Torna, per il secondo anno consecutivo, lโevento gratuito dedicato alle persone con disabilitร intellettiva, ai loro familiari e caregiver. Appuntamento a Scopoli (Foligno) il 14 ottobre 2023
Il 14 ottobre 2023, presso gli impianti sportivi di Scopoli (Foligno), si svolgerร la seconda edizione di Montagne super-Abili, lโappuntamento che unisce inclusione sociale, attivitร allโaria aperta e amore per la natura.
Lโevento, che giร lo scorso hanno ha visto la partecipazione di numerose associazioni, centri diurni, cooperative ed enti del Centro Italia impegnati nel campo dellโinclusione sociale, รจ organizzato dallโASD Trekkify in collaborazione con Valle Umbra Trekking. Gode inoltre del sostegno dellโ Unione Europea, รจ inserito nel programma degli Erasmus Days ed รจ patrocinato dalla Regione Umbria.
La giornata avrร avvio alle 9.45 con la registrazione dei partecipanti e con una breve presentazione sia degli scopi della giornata sia dei risultati del progetto europeo ProActive. Portato avanti dallโASD Trekkify, il progetto intende proprio potenziare il coinvolgimento delle persone con DI, dei loro caregiver e familiari nelle attivitร sportive allโaperto. Seguiranno gli interventi di Vi.Va. Onlus e della Cooperativa sociale GEA sui temi della disabilitร legata alle attivitร outdoor e alle buone pratiche per lโinclusione sociale.
La giornata proseguirร con delle semplici escursioni โ a cura di Valle Umbra Trekkingย โ per scoprire il territorio della Valle del Menotre e con dei laboratori artistico-ambientali per avvicinarsi alla natura in maniera originale.
Le attivitร saranno intervallate da un momento conviviale offerto dallโorganizzazione e si concluderanno con un breve concerto.
In unโottica di totale inclusione sociale,ย tutte le attivitร (presentazioni, escursioni, laboratori) sonoย gratuite e rivolte sia a persone con disabilitร sia alle loro famiglie, educatori o altre persone interessate ai temi dellโevento.
Si rende necessaria solo lโiscrizione, da effettuarsi entro e non oltre il 7 ottobre 2023 a questo link.
Hirohiko Shoda, in arte Chef Hiro, dal Giappone รจ arrivato in Italia nel 2006 e da qualche mese si รจ traferito in Umbria, a Casteltodino. Con lui ha portato nella nostra regione la cultura della sua terra.
Hirohiko Shoda, conosciuto come Chef Hiro, ha lasciato il Giappone nel 2006 โ dove perรฒ torna spesso a trovare la sua famiglia โ per trasferirsi in Italia, dove da qualche mese vive con la moglie a Casteltodino (in provincia di Terni). ยซFinalmente possiamo immergerci in una dimensione piรน semplice, pulita, goderci la natura e il buon cibo, fonti di ispirazione continua per il nostro lavoro di creativiยป. Oramai lโUmbria รจ un luogo che gli appartiene e che vive quotidianamente, essendosi integrato alla perfezione con la nostra terra. Con grande disponibilitร , ha risposto alle nostre domande dove Giappone e Umbria โ anche se apparentemente lontane – si uniscono in un intreccio di cultura e sapori.
Lo abbiamo giร visto nella trasmissione Ciao, sono Hiro su Gambero Rosso Chanel, al programma La Prova del Cuoco e su Radio Deejay รจ spesso ospite del Trio Medusa. Il suo talento si esprime anche in diversi libri di cucina, tra cui Washoku, lโarte della Cucina Giapponese e Hiro Cartoon Food.
Chef Hiro
Il poeta uruguaiano Mario Benedetti scriveva che รจ ยซgrazie ai sentimenti che diventiamo consapevoli di essere noi stessiยป. Nel suo libro, Hiro Cartoon Food, lei racconta sรฉ stesso e la cucina giapponese attraverso emozioni e sentimenti. Ci puรฒ spiegare il perchรฉ di questa scelta?
Dopo tanti anni nellโalta ristorazione stellata, sia in Giappone sia in Italia, dopo alcuni anni di lavoro come docente in varie accademie e soprattutto dopo lโuscita del mio libro Washoku, lโarte della Cucina Giapponese (edito da Giunti, manuale completo sulla cucina e la cultura giapponese tradizionale), ho sentito il bisogno di evadere un poโ dal mio ruolo istituzionale di Ambasciatore Ufficiale della cucina giapponese in Italia e ritrovare i ricordi della mia infanzia, recuperare e rivivere alcune emozioni lasciate in disparte da alcuni anni. Riconoscendo quelle emozioni del passato si puรฒ dare completezza alla propria vita di adulto e soprattutto si puรฒ apprezzare lโaffetto e la condivisione da parte di tante persone con lo stesso vissuto, al di lร della nazionalitร di origine.
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Tra le ricette del suo cuore ce nโรจ una in particolare alla quale รจ piรน legato? Perchรฉ?
Io cito sempre i dorayaki, i famosi pancake giapponesi, che gustavo sempre da bambino dopo la scuola, a merenda, con gli amici o insieme a mio fratello e a mia sorella. Questo dolcino, semplicemente buono, รจ molto popolare in Giappone e compare in tantissimi anime, manga e film, come il gattone spaziale Doraemon o la dolce signora del film Le ricette della signora Toku. Non รจ solo un dolce, ma un simbolo di famiglia e di affetto.
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Nel libro la presentazione dei piatti รจ ispirata alle piรน popolari serie manga e anime giapponesi: quali sono i suoi manga e anime preferiti e in particolar modo quale tra i film di animazione dello Studio Ghibli genera in lei piรนใใญใใญ.
