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Tanti gli eventi: restauro dal vivo della Pala Martinelli, da San Sepolcro si trasferisce a Perugia lโ€™Ascensione di Vannucci e “Lo Sposalizio della Vergine” sarร  riprodotto da unโ€™azienda di Cittร  di Castello.

La Pala di Santโ€™Onofrio di Luca Signorelli ha lasciato la sua casa presso il Museo del Capitolo della Cattedrale di San Lorenzo a Perugia per traslocare allโ€™interno della Galleria Nazionale dellโ€™Umbria. Resterร  lรฌ fino allโ€™11 giugno in occasione della mostra Il meglio maestro d’Italia. Perugino nel suo tempo, che verrร  inaugurata sabato 4 marzo. Il trasferimento di Santโ€™Onofrio rientra nelle celebrazioni dei 500 anni dalla morte di Perugino e Signorelli, che giorno dopo giorno entrano sempre piรน nel vivo.

ยซLโ€™operazione รจ frutto della collaborazione tra Isola San Lorenzo e Galleria Nazionale dellโ€™Umbria: la Pala del pittore toscano รจ stata infatti concessa in prestito per la grande mostra e al Museo del Capitolo รจ arrivata la Pala Martinelli โ€“ Martirio di San Sebastiano, opera del Perugino, che realizzรฒ per la Chiesa di San Francesco al Prato e che fino a oggi si trovava nel deposito della Galleria. Qui si terrร  anche il suo restauro dal vivo, realizzato dallโ€™impresa CBC – Conservazione Beni Culturali e saranno organizzate delle visite guidate a contatto con lโ€™opera e con chi esegue la riqualificazione.
Inoltre, dal Duomo di San Sepolcro si sposta a Perugia lโ€™Ascensione di Cristo sempre del Perugino e potrร  essere ammirata al museo da giugno a settembre. Infine, da metร  settembre fino allโ€™8 dicembre, ricreeremo una bottega rinascimentale e lโ€™azienda di Cittร  di Castello Bottega tifernate realizzerร  una riproduzione in scala 1:1 dello Sposalizio della Vergine con la tecnica della pictografia. La riproduzione resterร  in esposizione in Cattedrale, per poi diventare un pezzo della collezione del Museo. Ma di tutti questi eventi ne riparleremo in modo piรน approfonditoยป spiega lโ€™architetto Alessandro Polidori, direttore dellโ€™Ufficio diocesano per i Beni culturali ecclesiastici. Tutto questo rientra nel progetto della Diocesi di Perugia – Cittร  della Pieve, curato da Genesi (che si occupa del Complesso monumentale della Cattedrale Isola di San Lorenzo), Perugino nel segno del tempo, classificato terzo al bando del Comitato Nazionale.
ยซIl progetto prevede inoltre dei percorsi che, partendo dallโ€™Isola di San Lorenzo andranno a toccare tutti i luoghi dove sono presenti le opere di Vannucci. Sarร  pubblicata anche una guida su questi itinerari, edita da Electa. Ma anche di questo avremo modo di parlare in seguitoยป prosegue lโ€™architetto Polidori.

La Pala di Santโ€™Onofrio di Luca Signorelli

Il dipinto, datato 1484, si trova nella cappella intitolata a Santโ€™Onofrio nella Cattedrale di Perugia, sulla quale aveva il patronato la famiglia cortonese dei Vagnucci.

Pala di Sant’Onofri, olio su tavola di Luca Signorelli, 1484

Uno dei membri della famiglia, Iacopo, fu vescovo della cittร  umbra dal 1449 e fu lโ€™artefice del cambiamento in chiave rinascimentale del Duomo. Nel transetto destro trovรฒ posto la cappella in cui Iacopo Vagnucci venne sepolto e che recava sullโ€™altare la Pala di Luca Signorelli. Lโ€™opera รจ molto importante, perchรฉ costituisce un punto fermo nel percorso dellโ€™artista toscano, mostra infatti lโ€™acquisizione dei temi centrali della pittura del suo tempo e regala al pubblico un dipinto di grande compiutezza stilistica.
Sulla tavola รจ dipinta la Vergine che siede al centro su un alto trono, intenta a leggere un volumetto rosso; il Gesรน le siede in grembo anchโ€™esso assorto. Quattro santi li affiancano: a destra San Lorenzo e Santโ€™Ercolano con le fattezze del vescovo Vagnucci, entrambi vestono sontuosi paramenti liturgici che rappresentano mirabile esempio di pitture nella pittura. A sinistra si trovano invece Giovanni Battista e Onofrio. Un angelo suona il liuto seduto ai piedi di Maria, omaggio alle composizioni in voga in area veneta.
La composizione e la disposizione delle figure – immerse in un paesaggio aperto – sono costruite con grande equilibrio e la luce, assieme al colore, definisce con nitidezza corpi e volumi. La natura morta del vaso di vetro in primo piano, rimanda allโ€™arte fiamminga e in particolare al Trittico Portinari di Hugo van der Goes.

