fbpx
Home / Posts Tagged "Pietro Vannucci"

Stamattina 8 novembre presso la Sala dei Notari a Perugia, รจ stato presentato il giornale online ambientato ai tempi del Divin Pittore e gestito da intraprendenti โ€œgiornalistiโ€ in erba.

Il progetto, che gode del sostegno della Fondazione Perugia, รจ stato ideato dallโ€™Associazione Aboutumbria in partnership con la Direzione Didattica di Magione e prevede la realizzazione di un sito-web/rivista โ€“ www.lagazzettadelperugino.it – alimentato dagli alunni e ambientato nel periodo di passaggio dal XV al XVI secolo. Un giornale culturale in cui gli argomenti sono quelli dellโ€™epoca di riferimento trattati come se chi scrive vivesse in quel periodo storico. Il tutto inserito in un supporto come quello del giornale on line, in un tempo in cui le notizie si diffondevano ancora per via orale. Lโ€™argomento principale a cui si ispirano notizie, articoli e interviste รจ il Perugino, la sua vita e le sue opere. Parallelamente vengono toccati argomenti correlati legati alla storia dei comuni in quel periodo, notizie legate al lago Trasimeno e allโ€™ambiente circostante, focus su mestieri tradizionali giร  presenti nel tessuto socio-lavorativo dellโ€™epoca.

 

 

La Sala dei Notari per lโ€™occasione รจ stata popolata da oltre 100 ragazzi rappresentanti dei vari plessi della Direzione Didattica di Magione, accompagnati da insegnanti e genitori. La mattinata si รจ aperta con la presentazione dellโ€™Associazione AboutUmbria da parte di Ugo Mancusi, direttore marketing di AboutUmbria, da anni impegnata in progetti di marketing culturale e territoriale e che questโ€™anno รจ stata molto attiva nella celebrazione del cinquecentenario dalla morte di Perugino e Signorelli.

Subito dopo, i saluti del vicesindaco del Comune di Perugia Gianluca Tuteri che, ponendo lโ€™accento sulla bellezza della Sala dei Notari che ha ospitato lโ€™evento, ha sottolineato come questa stessa Sala sia stata vista anche dal Perugino, vissuto nel periodo rinascimentale, epoca di grandi cambiamenti e innovazioni e di divulgazione della conoscenza, proprio come รจ nello spirito di questa nuova โ€œrivistaโ€ in cui i ragazzi hanno modo di condividere quanto appreso con i compagni e con la comunitร .

Di seguito i saluti di Fabrizio Stazi, direttore generale della Fondazione Perugia che ha sottolineato come lโ€™intento della Fondazione fosse quello di rendere la partecipazione culturale accessibile a tutti, di avvicinare i giovani a questo cinquecentenario ricco di importanti eventi e iniziative, che rischiano perรฒ di rimanere distanti dalle nuove generazioni. Con La Gazzetta del Perugino si รจ centrato appieno lโ€™obiettivo di avvicinare i ragazzi alla conoscenza di questo grande personaggio, coniugando tradizione e innovazione e dando vita a un prodotto destinato a rimanere a disposizione di tutti.

 

 

Poi รจ stata la volta di Vanni Ruggeri, assessore alla cultura del Comune di Magione, che ha sottolineato la validitร  di un progetto che dร  modo ai ragazzi di approfondire un argomento culturale e il suo radicamento nella comunitร  tramite la comunicazione, attraverso la guida degli insegnanti, un format come quello del giornale e la creazione di una rete fra le migliori competenze della comunitร  educante.

La parola รจ poi passata alla scuola con i saluti di Silvio Improta, dirigente del circolo didattico di Magione che ha sottolineato quanto sia importante e produttivo – a fini didattici – che i ragazzi si sentano protagonisti, perchรฉ in questo modo diventano maggiormente partecipi. Lโ€™intervento รจ stato seguito dalla lettura dei saluti inviati dalla professoressa Monica Paparelli, preside della scuola impossibilitata a partecipare, che dopo i ringraziamenti a chi ha reso possibile la realizzazione del progetto, ha inviato un suggestivo augurio ai ragazzi: ยซSiate capaci sempre di cambiare il vostro punto di vista; divertitevi nellโ€™imparare e date vita a nuove situazioni e nuovi mondi; immaginate di potervi muovere nel tempo e nello spazio come stiamo facendo in questo meraviglioso progettoยป.

 

 

Dopo lโ€™introduzione delle insegnanti Isabella Ferri – che ha sottolineato come la scuola abbia il compito di trasmettere e insegnare la valorizzazione e salvaguardia del patrimonio culturale e di come La Gazzetta sia un mezzo che agevola questo tipo di approccio – e Donatella Cofani, che ha descritto il giornale on line come un progetto ambizioso che aiuta a costruire la propria identitร  digitale, fondamentale per i bambini giร  molto esposti da questo punto di vista, si รจ passati alla presentazione della rivista on line da parte di Eleonora Cesaretti, giornalista caporedattrice di AboutUmbria. Cesaretti, illustrando lโ€™organizzazione del giornale, ha spiegato come nelle settimane scorse AboutUmbria abbia tenuto delle sessioni formative presso i vari plessi dellโ€™istituto scolastico, per fornire ai ragazzi delle conoscenze basiche utili a scrivere in maniera corretta i contenuti.

 

 

รˆ stata finalmente la volta dei ragazzi che si sono cimentati in divertenti sketch, interviste, rappresentazioni di arti e mestieri dellโ€™epoca con tanto di costumi e ricostruzioni ambientali davvero coinvolgenti. In chiusura Ugo Mancusi ha salutato la platea con un augurio ยซL’idea della rivista on line รจ quello di far crescere la cultura e di far diventare questi ragazzi dei veri ambasciatori dell’Umbria, dei divulgatori della cultura e se un giorno qualcuno vincerร  un premio Pulizer il merito sarร  anche un po’ il nostroยป.

Lโ€™ultima produzione artistica di Pietro Vannucci รจ attestata a Trevi, piccolo e caratteristico borgo umbro.

Nel centro storico della cittร , incorniciato da un tipico paesaggio verdeggiante, รจ visibile la cinquecentesca Villa Fabri, sede della fondazione omonima e dellโ€™associazione Strada dellโ€™Olio extravergine di Oliva Dop Umbria. Alla sommitร  della cittร  svetta la torre civica, simbolo di Trevi, spostandosi di poco รจ visibile il duomo intitolato a santโ€™Emiliano, primo vescovo e patrono della cittร .

Perugino, Adorazione dei Magi, 1521-1522, Santuario della Madonna delle Lacrime, Trevi

 

In cittร  il pittore giunse nel 1521 allโ€™etร  di 76 anni per affrescare una delle Cappelle del Santuario della Madonna delle Lacrime con la raffigurazione dellโ€™Adorazione dei Magi e i santi Pietro e Paolo, considerata una delle ultime opere del maestro. Lโ€™opera riprende lโ€™episodio del Vangelo secondo Matteo: la Sacra Famiglia รจ posta al centro sotto un baldacchino ligneo che si estende fino alla sommitร  del dipinto. La Vergine รจ seduta su un trono rialzato e il Bambino benedicente รจ posto sul suo ginocchio destro, nellโ€™atto di benedire il piรน anziano dei Magi che gli offre il suo dono. San Giuseppe invece รจ in piedi appoggiato a un lungo bastone, accanto a lui รจ inginocchiato il secondo magio, il terzo, il piรน giovane, attende il suo turno per presentare la sua offerta come vuole la tradizione.