Eh sรฌ, ใใญใใญ in giapponese si pronuncia doki doki, รจ unโespressione onomatopeica che si puรฒ tradurre con bum bum, come il battito del cuore delle prime emozioni, della trepidazione giovanile, che io ho voluto associare alla consistenza tenera e soffice dei dolci giapponesi. Ogni capitolo del mio libro Hiro Cartoon Food (edito Mondadori) รจ legato a una di queste onomatopee che in realtร rappresentano uno stato dโanimo, una sensazione, un sentimento, spesso suscitati anche dai suoni del cibo, oltre che dellโanima. Tutte le opere dello Studio Ghibli, in particolare quelle del grande maestro Hayao Miyazaki, si fondano su tematiche universali che accomunano tutti gli uomini e vanno oltre, nella fantasia, nel mondo onirico ed epico, fino allโaldilร . E anche il tema del cibo รจ ricorrente e molto potente, simbolo di un quotidiano che trascende in qualcosa di piรน intimo e recondito. In Giappone fin da piccoli, a scuola, si trasmettono le opere dello Studio Ghibli, che sono molto piรน di un film dโanimazione, ma strumenti didattici e culturali che insegnano valori e principi sempre attuali e sempre validi, in ogni epoca storica e in ogni Paese del mondo.
Hiro Cartoon Food e Washoku
Il suo viaggio in Italia รจ iniziato nel lontano 2006, in Veneto; che cosa lโha portato in Umbria? Per Hirohiko Shoda cosa rappresenta questa regione? E per Chef Hiro?
Sono arrivato in Italia nel lontano 2006, ormai sono oltre 17 anni, tanto tempo! Il primo accesso รจ stato per motivi di lavoro, per collaborare con lo chef de Le Calandre di Padova, ristorante tre stelle Michelin. Dopo circa 7 anni, ho conosciuto la mia compagna Letizia che mi ha fatto capire che il lavoro รจ fondamentale e va rispettato e tutelato, ma che cโรจ anche altro da preservare, la salute innanzitutto e gli affetti piรน cari che nel tempo, presi da una vita impegnata h24, si trascurano, si perdono. E la stessa scelta di vita lโabbiamo percorsa insieme qualche mese, trasferendoci da Roma in Umbria, dove finalmente possiamo immergerci in una dimensione piรน semplice, pulita, goderci la natura e il buon cibo, fonti di ispirazione continua per il nostro lavoro di creativi. Oggi posso dire che Chef Hiro e Hirohiko Shoda sono la stessa persona, il mio lavoro รจ perfettamente integrato nella mia vita, e la mia vita รจ stimolo e carburante per la mia professione.
In questa ricerca gastronomica, le รจ capitato di testare dei sapori umbri che in qualche modo le hanno ricordato la sua terra dโorigine?
Ovviamente sto testando tutto, piano piano voglio scoprire nel dettaglio le varie produzioni e toccarle da vicino, i prodotti umbri hanno storia e radice profonda, come la vecchia quercia che protegge la mia casa, e questa bellezza di tramandare sapori e cultura รจ unโusanza molto tipica anche in Giappone. In particolare, io sono nato nella Prefettura di Nara, lโunica regione del Giappone che non รจ toccata dal mare, proprio come la Regione Umbria, il cuore verde dโItalia.
Ci sono delle affinitร tra Giappone e Italia nel rapporto col cibo?
Sรฌ, molte, soprattutto nellโaspetto di condivisione del cibo con le persone care, e lโoffrire il cibo come gesto dโamore e di cura.
Se dovesse descrivere sรฉ stesso con un piatto quale sceglierebbe?
Ormai รจ molto difficile rispondere a questa domanda perchรฉ ho vissuto metร della mia vita in Giappone e lโaltra metร in Italia, continuo a viaggiare molto e a scoprire le bellezze gastronomiche che ogni Paese del mondo offre, quindi non saprei piรน fare una scelta. Lโimportante per me รจ che un piatto contenga un messaggio, anche piccolo o invisibile, ma che abbia sempre qualcosa da dire, da raccontare, da tramandare.
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Grazie alle diverse trasmissioni che ha fatto a partire da Ciao, sono Hiro, abbiamo avuto modo di constatare la sua passione per la natura, la musica e lโarte in generale, fondamentali nel processo creativo dal quale nascono i suoi piatti. In che modo lโUmbria riesce ad ispirarla nelle sue creazioni?
In Umbria posso finalmente godermi il silenzio della natura, che in realtร รจ un silenzio solo apparente, ricco invece di suoni, rumori, urla, sibili, canti, crepitii, fruscii, molti dei quali ricordano proprio i rumori e i suoni della cucina, ad esempio mentre si frigge o si cuoce alla brace. DellโUmbria amo proprio il fuoco, la brace, le lunghe cotture, tutti metodi antichi molto vivi e presenti anche nella cucina giapponese autentica, spesso erroneamente collegata soltanto alla cruditร degli ingredienti.
Da quella trasmissione a oggi, comโรจ cambiato il suo rapporto con i social?