Il nuovo allestimento del Museo della Cattedrale

Il Museo del Capitolo della Cattedrale – Isola di San Lorenzo di Perugia ha riaperto al pubblico mostrando una nuova veste e un nuovo allestimento. Il progetto coincide coi cento anni dalla sua apertura (1923-2023) e col quinto centenario della morte del Perugino e del Signorelli (1523-2023). Lโ€™allestimento, realizzato grazie al sostegno della Fondazione Perugia, segue un criterio tematico e non piรน cronologico: si tratta di un nuovo percorso in cui le opere selezionate raccontano la propria storia anche come espressione di un messaggio autentico in grado di arrivare al cuore del visitatore. Un fil rouge tra pittura, scultura, oreficeria, miniatura e tessile, che documenta il lungo dialogo che unisce e accomuna le diverse espressioni artistiche, testimonianza diretta di una committenza che ha trovato nella ricerca del bello uno strumento per incontrare Dio.

 

Il nuovo allestimento

 

ยซSi tratta di un percorso non piรน cronologico, ma di carattere scientifico-tematico a cui si puรฒ accedere non solo con visite guidate, ma anche in autonomia, grazie a moderni pannelli esplicativi. Ogni sala รจ intitolata a personalitร  e a opere significative caratterizzanti epoche della storia di Perugia e non solo. Basti pensare alle sale: Leone XIII, il Papa della Rerum Novarum e vescovo di Perugia dal 1846 al 1880; Perugia dei Papi; Santโ€™Anello che la cattedrale custodisce; Parato Armellini; Luca Signorelli dove si trova la Pala di Sant’Onofrio; Speranza e affidamento che vede esposte le opere con carattere devozionale che i perugini hanno fatto realizzare in momenti di difficoltร  come la peste; Agostino Di Duccio con allโ€™altare che lui fa nel 1473 allโ€™interno della Cattedrale; Diocesi-Cattedrale-Museo, dedicata alla storia del museoยป illustra lโ€™architetto Alessandro Polidori, curatore del nuovo progetto.

Alcune ricette tipiche sono parte integrante, a mio avviso, nel processo di โ€œbevagnizzazioneโ€ e, soprattutto chi รจ abituato a sapori decisi, di fronte a certi piatti non sa proprio dir di no!

Bevanate da poco tempo

Avevo giร  raccontato, nell’articolo Son pistoiese, ma grazie a Dante diverrรฒ umbro, le motivazioni che mi hanno spinto a scegliere l’Umbria dove vivere ed essere felice. Sono toscano, per metร  pistoiese e per metร  fiorentino, un po’ guelfo e un po’ ghibellino. Ho convinto anche mia moglie, per metร  livornese e per metร  pisana a lasciar Pistoia come degna tana. L’indecisione su dove mettere residenza era circoscritta ai paesi di Spello, Trevi e Montefalco, ma poi ho scoperto Bevagna ed รจ stato amore a prima vista. Sono ormai passati piรน di due anni, e mai scelta fu piรน azzeccata! Siamo due tasselli di un puzzle mozzafiato, siamo due pedine nel costante processo di bevagnizzazione, neologismo che sta a indicare un modello di vita elegante e al tempo stesso genuino, armonioso e sereno proprio di questo borgo.

 

Chiesa di San Silvestro, foto di Enrico Mezzasoma

Bevagna in poche parole

Descrivere Bevagna in poche parole รจ impresa ardua, il rischio รจ quello di non riconoscere appieno la bellezza e la storia che si respira in ogni vicolo e in ogni piazza. Mi limiterรฒ a suggerirvi di visitare la Cinta muraria (XIII e XIV secolo) con le sue porte e le sue torri, il Palazzo dei Consoli la cui costruzione risale al 1270, la Chiesa di San Michele del 1070, a mio avviso straordinaria, la Chiesa di San Silvestro, notevole esempio di architettura romanica, la Pinacoteca Comunale, tappa imperdibile per gli appassionati di arte religiosa, l’Accolta o lavatoio pubblico, realizzato in un invaso in cui confluiscono le acque del fiume Clitunno che fuoriescono formando una cascata. Piazza Garibaldi, appena entrati da porta San Giovanni, in questo periodo in fase di restauro, รจ destinata a diventare una delle piazze piรน belle dell’Umbria. E poi c’รจ il Mercato delle Gaite, incredibile festa di stampo medievale dove tutta la cittร  viene coinvolta nella rivisitazione della vita a Bevagna tra il 1250 e il 1350.

Abituati ai sapori forti

Da buoni toscani non abbiamo peli sulla lingua, talvolta parliamo con una schiettezza che rasenta la brutalitร . Il parlare con la C aspirata, con il nostro tipico intercalare e con la nostra schiettezza non sempre ci porta a essere simpatici, ma i toscani sono fatti cosรฌ, o si amano o si odiano. I peli non li abbiamo sulla lingua, ma nemmeno sullo stomaco, infatti spesso siamo privi di scrupoli, specialmente in cucina dove non ci preoccupiamo delle conseguenze di fronte a un piatto ignorante.
Siamo abituati fin da piccoli ai sapori forti, a piatti da delinquenti come il carcerato di Pistoia, tipica zuppa a base di interiora, pane raffermo e pepe. Siamo cresciuti a suon di ribollita (zuppa di pane e verdure), lampredotto (abomaso di vitello, quarto stomaco di vitello), buzzini di baccalร  (la trippa del baccalร ) e il cibreo tipica ricetta fiorentina fatta con rigaglie di pollo.
A Livorno e Pisa i ragazzi crescono a padellate di Cacciucco (irriverente zuppa di pesce) e a fette generose di torta co’bischeri (dolce con abbondante cacao). Detto ciรฒ, quando ci siamo trasferiti in Umbria siamo andati alla ricerca di piatti forti e tipici regionali e ce ne sono tre, tutti bevanati, a cui non so dir di no!

