In occasione delle celebrazioni del cinquecentenario del Perugino, รจ possibile ammirare la mostra a Palazzo Baldeschi dal 21 giugno al 2 ottobre 2023
Rendere evidente il legame artistico che, a distanza di quasi 500 anni, unisce idealmente lโarte del Perugino con lโopera di Alberto Burri. ร lโobiettivo della mostra NERO Perugino/Burri, voluta da Fondazione Perugia nellโambito delle attivitร promosse per le celebrazioni per il Cinquecentenario dalla morte di Pietro Vannucci, che mette in dialogo le opere di quelli che forse sono i due maggiori artisti di origine umbra accomunate dalla suggestiva e peculiare soluzione formale del fondo nero, da cui il titolo dellโevento.
La mostra รจ stata presentata nei dettagli dalla Presidente di Fondazione Perugia Cristina Colaiacovo e dai due curatori della mostra, la storica dellโarte Vittoria Garibaldi e il Presidente della Fondazione Burri Bruno Corร . โLโIntuizione di mettere a confronto i due maestri โ ha spiegato la Presidente Colaiacovo – si รจ sviluppata a partire dal desiderio di valorizzare, in occasione del Cinquecentenario, il gioiello piรน prezioso della collezione dโarte di proprietร della Fondazione: la tavoletta del Perugino Madonna con il Bambino e due cherubini. Da qui ha avuto origine il percorso, che inizialmente doveva essere dedicato al solo Pietro Vannucci e che, successivamente, ci ha condotto, grazie alla competenza dei curatori, a una mostra originale che rappresenta una vera novitร nel panorama espositivo. Siamo molto grati alla Fondazione Burri per questa proficua collaborazione tra istituzioni culturali del territorio che continueremo a coltivare a beneficio dellโattrattivitร della nostra regioneโ.
Saranno circa 20 le opere esposte dal 21 giugno al 2 ottobre 2023 a Palazzo Baldeschi in Corso Vannucci a Perugia accuratamente selezionate dai due curatori. Grazie alla collaborazione con la Fondazione Burri, che ha messo a disposizione le opere dellโartista tifernate, e agli importanti prestiti di prestigiosi musei, a partire dalla Galleria Nazionale dellโUmbria fino alla Galleria degli Uffizi e al Museo del Louvre, รจ stato possibile creare un percorso espositivo suggestivo che fa emergere i tratti comuni di due artisti pari per grandezza e solo apparentemente distanti. Le opere dei maestri Rinascimentali e del Perugino, in particolare, hanno infatti rappresentato per Burri una fondamentale fonte di ispirazione. Lโelemento piรน evidente che accomuna le opere in mostra รจ lo sfondo nero, privato quindi delle ambientazioni paesaggistiche o prospettico-architettoniche e che rappresenta una grande innovazione per lโepoca del Perugino ed uno dei tratti piรน ricorrenti nellโopera di Burri.
Rosso Plastica di Alberto Burri
Ma gli aspetti comuni non finiscono qui come ha spiegato Vittoria Garibaldi che ha curato la grande mostra sul Perugino del 2004: โHo avuto lโonore di conoscere ma soprattutto di frequentare Alberto Burri negli anni ottanta. Era solito ripercorrere le vie del Rinascimento dellโItalia centrale insieme ai suoi piรน cari amici come Nemo Sarteanesi. ร questo un dialogo dalle radici lontane e che trova conferma nelle linee, nelle forme e nelle sensibilitร cromatiche che uniscono i due grandi artisti.โ
Dal canto suo Bruno Corร afferma: ยซLe affinitร da cogliere in questo episodio espositivo con il Perugino, cosรฌ come avvenuto nel 2015 in occasione del confronto di Burri con Piero della Francescaย e perfino col Signorelli, risiedono nel rapporto tra le loro opere che Brandi ha definito โallotropicoโ, cioรจ di creazioni che pur avendo aspetti diversi sono accomunate da una stessa sostanza: essa riguarda, infatti, oltre il colore nero, lโesigenza irrinunciabile di forma, spazio ed equilibrio nellโoperaยป.
Lโopera realizzata, tra il 1499 e il 1504 dallโartista toscano, ha ispirato anche gli affreschi della Cappella Sistina di Michelangelo.
