Con Umbria Ecologia Artificiale ci immergiamo in un affascinante viaggio attraverso i borghi umbri, reinventando le loro pittoresche bellezze attraverso l’occhio e la mente di grandi artisti del passato.
Questa volta ci addentriamo nell’incantevole Assisi, famosa per i suoi santi Francesco e Chiara, dove l’architettura medievale e le sue statue evocano la purezza del suo Genius Loci – lo spirito del luogo. Oggi, grazie all’immaginazione assistita dall’intelligenza artificiale, possiamo spingere i confini della creativitร e domandarci come sarebbe questa cittร se fosse stata progettata da madame Hilma af Klint, una delle figure piรน emblematiche del movimento astrattista del XX secolo.
di Andrea Martina Tiberi
Hilma af Klint, artista svedese, vissuta a cavallo tra XIX e XX secolo, ha intrapreso un viaggio audace alla scoperta della connessione tra mondo tangibile e spirituale. Ha sfidato le convenzioni artistiche del suo tempo e ha osato esplorare i confini dell’arte e dell’anima umana.ย Il lavoro di Hilma af Klint va compreso nell’ambito del Modernismo, un periodo in cui molti artisti cercavano nuove forme nell’arte, nella spiritualitร e nella scienza. Altri artisti, come Wassily Kandinsky, Piet Mondrian e Kasimir Malevitch, erano altrettanto interessati alla spiritualitร , spinti dalla corrente teosofica. Ad Assisi, l’incontro tra lโarchitettura religiosa e l’arte onirica di Hilma af Klint avrebbe dato vita a un connubio unico tra il terreno e il divino.
di Andrea Martina Tiberi
L’intelligenza artificiale, in questa narrazione, agisce come il ponte tra il genio di af Klint e l’architettura sacra di Assisi. Le linee, i piani e le masse si evolvono sotto la sua visione alternativa, creando elementi architettonici complessi che emanano un’aura metafisica. Archi, piattaforme, colonne, corridoi e portici compongono un passaggio clericale a cielo aperto, dove cerimonie mistiche sembrano svolgersi in simbiosi con il naturale scorrere del tempo, unโarcheologia di pensieri segreti e sogni nascosti. Le forme fluide e i colori ricchi del suo mondo interiore penetrano nelle fondamenta stesse di Assisi. Gli edifici, le statue di uomini e le sculture non sono semplici rappresentazioni, ma sono accompagnati da portali circolari, ricchi di geometrie e colori.
di Andrea Martina Tiberi
La pavimentazione รจ ora un tappeto di trame, e i visitatori camminano su caselle che sembrano portare in mondi nuovi. Questa visione enigmatica di Assisi, plasmata dall’arte di Hilma af Klint, non รจ solo una reinterpretazione, ma un esperimento che indaga la connessione tra il terreno e il celeste, tra la realtร visibile e il mondo dell’inconscio. ร un omaggio alle forme e ai colori che vanno al di lร della superficie, un’invocazione di una realtร nascosta che ci chiama ad esplorare le profonditร della mente.
ยซIl mio modo di manifestare lโArte รจ per me una profonda riflessione sullโumanitร dellโartista; dico spesso che รจ lโopera che fa lโartistaยป
Bruno Ceccobelli
Bruno Ceccobelli, allievo di Toti Scialoja, รจ un artista spirituale che ha sviluppato un linguaggio formale del tutto autonomo e scevro dalle influenze dettate dalla moda. Dalla seconda metร degli anni โ70 fa parte degli artisti che si insediarono nellโex pastificio Cerere a Roma, nel quartiere san Lorenzo, gruppo poi divenuto noto come Nuova scuola Romana o Officina san Lorenzo. Lโartista tiene la sua personale nel 1976 presso la Galleria Spazio Alternativo di Roma; successivamente espone a Parigi e New York. Nel 1984 e nel 1986 รจ invitato alla Biennale di Venezia ed espone in diverse mostre in Europa, Canada e Stati Uniti.
Cโรจ stato un momento in cui ha capito che lโarte avrebbe fatto parte della sua vita e che lei sarebbe diventato un artista?
Beh, era il 1959 e frequentavo la prima elementare, vinsi un premio di pittura promosso dallโI.N.A.- Istituto Nazionale Assicurativo, un libretto di risparmio a mio nome; vivevo in campagna e i miei erano contadini: fu uno sconvolgimento per tutto il circondario. Dipinsi un pastorello che conduceva le pecore, prendendo spunto dalla raffigurazione pubblicitaria della scatola dei colori Giotto che avevano per icona emblematica Cimabue, il quale guardava con entusiasmo il piccolo Giotto, che diverrร poi suo allievo, mentre disegnava una pecora su una roccia. Mi ero cosรฌ impressionato da quel romanzato episodio artistico che credetti nel sogno totalmenteโฆ e come Giotto anchโio stavo con le pecore, in fondo mi mancava solo un futuro maestro: giร , d’altronde non si racconta anche nella Bibbia che ยซquello che credi ti sarร datoยป?
Lei รจ stato un allievo di Toti Scialoja: questa relazione quanto ha influito sulla sua arte? Se vuole, ci puรฒ raccontare un aneddoto che ricorda con piacere?
