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Dopo il successo con la pièce di gennaio su Canova, torna in teatro a Perugia, Stefano de Majo, interpretando questa volta l’imperatore Adriano.

Lo spettacolo IMPERATOR Memorie di Adriano si terrà sabato 25 marzo alle ore 21 al teatro di Sacco (piazza Giordano Bruno nr 9 a Perugia) ed è inserito al centro del Festival Indizi giunto alla sua 27esima edizione.

 

Stefano de Majo

 

Una pièce avvincente tratta dal capolavoro della letteratura universale di Marguerite Yourcenar, considerato da molti un autentico libro guida per la propria esistenza. Celebre fu il commento di Thomas Mann il quale disse di non essersi mai emozionato tanto ad una lettura, come non gli accadeva ormai da molto tempo. Nella rivisitazione di Stefano de Majo assisteremo anche a rimandi al Caligola di Camus, al Marc’Antonio di Shakespeare, alla Pharsalia di Lucano e al pensiero di Platone.

 

Emanuela Boccacani

 

Lo spettacolo è già stato rappresentato con successo oltre che in teatro, anche nella biblioteca del Parlamento di Roma e in prestigiosi siti archeologici e teatri romani come in quello di Ostia antica, Spoleto, Aquinum, Carsulae, Ocriculum e nella villa romana del console d’Assio. Una pièce originale e potente, che rievoca i grandi classici rendendoli vivi e presenti. Scritta, diretta e interpretata da Stefano de Majo con i movimenti scenici e le musiche dal vivo della bravissima ed elegante Emanuela Boccacani al flauto, handpan, campane tibetane e percussioni. Le memorie di un vero leader illuminato del passato, aperto al confronto con le altre culture, di cui oggi il mondo reale avrebbe tanto bisogno, un uomo capace di mostrarsi nudo sotto le stelle, parlando alle nostre smarrite anime con la sua eterna… «animula, vagula, blandula…».

 


Info e prenotazioni al 320. 623 6109

Stefano de Majo, attore e autore ternano, con il duo jazz Angelici-Graziani, sabato 4 marzo al Teatro Secci di Terni, presenterà in prima assoluta il nuovo spettacolo dal titolo evocativo 1971 l’anno che cambiò il rock.

Il connubio tra teatro e rock vide già quattro anni fa Stefano de Majo interpretare con successo la figura del leggendario Syd Barrett con la musica dal vivo dei Final Cut, la famosa cover band dei Pink Floyd. Sabato al teatro Secci sarà la prima di una nuova produzione che abbina il teatro di affabulazione dell’attore alla musica rock suonata dal vivo da una nutrita band di 10 valentissimi elementi: Alberto Cipolla, Emanuele Cordeschi, Tonino Cuzzucoli, Andrea Dominici, alle voci e chitarra, Claudio Baccani e Michele Cricco alle chitarre, Paolo Scappiti al basso, Gian Paolo Ionni alle tastiere, Mirko Brizzi alla batteria e Chiara Pistecchia danzatrice.

Lo spettacolo dal titolo 1971, utilizzando anche proiezioni di video art, come «…quell’anno il dio del Rock decise di cambiare la storia della musica, ispirando una straordinaria produzione discografica da parte di tutti i principali interpreti della scena mondiale» spiega de Majo.

 

 

