fbpx
Home / Posts Tagged "500 anni dalla morte del perugino e del signorelli"

Lโ€™arte umbra di Luca Signorelli conferisce identitร  e memoria a tutta la regione, ampiamente valorizzata attraverso le sue opere, le quali sono state fondamenta indispensabili per affermare il senso di appartenenza a un territorio promuovendone, al contempo, lo sviluppo culturale.

La valorizzazione dellโ€™arte del maestro ha favorito lo studio e la riscoperta nel cuore dellโ€™Umbria non solo dei suoi eccelsi capolavori, ma anche delle opere dei collaboratori e degli allievi del grande artista, accendendo nuovi riflettori su un territorio costellato da numerosi motivi di interesse. Le orme di Luca Signorelli si possono ancora oggi ripercorrere nei luoghi piรน rappresentativi dellโ€™Umbria anche a distanza di cinquecento anni dalla sua morte, avvenuta il 16 ottobre 1523. Il cuore verde dโ€™Italia conserva e salvaguarda il paesaggio verdeggiante che รจ stato fonte di ispirazione per le sue opere, le quali legano varie cittร  dellโ€™Umbria: Citerna, Cittร  di Castello, Morra, Umbertide, Perugia e Orvieto.

Raccontare lโ€™arte del Signorelli non significa semplicemente descriverla ma, รจ di fondamentale importanza divulgarla per accrescere la capacitร  di comunicare il senso della cultura umbra. Luca Signorelli รจ stato un insigne artista nellโ€™Italia centrale, eccelso pittore antesignano della crisi che colpirร  la Chiesa con lโ€™avvento della riforma luterana. La luce vibrante che traspare dalle sue opere, il tratto nitido e preciso della muscolatura dei corpi sono le caratteristiche principali che lo hanno elevato a essere uno dei principali protagonisti del rinascimento umbro.

 

Martirio di San Sebastiano. Pinacoteca di Cittร  di Castello

 

Luca dโ€™Egidio di Ventura, passato alla storia con lo pseudonimo di Luca Signorelli, scelse lโ€™Umbria come terra di adozione nel pieno vigore della propria attivitร  artistica e allโ€™apice della notorietร : รจ a Citerna, borgo di origine medievale, in posizione predominante sulla Valle Tiberina, che il maestro, nella chiesa di San Francesco, realizzรฒ lโ€™affresco raffigurante la Vergine con il Bambino tra i santi Michele Arcangelo e Francesco, effettuato con lโ€™aiuto della sua bottega. Il piccolo ma delizioso borgo, fu conteso tra la ghibellina Arezzo e la guelfa Cittร  di Castello; a questโ€™ultima si sottomise nel 1221. รˆ proprio nella cittร  tifernate governata dalla famiglia Vitelli, ricca e potente signoria umbra, che al pittore furono conferite notevoli cariche che gli permisero di instaurare relazioni con celebri personalitร ; inoltre nel 1488, Cittร  di Castello nominรฒ il pittore cittadino onorario. Nella cittร  sono conservati i frammenti dellโ€™affresco raffigurante la Vergine, il bambino e i santi Girolamo e Paolo del 1474, tradizionalmente considerata una delle prime opere dellโ€™artista. Nelle sale della Pinacoteca Comunale si puรฒ ammirare anche il Martirio di san Sebastiano, opera rappresentativa e con straordinari scenari prospettici: lo sfondo teatrale vede una chiesa rinascimentale sul lato destro del dipinto, gli arcieri con archi e balestre, alla base della croce, contribuiscono a creare un immaginario triangolo di morte.

Lโ€™arte del Signorelli รจ formata anche da leggende, come quella in cui si narra che per far fronte alle innumerevoli commissioni, lโ€™artista spesso soggiornava a Morra, borgo umbro non molto distante da Cittร  di Castello, abituale luogo di sosta dei viandanti. Poco distante dal centro abitato sorge lโ€™Oratorio di san Crescentino, decorato da un ciclo di affreschi del Signorelli: la Crocifissione รจ ritenuta opera del maestro, differentemente dalle altre attribuite agli allievi.

 

Pala di santโ€™Onofrio. Museo dellโ€™Opera del Duomo di Perugia

 

Seguendo le orme del maestro, spostandosi verso il centro dellโ€™Umbria, si raggiunge Umbertide, dove nella chiesa di Santa Croce, oggi adibita a museo, รจ conservata la Deposizione dalla Croce. Colori brillanti, quasi metallici, sono i protagonisti della ricchissima tavola composta da numerosi personaggi in atteggiamenti tragici e concitati, le mani si muovono in modo incalzante e nervoso, le espressioni sono amplificate; il dolore รจ il sentimento che accomuna tutti i personaggi mentre due uomini sopra due scale, con cura, calano il corpo di Cristo dalla croce. Signorelli entrรฒ in contatto diretto con i committenti dellโ€™opera: presso lโ€™Archivio di Stato di Perugia si conserva un atto rogato lโ€™8 luglio 1515, in cui alcuni abitanti del borgo di Fratta, antico nome dellโ€™odierna Umbertide, nominarono alcuni procuratori per accordarsi con il pittore e ricevere le promesse ยซpro pingendo per ipsum unam tabulam sive cunamยป. Nel capoluogo della regione Signorelli realizzรฒ unโ€™opera a tempera e olio che decretรฒ il raggiungimento della maturitร  del pittore: la Pala di santโ€™Onofrio, oggi conservata al Museo dellโ€™Opera del Duomo. Lโ€™opera fu commissionata nel 1484 da Jacopo Vagnucci, concittadino del maestro: lโ€™iconografia richiama una sacra conversazione tra la Vergine, Giovanni Battista, Lorenzo e i santi Onofrio ed Ercolano, protettori di Perugia.