Quattordici anni dopo aver vinto quel mio primo premio, allโAccademia di Belle Arti di Roma, Sezione Scenografia, arrivรฒ il mio primo maestro, Toti Scialoja, un uomo coltissimo, pittore, poeta, giร famoso per aver avuto allievi importanti come Pino Pascali, Jannis Kounellis, Giosetta Fioroni e Carlo Battaglia. Toti era un istrione, un perfetto narratore, un rigoroso insegnante e infine un bonario amico. Ricordo con piacere lโultima sua lezione, che fece anni dopo la sua uscita dallโAccademia; per il suo ottantesimo compleanno organizzammo una festa di reincontro: lui e i suoi allievi piรน affezionati, pranzammo a San Lorenzo, al ristorante Pommidoro, per poi scegliere il mio studio allโex Pastificio Cerere per un ulteriore saluto. Toti, emozionato, non si trattenne e si caricรฒ per darci una sua definitiva prolusione sulla gnoseologia dellโarte; finito il discorso con applausi e commozione, io rimasi scosso perchรฉ, ancora una volta, non solo lo ritrovai empatico, ma quello che il prof. aveva appena detto era esattamente il mio pensiero sullโarte. Dunque, non ero io allievo che avevo un pensiero artistico originale, ma si ergeva in me lo spirito del maestro e ne fui felice.
”Motore Universale”, 2011, tecnica mista su legno
Lโarte รจ quindi il saper rappresentare la visione olistica-filosofica e ontologica dellโumana esistenza; infatti nelle sue opere รจ molto forte e preponderante lโaspetto spirituale, il modo di ricercare lโessenza attraverso lโarte. Ci puรฒ raccontare?
A diciassette anni, a Roma, incontrai il mondo della Teosofia grazie a Emma Cusani della L.U.T. – Logge Unite Teosofiche, cosรฌ approfondii il pensiero filosofico di Madame Helen Blavatsky che tanto aveva influenzato pittori del Novecento come Hilmaaf Klint, Kazimir Malevic, Vasilij Kandinskij, Paul Klee e Piet Mondrian. Poi, nel 1985 fui uno dei pochi artisti italiani viventi a partecipare al Los Angeles County Museum of Art, quell’esposizione storica itinerante dallโAmerica allโEuropa dal titolo The Spiritual artabstract painting 1890-1985. Il mio modo di manifestare lโArte รจ per me una profonda riflessione sullโumanitร dellโartista; dico spesso che รจ lโopera che fa lโartista. Senza dubbio i miei dipingere e scolpire sono iconico-simbolici e i miei temi sono le profonditร del cosmo e dellโanima.
Vorrei concludere chiedendole di lasciarci con una parola su cui riflettere; una parola che per lei rappresenti il connubio tra la sua arte e lโUmbria.
Sono nato a Todi, nel cuore dellโUmbria che รจ il cuore dโItalia. Mi sento fortunato, vorrei abbinare allโUmbria i miei quadri fatti con la parola cuore.
ยซLโispirazione mi viene da dentro, non cโรจ un momento preciso. Ora l’obiettivo รจ lanciare il marchio MRยป.ย
Monia Romanelli
Monia Romanelli รจ unโartista che si esprime attraverso la tela, ma anche attraverso abiti e accessori. Unโarte astratta e contemporanea che vive di colore ed estro: ยซHo iniziato a 19 anni, ma la pittura รจ nel mio DNA da sempre. Ora voglio affermarmi con il marchio MR e magari portare i miei lavori a New Yorkยป.ย ย ย ย
Chi รจ Monia Romanelli?
Sono una pittrice, unโartista. Ho realizzato diverse opere, poi nel 2015, partendo dai miei quadri, ho pensato di unire arte e moda creando dei foulard in seta stampati con i miei disegni. Ho fuso, in questo modo, due settori che amo.ย ย
Lโarte รจ una passione che hai fin da bambina?
Ho iniziato a 19 anni, circa. Ma lโarte cโรจ nel DNA della mia famiglia, perchรฉ mio zio, mia zia e mia cugina, sono artisti e sto coinvolgendo anche le mie figlie.
Come definiresti i tuoi lavori?
Faccio molta ricerca in chiave contemporanea. Una mia produzione sono I mosaici dellโanima, una finestra dove guardare i sogni e le ambizioni con una geometria molto pensata e tridimensionale. Ogni tessera della tela รจ una finestra sul mondo e nellโinsieme รจ proprio il mondo con la sua complessitร che vuole essere rappresentato. Ogni tessera รจ diversa dallโaltra, ha un suo cuore, una sua luce pura e uno suo stile.
I mosaici dellโanima
Moda o arte: qual รจ il settore che preferisci?ย
A me piace creare, quindi amo sia lโarte sia la moda. In questo momento sto puntando a lanciare il marchio MR, anche se ovviamente non tralascio lโarte, perchรฉ รจ proprio dalle mie creazioni che nascono le stampe per i capi. Con molta fatica e impegno cerco di coniugare i due settori.
Come avviene la realizzazione?
La stoffa e la pelle – per foulard e borse – le faccio stampare dopo aver scelto tra le mie opere; ora sto creando anche una linea di magliette dipinte a mano, come dipinti a mano sono gli orecchini. Parto sempre da un mio quadro per creare il prodotto.ย ย ย
Cโรจ un momento preciso in cui arriva la tua ispirazione?
Vado molto a periodi. Come ogni artista ci sono momenti che non creo e altri piรน intensi che magari in tre mesi faccio anche 50 opere. Realizzando opere astratte lโispirazione viene da dentro di me, devo sentire lโopera interiormente, quindi non cโรจ un momento preciso.
Cโรจ unโopera a cui sei particolarmente legata?
Sรฌ, ce nโรจ una in particolare che sento molto vicina: รจ un mosaico dellโanima con uno sfondo nero.
Hai di recente aperto una boutique in centro a Perugiaโฆ
Esatto, ho rilevato da circa un mese una boutique che era unโattivitร giร avviata in cui ho inserito il mio brand MR โ vendendo foulard, camicie, borse e altro โ ma ho anche mantenuto le altre marche giร presenti in negozio. Mi sto impegnando al massimo in questo nuovo progetto.
Se lโUmbria fosse unโopera dโarte, come la rappresenteresti?