«Sarà un viaggio nel tempo attraverso la musica rock, la musica sarà la vera protagonista,  il propellente che ci spedirà in orbita, sulle note del rock rivedremo le vicende straordinarie di quell’anno in cui il mondo già schierato nei due blocchi tra Usa e Urss, era diviso tra imprese lunari e sonde su Marte, guerre nel Vietnam e rivendicazioni ai confini dell’Irlanda del nord, l’anno in cui i Beatles intraprendevano una battaglia legale nei tribunali per la divisione del patrimonio e la civilissima Svizzera concedeva solo quell’anno il diritto di voto alle donne, l’anno in cui il mondo sognava col rock di raggiungere nuove dimensioni di pace e fratellanza universale, mentre David Bowie si chiedeva se ci fosse vita su Marte e John Lennon incideva la sua Imagine. Intanto in Italia tra golpe sventati ed elezioni sofferte del nuovo capo di Stato, votato in extremis alla vigilia di Natale di quell’anno 1971, il mite giurista Giovanni Leone, che entrò poi nella storia per le dimissioni a seguito del caso Lockeed, nel frattempo anche i gruppi rock nostrani come le Orme e la Pfm, dallo stivale volgevano lo sguardo al cielo nella malinconica bruma di settembre. Tra la grigia rugiada della campagna e i suoni sintetici della zona industriale. Insomma quel 1971 fu un anno speciale e lo spettacolo sarà un viaggio rock spaziale tra missili, sonde e moduli lunari, ma anche il ricordo della prima e-mail che quell’anno fu inviata dagli Usa, così come del primo E-book della storia che trascrisse per intero la dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti d’America, mentre la sporca guerra del Vietnam invadeva anche il Laos, ma il vero spartiacque fu quando a Pompei i Pink Floyd al minuto 22.40 del loro concerto, l’unico a porte chiuse della storia,  nel silenzio degli scavi cari, mandarono in orbita un eco sintetico e primordiale che cambierà da quel momento la storia, non solo  del rock, ma anche la storia globale. Da quel momento il mondo non sarà più lo stesso, quel misterioso suono si propagherà dell’anfiteatro di Pompei fino allo spazio riecheggiando magari anche sulla luna, forse persino su Marte…».

Un circo itinerante per le vie di Terni, uno spettacolo teatrale, un cortometraggio in due lingue e tanti eventi. La città celebra San Valentino in diverse forme sotto la guida artistica dell’attore e autore ternano Stefano de Majo.

Il Circo dell’Amore è un corteo di artisti che, attraverso differenti discipline – dalla danza aerea alla giocoleria, dalla street band jazz alla clowneria – ha animato nei giorni scorsi le vie di Terni narrando, come degli antichi cantastorie pop, le vicende del Patrono. Oggi, 14 febbraio, il tutto si arricchisce con un’esibizione teatrale e la proiezione del cortometraggio (entrambi anche in lingua inglese) su San Valentino e la sua Valle Incantata.

 

The Enchanted Valley of Saint Valentine

Il cortometraggio scritto, diretto e interpretato da Stefano de Majo – prodotto da Teatro Acciaio, con il contributo dell’associazione Teatro Acciaio e Associazione Claudio Conti e il patrocinio del Comune di Terni – racconta le vicende di San Valentino e ripercorre, in un immaginifico viaggio nel tempo e nello spazio, l’intera storia degli antichi Umbri Naharki che vissero nel territorio ternano prima degli Etruschi e dei Romani. Infatti, ancor prima di Valentino in questa terra già si respirava l’amore grazie al Ver Sacrum – la primavera sacra – ovvero l’istituto migratorio che spingeva le giovani coppie di innamorati, dedite all’agricoltura e all’allevamento, a mettersi in cammino verso nuove terre da coltivare. Questo permise al popolo degli Umbri di estendersi nel segno dell’amore e della pace, senza far uso di armi, fino al Po e al Mare Adriatico, formando la cosiddetta Grande Umbria, come attestano autori come Scilace e Strabone, Dionigi d’Alicarnasso e Plino il Vecchio.
Il corto racconta anche la vita del Santo protettore degli innamorati che nacque a Terni: la leggenda vuole che avesse unito in matrimonio un soldato romano pagano di nome Sabino a una giovane cristiana ternana chiamata Serapia. L’unione tra i due giovani di religione diversa fu osteggiata dalle rispettive famiglie e punita dall’imperatore Aureliano, che sentenziò la condanna a morte del vescovo ternano.
La storia sembra anticipare di mille anni quella di Giulietta e Romeo di Shakespeare e richiama altre due figure di innamorati, Piramo e Tisbe, resi eterni dalla letteratura classica dei Greci prima e poi attraverso i versi in latino di Ovidio.
Con questa narrazione della durata di 12 minuti non vuole solo recuperare la storia del personaggio religioso, che fu un uomo di grande cultura del suo tempo, ma anche renderlo un moderno veicolo di in coming turistico del territorio ternano.