 

Cappella di San Brizio. Duomo di Orvieto. La predica dell’Anticristo. Foto di Giulia Venturini

 

Luca Signorelli รจ fortemente legato aย Orvieto, cittร  nella quale realizzรฒ il suo capolavoro indiscusso: il Giudizio Universale. Un ciclo di affreschi che prefigura lโ€™arte del Cinquecento, opera che lo eleva alla memoria eterna, lasciandoci unโ€™ereditร  immensa che ispirรฒ una successiva raffigurazione tra le piรน importanti nella storia dellโ€™arte: il Giudizio Universale di Michelangelo Buonarroti; Vasari stesso scrisse: โ€œMichelangelo imitรฒ lโ€™andare di Luca, come puรฒ vedere ognunoโ€.

Il ciclo di affreschi che si trova allโ€™interno della cappella di San Brizio nella cattedrale di Orvieto, rivela una complessa macchina scenografica, iniziata dal Beato Angelico e poi terminata dal Signorelli: โ€œNella Madonna di Orvieto [โ€ฆ] finรฌ di sua mano la cappella, che giร  aveva cominciato Giovanni da Fiesole, nella quale fece tutte le storie della fine del mondo con bizzarra e capricciosa invenzioneโ€[1]. Nel lavoro del Beato Angelico tutte le figure sono equilibrate, Signorelli esprime invece conflittualitร  e complessitร , il suo stile, forte, potente e apocalittico, mette in evidenza una grande attenzione allโ€™anatomia e al movimento, tutto รจ materiale, dalla luce al paesaggio, la corporeitร  รจ drammatica e il terrore รจ intrinseco nel corpo e nellโ€™anima. I due artisti si raffigurano in disparte, come spettatori della scena: il primo con gli abiti domenicani, il secondo vitale e possente come lo descrive Vasari che lo aveva personalmente conosciuto.

 

Cappella San Brizio. Duomo di Orvieto. Foto di Giulia Venturini

 

Nellโ€™opera sono raffigurati personaggi umbri come Vitellozzo Vitelli, Orazio e Paolo Baglioni, presenti nella folla che circonda lโ€™Anticristo, il quale ha le sembianze di Gesรน ma viene fatto parlare dal demonio. Grazie a toni apocalittici prendono vita demoni alati e mostruosi: nei Dannati allโ€™Inferno e nel Finimondo i corpi degli uomini sono arrossati da fiamme e paura, Caronte traghettatore di anime porta i dannati al giudizio di Minosse. Dalla parte opposta si contrappone invece la tranquillitร  degli arcangeli, che guardano la scena teatrale con occhi vittoriosi: la Salita al Paradiso appare come un luogo ameno, con rose e camelie, nel quale gli uomini sono raffigurati sereni attorniati da angeli musicanti. Luca Signorelli, maestro di corporeitร  e poesia รจ lโ€™ideatore di una complessa macchina scenografica che mostra nelle sue trame lโ€™arte, la storia e i sapori di una regione culturalmente vivace e profondamente legata alle sue antiche tradizioni.

 


[1] Giorgio Vasari, Vita di Luca Signorelli da Cortona Pittore.

Proiezione in anteprima del docufilm Luca Signorelli e Perugino: Rinascimento Universale โ€“ immagini Divine, prodotto dal GAL Trasimeno Orvietano nellโ€™ambito delle iniziative promosse per il 500esimo anniversario dalla morte dei due artisti e realizzato dalla Flypix di Roma.

Lโ€™evento si svolgerร  a Orvieto giovedรฌ 14 dicembre alle ore 17 presso la Sala dei Quattrocento di Palazzo del Capitano del Popolo (piazza del Popolo, 1). Nel corso dellโ€™incontro il giornalista e conduttore televisivo Osvaldo Bevilacqua sarร  il protagonista delle โ€œinterviste impossibiliโ€ a Pietro Vannucci detto il โ€œPeruginoโ€, impersonato da Giorgio Gobbi, lโ€™indimenticabile Ricciotto de Il Marchese del Grillo, e Luca Signorelli, nelle cui vesti si รจ cimentato Pino Ammendola, volto noto del cinema e della televisione.

