Lโultima produzione artistica di Pietro Vannucci รจ attestata a Trevi, piccolo e caratteristico borgo umbro.
Nel centro storico della cittร , incorniciato da un tipico paesaggio verdeggiante, รจ visibile la cinquecentesca Villa Fabri, sede della fondazione omonima e dellโassociazione Strada dellโOlio extravergine di Oliva Dop Umbria. Alla sommitร della cittร svetta la torre civica, simbolo di Trevi, spostandosi di poco รจ visibile il duomo intitolato a santโEmiliano, primo vescovo e patrono della cittร .
Perugino, Adorazione dei Magi, 1521-1522, Santuario della Madonna delle Lacrime, Trevi
In cittร il pittore giunse nel 1521 allโetร di 76 anni per affrescare una delle Cappelle del Santuario della Madonna delle Lacrime con la raffigurazione dellโAdorazione dei Magi e i santi Pietro e Paolo, considerata una delle ultime opere del maestro. Lโopera riprende lโepisodio del Vangelo secondo Matteo: la Sacra Famiglia รจ posta al centro sotto un baldacchino ligneo che si estende fino alla sommitร del dipinto. La Vergine รจ seduta su un trono rialzato e il Bambino benedicente รจ posto sul suo ginocchio destro, nellโatto di benedire il piรน anziano dei Magi che gli offre il suo dono. San Giuseppe invece รจ in piedi appoggiato a un lungo bastone, accanto a lui รจ inginocchiato il secondo magio, il terzo, il piรน giovane, attende il suo turno per presentare la sua offerta come vuole la tradizione.
Nel novembre del 2022, lโarchivista Maria Paola Bianchi ha annunciato il ritrovamento del contratto che affidava al maestro umbro la realizzazione dellโopera. Nel santuario si conserva unโaltra importante testimonianza del Rinascimento umbro: lโaffresco di Giovanni di Pietro, noto come lo Spagna, attento e sensibile seguace del Perugino, raffigurante il Trasporto di Cristo.
Ricognizione descrizione digitalizzazione e informatizzazione delle fonti documentarie per la salvaguardia e la valorizzazione.
A Perugia presso il Salone storico della Soprintendenza archivistica e bibliografica dellโUmbria si รจ svolta una conferenza dal titolo Vita e opere del Perugino attraverso le fonti documentarie umbre. Ricognizione, descrizione, digitalizzazione e informatizzazione dei documenti per la salvaguardia e la valorizzazione. Il progetto ha reso fruibile, attraverso lโattivitร di digitalizzazione e informatizzazione, le fonti documentarie relative alla vita e alle opere del pittore Pietro Vannucci. Queste saranno consultabili anche online e prossimamente da mobile.
Allโiniziativa hanno preso parte: Armando Gradone, prefetto di Perugia, Don Simone Sorbaioli, Vicario Generale dellโArcidiocesi di Perugia-Cittร della Pieve. Lโevento, coordinato da Luisa Montevecchi, giร dirigente del Ministero per i beni e le attivitร culturali, prevedeva i saluti di Giovanna Giubbini, soprintendente archivistico e bibliografico dellโUmbria, di Leonardo Varasano, assessore alla cultura del comune di Perugia, di Ilaria Borletti Buitoni, presidente Comitato Perugino Cinquecento, di Cristina Colaiacovo, presidente Fondazione Perugia e di Cinzia Rutili, direttrice Archivio di Stato di Perugia.
Sono intervenuti la soprintendente archivistica e bibliografica dellโUmbria ย Giovanna Giubbini e, da remoto, lo scrittore e storico dellโarte Claudio Strinati.
Il progetto partendo proprio dallโanalisi degli studi compiuti dal Canuti, ha effettuato una ricognizione delle fonti, compiendo un controllo puntuale sullโesistenza dei documenti citati, realizzandone quindi una descrizione archivistica attraverso la compilazione di una scheda, elaborata in base agli standard internazionali di descrizione, comprensiva di tutti i dati identificativi (data, segnatura, ecc.) e con lโindicazione del contenuto/regesto del documento. A questo si รจ aggiunta la riproduzione digitale dei documenti e lโinserimento dei dati e delle immagini in un softwareย consultabile on line. ร stato anticipato, inoltre, che รจ in fase di rilascio una app che renderร consultabili i documenti anche da mobile. Nel corso del progetto, inoltre, รจ stato realizzato un video esplicativo dellโattivitร svolta e divulgativo del percorso documentario compiuto e dei risultati raggiunti, presentato durante la conferenza
IL PROGETTO
Nellโambito delle celebrazioni per il quinto centenario della morte di Pietro Vannucci (1446-1523), per il quale il Ministero della Cultura ha costituito un comitato, con sede nella Galleria Nazionale dellโUmbria di Perugia, con il compito di promuovere e diffondere, in Italia e allโestero, anche mediante piattaforme digitali, la conoscenza della figura e lโopera del Perugino attraverso un adeguato programma di celebrazioni, di attivitร di ricerca, formative, editoriali, espositive, nonchรฉ tramite lโorganizzazione di manifestazioni culturali, la Soprintendenza archivistica e bibliografica dellโUmbria ha realizzato un progetto di digitalizzazione e informatizzazione delle fonti documentarie e che testimoniano la vita e le opere di Pietro Vannucci, conservate negli archivi storici umbri, comunali, ecclesiastici e di confraternite e consultabili on line. ร stato anticipato, inoltre, che รจ in fase di rilascio una app che renderร consultabili i documenti anche da mobile.
