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ย L’Associazione Via dei Priori e il progetto Donna vede Donna insieme a Perugia, nella manifestazione Prioritร  Donna, dove arte, cultura, turismo e commercio si incontrano con uno sguardo positivo verso il futuro.

Dal 18 giugno al 4 luglio Via dei Priori a Perugia diventerร  una galleria a cielo aperto, che ospiterร  la mostra fotografica corredata da versi Donna vede Donna e numerosi altri appuntamenti artistici e culturali, dove gli artigiani, i commercianti e gli artisti della storica e centralissima strada perugina, accoglieranno i visitatori della manifestazione Prioritร  Donna, organizzata dall’Associazione Via dei Priori in sinergia con ARS Cultura, Trasimeno in Dialogo, in collaborazione con Tangram con il patrocinio del Comune di Perugia.
Si incontreranno all’aria aperta arte, turismo ed economia, nel rispetto delle distanze e in linea con le indicazioni istituzionali in tempo di COVID.
L’idea รจ nata dall’incontro tra Maria Antonietta Taticchi, Presidente dell’Associazione Via dei Priori e Marco Pareti e Stefano Fasi, rispettivamente coordinatore e direttore artistico del Progetto Donna vede Donna che ha trovato grandi consensi tra gli esercenti della via. Le vetrine dei negozi diventeranno gli espositori della mostra fotografica corredata da versi Donna vede Donna. Le finalitaฬ€ del Progetto Donna vede Donna, giunto al suo quarto appuntamento, sono quelle di descrivere, con foto e versi, le varie sfaccettature femminili e di mettere in risalto la dolcezza, la bellezza e la centralitaฬ€ sociale delle donne, aborrendo ogni forma di violenza.
Si potrร  passeggiare lungo via dei Priori ammirando le opere fotografiche di nove fotografe tra italiane, russe e albanesi e leggendo i versi di cinque poetesse tra italiane, russe e giapponesi, accolte dai suoi negozianti.
Il programma della manifestazione non si ferma alla mostra ma รจ nutrito e vario, concentrato in tre Week.

 

Week 1

Giovedรฌ 18 giugno

Ore 17,00ย  presso lo slargo di via dei Priori, adiacente la Chiesa di Santo Stefano

Inaugurazione di Proritร  Donna Interverranno gli assessori comunali Leonardo Varasano e Clara Pastorelli e il consigliere regionale Eugenio Rondini. Nell’occasione saranno letti i versi delle poetesse del progetto Donna vede Donna da parte di Caterina Martino.

Ore 19,00 in via S. Agata 1

Siamo nuvoleย  inaugurazione esposizione dei lavori di arteterapia creati da donne in tempo di pandemia durante il corso condotto da Monica Grelli.

 

Venerdรฌ 19

Ore 17,30ย  presso la Chiesa di S. Agata

Violenza di genere, conferenza con Lorena Pesaresi, esperta di politiche di genere e Marco Pareti, autore del libro La ragazza del canneto edito da Armando.

 

Sabato 20

ore 17,30

Appuntamento sotto l’arco di via dei Priori

Storie di Donne โ€“ visita guidata con Caterina Martino attraverso luoghi e racconti al femminile (necessaria prenotazione presso IAT 075 5736458 โ€“ ass. Priori 393 5145793 contributo di 5 euro)

 

Week 2

Venerdรฌ 26

Ore 17,30 presso la chiesa di S. Agata

Fiabe nellโ€™essenza al femminile conferenza con Maria Pia Minotti, psicologa-psicoterapeuta.

 

Ore 18 in via dei gatti

AMABIE- be Amabie- sii Amabie – disegna l’Amabie che รจ in te –

Esposizione a cura dellโ€™ass. Tangram

Dalle ore 19 lungo via dei Priori

OUTfit for dinner

Enogastronomia, performance musicali, flash moda, cena da 15 a 35 euro (prenotazione obbligatoria 392 8419955/ 392 5041258 scegli il menรน su www.visitaperugia.it)

 

Sabato 27

Dalleย  ore 14,30, lungo via dei Priori

Donna… a Priori, estemporanea di pittura curata dalla Casa degli Artisti di Perugia di Francesco Minelli e Carla Medici. Alle 19,00 la premiazione e i saluti.

Ore 15:30

Appuntamento sotto lโ€™arco di via dei Priori

Fede e storia lungo la via โ€œsacraโ€ visita guidata con Monia Minciarelli

(necessaria prenotazione presso IAT 075 5736458 โ€“ย  Monia 3476379795 contributo di 5 euro)

Dalle 18 lungo via dei Priori

Donna dolce contagio Guasconate, performance itinerante a cura del Circolo Guascone

 

Week 3

Venerdรฌ 3

Ore 18 in via dei gatti

AMABIE- be Amabie- sii Amabie – disegna l’Amabie che รจ in te –

Esposizione a cura dellโ€™ass. Tangram

Dalle ore 19 lungo via dei Priori

OUTfit for dinner

Enogastronomia, performance musicali, flash moda, cena da 15 a 35 euro (prenotazione obbligatoria 392 8419955/ 392 5041258 scegli il menรน su www.visitaperugia.it)

 

Sabato 4

ย Ore 15:30

Appuntamento sotto lโ€™arco di via dei Priori

Fede e storia lungo la via โ€œsacraโ€ visita guidata con Monia Minciarelli

(necessaria prenotazione presso IAT 075 5736458 โ€“ย  Monia 3476379795 contributo di 5 euro)

Ore 18:30 in piazzetta Santo Stefano

Musica in DO(nna)

rinascimento e barocco in musica. gruppo vocale I madrigalisti di Perugia. Direttore Mauro Presazzi

 

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ย 

Via dei Priori accoglierร , in un nuovo modo replicabile in altri luoghi, arte e cultura in sinergia con turismo e commercio, per favorire il rilancio economico e culturale, dopo il tempo sospeso del coronavirus. Vale la pena andare in Via dei Priori, se ne vedranno e sentiranno delle belle.

 

Si ringraziano per la disponibilitร  e collaborazione:

La Casa degli Artisti di Perugia

Ass.TRA

Il Circolo dei Guasconi

I Madrigalisti di Perugia

Lorena Pesaresi

Maria Pia Minotti

Caterina Martino

Monia Minciarelli

La violenza di genere รจ una situazione complessa, dove il contesto sociale puรฒ facilitare o condizionare ogni singolo episodio. Ci sono donne e giovani che subiscono violenza psicologica, fisica e sessuale e non hanno la forza di denunciare.

