta Italiaยป.
Nel cuore di Perugia cโรจ uno scrigno che raccoglie opere dโarte, storia della cittร e collezioni che portano il visitatore a fare un viaggio dal XIII al XIX secolo. Un luogo che perรฒ guarda al futuro, che dialoga con lโutente e mette al centro la conservazione dei suoi tesori. La Galleria NazionaledellโUmbria ha cambiato pelle, grazie al restyling durato un anno e portato a termine nel luglio 2022.
Un allestimento rinnovato e moderno, tante novitร e un sistema di conservazione unico al mondo. Il direttore Marco Pierini ci racconta tutto questo, ma soprattutto ci parla delle celebrazioni dei 500 anni dalla morte del figlio di Perugia: Perugino.
Marco Pierini, direttore della Galleria Nazionale dell’Umbria. Credits Marco Giugliarelli
Dopo il rinnovamento dello scorso anno, la Galleria Nazionale dellโUmbria รจ diventata un luogo moderno e allโavanguardiaโฆ
Speriamo, noi ci crediamo! Nuovi allestimenti e moltissime novitร nel percorso, tra cui nuove opere, sale monografiche e un efficace sistema dโilluminazione con luci fredde – abbiamo messo anche delle pellicole alle finestre cosรฌ da filtrare i raggi ultravioletti e infrarossi. Ma, cosa piรน importante, un nuovo metodo di conservazione allโavanguardia, perchรฉ il nostro primissimo compito รจ quello di proteggere le opere. Per questo abbiamo realizzato delle basi inedite โ non ce lโhanno in nessun museo al mondo โ che consentono di distanziare di un metro lโopera della parete con un sistema di cartografi e di ruote, in questo modo il restauratore puรฒ girarci attorno per ispezionarla e intervenire se necessario. ร unโoperazione che si fa in 5 minuti, da soli: prima occorrevano diverse ore per smontarla, 3-4 persone e la chiusura della sala; adesso basta estrarla dal muro con queste basi semoventi per poter intervenire. Come dicevo, la conservazione รจ fondamentale: le opere le raccontiamo, le esponiamo ma in primis le conserviamo.
In unโintervista parlava di voler realizzare un museo non solo accessibile, ma anche accogliente: รจ riuscito nel suo intento?
Lo spero, me lo dovete dire voi (ride). Lโintento รจ di dare la possibilitร a tutti di godere della nostra esposizione con molta serenitร ; con opere che siano ben distanziate e non troppo fitte; spiegate in modo chiaro e con un linguaggio semplice; ben illuminate e con delle sedute molto comode e diffuse lungo il percorso. Inoltre, dare la possibilitร di ricaricare il cellulare, di avere informazioni supplementari, insomma, abbiamo provato a rendere il museo – che รจ un museo storico – un luogo contemporaneo. Questo si unisce a tutta una serie di attivitร proposte questi anni: concerti, presentazioni e spettacoli. Lโobiettivo รจ diventare un centro di produzione di arti contemporanee, invece di un semplice luogo che espone il suo patrimonio e alle 19 chiude il portone.
Sala 1, Lโarte del Duecento in Umbria. Credits Marco Giugliarelli
I visitatori hanno apprezzato il nuovo allestimento?
ร molto apprezzato dal pubblico che ce lo dice e lo scrive nei commenti, ma anche dalla critica: ne hanno parlato tutti in maniera molto lusinghiera. Per tre riviste importanti come ArtsLife, Artribune e Il Giornale dellโArte siamo stati dichiarati Museo dellโanno 2022, mentre Apollo Magazine di Londra ci ha inserito nella short list dei 5 musei del 2022. ร una bella soddisfazione.
E in termini di numeri come sta andando?
Lโanno migliore che abbiamo avuto negli ultimi 15 anni รจ stato il 2019, anche perchรฉ avevamo in esposizione la Madonna Benois di Leonardo. Oggi, confrontandoci con quellโanno, abbiamo un aumento del 7%-8%, quindi vuol dire che rispetto alla media siamo oltre il 25%. Devo dire che sta andando molto bene!
Qual รจ lโopera di maggior attrazione, anche se non รจ la piรน famosa?
Sicuramente Piero della Francesca e la grande croce di 5 metri dipinta del Maestro di San Francesco che accoglie i visitatori nella Sala 1, che ha un forte impatto. Ma anche il giovane Perugino รจ molto apprezzato.