Lโindagine ha rappresentato un approfondimento della ricerca archivistica iniziata nel 2000 in occasione di โPerugino il divin pittore. Manifestazioni in onore di Pietro Vannucci detto il Perugino Perugia e lโUmbria 28 febbraio โ 18 luglio 2004โ, che vide lโorganizzazione di diverse mostre, in varie sedi, quali la Galleria nazionale dellโUmbria, il museo della ceramica a Deruta, la Chiesa di san Francesco a Corciano, il palazzo Della Corgna a Cittร della Pieve.
In tali mostre, oltre ai dipinti, furono esposti numerosi documenti del periodo in cui visse il Perugino. In particolare si segnalano quelli esposti a Cittร della Pieve e pubblicati nel catalogo Perugino e il paesaggio, a cura di G. Baronti, S. Blasio, A. Melelli, C. Papa, M. Squadroni, Silvana editoriale, Milano, 2004. Tali fonti provenivano dallโarchivio storico comunale e dallโarchivio notarile mandamentale di Cittร della Pieve e da quello della Confraternita di Santa Maria dei Bianchi di Cittร della Pieve.
Una sezione della mostra era dedicata, inoltre, agli studi sul Perugino a Cittร della Pieve, svolti cioรจ dagli storici e dagli studiosi locali, tra questi, il sacerdote Fiorenzo Canuti, che visse e lavorรฒ nella cittadina umbra nella prima metร del secolo scorso, dedicando gran parte della sua esistenza allo studio della storia locale e alla vita e le opere di Pietro Vannucci. Fonte di tale proposta espositiva lโarchivio personale del Canuti, ricco della documentazione costituitasi nel corso dei suoi studi e i documenti da questi raccolti, appartenuti a coloro i quali prima di lui si erano dedicati allo studio delle vicende storiche di Cittร della Pieve. Compimento di tanti studi la pubblicazione del Canuti Il Perugino, opera organica e completa sulla vita e la produzione artistica del Perugino. Lo studioso, oltre a dare una sistemazione organica agli studi precedenti, rese disponibili e fruibili le ricerche e le analisi delle tante fonti documentarie da lui esaminate.
Dal 2 ottobre al 7 gennaio la Galleria Tesori d’Arte del Complesso monumentale di San Pietro a Perugia ospiterร , nei pressi della sua collocazione originale, la grande opera che Perugino aveva dipinto per la basilica in Borgo XX Giugno.
Il Perugino di San Pietro torna per la prima volta a casa, nell’omonimo complesso monumentale in Borgo XX Giugno, a Perugia, in una straordinaria mostra che verrร aperta al pubblico lunedรฌ 2 ottobre.
In programma fino a domenica 7 gennaio nella Galleria Tesori d’Arte di San Pietro, l’iniziativa riporta in cittร una parte importante della grande opera che Perugino aveva dipinto per la vicina basilica, ed รจ promossa dalla Fondazione per lโIstruzione Agraria e dall’Universitร degli Studi di Perugia, con il contributo del Comitato promotore delle celebrazioni per il quinto centenario della morte del pittore Pietro Vannucci detto โil Peruginoโ, main sponsorBrunello Cucinelli spa, il sostegno del GAL Media Valle del Tevere.
Il Perugino di San Pietro, allestimento. Ph. D’Arrigo Bellu
La mostra, curata da Laura Teza, professoressa associata di Storia dellโArte moderna dellโUniversitร degli Studi di Perugia, รจ realizzata con il Musรฉe des Beaux-Arts di Rouen e i Musei Vaticani, il patrocinio della Regione Umbria, del Comune di Perugia, dellโAmbasciata di Francia, il Consolato Onorario di Francia a Perugia, e la collaborazione di Isola San Lorenzo, Comune di Cittร della Pieve e Fondazione Ranieri di Sorbello.