Nel periodo di emergenza sanitaria legata al COVID-19, dove si รจ dovuti stare a casa, la convivenza forzata nello stesso luogo per lungo tempo potrebbe aver innescato discussioni e litigi e portato ad atti di violenza. Per molti la propria casa vuol dire protezione e sicurezza, in particolar modo in questo periodo, in cui bisogna stare lontani dal contagio del Coronavirus. Purtroppo, in alcuni casi, le mura domestiche rappresentano un inferno e una prigione dove regnano paura, isolamento, abusi e maltrattamenti e le donne, gli anziani e i bambini sono le figure maggiormente esposte a violenze. Ne parliamo con la Dottoressa Lucia Magionami, psicologa e psicoterapeuta, esperta in violenza di genere. Lucia รจ un’umbra che opera a Perugia e a Firenze e collabora con le forze dell’ordine e con le associazioni che si occupano di casi specifici di violenza. Nell’intervista, con la sua consueta pacatezza, ci racconta questo tema molto delicato.

 

Dott.ssa Lucia Magionami

Che cos’รจ la violenza nelle relazioni intime? Cโ€™รจ differenza con la violenza di genere?

La violenza nelle relazioni intime รจ caratterizzata da una serie di azioni ripetute nel tempo, fisiche, sessuali e psicologiche che hanno luogo allโ€™interno di una relazioneย affettivaย attuale o passata. Proprio in questi giorni lโ€™Ungheria ha bocciato la Convenzione di Istanbul ritenendo il trattato pericoloso nello sviluppare le ideologie di genere, ritenute perfino distruttive. La bocciatura risulta quantomeno sorprendente. La Convenzione infatti รจ il primo strumento giuridico internazionale che crea, dopo una lunga e meditata gestazione, un quadro completo per proteggere la vittima e perseguire lโ€™abuser.ย Mentre per violenze di genere sโ€™intendono tutti quegli atti di violenzaย compiuti dagli uomini sulle le donne.

In questo periodo di lockdown cโ€™รจ stato un maggior numero di violenze domestiche?ย 

Sicuramente il confinamento di questo periodo ha reso ancora piรน difficile il rapporto di coppia in cui sia giร  presente violenza. Mentre nei primi giorni di lockdown i dati riferiti dai centri antiviolenza hanno evidenziato un calo di richieste di aiuto da parte delle donne del 55%, dopo alcuni giorni sono nuovamente risalite al 75%. Questa oscillazione va imputata alla difficoltร  delle vittime di chiedere aiuto telefonico al numero 1522 poichรฉ sottoposte al controllo incessante del partner durante il confinamento. Inoltre, credo che nei primi giorni di pandemia lโ€™abuser abbia vissuto una specie di altra realtร  in cui, potendo esercitare il massimo controllo sulla sua partner, ha sentito abbassarsiย le tensioniย interiori. Poi, con il passare del tempo trascorso a casa, i meccanismi sono mutati e, come ci insegna E. Walker nelย Ciclo della violenza, la tensione รจ risalita, e senza una reale giustificazione รจ scoppiato lโ€™episodio di violenza. Anche i femminicidi sono stati numerosi: ben 11, da marzo a oggi, le donne uccise per mano di uomini che dicevano di amarle. Per cercare di fermare questo fenomeno, che รจ lโ€™ultimo atto di un rapporto malato, la soluzione ci viene dalla Spagna, dove basta andare in farmacia e chiedere una Mascherina 19; in Italia invece si deve chiedere una Mascherina 1522 indicando cioรจ il numero di telefono nazionale contro la violenza. Un modo strategico per denunciare cosa si vive allโ€™interno delle mura domestiche e chiedere aiuto.

Perchรฉ le donne rimangono in una relazione violenta?

Non tutte le donne, ovviamente. Quando accade, la donna tende a restare nella relazione violenta non solo in forza della spirale del ciclo della violenza, ma anche per lโ€™incapacitร  di vedersi e riconoscersi vittima di violenzaย dovuta a una letturaย culturale che la societร  prevalentemente maschilista le ha inculcato. Vi sono comunque anche motivi molto concreti, spesso,ย come la presenza dei figli e la paura di vederseli sottrarre, la mancanza di una rete socialeย cui affidarsiย e di risorse finanziarie come il lavoro;ย questi sono tutti fattori che legano e trattengono laย donna incatenata alla coppia. Non va mai dimenticato che la violenza sulle donne nasce allโ€™interno di una storia che credevano dโ€™amore, e rompere quel pensiero romantico nonย รจ mai facile, anche se sarebbe indispensabile per avviare un percorso di uscita dalla violenza.

Chi sono i maltrattanti?

Gli uomini che agiscono maltrattando. Sono definiti insospettabili. Non si tratta di persone malate, ma diย persone cheย vivono una forte fragilitร , una scarsa educazione emotiva, una debolissima o perfino assente empatia. Vivono un complesso di frustrazioni mai risolte e mai gestite; lโ€™incapacitร  di elaborare le frustrazioni gli impedisce di contenere lโ€™impulso ad assoggettare la partner e a punirla violentemente per qualsiasi fantomatica colpa.ย Perciรฒ sonoย soggettiย molto controllanti, provano unaย dilanianteย gelosiaย nei confronti della donna, sono convinti che la partner sia di loro proprietร , tanto da poter disporre di lei, in qualsiasi modo, fino a toglierle la vita.ย Un’altra caratteristica da tenere presente รจย quella della de-responsabilizzazione delle loro azioni: โ€œnon รจ colpa miaโ€ รจ lโ€™affermazione tanto piรน ricorrente nei maltrattamenti.

Le parole di Lucia Magionami, mi fanno venire in mente un pensiero espresso da Martin Luther King: Ciรฒ che mi spaventa non รจ la violenza dei cattivi; รจ l’indifferenza dei buoni.

ยซNoi siamo solo un tramite tra quello che cโ€™รจ scritto sullo spartito e il pubblico. Di noi dicono che abbiamo un โ€œsuono molto italianoโ€ยป.