 

Baccalร 

I piatti a cui non si dice mai di no!

Il primo รจ il baccalร  con le pacche secche. Ricetta agrodolce da preparare per la vigilia di Pasqua, ma va bene per tutto l’anno.

Ingredienti per 6 persone: 700 gr di filetto di baccalร , sedano, carota, cipolla, un barattolo di polpa di pomodoro, 100 g di uva passa, 200 g di prugne, pinoli e abbondanti spicchi di mela essiccata. Per la mela consiglio di utilizzare la meletta roscia ‘nco, frutto autoctono che si puรฒ reperire, da ottobre in poi, presso il laboratorio vivaio lungo le mura di Bevagna.

Procedimento: dopo aver tenuto il baccalร  per 2 giorni in ammollo, cambiando frequentemente l’acqua, lo si taglia a strisce lunghe 5 centimetri. Far soffriggere in olio extra vergine di oliva cipolla, carota e sedano tritati. Una volta appassiti, aggiungere il baccalร , prugne, uva passa, spicchi di meletta roscia ‘nco essiccati e pinoli. Dopo qualche minuto versare la polpa di pomodoro e continuare la cottura per una quindicina di minuti. Personalmente lo preferisco in bianco, senza l’aggiunta di pomodoro e per rendere la ricetta un po’ piรน teppista lascio 2 o 3 filetti di baccalร  in padella a fuoco vivacissimo fintanto che non si forma una crosticina bronzata. L’accompagno volentieri con un rosato IGP di Montefalco.

 

Il secondo piatto sono le lumache al tegame. Gli antichi Romani apprezzavano molto le lumache, pensavano che avessero proprietร  medicinali e afrodisiache.

Ingredienti per 6 persone: 1 kg di lumache, un ciuffetto di mentuccia, prezzemolo, 5 spicchi d’aglio, 5 alici, 250 g di polpa di pomodoro (di quella buona mi raccomando), ยฝ bicchiere di vino bianco.

Procedimento: le lumache vanno fatte spurgare per parecchi giorni e poi lavate accuratamente in acqua corrente. Messe a lessare, con il loro guscio, con la mentuccia, sale e 2 spicchi d’aglio, vanno fatte cuocere una mezz’ora dopo il punto di bollitura. Preparare a parte un pesto di aglio, prezzemolo e alici e versarlo in una casseruola insieme alle lumache lessate e scolate, con generoso olio extra vergine di oliva. Quando si sono ben insaporite aggiungere la polpa di pomodoro, cuocere ancora un po’ prima di aggiungere il vino bianco. Evaporato il vino ancora 2 minuti e il piatto รจ pronto. Le lumache vanno mangiate belle calde. Ci sono delle simpatiche forchettine per lumache ma noi le preferiamo acciuffarle con il classico stuzzicadenti di legno. A mio parere qui ci vuole un doppio calice per un doppio abbinamento di vino. Se alle lumache si abbina anche una bella fetta di pane abbruschettato e agliato ci vedo bene un rosso di Montefalco, se mangiate in semplicitร  un grechetto ci sta piรน che bene.

 

prodotti tipici umbri

Roveja

 

Il terzo piatto รจ la zuppa di roveja con salsiccia. Cos’รจ la roveja? รˆ un legume di antichissima tradizione e si dice uno degli alimenti portanti della dieta preistorica. Conosciuto anche come pisello di campo si presenta sotto forma di piccole sfere dal colore marrone. Solo pochissime aziende, soprattutto a Castelluccio di Norcia e a Colfiorito, hanno rimesso in coltura questo legume dopo anni di disuso. รˆ un piatto tipico di Bevagna anche perchรฉ facilitati nell’acquistarlo nel tipico negozio specializzato in legumi nei pressi di Porta Cannara (o Porta San Giovanni). La roveja ha bisogno di almeno 24/36 ore di ammollo.

Ingredienti per 6 persone: 500 g di roveja, carota, sedano e cipolla, olio, aglio, timo, alloro, polpa di pomodoro e 4 salsicce (preferibilmente quelle di Norcia).

Il procedimento รจ molto semplice: in una casseruola bella capiente far soffriggere un battuto di carota, sedano e cipolla in olio extra vergine di oliva. Aggiungere la salsiccia a pezzetti e sfumare con vino bianco, quindi mettere uno spicchio di aglio, il timo e l’alloro. Contate fino a venti e versate la polpa di pomodoro e la roveja reidratata dalle ore di ammollo. Salare e pepare quanto basta e continuare la cottura, aggiungendo dell’acqua, fintanto che questo incredibile legume non sarร  abbastanza tenero. Si consiglia di passare un po’ di questo legume nel passaverdure per rendere la zuppa piรน gustosa. Per questa zuppa vedo ben abbinata una birra artigianale decisamente strutturata e aromatizzata, in Umbria c’รจ l’imbarazzo della scelta, di birrifici artigianali ce ne sono a volontร .