La predella dell’Ascensione di Cristo. La storia dell’opera
Nel 1495 i monaci benedettini della basilica di San Pietro ordinarono a Pietro Vannucci, per il loro altare maggiore, una grandiosa Ascensione di Cristo, coronata da un Eterno benedicente con alla base una predella con 11 scomparti, raffiguranti al centro lโAdorazione dei Magi, la Resurrezione e il Battesimo, e ai lati 6 santi benedettini e i due protettori di Perugia, san Costanzo e santโErcolano. Racchiusa da una specie di armadio aperto che la proteggeva e che aveva alla sua sommitร due grandi tondi con profeti, l’opera costituiva un vanto della cittร e del territorio per la sua complessitร e bellezza. La gigantesca macchina fu smontata alla fine del Cinquecento e poi, nel 1797, emigrรฒ con le requisizioni napoleoniche e fu trasferita prima a Parigi e poi frazionata e dispersa in vari musei francesi.ย Ora la grande Ascensione si trova a Lione, la predella nel museo di Rouen, i due Profeti a Nantes, tre santi benedettini alla Pinacoteca Vaticana mentre cinque sono rimasti nella sacrestia di San Pietro a Perugia.
Alla mostra Il Perugino di San Pietro verranno per la prima volta riunificati tutti e undici gli scomparti della predella: lโAdorazione dei Magi, la Resurrezione e il Battesimo vengono dal Museo di Rouen, e sono tra i dipinti piรน spettacolari dellโintera carriera di Perugino, con colori, una resa delle forme e del paesaggio, sorprendenti per luminositร e modernitร .
Battesimo di Cristo. Rouen, Museฬe des Beaux Arts
Il restauro e la ricostruzione digitale
I tre santi benedettini sono stati restaurati per lโoccasione nei Laboratori di Restauro della Pinacoteca Vaticana, recuperando una luminositร e unโarmonia di gamme cromatiche che si pensava perduta. I cinque rimasti a Perugia sono stati riesaminati e sottoposti ad indagini da parte del Laboratorio di Diagnostica dei Beni Culturali della Regione Umbria di Spoleto.
Lo studio interdisciplinare, con il gruppo di lavoro delle professoresse Valeria Menchetelli e Francesca Funis del Dipartimento di Ingegneria civile e ambientale dellโUniversitร degli Studi di Perugia, ha prodotto uno studio di ricostruzione digitale della grande macchina dโaltare che era collocata nellโabside, cioรจ nella zona dietro lโattuale altare. Chi entrava in Chiesa poteva godersi il grande spettacolo dellโAscensione di Cristo in pieno svolgimento difronte ai suoi occhi.ย Saranno poi esposti in mostra i contratti che regolarono la trattativa tra i monaci di San Pietro e il pittore per questโopera, pagata la stratosferica cifra di 560 ducati dโoro, e le copie che di questa predella fece il noto pittore seicentesco Giovanni Battista Salvi detto il Sassoferrato, che lavorรฒ per un importante abate di San Pietro, dom Leone Pavoni, a testimonianza del grande valore attribuito a queste opere capitali del Rinascimento italiano.
IL PERUGINO DI SAN PIETRO โ INFORMAZIONI
Dove: Galleria Tesori d’Arte, Complesso monumentale di San Pietro, in borgo XX Giugno, 74 a Perugia.
Quando: dal 2 ottobre al 7 gennaio 2023, tutti i giorni in orario 10 โ 13 / 16 โ 19.
Lโantico borgo di Deruta รจ dominato dal trecentesco Palazzo Comunale con le tre bifore romaniche che ne ingentiliscono la facciata in pietra; negli ambienti del piano superiore si trovano le stanze dalla Pinacoteca Comunale.
La Pinacoteca raccoglie cinquantadue tele della collezione di Lione Pascoli, donate al Comune dagli eredi nel 1937. Tra le opere ricordiamo la Madonna e i santi Francesco e Bernardino dellโAlunno, lโAngelo di Guido Reni e alcuni affreschi staccati da chiese del territorio.
Proprio in queste sale รจ conservato il bellissimo affresco di Pietro Vannucci, raffigurante ilPadre Eterno, i santi Rocco e Romano con una veduta di Deruta. Nella parte inferiore dellโopera รจ presente unโinsolita veduta dal basso della cittadina, della quale si riconoscono la chiesa di san Francesco, ancora dotata del campanile gotico poi modificato nel 1704, la chiesa di santa Maria dei Consoli e le torri civiche. Nella parte superiore, entro una sfera luminosa, si trova Dio Benedicente con in mano il Globo, affiancato da san Rocco che gli rivolge lo sguardo e san Romano vestito da pellegrino che mostra la ferita alla coscia, segno della peste da cui รจ stato contagiato.