Cristiano Gualco (violino), Paolo Andreoli (violino), Simone Gramaglia (viola) e Giovanni Scaglione (cello) sono il Quartetto di Cremona. Fin dalla loro fondazione nel 2000 questo ensemble si รจ affermato come una delle realtร  cameristiche piรน interessanti a livello nazionale e internazionale: per questo, nel corso degli anni, รจ stato invitato a esibirsi nei principali festival e rassegne musicali in Europa, Sudamerica, Stati Uniti ed Estremo Oriente, riscuotendo consensi di pubblico e critica. Nel 2019 gli รจ stato assegnato il Franco Buitoni Award 2019 da parte del Borletti Buitoni Trust โ€“ premio dedicato proprio allโ€™imprenditore umbro – per la promozione e la diffusione della musica da camera in Italia e nel mondo. Il legame con lโ€™Umbria perรฒ risale agli inizi della loro carriera quando la Fondazione Buitoniย  consegnรฒ loro il BBT Fellowship, una borsa di studio, poi nel corso degli anni il Quartetto รจ tornato spesso a esibirsi nella regione. Ciรฒ sarebbe dovuto avvenire anche prima del lockdown. Cristiano Gualco, primo violino, ci racconta la loro storia, la musica e la carriera, che questโ€™anno taglia il traguardo dei 20 anni.

 

Qual รจ il vostro legame con lโ€™Umbria?

In Umbria abbiamo suonato tantissime volte, era prevista anche una data il 9 maggio scorso: tra le regioni italiane รจ una di quelle in cui ci siamo maggiormente esibiti. รˆ probabile che il concerto saltato a Perugia nei prossimi mesi verrร  recuperato, anche se ancora non รจ stata fissata la data.

Vi รจ stato assegnato il Franco Buitoni Award 2019: cosa significa per voi?

รˆ stato molto importante, anche per il legame che abbiamo con Ilaria Buitoni (n.d.r. presidente del Borletti Buitoni Trust). Quando abbiamo iniziato con il quartetto non era un ensemble molto diffuso e non cโ€™erano molti aiuti per chi volesse intraprendere questa strada. Pensi che ci davano dei pazzi a voler far questo! Il primo aiuto istituzionale concreto, quando ancora eravamo studenti, ci รจ arrivato proprio dalla Fondazione Buitoni e ora questโ€™ultimo riconoscimento รจ un vero e proprio premio alla carriera dopo tanti anni di lavoro.

Perchรฉ pensavano che foste pazzi?

Perchรฉ 20 anni fa il quartetto era una forma di fare musica non ancora diffusa. Oggi finalmente รจ riconosciuta e ha preso piede anche in Italia.

Questโ€™anno festeggiate 20 anni di attivitร : qual รจ il bilancio del percorso fatto finora?

Venti anni sono tantiโ€ฆ direi troppi (ride). Devo dire che รจ un bilancio molto positivo: abbiamo suonato insieme quasi tutti i giorni per 20 anni. Solo il Covid ci ha impedito di farlo. Non ci siamo visti per due mesi e proprio in questi giorni abbiamo ripreso le prove. Questo break forzato che รจ stato favorevole, il tornare a suonare ci ha portato una grande gioia e ha spezzato quella routine che si crea dopo 20 anni. Va detto che, benchรฉ siamo molto diversi, andiamo molto dโ€™accordo.

Quindi non avete mai litigato in questi anni?

Di discussioni accese me ne ricordo poche. Dopo tanti anni che suoni assieme discuti solo di musica e anche in quel caso รจ la musica stessa che parla per noi, si sviluppa e fa il suo corso da sola. Come detto, siamo persone molto diverse perรฒ andiamo tutti dalla stessa parte, la nostra musica confluisce in un punto comune.

Come vi descrivereste in poche parole?

Quattro scappati di casa (ride). Scherzi a parte: possiamo definirci come un tramite tra quello che cโ€™รจ scritto sullo spartito e il pubblico. Spesso ci hanno detto che abbiamo un suono italiano: penso sia un bel complimento!

In questo periodo come avete sopperito al blocco dei concerti? Con eventi online?

No. Ci รจ stato proposto, ma abbiamo detto di no. Ci sembrava un poโ€™ forzato, abbiamo scelto di mantenere il silenzio. Questo non toglie che chi lo ha fatto abbia fatto male. Noi abbiamo preferito tacere.

Cosa vi manca dei concerti dal vivo?

Il contatto col pubblico ovviamente ci รจ mancato, perchรฉ suonare non รจ solo un lavoro ma una soddisfazione personale che devi condividere, che devi poter esprimere davanti a qualcuno. Questo periodo di stop forzato perรฒ ci ha fatto capire molte cose sulla musica.

Tipo?

La musica, nei tempi addietro – penso ai tempi di Beethoven o Bach in cui cโ€™erano tante emergenze sanitarie e si moriva per molto meno – era sempre presente. La musica non รจ un qualcosa che deve esserci solo nei periodi positivi, quando si sta bene e si puรฒ andare a teatro; ci deve accompagnare anche nei momenti difficili, รจ un aiuto che ci puรฒ servire per vedere il futuro in modo positivo. Questo almeno รจ il mio pensiero.

Cosa consigliereste a un giovane che vuole intraprendere oggi questa carriera?

Abbiamo tanti allievi allโ€™Accademia Walter Stauffer di Cremona e capiamo perfettamente le loro esigenze. Non siamo poi cosรฌ vecchi! Quello che consigliamo รจ di avere una grande consapevolezza di dove si vuole arrivare. Il quartetto รจ un modo di suonare per il quale si deve rinunciare a tanto e questa strada si deve intraprendere con l’idea che si potrebbe fallire. Il nostro consiglio รจ di far quello che si vuole in modo sereno, altrimenti si rischia di scoppiare; fondamentale รจ trovare il proprio ruolo nel mondo musicale. Un musicista, inoltre, per una formazione completa, deve aprirsi anche ad altri mondi artistici: servono stimoli dallโ€™esterno e una visione dโ€™insieme.

Se lโ€™Italia fosse una melodia quale sarebbe?

Penso alle melodie di Puccini.

I prossimi progetti? Tornerete in Umbria?

I tour rimandati verranno recuperati, non si sa bene quando, ma sono sicuro che torneremo in giro per il mondo e anche in Umbria. Il 2021 sarร  un anno molto intenso.

Come ultima domanda le chiedo: cosa servirebbe al mondo dello spettacolo e dellโ€™arte per ripartire dopo il Covid?