La rappresenterei con mosaico che ha poche aperture ed esprime molta chiusura. Amo lโUmbria perchรฉ ci sono nata e ci vivo, ma รจ una regione molto chiusa, in netta contrapposizione con la mia arte che รจ aperta e allโavanguardia. Quindi realizzerei un mosaico abbastanza chiuso.
I mosaici dellโanima
Il tuo sogno?
Come prima cosa sviluppare il marchio MR, creando anche una serie di abiti. Se devo sognare in grande, vorrei portare a New York la mia arte e poi andarci a vivere.
Quali sono le tue riflessioni sul mercato dellโarte oggi in Italia?
ร un mercato molto difficile. Un artista deve farsi valere e far valere le proprie idee e le proprie opere. Questo, in Italia e nel mondo in generale, รจ molto complicato. Perรฒ, chi fa arte, la fa a prescindere dal mercato o dai vantaggi che ne puรฒ ricavare; la fa per unโesigenza personale interiore, per un desiderio innato.
Il Commissario straordinario, Gioacchino Napoleone Pepoli, il 15 dicembre 1860 con il decreto n. 197 istituiva la ProvinciadellโUmbria: venivano in tal modo riunite le preesistenti quattro delegazioni pontificie di Orvieto, Perugia, Spoleto e Rieti e a esse veniva accorpato anche il mandamento di Gubbio, sottratto alla delegazione di Urbino e Pesaro, in cambio del mandamento di Visso che veniva invece ceduto a Camerino. La Provincia dellโUmbria si trovรฒ dunque articolata in 6 circondari, suddivisi in 176 comuni e 143 appodiati per una superficie complessiva di 9702 km2.
La Provincia dellโUmbria nacque in mezzo a grandi polemiche e scontenti che il marchese Pepoli cercรฒ di sedare sia con la parola, richiamando le popolazioni a dare prova di abnegazione ยซsacrificando al bene della patria le tradizioni e gli interessi municipaliยป[1], sia con la forza, sedando sul nascere possibili reazioni armate. Il Palazzo della Provincia, fin dalla scelta strategica del luogo della sua edificazione, ossia dove un tempo sorgeva la Rocca Paolina, odioso simbolo del potere papale, ha una forte valenza simbolica. La scelta di affidare a Domenico Bruschi lโimpresa decorativa del Palazzo non risulta in questโottica certo casuale e, se da un lato deve essere stata favorita dallโaver egli lavorato in piรน occasioni a fianco dellโarchitetto Antonio Cipolla, a cui era stata affidata la perizia del nuovo palazzo, di sicuro essere stato il figlio di Carlo che aveva partecipato alla prima guerra di indipendenza diventa garanzia di adesione profonda alla modernitร e di fedeltร allโItalia unita con le proprie istituzioni. Il ciclo degli affreschi del Bruschi, iniziato nellโestate del 1873 e terminato in occasione del primo Consiglio provinciale tenutosi il 10 settembre di quellโanno, ha pertanto un fortissimo valore simbolico volto a sancire lโufficialitร della nuova istituzione. Nella Sala del Consiglio il Bruschi rappresenta 8 figure allegoriche, personificazioni delle entitร politiche di recente creazione. Colloca lโItalia e la Provincia dellโUmbria lโuna di fronte allโaltra, affiancate dalle cittร di Foligno, Orvieto, Perugia, Rieti, Spoleto e Terni ยซin una disposizione radiale e sostanzialmente agerarchica che sottolinea lโarmonico concorso delle parti allโunitร ยป[2]. La Provincia dellโUmbria viene collocata, e non a caso, in corrispondenza dello scranno del Presidente ed รจ rappresentata seduta su un trono di pietra che reca gli stemmi delle cittร di Perugia, Foligno, Terni, Spoleto, Rieti e Orvieto ed รจ sormontato dal gonfalone della Provincia dellโUmbria (un grifo azzurro passante su sfondo rosso).
Domenico Bruschi, Provincia dell’Umbria, 1873 (Perugia, Palazzo della Provincia)
Sullo sfondo un paesaggio collinare che, insieme ai rami di ulivo e di quercia che la donna sorregge con la mano destra e al grano e ai frutti che escono dalla cornucopia sulla sinistra, suggeriscono la vocazione agricola e al contempo la feconditร del territorio della Provincia dellโUmbria. La donna รจ vestita con un ricco abito di broccato azzurro e oro. I colori ribadiscono ancora, con la loro simbologia, lโimmagine che si vuole trasmettere e, mentre il blu prefigura la lealtร e la pietร , lโoro garantisce la legittimitร del potere, la gloria e la potenza. Non a caso lโaquila, che da sempre simboleggia la potenza cosmica e che viene scelta come animale per reggere il cartiglio con il nome Provincia dellโUmbria nella Camera n. 10 dello stesso Palazzo, รจ immersa in un cielo stellato eseguito con gli stessi identici colori.
[1] Citazione tratta da G.B. Furiozzi, La Provincia dellโUmbria dal 1861 al 1870, Perugia, Provincia di Perugia, 1987, p. 7 e n. 10.
[2] S. Petrillo, La decorazione pittorica tra nuovi simboli, storia e politica per immagini, in F.F. Mancini (a cura di), Il Palazzo della Provincia di Perugia, Perugia, Quattroemme, 2009, p. 218.
L’Umbria conserva e custodisce la memoria della straordinaria vicenda artistica di Raffaello; in tutta la regione infatti, il maestro urbinate ha lasciato tracce, dirette o indirette, della sua arte.
