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ยซNoi siamo solo un tramite tra quello che cโ€™รจ scritto sullo spartito e il pubblico. Di noi dicono che abbiamo un โ€œsuono molto italianoโ€ยป.

Cristiano Gualco (violino), Paolo Andreoli (violino), Simone Gramaglia (viola) e Giovanni Scaglione (cello) sono il Quartetto di Cremona. Fin dalla loro fondazione nel 2000 questo ensemble si รจ affermato come una delle realtร  cameristiche piรน interessanti a livello nazionale e internazionale: per questo, nel corso degli anni, รจ stato invitato a esibirsi nei principali festival e rassegne musicali in Europa, Sudamerica, Stati Uniti ed Estremo Oriente, riscuotendo consensi di pubblico e critica. Nel 2019 gli รจ stato assegnato il Franco Buitoni Award 2019 da parte del Borletti Buitoni Trust โ€“ premio dedicato proprio allโ€™imprenditore umbro – per la promozione e la diffusione della musica da camera in Italia e nel mondo. Il legame con lโ€™Umbria perรฒ risale agli inizi della loro carriera quando la Fondazione Buitoniย  consegnรฒ loro il BBT Fellowship, una borsa di studio, poi nel corso degli anni il Quartetto รจ tornato spesso a esibirsi nella regione. Ciรฒ sarebbe dovuto avvenire anche prima del lockdown. Cristiano Gualco, primo violino, ci racconta la loro storia, la musica e la carriera, che questโ€™anno taglia il traguardo dei 20 anni.

 

Qual รจ il vostro legame con lโ€™Umbria?

In Umbria abbiamo suonato tantissime volte, era prevista anche una data il 9 maggio scorso: tra le regioni italiane รจ una di quelle in cui ci siamo maggiormente esibiti. รˆ probabile che il concerto saltato a Perugia nei prossimi mesi verrร  recuperato, anche se ancora non รจ stata fissata la data.

Vi รจ stato assegnato il Franco Buitoni Award 2019: cosa significa per voi?

รˆ stato molto importante, anche per il legame che abbiamo con Ilaria Buitoni (n.d.r. presidente del Borletti Buitoni Trust). Quando abbiamo iniziato con il quartetto non era un ensemble molto diffuso e non cโ€™erano molti aiuti per chi volesse intraprendere questa strada. Pensi che ci davano dei pazzi a voler far questo! Il primo aiuto istituzionale concreto, quando ancora eravamo studenti, ci รจ arrivato proprio dalla Fondazione Buitoni e ora questโ€™ultimo riconoscimento รจ un vero e proprio premio alla carriera dopo tanti anni di lavoro.

Perchรฉ pensavano che foste pazzi?

Perchรฉ 20 anni fa il quartetto era una forma di fare musica non ancora diffusa. Oggi finalmente รจ riconosciuta e ha preso piede anche in Italia.

Questโ€™anno festeggiate 20 anni di attivitร : qual รจ il bilancio del percorso fatto finora?

Venti anni sono tantiโ€ฆ direi troppi (ride). Devo dire che รจ un bilancio molto positivo: abbiamo suonato insieme quasi tutti i giorni per 20 anni. Solo il Covid ci ha impedito di farlo. Non ci siamo visti per due mesi e proprio in questi giorni abbiamo ripreso le prove. Questo break forzato che รจ stato favorevole, il tornare a suonare ci ha portato una grande gioia e ha spezzato quella routine che si crea dopo 20 anni. Va detto che, benchรฉ siamo molto diversi, andiamo molto dโ€™accordo.

Quindi non avete mai litigato in questi anni?

Di discussioni accese me ne ricordo poche. Dopo tanti anni che suoni assieme discuti solo di musica e anche in quel caso รจ la musica stessa che parla per noi, si sviluppa e fa il suo corso da sola. Come detto, siamo persone molto diverse perรฒ andiamo tutti dalla stessa parte, la nostra musica confluisce in un punto comune.

Come vi descrivereste in poche parole?

Quattro scappati di casa (ride). Scherzi a parte: possiamo definirci come un tramite tra quello che cโ€™รจ scritto sullo spartito e il pubblico. Spesso ci hanno detto che abbiamo un suono italiano: penso sia un bel complimento!

In questo periodo come avete sopperito al blocco dei concerti? Con eventi online?

No. Ci รจ stato proposto, ma abbiamo detto di no. Ci sembrava un poโ€™ forzato, abbiamo scelto di mantenere il silenzio. Questo non toglie che chi lo ha fatto abbia fatto male. Noi abbiamo preferito tacere.

Cosa vi manca dei concerti dal vivo?

Il contatto col pubblico ovviamente ci รจ mancato, perchรฉ suonare non รจ solo un lavoro ma una soddisfazione personale che devi condividere, che devi poter esprimere davanti a qualcuno. Questo periodo di stop forzato perรฒ ci ha fatto capire molte cose sulla musica.

Tipo?

La musica, nei tempi addietro – penso ai tempi di Beethoven o Bach in cui cโ€™erano tante emergenze sanitarie e si moriva per molto meno – era sempre presente. La musica non รจ un qualcosa che deve esserci solo nei periodi positivi, quando si sta bene e si puรฒ andare a teatro; ci deve accompagnare anche nei momenti difficili, รจ un aiuto che ci puรฒ servire per vedere il futuro in modo positivo. Questo almeno รจ il mio pensiero.

Cosa consigliereste a un giovane che vuole intraprendere oggi questa carriera?

Abbiamo tanti allievi allโ€™Accademia Walter Stauffer di Cremona e capiamo perfettamente le loro esigenze. Non siamo poi cosรฌ vecchi! Quello che consigliamo รจ di avere una grande consapevolezza di dove si vuole arrivare. Il quartetto รจ un modo di suonare per il quale si deve rinunciare a tanto e questa strada si deve intraprendere con l’idea che si potrebbe fallire. Il nostro consiglio รจ di far quello che si vuole in modo sereno, altrimenti si rischia di scoppiare; fondamentale รจ trovare il proprio ruolo nel mondo musicale. Un musicista, inoltre, per una formazione completa, deve aprirsi anche ad altri mondi artistici: servono stimoli dallโ€™esterno e una visione dโ€™insieme.

Se lโ€™Italia fosse una melodia quale sarebbe?

Penso alle melodie di Puccini.

I prossimi progetti? Tornerete in Umbria?

I tour rimandati verranno recuperati, non si sa bene quando, ma sono sicuro che torneremo in giro per il mondo e anche in Umbria. Il 2021 sarร  un anno molto intenso.

Come ultima domanda le chiedo: cosa servirebbe al mondo dello spettacolo e dellโ€™arte per ripartire dopo il Covid?

Ci vuole una grande disponibilitร  da parte di chi organizza, di noi musicisti e del pubblico. Quando sarร  tutto finito non dovremmo togliere le mascherine solo dal viso ma da dentro di noi, perchรฉ non deve restarci addosso la paura di uscire, dโ€™incontrarsi e di andare a teatro o ai concerti. Ad esempio, noi musicisti potremmo dare la disponibilitร  di fare due concerti invece che uno per evitate luoghi affollati, ma credo che fondamentale sia la collaborazione tra tutte le parti coinvolte.

 


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