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Esistono opere che piรน di altre hanno un ruolo significativo e identitario nella cittร  per cui sono realizzate: il Reliquiario del Santo Anello รจ certamente una di queste.ย 

In occasione del quinto centenario della morte di Pietro Vannucci detto il Perugino e dellโ€™esposizione straordinaria del Reliquiario, visibile fino allโ€™11 giugno, presso il Museo del Capitolo della Cattedrale di Perugia, lโ€™Isola di San Lorenzo organizza mercoledรฌ 24 maggio alle ore 17.30 una conferenza dal titoloย Raffaello e lโ€™arte dellโ€™oreficeria. Unโ€™ipotesi per il Reliquiario del Santo Anello della Cattedrale di Perugia, che sarร  tenuta dal dott. Gabriele Barucca, Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Cremona, Lodi e Mantova.โ€ฏAl centro della conferenza ci saranno gli esiti di una nuova ricerca, in cui si indaga il rapporto tra Raffaello e le arti minori, analizzando un capolavoro dellโ€™oreficeria rinascimentale, realizzato dalla bottega degli orafi perugini Federico e Cesarino del Roscetto nel 1511. ย Il prezioso manufatto, allโ€™interno del quale ancora oggi viene esposto il Santo Anello, fu realizzato per lโ€™omonima cappella della Cattedrale di San Lorenzo, in cui si trovava lo Sposalizio della Vergine dipinto da Pietro Vannucci detto il Perugino tra il 1501 e il 1504.ย ย 

Il Reliquiario, in bronzo parzialmente dorato e argento, รจ unโ€™opera che ci permette di conoscere e approfondire una pagina importante delle committenze artistiche della Cattedrale perugina nel corso dellโ€™etร  rinascimentale, in cui fede, devozione e potere si uniscono insieme, per continuare a sorprendere ancora oggi, lโ€™occhio di fedeli e visitatori. Un viaggio in cui la storia del prezioso monile e delle committenze artistiche che ruotano intorno ad esso, incontra Perugino e volge lo sguardo a Raffaello.ย 

Raffaello รจ erede della grande tradizione artistica italiana tre e quattrocentesca che si fonda sul ruolo vitale della bottega, luogo fisico della produzione artistica nonchรฉ di trasmissione del sapere e dei procedimenti pratici. Questa componente artigianale, era cosรฌ profondamente radicata nella cultura artistica dellโ€™Umanesimo, che proprio Raffaello, diversamente dai suoi grandi contemporanei Leonardo e Michelangelo, mostra costantemente nel corso della sua carriera un interesse particolare e una grande curiositร  per i processi di lavorazione artistica e per gli oggetti prodotti dallโ€™abilitร  degli artefici.โ€ฏUnโ€™opportunitร  per mettere in luce lโ€™impegno creativo di Raffaello verso le โ€˜arti minoriโ€™ illustrando il rapporto privilegiato che ebbe con gli orafi, gli intagliatori di gemme e la loro arte.ย 

Al termine della conferenza sarร  possibile visitare la sala del Museo del Capitolo allโ€™interno della quale รจ esposto il Reliquiario del Santo Anello. Occasione unica per poterlo ammirare come generalmente non รจ possibile fare e poter cogliere i numerosi dettagli che caratterizzano.ย 

Visitare il Museo del Capitolo significa fare un viaggio a ritroso nella storia di Perugia: la storia cittadina naturalmente, ma anche quella geologica, religiosa, rituale. Una serie di elementi che restituiscono il quadro di una cittร  in pieno fermento, oggi come allora.

A guidarci in questo viaggio ci sono lโ€™architetto Alessandro Polidori e Maria Eletta Benedetti, storica dellโ€™arte che fa parte dello staff di Isola San Lorenzo, un progetto che prende il nome dal complesso architettonico che, richiamando lโ€™insula romana, comprende la Cattedrale di San Lorenzo, lโ€™area archeologica di Perugia sotterranea, la loggia di Braccio Fortebracci e, appunto, il Museo del Capitolo.

 

L’esposizione del Museo del Capitolo

 

Proprio questโ€™ultimo si apre al suo centesimo anno di vita con un nuovo percorso espositivo, presentato nel febbraio del 2023: diversamente dal restauro del 2000, lโ€™esposizione non segue un criterio cronologico ma tematico, accorpando testimonianze diverse provenienti da quella che era lโ€™area della Diocesi di Perugia-Cittร  della Pieve, il confine di epoca comunale della Cittร  di Perugia.
E cosรฌ, dalla Sala dellโ€™Accoglienza โ€“ giร  parte del nucleo originario del 1923 e contenente un ingegnoso strumento per votare in segreto โ€“ ci avviamo lungo il porticato dove sono conservati i reperti lapidei rinvenuti nella zona della Rocca Paolina e dellโ€™acropoli perugina, della quale si puรฒ apprezzare la profonditร  affacciandosi dal camminamento introduttivo alle sale del Museo capitolare.