Perugino, Padre Eterno, san Romano e san Rocco, 1475-1478. Pinacoteca Comunale
I due santi, in pose eleganti e ben equilibrate, occupano uno spazio ideale delineato da un pavimento a forme geometriche e un drappo rosso alle loro spalle. Sotto i due santi corrono i loro nomi e unโiscrizione: la scritta attesta la realizzazione del dipinto al 1475, a seguito di un decreto pubblico. In realtร รจ probabile che lโaffresco sia successivo al 1476, anno in cui la cittร รจ stata colpita da unโondata di peste. Questโopera รจ molto vicina da un punto di vista stilistico allโAdorazione dei Magi conservata nella Galleria Nazionale dellโUmbria, del 1475.
Lโopera รจ stata realizzata dal Perugino per la chiesa di san Francesco: la chiesa fu consacrata nel 1388, oggetto di successivi restauri e rifacimenti, presenta sulla facciata un rosone, mentre il campanile รจ alleggerito da bifore ogivali, รจ inoltre conservata una campana fusa in occasione della canonizzazione di san Francesco.
In breve tempo la fama di Perugino raggiungerร Roma e il Papa, che gli commissionerร la decorazione dellโabside della Cappella della Concezione nella Basilica costantiniana di San Pietro e delle pareti della Cappella Sistina, accanto a Botticelli, Ghirlandaio e Cosimo Rosselli.
Viaggio nel Rinascimento e nellโarte umbra con il meglio Maestro dโItalia.
Un percorso guidato che racconta, attraverso i principali capolavori esposti, il fenomeno Pietro Vannucci detto il Perugino: lโarte in Umbria prima del suo successo, i maestri che lo hanno influenzato, lo stile diventato un modello, la bottega, la parabola della sua pittura.
La visita individuale si svolgerร all’interno della Galleria Nazionale dell’Umbria, domenica 20 e 27 agosto alle ore 11.
Continua il nostro viaggio alla scoperta delle opere di Pietro Vannucci, in occasione dei 500 anni dalla sua morte. In questa puntata siamo a Foligno a scoprire Il Battesimo di Cristo.
La cittร di Foligno ci porta verso le opere del Divin Pittore; qui si possono trovare tracce di san Francesco, Federico II di Svevia, Mozart quattordicenne in viaggio con il padre e gli arbori della stampa, in particolare, della Divina Commedia.
Percorrendo le vie della cittร dei Trinci si arriva dinanzi a una chiesetta umbra, denominata Nunziatella, appellativo che rimanda al mistero dellโAnnunciazione ma, posto in grado vezzeggiativo, ricorda le sue piccole dimensioni.
Perugino, Battesimo di Cristo, 1508-1513, Foligno, Oratorio della Nunziatella
Il Santuario della Nunziatella, caso unico nel suo genere, forse per lโesiguitร degli spazi disponibili, adotta una pianta quadrata arricchita da sei nicchie in cui vengono collocati quattro altari. La perdita dei registri contabili della Nunziatella ci priva purtroppo di alcune informazioni importanti circa le maestranze che vi hanno operato, tra cui lโarchitetto responsabile del progetto; sebbene gli studiosi suggeriscano il nome di Francesco di Bartolomeo da Pietrasanta, presente in quegli anni a Foligno. Allโinterno di questo piccolo e minuto scrigno รจ conservato lโaffresco del Divin Pittore, raffigurante
Il Battesimo di Cristo
Lโaffresco รจ parte della decorazione voluta dal rettore della societร dellโAnnunziata Giovanni Battista Merganti, allโinizio del Cinquecento, per la cappella di san Giovanni Battista. Il tema del Battesimo aveva riscosso un grande successo tra i clienti del Perugino, grazie al modello da lui eseguito nella Cappella Sistina: รจ fortemente probabile che lโartista aveva avuto modo di ammirare opere con lo stesso soggetto nella bottega fiorentina di Andrea del Verrocchio.
Al centro della scena, nel fiume Giordano, san Giovanni sta per versare lโacqua del battesimo sul capo di Cristo in atto di pregare, vestito solo di un leggero panno annodato sotto i fianchi. Sulle sponde del corso dโacqua, si trovano quattro angeli eleganti, mentre altri due, circondati da cherubini, affiancano una colomba bianca, simbolo dello Spirito Santo che discende tramite lโatto.