Nel 2014, quando ho debuttato in tv, i social non erano cosรฌ presenti nella nostra quotidianitร , erano principalmente mezzi di evasione, di distrazione, di svago. Oggi si sono trasformati, per molti sono anche un mezzo importante di comunicazione e di lavoro, ma, come in tutte le sfere della vita e del lavoro, occorre sapere trovare il giusto metro di utilizzo, tenere la distanza necessaria senza farsi sopraffare. Io personalmente condivido e amo molto comunicare sui social, mostro me stesso senza grandi filtri, ma alcune cose in particolare, come eventi personali o dolori, preferisco lasciarli nella mia sfera privata. Lโaspetto negativo dei social รจ non essere regolamentato e disciplinato. Non รจ possibile dire e fare tutto perchรฉ siamo in una sfera virtuale. Il virtuale oggi esiste, ed รจ molto piรน materiale di quello che sembra. Io credo che il rispetto e lโeducazione, la civiltร e la discrezione (aspetti fondamentali della mia cultura dโorigine) vadano sempre garantiti, tutelati e preservati. Lโessere un personaggio pubblico non equivale ad essere un pungiball, tutti si possono esprimere liberamente, ma sarebbe preferibile intervenire se si ha veramente qualcosa da dire, altrimenti a volte รจ meglio tacere e investire il tempo ad osservare, studiare e magari migliorarsi.
Chef Hiro al corteo storico di Casteltodino
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Di traguardi nella vita ne ha raggiunti tanti, come la nomina del MAFF Japan nel 2019 di Ambasciatore della Cucina Giapponese in Italia. Ci sono ancora dei sogni nel cassetto che vorrebbe realizzare?
Sono giร molto contento e realizzato, il vero sogno รจ non perdere mai lโentusiasmo e la voglia di imparare e di conoscere.
Cosa le manca di Nara, antica capitale del Giappone e patrimonio UNESCO, nonchรฉ sua cittร dโorigine?
La mia famiglia, ma fortunatamente torno spesso in Giappone e riesco a non sentire troppo la distanza.
Cโรจ qualche appuntamento in programma per i nostri lettori che avrebbero piacere di incontrarla?
Sto scrivendo il nuovo libro insieme a Letizia, e siamo entrambi felici di aver aspettato di completarlo proprio in Umbria, nella nostra nuova casa, ricca di ispirazioni e buone vibrazioni. Speriamo che lโUmbria ci porti fortuna e tanta serenitร .
โCโรจ una corda che vibra in tutti noi, che mantiene vivo il ricordo di Giulio Loreti e ci dร la carica per proseguire in questo cammino. Non smetteremo mai di suonare quella corda. La musica che produce infonde coraggio ed รจ un inno alla vitaโ, queste le parole con cui Sandro Loreti e la sua famiglia festeggiano i primi ventโanni della Fondazione.
Importante traguardo raggiunto grazie al desiderio di Giulio Loreti stesso, malato di tumore al pancreas: che chiunque, proprio come lui, potesse avere le cure e le attenzioni di cui necessitava. La Fondazione che, infatti, รจ poi diventata O.N.L.U.S., fin dalla sua creazione si prodiga ad offrire assistenza medica gratuita a chiunque non sia in grado di sostenere i costi per visite specialistiche o strumentali. A oggi ha al suo attivo numerosi progetti sanitari e sociosanitari, dal 2003 ha effettuato oltre 12.500 visite gratuite e 2518 trasporti gratuiti (per persone non autosufficienti o privi di una rete familiare che necessitino di raggiungere luoghi di cura come ospedali, ambulatori, fisioterapisti, etc.) avvalendosi di un gruppo di 8 volontari e, grazie al Poliambulatorio Specialistico, puรฒ contare su oltre 55 medici e 40 specialitร mediche.
Oggi presieduta dal Cav. Lav. Olga Urbani e, prima di lei, dal Prof. Valerio Di Carlo (San Raffaele – Milano), la Fondazione porta avanti strenuamente la grandezza del pensiero di Giulio Loreti che, nella sua sede di Campello sul Clitunno, ha seminato amore, coraggio e generositร . Lโassistenza medica ad ampio raggio che la Fondazione Giulio Loreti svolge con il suo stesso spirito, riguarda: visite mediche generiche, visite mediche specialistiche, diagnostica come Tac, RSM, Raggi X, mammografie a cui si aggiunge il nuovissimo servizio di chirurgia ambulatoriale generale, vascolare e ortopedica. Non solo cura, ma anche attivitร di indirizzo e consiglio su come muoversi per affrontare casi di affezioni gravi o particolari.
Una grande famiglia, dunque, creatasi negli anni per supportare e aiutare il prossimo. Garanti della vita stessa della Fondazione, oltre ai volontari e ai medici cui quotidianamente vi รจ espressa gratitudine, ci sono quegli attori che permettono con il sostegno fattivo di poter espletare le proprie attivitร : la Farmacia Loreti, il Poliambulatorio Specialistico Giulio Loreti, lโAmbulatorio Veterinario, il Centro di Salute di Campello sul Clitunno, il Centro Heta per Anoressia, Bulimia e Disturbi dellโAlimentazione, una Palestra polifunzionale ed altro. La Fondazione Giulio Loreti nei suoi primi 20 anni dimostra cosรฌ di essere un importante punto di riferimento per il territorio, andando a supportare con solidarietร e collaborazione anche lโazienda sanitaria locale.
Questi 20 anni verranno festeggiati con un evento di grande prestigio proprio nella sede di Campello. In cucina lo chef Giuseppe Sinisi, del Ristorante Apollinare di Spoleto con il suo team, il quale realizzerร un menรน a base di tartufo. Ci sarร la partecipazione straordinaria della famosa Soprano giapponeseYasko Sato, che canterร i pezzi piรน importanti di opere come Madame Butterfly e La Bohรจme, che Yasko ha portato in tutti i teatri piรน famosi nel mondo. Accompagnata al pianoforte da Sookyong Luna Yang, famosissima pianista coreana anche lei ormai innamorata dell’Italia. Questa coppia di donne prestigiose rappresenta davvero un grande regalo per tutti i medici, per i pazienti e per tutti coloro che ruotano intorno alla Fondazione Giulio Loreti. Un ringraziamento speciale va al Tenore Gianluca Terranova, affezionato amico della Fondazione, che ha voluto fortemente la presenza della sua allieva Yasko Sato, per la serata del 6 ottobre. Medicina, Arte e solidarietร sono un mix importantissimo di valori a disposizione del territorio, a maggior ragione in questo momento di grande difficoltร del settore sanitario in tutta Italia.