Interverranno, tra gli altri, anche il regista del docufilm Rosario Montesanti, il Presidente del Gal Trasimeno-Orvietano Gionni Moscetti e il Direttore del Gal Trasimeno-Orvietano Francesca Caproni.

Alla scoperta dell’artista toscano e della Pala di Sant’Onofrio conservata nel Museo del Capitolo della Cattedrale di San Lorenzo a Perugia.

Luca dโ€™Egidio di Ventura, noto come Luca Signorelli, nacque nel 1450 a Cortona, piccolo ma ricco centro al confine tra Toscana e Umbria. Gli artisti fiorentini influenzarono la sua formazione fin da giovane, specialmente Piero della Francesca, di cui fu allievo. Da Piero Signorelli apprese le nozioni prospettico-matematiche, ma ben presto elaborรฒ un proprio stile; Giovanni Santi, padre di Raffaello, descrisse lโ€™animo del pittore in unโ€™epigrafe: ยซel cortonese Luca de ingegno et spirto pelegrinoยป, come sinonimo di eccentrico e ingegnoso.

Decisivo, per la sua maturazione artistica fu il contatto con Andrea del Verrocchio, titolare della bottega presso la quale si erano formati artisti come Leonardo, Botticelli, Ghirlandaio e Perugino. รˆ proprio in questo periodo che il Signorelli instaurรฒ con il Divin pittore uno stretto rapporto, tanto da condividere con lui il cantiere della Cappella Sistina.

 

Pala di Sant’Onofrio, olio su tavola di Luca Signorelli, 1484

 

Probabilmente fu proprio il Perugino a introdurlo a Perugia: qui il vescovo Jacopo Vagnucci, anche egli cortonese, gli commissionรฒ la Pala di Santโ€™Onofrio, conservata nel Museo del Capitolo della Cattedrale di San Lorenzo. Lโ€™iconografia รจ quella della sacra conversazione: la Vergine seduta su un alto trono legge le Sacre Scritture, mentre il Bambino reca in mano un giglio simbolo di verginitร  e purezza, lo circondano due angeli, uno dei quali accorda un liuto, Santโ€™Onofrio e San Ercolano, protettori di Perugia.

Lo stile di Signorelli รจ caratterizzato da una grande attenzione allโ€™anatomia e al movimento; nella sua arte tutto รจ corporeo, dalla rappresentazione dei personaggi al paesaggio reale. Le sue figure sembrano essere inserite in una rappresentazione teatrale e coreografica, soprattutto nelle raffigurazioni piรน complesse.

Il pittore ricevette importanti commissioni a Perugia e Firenze, ma si dovette allontanare da questโ€™ultima dopo la morte di Lorenzo il Magnifico avvenuta nel 1492. Nel 1502, secondo il racconto di Giorgio Vasari, perse suo figlio a causa della peste che infuriava a Cortona; sconvolto dalla perdita, il pittore ritrasse il corpo esanime del figlio: ยซcon grandissima costanza dโ€™animo senza piangere o gettar lacrima, per vedere sempre che volesse, mediante lโ€™opera delle sue mani quella che la natura gli aveva dato e toltoยป. Secondo alcuni storici il corpo del figlio รจ stato ripreso per la raffigurazione del Cristo morto di Cortona.

Al pittore vennero riconosciuti importanti investiture nella politica cortonese, grazie alle quali potรฉ instaurare rapporti con celebri e potenti famiglie come i Piccolomini e i Petrucci di Siena e i Vitelli di Cittร  di Castello. Fatale gli fu una caduta da un ponteggio mentre stava lavorando che lo portรฒ alla morte nel 1523.

 

 

 

La scoperta grazie al lavoro di ricostruzione della predella della grandiosa Ascensione di Cristo in mostra fino al 7 gennaio nella Galleria Tesori d’Arte del Complesso monumentale di Borgo XX Giugno a Perugia.

Il Perugino di San Pietro rivela dopo secoli i veri ritratti di San Costanzo e Sant’Ercolano: รจ stato l’importante lavoro di ricostruzione della predella della grandiosa Ascensione di Cristo che Pietro Vannucci aveva dipinto per la Basilica โ€“ in mostra fino al 7 gennaio nella Galleria Tesori d’Arte del Complesso monumentale di Borgo XX Giugno โ€“ a permettere di attribuire finalmente in maniera corretta le vere identitร  alle due opere dedicate ai due patroni di Perugia.

Sant’Ercolano, Ph. D’ARRIGO-BELLU

โ€œGrazie al nostro lavoro di ricerca โ€“ spiega Laura Teza, professoressa associata di Storia dellโ€™Arte moderna dellโ€™Universitร  degli Studi di Perugia e curatrice della mostra โ€“ siamo arrivati a una conclusione che ribalta la corrente consuetudine di riconoscere San Costanzo nel vescovo che, assorto, legge il libro aperto, e Santโ€™Ercolano in quello che guarda verso lโ€™esternoโ€.