Per finire un vinum dulcis

Sto parlando dell’ippocrasso, quel vino dolce e speziato attribuito al padre della medicina moderna Ippocrate di Kos. Io di fronte all’ippocrasso mi comporto esattamente come un tedesco o un inglese quando ordina un cappuccino dopo gli spaghetti alle vongole o alla pizza capperi e acciughe. Lo berrei sempre, in qualsiasi situazione e il fatto che viene consigliato come aperitivo particolare o come digestivo a fine pasto mi consola un po’!

Ingredienti: 1 litro di vino rosso, 100 gr di miele, 3 bastoncini di cannella, 1 cucchiaio di zucchero, 3 chiodi di garofano e un pizzico di noce moscata.

Il procedimento prevede tre passaggi: 1) Pestare le spezie in un mortaio, 2) Versare il vino, il miele e le spezie in un recipiente a chiusura ermetica e lasciate riposare per 24 ore, 3) Filtrare con una garza per ottenere un prodotto limpido.

 

Buon appetito a tutti!

Si svolgerร  sabato 25 febbraio, alle ore 17 presso lโ€™Auditorium Gioacchino Messinaย di Palazzo Coelli, sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto, la presentazione pubblica della Guida di Repubblica Perugino e Signorelli โ€“ I 500 anni di due maestri dellโ€™arte italiana.

 

La Guida, realizzata in collaborazione con Assogal Umbria e Regione Umbria, sarร  disponibile in edicola (12 euro piรน il prezzo del quotidiano) e online allo store ilmioabbonamento.gedi.it/iniziative/guide dal 27 febbraio. Sarร  presto anche in libreria, su Amazon e su Ibs.

โ€œPerugino e Signorelli li classificherei come due emblemi assoluti, uno dellโ€™arte religiosa cattolica e lโ€™altro dellโ€™arte religiosa cristiana ma non di stretta osservanza, un colossale preludio alla crisi del protestantesimoโ€. Cosรฌ Claudio Strinati, storico dellโ€™arte tra i piรน celebri del nostro Paese, nell’intervento che apre la Guida. In Guida anche i racconti d’autore di Flavio Caroli, storico dellโ€™arte e professore ordinario di Storia dell’arte moderna, e Cristina Galassi, professoressa di Storia della critica d’arte all’Universitร  degli Studi di Perugia e direttore della Scuola di specializzazione in beni storico artistici formata da 13 atenei.

โ€œUna Guida che vi accompagnerร  per tutto il 2023 attraverso i luoghi dove รจ possibile mettere insieme ed ammirare i capolavori di Perugino e Signorelli โ€“ afferma nella sua introduzione il direttore delle Guide di Repubblica Giuseppe Cerasa – a cominciare dalla cappella di San Brizio nel duomo di Orvieto per finire al collegio del Cambio nel palazzo dei Priori a Perugia, al martirio di San Sebastiano a Panicale, alla galleria nazionale dell’Umbria, sempre a Perugia che รจ impegnata in una serie di eventi per ricordare questo anniversario assieme ai Comuni di Cortona, di Cittร  della Pieve, di Todi, Marsciano, Panicale, Trevi, Cittร  di Castello, Montefalco, Foligno (solo per citarne alcuni) col supporto dei Gal radicati in questi territori. Ne รจ venuto fuori un calendario ricco e raffinato. Noi vogliamo accompagnarvi in questo viaggioโ€.

La gara di Bartocciate 2023 se l’aggiudica Giovanni Alunni con “Bartoccio e Mencarone per Perugiaโ€ฆ ncol magone!”

Il Bartoccio

Anche quest’anno si รจ svolta la tradizionale gara carnevalesca di Bartocciate,ย versi dialettali che Bartoccio – maschera tipica perugina che risale al 1600 – enuncia per colpire i personaggi noti, per smascherare i soprusi dei potenti e per evidenziare le lacune e le malefatte della societร , suscitando riso, ma anche riflessione.

L’evento folkloristico ha visto la partecipazione di 15 autori (Stefano Vicarelli, Giampiero Contena, Giovanni Alunni, Italo Landrini, Marco Fusi, Marinella Boco, Gian Paolo Migliarini, Fernanda Mollica, Nuvoletta Giugliarelli, Sergio Tardetti, Anna Martellotti, Fraido, Grifetta Sofy, Angela Lombardi, Giuseppe Pieristรจ e Mario Ficola), che si sono dati battaglia a colpi di rime e dialetto. Un’attenta votazione nelle mani dei presenti ha decretato poi il vincitore, Giovanni Alunni (per il secondo anno consecutivo) con la Bartocciata dal titolo: Bartoccio e Mencarone per Perugiaโ€ฆ ncol magone!
ยซCon il mio stornello metto in evidenza la fine di quel circuito di botteghe e mestieri – ben presente negli anni ’80 e primi anni ’90 specialmente nel Borgo d’Oro (Porta Santโ€™Angelo). Nell’operoso quartiere perugino infetti, erano presenti mestieri che si tramandavano di generazione in generazione e che ora sono spariti, questo ha a che fare anche con lo spopolamento del centro storicoยป ci spiega lโ€™autore.

