Attività per famiglie che si svolgerà domenica 7, 14, 21 maggio e domenica 11 giugno alle ore 17.00.
In occasione delle celebrazioni di Pietro Vannucci detto il Perugino, l’Isola di San Lorenzo ospita – fino all’11 giugno – il cantiere di restauro della Pala Martinelli, un dipinto su tavola realizzato dal pittore per la chiesa di San Francesco al Prato.
Nell’ambito delle iniziative educative e formative, l’Isola propone ‘L’arte di riparare la vita. Il restauro della Pala Martinelli e la tecnica del Kintusgi’, un’attività per famiglie che si svolgerà domenica 7, 14, 21 maggio e domenica 11 giugno alle ore 17.00. Partendo dall’osservazione dell’opera che presenta alcune ‘ferite’ causate da circostanze diverse nel corso dei secoli, insieme ai visitatori grandi e piccoli, si svilupperà un dialogo attorno al concetto di restauro e di cura dell’opera dell’arte. Un’occasione significativa per scoprire da vicino il prezioso e minuzioso lavoro del restauratore che cercando di migliorare l’aspetto dell’opera, se ne prende cura con una serie di interventi mirati. Dopo aver osservato il dipinto e aver incontrato la sua storia e le sue vicende, sarà possibile svolgere un laboratorio che prevede la sperimentazione della tecnica del Kintsugisu carta con l’arte terapeuta Monica Grelli. Il kintusgi, che letteralmente significa ‘riparare con l’oro’, è un’antica tecnica di restauro giapponese, in cui le linee di rottura dell’oggetto, sono lasciate visibili ed evidenziate con polvere d’oro: le ‘cicatrici’ diventano così una bellezza da esibire e da valorizzare, la fragilità dell’oggetto diviene un punto di forza e al tempo stesso di perfezione.
Una lunga storia, fatta di ferite e di cure, diventa il centro dell’attività didattica. Così come San Sebastiano, protagonista del dipinto è ferito dalle frecce del martirio, anche l’opera appare ferita, colpita non dalle frecce ma da circostanze che ne hanno lasciato il segno: il foglio strappato su cui si andrà a lavorare diviene espressione delle ferite di ognuno che vengono colmate e collegate con l’oro che funge da collante. Il laboratorio è un’occasione che permette alle famiglie di scoprire l’importante ruolo che il restauro assume nella vita delle opere d’arte, ma anche un’opportunità per incontrare e conoscere le potenzialità dell’arte nella vita dell’uomo, attraverso l’incontro con la bellezza.
Per il laboratorio è prevista la prenotazione obbligatoria all’indirizzo: info@secretumbria.it o allo 075 8241011- 370 1581907.
Visitare il Museo del Capitolo significa fare un viaggio a ritroso nella storia di Perugia: la storia cittadina naturalmente, ma anche quella geologica, religiosa, rituale. Una serie di elementi che restituiscono il quadro di una città in pieno fermento, oggi come allora.
A guidarci in questo viaggio ci sono l’architetto Alessandro Polidori e Maria Eletta Benedetti, storica dell’arte che fa parte dello staff di IsolaSan Lorenzo, un progetto che prende il nome dal complesso architettonico che, richiamando l’insula romana, comprende la Cattedrale di San Lorenzo, l’area archeologica di Perugia sotterranea, la loggia di Braccio Fortebracci e, appunto, il Museo del Capitolo.
L’esposizione del Museo del Capitolo
Proprio quest’ultimo si apre al suo centesimo anno di vita con un nuovo percorso espositivo, presentato nel febbraio del 2023: diversamente dal restauro del 2000, l’esposizione non segue un criterio cronologico ma tematico, accorpando testimonianze diverse provenienti da quella che era l’area della Diocesi di Perugia-Città della Pieve, il confine di epoca comunale della Città di Perugia.
