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Norcia appartiene al Club de
I Borghi Piรน Belli d’Italia

 


Il dio greco Dioniso, chiamato anche Bacco (โ€œil rumorosoโ€), รจ una figura fondamentale della religiositร  e della mitologia antiche; egli rappresenta la forza produttiva della natura, la potenza germinativa che regola i cicli dellโ€™agricoltura ed รจ considerato lโ€™inventore del vino, la bevanda meravigliosa, fonte di gioia e soave lenitivo per le sofferenze degli uomini ai quali insegnรฒ lโ€™arte della sua produzione.

Il mito di Dioniso

Cippo A, Dioniso

La leggenda relativa alla nascita del dio lo indica quale frutto dellโ€™amore tra Zeus, re degli dei, e Semele, fanciulla mortale figlia di Cadmo, sovrano di Tebe. Era, sposa legittima di Zeus, venuta a conoscenza del tradimento si ingelosรฌ e, volendo punire la rivale, prese le sembianze della sua nutrice, suscitando nella fanciulla il desiderio di contemplare lโ€™amante nel pieno del suo splendore divino. Zeus le apparve dunque nella forma della sua suprema maestร , il fulmine, tanto che Semele, giร  in attesa di Dioniso, ne rimase folgorata e morรฌ incenerita dando alla luce il bambino prematuro; Zeus allora prese il nascituro e se lo cucรฌ allโ€™interno di una coscia per portarne a compimento lo sviluppo e, una voltaย  nato, lo consegnรฒ ad Ermes perchรฉ lo proteggesse dalle ire della sua sposa. Costui condusse il neonato ad Orcomeno e lo affidรฒ alle cure di Ino, sorella di Semele, e di suo marito Atamante, suggerendo loro di travestirlo da bambina affinchรฉ Era non lo riconoscesse; lo stratagemma non servรฌ perรฒ ad ingannare la regina degli dei che, furiosa, portรฒ i due alla follia inducendoli ad uccidere i loro stessi figli. Ermes riuscรฌ a trarre in salvo Dioniso e, condottolo sul monte Nisa, lo affidรฒ ad un gruppo di Ninfe che ebbero il compito di allevarlo allโ€™interno di una grotta. Una volta divenuto adulto, fu ancora oggetto della furia di Era e, impazzito, cominciรฒ a vagare per i luoghi piรน remoti del mondo, giungendo fino in India. Di ritorno in Grecia, egli giunse a Tebe, in Beozia, dove รจ ambientato uno degli episodi piรน noti della sua saga, reso immortale dalla celeberrima tragedia di Euripide Le Baccanti. Dioniso, desideroso di istituire il proprio culto, arrivรฒ in cittร  sotto mentite spoglie, ritenuto da tutti un semplice banditore della nuova religione; immediatamente le donne furono sopraffatte dalla follia dionisiaca ed abbandonate le loro case corsero sul monte Citerone dove cominciarono a compiere azioni portentose: esse allattavano cerbiatti e lupacchiotti, facevano sgorgare acqua dalle rocce, vino e latte dalla terra, miele dai tirsi, sbranavano animali, si cibavano di carne cruda. Il re locale Penteo, sconvolto dal sovvertimento dellโ€™ordine costituito, fece imprigionare il dio, il quale si liberรฒ con un prodigio e persuase lo stesso sovrano a recarsi sul monte in abiti femminili per spiare gli strani rituali compiuti dalle sue concittadine; ma egli fu scoperto e le donne, in preda al furore dionisiaco, lo scambiarono per un leone e lo fecero a pezzi. Agave, madre dello stesso Penteo, brandendo il macabro trofeo, tornรฒ a Tebe dove rinsavรฌ poco a poco e, resasi conto dellโ€™orrendo delitto, fu colta da disperazione.

Il culto e lโ€™estasi

Cippo B, Menade danzante

Il culto tributato a Dioniso รจ di tipo estatico; chi vi prende parte รจ in preda al furore bacchico detto anche mania. La musica, la danza, il vino sono elementi fondamentali del rituale e provocano nei partecipanti uno stato di eccitazione e di follia, in cui gli elementi caratteristici del kosmos greco sono sovvertiti. Lโ€™alienazione dalla realtร  immette nel mondo dellโ€™illusione dove lโ€™ordine precostituito รจ sconvolto, le differenze sociali sono annientate; in questa sfera illusoria le donne abbandonano i loro ruoli tradizionali, lโ€™umile diviene potente, lโ€™infelice diviene felice. Dioniso appare cosรฌ come un liberatore, colui che, seppur in maniera effimera, affranca gli uomini dalle sofferenze donando loro la pienezza della gioia, aiutandoli ad oltrepassare i propri limiti umani e conducendoli verso una condizione che nella vita reale รจ loro preclusa. Lo stesso corteggio del dio, o thiasos dionisiaco, รจ composto da creature con caratteristiche solo parzialmente umane; si tratta dei satiri e delle menadi o baccanti, rispettivamente uomini dallโ€™indole e dai tratti ferini, manifestazioni della natura selvaggia, e donne in preda allโ€™ebbrezza dellโ€™alcool che si scatenano in danze sfrenate.