Gal Trasimeno-Orvietano, sviluppo locale e territori rurali: ottimo riscontro da parte degli stakeholder sia pubblici che privati sul lavoro che si sta per concludere e altrettanto coinvolgimento sulla nuova programmazione.

Ottima partecipazione degli attori locali, sia pubblici che privati, alla serie di incontri che il Gal Trasimeno-Orvietano ha organizzato in varie parti del territorio per la definizione delle linee strategiche e dei temi che accompagneranno la nuova programmazione per il futuro quinquennio, per il quale รจ chiamato a rispondere al bando della Regione in scadenza il 28 febbraio prossimo.

Una occasione utile anche per fare un consuntivo del lavoro fin qui svolto, soprattutto rispetto alla programmazione che sta per scadere, ma anche dellโ€™impatto complessivo che lo strumento LEADER ha avuto in quasi un trentennio dalla sua nascita. Sotto questo aspetto con soddisfazione i responsabili del Gal hanno apprezzato i plausi ricevuti sia da parte della componente pubblica che di quella privata, registrando un utile impatto sul territorio anche delle relative ricadute in termini di sostegno allโ€™economia locale. Con questo importante incoraggiamento, che verrร  comunque approfondito proprio nella parte finale dellโ€™attuale lavoro, si รจ voluto affrontare il tema del nuovo periodo 2023/2027 le cui decisioni si baseranno da una parte sullโ€™analisi economica del territorio, sullโ€™evoluzione degli indici piรน importanti, punti di forza e di debolezza, dallโ€™altra parte si farร  tesoro del riscontro che darร  la fase partecipativa bottom up ovvero la raccolta di proposte progettuali, necessitร  e fabbisogni del territorio, calibrati proprio sulla base del contributo di idee degli stakeholders pubblici e privati, che vede una importante partecipazione, segno anche del riconoscimento si una ย presenza che il Gruppo di Azione Locale ha costantemente condiviso con lโ€™intero territorio del Trasimeno e dellโ€™Orvietano. Per quanto concerne il primo aspetto, che รจ anche propedeutico allโ€™analisi Swot che evidenzierร  non solo lโ€™evoluzione o meno di una economia locale, ma anche i suoi punti di forza e di debolezza, rilievo fondamentale per impostare le politiche attive della nuova programmazione. Ciรฒ che si rileva in questa parte del lavoro, in fase di realizzazione, รจ innanzitutto una tendenza allo spopolamento dellโ€™area che solo nellโ€™ultimo anno sembra aver perso oltre il 4% della popolazione, รจ anche molto evidente lโ€™impatto negativo per esempio sul numero delle imprese e sulla crisi in particolare di alcuni settori, quali per esempio il manifatturiero, e gli effetti negativi in generale che hanno prodotto, la pandemia come una guerra alle porte dellโ€™Europa e una crisi energetica senza precedenti.

 

 

Nellโ€™anno che si รจ appena concluso invece abbiamo assistito in entrambe le aree a una forte ripresa del settore del Turismo, sia in termini di arrivi e presenze che di permanenza media, e di conseguenza dei settori del commercio legati alla ristorazione o ai servizi connessi. Per quanto riguarda invece la cosiddetta programmazione dal basso il territorio esprime una certa vivacitร  e conferma la necessitร  del sostegno agli eventi, soprattutto quelli di grande livello, in continuitร  con la programmazione attuale, riconoscendo a questa strategia un ruolo molto importante soprattutto in termini di sostegno al turismo cosiddetto di nicchia o culturale in un momento nel quale peraltro molti Enti locali sono stati costretti a ridurre drasticamente le spese in questi settori.ย  Come pure indice di ripresa รจ la richiesta di sostegno agli investimenti da parte delle imprese e delle associazioni di categoria. Queste, come altre considerazioni che stanno emergendo dal lavoro che la struttura tecnica del Gal insieme a quella politica stanno portando avanti, e che porteranno alla decisione sulla scelta dei temi e delle strategie. Intanto si invitano tutti i cittadini, le imprese, gli Enti locali a sottoporre ancora suggerimenti anche attraverso la mail galtogalto.info i contatti con la sede 0578/297011 e le informazioni che possono pervenire anche oltre gli appuntamenti delle assemblee pubbliche.

Il 24 febbraio prossimo lโ€™assemblea dei soci del Gal Trasimeno โ€“ Orvietano, che ha un partenariato molto ampio, sarร  chiamata a decidere su questi temi. A seguire la scadenza del 28 febbraio il prossimo appuntamento con la programmazione CSR 2023/2027 sarร  per la preparazione del nuovo Piano di Azione Locale che preparerร  le linee programmatiche del futuro quinquennio.

La FAP (Fundaciรณn Antonio Pรฉrez) di Cuenca e la Collezione Privata di Roberto Polo espongono 43 opere di Rossella Vasta sino al prossimo 19 marzo, in Spagna.