Nella lunetta superiore, il Padre Eterno sulle nuvole con in mano il Globo benedice la scena, con accanto due angeli che reggono i gigli, simbolo di purezza. Lโintero dipinto nel corso dei secoli ha subito danni dovuti allโumiditร ed รจ stato soggetto ad alcuni restauri tra Otto e Novecento, con reintegro delle lacune per una migliore lettura complessiva della scena.
La guida รจ un valido strumento per richiamare un maggior pubblico di visitatori, cittadini, turisti, studenti e famiglie, anche da oltre i confini umbri.
I luoghi di Perugino tra Perugia e il Trasimeno (Electa, Milano 2023) vuol essere una guida sul territorio della diocesi di Perugia e Cittร della Pieve con itinerari che portano alla scoperta dei luoghi e dei paesaggi in cui Perugino ha operato e tratto ispirazione, e alla conoscenza delle opere conservate nelle diverse localitร . Sedici luoghi tra chiese, oratori, antiche istituzioni e collezioni museali di sette localitร : Perugia e Cittร della Pieve, in primis, ma anche Deruta, Cerqueto, Panicale, Corciano e Fontignano.
ยซQuesta guida nasce dalla volontร della diocesi di valorizzare il considerevole patrimonio di opere del Perugino in occasione delle celebrazioni del quinto centenario della sua morte. La pubblicazione รจ stata realizzata in collaborazione con le altre istituzioni che custodiscono i dipinti del Divin Pittore cosรฌ da fornire un panorama non limitato alla sola proprietร ecclesiastica. Si รจ scelto di non estendere lโoggetto della pubblicazione a tutta lโUmbria, ma di restare allโinterno dei confini della diocesi, che corrispondono sostanzialmente allโarea geografica di Perugia e del lago Trasimeno. Questa pubblicazione รจ rivolta a coloro che vogliono percorrere itinerari di visita di questโarea, ma vuol essere anche un agile repertorio di immagini e studi delle opere che Pietro Vannucci lasciรฒ nel proprio territorio di origine. Il libro รจ organizzato in tre sezioni: testi di apertura strumenti (biografia, mappa), schede dei luoghi e delle opere. Questโultima sezione ne contribuisce il corpo principale. Per ogni luogo รจ descritta e spiegata nel dettaglio ciascuna delle opere presenti, con l’eccezione dei dipinti nella collezione della Galleria Nazionale dell’Umbria che per vastitร avrebbe espanso successivamente il contenutoยป spiega Francesco Vignaroli, curatore della guida.
Il libro fa parte del progetto Perugino nel segno del tempo, che comprende tutte le iniziative programmate dallโArcidiocesi di Perugia-Cittร della Pieve con la collaborazione di Genesi srl per celebrare il Meglio Maestro dโItalia.
ยซLe celebrazioni del cinquecentenario della morte del Perugino – osserva Mons. Ivan Maffeis Arcivescovo di Perugia-Cittร della Pieve, nella prefazione alla guida – rappresentano unโoccasione per riscoprire e valorizzare, attraverso il nostro patrimonio culturale, la via di una bellezza che traguarda i capolavori e non smette di interrogare le ragioni piรน profonde del nostro essere e del nostro andareยป.
Alla scoperta delle due opere del Divin Pittore esposte a Panicale e Cerqueto.
Il Martirio di San Sebastiano, Perugino. Panicale
Nella cittร di Panicale, borgo non distante da Cittร della Pieve, nella chiesa dedicata a San Sebastiano รจ custodito lโaffresco realizzato dal Vannucci nel 1505 raffigurante il martirio del Santo, soldato vissuto al tempo dell’imperatore Diocleziano. Sebastiano si convertรฌ al Cristianesimo e fu condotto al martirio, ma sopravvisse alle frecce che gli furono scagliate dai suoi commilitoni; i soldati, vedendolo morente e perforato dai dardi, lo credettero morto e lo abbandonarono sul luogo. Santa Irene, che voleva recuperarne il corpo per dargli sepoltura, si accorse che il soldato era ancora vivo, per cui lo trasportรฒ nella sua dimora sul Palatino e lo curรฒ dalle molte ferite con pia dedizione. Venne poi condannato a morte mediante flagellazione.
Il Santo, sopra un alto plinto, si trova sotto di un grandioso porticato che si affaccia su un luminoso paesaggio. ร al centro della scena in posizione dominante legato ad una colonna, il suo corpo รจ candido e perfetto e non sembra sentire dolore. Gli arcieri ai suoi piedi danno movimento a tutta la scena; gli uomini con pose bizzarre sembrano danzare; caratteristica dell’arte cinquecentesca sarร proprio la danza degli arcieri.