E così, dalla Sala dell’Accoglienza – già parte del nucleo originario del 1923 e contenente un ingegnoso strumento per votare in segreto – ci avviamo lungo il porticato dove sono conservati i reperti lapidei rinvenuti nella zona della Rocca Paolina e dell’acropoli perugina, della quale si può apprezzare la profondità affacciandosi dal camminamento introduttivo alle sale del Museo capitolare.
Il porticato
Il percorso continua attraverso opere, manufatti, paramenti sacri e ricostruzioni che fanno di ogni sala uno spaccato della storia perugina, siglato da firme artistiche più o meno note: basti pensare alla Pietà in marmo lunense di Agostino di Duccio che accoglie il retaggio di Raffaello, il cui retro, già scolpito, ne indica una probabile provenienza dal portale della precedente cattedrale; oppure al Gonfalone di San Fiorenzo di Benedetto Bonfigli, legato alla richiesta della grazia in occasione della recrudescenza della peste in città, con quell’angelo che srotola una lunga pergamena vergata con le colpe dei perugini; o, ancora, agli oggetti sacri che testimoniano la presenza della corte papale in città, non solo in caso di calamità – come il Messale portato dai crociati in fuga da San Giovanni d’Acri – ma anche… di dipartita improvvisa del pontefice. E, a Perugia, di papi ne morirono ben tre!
Reliquiario del Sacro Anello
Se è vero che gli oggetti sacri dialogano con le opere pittoriche, non poteva essere da meno il grande meccanismo prospettico restituito dal reliquiario del Sacro Anello – temporaneamente ospite al Museo – posto di fronte alla riproduzione del tanto conteso Sposalizio della Vergine di Pietro Vannucci detto Il Perugino, tornato ora a Perugia dopo due secoli ed esposto alla Galleria Nazionale dell’Umbria. Di questo reliquiario cinquecentesco che risiede stabilmente sull’altare della cappella in cui viene mostrato solo due volte all’anno – lasciata solo nel 1907, anno in cui venne esposto alla Mostra di antica arte umbra, e quest’anno – sappiamo veramente poco: fu cesellato dalle mani di Francesco e Cesarino del Roscetto nel 1511 ma, siccome il meccanismo che permette la calata dell’anello è settecentesco, non sappiamo in che modo e se ci fosse effettivamente una calata. Il fatto però che il Divin Pittore non abbia dipinto un anello tra le mani di Giuseppe lascia aperta la possibilità che fin da subito vi fosse la volontà di creare un gioco prospettico che potesse soggiogare i credenti inginocchiati di fronte all’altare: è la stessa sensazione che coglie il visitatore di fronte alle innumerevoli curiosità e ai retroscena mostrati dall’intero percorso espositivo del Museo. È come sbirciare nelle stanze più intime di una storia lunga secoli, dove le propaggini della devozione popolare e dei giochi di potere dei grandi finiscono per intessere trame nuove e intriganti.
Il restauro del Perugino
Le prime fasi del restauro della Pala Martinelli del Perugino
Proprio con questo spirito, il Museo del Capitolo offre anche la possibilità di visitare, dal 4 marzo all’11 giugno, il cantiere di restauro della Pala Martinelli del Perugino. La Pala, che rappresenta il martirio di San Sebastiano, fa parte delle opere disperse provenienti di San Francesco al Prato ed è in condizioni piuttosto critiche, tanto che era da tempo che non veniva più esposta. Il Dipartimento di Scienze Chimiche e tecnologie dei materiali del CNR, in questo momento, sta analizzando gli strati superficiali del dipinto per indagarne i materiali, le tecniche e lo stato di conservazione. Tramite una strumentazione portatile, viene analizzato ogni singolo punto del dipinto per raccogliere informazioni sui pigmenti, sulla preparazione, sulla natura antica o moderna dei materiali utilizzati, restituite attraverso immagini a infrarossi. Questa mole di dati sarà poi trasmessa ai restauratori, in modo che possano armonizzare le parti originali non solo con quelle ridipinte, ma anche con quelle restaurate in passato.