Sala 13, Polittico di SantโAntonio di Piero della Francesca. Credits Marco Giugliarelli
Non possiamo non parlare del Perugino: questโanno ricorrono i 500 anni dalla sua morte e in Galleria sono presenti oltre 20 opere. Si tratta sicuramente il luogo piรน adatto per celebrarlo.
Esatto. Abbiamo la collezione piรน vasta al mondo delle sue opere, oltre al fatto che รจ nato a Cittร della Pieve e che ha lavorato per piรน di ventโanni nella sua bottega a Perugia. Si faceva chiamare lui stesso Perugino, quindi non poteva che essere qui la mostra celebrativa.
Da marzo infatti รจ prevista unโesposizione curata da lei e da Veruska Picchiarelli dal titolo: Il meglio maestro dโItalia. Perugino nel suo tempo in occasione della quale torna a Perugia lo Sposalizio della Vergine. Ci racconti questo evento.
Dal 4 marzo allโ11 giugno 2023 la Galleria celebra, con una grande mostra, Pietro Vannucci, il piรน importante pittore attivo negli ultimi due decenni del Quattrocento. Il progetto espositivo, composto da oltre settantacinque opere, ha scelto dโindividuare solo dipinti del Vannucci antecedenti al 1504, anno nel quale lavorava a tre commissioni che segnano il punto piรน alto della sua carriera: la Crocifissione della Cappella Chigi in SantโAgostino a Siena, la Lotta fra Amore e Castitร giร a Mantova, ora al Louvre di Parigi, e soprattutto lo Sposalizio della Vergine per la cappella del Santo Anello del Duomo di Perugia, oggi nel Musรฉe des Beaux-Arts di Caen (Francia). Lโopera รจ stata requisita dai francesi nel 1797 e non รจ piรน tornata a Perugia; รจ stata esposta in Italia solo una volta alla Pinacoteca di Brera nel 2015. Torna nella cittร dโorigine dopo due secoli. Saranno presenti anche altri artisti suoi contemporanei come Raffaello, Botticelli e Ghirlandaio. Ma lโobiettivo dellโesposizione รจ quello di far vedere il Perugino migliore: nei suoi cinquantโanni di carriera, gli ultimi 20 non sono di livello, quindi ci soffermiamo sui primi anni. Ci piaceva lโidea di rivalutare lโartista, non perchรฉ รจ stato un ottimo allievo di Verrocchio o il maestro di Raffaello, ma per quello che lui stesso ha realizzato. Negli ultimi 20 anni del โ400 era molto richiesto: ha affrescato la Cappella Sistina, ha lavorato in Piemonte, in Lombardia, a Venezia, in Romagna, a Napoli, a Roma, a Siena, a Firenze e a Perugia, creando un vero linguaggio nazionale. Lโesposizione rifletterร sul ruolo che ha effettivamente svolto nel panorama artistico contemporaneo e sul rapporto che lo ha legato ai protagonisti di quellโepoca, seguendo geograficamente gli spostamenti del pittore o delle sue opere attraverso lโItalia.
Mi piace molto il titolo: Il meglio maestro dโItalia. Perchรฉ questa scelta?
Il meglio maestro รจ una frase che il banchiere Agostino Chigi scrive il 7 novembre 1500 a suo padre Mariano quando viene a sapere che vuole commissionare unโopera al Perugino. Nella lettera indirizzata al padre dice: ยซQuando vuol far di sua mano รจ il meglio maestro dโItaliaยป. Da un lato รจ un gran complimento, dallโaltro lo accusa di far lavorare molto la bottega e di fare poco lui. Noi abbiamo eliminato la prima parte e lasciato il meglio maestro dโItalia perchรฉ – come le dicevo – per un certo periodo, dal Piemonte alla Calabria, tutti dipingevano come il Perugino. Negli ultimi ventโanni del โ400 e non ce nโera per nessuno. Era il numero uno.
Pietro di Cristofori Vannucci detto il Perugino, Adorazione dei Magi, 1475. Credits Haltadefinizioneยฎ
Ci saranno altre iniziative organizzate della Galleria sempre per celebrare Vannucci?