Perugino nella chiesa di Cerqueto
Lo stesso soggetto รจ stato raffigurato dal Perugino nella chiesa di Cerqueto, borgo medievale nel comune di Marsciano. Un piccolo e grazioso borgo sulla sommitร di una collina lungo lโantica via che raggiunge Perugia. Lโaffresco รจ di notevole importanza perchรฉ รจ la prima opera del maestro datata 1478 e firmata; per gli studiosi nella produzione artistica del Perugino esiste un prima e un dopo lโaffresco di Cerqueto.
Il Santo legato alla colonna si presenta con unโaria languida, assorta piรน che sofferente, con evidenti trapassi chiaroscurali e con un ritmo lento e pacato. Il Perugino รจ ormai pronto, dopo i lavori in provincia, per il piรน importante palcoscenico dellโarte: da lรฌ a poco infatti Sisto IV lo chiamerร a Roma.
Raccontare il Perugino รจ la mostra a Palazzo Sorbello a Perugia, a due passi dalle 70 opere esposte nella Galleria nazionale dellโUmbria, visitabile fino al 31 dicembre 2023.
Cominciare da qui prima di entrare tra le opere garantisce emozioni, svela segreti, rimette ordine nella Storia e scolpisce ricordi. Le opere dโarte hanno un contesto complesso di cui sono anche espressione e, nel caso di Perugino questo riconosciuto, รจ indispensabile sapere anche il silenzio di cui hanno sofferto per il mancato sguardo, frutto di una pessima informazione delle fonti. Eccone alcuni cenni.
Madonna degli Alberelli, Casa Museo Palazzo Sorbello, Perugia
Questa remise en forme รจ stata possibile grazie a una divulgatrice ante litteram del Novecento: Maria Maddalena de Vecchi Ranieri (Marilena, madre di Ruggero Ranieri) che ha curato, raccolto e tramandato la ricca biblioteca dei marchesi Ranieri Bourbon di Sorbello. Biblioteca che ospita un ricco fondo di opere dedicate al Viaggio e quindi ai viaggiatori del Settecento e dellโOttocento che hanno visitato lโItalia e lโUmbria. ยซSono passati anniยป afferma Diego Brillini ยซdalla pubblicazione della prima edizione di Viaggiatori stranieri in Umbria, risultato di quella che forse fu la principale tra le fatiche intellettuali di Marilena de Vecchi Ranieriยป.
Si parte cosรฌ alla scoperta e riscoperta di Pietro Vannucci detto il Perugino. Tutti gli autori che hanno collaborato alla mostra e alla stesura del catalogo scrivono come gli insigni viaggiatori siano stati influenzati, a torto, dalle Vite di GiorgioVasari, aretino, pittore poco richiesto, di sicuro il primo critico dโarte che racconta degli artisti del suo tempo sulla base di valutazioni soggettive e spesso campanilistiche. Cosรฌ danneggiรฒ anche Pintoricchio, apostrofandolo come ยซdecoratore a metraggioยป. E danneggiรฒ Perugino e Perugia in quanto i grandi viaggiatori nei rispettivi diari fecero riferimento prevalente proprio al Vasari. Lo scrive Isabella Nardi citando Lalande, astronomo e intellettuale che nel suo Voyageย dโun franรงois enย Italie fait dans les annรฉes 1765 et 1766 cita la povertร infantile del pittore a cui avrebbe fatto da contraltare lโaviditร di guadagno e lโinvidia per Michelangelo. Continua la Nardi: ยซUna attribuzione sbagliata, da Perugino a Raffaello, รจ appunto argomento di conversazione tra Adriano Meis e la pettegola signorina Caporale nel Fu Mattia Pascal, pubblicato a puntate nel 1904 sulla Nuova Antologiaยป.
Perugino รจ stato un pittore molto richiesto, riceveva commesse a non finire in tante cittร dโItalia, fino a Napoli. Per questo meraviglia la poca accuratezza sullโattribuzione delle sue opere o forse anche la poca curiositร , un controsenso per un viaggiatore spesso alla ricerca di percorsi non battuti. Alberto Sorbini nel suo saggio Perugino e i viaggiatori del Grand Tour: ยซPer la stragrande maggioranza degli intellettuali che venivano a visitare il Bel Paese, ciรฒ che era degno di ammirazione partiva dal divino Raffaello e poco o nulla degli artisti che lโhanno precedutoโฆ La damnatio memoriae del pittore di Cittร della Pieve precede i viaggiatori che vengono in Italia. Si prenda ad esempio il Viaggio pittorescoโฆ del 1671 opera del francese Giacomo Barriโฆ riguardo alla cittร di Perugia si citano lโopera di Barocci nel Duomo, del ยซgran Raffaelloยป nella chiesa di San Severoโฆ e infine un ยซquadro nobilissimoยป di Guido Reni nella Chiesa nuova di San Filippo Neri; non vi รจ traccia delle opere del Peruginoยป.