Ci vuole una grande disponibilitร  da parte di chi organizza, di noi musicisti e del pubblico. Quando sarร  tutto finito non dovremmo togliere le mascherine solo dal viso ma da dentro di noi, perchรฉ non deve restarci addosso la paura di uscire, dโ€™incontrarsi e di andare a teatro o ai concerti. Ad esempio, noi musicisti potremmo dare la disponibilitร  di fare due concerti invece che uno per evitate luoghi affollati, ma credo che fondamentale sia la collaborazione tra tutte le parti coinvolte.

 


Per saperne di piรน

In anteprima nazionale a Perugia. Una bella storia ai tempi del Coronavirus per le fasce vulnerabili.

Lei si chiama Clarissa Bartolini, ragazza perugina non udente, che nella sua quotidianitร  si muove in un mondo che spesso non รจ inclusivo per i sordi e ha riscontrato un incremento di difficoltร  nel periodo dell’emergenza sanitaria legata al COVID-19.
Quando Clarissa va a fare la spesa, va in farmacia o in un ufficio, i suoi interlocutori sono dotati di mascherine che coprono la zona labiale cosรฌ da impedire ai non udenti di leggere il movimento delle labbra. Questo significa che i sordi non riescono a capire cosa gli viene detto e alzare la voce non serve, come invece si usa con taluni anziani che ci sentono poco.

 

Clarissa Bartolini davanti alla Questura di Perugia

 

Infatti, un sordo, con l’ausilio dell’apparecchio acustico, percepisce i rumori ma non riesce a comprendere le parole. Quindi la possibilitร  di leggere le labbra gli permette di essere informato sul mondo che lo circonda.
Clarissa, riscontrando questa difficoltร  comune a tutti i non udenti, ne ha parlato con la dottoressa Lucia Magionami e, per cercare di risolvere il problema, รจ stata individuata l’associazione tarantina GIORGIOFOREVERย che ha donato una fornitura di mascherine protettive nonchรฉ trasparenti nella zona labiale e quindi idonee per dialogare con persone sorde. Il funzionario della Polizia di Stato, Massimo Pici, ne ha riferito al Questore di Perugia, il dottor Antonio Sbordone, che con grande sensibilitร  ha fatto si che le pattuglie in servizio fossero dotate dell’apposita mascherina.
Clarissa Bartolini, accompagnata dall’interprete LIS Claudia Guarino, ha consegnato le speciali mascherine direttamente agli agenti della Polizia di Stato di Perugia durante un momento celebrativo e in anteprima nazionale, di cui il vostro inviato lacustre รจ stato diretto testimone. Per la prima volta in Italia e in particolare a Perugia, ci sono degli agenti che hanno la possibilitร  di comunicare in modo efficace con i sordi grazie alle speciali mascherine.

 

Claudia Guarino e Clarissa Bartolini

 

Clarissa Bartolini ha dichiarato: ยซLa sorditร  รจ invisibile ai piรน, perchรฉ non si vede e la comunicazione costituisce un ostacolo reale. Questa donazione รจ estremamente importante per la sensibilizzazione delle persone e per far capire meglio i problemi di una persona sorda. Ringrazio il Questore di Perugia, il personale della P.S., Massimo Pici e Lucia Magionami per aver dimostrato la giusta e fattiva sensibilitร . Invito altresรฌ i nostri governanti, nei momenti di comunicazione mediatica, di farsi accompagnare da un interprete LIS, competente della lingua dei segni. Altrimenti noi sordi rimaniamo esclusi dalle informazioni istituzionali, specialmente in questo periodo di emergenza sanitaria e viviamo nell’incertezzaยป.
L’uso degli speciali presidi di protezione da parte del personale in servizio di pattuglia della Questura di Perugia fa parte delle attivitร  operative del Progetto ENEA-La Polizia per il cittadino, dedicato alle fasce vulnerabili in sinergia con enti e associazioni. Una prima iniziativa รจ stata dedicata agli anziani e la successiva รจ stata dedicata ai sordi, con l’utilizzazione delle mascherine da non udenti donate dall’associazione tarantina. Antonio Sbordone, Questore di Perugia, ha dichiarato: ยซRitengo questo passo un tassello molto importante del progetto ENEA, l’impulso del fare messo in atto sotto forma di un vero e proprio network collaborativo che parte dalla percezione dei bisogni del cittadinoยป.

 

 

Massimo Pici ha richiesto al Sindaco Andrea Romizi di fornire anche la Polizia Locale di mascherine trasparenti e di sensibilizzare l’AFAS, per le Farmacie Comunali, per reperire e rendere disponibili per tutti le speciali mascherine. Perugia si รจ dimostrata ancora una volta precorritrice di un’iniziativa rivolta all’inclusivitร  e, nella certezza che sia d’esempio per altre realtร  italiane, non dimentichiamo le fasce vulnerabili. Primi in Italia, gli agenti della Questura e dei Commissariati della Provincia di Perugia, potranno comunicare in maniera ancora piรน efficace con le persone sorde.
Auspichiamo un effetto domino ed emulativo da parte di tutti, dagli operatori del servizio pubblico, quali Ospedali, Farmacie e istituzioni in genere e continuando con i pubblici esercizi e attivitร  private. Ormai viviamo in un nuovo mondo fatto da mascherine… speriamo che per magia, ma soprattutto per volontร  e sensibilitร , diventino trasparenti.

Prima del Coronavirus venne la peste. Veniva da est, era arrivata seguendo la via della Seta e giunse in tempo per essere raccontata da Boccaccio nel 1348. Poi si ripresentรฒ nel 1630 per dare a Manzoni lโ€™occasione di scrivere molte belle pagine.

Tra le due pesti letterarie ce ne fu unโ€™altra nel 1527 che non ebbe cantori, ma che fece strage egualmente. Questa arrivรฒ da nord, da quella zona che sarebbe diventata la Germania. Attraversรฒ le Alpi con i lanzichenecchi, mercenari al seguito dellโ€™imperatore Carlo V, che li aveva arruolati ma non sempre li pagava. Erano luterani, erano violenti e carichi dโ€™odio verso i cattolici papisti e soprattutto verso Roma, dove cโ€™era il Papa e, con il Papa, la corruzione della Chiesa. Poi – per inciso – era piena di ricchezze e di opere dโ€™arte di valore. Entrati in cittร  si abbandonarono a violenze e stupri, devastarono case e palazzi, rubarono tutto quello che riuscirono a rubare. Fu una strage.
Alla fiine se ne andarono. Erano entrati il 6 maggio 1527 quando Roma contava circa 100.000 abitanti. Se ne andarono a febbraio 1528 lasciando 30.00 morti. Non era finita lรฌ.