Un’occasione imperdibile, per il visitatore, non solo per rendersi conto di quale e quanto lavoro c’è dietro il recupero di pezzi tanto rari e preziosi, ma anche per ammirare uno dei capolavori del grande maestro rinascimentale, ancora incredibile nonostante il lungo e inesorabile cammino attraverso le pieghe del tempo.
Tanti gli eventi: restauro dal vivo della Pala Martinelli, da San Sepolcro si trasferisce a Perugia l’Ascensione di Vannucci e “Lo Sposalizio della Vergine” sarà riprodotto da un’azienda di Città di Castello.
La Pala di Sant’Onofrio di Luca Signorelli ha lasciato la sua casa presso il Museo del Capitolo della Cattedrale di San Lorenzo a Perugia per traslocare all’interno della Galleria Nazionale dell’Umbria. Resterà lì fino all’11 giugno in occasione della mostra Il meglio maestro d’Italia. Perugino nel suo tempo, che verrà inaugurata sabato 4 marzo. Il trasferimento di Sant’Onofrio rientra nelle celebrazioni dei 500 anni dalla morte di Perugino e Signorelli, che giorno dopo giorno entrano sempre più nel vivo.
«L’operazione è frutto della collaborazione tra Isola San Lorenzo e Galleria Nazionale dell’Umbria: la Pala del pittore toscano è stata infatti concessa in prestito per la grande mostra e al Museo del Capitolo è arrivata la Pala Martinelli – Martirio di San Sebastiano, opera del Perugino, che realizzò per la Chiesa di San Francesco al Prato e che fino a oggi si trovava nel deposito della Galleria. Qui si terrà anche il suo restauro dal vivo, realizzato dall’impresa CBC – Conservazione Beni Culturali e saranno organizzate delle visite guidate a contatto con l’opera e con chi esegue la riqualificazione.
Inoltre, dal Duomo di San Sepolcro si sposta a Perugia l’Ascensione di Cristo sempre del Perugino e potrà essere ammirata al museo da giugno a settembre. Infine, da metà settembre fino all’8 dicembre, ricreeremo una bottega rinascimentale e l’azienda di Città di Castello Bottega tifernate realizzerà una riproduzione in scala 1:1 dello Sposalizio della Vergine con la tecnica della pictografia. La riproduzione resterà in esposizione in Cattedrale, per poi diventare un pezzo della collezione del Museo. Ma di tutti questi eventi ne riparleremo in modo più approfondito» spiega l’architetto Alessandro Polidori, direttore dell’Ufficio diocesano per i Beni culturali ecclesiastici. Tutto questo rientra nel progetto della Diocesi di Perugia – Città della Pieve, curato da Genesi (che si occupa del Complesso monumentale della Cattedrale Isola di San Lorenzo), Perugino nel segno del tempo, classificato terzo al bando del Comitato Nazionale.
«Il progetto prevede inoltre dei percorsi che, partendo dall’Isola di San Lorenzo andranno a toccare tutti i luoghi dove sono presenti le opere di Vannucci. Sarà pubblicata anche una guida su questi itinerari, edita da Electa. Ma anche di questo avremo modo di parlare in seguito» prosegue l’architetto Polidori.
La Pala di Sant’Onofrio di Luca Signorelli
Il dipinto, datato 1484, si trova nella cappella intitolata a Sant’Onofrio nella Cattedrale di Perugia, sulla quale aveva il patronato la famiglia cortonese dei Vagnucci.
Pala di Sant’Onofri, olio su tavola di Luca Signorelli, 1484
Uno dei membri della famiglia, Iacopo, fu vescovo della città umbra dal 1449 e fu l’artefice del cambiamento in chiave rinascimentale del Duomo. Nel transetto destro trovò posto la cappella in cui Iacopo Vagnucci venne sepolto e che recava sull’altare la Pala di Luca Signorelli. L’opera è molto importante, perché costituisce un punto fermo nel percorso dell’artista toscano, mostra infatti l’acquisizione dei temi centrali della pittura del suo tempo e regala al pubblico un dipinto di grande compiutezza stilistica.