 

Il porticato

 

Il percorso continua attraverso opere, manufatti, paramenti sacri e ricostruzioni che fanno di ogni sala uno spaccato della storia perugina, siglato da firme artistiche piรน o meno note: basti pensare alla Pietร  in marmo lunense di Agostino di Duccio che accoglie il retaggio di Raffaello, il cui retro, giร  scolpito, ne indica una probabile provenienza dal portale della precedente cattedrale; oppure al Gonfalone di San Fiorenzo di Benedetto Bonfigli, legato alla richiesta della grazia in occasione della recrudescenza della peste in cittร , con quellโ€™angelo che srotola una lunga pergamena vergata con le colpe dei perugini; o, ancora, agli oggetti sacri che testimoniano la presenza della corte papale in cittร , non solo in caso di calamitร  โ€“ come il Messale portato dai crociati in fuga da San Giovanni dโ€™Acri – ma ancheโ€ฆ di dipartita improvvisa del pontefice. E, a Perugia, di papi ne morirono ben tre!

Reliquiario del Sacro Anello

Se รจ vero che gli oggetti sacri dialogano con le opere pittoriche, non poteva essere da meno il grande meccanismo prospettico restituito dal reliquiario del Sacro Anello โ€“ temporaneamente ospite al Museo โ€“ posto di fronte alla riproduzione del tanto conteso Sposalizio della Vergine di Pietro Vannucci detto Il Perugino, tornato ora a Perugia dopo due secoli ed esposto alla Galleria Nazionale dellโ€™Umbria. Di questo reliquiario cinquecentesco che risiede stabilmente sullโ€™altare della cappella in cui viene mostrato solo due volte allโ€™anno โ€“ lasciata solo nel 1907, anno in cui venne esposto alla Mostra di antica arte umbra, e questโ€™anno โ€“ sappiamo veramente poco: fu cesellato dalle mani di Francesco e Cesarino del Roscetto nel 1511 ma, siccome il meccanismo che permette la calata dellโ€™anello รจ settecentesco, non sappiamo in che modo e se ci fosse effettivamente una calata. Il fatto perรฒ che il Divin Pittore non abbia dipinto un anello tra le mani di Giuseppe lascia aperta la possibilitร  che fin da subito vi fosse la volontร  di creare un gioco prospettico che potesse soggiogare i credenti inginocchiati di fronte allโ€™altare: รจ la stessa sensazione che coglie il visitatore di fronte alle innumerevoli curiositร  e ai retroscena mostrati dallโ€™intero percorso espositivo del Museo. รˆ come sbirciare nelle stanze piรน intime di una storia lunga secoli, dove le propaggini della devozione popolare e dei giochi di potere dei grandi finiscono per intessere trame nuove e intriganti.

Il restauro del Perugino

Le prime fasi del restauro della Pala Martinelli del Perugino

 

Proprio con questo spirito, il Museo del Capitolo offre anche la possibilitร  di visitare, dal 4 marzo allโ€™11 giugno, il cantiere di restauro della Pala Martinelli del Perugino. La Pala, che rappresenta il martirio di San Sebastiano, fa parte delle opere disperse provenienti di San Francesco al Prato ed รจ in condizioni piuttosto critiche, tanto che era da tempo che non veniva piรน esposta. Il Dipartimento di Scienze Chimiche e tecnologie dei materiali del CNR, in questo momento, sta analizzando gli strati superficiali del dipinto per indagarne i materiali, le tecniche e lo stato di conservazione. Tramite una strumentazione portatile, viene analizzato ogni singolo punto del dipinto per raccogliere informazioni sui pigmenti, sulla preparazione, sulla natura antica o moderna dei materiali utilizzati, restituite attraverso immagini a infrarossi. Questa mole di dati sarร  poi trasmessa ai restauratori, in modo che possano armonizzare le parti originali non solo con quelle ridipinte, ma anche con quelle restaurate in passato.
Unโ€™occasione imperdibile, per il visitatore, non solo per rendersi conto di quale e quanto lavoro cโ€™รจ dietro il recupero di pezzi tanto rari e preziosi, ma anche per ammirare uno dei capolavori del grande maestro rinascimentale, ancora incredibile nonostante il lungo e inesorabile cammino attraverso le pieghe del tempo.