 

strade romane

La via Amerina

L’epidemia passa per l’Umbria

Se ne andarono, ma a Roma lasciarono la peste, che si portรฒ via altre 20.000 persone. Se ne andarono per tornare in Germania seguendo il percorso della via Amerina, che li avrebbe portati fino in Umbria. Loro risalivano e la peste li seguiva. Le persone morivano a migliaia e anche i lanzichenecchi si ammalavano e morivano, ma non abbastanza. Quelli rimasti hanno continuato a infierire e devastare. Le soldataglie germaniche sul loro percorso incontrarono Nepi ed entrarono da Porta Nica marciando sul basolato romano della via Amerina. Ai Nepesini fu riservato lo stesso trattamento che giร  aveva sperimentato Roma, peste inclusa.
Poi continuarono a risalire, attraversarono il Tevere; alcuni deviarono verso Narni e ne fecero scempio. Altri andarono verso Viterbo, ma poi tutti ripresero il percorso della via Amerina. La strada collegava Amelia, Todi e Perugia e sul suo percorso si affacciavano borghi e castelli di proprietร  di due famiglie rivali: gli Atti guelfi, filoimperiali, e i Chiaravalle, ghibellini e sostenitori del papato. Collicello fu il primo. Le mura rimasero in piedi e ancora sfoggiano otto torri. Poi continuarono per Avigliano, che godeva di una posizione strategica a metร  strada tra Todi e Amelia. Dopo toccรฒ a Montecastrilli, che era sotto la diretta protezione del Papa. Ultima fu Casalina, di proprietร  del monastero di San Pietro a Perugia.

 

Lanzichenecchi, mercenari al seguito dellโ€™imperatore Carlo V

 

I lanzichenecchi infierirono sulla popolazione e portarono via tutto quello che li poteva sfamare e tutto quello che era di valore. Se ne andarono e fu la fame per i sopravvissuti. Poi cominciรฒ la peste, che non si diffuse in maniera drammatica come a Roma. Il merito era dovuto allโ€™involontario distanziamento sociale. Quei piccoli borghi erano lontani lโ€™uno dallโ€™altro, arroccati su colline e dossi che si guardavano a vista, per sicurezza e soprattutto per le rivalitร  politiche tra le due grandi famiglie. Gli abitanti erano pochi e, dopo il passaggio dei soldati, ne rimasero ancora meno. La peste ne portรฒ via pochi: si puรฒ dire che fu piรน benevola dei lanzichenecchi.
Per i piccoli borghi non era ancora finita. Dopo i lanzichenecchi, dopo la fame e dopo la peste, li attendeva unโ€™altra una terribile prova: la carestia. Se le pietre potessero parlare, quei borghi avrebbero storie terribili da raccontare. Adesso sono ancora lรฌ con i loro castelli e le loro mura, immersi nel silenzio della vecchia via Amerina. Immersi nel verde dellโ€™Umbria.

Intelligenza artificiale e radiologia sono gli ingredienti. Ricerca scientifica e spin-off della ricerca sono gli attori. Aiutare la societร  al tempo del Coronavirus, lโ€™obiettivo.

Cโ€™รจ anche un pezzetto di eccellenza umbra nel metodo innovativo che diagnostica la polmonite da Covid-19. Annalisa Polidori, fisica perugina, รจ co-fondatrice di DeepTrace Technologies, societร  spin-off della Scuola Universitaria Superiore IUSS di Pavia che ha messo a punto un metodo per riconoscere la presenza della polmonite interstiziale causata dal Coronavirus sulla base di una normale radiografia digitale. Con lei, nel team, Matteo Interlenghi, il CEO Christian Salvatore, premio Forbes Under-30 nel 2017 per la categoria Science&HealthCare e la Professoressa Isabella Castiglioni, tra le 100 esperte europee in area STEM (www.100esperte.it).

Dottoressa Annalisa Polidori

Ciรฒ รจ stato possibile attraverso la collaborazione con un gruppo di ricercatori dellโ€™Universitร  di Milano Bicocca, dellโ€™Universitร  Statale di Milano, del CNR, dellโ€™IRCCS Policlinico San Donato e dellโ€™Ospedale San Gerardo di Monza. ยซLโ€™evolvere della pandemia ha accelerato le sinergie, i medici di due ospedali lombardi ci hanno chiesto di provare ad applicare le nostre tecnologie dโ€™intelligenza artificiale sulle tante immagini che stavano raccogliendo dei pazienti con Coronavirus, per rendere piรน efficienti e accurate le loro valutazioni; cosรฌ abbiamo provato a fare dei test. Quando abbiamo visto che cโ€™erano risultati promettenti, ci siamo adoperati per creare qualcosa di utile in tempi brevi. Cโ€™รจ stato uno sforzo enorme da parte dei medici che hanno collaborato in questo progetto: prima di ogni algoritmo e tecnicismo, รจ stata determinante la caratura umana e professionale del personale ospedalieroยป spiega Annalisa Polidori.

 

Vantaggi e precisione

Il software dโ€™intelligenza artificiale – addestrato utilizzando 500 radiografie di pazienti della Lombardia – permette di migliorare la diagnosi del Coronavirus a partire da una semplice radiografia al torace. ยซMigliorare la diagnosi, in questo caso, significa fornire una diagnosi che sia in grado di differenziare tra pazienti con polmonite interstiziale causata da Covid-19 e pazienti con sintomi clinici da Coronavirus ma non affetti da polmonite interstiziale. Questo inquadramento risulta molto utile in una fase di emergenza come quella che abbiamo vissuto o quando รจ fondamentale valutare preventivamente se un paziente deve essere inquadrato come Covid o meno. Il sistema di intelligenza artificiale ha imparato a distinguere in maniera automatica pazienti affetti da polmonite Covid e pazienti senza polmonite, con una sensibilitร  e specificitร  elevataยป prosegue Annalisa.