Il santo che legge, in un contesto perugino di fine Quattrocento, โ€œevoca la posa di un altro famoso ritratto di vescovo proposto da Luca Signorelli in una prestigiosa pala cittadina. Si tratta del Santโ€™Ercolano assorto in lettura della pala Vagnucci che il pittore dispose nella omonima cappella per tramandare la fisionomia del vescovo Jacopo Vagnucci che, per circa quarantโ€™anni, aveva governato la diocesi perugina. Tale rilievo eฬ€ stato confermato, indirettamente, da una nota dello storico Francesco Piagnani che, trattando della copia del dipinto in questione da parte di Sassoferrato, accennava rapidamente a unโ€™incisione sul frontespizio del libro di Cesare Brancadoro Atti di S. Costanzo vescovo e martire di Perugia protettore della cattedrale di Orvieto, presente negli archivi della Biblioteca comunale Augusta di Perugiaโ€. A un riscontro diretto tra lโ€™incisione e la tavoletta corrispondente โ€œla coincidenza eฬ€ totale e certificata dalla nota in calce โ€“ prosegue Teza โ€“ in cui si specifica che lโ€™immagine eฬ€ tratta dalla pala di Perugino presso i monaci cassinesi di Perugia, e quindi si puoฬ€ effettivamente optare per unโ€™inversione iconografica tra i due santi protettoriโ€.

San Costanzo, Ph. D’ARRIGO-BELLU

La mostra Il Perugino di San Pietro per la prima volta riporta a Perugia e riunifica tutti e undici gli scomparti della predella dell’Ascensione di Cristo dipinta per la basilica: tra questi, lโ€™Adorazione dei Magi, la Resurrezione e il Battesimo vengono dal Museo di Rouen, e sono tra i dipinti piรน spettacolari dellโ€™intera carriera di Perugino, con colori e una resa delle forme e del paesaggio, sorprendenti per luminositร  e modernitร . L’esposizione โ€“ in programma fino al 7 gennaio 2024 โ€“ รจ promossa dalla Fondazione per lโ€™Istruzione Agraria e dall’Universitร  degli Studi di Perugia, con il contributo del Comitato promotore delle celebrazioni per il quinto centenario dalla morte del Perugino, main sponsor Brunello Cucinelli spa, il sostegno del GAL Media Valle del Tevere, la partecipazione del Musรฉe des Beaux-Arts di Rouen e i Musei Vaticani, il patrocinio della Regione Umbria, del Comune di Perugia, dellโ€™Ambasciata di Francia e del Consolato Onorario di Francia a Perugia, la collaborazione di Isola San Lorenzo, Comune di Cittร  della Pieve e Fondazione Ranieri di Sorbello, la Basilica di San Paolo fuori le Mura, il Centro di Studi Storici Benedettini.

Lโ€™ultima produzione artistica di Pietro Vannucci รจ attestata a Trevi, piccolo e caratteristico borgo umbro.

Nel centro storico della cittร , incorniciato da un tipico paesaggio verdeggiante, รจ visibile la cinquecentesca Villa Fabri, sede della fondazione omonima e dellโ€™associazione Strada dellโ€™Olio extravergine di Oliva Dop Umbria. Alla sommitร  della cittร  svetta la torre civica, simbolo di Trevi, spostandosi di poco รจ visibile il duomo intitolato a santโ€™Emiliano, primo vescovo e patrono della cittร .

Perugino, Adorazione dei Magi, 1521-1522, Santuario della Madonna delle Lacrime, Trevi

 

In cittร  il pittore giunse nel 1521 allโ€™etร  di 76 anni per affrescare una delle Cappelle del Santuario della Madonna delle Lacrime con la raffigurazione dellโ€™Adorazione dei Magi e i santi Pietro e Paolo, considerata una delle ultime opere del maestro. Lโ€™opera riprende lโ€™episodio del Vangelo secondo Matteo: la Sacra Famiglia รจ posta al centro sotto un baldacchino ligneo che si estende fino alla sommitร  del dipinto. La Vergine รจ seduta su un trono rialzato e il Bambino benedicente รจ posto sul suo ginocchio destro, nellโ€™atto di benedire il piรน anziano dei Magi che gli offre il suo dono. San Giuseppe invece รจ in piedi appoggiato a un lungo bastone, accanto a lui รจ inginocchiato il secondo magio, il terzo, il piรน giovane, attende il suo turno per presentare la sua offerta come vuole la tradizione.

Nel novembre del 2022, lโ€™archivista Maria Paola Bianchi ha annunciato il ritrovamento del contratto che affidava al maestro umbro la realizzazione dellโ€™opera. Nel santuario si conserva unโ€™altra importante testimonianza del Rinascimento umbro: lโ€™affresco di Giovanni di Pietro, noto come lo Spagna, attento e sensibile seguace del Perugino, raffigurante il Trasporto di Cristo.

Inaugurazione della mostra, sabato 28 ottobre, ore 16 โ€“ Sala dei Notari.