 

Tante le ispirazioni

Nella ricostruzione del Santo Valentino, nella doppia versione cinematografico e circense teatrale, di de Majo – reso in versione pop nel suo Circo dell’Amore così come nel cortometraggio – si fondono le vicende autentiche e sacrali del martire e la tradizione letteraria anglosassone, di Geoffrey Chaucer e Shakespeare, ma anche riferimenti a Edgar Allan Poe con le Valentine, cartoline d’amore che hanno contribuito a fare del santo umbro il protettore degli innamorati nel mondo. Non mancano anche riferimenti all’Amor Cortese o ai celebri versi di Dante per Beatrice, così come le libere rivisitazioni di autori contemporanei come quella del romanzo di Arnaldo Casali dal titolo La Rosa di Valentino.

Stefano de Majo nelle vesti di Valentino

In questo passo del testo teatrale e cinematografico di Stefano de Majo si fa riferimento ai due elementi tipici di Valentino, il vento e la rosa: infatti la leggenda vuole che un vento si levi ogni 14 febbraio nel ricordo della sua decapitazione, mentre la rosa è da ricondursi al fiore con cui Valentino omaggiò Sabino e Serapia ammonendoli di averne cura e di farne un simbolo del loro amore.

«…Prendete questa rosa, essa è il simbolo del vostro amore. Tenetela insieme con le vostre mani, in modo da restare uniti attraverso di lei. E abbiatene cura e guardatela sempre. Non guardate voi stessi ma la vostra rosa. Perché l’amore non è guardarsi l’un l’altro ma tutti e due nella stessa direzione. E non stringetela troppo o la soffocherete, né troppo poco o la perderete. Così è l’amore, come la vostra rosa. Rendetela forte come la pietra, in modo che non appassisca mai, proprio come le rose del deserto. Avete presente le rose del deserto? Sono fatte di minuscoli granelli di sabbia mossi da tempestosi venti. I venti nel deserto possono accecarvi con la sabbia fino a farvi smarrire la strada. Ma se saprete restare uniti non vi perderete mai e saranno proprio quegli stessi venti a rendervi forti come pietra, come le rose del deserto, che non appassiscono mai e durano in eterno».

Una squadra speciale composta da uomini e donne della Polizia di Stato, Carabinieri, Vigili del Fuoco e personale sanitario, impegnati in prima linea nel lockdown natalizio, porterà in dono per l’Epifania I Racconti del Ciocco di Stefano de Majo, narrati dall’attore finestra per finestra, grazie all’autoscala dei Vigili del Fuoco, scortata dalle Volanti della Polizia di Stato e dalle Gazzelle dei Carabinieri.

La manifestazione, che si svolgerà il 5 gennaio alle ore 16, è stata organizzata da Edi Cicchi, Assessore al Welfare del Comune di Perugia, in collaborazione con Leonardo Varasano, Assessore alla Cultura, al Comandante provinciale dei Vigili del Fuoco, Michele Zappia e con il supporto di AboutUmbria Magazine. L’operazione, volta a dare vicinanza ai degenti e sanitari della residenza per anziani Volumni di Ponte San Giovanni a Perugia è stata intitolata La Mia Forza nel Tuo Sorriso e il cantore delle fiabe Stefano de Majo narrerà per l’occasione dell’Epifania, la Fiaba della Befana. È una favola per grandi e bambini che attraverso un racconto mirabolante e poetico ripercorrerà l’antica storia della Befana e l’importanza del dono, alternando affabulazione e divertimento, con citazioni di San Francesco e dei Re Magi.

 

Stefano de Majo

 

La fiaba farà comprendere l’importanza culturale e umana del dono, prezioso tanto per chi lo riceve quanto per colui che lo porge.  Il dono in fondo segna l’inizio della nostra civiltà, perché compiere un atto concreto di offerta, simboleggia il mettersi al servizio dell’altro, il medesimo spirito che muove gli uomini e le donne del Pronto Intervento della Polizia di Stato, dei Vigili del Fuoco e tutto personale sanitario nei confronti della comunità, ancor più in questo momento. Il dono anche quando è piccolo e semplice, resta un legame che unisce per sempre e arricchisce l’intera comunità, non solo chi lo riceve ma ancor più chi lo compie.