Il Lions Club Perugia Host, in occasione della riapertura delle scuole, รจ sceso in campo al fianco della Caritas Diocesana per raccogliere materiale di cancelleria a favore delle famiglie che si rivolgono agli Empori della Solidarietร di Perugia.
Il Lions Club Perugia Host, da sempre pronto a mettere in pratica il motto dei Lions nel Mondo ยซWe Serveยป, si รจ trovato naturalmente e convintamente a fianco della Caritas di Perugia che, ispirata dalla fede cattolica per la promozione della Caritร , ha adottato il motto: ยซil Bene รจ contagioso!ยป.
I volontari
Sabato 16 settembre, presso il Centro Commerciale Collestrada, allโinsegna di Alza la testa con la Cultura si รจ svolta una raccolta di materiale scolastico a favore delle famiglie e dei ragazzi sostenuti dai 5 Empori della Solidarietร della Caritas Diocesana. Grazie a una grande partecipazione sono stati raccolti 14 scatoloni di cancelleria che come recita la nota della stessa Caritas sono: ยซrappresentativi di 2.650 pezzi tra quaderni, astucci, album da disegno, calcolatrici, zaini e molto altro per un valore complessivo di oltre 3.000 euroยป.
Il pieno successo dellโiniziativa trova eco nella stessa nota che si conclude: ยซInsieme possiamo prenderci cura dei nostri fratelli in difficoltร e aiutarli a rialzare lo sguardo verso lโalto! Grazie di cuore a Lions Club Perugia Host, Ipercoop Collestrada, Coop Centro Italia, Lino Le Voci e Letizia Mezzasoma per aver organizzato e promosso lโiniziativaยป.
La grande soddisfazione di Letizia Mezzasoma, Presidente del Perugia Host, di tutto il Club e dei giovani del Leo Club di Perugia che si sono distinti per la presenza, lโimpegno e il cuore che hanno messo in gioco, รจ nella consapevolezza di aver dedicato una giornata grazie alla quale molte famiglie inizieranno il nuovo anno scolastico con maggiore serenitร portando con sรฉ un tangibile messaggio di amicizia e solidarietร .
Nel sito ufficiale si legge: ยซAiutaci a portare avanti i progetti di sostegno agli oltre 12.000 poveri accompagnati da Caritas Diocesana. Ridoniamo insieme dignitร a chi lโha perdutaยป. ร stata solo una goccia, ma i mari e gli oceani sono fatti da gocce che il L.C. Perugia Host continuerร a donare a questi nostri sconosciuti amici perchรฉ diventino un mare di solidarietร , amicizia e fratellanza.
Dal 2 ottobre al 7 gennaio la Galleria Tesori d’Arte del Complesso monumentale di San Pietro a Perugia ospiterร , nei pressi della sua collocazione originale, la grande opera che Perugino aveva dipinto per la basilica in Borgo XX Giugno.
Il Perugino di San Pietro torna per la prima volta a casa, nell’omonimo complesso monumentale in Borgo XX Giugno, a Perugia, in una straordinaria mostra che verrร aperta al pubblico lunedรฌ 2 ottobre.
In programma fino a domenica 7 gennaio nella Galleria Tesori d’Arte di San Pietro, l’iniziativa riporta in cittร una parte importante della grande opera che Perugino aveva dipinto per la vicina basilica, ed รจ promossa dalla Fondazione per lโIstruzione Agraria e dall’Universitร degli Studi di Perugia, con il contributo del Comitato promotore delle celebrazioni per il quinto centenario della morte del pittore Pietro Vannucci detto โil Peruginoโ, main sponsorBrunello Cucinelli spa, il sostegno del GAL Media Valle del Tevere.
Il Perugino di San Pietro, allestimento. Ph. D’Arrigo Bellu
La mostra, curata da Laura Teza, professoressa associata di Storia dellโArte moderna dellโUniversitร degli Studi di Perugia, รจ realizzata con il Musรฉe des Beaux-Arts di Rouen e i Musei Vaticani, il patrocinio della Regione Umbria, del Comune di Perugia, dellโAmbasciata di Francia, il Consolato Onorario di Francia a Perugia, e la collaborazione di Isola San Lorenzo, Comune di Cittร della Pieve e Fondazione Ranieri di Sorbello.
La predella dell’Ascensione di Cristo. La storia dell’opera
Nel 1495 i monaci benedettini della basilica di San Pietro ordinarono a Pietro Vannucci, per il loro altare maggiore, una grandiosa Ascensione di Cristo, coronata da un Eterno benedicente con alla base una predella con 11 scomparti, raffiguranti al centro lโAdorazione dei Magi, la Resurrezione e il Battesimo, e ai lati 6 santi benedettini e i due protettori di Perugia, san Costanzo e santโErcolano. Racchiusa da una specie di armadio aperto che la proteggeva e che aveva alla sua sommitร due grandi tondi con profeti, l’opera costituiva un vanto della cittร e del territorio per la sua complessitร e bellezza. La gigantesca macchina fu smontata alla fine del Cinquecento e poi, nel 1797, emigrรฒ con le requisizioni napoleoniche e fu trasferita prima a Parigi e poi frazionata e dispersa in vari musei francesi.ย Ora la grande Ascensione si trova a Lione, la predella nel museo di Rouen, i due Profeti a Nantes, tre santi benedettini alla Pinacoteca Vaticana mentre cinque sono rimasti nella sacrestia di San Pietro a Perugia.