Stendardo. Recto, La Crocifissione. Olio su Tela. Pinacoteca Comunale di Cittร di Castello
Fu un pittore e un architetto tra i piรน celebri del Rinascimento. Considerato uno dei piรน grandi artisti di ogni tempo, le sue opere segnarono un tracciato imprescindibile per tutti i pittori successivi, tanto che fu di vitale importanza per lo sviluppo del linguaggio artistico dei secoli a venire. Raffaello nacque a Urbino ยซl’anno 1483, in venerdรฌ santo, alle tre di notte, da un tale Giovanni deโ Santi, pittore non meno eccellente, ma sรฌ bene uomo di buono ingegno, e atto a indirizzare i figli per quella buona via, che a lui, per mala fortuna sua, non era stata mostrata nella sua bellissima gioventรนยป.[1] Una seconda versione identifica il giorno di nascita dellโartista il 6 aprile.
A scuola dal Perugino
La cittร di Urbino fu determinante per la formazione del giovane: Raffaello infatti, fin da giovanissimo, aveva accesso alle sale di Palazzo Ducale, e potรฉ ammirare le opere diย Piero della Francesca, Francesco di Giorgio Martini e Melozzo da Forlรฌ. Ma il vero e proprio apprendistato ebbe luogonella bottega del Perugino, dove ebbe modo di riscoprire, attraverso le raffinate variazioni del maestro, la rigorosa articolazione spaziale e il monumentale ordine compositivo.
Raffaello intervenรฌ negli affreschi del Collegio del Cambio a Perugia: la sua pittura รจ riconoscibile dove le masse di colore assumono quasi un valore plastico. ร proprio in questo contesto che Raffaello vide per la prima volta leย grottesche, dipinte sul soffitto del Collegio, che entrarono in seguito nel suo repertorio iconografico.[2]
Nel 1499 un sedicenne Raffaello si trasferรฌ a Cittร di Castello, dove ricevette la sua prima commissione indipendente: loย Stendardo della Santissima Trinitร , commissionato da una confraternita locale che voleva offrire un’opera devozionale in segno di ringraziamento per la fine di una pestilenza – oggi conservato nella Pinacoteca Comunale di Cittร di Castello. Si tratta di una delle primissime opere attribuite all’artista, nonchรฉ l’unico dipinto dellโurbinate rimasto nella cittร tifernate. Lo stendardo raffigura nel recto la Trinitร con i santi Rocco e Sebastiano e nel verso la Creazione di Eva. Evidenti sono ancora i precetti dellโarte del Perugino, sia nel dolce paesaggio sia negli angeli simmetrici con nastri svolazzanti.
Sposalizio della Vergine. Olio su Tela, realizzata per la Chiesa di San Francesco a Cittร di Castello, ora conservata alla Pinacoteca di Brera
A Cittร di Castello l’artista lasciรฒ almeno altre due opere: laย Crocifissione Gavarie lo Sposalizio della Vergine per la chiesa di San Francesco. Nella prima รจ facile notare una piena assimilazione dei modi del Perugino, anche se sono evidenti i primi sviluppi verso uno stile proprio. Oggi รจ conservata alla National Gallery di Londra. La secondaย invece รจ una delle piรน celebri opere dell’artista, che chiude il periodo giovanile e segna l’inizio della fase della maturitร artistica. L’opera s’ispira alla pala analoga realizzata dal Perugino per il Duomo di Perugia, ma il confronto tra i due dipinti rivela profonde e significative differenze. Entrando nella piccola ma deliziosa chiesa di San Francesco, accanto alla cappella Vitelli costruita nella metร del 1500 su disegno di Giorgio Vasari, รจ presente l’altare di San Giuseppe, che custodisce una copia dello Sposalizio della Vergine, poichรฉ l’originale, rubata dalle truppe napoleoniche nel 1798, รจ conservata nella Pinacoteca di Brera.
Le opere realizzate a Perugia
Intanto la fama dell’artista iniziรฒ ben presto a diffondersi in tutta l’Umbria; giunse cosรฌ nel capoluogo umbro: Perugia. In cittร gli venne commissionata la Pala Colonna, per la chiesa delle monache di Sant’Antonio e nel 1502-1503 la Pala degli Oddi, commissionata dalla famosa famiglia perugina per la chiesa di San Francesco al Prato. Nel 1503 l’artista intraprese molti viaggi che lo introdussero nelle piรน importanti cittร italiane quali Firenze, Roma e Siena. Ma le commissioni dall’Umbria non tardarono ad arrivare: nel 1504 venne commissionata la Madonna con il Bambino e i santi Giovanni Battista e Nicola, definita Pala Ansidei.
Nello stesso anno firmรฒ a Perugia l’affresco con laย Trinitร e Santi per la chiesa del monastero di San Severo, che anni dopo Perugino completรฒ nella fascia inferiore. Opera di cruciale importanza fu la Pala Baglioni(1507) commissionata da Atalanta Baglioni per commemorale i fatti di sangue che portarono alla morte di Grifonetto, suo figlio. L’opera fu realizzata per la chiesa di San Francesco al Prato a Perugia. Nella pala l’urbinate rappresentรฒ l’indescrivibile dolore di una madre per la perdita del figlio e il vitale slancio di turbamento, attraverso una composizione monumentale, equilibrata e studiata nei minimi dettagli.
Trinitร e Santi. Affresco. Cappella di San Severo, Perugia
Raffaello divenne il pittore di riferimento per le piรน grandi e importanti famiglie perugine come i degli Oddi, gli Ansidei e i Baglioni, affermandosi come un grande artista di rilievo; nel contratto della sua opera, lโIncoronazione della Vergine, per la chiesa delle monache di Monteluce, venne citato come il miglior maestro presente in cittร . Raffaello morรฌ il 6 aprile del 1520 di febbre ,provocata, come precisa Vasari, ยซda eccessi amorosiยป. Questo anno ricorre il cinquecentesimoย anniversario dalla morte. Raffaello fu al vertice della stagione artistica del Rinascimento, portando la sua pittura ai massimi livelli di bellezza e armonia. Giovanni Paolo Lomazzo scrisse: ยซRaffaello aveva nel volto quella dolcezza e quella bellezza dei tratti che tradizionalmente si attribuiscono a nostro Signoreยป.