La mostra Rinascimento in bottega โ€“ Perugino tra i grandi della storia, organizzata dal Comune di Perugia โ€“ Assessorato alla Cultura, รจ curata da Cristina Galassi e Francesco Federico Mancini e realizzata con il contributo del Comitato promotore delle celebrazioni per il quinto centenario della morte del pittore Pietro Vannucci detto Perugino. Sarร  visitabile al Museo civico di Palazzo della Penna di Perugia a partire dal 29 ottobre 2023 al 28 gennaio 2024.

 

 

Lโ€™esposizione presenta circa quaranta opere provenienti da prestigiose collezioni pubbliche e private che intendono mettere a fuoco una storia per immagini dove vengono poste in evidenza le capacitร  operative degli artisti in bottega, le loro umane debolezze e il loro rapporto con il reale. In mezzo a tutto questo: Perugino, con il suo carattere difficile ma allโ€™occorrenza accomodante, che non gli impedirร , tuttavia, di essere lโ€™inventore del sacro in pittura.

 

Ricognizione descrizione digitalizzazione e informatizzazione delle fonti documentarie per la salvaguardia e la valorizzazione.

A Perugia presso il Salone storico della Soprintendenza archivistica e bibliografica dellโ€™Umbria si รจ svolta una conferenza dal titolo Vita e opere del Perugino attraverso le fonti documentarie umbre. Ricognizione, descrizione, digitalizzazione e informatizzazione dei documenti per la salvaguardia e la valorizzazione. Il progetto ha reso fruibile, attraverso lโ€™attivitร  di digitalizzazione e informatizzazione, le fonti documentarie relative alla vita e alle opere del pittore Pietro Vannucci. Queste saranno consultabili anche online e prossimamente da mobile.

Allโ€™iniziativa hanno preso parte: Armando Gradone, prefetto di Perugia, Don Simone Sorbaioli, Vicario Generale dellโ€™Arcidiocesi di Perugia-Cittร  della Pieve. Lโ€™evento, coordinato da Luisa Montevecchi, giร  dirigente del Ministero per i beni e le attivitร  culturali, prevedeva i saluti di Giovanna Giubbini, soprintendente archivistico e bibliografico dellโ€™Umbria, di Leonardo Varasano, assessore alla cultura del comune di Perugia, di Ilaria Borletti Buitoni, presidente Comitato Perugino Cinquecento, di Cristina Colaiacovo, presidente Fondazione Perugia e di Cinzia Rutili, direttrice Archivio di Stato di Perugia.

 

 

Sono intervenuti la soprintendente archivistica e bibliografica dellโ€™Umbria ย Giovanna Giubbini e, da remoto, lo scrittore e storico dellโ€™arte Claudio Strinati.
Il progetto partendo proprio dallโ€™analisi degli studi compiuti dal Canuti, ha effettuato una ricognizione delle fonti, compiendo un controllo puntuale sullโ€™esistenza dei documenti citati, realizzandone quindi una descrizione archivistica attraverso la compilazione di una scheda, elaborata in base agli standard internazionali di descrizione, comprensiva di tutti i dati identificativi (data, segnatura, ecc.) e con lโ€™indicazione del contenuto/regesto del documento. A questo si รจ aggiunta la riproduzione digitale dei documenti e lโ€™inserimento dei dati e delle immagini in un softwareย consultabile on line. รˆ stato anticipato, inoltre, che รจ in fase di rilascio una app che renderร  consultabili i documenti anche da mobile. Nel corso del progetto, inoltre, รจ stato realizzato un video esplicativo dellโ€™attivitร  svolta e divulgativo del percorso documentario compiuto e dei risultati raggiunti, presentato durante la conferenza

IL PROGETTO

Nellโ€™ambito delle celebrazioni per il quinto centenario della morte di Pietro Vannucci (1446-1523), per il quale il Ministero della Cultura ha costituito un comitato, con sede nella Galleria Nazionale dellโ€™Umbria di Perugia, con il compito di promuovere e diffondere, in Italia e allโ€™estero, anche mediante piattaforme digitali, la conoscenza della figura e lโ€™opera del Perugino attraverso un adeguato programma di celebrazioni, di attivitร  di ricerca, formative, editoriali, espositive, nonchรฉ tramite lโ€™organizzazione di manifestazioni culturali, la Soprintendenza archivistica e bibliografica dellโ€™Umbria ha realizzato un progetto di digitalizzazione e informatizzazione delle fonti documentarie e che testimoniano la vita e le opere di Pietro Vannucci, conservate negli archivi storici umbri, comunali, ecclesiastici e di confraternite e consultabili on line. รˆ stato anticipato, inoltre, che รจ in fase di rilascio una app che renderร  consultabili i documenti anche da mobile.

Lโ€™indagine ha rappresentato un approfondimento della ricerca archivistica iniziata nel 2000 in occasione di โ€œPerugino il divin pittore. Manifestazioni in onore di Pietro Vannucci detto il Perugino Perugia e lโ€™Umbria 28 febbraio โ€“ 18 luglio 2004โ€, che vide lโ€™organizzazione di diverse mostre, in varie sedi, quali la Galleria nazionale dellโ€™Umbria, il museo della ceramica a Deruta, la Chiesa di san Francesco a Corciano, il palazzo Della Corgna a Cittร  della Pieve.