ร previsto un docufilm, che uscirร nelle sale cinematografiche ad aprile, prodotto dalla Ballandi e diretto da Giovanni Piscaglia, con Marco Bocci come protagonista, che anche noi abbiamo contribuito a produrre. Poi facciamo un podcast con Chora Media, uno speciale su IlGiornale dellโArte e tante altre iniziative per promuovere questโanno speciale. A settembre sono previste altre due esposizioni piรน piccole. Diciamo che il 2023 sarร un anno tutto dedicato a Pietro Vannucci!
Se pensi al Perugino pensi a Perugia e allโUmbria, ma nei suoi quadri si riscontrano realmente questi luoghi?
Di norma si dice che i suoi paesaggi sono paesaggi del Trasimeno, ma รจ vero fino a un certo punto. Sono soprattutto dโinvenzione, con degli specchi dโacqua che possono richiamare anche il lago. Anche le architetture sono molto di fantasia, perรฒ chiaramente un poโ di Umbria cโรจ senzโaltro. Soprattutto cโรจ la cultura del suo tempo e del suo territorio e i costumi dellโepoca.
Sala 20, Ductus. Roberto Paci Dalรฒ. Credits Marco Giugliarelli
Il museo ha altri progetti in programma?
Faremo, insieme a Umbria Jazz, la mostra per il cinquantenario della manifestazione e i soliti due concerti al giorno con loro; poi cโรจ la stagione con lโUmbria che spacca e ovviamente la nostra programmazione musicale ad agosto. Questโanno perรฒ vogliamo concentrarci in particolare sulle attivitร espositive visto il grande lavoro di restyling che abbiamo realizzato.
Si รจ svolta il 20 ottobre scorso a Cittร della Pieve, presso la sede del Gal Trasimeno-Orvietano, una riunione operativa tra i firmatari del Protocollo dโintesa – oltre al Gal, i Comuni di Cortona, Cittร della Pieve, Orvieto e Todi – con lโobiettivo di individuare i programmi e il progetto per le celebrazioni del 500mo anniversario dalla morte di Perugino e Signorelli.
Il Gal ha annunciato che sta prendendo forma un accordo di cooperazione interregionale tra diversi Gal Umbri e Toscani che potrebbe coinvolgere 6 Gal, 4 umbri e 2 Toscani, nel cui territorio ci sono opere di questi due grandi artisti del Rinascimento Italiano, che ha avuto giร il consenso del Gal Alta Umbria, nel cui territorio il Perugino ha lasciato diversi grandi opere, e per il quale si รจ in attesa di altri imminenti riscontri. Nella riunione che si รจ riaggiornata per il giorno 18 novembre ad Orvieto, si coinvolgeranno, nel progetto, tutti gli altri Comuni che hanno nel proprio territorio tracce dellโopera di Signorelli, Perugino e relative scuole. Si รจ poi giร acquisita la disponibilitร ad entrare nel progetto di alcuni privati ed in particolare Opera del Duomo di Orvieto per la Cattedrale e la Cappella di San Brizio e Proloco di Fontignano per la Tomba del Perugino ed aperta ad ogni tipo di collaborazione per la promozione degli eventi anche La Galleria Nazionale dellโUmbria. Il Gal Trasimeno-Orvietano intende innanzitutto sostenere, anche con risorse proprie, la promozione e la comunicazione di tutti gli eventi e le iniziative che, in maniera del tutto autonoma i vari Comuni dellโaccordo di programma, quelli che faranno parte del progetto e gli altri soggetti che ne hanno titolo, proporranno. Oltre a ciรฒ si vuole far conoscere per sostenere il turismo che potrร attrarre questo importante evento, il patrimonio culturale rinascimentale e i luoghi delle opere, i paesaggi e anche lโofferta turistico-ricettiva, i punti delle eccellenze enogastronomiche, gli itinerari e i pacchetti turistici tematici del doppio anniversario. La comunicazione si avvarrร delle piรน moderne tecnologie quali la realizzazione di una App, un applicativo per dispositivi mobili (smartphone, Ifone e Android), una mappa con relativa localizzazione dei luoghi del Perugino e Signorelli e indicazione del percorso per raggiungerli, un portale ed un sito dedicato, ma anche di attivitร piรน tradizionali quali la presentazione a Fiere del Turismo a livello nazionale ed internazionale, creando momenti