ยซIl Giudizio Universale รจ senza dubbio il capolavoro di Luca Signorelli. Secondo Giorgio Vasari, Michelangelo lo osservรฒ attentamente per dipingere poi il suo Giudizio Universaleยป. A dircelo รจ il professor Giuseppe Della Fina, consigliere dellโOpera del Duomo di Orvieto.
Particolare dell’Inferno, Luca Signorelli
Una grande macchina scenica, un colossal cinematografico che โ con le sue 7 scene (Anticristo, Finimondo, Resurrezione dei corpi, Inferno, Paradiso, Chiamata degli eletti e i Dannati) – ha la capacitร di coinvolgere e portare al suo interno lo spettatore, o il fedele, come solo un film visto al cinema sa fare. Questo, e molto altro, รจ il Giudizio Universale realizzato da Luca Signorelli, che si trova allโinterno del Duomo di Orvieto nella Cappella Nova o di San Brizio e che prese vita tra il 1499 e il 1504.
ยซIl primo contratto con lโartista toscano venne stipulato nel 1499 e nel 1504 ci fu lโultimo pagamento. Prima di lui il Beato Angelico aveva dipinto due delle vele del soffitto (Cristo Giudice tra angeli e Profeti). Possiamo dire che questโopera vanta la mano di due grandi maestri, anche se molto diversi tra loro. Dieci anni prima โ nel 1489 – era stato contattato anche il Perugino, ma siccome era impegnato in altri lavori, non ha mai rispettato il contrattoยป racconta il professor Della Fina.
Paradiso, Luca Signorelli
Camminando sotto le volte col naso allโinsรน si osservano le diverse fasi del Giudizio Universale, che suscitano un grande coinvolgimento emotivo. ร possibile percorrere due sentieri visivi: ยซSe seguiamo un filo cronologico si deve partire dalla scena dellโAnticristo che racconta i movimenti politici e sociali dellโepoca, per passare poi a quella del Finimondo(che si trova sulla parete dโingresso), seguita della Resurrezione dei corpi o della carne (con gli scheletri che riprendono muscoli e carne), per arrivare al Giudizio Universale vero e proprio con laCattura dei dannati da una parte e laChiamata degli eletti dallโaltra. Se invece si volesse seguire una sequenza teologica, dovremmo iniziare la visione dal centro in cui รจ dipinta – sopra lโaltare – la vela del Cristo Giudice, con a sinistra il Paradiso e a destra lโInferno, separati da una finestra. Si proseguirebbe lungo le altre pareti, che raffigurano le scene che precedono il momento del Giudizio. Per dipingere lโopera, Signorelli ha preso ispirazione dal Vangelo di Matteo e dalla Divina Commedia, tant’รจ vero che raffigura Dante nella scena dei Beati del Paradiso insieme a diversi personaggi del mondo antico e medievale. Il ritratto del Sommo Poeta รจ tra i piรน celebri che conosciamo. Signorelli stesso poi si raffigura nella scena dellโAnticristo (in una sorta di firma) insieme a un altro uomo: per molti รจ il Beato Angelico – io credo che abbiano ragione – mentre altri sostengono che potrebbe essere Antonio Albรจri, uno dei teologi che ha ispirato la scelta delle sue rappresentazioniยป spiega Della Fina.
Anticristo, Luca Signorelli
Cappellina dei Corpi Santi
La mano di Luca Signorelli si estese anche alla cappellina a destra dellโingresso della Cappella Nova: lรฌ lโartista nel 1503 ha affrescato la Pietร di Cristo con ai lati i santi Pietro Parenzo e Faustino, particolarmente venerati a Orvieto. ยซLa deposizione del corpo di Cristo รจ di grande bellezza. Giorgio Vasari scrisse che Signorelli gli raccontรฒ di aver disegnato il figlio Antonio, per conservarne il ricordo dopo la sua morte prematura. ร molto probabile che poi questo disegno lโabbia utilizzato per rappresentare il volto di Cristoยป conclude il professore.