Sulla tavola è dipinta la Vergine che siede al centro su un alto trono, intenta a leggere un volumetto rosso; il Gesù le siede in grembo anch’esso assorto. Quattro santi li affiancano: a destra San Lorenzo e Sant’Ercolano con le fattezze del vescovo Vagnucci, entrambi vestono sontuosi paramenti liturgici che rappresentano mirabile esempio di pitture nella pittura. A sinistra si trovano invece Giovanni Battista e Onofrio. Un angelo suona il liuto seduto ai piedi di Maria, omaggio alle composizioni in voga in area veneta.
La composizione e la disposizione delle figure – immerse in un paesaggio aperto – sono costruite con grande equilibrio e la luce, assieme al colore, definisce con nitidezza corpi e volumi. La natura morta del vaso di vetro in primo piano, rimanda all’arte fiamminga e in particolare al Trittico Portinari di Hugo van der Goes.
Il nuovo allestimento del Museo della Cattedrale
Il Museo del Capitolo della Cattedrale – Isola di San Lorenzo di Perugia ha riaperto al pubblico mostrando una nuova veste e un nuovo allestimento. Il progetto coincide coi cento anni dalla sua apertura (1923-2023) e col quinto centenario della morte del Perugino e del Signorelli (1523-2023). L’allestimento, realizzato grazie al sostegno della Fondazione Perugia, segue un criterio tematico e non più cronologico: si tratta di un nuovo percorso in cui le opere selezionate raccontano la propria storia anche come espressione di un messaggio autentico in grado di arrivare al cuore del visitatore. Un fil rouge tra pittura, scultura, oreficeria, miniatura e tessile, che documenta il lungo dialogo che unisce e accomuna le diverse espressioni artistiche, testimonianza diretta di una committenza che ha trovato nella ricerca del bello uno strumento per incontrare Dio.
Il nuovo allestimento
«Si tratta di un percorso non più cronologico, ma di carattere scientifico-tematico a cui si può accedere non solo con visite guidate, ma anche in autonomia, grazie a moderni pannelli esplicativi. Ogni sala è intitolata a personalità e a opere significative caratterizzanti epoche della storia di Perugia e non solo. Basti pensare alle sale: Leone XIII, il Papa della Rerum Novarum e vescovo di Perugia dal 1846 al 1880; Perugia dei Papi; Sant’Anello che la cattedrale custodisce; Parato Armellini; Luca Signorelli dove si trova la Pala di Sant’Onofrio; Speranza e affidamento che vede esposte le opere con carattere devozionale che i perugini hanno fatto realizzare in momenti di difficoltà come la peste; Agostino Di Duccio con all’altare che lui fa nel 1473 all’interno della Cattedrale; Diocesi-Cattedrale-Museo, dedicata alla storia del museo» illustra l’architetto Alessandro Polidori, curatore del nuovo progetto.
Il volume Isola San Lorenzo, a cura di Marta Boldrini e Alessandro Polidori, è la guida al nuovo itinerario alla scoperta del “colle sacro” perugino, edita da Electa editore: un viaggio nel tempo dagli etruschi ai giorni nostri. Dopo due decenni di studi, ricerche, opere, lavori migliorativi, lo splendido e originale complesso monumentale della cattedrale perugina, situato sul colle della città, acquista una nuova vitalità con il progetto Isola di San Lorenzo, un’isola di storia, arte e cultura nel cuore del centro storico.
Un complesso monumentale conosciuto in Italia e nel mondo come sito storico-artistico e archeologico, oggi identificabile con l’insieme costituito dalla Cattedrale di San Lorenzo e dagli edifici a essa contigui: una presenza visivamente stratificata per ben 15 metri sotto il piano stradale con circa un chilometro di percorso visitabile, tra vie, cunicoli e anfratti affascinanti, che collega tra loro quattro epoche storiche caratterizzanti la città etrusca, romana, medioevale e rinascimentale. La guida presenta i nuovi itinerari di visita alla Cattedrale, al Museo e ai sotterranei, con una selezione di fotografie realizzate a seguito dei recenti lavori di rinnovamento e riapertura al pubblico dei luoghi. I testi sono di Elena Aloia, Chiara Basta, Egle Bracco, Maria Eletta Benedetti.