Nel novembre del 2022, lโ€™archivista Maria Paola Bianchi ha annunciato il ritrovamento del contratto che affidava al maestro umbro la realizzazione dellโ€™opera. Nel santuario si conserva unโ€™altra importante testimonianza del Rinascimento umbro: lโ€™affresco di Giovanni di Pietro, noto come lo Spagna, attento e sensibile seguace del Perugino, raffigurante il Trasporto di Cristo.

Continua il nostro viaggio alla scoperta delle opere di Pietro Vannucci, in occasione dei 500 anni dalla sua morte. In questa puntata siamo a Foligno a scoprire Il Battesimo di Cristo.

La cittร  di Foligno ci porta verso le opere del Divin Pittore; qui si possono trovare tracce di san Francesco, Federico II di Svevia, Mozart quattordicenne in viaggio con il padre e gli arbori della stampa, in particolare, della Divina Commedia.
Percorrendo le vie della cittร  dei Trinci si arriva dinanzi a una chiesetta umbra, denominata Nunziatella, appellativo che rimanda al mistero dellโ€™Annunciazione ma, posto in grado vezzeggiativo, ricorda le sue piccole dimensioni.

 

Perugino, Battesimo di Cristo, 1508-1513, Foligno, Oratorio della Nunziatella

Il Santuario della Nunziatella, caso unico nel suo genere, forse per lโ€™esiguitร  degli spazi disponibili, adotta una pianta quadrata arricchita da sei nicchie in cui vengono collocati quattro altari. La perdita dei registri contabili della Nunziatella ci priva purtroppo di alcune informazioni importanti circa le maestranze che vi hanno operato, tra cui lโ€™architetto responsabile del progetto; sebbene gli studiosi suggeriscano il nome di Francesco di Bartolomeo da Pietrasanta, presente in quegli anni a Foligno. Allโ€™interno di questo piccolo e minuto scrigno รจ conservato lโ€™affresco del Divin Pittore, raffigurante

Il Battesimo di Cristo

Lโ€™affresco รจ parte della decorazione voluta dal rettore della societร  dellโ€™Annunziata Giovanni Battista Merganti, allโ€™inizio del Cinquecento, per la cappella di san Giovanni Battista. Il tema del Battesimo aveva riscosso un grande successo tra i clienti del Perugino, grazie al modello da lui eseguito nella Cappella Sistina: รจ fortemente probabile che lโ€™artista aveva avuto modo di ammirare opere con lo stesso soggetto nella bottega fiorentina di Andrea del Verrocchio.
Al centro della scena, nel fiume Giordano, san Giovanni sta per versare lโ€™acqua del battesimo sul capo di Cristo in atto di pregare, vestito solo di un leggero panno annodato sotto i fianchi. Sulle sponde del corso dโ€™acqua, si trovano quattro angeli eleganti, mentre altri due, circondati da cherubini, affiancano una colomba bianca, simbolo dello Spirito Santo che discende tramite lโ€™atto.
Nella lunetta superiore, il Padre Eterno sulle nuvole con in mano il Globo benedice la scena, con accanto due angeli che reggono i gigli, simbolo di purezza. Lโ€™intero dipinto nel corso dei secoli ha subito danni dovuti allโ€™umiditร  ed รจ stato soggetto ad alcuni restauri tra Otto e Novecento, con reintegro delle lacune per una migliore lettura complessiva della scena.

Sarร  visibile fino al 17 settembre 2023, presso lโ€™Isola di San Lorenzo – Museo del Capitolo della Cattedrale di Perugia, lโ€™esposizione dedicata alla Pala di Sansepolcro di Pietro Vannucci, organizzata, nellโ€™ambito del progetto “Perugino nel segno del tempo” dallโ€™Arcidiocesi di Perugia-Cittร  della Pieve e da Genesi srl con il sostegno del Comitato Promotore delle Celebrazioni per il quinto centenario della morte del pittore.

Allestimento Pala Sansepolcro

 

Lโ€™opera, realizzata dal pittore per la Cattedrale di Sansepolcro, raffigura lโ€™Ascensione di Cristo, ovvero il momento della salita di Gesรน al Cielo, avvenuta quaranta giorni dopo la Resurrezione. Il dipinto, che invita lโ€™osservatore ad alzare lo sguardo verso lโ€™alto, come stanno facendo Maria e gli apostoli colti da stupore,ย  riprende fedelmente lo schema dello scomparto centrale del grande polittico che Perugino eseguรฌ per i benedettini di San Pietro in Perugia, oggi smembrato (la tavola con lโ€™Ascensione insieme alla cimasa con lโ€™Eterno benedicente con cherubini e angeli,ย  attualmente sono conservati presso il Musรจe des Beaux-Arts di Lione dove finirono allโ€™indomani delle requisizioni napoleoniche), testimonia con la vivacitร  dei suoi colori scelti con grande cura, una pregevole qualitร  nellโ€™esecuzione pittorica e nellโ€™articolata composizione. I volti attoniti degli Apostoli dinanzi alla domanda Perchรฉ state a guardare il cielo? che gli viene rivolta dagli Angeli, risultano essere la chiave di lettura del dipinto: un vero e proprio invito nei confronti dellโ€™uomo, dalla sua dimensione terrena, a contemplare la bellezza del Cristo che ascende, lasciandosi sorprendere dalla meraviglia dellโ€™Incontro.

Lโ€™Ascensione di Sansepolcro rappresenta un caso singolare poichรฉ siamo dinanzi a una vera e propria replica della pala originale, in cui si possono osservare solo piccole differenze che riguardano due personaggi: la Madonna nella tavola qui esposta ha i capelli coperti e lโ€™angelo di destra, che invita ad alzare lo sguardo, ha il piede sinistro girato verso lโ€™osservatore.

Oltre allโ€™esposizione, con lo stesso biglietto dโ€™ingresso, รจ visitabile il Museo del Capitolo della Cattedrale di San Lorenzo, che si presenta al pubblico con un nuovo allestimento tematico, realizzato in occasione del centenario della sua fondazione (1923-2023), la cui collezione conserva pregevoli testimonianze dellโ€™arte umbra del Rinascimento, tra cui i frammenti dellโ€™Altare della Pietร  di Agostino di Duccio, il gonfalone di San Fiorenzo di Benedetto Bonfigli e la Pala di Santโ€™Onofrio, capolavoro giovanile di Luca Signorelli. โ€ฏLe opere qui esposte raccontano lโ€™arte, la storia, la fede, la devozione e le tradizioni ma soprattutto ilโ€ฏlegame che intercorre tra il museo, la Cattedrale e il territorio diocesano. In questโ€™anno di celebrazioni dedicate a Perugino, un docufilm dedicato alla storia del Santo Anello, completa il percorso di visita, raccontando lโ€™avvincente vicenda del prezioso monile giunto in cittร  nel 1473 e conservato nella Cattedrale di San Lorenzo, nella Cappella che un tempo ospitava lo Sposalizio della Vergine dipinto dal pittore pievese allโ€™apice della sua carriera.