 

Racconti del Ciocco

Anche la raccolta dei Racconti del Ciocco sono volti a donare un sorriso evocando il calore antico della tradizione, quando ci si riuniva attorno al camino, come recita il Pascoli, e il babbo iniziava il racconto. Il dono di un semplice racconto attorno al fuoco rinsaldava così i legami tramandando la cultura e le tradizioni in seno alla famiglia. Non è un caso se i Racconti del Ciocco, scritti e interpretati da Stefano de Majo, per accompagnare le festività del Natale, inizino proprio il 6 dicembre con il Racconto del Dono di Nicolò, l’antico San Nicola o Santa Klaus, per terminare esattamente il 6 gennaio con La Fiaba della Befana e il segreto del Dono.

È dunque il dono che apre e chiude i Racconti del Ciocco ma un dono che offra calore e vicinanza. Questo è il medesimo intento del dono delle fiabe portate dalla Squadra Speciale di Polizia di Stato e Vigili del Fuoco già a Natale alle finestre dell’ospedale, del centro geriatrico e presso le famiglie dei cittadini di Terni e ora per l’Epifania a Perugia.

Il dono di un semplice sorriso, così come di un racconto, vuol rinsaldare così fraterni legami in nome della tradizione antica che tutti ci lega e guardare con fiducia e coraggio al domani non sentendosi soli. L’iniziativa di portare i Racconti del Ciocco di Stefano de Majo, sottolinea l’importanza del dono in uno scambio continuo di doni e calore perché come recitano i Racconti: “…le fiabe non sono solo per bambini e la nostra forza è nei vostri sorrisi”.

Mercoledì 26 agosto, presso il Baraonda di Piediluco, si chiude la splendida stagione teatrale che ha visto Stefano de Majo protagonista di cinque diversi spettacoli che ogni due settimane, da inizio luglio a fine agosto, hanno portato il teatro al mercoledì sul lago di Piediluco.

Una rassegna che ha fatto sempre il tutto esaurito, a coronamento di tre anni di stagioni teatrali a cura dell’attore ternano, nate sul battello e ora per la grande richiesta, oltre al distanziamento Covid, sbarcate nel teatro sul lago.

 

 

Lo spettacolo su Rino Gaetano racconterà, nel consueto stile metateatrale e affabulatorio di Stefano de Majo, non solo la vita e l’opera del cantautore, che ha avuto contatti anche nel nostro territorio avendo frequentato le scuole medie a Narni, presso il collegio del locale seminario dei frati, ove emerse la sua vena poetica avendo scritto nel periodo narnese il suo poema E l’uomo volo un viaggio immaginifico in cui si palesano già tutti i temi che poi Rino Gaetano svilupperà nel corso della sua breve ma intensa carriera. Ma la piéce di de Majo rivelerà anche i tanti misteri che avvolgono la vita e soprattutto la morte del cantautore crotonese, nonché i tanti riferimenti a scandali, stragi, complotti e servizi segreti che sono celati dietro l’apparente nonsense delle sue canzoni. Il tutto come sempre accompagnato dalla musica dal vivo dei valentissimi musicisti, tutti di esperienza internazionale che hanno fatto da colonna sonora alle rappresentazioni teatrali di de Majo.

Il cast musicale ha visto infatti protagonisti l’eccellente contrabbassista Joy Grifoni, il violinista Gustavo Gasperini, il percussionista Tiziano Tetro e il pianista, trombettista e cantante Fabrizio Longaroni. Sono state così inseriti nel testo teatrale oltre dieci richiami alle più belle canzoni di Rino Gaetano da cui testi l’attore ternano estrapolerà incredibili rimandi a fatti inerenti la politica italiana che solo anni dopo quelle canzoni vennero alla luce.

Un Rino Gaetano che da giullaresco artista nonsense superficiale e disimpegnato si rivelerà dunque il più profondo e impegnato dei cantautori italiani, capace ancora oggi, a quarant’anni dalla morte di parlarci, facendoci sorridere e distrarre con il suo stile scanzonato ma al contempo di farci riflettere, come in fondo deve fare sempre il teatro.

 


Prenotazioni presso Baraonda 392.5445462