 

 

In tali mostre, oltre ai dipinti, furono esposti numerosi documenti del periodo in cui visse il Perugino. In particolare si segnalano quelli esposti a Cittร  della Pieve e pubblicati nel catalogo Perugino e il paesaggio, a cura di G. Baronti, S. Blasio, A. Melelli, C. Papa, M. Squadroni, Silvana editoriale, Milano, 2004. Tali fonti provenivano dallโ€™archivio storico comunale e dallโ€™archivio notarile mandamentale di Cittร  della Pieve e da quello della Confraternita di Santa Maria dei Bianchi di Cittร  della Pieve.

Una sezione della mostra era dedicata, inoltre, agli studi sul Perugino a Cittร  della Pieve, svolti cioรจ dagli storici e dagli studiosi locali, tra questi, il sacerdote Fiorenzo Canuti, che visse e lavorรฒ nella cittadina umbra nella prima metร  del secolo scorso, dedicando gran parte della sua esistenza allo studio della storia locale e alla vita e le opere di Pietro Vannucci. Fonte di tale proposta espositiva lโ€™archivio personale del Canuti, ricco della documentazione costituitasi nel corso dei suoi studi e i documenti da questi raccolti, appartenuti a coloro i quali prima di lui si erano dedicati allo studio delle vicende storiche di Cittร  della Pieve. Compimento di tanti studi la pubblicazione del Canuti Il Perugino, opera organica e completa sulla vita e la produzione artistica del Perugino. Lo studioso, oltre a dare una sistemazione organica agli studi precedenti, rese disponibili e fruibili le ricerche e le analisi delle tante fonti documentarie da lui esaminate.

Dal 2 ottobre al 7 gennaio la Galleria Tesori d’Arte del Complesso monumentale di San Pietro a Perugia ospiterร , nei pressi della sua collocazione originale, la grande opera che Perugino aveva dipinto per la basilica in Borgo XX Giugno.

Il Perugino di San Pietro torna per la prima volta a casa, nell’omonimo complesso monumentale in Borgo XX Giugno, a Perugia, in una straordinaria mostra che verrร  aperta al pubblico lunedรฌ 2 ottobre.

In programma fino a domenica 7 gennaio nella Galleria Tesori d’Arte di San Pietro, l’iniziativa riporta in cittร  una parte importante della grande opera che Perugino aveva dipinto per la vicina basilica, ed รจ promossa dalla Fondazione per lโ€™Istruzione Agraria e dall’Universitร  degli Studi di Perugia, con il contributo del Comitato promotore delle celebrazioni per il quinto centenario della morte del pittore Pietro Vannucci detto โ€œil Peruginoโ€, main sponsor Brunello Cucinelli spa, il sostegno del GAL Media Valle del Tevere.

 

Il Perugino di San Pietro, allestimento. Ph. D’Arrigo Bellu

 

La mostra, curata da Laura Teza, professoressa associata di Storia dellโ€™Arte moderna dellโ€™Universitร  degli Studi di Perugia, รจ realizzata con il Musรฉe des Beaux-Arts di Rouen e i Musei Vaticani, il patrocinio della Regione Umbria, del Comune di Perugia, dellโ€™Ambasciata di Francia, il Consolato Onorario di Francia a Perugia, e la collaborazione di Isola San Lorenzo, Comune di Cittร  della Pieve e Fondazione Ranieri di Sorbello.

La predella dell’Ascensione di Cristo. La storia dell’opera

Nel 1495 i monaci benedettini della basilica di San Pietro ordinarono a Pietro Vannucci, per il loro altare maggiore, una grandiosa Ascensione di Cristo, coronata da un Eterno benedicente con alla base una predella con 11 scomparti, raffiguranti al centro lโ€™Adorazione dei Magi, la Resurrezione e il Battesimo, e ai lati 6 santi benedettini e i due protettori di Perugia, san Costanzo e santโ€™Ercolano. Racchiusa da una specie di armadio aperto che la proteggeva e che aveva alla sua sommitร  due grandi tondi con profeti, l’opera costituiva un vanto della cittร  e del territorio per la sua complessitร  e bellezza. La gigantesca macchina fu smontata alla fine del Cinquecento e poi, nel 1797, emigrรฒ con le requisizioni napoleoniche e fu trasferita prima a Parigi e poi frazionata e dispersa in vari musei francesi.ย  Ora la grande Ascensione si trova a Lione, la predella nel museo di Rouen, i due Profeti a Nantes, tre santi benedettini alla Pinacoteca Vaticana mentre cinque sono rimasti nella sacrestia di San Pietro a Perugia.

Alla mostra Il Perugino di San Pietro verranno per la prima volta riunificati tutti e undici gli scomparti della predella: lโ€™Adorazione dei Magi, la Resurrezione e il Battesimo vengono dal Museo di Rouen, e sono tra i dipinti piรน spettacolari dellโ€™intera carriera di Perugino, con colori, una resa delle forme e del paesaggio, sorprendenti per luminositร  e modernitร .