“Il mondo ha bisogno di bellezza. Contemplare il Mistero attraverso l’arte”. Venerdì 1 aprile 2022 ore 18.00 Sala del Dottorato Isola di San Lorenzo – Museo del Capitolo
Si terrà venerdì 1 aprile alle ore 18.00 presso la Sala del Dottorato dell’Isola di San Lorenzo-Museo del Capitolo a Perugia, il terzo appuntamento del ciclo di conferenze Le opere d’arte raccontano. Percorsi verso gli anniversari di Perugino e Signorelli, a cui interverrà Nadia Righi Direttore del Museo Diocesano Carlo Maria Martini di Milano che affronterà il tema Il mondo ha bisogno di bellezza Contemplare il mistero attraverso l’arte. La conferenza sarà preceduta dai saluti dell’Arcivescovo Cardinale Gualtiero Bassetti e di Mons. Marco Salvi Vescovo Ausiliare e delegato per le celebrazioni del V anniversario della morte di Pietro Perugino. Durante l’incontro si leggeranno tre opere d’arte: l’Annunciazione di Tiziano (Napoli, Museo e Real Bosco di Capodimonte), l’Adorazione dei Pastori di Pietro Perugino (Perugia, Galleria Nazionale dell’Umbria) e l’Adorazione dei Magi di Artemisia Gentileschi (Pozzuoli, Cattedrale) che sono state oggetto di tre mostre organizzate dal museo diocesano di Milano in occasione dell’iniziativa un capolavoro per Milano.
«La conferenza è un’opportunità per riflettere sia sulla lettura dell’opera d’arte, sia sull’importante ruolo che assumono, in questo contesto, i musei diocesani, la cui funzione pastorale, deve essere al centro di ogni attività di valorizzazione. È proprio per questo che abbiamo scelto di tenere questo terzo incontro all’interno del nostro museo diocesano – commenta Mons. Salvi – le cui prime tre sale sono state riaperte al pubblico nel settembre scorso, sviluppando un progetto museologico che permetta al visitatore di comprendere la secolare storia del complesso monumentale dell’Isola di San Lorenzo e della diocesi perugina, creando un percorso in cui si possa scoprire e apprezzare la bellezza dell’arte, della fede e della liturgia, affinché il museo, come ha ricordato Papa Francesco all’incontro con l’Associazione Musei Ecclesiastici Italiani nel 2019, concorra alla buona qualità della vita della gente, creando spazi aperti di relazione tra le persone, luoghi di vicinanza e occasioni per creare comunità».
«Lo scopo principale del Museo non è quello di dare risposte, ma di suscitare domande, in un continuo rapporto tra l’opera d’arte e il singolo visitatore e – aggiunge la direttrice del Museo diocesano di Milano – negli ultimi anni la proposta di questo metodo, che chiede una lettura lenta e un paragone con le proprie domande più profonde, ha trovato grande apprezzamento tra i visitatori».
«La nostra Arcidiocesi si sta preparando al grande anniversario del 2023 e il tema della lettura dell’opera d’arte – precisa Mons. Marco Salvi – è un aspetto che sta molto a cuore sia a me che al Cardinale Bassetti. Fermarsi all’aspetto stilistico, senza comprendere il significato e il rapporto che intercorre tra l’opera, l’artista e l’aspetto spirituale, è un grande limite e noi come chiesa, siamo chiamati ad impegnarci per una corretta e profonda lettura delle opere d’arte. Questo percorso di preparazione al V centenario della morte di Pietro Perugino, ci vede impegnati, oltre che nel ciclo di incontri Le opere d’arte raccontano, nella redazione di una guida agli itinerari diocesani, alla progettazione di una mostra e al riallestimento del Museo del Capitolo che proprio nel 2023 compirà centro anni dalla sua fondazione».