 


Il Museo del Capitolo e la mostra sono visitabili tutti i giorni dalle 10.30 alle 13.30 e dalle 14.30 alle 19.00 (ultimo ingresso 30 minuti prima della chiusura). Per informazioni e prenotazioni: 075 5724853 โ€“ 0758241011, isolasanlorenzo@genesiagency.it; info@secretumbria.it.

Raccontare il Perugino รจ la mostra a Palazzo Sorbello a Perugia, a due passi dalle 70 opere esposte nella Galleria nazionale dellโ€™Umbria, visitabile fino al 31 dicembre 2023.

Cominciare da qui prima di entrare tra le opere garantisce emozioni, svela segreti, rimette ordine nella Storia e scolpisce ricordi. Le opere dโ€™arte hanno un contesto complesso di cui sono anche espressione e, nel caso di Perugino questo riconosciuto, รจ indispensabile sapere anche il silenzio di cui hanno sofferto per il mancato sguardo, frutto di una pessima informazione delle fonti. Eccone alcuni cenni.

Madonna degli Alberelli, Casa Museo Palazzo Sorbello, Perugia

Questa remise en forme รจ stata possibile grazie a una divulgatrice ante litteram del Novecento: Maria Maddalena de Vecchi Ranieri (Marilena, madre di Ruggero Ranieri) che ha curato, raccolto e tramandato la ricca biblioteca dei marchesi Ranieri Bourbon di Sorbello. Biblioteca che ospita un ricco fondo di opere dedicate al Viaggio e quindi ai viaggiatori del Settecento e dellโ€™Ottocento che hanno visitato lโ€™Italia e lโ€™Umbria. ยซSono passati anniยป afferma Diego Brillini ยซdalla pubblicazione della prima edizione di Viaggiatori stranieri in Umbria, risultato di quella che forse fu la principale tra le fatiche intellettuali di Marilena de Vecchi Ranieriยป.

Si parte cosรฌ alla scoperta e riscoperta di Pietro Vannucci detto il Perugino. Tutti gli autori che hanno collaborato alla mostra e alla stesura del catalogo scrivono come gli insigni viaggiatori siano stati influenzati, a torto, dalle Vite di Giorgio Vasari, aretino, pittore poco richiesto, di sicuro il primo critico dโ€™arte che racconta degli artisti del suo tempo sulla base di valutazioni soggettive e spesso campanilistiche. Cosรฌ danneggiรฒ anche Pintoricchio, apostrofandolo come ยซdecoratore a metraggioยป. E danneggiรฒ Perugino e Perugia in quanto i grandi viaggiatori nei rispettivi diari fecero riferimento prevalente proprio al Vasari. Lo scrive Isabella Nardi citando Lalande, astronomo e intellettuale che nel suo Voyageย dโ€™un franรงois enย Italie fait dans les annรฉes 1765 et 1766 cita la povertร  infantile del pittore a cui avrebbe fatto da contraltare lโ€™aviditร  di guadagno e lโ€™invidia per Michelangelo. Continua la Nardi: ยซUna attribuzione sbagliata, da Perugino a Raffaello, รจ appunto argomento di conversazione tra Adriano Meis e la pettegola signorina Caporale nel Fu Mattia Pascal, pubblicato a puntate nel 1904 sulla Nuova Antologiaยป.

Perugino รจ stato un pittore molto richiesto, riceveva commesse a non finire in tante cittร  dโ€™Italia, fino a Napoli. Per questo meraviglia la poca accuratezza sullโ€™attribuzione delle sue opere o forse anche la poca curiositร , un controsenso per un viaggiatore spesso alla ricerca di percorsi non battuti. Alberto Sorbini nel suo saggio Perugino e i viaggiatori del Grand Tour: ยซPer la stragrande maggioranza degli intellettuali che venivano a visitare il Bel Paese, ciรฒ che era degno di ammirazione partiva dal divino Raffaello e poco o nulla degli artisti che lโ€™hanno precedutoโ€ฆ La damnatio memoriae del pittore di Cittร  della Pieve precede i viaggiatori che vengono in Italia. Si prenda ad esempio il Viaggio pittorescoโ€ฆ del 1671 opera del francese Giacomo Barriโ€ฆ riguardo alla cittร  di Perugia si citano lโ€™opera di Barocci nel Duomo, del ยซgran Raffaelloยป nella chiesa di San Severoโ€ฆ e infine un ยซquadro nobilissimoยป di Guido Reni nella Chiesa nuova di San Filippo Neri; non vi รจ traccia delle opere del Peruginoยป.

 

 

Perugino muore nel 1523. Per farla breve bisognerร  aspettare il 1907 con lโ€™Esposizione dโ€™antica arte umbra nella pinacoteca della cittร . ยซFu offerta unโ€™occasione in piรนยป cosรฌ Diego Brillini ยซper poter ammirare i capolavori della scuola umbra e del Perugino, molti dei quali concessi in prestito per lโ€™occasione da collezionisti privati, tra i quali figurano i fratelli Ruggero Ranieri Bourbon di Sorbello e Emanuele Ranieri, questโ€™ultimo al tempo proprietario della celebre Annunziazione Ranieri, opera giovanile del Perugino attualmente in deposito presso la Galleria Nazionaleยป. La differenza tra le opere di Perugino, Pintoricchio e Raffaello รจ forse evidente a chi ha avuto una frequentazione piรน ravvicinata. Una per tutte la postura delle figure: nel Perugino una maggiore compostezza rispetto allโ€™accenno di movimento di Pintoricchio che in Raffaello diventa quasi danzante, come fosse un anticipo del Cinema.

Sta di fatto che: ยซNessun quadro venne attribuito a Peruginoยป cosรฌ Francis Russel ยซnellโ€™inventario di Van Der Doort dellโ€™eccezionale collezione di re Carlo Iโ€ฆยป Unโ€™altra data topica per la ricostruzione storica รจ il 22 aprile del 1945. ยซUno degli ultimi importanti momenti della presenza alleataยป scrive Ruggero Ranieri ยซfu lโ€™organizzazione della mostra Quattro secoli di pittura in Umbria. Mostra celebrativa del V centenario della nascita di Pietro Perugino, aperta il 22 aprile del 1945 alla Galleria Nazionale dellโ€™Umbria, frutto della collaborazione fra i Monuments Men e il Soprintendente per le Gallerie e i Monumenti, Achille Bertini Colossoโ€ฆ Fu un evento di grande risonanza con la presenza dellโ€™allora Ministro della Pubblica Istruzione Vincenzo Arangio-Ruizโ€ฆ un catalogo stampato sia in versione italiana che inglese, 51 opere di cui ben 40 erano della Galleria nazionale stessaโ€ฆยป.

Tante storie nelle storie: ยซLโ€™iconografia della Madonna degli Alberelli Ranieri di Sorbelloยป cosรฌ Claudia Pazzini ยซcon le figure dagli sguardi rivolti in direzioni opposte e la particolare posa sinuosa dellโ€™infanteโ€ฆ ripete un fortunato schema compositivo che il Perugino propose per la prima volta nella Pala dei Decemviriโ€ฆ la fortunata invenzione fu copiata dalla maggioranza dei seguaci umbri e toscani del Vannucciยป. Dal danno alla beffa. ยซโ€ฆquesto rinato interesse per la conservazione delle pitture del Cambioยป scrive Cristina Galassi ยซil 1797 si rivelรฒ un anno terribile per le opere di Perugino: รจ noto che il pittore Jaques-Pierre Tinet fu inviato a Perugia allo scopo di ampliare la esigua lista di dipinti in precedenza predisposta da Jean-Antoine Gros e col fine di selezionare nuove opere, non comprese tra le cento indicate nel trattato di Tolentino, destinate al museo del Louvre. Perugino, nei famigerati elenchi delle requisizioni compilati in quellโ€™anno, finirร  malauguratamente, con lโ€™occupare un posto di assoluto privilegioยป.