ed eventi di promozione specifici nelle cittร piรน importanti dโItalia ed in particolare a Roma e Milano. A questo proposito si intende sostenere la Guida di Repubblica dedicata a Perugino e Signorelli il Master in Turismo Sostenibile e Managment delle imprese creative e culturali proposto da Luiss Business School e Accademia Intrecci, un accordo con FIAVETe Confindustria per la predisposizione di pacchetti turisti specifici da vendere in tutte le agenzie di viaggi a livello nazionale ed un accordo con ENIT per promuovere lโevento in tutte le loro sedi nel mondo. Gli altri interlocutori presenti hanno annunciato mostre, ed in particolare i comuni di Cortona sul Signorelli e di Cittร della Pieve su Perugino, Conferenze e convegni quali lโOpera del Duomo di Orvieto ed altre iniziative ancora da definire. Il Comune di Todi, dove troviamo opere dello Spagna allievo dei due maestri, ha presentato una idea progettuale che precede tre momenti, un itinerario esterno attraverso il quale รจ possibile ammirare tutti gli artisti rinascimentali che si trovano in cittร , una mostra rinascimentale presso il Museo Civico dove attorno alla bellissima Pala dello Spagna verrร ricostruito un ambiente con contenuti multimediali e un ciclo di conferenze. Per il resto al prossimo appuntamento, che sarร allargato ad altri Comuni e soggetti che volessero lavorare in questo ambito progetto, saranno presentate altre iniziative e, il Gal Trasimeno-Orvietano si รจ preso lโimpegno di proporre alcune ipotesi di logo attraverso cui veicolare tutta la promozione.
Fino al 26 gennaio 2020 la Pala dei Decemviri di Pietro Vannucci, detto il Perugino, torna nel suo luogo d’origine, la Cappella dei Priori a Perugia.
La collaborazione tra i Musei Vaticani e la Galleria Nazionale dell’Umbria, sottolineata dai buoni accordi tra i rispettivi direttori, Barbara Jatta e Marco Pierini, ha permesso il ricongiungimento tra la cornice, la cimasa e la tavola centrale dell’opera. Il capolavoro, nella sua integritร , sarร dapprima esposto nella Cappella dei Priori, sua dimora originaria e successivamente all’interno dei Musei Vaticani.
Ma procediamo con ordine. La Cappella dei Priori รจ stata costruita nel Quattrocento con materiali, decori e affreschi realizzati da mani sapienti e da geniali artisti, affinchรฉ fosse il luogo, all’interno del Palazzo dei Priori a Perugia, piรน magnificente e rappresentativo.
Lo splendore e l’autorevolezza artistica della Cappella dei Priori accrebbe maggiormente dopo che Pietro Vannucci, detto il Perugino, dapprima ridipinse la cimasa raffigurando il Cristo in pietร e poi la pala per l’altare, detta dei Decemviri dal nome dei committenti, dove si possono ammirare dipinti la Madonna col Bambino tra i Santi Ercolano, Costanzo, Lorenzo e Ludovico.
L’opera rimase all’interno del Palazzo dei Priori fino alla fine del XVIII secolo, quando le truppe napoleoniche francesi requisirono la pala lasciando, inspiegabilmente, al loro posto la cimasa col Cristo in croce e la cornice in legno intagliato e dorato.
Nel 1816, terminato il periodo napoleonico, Antonio Canova, inviato del Papa Pio VII, riuscรฌ a recuperare la pala e riportarla da quello che รจ l’odierno Museo del Louvre in Italia.
Canova, sempre accompagnato dal prezioso capolavoro pittorico, al suo rientro prese la direzione di Roma anzichรฉ di Perugia. Nonostante le sentite proteste perugine, la tavola fu accolta nella Pinacoteca Vaticana, dove รจ rimasta gelosamente custodita per circa due secoli, fin quando รจ tornata, ma solo temporaneamente, nella sua originaria collocazione umbra, ricongiungendosi alla cornice e alla cimasa.
A seguito dell’esposizione perugina, l’opera nella sua interezza sarร esposta nel 2020 nei Musei Vaticani, in concomitanza dell’anniversario, dopo cinque secoli esatti, dall’anno della morte di un altro grande artista, Raffaello Sanzio da Urbino, allievo del Maestro Pietro di Cristoforo Vannucci.