La Fundaciรณn Antonio Pรฉrez, uno dei musei di arte moderna e contemporanea di Cuenca, la cittadina spagnola nota per la sua importante offerta culturale, ospita 43 lavori su carta realizzati dall’artista italiana Rossella Vasta di proprietร  della collezione privata Roberto Polo, che con questa mostra inaugura le iniziative culturali che commemorano l’attivitร  della Fondazione nel suo venticinquesimo anno. La mostra si รจ aperta alla presenza del Vicepresidente della Regione di Castilla-La Mancha, Josรฉ-Luis Martรญnez Guijarro, il Presidente della provincia di Cuenca, Alvaro Martรญnez Chana, del collezionista e storico dโ€™arte, Roberto Polo, la Vicepresidente della FAP, Fรกtima Garcรญa, e il direttore della Fondazione Jesรบs Carrascosa. Nelle parole di Roberto Polo โ€œla straordinaria serie di opere su carta dell’artista Rossella Vasta, intitolata Entanglements, concilia simultaneamente i concetti abitualmente presunti come irriconciliabili, di rappresentazione figurativa e non figurativa; astrazione biomorfica; geometrica e volumetrica; visione pittorica e lineare; tutto in uno spazio cosmico e infinito che, con l’intreccio delle trame compositive, rivela un mondo embrionale nel processo di divenire..โ€. Il tema dell’Entanglements quantico รจ la fonte d’ispirazione dei lavori di Vasta nel tentativo di rendere visibile l’invisibile, a corredo della mostra il preziosissimo catalogo con testi del critico Italo Tomassoni e del matematico e collezionista Kirill Petrin, dedicato alla nota storica dell’arte statunitense Barbara Rose recentemente scomparsa.

Sabato 11 Febbraio, in occasione dellโ€™Humus Music Fest – edizione invernale, presso il cinema teatro Zenith di Perugia รจ stato presentato alle istituzioni e al pubblico il mediometraggio dalle sfumature blues La Ballata del Trasimeno, che vede come protagonista lโ€™attore romano Massimiliano Varrese nei panni di Roberto Giansoni, chiaro rimando al bluesman Robert Johnson.

 

Prodotto da Visualcam APS, associazione culturale che ha sede nel Comune di Corciano e che raccoglie professionisti del settore cineaudiovisivo, il mediometraggio vede lโ€™esordio nel cinema del regista umbro nonchรฉ presidente Mauro Magrini. Scritto da Arianna Fiandrini – che ne รจ anche interprete nel ruolo di Giulia, la fotografa del Trasimeno Blues – e con i dialoghi dellโ€™attore Mirko Revoyera che veste i panni del coprotagonista, il pescatore Renzo, racconta la storia di un poliziotto infiltrato che, dopo una brutta vicenda nei sobborghi di una grande cittร , viene sottoposto al programma di protezione dal vicequestore Antonio (interpretato dal cantante e ora anche attore Antonio Ballarano) e spedito in Umbria, al lago Trasimeno, dove dovrร  diventare un pescatore.

La natura, il lago Trasimeno che รจ il vero protagonista di questa storia, le tradizioni, il blues e la genuinitร  delle persone pian piano cambiano lo stato dโ€™animo del protagonista che, affascinato, poco a poco si integra felicemente, anche grazie ai personaggi come Jart (interpretato dal bluesman Fabrizio Martin).

 

 

Il medioetraggio รจ stato coprodotto da Philms e NoviFilm e molti partner hanno contribuito alla sua realizzazione: Trasimeno Blues, Corebook, AboutUmbria, Cantabris, il Ristorante lโ€™Acquario con il suo B&B e la Locanda dei Pescatori. รˆ stato sponsorizzato da Frantoio Berti, Farmacentro e Umbria in Vespa e patrocinato da Regione Umbria Assemblea Legislativa, GAL Trasimeno Orvietano, Comune di Castiglione del Lago, Comune di Magione e Unione dei Comuni del Trasimeno.

Alla proiezione erano presenti Simona Meloni per la Regione Umbria, Matteo Burico per il Comune di Castiglione del Lago e lโ€™Unione dei Comuni del Trasimeno, Vanni Ruggeri per il Comune di Magione, Francesco Mangano e Andrea Braconi per il Comune di Corciano. Lโ€™evento, sold out, si รจ concluso con le musiche della colonna sonora proposte live dal cast e dal regista, di fronte a un pubblico caldo e partecipe. Il video dellโ€™evento รจ stato realizzato da Filippo Fagioli (Philms) e Matteo Novelli (NoviFilm), le foto da Leonardo Corgna.

 


ย Per maggiori informazioni: www.laballatadeltrasimeno.it

Un circo itinerante per le vie di Terni, uno spettacolo teatrale, un cortometraggio in due lingue e tanti eventi. La cittร  celebra San Valentino in diverse forme sotto la guida artistica dellโ€™attore e autore ternano Stefano de Majo.