 

Battesimo di Cristo. Rouen, Museฬe des Beaux Arts

Il restauro e la ricostruzione digitale

I tre santi benedettini sono stati restaurati per lโ€™occasione nei Laboratori di Restauro della Pinacoteca Vaticana, recuperando una luminositร  e unโ€™armonia di gamme cromatiche che si pensava perduta. I cinque rimasti a Perugia sono stati riesaminati e sottoposti ad indagini da parte del Laboratorio di Diagnostica dei Beni Culturali della Regione Umbria di Spoleto.

Lo studio interdisciplinare, con il gruppo di lavoro delle professoresse Valeria Menchetelli e Francesca Funis del Dipartimento di Ingegneria civile e ambientale dellโ€™Universitร  degli Studi di Perugia, ha prodotto uno studio di ricostruzione digitale della grande macchina dโ€™altare che era collocata nellโ€™abside, cioรจ nella zona dietro lโ€™attuale altare. Chi entrava in Chiesa poteva godersi il grande spettacolo dellโ€™Ascensione di Cristo in pieno svolgimento difronte ai suoi occhi.ย  Saranno poi esposti in mostra i contratti che regolarono la trattativa tra i monaci di San Pietro e il pittore per questโ€™opera, pagata la stratosferica cifra di 560 ducati dโ€™oro, e le copie che di questa predella fece il noto pittore seicentesco Giovanni Battista Salvi detto il Sassoferrato, che lavorรฒ per un importante abate di San Pietro, dom Leone Pavoni, a testimonianza del grande valore attribuito a queste opere capitali del Rinascimento italiano.

 


IL PERUGINO DI SAN PIETRO โ€“ INFORMAZIONI

Dove: Galleria Tesori d’Arte, Complesso monumentale di San Pietro, in borgo XX Giugno, 74 a Perugia.

Quando: dal 2 ottobre al 7 gennaio 2023, tutti i giorni in orario 10 โ€“ 13 / 16 โ€“ 19.

In S. Lorenzo, Duomo della medesima cittร  (โ€ฆ) dipinse ancora, allโ€™altare del Sagramento, dove sta riposto lโ€™anello con che fu sposata la Vergine Maria, lo sposalizio di essa Vergine. (Giorgio Vasari)

Con queste parole il biografo aretino Giorgio Vasari descrive il prezioso dipinto che Pietro Perugino eseguรฌ, tra il 1501 e il 1504 per la Cappella del Santo Anello nella Cattedrale di San Lorenzo in Perugia, qui rimasto fino al 1798 quando venne requisito dalle truppe napoleoniche e si trova presso il Musรฉe des Beaux-Arts di Caen.ย ย 

Un legame forte unisce lโ€™antico monile, conservato nella cappella intitolata a San Giuseppe e la committenza a Perugino, in cui si fondono insieme storia e devozione della cittร  di Perugia. Questo stretto rapporto diede origine ad uno dei capolavori dellโ€™arte italiana rinascimentale a cui, pochi anni piรน tardi si sarebbe ispirato anche Raffaello Sanzio.

 

 

A distanza di oltre due secoli dalla partenza dellโ€™opera, lโ€™Isola di San Lorenzo โ€“ Museo del Capitolo della Cattedrale, nellโ€™ambito del progetto โ€˜Perugino nel segno del tempoโ€™ curato dallโ€™Arcidiocesi di Perugia-Cittร  della Pieve e Genesi, realizzato con il contributo del Comitato Promotore delle celebrazioni per il quinto centenario della morte di Pietro Vannucci detto il Perugino, organizza dal 23 settembre 2023 allโ€™8 gennaio 2024 un laboratorio curato da Bottega Tifernate in cui prenderร  forma, sotto gli occhi dei visitatori, la realizzazione di una riproduzione in scala 1:1 dello Sposalizio della Vergine utilizzando la tecnica della pictografia.ย 

Uno degli aspetti piรน studiati dalla critica artistica ha messo in luce lโ€™importante ruolo che la bottega, intesa e concepita come luogo di formazione degli allievi e della trasmissione del sapere, ebbe nellโ€™operato di Perugino, ed รจ per questo che lโ€™Isola di San Lorenzo, propone per il periodo autunnale un evento dalla forte valenza didattico-formativa. La pictografia รจ una tecnica brevettata dalla Bottega Tifernate che permette di eseguire riproduzioni dellโ€™opere dโ€™arte aventi le stesse qualitร  del dipinto. Anni di studio e di ricerca nel settore della pittura e del restauro hanno permesso di ricostruire esattamente i metodi e le ricette di lavorazione con i quali i pittori rinascimentali procedevano per la realizzazione delle loro preziose opere.ย 