Alla mostra Il Perugino di San Pietro verranno per la prima volta riunificati tutti e undici gli scomparti della predella: lโAdorazione dei Magi, la Resurrezione e il Battesimo vengono dal Museo di Rouen, e sono tra i dipinti piรน spettacolari dellโintera carriera di Perugino, con colori, una resa delle forme e del paesaggio, sorprendenti per luminositร e modernitร .
Battesimo di Cristo. Rouen, Museฬe des Beaux Arts
Il restauro e la ricostruzione digitale
I tre santi benedettini sono stati restaurati per lโoccasione nei Laboratori di Restauro della Pinacoteca Vaticana, recuperando una luminositร e unโarmonia di gamme cromatiche che si pensava perduta. I cinque rimasti a Perugia sono stati riesaminati e sottoposti ad indagini da parte del Laboratorio di Diagnostica dei Beni Culturali della Regione Umbria di Spoleto.
Lo studio interdisciplinare, con il gruppo di lavoro delle professoresse Valeria Menchetelli e Francesca Funis del Dipartimento di Ingegneria civile e ambientale dellโUniversitร degli Studi di Perugia, ha prodotto uno studio di ricostruzione digitale della grande macchina dโaltare che era collocata nellโabside, cioรจ nella zona dietro lโattuale altare. Chi entrava in Chiesa poteva godersi il grande spettacolo dellโAscensione di Cristo in pieno svolgimento difronte ai suoi occhi.ย Saranno poi esposti in mostra i contratti che regolarono la trattativa tra i monaci di San Pietro e il pittore per questโopera, pagata la stratosferica cifra di 560 ducati dโoro, e le copie che di questa predella fece il noto pittore seicentesco Giovanni Battista Salvi detto il Sassoferrato, che lavorรฒ per un importante abate di San Pietro, dom Leone Pavoni, a testimonianza del grande valore attribuito a queste opere capitali del Rinascimento italiano.
IL PERUGINO DI SAN PIETRO โ INFORMAZIONI
Dove: Galleria Tesori d’Arte, Complesso monumentale di San Pietro, in borgo XX Giugno, 74 a Perugia.
Quando: dal 2 ottobre al 7 gennaio 2023, tutti i giorni in orario 10 โ 13 / 16 โ 19.
In S. Lorenzo, Duomo della medesima cittร (โฆ) dipinse ancora, allโaltare del Sagramento, dove sta riposto lโanello con che fu sposata la Vergine Maria, lo sposalizio di essa Vergine. (Giorgio Vasari)
Con queste parole il biografo aretino Giorgio Vasari descrive il prezioso dipinto che Pietro Perugino eseguรฌ, tra il 1501 e il 1504 per la Cappella del Santo Anello nella Cattedrale di San Lorenzo in Perugia, qui rimasto fino al 1798 quando venne requisito dalle truppe napoleoniche e si trova presso il Musรฉe des Beaux-Arts di Caen.ย ย
Un legame forte unisce lโantico monile, conservato nella cappella intitolata a San Giuseppe e la committenza a Perugino, in cui si fondono insieme storia e devozione della cittร di Perugia. Questo stretto rapporto diede origine ad uno dei capolavori dellโarte italiana rinascimentale a cui, pochi anni piรน tardi si sarebbe ispirato anche Raffaello Sanzio.
A distanza di oltre due secoli dalla partenza dellโopera, lโIsola di San Lorenzo โ Museo del Capitolo della Cattedrale, nellโambito del progetto โPerugino nel segno del tempoโ curato dallโArcidiocesi di Perugia-Cittร della Pieve e Genesi, realizzato con il contributo del Comitato Promotore delle celebrazioni per il quinto centenario della morte di Pietro Vannucci detto il Perugino, organizza dal 23 settembre 2023 allโ8 gennaio 2024 un laboratorio curato da Bottega Tifernate in cui prenderร forma, sotto gli occhi dei visitatori, la realizzazione di una riproduzione in scala 1:1 dello Sposalizio della Vergine utilizzando la tecnica della pictografia.ย
Uno degli aspetti piรน studiati dalla critica artistica ha messo in luce lโimportante ruolo che la bottega, intesa e concepita come luogo di formazione degli allievi e della trasmissione del sapere, ebbe nellโoperato di Perugino, ed รจ per questo che lโIsola di San Lorenzo, propone per il periodo autunnale un evento dalla forte valenza didattico-formativa. La pictografia รจ una tecnica brevettata dalla Bottega Tifernate che permette di eseguire riproduzioni dellโopere dโarte aventi le stesse qualitร del dipinto. Anni di studio e di ricerca nel settore della pittura e del restauro hanno permesso di ricostruire esattamente i metodi e le ricette di lavorazione con i quali i pittori rinascimentali procedevano per la realizzazione delle loro preziose opere.ย
Il cantiere รจ unโopportunitร per turisti e visitatori di immergersi nellโatmosfera di una bottega rinascimentale fatta di disegni, spolveri, pennelli, variegati pigmenti e preziosi supporti in legno: un luogo in cui, attraverso la maestria dellโartigiano depositario di antichi saperi, prendono vita le opere dโarte, proprio come avveniva secoli fa.Lโiniziativa si configura inoltre come unโoccasione per approfondire la conoscenza del rapporto che unisce il Divin Pittore alla Cattedrale di Perugia.ย ย
Oltre al cantiere, con lo stesso biglietto dโingresso, รจ visitabile il Museo del Capitolo della Cattedrale di San Lorenzo, che si presenta al pubblico con un nuovo allestimento tematico, realizzato in occasione del centenario dellaโฏsua fondazioneโฏ(1923-2023): la sua collezione conserva pregevoli testimonianze dellโarteโฏumbra del Rinascimento,โฏtra cuiโฏi frammenti dellโAltare della Pietร di Agostino di Duccio, il gonfalone di San Fiorenzo di Benedetto Bonfigli e la Pala di SantโOnofrio, capolavoro giovanile di Luca Signorelli.โฏโฏUn docufilm dedicato alla storia del Santo Anello, realizzato in collaborazione con il giornalista Roberto Fontolan e con la voce narrante di Alessandro Haber, completa il percorso di visita, raccontando lโavvincente vicenda del prezioso monile giunto in cittร nel 1473 e conservato nella Cattedrale di San Lorenzo dal 1488, allโinterno dellโantico forziere per la cui apertura servono ben quattordici chiavi.โฏย
Orario:ย
Lunedรฌ-Domenica 10.30 – 13.30โฏ/โฏ14.30 – 19.00 Ultimo ingresso 30 minuti prima della chiusura.ย
La stregoneria medievale si manifestรฒ in Umbria anche con Filippa di Cittร della Pieve, accusata di utilizzare pratiche magiche per oltraggiare la comunitร .