Presentato ad Agriumbria il progetto NAMOR lโitinerario della biodiversitร del territorio narnese-amerino-orvietano
Ieri ad Agriumbria a Bastia Umbra รจ avvenuta la presentazione del progetto NAMOR lโItinerario della Biodiversitร del territorio di Narni, Amelia, Orvieto, curato dal 3A Parco Tecnologico Agroalimentare dell’Umbria. ร un progetto di valorizzazione delle varietร e razze locali iscritte allโAnagrafe Nazionale della biodiversitร di interesse agricolo e alimentare (LN. 194/2015) e degli agricoltori che le custodiscono. Lโitinerario vuole essere uno strumento di promozione del territorio Narnese โ Amerino โ Orvietano, delle sue produzioni agricole identitarie e delle sue ricchezze naturali, culturali e storico artistiche.
ร il terzo itinerario umbro, dopo CIBUM della Valnerina e TRASIB del Trasimeno, dedicato alla parte meridionale dellโUmbria che gravita intorno alle cittร di Narni, Amelia e Orvieto.
Importanza di rilievo del progetto, oltre ai prodotti delle coltivazioni agricole, sono i CUSTODI, ossia coloro che con il loro prezioso lavoro preservano non solo le risorse genetiche vegetali e animali a rischio di estinzione ma anche le tradizioni e le conoscenze tramandate da generazioni. Il Comune di Lugnano in Teverina in virtรน della intensa attivitร che svolge per il miglioramento e la gestione della Collezione Mondiale degli Ulivi Olea Mundi, ha ricevuto ieri l’attestato di Custode dai curatori del Progetto. Un unicum del suo genere che deve essere condiviso con l’intera comunitร e soprattutto con chi opera nel settore agricolo ed Agroalimentare. Una intera comunitร che cresce culturalmente, per difendere le eccellenze e la qualitร dei prodotti dell’intero territorio amerino, definendo un vero modello da seguire per le generazioni future.
Un motivo di orgoglio da condividere con tutti gli attori che in questi quasi dieci anni si sono adoperati per la gestione della Collezione Olea Mundi: il CNR di Perugia, il 3A PTA di Todi e la Cooperativa Luniano. Il portale del progetto NAMOR, che รจ giร attivo, fruibile per visitare questa nuova frontiera delle eccellenze locali simbolo non solo della qualitร dei nostri prodotti ma della difesa del nostro patrimonio ambientale, oltre ai protagonisti del progetto promuove anche i punti di interesse territoriali come monumenti e strutture ricettive. Un ulteriore tassello alle tante iniziative che si propongono di rilanciare un intero territorio.
Volete scoprire come era Perugia nellโOttocento? Non vi resta che venire alla Biblioteca di San Matteo degli Armeni dove il 4 aprile alle ore 17.30 il celebre collezionista e fine conoscitore della storia cittadina terrร una conferenza corredata di numerose immagini dโepoca per farvi fare un salto indietro nel tempo nella Perugia di un tempo.
Adriano Piazzoli, membro dellโAssociazione numismatico filatelica Giovan Battista Vermiglioli e consigliere della Societร generale di mutuo soccorso di Perugia รจ senzโaltro il piรน grande collezionista perugino vivente. Alla sua collezione ha dedicato unโintera esistenza raccogliendo ogni tipo di materiale relativo soprattutto alla storia locale e oggi oltre alla sua fornitissima biblioteca ed emeroteca dispone di una ricchissima collezione di cartoline tra cui oltre 1.500 relative alla sola cittร di Perugia organizzate secondo cinque percorsi che riproducono i percorsi delle porte cittadine e che consentono un vero e proprio tuffo nella storia.
In attesa di vedere realizzato il suo sogno di poter fare una grande mostra sulla sua collezione, nel corso degli anni con amore e disponibilitร ha messo a disposizione di studenti, ricercatori, enti pubblici e privati il suo patrimonio culturale per la realizzazione di iniziative e mostre tematiche.
La conferenza sarร lโoccasione per poter vedere attraverso le immagini e documenti dโepoca una Perugia che oggi non รจ piรน e riviverla attraverso grandi eventi e molteplici curiositร che raccontano nel dettaglio la storia quotidiana di una cittร .
ยซMi piace pensare che Vannucci non sarebbe potuto essere il Perugino e non avrebbe potuto creare quel linguaggio artistico legato al paesaggio di cui รจ stato innovatore, se non fosse stato umbroยป.