Il Circo dellโ€™Amore รจ un corteo di artisti che, attraverso differenti discipline – dalla danza aerea alla giocoleria, dalla street band jazz alla clowneria โ€“ ha animato nei giorni scorsi le vie di Terni narrando, come degli antichi cantastorie pop, le vicende del Patrono. Oggi, 14 febbraio, il tutto si arricchisce con unโ€™esibizione teatrale e la proiezione del cortometraggio (entrambi anche in lingua inglese) su San Valentino e la sua Valle Incantata.

 

The Enchanted Valley of Saint Valentine

Il cortometraggio scritto, diretto e interpretato da Stefano de Majo – prodotto da Teatro Acciaio, con il contributo dellโ€™associazione Teatro Acciaio e Associazione Claudio Conti e il patrocinio del Comune di Terni – racconta le vicende di San Valentino e ripercorre, in un immaginifico viaggio nel tempo e nello spazio, lโ€™intera storia degli antichi Umbri Naharki che vissero nel territorio ternano prima degli Etruschi e dei Romani. Infatti, ancor prima di Valentino in questa terra giร  si respirava lโ€™amore grazie al Ver Sacrum – la primavera sacra – ovvero lโ€™istituto migratorio che spingeva le giovani coppie di innamorati, dedite allโ€™agricoltura e allโ€™allevamento, a mettersi in cammino verso nuove terre da coltivare. Questo permise al popolo degli Umbri di estendersi nel segno dellโ€™amore e della pace, senza far uso di armi, fino al Po e al Mare Adriatico, formando la cosiddetta Grande Umbria, come attestano autori come Scilace e Strabone, Dionigi dโ€™Alicarnasso e Plino il Vecchio.
Il corto racconta anche la vita del Santo protettore degli innamorati che nacque a Terni: la leggenda vuole che avesse unito in matrimonio un soldato romano pagano di nome Sabino a una giovane cristiana ternana chiamata Serapia. Lโ€™unione tra i due giovani di religione diversa fu osteggiata dalle rispettive famiglie e punita dallโ€™imperatore Aureliano, che sentenziรฒ la condanna a morte del vescovo ternano.
La storia sembra anticipare di mille anni quella di Giulietta e Romeo di Shakespeare e richiama altre due figure di innamorati, Piramo e Tisbe, resi eterni dalla letteratura classica dei Greci prima e poi attraverso i versi in latino di Ovidio.
Con questa narrazione della durata di 12 minuti non vuole solo recuperare la storia del personaggio religioso, che fu un uomo di grande cultura del suo tempo, ma anche renderlo un moderno veicolo di in coming turistico del territorio ternano.

 

Tante le ispirazioni

Nella ricostruzione del Santo Valentino, nella doppia versione cinematografico e circense teatrale, di de Majo – reso in versione pop nel suo Circo dellโ€™Amore cosรฌ come nel cortometraggio – si fondono le vicende autentiche e sacrali del martire e la tradizione letteraria anglosassone, di Geoffrey Chaucer e Shakespeare, ma anche riferimenti a Edgar Allan Poe con le Valentine, cartoline dโ€™amore che hanno contribuito a fare del santo umbro il protettore degli innamorati nel mondo. Non mancano anche riferimenti allโ€™Amor Cortese o ai celebri versi di Dante per Beatrice, cosรฌ come le libere rivisitazioni di autori contemporanei come quella del romanzo di Arnaldo Casali dal titolo La Rosa di Valentino.

Stefano de Majo nelle vesti di Valentino

In questo passo del testo teatrale e cinematografico di Stefano de Majo si fa riferimento ai due elementi tipici di Valentino, il vento e la rosa: infatti la leggenda vuole che un vento si levi ogni 14 febbraio nel ricordo della sua decapitazione, mentre la rosa รจ da ricondursi al fiore con cui Valentino omaggiรฒ Sabino e Serapia ammonendoli di averne cura e di farne un simbolo del loro amore.

ยซโ€ฆPrendete questa rosa, essa รจ il simbolo del vostro amore. Tenetela insieme con le vostre mani, in modo da restare uniti attraverso di lei. E abbiatene cura e guardatela sempre. Non guardate voi stessi ma la vostra rosa. Perchรฉ lโ€™amore non รจ guardarsi lโ€™un lโ€™altro ma tutti e due nella stessa direzione. E non stringetela troppo o la soffocherete, nรฉ troppo poco o la perderete. Cosรฌ รจ lโ€™amore, come la vostra rosa. Rendetela forte come la pietra, in modo che non appassisca mai, proprio come le rose del deserto. Avete presente le rose del deserto? Sono fatte di minuscoli granelli di sabbia mossi da tempestosi venti. I venti nel deserto possono accecarvi con la sabbia fino a farvi smarrire la strada. Ma se saprete restare uniti non vi perderete mai e saranno proprio quegli stessi venti a rendervi forti come pietra, come le rose del deserto, che non appassiscono mai e durano in eternoยป.

Chi lโ€™ha detto che una cena romantica debba essere necessariamente al ristorante? Ecco la mia proposta per stupire anche in casa e coccolare lโ€™ospite.