 


  • Mostra Raccontare il Perugino dal 4 aprile al 31 dicembre 2023

Palazzo Sorbello, piazza Piccinino a Perugia.

Catalogo Raccontare il Perugino, impressioni e resoconti di viaggiatori stranieri in Umbria alla scoperta di Pietro Vannucci (Campisano editore)

ย 

  • Mostra Il meglio maestro dโ€™Italia. Perugino nel suo tempo

In esposizione 70 opere dal 4 marzo allโ€™11giugno 2023.

Galleria nazionale dellโ€™Umbria. Corso Vannucci, Perugia

Il catalogo di Dario Cimorelli Editore

 

  • Il Perugino a Porta S. Angelo, mostra di cartoline e documenti fino al 27 maggio

Biblioteca di San Matteo degli Armeni

Orario: Dal lunedรฌ al venerdรฌ 9.30-13.00 e 15.00-19.30

 

 

Attivitร  per famiglie che si svolgerร  domenica 7, 14, 21 maggio e domenica 11 giugno alle ore 17.00.

In occasione delle celebrazioni di Pietro Vannucci detto il Perugino, lโ€™Isola di San Lorenzo ospita – fino allโ€™11 giugno – il cantiere di restauro della Pala Martinelli, un dipinto su tavola realizzato dal pittore per la chiesa di San Francesco al Prato.

Nellโ€™ambito delle iniziative educative e formative, lโ€™Isola propone โ€˜Lโ€™arte di riparare la vita. Il restauro della Pala Martinelli e la tecnica del Kintusgiโ€™, unโ€™attivitร  per famiglie che si svolgerร  domenica 7, 14, 21 maggio e domenica 11 giugno alle ore 17.00. Partendo dallโ€™osservazione dellโ€™opera che presenta alcune โ€˜feriteโ€™ causate da circostanze diverse nel corso dei secoli, insieme ai visitatori grandi e piccoli, si svilupperร  un dialogo attorno al concetto di restauro e di cura dellโ€™opera dellโ€™arte. Unโ€™occasione significativa per scoprire da vicino il prezioso e minuzioso lavoro del restauratore che cercando di migliorare lโ€™aspetto dellโ€™opera, se ne prende cura con una serie di interventi mirati. Dopo aver osservato il dipinto e aver incontrato la sua storia e le sue vicende, sarร  possibile svolgere un laboratorio che prevede la sperimentazione della tecnica del Kintsugi su carta con lโ€™arte terapeuta Monica Grelli. Il kintusgi, che letteralmente significa โ€˜riparare con lโ€™oroโ€™, รจ unโ€™antica tecnica di restauro giapponese, in cui le linee di rottura dellโ€™oggetto, sono lasciate visibili ed evidenziate con polvere dโ€™oro: le โ€˜cicatriciโ€™ diventano cosรฌ una bellezza da esibire e da valorizzare, la fragilitร  dellโ€™oggetto diviene un punto di forza e al tempo stesso di perfezione.โ€ฏย 

Una lunga storia, fatta di ferite e di cure, diventa il centro dellโ€™attivitร  didattica. Cosรฌ come San Sebastiano, protagonista del dipinto รจ ferito dalle frecce del martirio, anche lโ€™opera appare ferita, colpita non dalle frecce ma da circostanze che ne hanno lasciato il segno: il foglio strappato su cui si andrร  a lavorare diviene espressione delle ferite di ognuno che vengono colmate e collegate con lโ€™oro che funge da collante.โ€ฏโ€ฏIl laboratorio รจ unโ€™occasione che permette alle famiglie di scoprire lโ€™importante ruolo che il restauro assume nella vita delle opere dโ€™arte, ma anche unโ€™opportunitร  per incontrare e conoscere le potenzialitร  dellโ€™arte nella vita dellโ€™uomo, attraverso lโ€™incontro con la bellezza.โ€ฏโ€ฏย 

โ€ฏ


Per il laboratorio รจ prevista la prenotazione obbligatoria allโ€™indirizzo: info@secretumbria.it o allo 075 8241011- 370 1581907.ย 

Perugino e Signorelli sono per la nostra regione un orgoglio e un vanto; la loro arte รจ stata cosรฌ eccellente che sono riusciti a tenere uniti due mondi: quello del Verrocchio, di cui era allievo Perugino e quello di Piero della Francesca, maestro di Luca Signorelli.

Attraverso la storia della bellezza, dopo cinque secoli, continuiamo ad andare alla ricerca delle loro tracce nei luoghi piรน iconici dellโ€™Umbria. I loro capolavori non rappresentano solo un simbolo della nostra terra, ma sottolineano l’importanza e lo sviluppo di un Umanesimo che รจ penetrato nella nostra Penisola. รˆ proprio in Umbria infatti che Pietro Perugino รจ nato, qui ha mosso i suoi primi passi, ha iniziato la sua carriera e, dopo aver raggiunto il successo, รจ tornato.
Attraverso le parole di Paola Agabiti, Assessore Regionale alla Cultura e al Turismo Regione Umbria, possiamo infatti comprendere che Perugino e Signorelli: ยซhanno anticipato ed esaltato proprio quellโ€™Umanesimo di cui sono stati autorevoli protagonisti, ponendosi direttamente come attori del Rinascimento italiano. Le loro opere, la luce che ne traspare il loro tratto classico e al tempo stesso nitido e visionario ne definiscono la sconfinata maestria e ne manifestano la profonda influenza su decine di artisti loro contemporanei e non soloยป.
Entrambi morti nel 1523, Signorelli a Cortona, in Toscana, e Perugino a Fontignano, a sud-ovest di Perugia hanno lasciato tracce delle loro opere nel territorio delle due regioni. Entrambi celebri in vita, famosi e ricercati dai grandi committenti dell’epoca hanno influenzato i loro allievi tra i quali va ricordato il giovane Raffaello.

 

Perugino, Adorazione dei magi, 1507, affresco, 700 x 650 cm, Cittร  della Pieve, Oratorio di Santa Maria dei Bianchi

 

Nato a Cittร  della Pieve, Pietro Vannucci vi lavorรฒ in giovane etร , per poi tornarvi nei primi anni del 1500. Cittร  della Pieve, patria del meglio maestro dโ€™Italia, รจ un piccolo borgo al confine tra Umbria e Toscana, ricco di fascino e di straordinaria bellezza: la sua natura verdeggiante e incontaminata domina la Valdichiana e il lago Trasimeno; natura lussureggiante ispiratrice dei piรน eccellenti pittori del Rinascimento.
Nei pressi del duomo รจ affissa una targa la quale ricorda che un tempo vi era la casa della famiglia Vannucci. Lโ€™artista in cittร , venne chiamato dalla confraternita dei Bianchi per i quali realizzรฒ un grande affresco per la cappella dellโ€™oratorio raffigurante lโ€™Adorazione dei Magi. Figure dominanti sono la Vergine e il Bambino, i Magi riccamente vestiti sono raffigurati in primo piano, alle loro spalle verdi colline di una vallata umbra; nellโ€™opera Perugino realizza un perfetto connubio tra uomini, paesaggio e architettura, integrandoli perfettamente.
Lโ€™artista fu lโ€™iniziatore di un nuovo modo di dipingere quello della cosiddetta maniera moderna, caratterizzata dalla purezza formale, dalle ampie composizioni, da un disegno ben definito ed elegante e i personaggi liberati dalle caratteristiche terrene e investiti di un’aria angelica.