 

RX con presenza di Covid utilizzate per l’addestramento dell’algoritmo

 

I vantaggi di questo metodo โ€“ che verrร  testato maggiormente in diverse strutture ospedaliere lombarde – sono la rapiditร  di risposta, il basso costo e la possibilitร  di essere effettuato al letto del paziente, anche al domicilio. Va perรฒ detto che ciรฒ non sostituisce i test diagnostici biologici, perchรฉ permette dโ€™individuare solo pazienti affetti da polmonite interstiziale, non tutti i pazienti affetti da Covid-19. ยซVorrei sottolineare anche due altri aspetti. Innanzitutto, per individuare meglio la polmonite da Coronavirus stiamo mettendo a punto un metodo per la diagnosi di altri tipi di polmonite; lโ€™altro aspetto interessante รจ che questo strumento potrebbe essere utilizzato anche in Paesi dove manca una certa expertise medica e dove gli ospedali sono meno presenti, soprattutto per la popolazione in aree ruraliยป, puntualizza la dottoressa Polidori.

Non solo Covid-19

Ma non รจ tutto. Non solo Coronavirus per DeepTrace Technologies, che ha sviluppato molti altri progetti, tra i quali TRACE4AD per la diagnosi precoce della malattia di Alzheimer: ยซSi tratta di una piattaforma in continua evoluzione, gli use-case provengono dalle collaborazioni ospedaliere che vengono attivate su richiesta degli ospedali e per le quali cโ€™รจ una casistica numericamente interessante per poter addestrare un algoritmoยป conclude la co-fondatrice.

 


Per saperne di piรน: DeepTrace Technologies

L’Umbria conserva e custodisce la memoria della straordinaria vicenda artistica di Raffaello; in tutta la regione infatti, il maestro urbinate ha lasciato tracce, dirette o indirette, della sua arte.

Stendardo. Recto, La Crocifissione. Olio su Tela. Pinacoteca Comunale di Cittร  di Castello

Fu un pittore e un architetto tra i piรน celebri del Rinascimento. Considerato uno dei piรน grandi artisti di ogni tempo, le sue opere segnarono un tracciato imprescindibile per tutti i pittori successivi, tanto che fu di vitale importanza per lo sviluppo del linguaggio artistico dei secoli a venire. Raffaello nacque a Urbino ยซl’anno 1483, in venerdรฌ santo, alle tre di notte, da un tale Giovanni deโ€™ Santi, pittore non meno eccellente, ma sรฌ bene uomo di buono ingegno, e atto a indirizzare i figli per quella buona via, che a lui, per mala fortuna sua, non era stata mostrata nella sua bellissima gioventรนยป.[1] Una seconda versione identifica il giorno di nascita dellโ€™artista il 6 aprile.

A scuola dal Perugino

La cittร  di Urbino fu determinante per la formazione del giovane: Raffaello infatti, fin da giovanissimo, aveva accesso alle sale di Palazzo Ducale, e potรฉ ammirare le opere diย Piero della Francesca, Francesco di Giorgio Martini e Melozzo da Forlรฌ. Ma il vero e proprio apprendistato ebbe luogo nella bottega del Perugino, dove ebbe modo di riscoprire, attraverso le raffinate variazioni del maestro, la rigorosa articolazione spaziale e il monumentale ordine compositivo.
Raffaello intervenรฌ negli affreschi del Collegio del Cambio a Perugia: la sua pittura รจ riconoscibile dove le masse di colore assumono quasi un valore plastico. รˆ proprio in questo contesto che Raffaello vide per la prima volta leย grottesche, dipinte sul soffitto del Collegio, che entrarono in seguito nel suo repertorio iconografico.[2]
Nel 1499 un sedicenne Raffaello si trasferรฌ a Cittร  di Castello, dove ricevette la sua prima commissione indipendente: loย Stendardo della Santissima Trinitร , commissionato da una confraternita locale che voleva offrire un’opera devozionale in segno di ringraziamento per la fine di una pestilenza – oggi conservato nella Pinacoteca Comunale di Cittร  di Castello. Si tratta di una delle primissime opere attribuite all’artista, nonchรฉ l’unico dipinto dellโ€™urbinate rimasto nella cittร  tifernate. Lo stendardo raffigura nel recto la Trinitร  con i santi Rocco e Sebastiano e nel verso la Creazione di Eva. Evidenti sono ancora i precetti dellโ€™arte del Perugino, sia nel dolce paesaggio sia negli angeli simmetrici con nastri svolazzanti.

 

Sposalizio della Vergine. Olio su Tela, realizzata per la Chiesa di San Francesco a Cittร  di Castello, ora conservata alla Pinacoteca di Brera

 

A Cittร  di Castello l’artista lasciรฒ almeno altre due opere: laย Crocifissione Gavari e lo Sposalizio della Vergine per la chiesa di San Francesco. Nella prima รจ facile notare una piena assimilazione dei modi del Perugino, anche se sono evidenti i primi sviluppi verso uno stile proprio. Oggi รจ conservata alla National Gallery di Londra. La secondaย  invece รจ una delle piรน celebri opere dell’artista, che chiude il periodo giovanile e segna l’inizio della fase della maturitร  artistica. L’opera s’ispira alla pala analoga realizzata dal Perugino per il Duomo di Perugia, ma il confronto tra i due dipinti rivela profonde e significative differenze. Entrando nella piccola ma deliziosa chiesa di San Francesco, accanto alla cappella Vitelli costruita nella metร  del 1500 su disegno di Giorgio Vasari, รจ presente l’altare di San Giuseppe, che custodisce una copia dello Sposalizio della Vergine, poichรฉ l’originale, rubata dalle truppe napoleoniche nel 1798, รจ conservata nella Pinacoteca di Brera.

Le opere realizzate a Perugia

Intanto la fama dell’artista iniziรฒ ben presto a diffondersi in tutta l’Umbria; giunse cosรฌ nel capoluogo umbro: Perugia. In cittร  gli venne commissionata la Pala Colonna, per la chiesa delle monache di Sant’Antonio e nel 1502-1503 la Pala degli Oddi, commissionata dalla famosa famiglia perugina per la chiesa di San Francesco al Prato. Nel 1503 l’artista intraprese molti viaggi che lo introdussero nelle piรน importanti cittร  italiane quali Firenze, Roma e Siena. Ma le commissioni dall’Umbria non tardarono ad arrivare: nel 1504 venne commissionata la Madonna con il Bambino e i santi Giovanni Battista e Nicola, definita Pala Ansidei.
Nello stesso anno firmรฒ a Perugia l’affresco con laย Trinitร  e Santi per la chiesa del monastero di San Severo, che anni dopo Perugino completรฒ nella fascia inferiore. Opera di cruciale importanza fu la Pala Baglioni (1507) commissionata da Atalanta Baglioni per commemorale i fatti di sangue che portarono alla morte di Grifonetto, suo figlio. L’opera fu realizzata per la chiesa di San Francesco al Prato a Perugia. Nella pala l’urbinate rappresentรฒ l’indescrivibile dolore di una madre per la perdita del figlio e il vitale slancio di turbamento, attraverso una composizione monumentale, equilibrata e studiata nei minimi dettagli.