Visse la sua vita con grande impegno e continuitร , donando alle generazioni future il suo incredibile talento e la sua preziosa arte, tanto da meritarsi giร in vita lโappellativo di divino.
ยซLa musica dovrebbe andare contro il sistema, oggi invece vale piรน il personaggio che le canzoni che canta. La musica non ha piรน valoreยป.
Lo abbiamo incontrato a Castiglione del Lago – a Palazzo Pantini Nicchiarelli – in un caldo pomeriggio dโestate. Bernardo Lanzetti,ย la migliore voce rock degli anni Settanta, dal 2014 vive in Umbria sulle rive del lago Trasimeno: ยซMia moglie ha deciso di vivere quiยป ci confessa. Seduti su un divano facciamo una bella chiacchierata, ripercorrendo la sua carriera di cantante progressive rock – negli Acqua Fragile, nella Premiata Forneria Marconi e da solista โ e bacchettando il mondo della musica di oggi. Tra una domanda e lโaltra cโรจ spazio anche per degli intermezzi musicali: รจ un piacere ascoltare la sua voce ancora potente e gli acuti che nella stanza risuonano alla perfezione. ยซHo ancora la miglior voce in circolazione. Non lo dico io, ma i tecnici delle sale di registrazioneยป commenta orgoglioso.
Come ami ha deciso di vivere in Umbria?
Non lโho scelto io, ma mia moglie. Frequentavamo Castiglione del Lago giร nel 2010, era la nostra base quando partecipavamo a eventi di progressive rock nel Centro Italia. Poi siamo tornati diverse volte e nellโaprile del 2014 abbiamo deciso di trasferirci.
Ci racconti brevemente โ soprattutto per i piรน giovani โ la sua carriera.
Cercherรฒ di essere breve, ma sarร difficile! Ho iniziato a cantare da bambino nel coro della chiesa, spesso mi capitava di cantare da solo, inventandomi le parole. Poi sono andato in America con una borsa di studio e lรฌ ho respirato musica ovunque; nella famiglia che mi ospitava cโera un ragazzo che faceva โ e fa tuttora โ il musicista, quindi per me รจ stato abbastanza facile avvicinarmi a questo mondo. Tornato in Italia ho proseguito su questa strada e a 17 anni mi รจ cambiata la voce in meglio: la mia prima band รจ stata gli AcquaFragile โ da alcuni anni ci siamo riuniti โ poi sono passato alla Premiata Forneria Marconi, con i quali ho debuttato a Tokyo e in tante cittร del mondo. Lasciata la PFM ho intrapreso una carriera da solista, durante la quale ho inciso quattro album; poi mi sono dedicato al teatro, allโelettronica e a diverse sperimentazioni musicali. Ho scritto pezzi per Loredana Bertรจ e Ornella Vanoni.
Meglio fare il cantante in un gruppo o รจ meglio fare il solista?
Io sono nato con lโidea e la voglia di cantare in un gruppo. I gruppi oggi funzionano poco perchรฉ sono troppo costosi: portare in giro 5 persone รจ decisamente dispendioso, รจ piรน conveniente una persona sola con musica registrata. Non a caso i gruppi ancora attivi sono nati 30, 40, 50 anni fa.
Bernardo Lanzetti
Quali sono stati i cantanti o i gruppi che hanno influenzato la sua carriera?
Ce ne sono tantissimi. Ray Charles รจ uno di loro, รจ stato forse il mio primo maestro. Ho sempre amato i cantanti dei gruppi: dai Beatles ai The Rolling Stones, fino agli Eagles e gli U2. Nei gruppi il cantante non รจ impegnato solo nel cantare una canzone, ma nel cantare una parte della composizione. Devo dire che ho avuto solo modelli stranieri, non ho nessuna ispirazione italiana. Quando ero bambino ascoltavo Tony Dallara (ride!), ma non ha certo ispirato il mio percorso artistico.
Dal 1975 al 1979 รจ stata la voce della PFM: ci racconti un aneddoto legato a quel periodo.
Ce ne sono tantissimi. Forse il piรน divertente รจ quello del mio arruolamento. Quando mi hanno chiesto di andare a cantare con loro ho preso del tempo per pensarci e loro si sono offesi, mi hanno tolto il saluto e hanno contattato Ivan Graziani, che perรฒ ancora non era il cantautore che oggi tutti conosciamo. Mi hanno richiamano dopo sei mesi e sono entrato a far parte del gruppo a tre giorni dallโincisione del disco: le mie tonalitร erano altissime โ lo sono ancora oggiย โ cosรฌ ho fatto il provino cantando con un cuscino davanti alla bocca per paura di infastidire i vicini di casa.
A tal proposito รจ stata definita la ยซmigliore voce rock degli anni Settantaยป: questa definizione la rispecchia?
Io penso di esserlo tuttora! (scherza) Non lo dico io, ma i tecnici in sala di registrazione. Io dopo una, due, tre prove sono pronto per cantare, non mi occorre tanto tempo per prepararmi. Sono cosciente del mio valore e conosco a memoria tutti i pezzi del mio repertorio.
Ho letto che i Genesis, dopo aver perduto Peter Gabriel, avevano preso in considerazione lโipotesi di invitarla a far parte della band: รจ vero? Lโhanno mai contattata?
Lโho saputo anni dopo. Allโepoca non mi fu detto nulla. Steve Hackett, chitarrista dei Genesis e mio amico, in anni recenti ha dichiarato in unโintervista che mi avevano preso in considerazione per entrare nella band. Ecco, รจ cosรฌ che lโho scoperto.
Avrebbe accettato?
Sarei stato sicuramente onorato.
Oggi che musica ascolta?
Ascolto musica solo per lavoro, non la uso mai come sottofondo. Fare musica รจ un mestiere impegnativo, che non ammette interruzioni, รจ un processo che assorbe molto.