 

Perugino. “Madonna con Bambino e i santi Gervasio, Pietro, Paolo e Protasio”, 1514, olio su tavola, 240 x 220 cm, Duomo, Cittร  della Pieve

 

In cittร , inoltre, si trova la Cattedrale dei Santi Gervasio e Protasio. La chiesa sorge nel luogo dellโ€™antica pieve edificata probabilmente nel 1600. La facciata รจ costruita da due materiali diversi: pietre e laterizi, lโ€™interno a navata unica presenta grandi cappelle laterali che custodiscono opere di allievi del Perugino come Domenico Paride Alfani e Giacomo di Guglielmo e una tela realizzata dal Pomarancio e Salvio Savini.
Sempre nella cattedrale รจ conservata una tavola lignea rappresentante la Madonna con i santi Gervasio, Protasio, Pietro e Paolo. Il Perugino inserisce madre e figlio nel registro superiore in una cornice a forma di mandorla, antico simbolo di vita e di rinascita poichรฉ il mandorlo รจ il primo albero a fiorire in primavera. Nel registro inferiore sono presenti san Pietro con le chiavi del Paradiso, Paolo con una lunga spada e il libro e Gervasio e Protasio patroni di Cittร  della Pieve; alle loro spalle vi รจ lโ€™iscrizione con la data della consegna e la firma dellโ€™autore.
Il pavimento della chiesa รจ riprodotto anche nell’opera: ai piedi dei personaggi infatti ben si nota un pavimento a forme geometriche.

 

 

ยซMi piace pensare che Vannucci non sarebbe potuto essere il Perugino e non avrebbe potuto creare quel linguaggio artistico legato al paesaggio di cui รจ stato innovatore, se non fosse stato umbroยป.

A 500 anni dalla morte, il 3, 4, 5 aprile arriva nei cinema italiani Perugino. Rinascimento immortale, prodotto da Ballandi e diretto da Giovanni Piscaglia che, insieme a Marco Pisoni e Filippo Nicosia, ne ha realizzato anche il soggetto. Il documentario, attraverso la voce dellโ€™attore Marco Bocci, racconta la vita e le opere del Divin Pittore, partendo dal legame con lโ€™Umbria e dai paesaggi luminosi che spesso lโ€™artista ha immortalato sullo sfondo dei suoi dipinti.

Il regista Giovanni Piscaglia. Foto by Alessandro Bachiorri

Ma รจ soprattutto un docufilm che vuole riscattare la figura di Pietro Vannucci, dandogli il giusto posto nella storia dellโ€™arte e mettendone in luce le novitร , i meriti e il carattere.
Il progetto, sostenuto dal Ministero della Cultura, Regione Umbria e Arpa Umbria, vanta gli interventi di esperti come il direttore della Galleria Nazionale dellโ€™Umbria Marco Pierini, il direttore delle Gallerie degli Uffizi di Firenze Eike Schmidt, la professoressa di Storia dellโ€™architettura presso lโ€™Universitร  di Firenze Emanuela Ferretti, il geografo allโ€™Universitร  di Bologna Franco Farinelli, la storica dellโ€™arte della Galleria Nazionale dellโ€™Umbria Veruska Picchiarelli, lo storico Franco Cardini, il coreografo e ballerino Virgilio Sieni. Il regista Giovanni Piscaglia ci racconta il suo film, ma soprattutto ci regala un Perugino forse inedito e meno conosciuto che si merita di stare tra i grandi nomi dellโ€™arte italiana.

Giovanni, il docufilm vuole essere in qualche modo un riscatto per lโ€™artista, non solo allievo di Piero Della Francesca e maestro di Raffaelloโ€ฆ

รˆ il primo film che racconta la sua figura e ha quindi lo spirito di riabilitarne la memoria. Siamo abituati a sentir parlare di Perugino sempre legato a qualcun altro e soprattutto accostato a Raffaello: questo marchio รจ dovuto a Giorgio Vasari che nelle sue Vite lo ridimensiona a figura di secondo livello, descrivendolo con toni dispregiativi e riportando aneddoti e tratti del carattere negativi. Vasari lo inserisce tra i maestri dai quali distaccarsi e che realizzano unโ€™arte sorpassata; riesce a elogiarlo solo quando si bagna nellโ€™Arno e va a lavorare a Firenze. Prima, per lui, รจ solo un pittore provinciale. Il docufilm vuole smentire il biografo, portando allo spettatore prove e documenti, ascoltando le voci dei maggiori studiosi e storici dellโ€™arte, analizzando le opere nel dettaglio e cercando una veritร  diversa da quella giunta fino ai giorni nostri con lโ€™obiettivo di riscattarlo.

รˆ un artista amato e richiesto nel suo tempo, che perรฒ sbiadisce nel corso dei secoli successiviโ€ฆย 

Esatto. Perugino รจ stato spesso criticato per la sua impostazione artigianale molto tecnica, che si basava sulla bottega. รˆ stato uno straordinario capo bottega e proprio grazie al suo laboratorio ha realizzato dipinti che hanno fatto il giro dโ€™Italia, dettando e creando un vero e proprio linguaggio pittorico. Questo lo ha reso una star, allโ€™epoca. La sua sfortuna perรฒ รจ stata quella di vivere a lungo e diventare contemporaneo di Leonardo, Raffaello e Michelangelo: tre geni che a differenza sua lavoravano di loro mano e che inventarono figure di rottura. Vannucci divenne cosรฌ un pittore obsoleto ancor prima del tempo.

 

Foto by Alessandro Bachiorri

Quali sono gli aspetti della sua figura che vengono messi piรน in risalto nel film?

Come detto, il primo obiettivo รจ quello di riconsegnargli la fama che aveva quando era in vita. Cโ€™รจ poi un aspetto fondamentale che รจ quello sul suo attaccamento al territorio umbro: nonostante molti lo considerino un pittore fiorentino – perchรฉ a Firenze ha raggiunto la sua maturitร  e ha avuto la consacrazione da Lorenzo il Magnifico che lo ha portato ad affrescare la Cappella Sistina – il legame col territorio dโ€™origine รจ stato presente per tutta la sua vita. I paesaggi che dipinge non sono paesaggi umbri reali, perรฒ i colori, le valli, la vegetazione e i laghi ricordano quelli dellโ€™Umbria. Mi piace pensare che Vannucci non sarebbe potuto essere il Perugino, e non avrebbe potuto creare quel linguaggio artistico legato al paesaggio di cui รจ stato innovatore, se non fosse stato umbro. Unโ€™altra parte fondamentale del film รจ quella che lo celebra come un vero pittore. Un artista che amava ciรฒ che faceva e che soprattutto amava lโ€™arte; che รจ morto a Fontignano con il pennello ancora in mano mentre dipingeva lโ€™ennesima Adorazione dei pastori. Anche se vecchio e in declino ha continuato a sviluppare le sue opere e a essere a suo modo innovatore. Questo รจ per confutare quello che Vasari – e molti dellโ€™epoca – pensavano di lui, e cioรจ che fosse un pittore avaro e legato ai soldi, che dipingeva solo per arricchirsi e non per una necessitร  artistica.