Ebbene, ci siamo: manca poco a San Valentino, la festa dellโ€™amore, delle coppie, ma soprattutto la piรน dibattuta di sempre, tra chi la odia e la considera solo una riuscita operazione di marketing. Ma cโ€™รจ anche chi non vede lโ€™ora di godersi una cena romantica con la dolce metร . Che piaccia o meno, San Valentino torna puntuale ogni anno e coinvolge anche la tavola: per chi non volesse festeggiare fuori e avere zero pensieri puรฒ affidarsi a me, uno chef privato a casa vostra, che penserร  veramente a tutto: dalla creazione del menu allo shopping fino alla pulizia finale! Lโ€™atmosfera diventa magnetica tra le mura di casa. Un percorso di gusto che fa tappa tra i vostri piatti preferiti. Unโ€™occasione per regalare unโ€™emozione unica e personalizzata sui vostri ricordi piรน belli. Il tutto non ha costi neppure proibitivi: per un servizio tailor made che comprende, volendo, anche la proposta di abbinamento dei vini ai piatti in menu. Quindi questo San Valentino regala alla tua metร  uno chef privato a casa tua!

 

Lemon meringue tart

Per voi una mia ricetta da preparare per San Valentino

Per la frolla:

  • Farina 00 300 g
  • Zucchero a velo 100 g
  • Burro freddo 150 g
  • Uovo 1

Per la crema:

  • Polpa di limone 200 g
  • Latte 250 g
  • Tuorli 3
  • Zucchero 70 g
  • Farina 40 g
  • Gelatina in fogli 7 g

Per la meringa:

  • Albumi (ca. 90 g) 3
  • Zucchero 180 g
  • Acqua 45 ml

Per guarnire:

Noci pecan 3 pezzi

 


Preparazione

Preparate la frolla. Amalgamate la farina, zucchero, burro e lโ€™uovo. Impastate bene e formate una palla. Coprite con pellicola e riponete in frigo a riposare almeno mezzโ€™ora. Mettete in ammollo la gelatina in un poโ€™ dโ€™acqua. In un pentolino scaldate il latte e spegnete il fuoco prima che inizi a bollire. In una bowl formate una pastella con le uova, zucchero e farina. Versate il latte caldo e amalgamate bene. Rimettete tutto il composto sul fuoco, mescolando continuamente fino a che la crema non sarร  densa. Togliete dal fuoco, strizzate la gelatina e versatela nella crema. Amalgamate bene con frusta a mano, coprite con pellicola e trasferitela in frigorifero. Riprendete la frolla, stendetela con un matterello a uno spessore di 1 cm circa. Prendete un anello per tartellette o delle formine apposite e formate il guscio di frolla. Bucate il fondo con una forchetta e fate cuocere in forno preriscaldato a 150ยฐC per 15-20 minuti fino a doratura della frolla. Sfornate i gusci e lasciateli raffreddare su una gratella.

 

 

Preparate la meringa. Portate a bollore acqua e zucchero fino al raggiungimento di 121ยฐc. Versate a filo lo sciroppo sugli albumi che state montando a neve. Continuate a montare fino a che la meringa sarร  diventata soda. Trasferite la meringa in una sac a poche. Riprendete la crema dal frigo. Mescolate di nuovo con una frusta a mano. Riempite il guscio con la crema. Decorate la superficie con la meringa a ciuffi o liscia. Passate la fiamma sulla superficie della meringa solo in alcuni punti, con un cannello da cucina. Ponete le mini tart in frigo prima di servire e guarnite con le noci pecan.

 


Per saperne di piรน

Il volume sarร  presentato mercoledรฌ 8 febbraio (ore 17.30) presso la Sala della Vaccara a Perugia

Quaranta illustri personaggi: il volume firmato da Giulia Ciacci e Laura Zazzerini per Intermedia Edizioni ripercorre le vite di coloro che hanno arricchito il prestigio del capoluogo umbro. I profili sono presentati sotto forma di ยซmedaglioni brevi e incisiviยป, come li definisce Leonardo Varasano nella prefazione al libro, e sono impreziositi dai ritratti illustrati da Giulia Ciacci.

ยซImpresa arduaยป, scrivono le autrici, ยซscegliere i grandi di Perugiaยป: il I volume della collana presenta una selezione che non segue un ordine cronologico o tematico, ma propone vividi exempla di quanti hanno aggiunto ยซuno scintillio in piรน al lustro della cittร ยป. I quaranta ritratti sono come carte da gioco che si lasciano mescolare dal lettore: vite avvincenti e aneddoti inaspettati rivelati, alla fine di ogni biografia, con accattivanti curiositร  sul personaggio. Dai nomi piรน noti, come Luisa Spagnoli o Gerardo Dottori, ai protagonisti della storia del calcio perugino, passando per letterati, patrioti e filosofi del calibro di Giuseppe Prezzolini, Aldo Capitini, Sandro Penna, senza tralasciare il passato piรน remoto e le sue glorie.

Alla presentazione, che avrร  luogo mercoledรฌ 8 febbraio alle 17.30 presso la Sala della Vaccara, oltre alle autrici interverranno lโ€™assessore alla cultura del Comune Leonardo Varasano, il coordinatore editoriale Marco Nicoletti e il critico dโ€™arte Andrea Baffoni, in un incontro tutto perugino: una cittร  che celebra la propria storia.

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