Il Medioevo
Oltre alla visione positiva che ricorda lo spirito cavalleresco, principi, principesse e immaginari fiabeschi, quelli del Medioevo sono stati marchiati come secoli di barbarie e assolutismo dove la tortura e la caccia alle streghe erano allโordine del giorno. La superstizione, il misticismo, lo ius primae noctis e la cintura di castitร ci hanno fatto immaginare una societร in continua decadenza. Si tratta solamente di luoghi comuni di marginale interesse, oppure vi sono nascoste delle veritร incontrovertibili? A me piace pensare piรน a un Medioevo come terreno fertile per le successive idee di libertร comunale, ma per quei lettori incuriositi e sedotti da storie di magia e di stregoneria parlerรฒ oggi della strega umbra Filippa, della quale in realtร sappiamo ben poco.
Il ritratto di una strega
Al di lร delle leggende esiste una veritร storica: le streghe erano persone maligne che praticavano magia nera e rituali simbolici. Generalmente si trattava di donne sole, vedove o forestiere e di tutte quelle che godevano di cattiva fama. Alcune di loro avevano conoscenze in erboristeria, ma tutte vivevano ai margini della societร e in totale indigenza. Le streghe erano accusate di avere patti con il diavolo e di adorarlo, di avere poteri per danneggiare la comunitร e di partecipare a raduni (denominati sabba) dove venivano compiute orge diaboliche e riti blasfemi. Nel Medioevo il potere attribuito alle streghe era usato per spiegare le disgrazie che si abbattevano sugli uomini.
Le streghe nella storia
ร nel tardo Medioevo che la Chiesa Cattolica individua nelle streghe dei personaggi eretici, dediti al culto di Satana e per questo un fenomeno da estirpare. Nasce cosรฌ la caccia alle streghe, una specie di persecuzione e sopraffazione contro le donne accusate di eresia, divenendo ciรฒ anche una questione di diritto pubblico. Giร con la bolla pontificia Quod Super Nunnullis, emanata da Papa Alessandro IV nel 1257, s’intravedono le prime tracce della caccia alle streghe. Sarร lโInquisizione poi a condannare e uccidere migliaia di persone con lโaccusa di stregoneria ed eresia, e fra queste anche molte fattucchiere. Fra le streghe piรน famose della storia ricordiamo: Ursula Kemp (giustiziato in Inghilterra nel 1582), Merga Bien (giustiziata all’inizio del 1600 in Germania dopo il processo di Fulda), la scozzese Agnes Sampson strangolata e poi bruciata per aver partecipato a un rito in cui si evocava Satana.
Il processo
Il processo si divideva in diverse fasi. Innanzitutto la denuncia poteva avvenire sia da parte di un accusatore che aveva delle prove, sia da parte di un accusatore senza prove, ma che godeva di buona fama e di fede. Dopo aver ricevuto le accuse il giudice avviava la procedura composta da un iniziale giuramento e delle domande al denunciante. Il resto del processo si sviluppava attraverso lโinterrogatorio, le testimonianze e la confessione. Sรฌ, proprio la confessione perchรฉ lโimputata quasi sempre confessava dopo essere stata sottoposta a torture. Lโobiettivo del processo era uno solo: confermare le accuse. Dopo la tortura e la confessione, si decideva come la strega doveva essere uccisa in base al fatto compiuto (stregoneria, eresia, satanismo). Le modalitร di esecuzione erano tre: il rogo, lโimpiccagione e lo schiacciamento da pietre.
In Umbria
Sappiamo, da molti autori di trattati di magia, antichi e moderni, che lโUmbria, รจ stata sempre una zona rinomata per le leggende demoniache e arti magiche, scaturite dalla fantasia popolare di tutta la regione. Non stupiscono i molti processi di stregoneria avvenuti in questa zona dโItalia fin dal Medioevo, essendo questa unโarea geografica di santi e di mistici aventi anche lo scopo di preservare lโortodossia religiosa. I processi umbri per stregoneria hanno incuriosito molto e ci hanno dato la possibilitร di conoscere alcune note streghe come Matteuccia da Todi, Santuccia da Nocera, Luminuccia di Bonisegna e Katerina di Modrus, ma oggi vi parlerรฒ della strega Filippa.