A 500 anni dalla morte, il 3, 4, 5 aprile arriva nei cinema italiani Perugino. Rinascimento immortale, prodotto da Ballandi e diretto da Giovanni Piscaglia che, insieme a Marco Pisoni e Filippo Nicosia, ne ha realizzato anche il soggetto. Il documentario, attraverso la voce dellโattore Marco Bocci, racconta la vita e le opere del Divin Pittore, partendo dal legame con lโUmbria e dai paesaggi luminosi che spesso lโartista ha immortalato sullo sfondo dei suoi dipinti.
Il regista Giovanni Piscaglia. Foto by Alessandro Bachiorri
Ma รจ soprattutto un docufilm che vuole riscattare la figura di Pietro Vannucci, dandogli il giusto posto nella storia dellโarte e mettendone in luce le novitร , i meriti e il carattere.
Il progetto, sostenuto dal Ministero della Cultura, Regione Umbria e Arpa Umbria, vanta gli interventi di esperti come il direttore della Galleria Nazionale dellโUmbria Marco Pierini, il direttore delle Gallerie degli Uffizi di Firenze Eike Schmidt, la professoressa di Storia dellโarchitettura presso lโUniversitร di Firenze Emanuela Ferretti, il geografo allโUniversitร di Bologna Franco Farinelli, la storica dellโarte della Galleria Nazionale dellโUmbria Veruska Picchiarelli, lo storico Franco Cardini, il coreografo e ballerino Virgilio Sieni. Il regista Giovanni Piscaglia ci racconta il suo film, ma soprattutto ci regala un Perugino forse inedito e meno conosciuto che si merita di stare tra i grandi nomi dellโarte italiana.
Giovanni, il docufilm vuole essere in qualche modo un riscatto per lโartista, non solo allievo di Piero Della Francesca e maestro di Raffaelloโฆ
ร il primo film che racconta la sua figura e ha quindi lo spirito di riabilitarne la memoria. Siamo abituati a sentir parlare di Perugino sempre legato a qualcun altro e soprattutto accostato a Raffaello: questo marchio รจ dovuto a Giorgio Vasari che nelle sue Vite lo ridimensiona a figura di secondo livello, descrivendolo con toni dispregiativi e riportando aneddoti e tratti del carattere negativi. Vasari lo inserisce tra i maestri dai quali distaccarsi e che realizzano unโarte sorpassata; riesce a elogiarlo solo quando si bagna nellโArno e va a lavorare a Firenze. Prima, per lui, รจ solo un pittore provinciale. Il docufilm vuole smentire il biografo, portando allo spettatore prove e documenti, ascoltando le voci dei maggiori studiosi e storici dellโarte, analizzando le opere nel dettaglio e cercando una veritร diversa da quella giunta fino ai giorni nostri con lโobiettivo di riscattarlo.
ร un artista amato e richiesto nel suo tempo, che perรฒ sbiadisce nel corso dei secoli successiviโฆย
Esatto. Perugino รจ stato spesso criticato per la sua impostazione artigianale molto tecnica, che si basava sulla bottega. ร stato uno straordinario capo bottega e proprio grazie al suo laboratorio ha realizzato dipinti che hanno fatto il giro dโItalia, dettando e creando un vero e proprio linguaggio pittorico. Questo lo ha reso una star, allโepoca. La sua sfortuna perรฒ รจ stata quella di vivere a lungo e diventare contemporaneo di Leonardo, Raffaello e Michelangelo: tre geni che a differenza sua lavoravano di loro mano e che inventarono figure di rottura. Vannucci divenne cosรฌ un pittore obsoleto ancor prima del tempo.
Foto by Alessandro Bachiorri
Quali sono gli aspetti della sua figura che vengono messi piรน in risalto nel film?
Come detto, il primo obiettivo รจ quello di riconsegnargli la fama che aveva quando era in vita. Cโรจ poi un aspetto fondamentale che รจ quello sul suo attaccamento al territorio umbro: nonostante molti lo considerino un pittore fiorentino – perchรฉ a Firenze ha raggiunto la sua maturitร e ha avuto la consacrazione da Lorenzo il Magnifico che lo ha portato ad affrescare la Cappella Sistina – il legame col territorio dโorigine รจ stato presente per tutta la sua vita. I paesaggi che dipinge non sono paesaggi umbri reali, perรฒ i colori, le valli, la vegetazione e i laghi ricordano quelli dellโUmbria. Mi piace pensare che Vannucci non sarebbe potuto essere il Perugino, e non avrebbe potuto creare quel linguaggio artistico legato al paesaggio di cui รจ stato innovatore, se non fosse stato umbro. Unโaltra parte fondamentale del film รจ quella che lo celebra come un vero pittore. Un artista che amava ciรฒ che faceva e che soprattutto amava lโarte; che รจ morto a Fontignano con il pennello ancora in mano mentre dipingeva lโennesima Adorazione dei pastori. Anche se vecchio e in declino ha continuato a sviluppare le sue opere e a essere a suo modo innovatore. Questo รจ per confutare quello che Vasari – e molti dellโepoca – pensavano di lui, e cioรจ che fosse un pittore avaro e legato ai soldi, che dipingeva solo per arricchirsi e non per una necessitร artistica.