Trinitร  e Santi. Affresco

Trinitร  e Santi. Affresco. Cappella di San Severo, Perugia

 

Raffaello divenne il pittore di riferimento per le piรน grandi e importanti famiglie perugine come i degli Oddi, gli Ansidei e i Baglioni, affermandosi come un grande artista di rilievo; nel contratto della sua opera, lโ€™Incoronazione della Vergine, per la chiesa delle monache di Monteluce, venne citato come il miglior maestro presente in cittร .
Raffaello morรฌ il 6 aprile del 1520 di febbre ,provocata, come precisa Vasari, ยซda eccessi amorosiยป. Questo anno ricorre il cinquecentesimoย anniversario dalla morte. Raffaello fu al vertice della stagione artistica del Rinascimento, portando la sua pittura ai massimi livelli di bellezza e armonia. Giovanni Paolo Lomazzo scrisse: ยซRaffaello aveva nel volto quella dolcezza e quella bellezza dei tratti che tradizionalmente si attribuiscono a nostro Signoreยป.
Visse la sua vita con grande impegno e continuitร , donando alle generazioni future il suo incredibile talento e la sua preziosa arte, tanto da meritarsi giร  in vita lโ€™appellativo di divino.

 


[1] Giorgio Vasari,ย Le vite de’ piรน eccellenti pittori, scultori e architetti,ย Vita di Raffaello da Urbino,ย Firenzeย 1568.โ‡‘
[2] Paolo Franzese,ย Raffaello, Mondadori Arte, Milano 2008, p. 13.โ‡‘

In un momento delicato come quello che stiamo vivendo, al pari di ogni altra situazione di crisi imprevista e drammatica, il senso civico รจ spesso uno dei primi pilastri a traballare, minacciato da paura, egoismo, dalla piรน negativa e distruttiva accezione di spirito di autoconservazione.

Non รจ cosรฌ per gli organizzatori del progetto Donna Vede Donna, pronti a ricordarci che รจ proprio la solidarietร  la chiave per restare uniti e per contribuire, ognuno secondo le proprie possibilitร , a fronteggiare una calamitร  come il Covid19 per cui ancora non abbiamo che armi spuntate. La lodevole iniziativa, partita dagli organizzatori Marco Pareti e Stefano Fasi, ha giร  devoluto la prima somma raccolta in favore del reparto di terapia intensiva dellโ€™ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia, cosicchรฉ si possano integrare tutte quelle tecnologie e dispositivi medici necessari allโ€™assistenza dei pazienti affetti da Coronavirus.

 

dellโ€™ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia

Ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia

 

La comunitร  non si รจ certo tirata indietro di fronte alla possibilitร  di aiutare non soltanto i malati, ma anche i medici, gli infermieri, i ricercatori e gli operatori ospedalieri che tutti i giorni affrontano il virus in prima linea. Gli organizzatori, nel ringraziare tutti coloro che hanno dato il proprio contributo – in particolare i giovani come Filippo Fasi, Diego Ciangottini e il gruppo sportivo di calcio a 5 e a 7 di Pieve di Campo โ€“ confermano che la raccolta donazioni continua e aggiungono ยซAbbiamo bisogno di tutti e dobbiamo rimanere uniti per sconfiggere questo terribile nemico invisibile. Ogni piccolo contributo potrebbe fare la differenza nell’aiutare ad aiutareยป.

E allora, basta solo cliccare GoFundMe e lasciare il proprio contributo. Nella stessa pagina potrete anche leggere i ringraziamenti pervenuti dallโ€™Azienda Ospedaliera di Perugia a questo encomiabile progetto che, nato da una mostra fotografica internazionale e itinerante affiancata da versi come da specifici incontri incentrati su tematiche riguardanti lโ€™universo femminile, sta facendo di tutto per aiutare il prossimo e preservare quel senso civico che sempre ci ha contraddistinto come esseri umani.

Terzo posto, nella categoria Associazioni, per Argo – associazione culturale nata alla fine del 2007 โ€“ nel concorso “Turismo slow: raccontare per promuovere lโ€™Umbria. Economia e cultura, il futuro รจ digitale” per il progetto “TV di comunitร  2019”, indetto da CO.RE.COM Umbria.

Il bando richiedeva contenuti audiovisivi che si focalizzassero sulle bellezze che ospita il territorio umbro. Al tempo stesso perรฒ i video dovevano veicolare il concetto di turismo slow, una forma di turismo che mira a unโ€™esperienza turistica totalizzante, che presupponga piรน profonde interazioni con il territorio visitato e i suoi abitanti, senza limitarsi a visite passive e circoscritte alle sole principali attrazioni di quel determinato luogo. Sono stati sedici i video e sei i podcast narrativi per promuovere il turismo lento in Umbria tra i giovani, presentati dalle emittenti televisive, radiofoniche e associazioni.

Due i video vincitori presentati da Argo,ย Un fantasma a Perugia e 2135: edizione straordinaria. Due cortometraggi dal sapore agrodolce, che mettono in luce l’uno la velocitร  con la quale si vive oggi, incuranti del bello che si ha intorno, e l’altro un pianeta distrutto e popolato solo da uomini-animali, in un lontano 2135.

Un fantasma a Perugia

 

Un fantasma buono si aggira per le vie di Perugia. Spazza i vicoli quasi danzando, pulisce le giacche di chi sorseggia con gusto un caffรจ al bar, raccoglie le sporcizie dei turisti troppo fast e troppo poco attenti a godere della bellezza che hanno intorno. Il video รจ stato realizzato con la collaborazione del noto regista cinematografico Daniele Ciprรฌ.