Lei, che idea si รจ fatto?

Penso che sia stato un uomo del suo tempo e che sicuramente ha avuto un buon senso degli affari. Aveva creato un marchio di fabbrica e uno stile riconoscibile che si รจ diffuso in tuttโ€™Italia. Era un uomo che sapeva concentrarsi molto e che non lasciava niente al caso, perchรฉ i suoi dipinti, ancora oggi, hanno grande freschezza: penso a quelli di Panicale e Cittร  della Pieve. Era un ottimo pittore e possedeva una notevole maestria, oltre a essere uno straordinario disegnatore e uno straordinario interprete delle figure femminili. Insomma, un uomo di luce e ombra: da una parte sapeva fare affari e ottenere grandi commissioni, utilizzava la bottega per fare piรน opere possibili e spesso sempre uguali, ma questo non deve distogliere lโ€™attenzione dal fatto che aveva unโ€™ottima mano.

 

Durante le riprese del docufilm. Foto by Alessandro Bachiorri

Comโ€™รจ partito il progetto del docufilm?

Il progetto รจ nato grazie allโ€™amicizia e alla stima reciproca che mi lega alla Galleria Nazionale dellโ€™Umbria e in particolare al direttore Marco Pierini. Sono stato davvero felice e onorato quando il direttore mi ha chiamato un giorno dโ€™agosto di due anni fa, dicendomi: ยซGiovanni, che ne pensi di realizzare un soggetto per un documentario su Perugino?ยป Ecco, tutto รจ nato da lรฌ. Devo dire che non saremmo arrivati a questa felice conclusione se non ci fosse stata una relazione di stima e fiducia con lโ€™intero staff della Galleria, che ha messo a disposizione i locali per le riprese anche in orari insoliti.

Sono presenti anche scene di danza. Come mai questa scelta?

Lโ€™idea mi รจ venuta perchรฉ avevo visto Virgilio Sieni, uno tra i piรน grandi coreografi e ballerini, realizzare una serie di performance tratte dai quattro Cenacoli storici di Firenze. Ho trovato questo spazio bellissimo e assolutamente sconosciuto ai piรน e quindi ho pensato di coinvolgerlo. Sieni sostiene che, sebbene Perugino sembri un pittore statico, le sue figure sono degli incubatori di atteggiamenti che si possono sviluppare attraverso la danza. Danza che, in questo caso, fa muovere figure cristallizzate dalla pittura.

La voce narrante รจ lโ€™attore umbro Marco Bocciโ€ฆ

Sรฌ. Marco Bocci รจ riuscito a dare alla storia – che รจ un poโ€™ la parabola di un artista che tocca il cielo e poi cade – unโ€™interpretazione partecipata e intima, ma allo stesso tempo leggera. รˆ stato disponibile e si รจ dimostrato da subito molto coinvolto nel progetto. Con lui siamo riusciti a girare โ€“ รจ la prima volta che mi capita con un attore – in tante location diverse: dalla Galleria Nazionale dellโ€™Umbria al Collegio del Cambio, fino allโ€™isola Polvese.

 

Marco Bocci e Giovanni Piscaglia. Foto by Alessandro Bachiorri

Perchรฉ lโ€™isola Polvese?

Grazie allโ€™Arpa – che รจ partnership nel progetto – abbiamo potuto girare nellโ€™isola anche in inverno. Secondo me, nessun luogo meglio della Polvese poteva identificare e fotografare il momento finale di un artista maturo e in decadenza. Quei luoghi e Marco Bocci, solo nella natura, chiudono il cerchio alla perfezione sulla vita di Perugino.

ย Per concludere: รจ soddisfatto del lavoro finale?

Sono molto soddisfatto. รˆ stata una produzione avventurosa e gestita bene, nonostante le difficoltร , con un grande dialogo. Posso dire che non ho nessun rimorso. Anche le musiche, composte da Eraldo Bernocchi, arricchiscono lโ€™opera, donandole una componente coinvolgente ed emotiva.

 

 

Tanti gli eventi: restauro dal vivo della Pala Martinelli, da San Sepolcro si trasferisce a Perugia lโ€™Ascensione di Vannucci e “Lo Sposalizio della Vergine” sarร  riprodotto da unโ€™azienda di Cittร  di Castello.

La Pala di Santโ€™Onofrio di Luca Signorelli ha lasciato la sua casa presso il Museo del Capitolo della Cattedrale di San Lorenzo a Perugia per traslocare allโ€™interno della Galleria Nazionale dellโ€™Umbria. Resterร  lรฌ fino allโ€™11 giugno in occasione della mostra Il meglio maestro d’Italia. Perugino nel suo tempo, che verrร  inaugurata sabato 4 marzo. Il trasferimento di Santโ€™Onofrio rientra nelle celebrazioni dei 500 anni dalla morte di Perugino e Signorelli, che giorno dopo giorno entrano sempre piรน nel vivo.

ยซLโ€™operazione รจ frutto della collaborazione tra Isola San Lorenzo e Galleria Nazionale dellโ€™Umbria: la Pala del pittore toscano รจ stata infatti concessa in prestito per la grande mostra e al Museo del Capitolo รจ arrivata la Pala Martinelli โ€“ Martirio di San Sebastiano, opera del Perugino, che realizzรฒ per la Chiesa di San Francesco al Prato e che fino a oggi si trovava nel deposito della Galleria. Qui si terrร  anche il suo restauro dal vivo, realizzato dallโ€™impresa CBC – Conservazione Beni Culturali e saranno organizzate delle visite guidate a contatto con lโ€™opera e con chi esegue la riqualificazione.
Inoltre, dal Duomo di San Sepolcro si sposta a Perugia lโ€™Ascensione di Cristo sempre del Perugino e potrร  essere ammirata al museo da giugno a settembre. Infine, da metร  settembre fino allโ€™8 dicembre, ricreeremo una bottega rinascimentale e lโ€™azienda di Cittร  di Castello Bottega tifernate realizzerร  una riproduzione in scala 1:1 dello Sposalizio della Vergine con la tecnica della pictografia. La riproduzione resterร  in esposizione in Cattedrale, per poi diventare un pezzo della collezione del Museo. Ma di tutti questi eventi ne riparleremo in modo piรน approfonditoยป spiega lโ€™architetto Alessandro Polidori, direttore dellโ€™Ufficio diocesano per i Beni culturali ecclesiastici. Tutto questo rientra nel progetto della Diocesi di Perugia – Cittร  della Pieve, curato da Genesi (che si occupa del Complesso monumentale della Cattedrale Isola di San Lorenzo), Perugino nel segno del tempo, classificato terzo al bando del Comitato Nazionale.
ยซIl progetto prevede inoltre dei percorsi che, partendo dallโ€™Isola di San Lorenzo andranno a toccare tutti i luoghi dove sono presenti le opere di Vannucci. Sarร  pubblicata anche una guida su questi itinerari, edita da Electa. Ma anche di questo avremo modo di parlare in seguitoยป prosegue lโ€™architetto Polidori.