Lei, che idea si รจ fatto?
Penso che sia stato un uomo del suo tempo e che sicuramente ha avuto un buon senso degli affari. Aveva creato un marchio di fabbrica e uno stile riconoscibile che si รจ diffuso in tuttโItalia. Era un uomo che sapeva concentrarsi molto e che non lasciava niente al caso, perchรฉ i suoi dipinti, ancora oggi, hanno grande freschezza: penso a quelli di Panicale e Cittร della Pieve. Era un ottimo pittore e possedeva una notevole maestria, oltre a essere uno straordinario disegnatore e uno straordinario interprete delle figure femminili. Insomma, un uomo di luce e ombra: da una parte sapeva fare affari e ottenere grandi commissioni, utilizzava la bottega per fare piรน opere possibili e spesso sempre uguali, ma questo non deve distogliere lโattenzione dal fatto che aveva unโottima mano.
Durante le riprese del docufilm. Foto by Alessandro Bachiorri
Comโรจ partito il progetto del docufilm?
Il progetto รจ nato grazie allโamicizia e alla stima reciproca che mi lega alla Galleria Nazionale dellโUmbria e in particolare al direttore Marco Pierini. Sono stato davvero felice e onorato quando il direttore mi ha chiamato un giorno dโagosto di due anni fa, dicendomi: ยซGiovanni, che ne pensi di realizzare un soggetto per un documentario su Perugino?ยป Ecco, tutto รจ nato da lรฌ. Devo dire che non saremmo arrivati a questa felice conclusione se non ci fosse stata una relazione di stima e fiducia con lโintero staff della Galleria, che ha messo a disposizione i locali per le riprese anche in orari insoliti.
Sono presenti anche scene di danza. Come mai questa scelta?
Lโidea mi รจ venuta perchรฉ avevo visto Virgilio Sieni, uno tra i piรน grandi coreografi e ballerini, realizzare una serie di performance tratte dai quattro Cenacoli storici di Firenze. Ho trovato questo spazio bellissimo e assolutamente sconosciuto ai piรน e quindi ho pensato di coinvolgerlo. Sieni sostiene che, sebbene Perugino sembri un pittore statico, le sue figure sono degli incubatori di atteggiamenti che si possono sviluppare attraverso la danza. Danza che, in questo caso, fa muovere figure cristallizzate dalla pittura.
La voce narrante รจ lโattore umbro Marco Bocciโฆ
Sรฌ. Marco Bocci รจ riuscito a dare alla storia – che รจ un poโ la parabola di un artista che tocca il cielo e poi cade – unโinterpretazione partecipata e intima, ma allo stesso tempo leggera. ร stato disponibile e si รจ dimostrato da subito molto coinvolto nel progetto. Con lui siamo riusciti a girare โ รจ la prima volta che mi capita con un attore – in tante location diverse: dalla Galleria Nazionale dellโUmbria al Collegio del Cambio, fino allโisola Polvese.
Marco Bocci e Giovanni Piscaglia. Foto by Alessandro Bachiorri
Perchรฉ lโisola Polvese?
Grazie allโArpa – che รจ partnership nel progetto – abbiamo potuto girare nellโisola anche in inverno. Secondo me, nessun luogo meglio della Polvese poteva identificare e fotografare il momento finale di un artista maturo e in decadenza. Quei luoghi e Marco Bocci, solo nella natura, chiudono il cerchio alla perfezione sulla vita di Perugino.
ย Per concludere: รจ soddisfatto del lavoro finale?