Pensa di avere degli eredi artistici?
Vorrei, ma non ne vedo. Oggi cโรจ solo la celebrazione della celebritร . Quando cantavamo noi lo facevamo sempre nel rispetto dei maestri del passato; negli ultimi anni i cantanti pensano invece di essere innovativi, i piรน bravi da subito e non si rendono conto che se fanno cose belle รจ perchรฉ le copiano dal passato. Inoltre, nei testi di oggi manca spessore, nessuno racconta la propria vita o la propria realtร ; non cโรจ poesia, viene tutto subito dichiarato. A questo punto basta fare un manifesto e comunicare quello che si vuol dire, non occorre piรน scrivere canzoni. Oggi non conta la produzione ma solo la promozione; insomma, la musica non conta piรน nulla.
Ha qualche progetto di cui ci vuol parlare?
Abbandonare la musica (scherza). No, ora mi dedico a progetti nuovi come cantare con unโorchestra; ho inoltre finito un album realizzato con musicisti stranieri e poi mi focalizzo sulla ricerca del canto particolare e su quella di una lingua usata in modo poetico. Anche la nostra lingua รจ in crisi perchรฉ adoperiamo non piรน di 40 parole al giorno, non si riconosce il valore dei poeti del passato e non ci si accorge di quanto si copi. La musica รจ stata molto importante per la societร negli ultimi 100 anni, ora invece non lo รจ piรน: non esprime piรน la realtร di oggi, non รจ piรน collegata alla societร .
Secondo lei, tutto ciรฒ quando รจ avvenuto?
ร avvenuto quando lโindustria musicale ha capito che la massa รจ ignorante e quindi era inutile dar valore alla musica; quando ha piรน valore vendere il personaggio, la musica diventa solo un pretesto. Mi spiego: quando i Beatles sono venuti a Milano hanno fatto 3.500 persone, Vasco Rossi ne raduna 180.000 in tre giorni: Vasco vale di piรน dei Beatles? A questa domanda non rispondo.
Possiamo dire che รจ solo questione di gusti?
La musica non deve piacere, puรฒ anche giocare un ruolo decisivo per mettere in crisi il sistema, non assecondarlo. Oggi ciรฒ non avviene piรน. Lโopera lirica a suo tempo mise in crisi la musica strumentale e Giuseppe Verdi era un artista popolare cosรฌ come lo รจ oggi Jovanotti: ma il valore di Verdi รจ innegabile rispetto alla musica leggera che si ascolta oggi. Inoltre, nella maggior parte dei casi si finge di suonareโฆ nessuno suona piรน veramente, รจ tutto registrato. ร come andare in fabbrica e fingere di lavorare.
Per finire, come descriverebbe lโUmbria in tre parole?
Dovevo prepararmi a casaโฆ Posso perรฒ prendere le parole di Nick Clabburn che ha scritto un testo in cui รจ citato il lago Trasimeno: ยซQua sulle rive del mio lago, il tuo nome รจ scritto nel silenzio. Che si accenda il cielo, voglio luci nel cielo vuoto questa notteยป.
La nascita del lavoro di Karpรผseeler ha avuto luogo dal ยซmagico incontro tra la ricerca e la manualitร ยป.
ร con queste semplici parole che lโartista descrive le sue creazioni, ponendo su un piano l’idea progettuale che cresce e prende corpo, su un altro invece l’attitudine fabbricativa: la sintesi dei due elementi fa sรฌ che si realizzi un interscambio vivo tra l’artista e l’opera. La mostra di Karpรผseeler – ย Vivavoce: antologia minima di opere scelte 1978-2018 – visibile fino al 14 ottobre – a cura di Aldo Iori, รจ allestita presso gli spazi del Museo Archeologico allโinterno del complesso CAOS –Centro Arti Opificio Siri di Terni.
Pazzipuzzles di Karpuseeler
Chi รจ Karpรผseeler?
Karpรผseeler รจ un artista a tutto tondo; terminati gli studi superiori si diploma con il massimo dei voti al corso di pittura allโAccademia diBelle Arti di Perugia, sotto la guida e insegnamento dei professori Corร e Nuvolo; decide cosรฌ di dedicare la sua vita allโattivitร artistica. Dagli anni Ottanta la sua ricerca si rivolge alla grande tradizione astratta contemporanea elaborando un personale linguaggio. Vincitore di premi internazionali di scultura, le sue opere sono presenti in numerose collezioni. Negli spazi espositivi del Museo Archeologico, in relazione agli innumerevoli reperti conservati, sono visibili importanti opere esposte in occasione del quarantennale della sua attivitร artistica; in questo magico ambiente, lโarte contemporanea crea un ideale ponte con il passato, segnalando lโattualitร dei luoghi culturali in cui ritrovare le proprie radici, per ribadire lโeterna contemporaneitร di tutta lโarte.
Coro, 1998
Il percorso espositivo
Lโartista, interessato da sempre alle logiche cibernetiche – la sua tesi di laurea aveva come oggetto Arte e Cibernetica – mette in evidenza il confine disciplinare della scultura: nelle opere esposte, poichรฉ la forma tende allโassoluto, la creazione instaura con lโosservatore un inedito rapporto spazio-temporale.
La mostra si apre con unโinedita opera:Vivavoce, la quale fornisce il titolo allโintera esposizione e che, da subito, pone lโosservatore appena entrato nel museo in uno spazio pluridimensionale dellโopera: come se la stessa creazione gli chiedesse ascolto o come se gli proponesse un luogo ideale per la riflessione.
Lungo il percorso espositivo lโosservatore puรฒ inoltre ammirare altre opere: Verso infinito (1995), Silenzio bianco (2006), Coro (2007) e Piccola Voce (2016), le quali posseggono invece una forte e assoluta presenza che, come in Brancusi o Spalletti, travalica lโaspetto formale e lโopera ritrova una propria dimensione intellettuale.