Il cantiere รจ unโ€™opportunitร  per turisti e visitatori di immergersi nellโ€™atmosfera di una bottega rinascimentale fatta di disegni, spolveri, pennelli, variegati pigmenti e preziosi supporti in legno: un luogo in cui, attraverso la maestria dellโ€™artigiano depositario di antichi saperi, prendono vita le opere dโ€™arte, proprio come avveniva secoli fa. Lโ€™iniziativa si configura inoltre come unโ€™occasione per approfondire la conoscenza del rapporto che unisce il Divin Pittore alla Cattedrale di Perugia.ย ย 

Oltre al cantiere, con lo stesso biglietto dโ€™ingresso, รจ visitabile il Museo del Capitolo della Cattedrale di San Lorenzo, che si presenta al pubblico con un nuovo allestimento tematico, realizzato in occasione del centenario dellaโ€ฏsua fondazioneโ€ฏ(1923-2023): la sua collezione conserva pregevoli testimonianze dellโ€™arteโ€ฏumbra del Rinascimento,โ€ฏtra cuiโ€ฏi frammenti dellโ€™Altare della Pietร  di Agostino di Duccio, il gonfalone di San Fiorenzo di Benedetto Bonfigli e la Pala di Santโ€™Onofrio, capolavoro giovanile di Luca Signorelli.โ€ฏโ€ฏUn docufilm dedicato alla storia del Santo Anello, realizzato in collaborazione con il giornalista Roberto Fontolan e con la voce narrante di Alessandro Haber, completa il percorso di visita, raccontando lโ€™avvincente vicenda del prezioso monile giunto in cittร  nel 1473 e conservato nella Cattedrale di San Lorenzo dal 1488, allโ€™interno dellโ€™antico forziere per la cui apertura servono ben quattordici chiavi.โ€ฏย 

 


Orario:ย 

Lunedรฌ-Domenica
10.30 – 13.30โ€ฏ/โ€ฏ14.30 – 19.00
Ultimo ingresso 30 minuti prima della chiusura.ย 

ย Link per acquistare il biglietto: https://bit.ly/TicketBottegaTifernateย 

ย Per informazioni e prenotazioni:โ€ฏย www.isolasanlorenzo.it ย 

isolasanlorenzo@genesiagency.itโ€ฏ – info@secretumbria.itย 

075 57 24 853โ€ฏ/โ€ฏ075 82 41 011โ€ฏ/โ€ฏ370 15 81 907.ย 

Lโ€™antico borgo di Deruta รจ dominato dal trecentesco Palazzo Comunale con le tre bifore romaniche che ne ingentiliscono la facciata in pietra; negli ambienti del piano superiore si trovano le stanze dalla Pinacoteca Comunale.

La Pinacoteca raccoglie cinquantadue tele della collezione di Lione Pascoli, donate al Comune dagli eredi nel 1937. Tra le opere ricordiamo la Madonna e i santi Francesco e Bernardino dellโ€™Alunno, lโ€™Angelo di Guido Reni e alcuni affreschi staccati da chiese del territorio.
Proprio in queste sale รจ conservato il bellissimo affresco di Pietro Vannucci, raffigurante il Padre Eterno, i santi Rocco e Romano con una veduta di Deruta. Nella parte inferiore dellโ€™opera รจ presente unโ€™insolita veduta dal basso della cittadina, della quale si riconoscono la chiesa di san Francesco, ancora dotata del campanile gotico poi modificato nel 1704, la chiesa di santa Maria dei Consoli e le torri civiche. Nella parte superiore, entro una sfera luminosa, si trova Dio Benedicente con in mano il Globo, affiancato da san Rocco che gli rivolge lo sguardo e san Romano vestito da pellegrino che mostra la ferita alla coscia, segno della peste da cui รจ stato contagiato.

 

Perugino, Padre Eterno, san Romano e san Rocco, 1475-1478. Pinacoteca Comunale

 

I due santi, in pose eleganti e ben equilibrate, occupano uno spazio ideale delineato da un pavimento a forme geometriche e un drappo rosso alle loro spalle. Sotto i due santi corrono i loro nomi e unโ€™iscrizione: la scritta attesta la realizzazione del dipinto al 1475, a seguito di un decreto pubblico. In realtร  รจ probabile che lโ€™affresco sia successivo al 1476, anno in cui la cittร  รจ stata colpita da unโ€™ondata di peste. Questโ€™opera รจ molto vicina da un punto di vista stilistico allโ€™Adorazione dei Magi conservata nella Galleria Nazionale dellโ€™Umbria, del 1475.
Lโ€™opera รจ stata realizzata dal Perugino per la chiesa di san Francesco: la chiesa fu consacrata nel 1388, oggetto di successivi restauri e rifacimenti, presenta sulla facciata un rosone, mentre il campanile รจ alleggerito da bifore ogivali, รจ inoltre conservata una campana fusa in occasione della canonizzazione di san Francesco.
In breve tempo la fama di Perugino raggiungerร  Roma e il Papa, che gli commissionerร  la decorazione dellโ€™abside della Cappella della Concezione nella Basilica costantiniana di San Pietro e delle pareti della Cappella Sistina, accanto a Botticelli, Ghirlandaio e Cosimo Rosselli.

  • 1