Sono molto soddisfatto. ร stata una produzione avventurosa e gestita bene, nonostante le difficoltร , con un grande dialogo. Posso dire che non ho nessun rimorso. Anche le musiche, composte da Eraldo Bernocchi, arricchiscono lโopera, donandole una componente coinvolgente ed emotiva.
Sabato 25 marzo il progetto โIl Borgo รจ Donnaโ ha avuto il suo battesimo ufficiale aLugnano in Teverina con la prima conferenza dedicata alle pari opportunitร nel mondo della cultura.
In un bel pomeriggio assolato, lโevento si รจ aperto con lโinaugurazione del giardino dedicato a Luisa Spagnoli: un grazioso fazzoletto di terra prima abbandonato e che, grazie allโassociazione Unitre Lugnano in Teverina, รจ tornato alla vita, a disposizione dei cittadini e a ricordo di una grande donna umbra. Non solo: nel giardino รจ stata posta una panchina rossa, ormai universalmente simbolo della lotta contro la violenza sulle donne e una piccola bacheca con libri a disposizione di chiunque voglia fruirne, denominata appunto piccolabiblioteca libera. I membri di Unitre hanno spiegato come la vicinanza di questi due oggetti โ la panchina e la biblioteca – vogliano ricordare che la violenza sulle donne si combatte prima di tutto con lโeducazione e la cultura.
Alessandro Dimiziani, Gianluca Filiberti e Caterina Grechi. Foto by Novifilm
Da questo luogo ricco di significato e di simbolismi inaugurato dal sindaco Gianluca Filiberti, dal presidente dei Borghi Umbri piรน Belli dโItala nonchรฉ vicesindaco Alessandro Dimiziani e dallโavvocato Caterina Grechi – presidente del Centro Pari Opportunitร della Regione Umbria – che ha anche letto i saluti della Ministra per la famiglia, natalitร e pari opportunitร Eugenia Maria Roccella e il suo plauso per lโiniziativa, ci siamo avviati verso il vicino Teatro Spazio Fabbrica. Questo originale teatro sorge su un ex fabbrica di lampadine di costruzione ottocentesca e rappresenta un bellโesempio di archeologia industriale e di riuso intelligente degli spazi.
Qui siamo entrati nel vivo del progetto Il Borgo รจ Donnaย che AboutUmbria ha il piacere di organizzare insieme al Centro Pari Opportunitร della Regione Umbria e allโAssociazione Borghi piรน belli dโItalia in Umbria. Questa prima conferenza, dicevamo, ha avuto come filo conduttore e tema principale la cultura. Sotto il puntuale coordinamento di Alessandro Dimiziani, i lavori si sono aperti con lโintervento dellโattrice e ambasciatrice dellโAssociazione Borghi piรน Belli dโItalia in Umbria Eleonora Pieroni. Questa giovane donna รจ impegnata nella promozione dei nostri borghi negli Stati Uniti dove vive e ha ricordato la grande opportunitร che la nostra economia puรฒ trarre dal turismo delle radici, quel turismo cioรจ degli italiani nel mondo che tornano in Italia, in Umbria nel nostro caso, a riscoprire la loro storia, le loro radici appunto. Gli italiani nel mondo sono ben 80 milioni e dedicare loro una promozione turistica รจ unโattivitร su cui vale la pena concentrarsi e nella quale la donna, con la sua creativitร e la sua tenacia, puรฒ dare un contributo fondamentale.
A seguire lโavv. Caterina Grechi – dopo aver portato i saluti della vicepresidente dellโAssemblea Legislativa della Regione Umbria Paola Fioroni – ha spiegato con una relazione articolata e puntuale come purtroppo proprio nel campo della cultura piรน che in altri settori, la percentuale di occupazione femminile sia molto inferiore a quella maschile, specie in ambiti quali lโaudiovisivo, lโintrattenimento televisivo e il teatro. Fortunatamente va meglio nel campo dellโarcheologia, come sottolineato da Maria Angela Turchetti, direttrice del Museo Archeologico Nazionale, settore in cui sono finalmente molte le donne a essere protagoniste in scavi importanti tra cui si contano, tra lโaltro, quelli di Lugnano in Teverina, presso lโarea nota come โla necropoli dei bambiniโ. Turchetti ha inoltre regalato alla platea un interessante e affascinante focus sul ruolo della donna etrusca sottolineando come, rispetto alle donne di civiltร contemporanee (greca e romana), quella etrusca fosse una donna emancipata, indipendente, con un ruolo in societร di pari dignitร rispetto allโuomo.