2135: edizione straordinaria

 

Marsciano, Pianeta Terra, 2135. Gli esseri umani sono per metร  animali a causa di mutazioni genetiche provocate dalle nefandezze dell’uomo e ricordano con ironia e amarezza i tempi che furono. Il video รจ stato realizzato dal regista Stefano Domenichetti Carlini.

Tre monumenti che raccontano la storia dell’Umbria, artisti che hanno lasciato il segno e una loro opera da ammirare.

Perugia

Perugia era in festa. Il tricolore sventolava ovunque. Viva lโ€™Italia, viva Vittorio Emanuele II. In realtร  i perugini facevano festa perchรฉ era stato spazzato via lโ€™opprimente e asfissiante Stato Pontificio, che per 400 anni aveva dominato sulla cittร . Lโ€™avvenimento andava celebrato, allora i perugini pensarono che la cosa migliore sarebbe stata quella di dedicare una statua equestre al padre della Patria, cioรจ Vittorio Emanuele II โ€“ primo re dโ€™Italia. Il delicato incarico fu affidato allo scultore Giulio Tadolini, nipote di quellโ€™Adamo Tadolini che era stato lโ€™allievo prediletto di Canova. Lo studio di Tadolini รจ diventato da qualche anno un simpatico caffรจ a Via del Babbuino a Roma dove il contratto di affitto tra Antonio Canova e Adamo Tadolini รจ in bella vista e i tavolini si mescolano alla gipsoteca. Sorprendentemente, entrando nel caffรจ, ci si trova sovrastati dalla statua del re a cavallo. รˆ il gesso definitivo dellโ€™opera di Perugia.
Lo scultore ha eseguito lโ€™opera nei modi e nelle forme tipiche della fine dellโ€™Ottocento che celebravano il mito di un re elegante e snello, mentre in realtร  era piccoletto e grasso. Il monumento รจ stato messo al centro della piazza dal nome piรน ovvio: piazza Italia. Adesso giace in mezzo ai giardini ignorato da tutti. Un padre dimenticato.

 

Vittorio Emanuele II

Statua dedicata a Vittorio Emanuele II a Perugia

Terni

ยซLโ€™acciaio e la ghisa sono il futuroยป dicevano nel 1886. Un futuro di ponti e stazioni, con la Tour Eiffel come simbolo. Tutti parlavano di pace, tutti si armavano e i Krupp si arricchivano. Lโ€™Italia aveva molte guerre da combattere quindi si doveva armare. Cโ€™era urgenza di fare navi corazzate e armi da Marina. Il luogo ideale per installare lโ€™industria di guerra e quindi le fonderie del ferro, doveva essere lontano dai confini e dalle coste.

Il Grande Maglio di Terni

La scelta รจ caduta su Terni, la cittร  dโ€™Italia piรน lontana dai confini. Le Alpi sono a 500 km, il mare รจ lontano sia a destra sia a sinistra. Quindi, nel 1886, era un luogo al riparo dalle invasioni, dai cannoneggiamenti dal mare e abbastanza vicino a Roma per difenderla. Gli aerei erano di lร  da venire.
E allora via con le fonderie, le piรน moderne ed efficienti del momento. Le fonderie di Terni sono il fiore allโ€™occhiello dellโ€™industria di settore. Cโ€™รจ bisogno di uomini, venite gente venite! A migliaia lasciano la campagna per andare a lavorare in fabbrica. Terni passa rapidamente da 10.000 a 25.000 abitanti. In acciaieria il lavoro perรฒ รจ durissimo. Si passa dalla temperatura altissima degli altiforni a quella gelida dei laminatoi. Si sprigionano vapori e fumi. Poi cโ€™รจ il rumore possente del grande maglio. Il maglio รจ un enorme martello che appiattisce un lingotto di acciaio da 1000 tonnellate fino a spianarlo in lamina sottile. Quando il grande maglio scendeva, vibrava tutta la zona, il rumore risaliva anche le colline. Quel mostro da 500 tonnellate era venerato come un dio. Per lui avevano costruito un elegante padiglione a cupola, grande quanto il Pantheon, con una base speciale che poteva resistere ai colpi senza sprofondare. Si cercava lโ€™eleganza anche nellโ€™industria pesante. Poi รจ finito tutto. รˆ rimasto solo un maglio, piccolino, che lavorava a fianco del grande collega e i ternani, per ricordare quel periodo entusiasmante, lo hanno conservato e collocato in cittร , dove lo vedono i cittadini e i viaggiatori di passaggio.
Chi arriva in treno, uscendo dalla stazione se lo trova davanti verde, giallo e grigio. Adesso non fa piรน impressione, il terreno non vibra, il maglio sta lรฌ fermo in mezzo alla piazza e pochi sanno cosa ha rappresentato quella montagna di ferro.

 

Teodelapio di Spoleto

Spoleto

Dallโ€™archeologia industriale passiamo allโ€™ultramoderno che guarda al passato, ma sempre davanti alla stazione. La statua ha un nome particolare, si chiama Teodelapio. รˆ un insieme di lastre dโ€™acciaio e di ferro verniciato di nero e si ispira ai duchi longobardi che hanno dominato Spoleto per secoli e, in particolare, proprio al duca Teodelapio.
Lโ€™artefice รจ stato Calder, lโ€™artista americano della leggerezza, lโ€™artista dei mobile – le sculture in movimento – quelle che, con soffio leggero, girano su sรฉ stesse. Questa volta non รจ la scultura a muoversi, ma il mondo che ha attorno. Si muovono i treni, si muovono le macchine, si muovono le persone, si agitano gli alberi, si muove il pensiero che segue a ritroso la storia. La scultura sembra un grande cavallo con freccia, ma rappresenta un cavallo longobardo con la corona irta di punte come quella che indossava Teodelapio. Calder ebbe lโ€™incarico di creare una scultura per Spoleto nel 1962, quando il Festival era agli inizi e Giancarlo Menotti riuniva attorno a sรฉ il meglio della cultura mondiale e lavorare per Spoleto era un privilegio. La scultura รจ stata realizzata con lastre dโ€™acciaio per scafi che purtroppo non provenivano dalle acciaierie di Terni, ormai fuori gioco, bensรฌ dallโ€™Italsider di Savona. Tutto passa e tutto si trasforma.

 


Bibliografia

G. Papuli, Il grandeย maglio di Terni, 1980.

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