Disegno della strega Filippa
Filippa di Cittร della Pieve
Di Filippa non conosciamo lโanno di nascita, ma solo lโanno di morte – il 1455 – e un evento del 1434. Tutto ha inizio proprio in quellโanno, il 1434, quanto Filippa si recรฒ da una certa Claruzia per farsi insegnare attivitร scellerate. Claruzia: “visa eius voluntate pexima, infrascripta scelera et diabolicas compoxitiones docuit” (vedendo che la sua volontร era cattiva, insegnรฒ i delitti sottoscritti e le composizioni diaboliche). Inizia cosรฌ, da questo incontro, una ventennale attivitร di stregoneria che la porterร a essere giudicata, nel 1455, dal Capitano del Popolo di Perugia. Il fatto piรน grave che le sarร contestato fu proprio la scelta e la volontร precisa di farsi strega, e lโaver cercato un legame con Claruzia (altra strega) e fra loro e il demonio. I riti che celebra Filippa sono estremi come quando si spoglia completamente (capudque suum atque capillos extra omnem ordinem posuit) (si mise in disordine la testa e i capelli), invocando il demonio e al demonio tutta si dona per acquisire potere. Filippa si confronta continuamente con il demonio e nella dinamica dellโappartenenza a lui รจ solita girare nuda di notte parlando e farneticando con il viso rivolto verso la luna. Filippa di Cittร della Pieve รจ strega fra le streghe e la sua scelta di vivere per il Male la trasformarono in una donna maledetta e indifendibile. Il suo peccato fu di una gravitร eccezionale, non esisteva alternativa: doveva essere processata per stregoneria e il prima possibile! Anche alla strega di Cittร della Pieve fu estorta, con la tortura, la confessione, fra le altre cose, di โaver cercato deliberatamente il diavoloโ. Nellโaprile del 1455 fu condannata a morte e la sua esecuzione ebbe luogo a Perugia, dove le fiamme del rogo posero fine a questa storia. Non sappiamo se Filippa fu lasciata a digiuno, come era la regola per queste sentenze, ma di sicuro la condanna fu eseguita su pubblica piazza in modo che lo spettacolo venisse visto dalla maggior parte delle persone e che la popolazione venisse cosรฌ colpita dal terrore. Era un modo per distruggere contemporaneamente anima e corpo.
I Primi dโItalia รจ il primo e unico Festival Nazionale dei Primi Piatti. Pasta, riso, zuppe, gnocchi, polenta, ma anche i prodotti agroalimentari indispensabili per la creazione di un gustoso primo, sono i protagonisti della maratona culinaria piรน appetitosa dโItalia.
Una manifestazione che veste a festa lโintero centro storico di Foligno, promuovendo a tutto tondo la cultura del primo piatto in tavola. Questโanno andrร in scena dal 28 settembre al 1 ottobre 2023. Quattro giorni allโinsegna di degustazioni continuative, lezioni di cucina, dimostrazioni di grandi chef, produzioni alimentari di qualitร , ma anche momenti di spettacolo e di intrattenimento. Un universo di degustazioni continuative e di cultura alimentare, dove tutte le vie portano al gusto.
Le tante ricette di primi piatti saranno servite, con orario no-stop, nelle suggestive taverne barocche trasformate per lโoccasione in Villaggi del Gusto. Non mancheranno chef stellati che proporranno in degustazione un menu di primi piatti in abbinamento a vini prestigiosi, per un percorso gastronomico dโeccezione per il piacere degli occhi e soprattutto del palato. Lโesperienza, lโestro, la genialitร , la sapienza e la capacitร delle Stelle dellโalta cucina a portata di tutti.
Uno spazio formato baby dove i piรน piccoli potranno partecipare ad attivitร ludiche e di animazione per apprendere – tra gioco e didattica – informazioni utili a sviluppare sane abitudini alimentari. Da non perdere anche la mostra mercato con lโesposizione e vendita delle migliori paste artigianali di qualitร e dei prodotti nazionali piรน caratteristici, cosรฌ come la cultura dei cibi poveri di strada, che raccontano le tipicitร delle regioni italiane.
Tra gli appuntamenti piรน curiosi cโรจ La pasta della Nonna, un evento perfetto per i principianti dellโimpasto che, sotto la sapiente guida degli chef APCI, realizzeranno i diversi formati di pasta allโuovo.
A tutto questo si aggiungono i percorsi di cucina e gli eventi speciali come i convegni Menti in pasta: incontro con esperti dellโUniversitร di Perugia per conoscere piรน a fondo uno degli alimenti principali della dieta mediterranea e Sicurezza alimentare e qualitร ; e il concerto Futuro Possibili in collaborazione con Amici della Musica di Foligno & I Primi dโItalia, che sarร seguito da un apericena. Verrร infine assegnato anche lโimportante premio del Festival ai personaggi italiani che si sono distinti nel loro settore.
La giovane รจ partita dallโUmbria Dance School di Marsciano e, per tre anni, studierร in Germania le diverse discipline della danza.
ร trascorso un mese da quando Irene Lanzanรฒ (22 anni), ha lasciato Marsciano per trasferirsi ad Amburgo nella prestigiosa CDSH โ Contemporary Dance School.
Irene Lanzanรฒ, 22 anni
Qui, per tre anni, studierร danza e diverse discipline che la porteranno a raggiungere una formazione completa per inseguire il suo sogno di ballerina: ยซMi piacerebbe continuare questo lavoro in qualche compagnia di danza e se dovessi puntare al massimo, penso alla Nederlands Dans Theater. Tutto sta andando bene, le lezioni sono interessanti: sto provando nuove tecniche di danza contemporanea, sto approfondendo il floorwork (n.d.r. si tratta di movimenti eseguiti sul pavimento) e tante altre discipline cosรฌ da avere una formazione il piรน completa possibileยป racconta la giovane ballerina.