Foto by Novifilm
Il pomeriggio รจ volato via velocemente in un alternarsi di interventi di donne artiste, come la pittrice Grazia Cucco, giornaliste e imprenditrici, come Lorenza Vitali, amministratrici, come lโassessore del Comune di Amelia Elide Rossi. Graditi sono giunti anche i video-saluti dellโattrice Maria Chiara Giannetta, neocittadina lugnanese.
A proposito di arte, Cristina Caldani, attrice e direttrice del Teatro Spazio Fabbrica, dopo aver sottolineato accodandosi allโintervento dellโavv. Grechi la difficoltร ad affermarsi per le donne in ruoli di primo piano nel mondo del teatro, ha recitato un monologo scritto da Stefano Bartezzaghi. Il brano ha indotto nel pubblico in sala un sorriso amaro inducendo a riflettere sul sessismo che puรฒ esserci anche nelle parole.
Per noi di AboutUmbria รจ intervenuto Ugo Mancusi che ha sottolineato come ci sia stata unitร di intenti con Centro Pari Opportunitร della Regione Umbria e lโAssociazione Borghi piรน belli dโItalia in Umbria nel promuovere unโiniziativa che metta in evidenza il ruolo importante e fortunatamente crescente della donna nella nostra regione. Mancusi ricordando come lโanima dei borghi sia fondamentalmente femminile โ da qui Il Borgo รจ Donna – e come il borgo rappresenti lโossatura della nostra regione, ha concluso che in effetti lโUmbria รจ Donna.
I partecipanti all’evento. Foto by Novifilm
Dopo aver donato ai partecipanti un piatto in ceramica realizzato dellโartista Monia Romanelli, gli organizzatori hanno dato appuntamento alla prossima tappa di questo percorso, di cui a breve saranno resi noti i dettagli. Lโamministrazione comunale ha offerto a tutti i presenti un gradito buffet a base di prodotti tipici umbri in cui il ruolo di re della tavola รจ stato naturalmente ricoperto dallโolio extravergine di oliva, oro liquido di questa terra. La serata รจ proseguita con un concerto di beneficenza per le popolazioni terremotate della Turchia, con Cardyophone e Original CRB Band.
Presentato il nuovo brand turistico di Cittร della Pieve, Corciano, Magione, Paciano, Panicale e Piegaro.
Trenta musei, sei Comuni, un unico biglietto. Cittร della Pieve, Corciano, Magione, Paciano, Panicale e Piegaro fanno rete nel nome del grande Maestro a allโinsegna di un turismo โrispettoso dei luoghi e delle comunitร โ.
Eโ stato presentato il nuovo brand Terre del Perugino, attraverso il quale i sei comuni umbri intendono implementare i propri servizi turistici e aumentare la capacitร competitiva del territorio. Lโoperazione, che amplia unโidea progettuale risalente al 2015 dei Comuni di Paciano, Panicale, Piegaro e Cittร della Pieve, nasce dalla stretta collaborazione tra le sei Amministrazioni Comunali e lโattuale gestore dei servizi turistici e museali (lโRTI composto dalle societร Sistema Museo e Vivi Umbria societร consortile).
Con Terre del Perugino entrano unโunica rete integrata i Musei e gli Uffici turistici dei territori aderenti, cosรฌ da proporsi al pubblico come unโarea omogenea accomunata da aspetti ambientali, culturali, artistici e gastronomici affini. Fili conduttori di questa nuova offerta sono: i paesaggi di queste terre, con il lago Trasimeno, e Pietro Vannucci, detto il Perugino, il piรน celebre figlio di Cittร della Pieve che con la sua arte ha dato lustro e fama a questo lembo dโUmbria, e che insieme appunto compongono il nome del brand.