Perugino muore nel 1523. Per farla breve bisognerร aspettare il 1907 con lโEsposizione dโantica arte umbra nella pinacoteca della cittร . ยซFu offerta unโoccasione in piรนยป cosรฌ Diego Brillini ยซper poter ammirare i capolavori della scuola umbra e del Perugino, molti dei quali concessi in prestito per lโoccasione da collezionisti privati, tra i quali figurano i fratelli Ruggero Ranieri Bourbon di Sorbello e Emanuele Ranieri, questโultimo al tempo proprietario della celebre Annunziazione Ranieri, opera giovanile del Perugino attualmente in deposito presso la Galleria Nazionaleยป. La differenza tra le opere di Perugino, Pintoricchio e Raffaello รจ forse evidente a chi ha avuto una frequentazione piรน ravvicinata. Una per tutte la postura delle figure: nel Perugino una maggiore compostezza rispetto allโaccenno di movimento di Pintoricchio che in Raffaello diventa quasi danzante, come fosse un anticipo del Cinema.
Sta di fatto che: ยซNessun quadro venne attribuito a Peruginoยป cosรฌ Francis Russel ยซnellโinventario di Van Der Doort dellโeccezionale collezione di re Carlo Iโฆยป Unโaltra data topica per la ricostruzione storica รจ il 22 aprile del 1945. ยซUno degli ultimi importanti momenti della presenza alleataยป scrive Ruggero Ranieri ยซfu lโorganizzazione della mostra Quattro secoli di pittura in Umbria. Mostra celebrativa del V centenario della nascita di Pietro Perugino, aperta il 22 aprile del 1945 alla Galleria Nazionale dellโUmbria, frutto della collaborazione fra i Monuments Men e il Soprintendente per le Gallerie e i Monumenti, Achille Bertini Colossoโฆ Fu un evento di grande risonanza con la presenza dellโallora Ministro della Pubblica Istruzione Vincenzo Arangio-Ruizโฆ un catalogo stampato sia in versione italiana che inglese, 51 opere di cui ben 40 erano della Galleria nazionale stessaโฆยป.
Tante storie nelle storie: ยซLโiconografia della Madonna degli Alberelli Ranieri di Sorbelloยป cosรฌ Claudia Pazzini ยซcon le figure dagli sguardi rivolti in direzioni opposte e la particolare posa sinuosa dellโinfanteโฆ ripete un fortunato schema compositivo che il Perugino propose per la prima volta nella Pala dei Decemviriโฆ la fortunata invenzione fu copiata dalla maggioranza dei seguaci umbri e toscani del Vannucciยป. Dal danno alla beffa. ยซโฆquesto rinato interesse per la conservazione delle pitture del Cambioยป scrive Cristina Galassi ยซil 1797 si rivelรฒ un anno terribile per le opere di Perugino: รจ noto che il pittore Jaques-Pierre Tinet fu inviato a Perugia allo scopo di ampliare la esigua lista di dipinti in precedenza predisposta da Jean-Antoine Gros e col fine di selezionare nuove opere, non comprese tra le cento indicate nel trattato di Tolentino, destinate al museo del Louvre. Perugino, nei famigerati elenchi delle requisizioni compilati in quellโanno, finirร malauguratamente, con lโoccupare un posto di assoluto privilegioยป.
Mostra Raccontare il Perugino dal 4 aprile al 31 dicembre 2023
Palazzo Sorbello, piazza Piccinino a Perugia.
Catalogo Raccontare il Perugino, impressioni e resoconti di viaggiatori stranieri in Umbria alla scoperta di Pietro Vannucci (Campisano editore)
ย
Mostra Il meglio maestro dโItalia. Perugino nel suo tempo
In esposizione 70 opere dal 4 marzo allโ11giugno 2023.
Galleria nazionale dellโUmbria. Corso Vannucci, Perugia
Il catalogo di Dario Cimorelli Editore
Il Perugino a Porta S. Angelo, mostra di cartoline e documenti fino al 27 maggio
Biblioteca di San Matteo degli Armeni
Orario: Dal lunedรฌ al venerdรฌ 9.30-13.00 e 15.00-19.30
Perugino e Signorelli sono per la nostra regione un orgoglio e un vanto; la loro arte รจ stata cosรฌ eccellente che sono riusciti a tenere uniti due mondi: quello del Verrocchio, di cui era allievo Perugino e quello di Piero della Francesca, maestro di Luca Signorelli.