La Pala di Santโ€™Onofrio di Luca Signorelli

Il dipinto, datato 1484, si trova nella cappella intitolata a Santโ€™Onofrio nella Cattedrale di Perugia, sulla quale aveva il patronato la famiglia cortonese dei Vagnucci.

Pala di Sant’Onofri, olio su tavola di Luca Signorelli, 1484

Uno dei membri della famiglia, Iacopo, fu vescovo della cittร  umbra dal 1449 e fu lโ€™artefice del cambiamento in chiave rinascimentale del Duomo. Nel transetto destro trovรฒ posto la cappella in cui Iacopo Vagnucci venne sepolto e che recava sullโ€™altare la Pala di Luca Signorelli. Lโ€™opera รจ molto importante, perchรฉ costituisce un punto fermo nel percorso dellโ€™artista toscano, mostra infatti lโ€™acquisizione dei temi centrali della pittura del suo tempo e regala al pubblico un dipinto di grande compiutezza stilistica.
Sulla tavola รจ dipinta la Vergine che siede al centro su un alto trono, intenta a leggere un volumetto rosso; il Gesรน le siede in grembo anchโ€™esso assorto. Quattro santi li affiancano: a destra San Lorenzo e Santโ€™Ercolano con le fattezze del vescovo Vagnucci, entrambi vestono sontuosi paramenti liturgici che rappresentano mirabile esempio di pitture nella pittura. A sinistra si trovano invece Giovanni Battista e Onofrio. Un angelo suona il liuto seduto ai piedi di Maria, omaggio alle composizioni in voga in area veneta.
La composizione e la disposizione delle figure – immerse in un paesaggio aperto – sono costruite con grande equilibrio e la luce, assieme al colore, definisce con nitidezza corpi e volumi. La natura morta del vaso di vetro in primo piano, rimanda allโ€™arte fiamminga e in particolare al Trittico Portinari di Hugo van der Goes.

Il nuovo allestimento del Museo della Cattedrale

Il Museo del Capitolo della Cattedrale – Isola di San Lorenzo di Perugia ha riaperto al pubblico mostrando una nuova veste e un nuovo allestimento. Il progetto coincide coi cento anni dalla sua apertura (1923-2023) e col quinto centenario della morte del Perugino e del Signorelli (1523-2023). Lโ€™allestimento, realizzato grazie al sostegno della Fondazione Perugia, segue un criterio tematico e non piรน cronologico: si tratta di un nuovo percorso in cui le opere selezionate raccontano la propria storia anche come espressione di un messaggio autentico in grado di arrivare al cuore del visitatore. Un fil rouge tra pittura, scultura, oreficeria, miniatura e tessile, che documenta il lungo dialogo che unisce e accomuna le diverse espressioni artistiche, testimonianza diretta di una committenza che ha trovato nella ricerca del bello uno strumento per incontrare Dio.

 

Il nuovo allestimento

 

ยซSi tratta di un percorso non piรน cronologico, ma di carattere scientifico-tematico a cui si puรฒ accedere non solo con visite guidate, ma anche in autonomia, grazie a moderni pannelli esplicativi. Ogni sala รจ intitolata a personalitร  e a opere significative caratterizzanti epoche della storia di Perugia e non solo. Basti pensare alle sale: Leone XIII, il Papa della Rerum Novarum e vescovo di Perugia dal 1846 al 1880; Perugia dei Papi; Santโ€™Anello che la cattedrale custodisce; Parato Armellini; Luca Signorelli dove si trova la Pala di Sant’Onofrio; Speranza e affidamento che vede esposte le opere con carattere devozionale che i perugini hanno fatto realizzare in momenti di difficoltร  come la peste; Agostino Di Duccio con allโ€™altare che lui fa nel 1473 allโ€™interno della Cattedrale; Diocesi-Cattedrale-Museo, dedicata alla storia del museoยป illustra lโ€™architetto Alessandro Polidori, curatore del nuovo progetto.

ยซIl 2023 sarร  tutto dedicato al Perugino con esposizioni e tante iniziative. Negli ultimi 20 anni del โ€˜400 รจ stato il numero uno in tutta Italiaยป.

Nel cuore di Perugia cโ€™รจ uno scrigno che raccoglie opere dโ€™arte, storia della cittร  e collezioni che portano il visitatore a fare un viaggio dal XIII al XIX secolo. Un luogo che perรฒ guarda al futuro, che dialoga con lโ€™utente e mette al centro la conservazione dei suoi tesori. La Galleria Nazionale dellโ€™Umbria ha cambiato pelle, grazie al restyling durato un anno e portato a termine nel luglio 2022.
Un allestimento rinnovato e moderno, tante novitร  e un sistema di conservazione unico al mondo. Il direttore Marco Pierini ci racconta tutto questo, ma soprattutto ci parla delle celebrazioni dei 500 anni dalla morte del figlio di Perugia: Perugino.

Marco Pierini, direttore della Galleria Nazionale dell’Umbria. Credits Marco Giugliarelli

 

Dopo il rinnovamento dello scorso anno, la Galleria Nazionale dellโ€™Umbria รจ diventata un luogo moderno e allโ€™avanguardiaโ€ฆ

Speriamo, noi ci crediamo! Nuovi allestimenti e moltissime novitร  nel percorso, tra cui nuove opere, sale monografiche e un efficace sistema dโ€™illuminazione con luci fredde – abbiamo messo anche delle pellicole alle finestre cosรฌ da filtrare i raggi ultravioletti e infrarossi. Ma, cosa piรน importante, un nuovo metodo di conservazione allโ€™avanguardia, perchรฉ il nostro primissimo compito รจ quello di proteggere le opere. Per questo abbiamo realizzato delle basi inedite โ€“ non ce lโ€™hanno in nessun museo al mondo โ€“ che consentono di distanziare di un metro lโ€™opera della parete con un sistema di cartografi e di ruote, in questo modo il restauratore puรฒ girarci attorno per ispezionarla e intervenire se necessario. รˆ unโ€™operazione che si fa in 5 minuti, da soli: prima occorrevano diverse ore per smontarla, 3-4 persone e la chiusura della sala; adesso basta estrarla dal muro con queste basi semoventi per poter intervenire. Come dicevo, la conservazione รจ fondamentale: le opere le raccontiamo, le esponiamo ma in primis le conserviamo.

In unโ€™intervista parlava di voler realizzare un museo non solo accessibile, ma anche accogliente: รจ riuscito nel suo intento?

Lo spero, me lo dovete dire voi (ride). Lโ€™intento รจ di dare la possibilitร  a tutti di godere della nostra esposizione con molta serenitร ; con opere che siano ben distanziate e non troppo fitte; spiegate in modo chiaro e con un linguaggio semplice; ben illuminate e con delle sedute molto comode e diffuse lungo il percorso. Inoltre, dare la possibilitร  di ricaricare il cellulare, di avere informazioni supplementari, insomma, abbiamo provato a rendere il museo – che รจ un museo storico – un luogo contemporaneo. Questo si unisce a tutta una serie di attivitร  proposte questi anni: concerti, presentazioni e spettacoli. Lโ€™obiettivo รจ diventare un centro di produzione di arti contemporanee, invece di un semplice luogo che espone il suo patrimonio e alle 19 chiude il portone.

 

Sala 1, Lโ€™arte del Duecento in Umbria. Credits Marco Giugliarelli

I visitatori hanno apprezzato il nuovo allestimento?