Irene ha iniziato a prendere lezioni di danza classica quando aveva solo 3 anni, dopo aver assistito ai saggi della sorella maggiore; poi, a 11 รจ approdata allโUmbria Dance Schooldi Marsciano. ยซVolevo approcciarmi a nuovi stili: se la danza classica ha sempre fatto parte della mia vita, la danza contemporanea e lโhip hop mi hanno conquistata piano piano col tempo. A queste si รจ aggiunta anche la danza modern jazzยป prosegue Irene.
Umbria Dance School รจ nata nel 2011 a Marsciano (da questโanno una sede รจ stata aperta anche a Perugia) dallโidea di Barbara Formica, per creare un luogo di crescita per bambini e giovani ragazzi con lโobiettivo di educarli allโarte della danza, in un percorso che premia la qualitร e la professionalitร . Un luogo a 360 gradi per la preparazione artistica, fin dai primi passi.
Irene Lanzanรฒ
Proprio la direttrice Barbara, due anni fa, ha incoraggiato Irene a sostenere unโaudizione per un corso di alta formazione a Reggio Emilia: ยซSono stata presa e da lรฌ ho capito che era la strada che volevo proseguire per diventare una ballerina. Lo scorso anno sono entrata allโA.E.D.Associazione Europea Danza di Livorno, dove ho avuto la possibilitร di fare il provino per lโAccademia di Amburgo. Per preparare lโesibizione di presentazione ho lavorato per un mese intero: il provino avviene tramite un video da inviare, per questo tutto deve essere perfetto, perchรฉ, se in un’esibizione dal vivo le imprecisioni possono sfuggire, un video puรฒ essere rivisto piรน volte, quindi non ci devono essere sbavature. A metร di luglio poi mi รจ arrivata lโemail con la mia ammissione. E ora eccomi qui, entusiasta di questa nuova esperienza, ma con un poโ di nostalgia per la vita tranquilla di Marsciano. In accademia รจ tutto piรน frenetico.ยป conclude la giovane. Irene non รจ la sola ballerina che dalla scuola umbra รจ partita per studiare in accademie prestigiose. Due anni fa Gianmaria Angeloni รจ stato preso allโOpera di Roma, dove tuttora studia.
Si terrร sabato 14 ottobre alle ore 18.30 la seconda mostra personale dellโartista francese Achao presso lโincantevole e centrale spazio espositivo della Galleria delle Logge, in piazza del Comune di Assisi.
La sua seconda mostra nella magica localitร umbra verterร sul connubio tra arte figurativa e musica senza trascurare la spiritualitร , linea guida della produzione dellโartista, che si manifestano in perfetta armonia nelle sue grandi tele lasciate libere, dunque senza il tradizionale telaio, per permettere allโosservatore di effettuare unโesperienza immersiva, per perdersi in quelle immagini appartenenti stilisticamente allโEspressionismo Astratto con unโaccezione contemplativa e meditativa, persino ipnotica, grazie alle trasparenze e alle ombre che donano profonditร e riflesso alle immagini principali.
Lโartista francese Achao
La serie dedicata alla musica si affianca a quella ispirata ai Mandala di cui Achao mette in evidenza solo il centro, di forma circolare dunque incarnante la perfezione dellโanima, e ai Vahana induisti, sottolineando la sua forte connessione con una spiritualitร e con la consapevolezza dellโimportanza di connettersi con lโuniverso intorno allโindividuo.
Allegro vivace IV- acrilico e inchiostro su tela libera, 180x180cm
Dice di lui Marta Lock che presenterร lโartista anche questa volta come giร in occasione di tutte le sue altre mostre in Italia: โLโartista francese Achao interpreta a suo modo il tema della connessione tra pittura e musica associandovi anche concetti filosofici delle religioni orientali, vibrazioni energetiche che si traducono sulla tela in forme fluttuanti, delicate e quasi trasparenti seppur fortemente intense dal punto di vista cromatico, a riprodurre la leggerezza dellโanima nella fase di consapevolezza e di dialogo con la spiritualitร stimolata dallโascolto delle note piรน vivaci della musica classica. [โฆ]Il tipo di ricerca di Achao converge cosรฌ con quella di Kandinsky dal punto di vista concettuale perchรฉ laddove il secondo attribuiva ai colori lโidentificazione con le note musicali, il primo invece racconta lโatmosfera generale, come se lโapparato sinfonico si diffondesse sullโintera composizione pittorica accompagnando le figure indefinite in una danza armonica che raggiunge lโemotivitร dellโosservatore, il quale ne viene inevitabilmente coinvolto.[โฆ] Altro punto cardine della pittura di Achao รจ il contatto, il ricongiungimento con la spiritualitร che lui ha scoperto attraverso lo studio e lโapprofondimento delle filosofie orientali, in particolare il buddismo, e che traduce in invito nei confronti dellโosservatore di riuscire a lasciarsi condurre verso percorsi nuovi, inesplorati dalle religioni occidentali, dove l’uomo รจ parte di un tutto piรน grande di lui, dove l’essere umano diventa il perno dell’evoluzione e dell’elevazione di un’anima che ha bisogno di spogliarsi delle sue convinzioni limitanti per tendere verso la riconnessione con la divinitร presente in ogni cosa e che attende solo di accogliere la persona che manifesta il bisogno e la volontร di trovare questo contatto.โ
Lโevento, patrocinato dal Comune di Assisi, sarร seguito da un brindisi offerto dallโartista agli ospiti partecipanti, per festeggiare e rendere omaggio alla sua seconda mostra nel suolo umbro.