Il meraviglioso e colorato mondo di Jhoan Mirรณ invade le sale di Palazzo della Corgna a Castiglione del Lago.
“Ubu Roiโ (1966)
Allโinterno dellโantico palazzo, progettato dal Vignola e da Galeazzo Alessi, e poi abitazione dei marchesi della Corgna, il visitatore entra in contatto con le opere del maestro catalano. La prestigiosa esposizione, visibile fino al 4 novembre, รจ unโoccasione unica per lasciarsi incantare da inattese visioni e da improvvise libertร espressive che fanno di Mirรณ lโincomparabile Maestro del Novecento di cui รจ difficile non innamorarsi. Interamente curata da Andrea Pontalti, รจ promossa dal comune di Castiglione del Lago e organizzata da Sistema Museo e Cooperativa Lagodarte, in collaborazione con Aurora Group.
La mostra
La mostra, dedicata alla scoperta di questo meraviglioso artista, si snoda attraverso settanta opere grafiche appartenenti a quattro serie complete. La mostra espone le opere realizzate tra il 1966 e il 1976, in etร matura: Ubu Roiย (1966), composta da tredici coloratissime litografie, in cui forme e volumi sembrano potersi muovere liberamente nello spazio. Percorrendo le sale del palazzo si possono ammirare anche Le Lรฉzard aux Plumes dโOrย (1971), Maravillas con variaciones acrรณsticas en el jardin de Mirรณย (1975), in queste opere lโartista catalano si esprime con segni neri e vivaci macchie colorate dal forte impatto visivo. Infine, si puรฒ anche apprezzare Le Marteau sansmaรฎtreย (1976), nel quale Mirรณ rende omaggio al poeta Renรฉ Chair, una delle voci piรน importanti della letteratura francese del Novecento.
Questi capolavori raccontano il sogno poeticoย di Mirรณ e quella sua capacitร di oggettivare le immagini della fantasia e di esprimerle attraverso un linguaggio assolutamente personale, svelando cosรฌ il rapporto del maestro catalano con i libri dโartista. Attraverso il percorso espositivo viene scoperto il rapporto complesso tra testo e illustrazione proprio di quegli anni. Mirรณ infatti scriveva: ยซHo una certa esperienza per poter realizzare quello che si puรฒ definire fare un libro, non illustrarlo, che รจ sempre qualcosa di secondario. Un libro deve avere la stessa dignitร di unโopera scolpita nel marmoยป.
Immersi nel colore
Nelle sue opere i colori e lo straordinario alfabeto di segni sono il risultato della sua incredibile capacitร di rinnovarsi e di vivere lโarte con curiositร e versatilitร . Gli sfondi neutri vengono macchiati da segni scuri e da colori brillanti, come il blu, il rosso, il verde e il giallo, in una precisa alternanza tra corpi informi e linee curve, per dare vita a vere e proprie visioni oniriche.
ยซQuesta mostra offre uno spaccato interessante e di nicchia su Mirรณ, un artista infinito da conoscere. (โฆ)Visitare la mostra significa immergersi nel linguaggio artistico generato da questoย โstraordinario artistaยป. ร con queste parole che Andrea Pontalti, il curatore della mostra, descrive le opere del grande artista catalano. La prestigiosa esposizione di Castiglione del Lago รจ unโoccasione unica per lasciarsi incantare dal meraviglioso linguaggio surrealista di Mirรณ. La mostra accompagna il visitatore alla scoperta di quellโalternanza di segni, versi e immagini che solo unโartista eccelso come Jhoan Mirรณ puรฒ raffigurare.
Ilย pittore inglese Graham Dean, plasma ยซmagnifiche modelle, atleti, incredibili feticisti del bondage, gemelli omozigoti, individui con imperfezioni fisicheยป usando i loro corpi come ยซveicoli dโespressioneยป[1]. Attraverso i suoi incredibili e innovativi acquerelli, narra emozioni, idee e ricordi, giocando con i contrasti e con strati innumerevoli. Guardando ai suoi rossi, รจ facile immaginarsi le luminose tinte dellโIndia, ma difficilmente potremmo credere che Dean sia stato ispirato anche dallโUmbria.
Era il 1992 quando Graham Dean, nato a Birkenhead, nel Merseyside, venne in Italia per trascorrere sei mesi di soggiorno-studio alla British School di Roma. Aveva vinto un prestigioso premio โ il Senior Abbey Award in Painting โ e aveva sfruttato la possibilitร offerta di vivere e visitare Roma e le cittร circostanti. Da quel momento in avanti, lโItalia gli entrรฒ nel cuore.
Durante le numerose visite fuori Roma, Graham visitรฒ la rinomata cittร di Assisi e poi, sulla via del ritorno, si fermรฒ in una piccola cittadina sul Lago Trasimeno.
ยซNon sapevo niente dellโUmbria, ma mi soffermai sul lago e sulle terre che lo circondano, chiedendomi come mai questo posto fosse un tale segreto. Perchรฉ era cosรฌ poco conosciuto?ยป afferma Graham. ยซUna volta tornato a Roma, giurai che un giorno sarei tornato per comprarvi una casa e, magari, uno studioยป.
Era solo lโinizio: Graham Dean, che ha esposto in numerose personali in tutto il mondo, rimase cposรฌ folgorato dallโUmbria che, adesso, possiede una casa-studio tra Migliano e San Vito, a circa 15 minuti da Marsciano. Torna in quella tenuta, circondata da campi e costeggiata dal fiume Fersenone, circa cinque o sei volte lโanno.