รˆ molto apprezzato dal pubblico che ce lo dice e lo scrive nei commenti, ma anche dalla critica: ne hanno parlato tutti in maniera molto lusinghiera. Per tre riviste importanti come ArtsLife, Artribune e Il Giornale dellโ€™Arte siamo stati dichiarati Museo dellโ€™anno 2022, mentre Apollo Magazine di Londra ci ha inserito nella short list dei 5 musei del 2022. รˆ una bella soddisfazione.

E in termini di numeri come sta andando?

Lโ€™anno migliore che abbiamo avuto negli ultimi 15 anni รจ stato il 2019, anche perchรฉ avevamo in esposizione la Madonna Benois di Leonardo. Oggi, confrontandoci con quellโ€™anno, abbiamo un aumento del 7%-8%, quindi vuol dire che rispetto alla media siamo oltre il 25%. Devo dire che sta andando molto bene!

Qual รจ lโ€™opera di maggior attrazione, anche se non รจ la piรน famosa?

Sicuramente Piero della Francesca e la grande croce di 5 metri dipinta del Maestro di San Francesco che accoglie i visitatori nella Sala 1, che ha un forte impatto. Ma anche il giovane Perugino รจ molto apprezzato.

 

Sala 13, Polittico di Santโ€™Antonio di Piero della Francesca. Credits Marco Giugliarelli

Non possiamo non parlare del Perugino: questโ€™anno ricorrono i 500 anni dalla sua morte e in Galleria sono presenti oltre 20 opere. Si tratta sicuramente il luogo piรน adatto per celebrarlo.

Esatto. Abbiamo la collezione piรน vasta al mondo delle sue opere, oltre al fatto che รจ nato a Cittร  della Pieve e che ha lavorato per piรน di ventโ€™anni nella sua bottega a Perugia. Si faceva chiamare lui stesso Perugino, quindi non poteva che essere qui la mostra celebrativa.

Da marzo infatti รจ prevista unโ€™esposizione curata da lei e da Veruska Picchiarelli dal titolo: Il meglio maestro dโ€™Italia. Perugino nel suo tempo in occasione della quale torna a Perugia lo Sposalizio della Vergine. Ci racconti questo evento.

Dal 4 marzo allโ€™11 giugno 2023 la Galleria celebra, con una grande mostra, Pietro Vannucci, il piรน importante pittore attivo negli ultimi due decenni del Quattrocento. Il progetto espositivo, composto da oltre settantacinque opere, ha scelto dโ€™individuare solo dipinti del Vannucci antecedenti al 1504, anno nel quale lavorava a tre commissioni che segnano il punto piรน alto della sua carriera: la Crocifissione della Cappella Chigi in Santโ€™Agostino a Siena, la Lotta fra Amore e Castitร  giร  a Mantova, ora al Louvre di Parigi, e soprattutto lo Sposalizio della Vergine per la cappella del Santo Anello del Duomo di Perugia, oggi nel Musรฉe des Beaux-Arts di Caen (Francia). Lโ€™opera รจ stata requisita dai francesi nel 1797 e non รจ piรน tornata a Perugia; รจ stata esposta in Italia solo una volta alla Pinacoteca di Brera nel 2015. Torna nella cittร  dโ€™origine dopo due secoli. Saranno presenti anche altri artisti suoi contemporanei come Raffaello, Botticelli e Ghirlandaio. Ma lโ€™obiettivo dellโ€™esposizione รจ quello di far vedere il Perugino migliore: nei suoi cinquantโ€™anni di carriera, gli ultimi 20 non sono di livello, quindi ci soffermiamo sui primi anni. Ci piaceva lโ€™idea di rivalutare lโ€™artista, non perchรฉ รจ stato un ottimo allievo di Verrocchio o il maestro di Raffaello, ma per quello che lui stesso ha realizzato. Negli ultimi 20 anni del โ€˜400 era molto richiesto: ha affrescato la Cappella Sistina, ha lavorato in Piemonte, in Lombardia, a Venezia, in Romagna, a Napoli, a Roma, a Siena, a Firenze e a Perugia, creando un vero linguaggio nazionale. Lโ€™esposizione rifletterร  sul ruolo che ha effettivamente svolto nel panorama artistico contemporaneo e sul rapporto che lo ha legato ai protagonisti di quellโ€™epoca, seguendo geograficamente gli spostamenti del pittore o delle sue opere attraverso lโ€™Italia.

Mi piace molto il titolo: Il meglio maestro dโ€™Italia. Perchรฉ questa scelta?

Il meglio maestro รจ una frase che il banchiere Agostino Chigi scrive il 7 novembre 1500 a suo padre Mariano quando viene a sapere che vuole commissionare unโ€™opera al Perugino. Nella lettera indirizzata al padre dice: ยซQuando vuol far di sua mano รจ il meglio maestro dโ€™Italiaยป. Da un lato รจ un gran complimento, dallโ€™altro lo accusa di far lavorare molto la bottega e di fare poco lui. Noi abbiamo eliminato la prima parte e lasciato il meglio maestro dโ€™Italia perchรฉ – come le dicevo – per un certo periodo, dal Piemonte alla Calabria, tutti dipingevano come il Perugino. Negli ultimi ventโ€™anni del โ€˜400 e non ce nโ€™era per nessuno. Era il numero uno.

 

Pietro di Cristofori Vannucci detto il Perugino, Adorazione dei Magi, 1475. Credits Haltadefinizioneยฎ

Ci saranno altre iniziative organizzate della Galleria sempre per celebrare Vannucci?

รˆ previsto un docufilm, che uscirร  nelle sale cinematografiche ad aprile, prodotto dalla Ballandi e diretto da Giovanni Piscaglia, con Marco Bocci come protagonista, che anche noi abbiamo contribuito a produrre. Poi facciamo un podcast con Chora Media, uno speciale su Il Giornale dellโ€™Arte e tante altre iniziative per promuovere questโ€™anno speciale. A settembre sono previste altre due esposizioni piรน piccole. Diciamo che il 2023 sarร  un anno tutto dedicato a Pietro Vannucci!

Se pensi al Perugino pensi a Perugia e allโ€™Umbria, ma nei suoi quadri si riscontrano realmente questi luoghi?

Di norma si dice che i suoi paesaggi sono paesaggi del Trasimeno, ma รจ vero fino a un certo punto. Sono soprattutto dโ€™invenzione, con degli specchi dโ€™acqua che possono richiamare anche il lago. Anche le architetture sono molto di fantasia, perรฒ chiaramente un poโ€™ di Umbria cโ€™รจ senzโ€™altro. Soprattutto cโ€™รจ la cultura del suo tempo e del suo territorio e i costumi dellโ€™epoca.

 

Sala 20, Ductus. Roberto Paci Dalรฒ. Credits Marco Giugliarelli

Il museo ha altri progetti in programma?

Faremo, insieme a Umbria Jazz, la mostra per il cinquantenario della manifestazione e i soliti due concerti al giorno con loro; poi cโ€™รจ la stagione con lโ€™Umbria che spacca e ovviamente la nostra programmazione musicale ad agosto. Questโ€™anno perรฒ vogliamo concentrarci in particolare sulle attivitร  espositive visto il grande lavoro di restyling che abbiamo realizzato.

 

 


Galleria Nazionale dell’Umbria

  • 1