Gli strumenti messi a disposizione sono il rinnovato portale Terre del Peruginoย e il biglietto unico integrato che, al prezzo di 12 euro (valido per 90 giorni), consente di visitare le strutture museali e gli spazi espositivi presenti nellโarea. In particolar modo a Cittร della Pieve si potrร accedere allโOratorio Santa Maria dei Bianchi, al Museo Civico Diocesano e a Palazzo Corgna; a Corciano allโAntiquarium comunale, al Centro espositivo permanente sulla cultura medievale e rinascimentale, al Torrione di Porta Santa Maria e al Museo della Pievania; a Magione al Museo della Pesca e Torre dei Lambardi, a Paciano a TrasiMemo, la Banca della Memoria del Trasimeno; a Panicale alla Chiesa di San Sebastiano, Teatro Cesare Caporali, Museo del Tulle, Museo della Sbarra; a Piegaro al Museo del Vetro.
La valorizzazione di queste strutture, secondo quanto spiegatoย passerร anche attraverso attivitร didattiche e laboratoriali, eventi e manifestazioni, attivitร di incoming turistico, promozione e commercializzazione.
Dopo il successo con la piรจce di gennaio su Canova, torna in teatro a Perugia, Stefano de Majo, interpretando questa volta l’imperatore Adriano.
Lo spettacolo IMPERATOR Memorie di Adriano si terrร sabato 25 marzo alle ore 21 al teatro di Sacco (piazza Giordano Bruno nr 9 a Perugia) ed รจ inserito al centro del Festival Indizi giunto alla sua 27esima edizione.
Stefano de Majo
Una piรจce avvincente tratta dal capolavoro della letteratura universale di Marguerite Yourcenar, considerato da molti un autentico libro guida per la propria esistenza. Celebre fu il commento di Thomas Mann il quale disse di non essersi mai emozionato tanto ad una lettura, come non gli accadeva ormai da molto tempo. Nella rivisitazione di Stefano de Majo assisteremo anche a rimandi al Caligola di Camus, al MarcโAntonio di Shakespeare, alla Pharsalia di Lucano e al pensiero di Platone.
Emanuela Boccacani
Lo spettacolo รจ giร stato rappresentato con successo oltre che in teatro, anche nella biblioteca del Parlamento di Roma e in prestigiosi siti archeologici e teatri romani come in quello di Ostia antica, Spoleto, Aquinum, Carsulae, Ocriculum e nella villa romana del console dโAssio. Una piรจce originale e potente, che rievoca i grandi classici rendendoli vivi e presenti. Scritta, diretta e interpretata da Stefano de Majo con i movimenti scenici e le musiche dal vivo della bravissima ed elegante Emanuela Boccacani al flauto, handpan, campane tibetane e percussioni. Le memorie di un vero leader illuminato del passato, aperto al confronto con le altre culture, di cui oggi il mondo reale avrebbe tanto bisogno, un uomo capace di mostrarsi nudo sotto le stelle, parlando alle nostre smarrite anime con la sua eterna… ยซanimula, vagula, blandula…ยป.
In occasione di Dantedรฌ 2023 si terra, sabato 25 marzo alle ore 17.00 presso Biblioteca San Matteo degli Armeni, l’incontro Dante nel tempo: La tradizione della Commedia e il mito del Sommo Poeta con Paolo Renzi.
Lโincontro vuole essere un omaggio al Sommo Poeta in occasione della giornata nazionale dedicata a Dante Alighieri istituita nel 2020 dal Consiglio dei Ministri.
Paolo Renzi, bibliotecario presso la Biblioteca comunale Augusta di Perugia, illustrerร la tradizione editoriale della Commedia attraverso la disamina di alcuni fra i piรน importanti codici manoscritti ed edizioni a stampa del capolavoro dantesco. La fortuna della Commedia, la cui prima edizione a stampa vide la luce a Foligno nel 1472, coincide con quella della figura di Dante, che muta fortemente nel tempo e che, a partire dal Risorgimento, si connota di caratteristiche mitiche, acquistando dapprima una valenza politica in funzione della costituzione dello stato unitario, quindi diventando un simbolo della lingua e della cultura italiana nel mondo.Ancora oggi Dante e la sua opera sono di estrema attualitร e il loro valore, oltre che in ambito nazionale, รจ universalmente riconosciuto in tutte le culture come patrimonio dellโumanitร .
Mercoledรฌ 22 marzo, alle ore 17.00 presso la Biblioteca degli Arconi a Perugia, ci sarร la presentazione dei libri di Marco Pareti e Annamaria Massari con: I Fabbricanti di Crudeltร per la sezione Narrativa e Cento Vite per la sezione Poesia.