Attraverso la storia della bellezza, dopo cinque secoli, continuiamo ad andare alla ricerca delle loro tracce nei luoghi piรน iconici dellโUmbria. I loro capolavori non rappresentano solo un simbolo della nostra terra, ma sottolineano l’importanza e lo sviluppo di un Umanesimo che รจ penetrato nella nostra Penisola. ร proprio in Umbria infatti che Pietro Perugino รจ nato, qui ha mosso i suoi primi passi, ha iniziato la sua carriera e, dopo aver raggiunto il successo, รจ tornato.
Attraverso le parole di Paola Agabiti, Assessore Regionale alla Cultura e al Turismo Regione Umbria, possiamo infatti comprendere che Perugino e Signorelli: ยซhanno anticipato ed esaltato proprio quellโUmanesimo di cui sono stati autorevoli protagonisti, ponendosi direttamente come attori del Rinascimento italiano. Le loro opere, la luce che ne traspare il loro tratto classico e al tempo stesso nitido e visionario ne definiscono la sconfinata maestria e ne manifestano la profonda influenza su decine di artisti loro contemporanei e non soloยป.
Entrambi morti nel 1523, Signorelli a Cortona, in Toscana, e Perugino a Fontignano, a sud-ovest di Perugia hanno lasciato tracce delle loro opere nel territorio delle due regioni. Entrambi celebri in vita, famosi e ricercati dai grandi committenti dell’epoca hanno influenzato i loro allievi tra i quali va ricordato il giovane Raffaello.
Perugino, Adorazione dei magi, 1507, affresco, 700 x 650 cm, Cittร della Pieve, Oratorio di Santa Maria dei Bianchi
Nato a Cittร della Pieve, Pietro Vannucci vi lavorรฒ in giovane etร , per poi tornarvi nei primi anni del 1500. Cittร della Pieve, patria del meglio maestro dโItalia, รจ un piccolo borgo al confine tra Umbria e Toscana, ricco di fascino e di straordinaria bellezza: la sua natura verdeggiante e incontaminata domina la Valdichiana e il lago Trasimeno; natura lussureggiante ispiratrice dei piรน eccellenti pittori del Rinascimento.
Nei pressi del duomo รจ affissa una targa la quale ricorda che un tempo vi era la casa della famiglia Vannucci. Lโartista in cittร , venne chiamato dalla confraternita dei Bianchi per i quali realizzรฒ un grande affresco per la cappella dellโoratorio raffigurante lโAdorazione dei Magi. Figure dominanti sono la Vergine e il Bambino, i Magi riccamente vestiti sono raffigurati in primo piano, alle loro spalle verdi colline di una vallata umbra; nellโopera Perugino realizza un perfetto connubio tra uomini, paesaggio e architettura, integrandoli perfettamente.
Lโartista fu lโiniziatore di un nuovo modo di dipingere quello della cosiddetta maniera moderna, caratterizzata dalla purezza formale, dalle ampie composizioni, da un disegno ben definito ed elegante e i personaggi liberati dalle caratteristiche terrene e investiti di un’aria angelica.
Perugino. “Madonna con Bambino e i santi Gervasio, Pietro, Paolo e Protasio”, 1514, olio su tavola, 240 x 220 cm, Duomo, Cittร della Pieve
In cittร , inoltre, si trova la Cattedrale dei Santi Gervasio e Protasio. La chiesa sorge nel luogo dellโantica pieve edificata probabilmente nel 1600. La facciata รจ costruita da due materiali diversi: pietre e laterizi, lโinterno a navata unica presenta grandi cappelle laterali che custodiscono opere di allievi del Perugino come Domenico Paride Alfani e Giacomo di Guglielmo e una tela realizzata dal Pomarancio e Salvio Savini.
Sempre nella cattedrale รจ conservata una tavola lignea rappresentante la Madonna con i santi Gervasio, Protasio, Pietro e Paolo. Il Perugino inserisce madre e figlio nel registro superiore in una cornice a forma di mandorla, antico simbolo di vita e di rinascita poichรฉ il mandorlo รจ il primo albero a fiorire in primavera. Nel registro inferiore sono presenti san Pietro con le chiavi del Paradiso, Paolo con una lunga spada e il libro e Gervasio e Protasio patroni di Cittร della Pieve; alle loro spalle vi รจ lโiscrizione con la data della consegna e la firma dellโautore.
Il pavimento della chiesa รจ riprodotto anche nell’opera: ai piedi dei personaggi infatti ben si nota un pavimento a forme geometriche.