Un’offerta culturale stabile. «È un’attività intensa – commenta mons. Salvi –, che stiamo portando avanti creando sinergie con molti enti ed istituzioni, in particolar modo con la Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia e con il Comune di Perugia, poiché crediamo che fare rete e condividere progettualità sia uno degli obiettivi fondamentali per creare un’offerta culturale stabile, che vada anche oltre il 2023».
«Questo sito archeologico ci aiuta a capire dove erano piantate le radici più profonde della nostra civiltà».
Cunicolo
Sono queste le parole del cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti alla presentazione del progetto di valorizzazione del complesso monumentale della cattedrale di Perugia denominato Isola di San Lorenzo e il percorso nella Forma del Tempo. La storia di Perugia e del suo Colle Sacro, nella suggestiva cornice del chiostro superiore della Cattedrale perugina. Il progetto di valorizzazione nasce dal sodalizio tra alcuni professionisti del settore turistico-culturale e l’Arcidiocesi di Perugia e Città della Pieve, che hanno costituito Genesi, con l’obiettivo di valorizzare i beni culturali e di sviluppare itinerari per valorizzare al meglio il territorio umbro. Il progetto è stato presentato dal cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti, dal vescovo ausiliare mons. Marco Salvi, dal presidente del Capitolo dei Canonici mons. Fausto Sciurpa, dal vice sindaco di Perugia Gianluca Tuteri e dal presidente della società GenesiGiuseppe Capaccioni.
Il percorso
Proprio sotto il complesso della cattedrale si trova un meraviglioso sito storico-artistico e archeologico, la cui genesi risale a ventisei secoli fa. Percorrere gli scavi archeologici è come fare un tuffo nel passato e tornare indietro nei secoli; è così possibile vedere come la città di Perugia ha assunto il suo aspetto attuale attraverso la civiltà etrusca, quella romana, fino all’insediamento papale.
La Cattedrale di San Lorenzo sorge proprio dove anticamente si trovava l’acropoli della città antica, il luogo più alto nel quale spesso venivano edificati templi per le varie divinità; la posizione dell’acropoli non venne mai abbandonata, subì nel corso dei secoli varie distruzioni e successive ricostruzioni fino al suo aspetto attuale. I cunicoli sotterranei infatti rispecchiamo perfettamente questa antica struttura: proprio sotto il duomo si può ammirare un’antica area sacra dove venne edificato un tempio del VI secolo a.C.
I fianchi dell’acropoli erano molto ripidi così, per evitare instabilità, vennero realizzate spine di contenimento con grandi pietre in travertino messe in opera senza legante, cioè a secco, posizionate in file parallele. Il muro così costruito non risulta perpendicolare, ma è leggermente inclinato per contrastare al meglio le spinte esercitate dalla terra della collina. Intorno alla collina dell’acropoli si sviluppava l’antica città, dagli scavi è infatti ancora possibile percorrere il decumano, una via che correva in direzione est-ovest nella città.[1]
Cunicolo
Vicino al decumano inoltre è ancora oggi visibile una domus, della quale ancora si può vedere l’impluvium, ovvero il cortile interno e il pavimento di una stanza. Alzando lo sguardo è ben visibile il segno più scuro lasciato da un forte incendio avvenuto nel 40 a.C. Durante il periodo medievale, in questa strada vennero costruiti molti edifici a stretto contatto con la Cattedrale, come ad esempio il Salone dei Conclave, che la tradizione identifica come quello nel quale vennero celebrati cinque conclavi, che portarono all’elezione di: Onorio III (1216), Clemente IV (1265), Onorio IV (1285), Celestino V (1294) e Clemente V (1305).
Sala dei Conclave
Visitando la Perugia sotterranea si rimane affascinanti da un percorso composto da strade e muri monumentali stratificati per ben quindicimetri sotto il piano stradale con circa un chilometro di percorso visitabile, tra vie e cunicoli, che collega tra loro quattro civiltà storiche: etrusca, romana, medioevale e rinascimentale.