ยซNello studio, lavoro sui progetti o sulle idee. Posso contare sulla gran quantitร di tempo che ho, per pensare e riflettere. Mi sono accorto, nei quindici anni che possiedo la casa, che questo รจ lโunico ambiente in cui posso rilassarmi completamente. Cโรจ unโatmosfera che รจ difficile da descrivere, a meno che non la si sperimenti in prima persona, e tutti quelli che vengono a farmi visita lo confermano. Cerco di non idealizzare troppo, so che per le persone che vivono qui โ soprattutto i giovani โ puรฒ essere difficile vivere serenamente, viste le difficoltร economicheยป.
Come pittore del corpo umano, Graham Dean si รจ accorto che sta lentamente focalizzando la sua attenzione sullโidea del paesaggio e sul senso dellโaltro che sia lui che i suoi amici sperimentano nella casa di Migliano. Sente che lโUmbria come un territorio nuovo, da esplorare.
Quale sarร il suo prossimo passo? Gli piacerebbe fare una grande mostra dei suoi lavori proprio qui, in Umbria, ma ancora attende proposte! Questo perchรฉ, nonostante numerosi giovani pittori abbiano cercato di agevolarlo, le istituzioni non lโhanno fatto, il che ha portato a una situazione dโimpasse.
Ma chi lo sa? Scommettiamo che, presto o tardi, vedremo uno degli enormi e bellissimi dipinti di Graham Dean in uno dei nostri musei.
ยซPrima di iniziare un quadro scrivo MaMo su tutta la tela. ร un mio vezzo, una forma di scaramanzia. Lโho sempre fatto.ยป
L’avvocato Gianni Agnelli
Massimiliano Donnari, in arte MaMo, รจ un artista perugino poliedrico e ironico. Realizza i suoi quadri utilizzando i materiali piรน disparati e riesce a mettere su tela i personaggi come appaiono nella sua fantasia, senza tabรน e censure. Nella sua prima mostra personale Incoscienza dellโessere โ ironia in 3D, visibile alla galleria Artemisia di Perugia fino al 13 gennaio, troverete Ornella Vanoni, la Regina Elisabetta, Gianni Agnelli, ET e Re Carlo di Borbone rappresentati come MaMo li vede, come li sente e percepisce.
Come nasce lโidea di realizzare queste opere?
Non riesco a dare una spiegazione razionale, ho sempre osservato il mondo e le persone con un occhio critico, attento a ogni particolare, e con grande ironia. Solo da poco ho sentito il bisogno di tirare fuori queste emozioni, รจ da marzo 2017 che ho iniziato quest’esperienza, e sono riuscito a rappresentare persone reali o personaggi di fantasia cosรฌ come le ho sempre viste o immaginate e inconsapevolmente sono riuscito a tirate fuori quello che era dentro di me.
Perchรฉ utilizza un mix di materiali e non ne ha scelto uno in particolare?
Sono un autodidatta e sono scevro da scuole e accademie, quindi utilizzo tutto quello che ho a disposizione. Applico tutte le tecniche, senza nessun legame.
Come avviene la scelta dei suoi soggetti?
Avviene in modo casuale, in base a quello che mi passa per la testa. ET รจ un personaggio al quale sono molto legato, Gianluca Vacchi perchรฉ รจ sulla bocca di tutti, le Regine le ho rappresentate con ironia per provocare.
Il Generale della musica, esordio di MaMo
Quali personaggi umbri raffigurerebbe? E in che modo?
Attualmente nessuna persona reale, ma ho realizzato due generali frutto della mia fantasia, ma che incarnano il Generale della musica e il Generale della cioccolata. Il primo rappresenta Perugia e Umbria Jazz, una manifestazione che amo molto, e questo generale incarna la follia, il genio e lโamore della musica. Poi il generale della cioccolata, rappresenta la storia di Perugia e il suo legame con la cioccolata: per questo รจ rappresentato in una sfaccettatura estremamente ironica in mezzo ad uno sfondo di praline, mentre mangia un cioccolatino.ย ร arricchito da fregi, medaglie e mostrine in tema; ovviamente non puรฒ mancare quella con il Bacio, il cioccolatino piรน famoso al mondo.
Come rappresentare lโUmbria, invece?
LโUmbria non saprei, anche se ultimamente sto riflettendo sul rappresentare antichi personaggi della nostra terra. Ma, sempre in una veste estremamente ironica cosรฌ da farli uscire dai loro ruoli istituzionali.
A chi ha pensato?
San Francesco e Braccio Fortebraccio, ma potrei anche cambiare idea.
Il Generale della Cioccolata, tecnica materica mista
Qual รจ il suo legame con lโUmbria?
Sono molto attaccato alla mia terra, e sono innamorato della mia cittร in cui sono nato e in cui ho vissuto e vivo: Perugia.
Da imprenditore, cosa serve a questa regione per fare un balzo in avanti? Su cosa dovrebbe puntare?
Purtroppo le cose da fare sarebbero tante. ร una terra bellissima sotto tutti i punti di vista, piena di risorse.ย Prima di tutto la vorrei far amare veramente dai propri abitanti, cosรฌ che ognuno possa fare qualcosa per valorizzarla al massimo e poi vorrei farla conoscere a tutti, permettendo a tanti di visitarla in modo agevole. Si dovrebbe partire dal turismo e i visitatori darebbero la spinta anche a tutti gli altri settori dellโeconomia.
Quando parla di โmodo agevoleโ si riferisce alla difficoltร di raggiungerla?
Esatto. Lavorando molto fuori regione รจ sempre un problema tra strade, treni che non ci sono, di aerei nemmeno ne parliamo. LโUmbria รจ unโisola pur essendo al centro dellโItalia.
Come descriverebbe lโUmbria in tre parole?
Isolata, unica e magica.
La prima cosa che le viene in mente pensando a questa regioneโฆ
Un cuore, รจ il cuore geografico dellโItalia ed รจ nel mio cuore.