I cippi dionisiaci

Nel maggio del 1986, i lavori di ristrutturazione di una casa privata di via Reguardati, a Norcia, condussero al rinvenimento di una coppia di reperti di alto valore archeologico e artistico: due cippi gemelli scolpiti con scene relative alla saga di Dioniso, attualmente conservati presso Criptoportico Romano di Porta Ascolana della medesima cittadina. Entrambi i pezzi hanno forma cilindrica, leggermente rastremata verso lโ€™alto e sono realizzati in pietra grigiastra locale; il cippo denominato A รจ alto 65 cm con diametro di 38.5 cm alla base e di 35.5 cm nella parte superiore; al centro della rappresentazione compare Dioniso giovane, visto di profilo, con la mano destra poggiata al tirso, mentre con la sinistra, distesa lungo il fianco, regge il kantharos.

cippi dionisiaci nursini

Riproduzione grafica del Cippo A

Il dio รจ nudo, vestito unicamente di un drappo che gli avvolge il torace, forse una pelle ferina, e dei calzari. Ai lati compaiono due figure femminili panneggiate, identificabili con delle menadi colte nellโ€™atto di danzare come mostrano le teste rivolte allโ€™indietro, i piedi sollevati dal suolo e i drappeggi degli abiti, volti a sottolineare i movimenti vorticosi del ballo. La figura posta alla destra di Dioniso sorregge un timpano, mentre quella alla sua sinistra, separata dal dio da una palmetta stilizzata, tiene una spada in una mano e una testa umana mozzata nellโ€™altra. Questโ€™ultima figura รจ di fondamentale importanza per lโ€™interpretazione della scena, permettendo di identificare con esattezza la vicenda rappresentata, riferibile allโ€™episodio tebano sopra menzionato.

cippi dionisiaci da norcia

Riproduzione grafica del Cippo B

Il cippo B รจ alto 63 cm con diametro di 41 cm alla base e di 37 cm nella parte superiore; la scena รจ del tutto simmetrica alla precedente, analogamente composta di tre figure umane e una palmetta. Al centro รจ un satiro nudo, con un drappo sulle spalle, che suona il doppio flauto fiancheggiato da due menadi danzanti simili a quelle del cippo A; la donna posta sulla destra regge un tirso sopra le spalle, mentre quella a sinistra percuote un timpano con la mano. I reperti possono essere datati alla prima etร  imperiale (inizi del I sec. d.C.).
Assai difficile dire quale fosse lโ€™esatta funzione dei cippi, anche se appare verosimile attribuire ad essi un valore sacrale, forse legato a specifiche pratiche cultuali legate al culto dionisiaco molto diffuso in ambito italico non solo a Roma, ma anche nelle province.

 

R. Cordella-N. Criniti, Iscrizioni latine di Norcia e dintorni, in Quaderni di Spoletium 1, Spoleto 1982.
R. Cordella-N. Criniti, Nuove iscrizioni latine di Norcia, Cascia e Valnerina, in Quaderni di Spoletium 5, 1988.
D. Manconi, Norcia. Alcune attivitร  sulla cittร  romana, in Spoletium 33, 1988, 63-75

Uno dei protagonisti di Expo 2015 รจ stato il Pane di Strettura, prodotto caratteristico dellโ€™Umbria insieme ai tartufi, allo zafferano di Cascia, al farro di Monteleone di Spoleto e alla patata rossa di Colfiorito. In questa mescolanza di culture, tradizioni e abilitร  artigianali che prende il nome di Expo, lโ€™Umbria ha voluto farsi rappresentare anche da un prodotto inflazionato quanto genuino: il pane.

Ma perchรฉ proprio da quello di Strettura?

Foto via

Locus amoenus e i lavori di una volta

Strettura, diversamente da ciรฒ che suggerisce il nome, รจ una bella valle situata a circa 13 km da Spoleto, la cui ampiezza permette la coltivazione di antiche qualitร  di cereali ormai accantonate dalla grande produzione industriale. Le spighe dorate tappezzano i dolci declivi, i quali sembrano suggerire la forma tondeggiante che assumerร  il prodotto finito e, prima ancora, la soave consistenza della pasta unita alla leggerezza della lievitazione.

Sembra unโ€™oasi, Strettura. Le acque sorgive che sgorgano dalle rocce appenniniche la rendono un luogo ameno, in cui passeggiare; Spoleto รจ vicina, ma abbastanza lontana da lasciare questo paesino nella tranquillitร  propria dei luoghi antichi e dalle tradizioni genuine. Sembra di sentire nellโ€™aria il profumo del pane appena cotto, emblema di quanto cโ€™รจ di piรน buono e familiare nelle cose del mondo.

Tempi che cambiano

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Eppure le abitudini degli italiani sono cambiate: il consumo di pane, rispetto al passato, sembra diminuito. Secondo la Coldiretti, nel 2016 ogni persona ha mediamente consumato 85 grammi di pane al giorno, contro i 1100 degli anni dellโ€™Unitร  dโ€™Italia.

Un cambiamento testimoniato anche dagli innumerevoli modi di dire che hanno a che fare con la bontร  del pane e con la sua essenziale presenza sulle tavole โ€“ยซsei buono come il paneยป, ยซvendere come il paneยป, ยซnon cโ€™รจ cibo da re piรน gustoso del paneยป, etc. Detti che un tempo avevano la propria ragion dโ€™essere nella difficoltร  a reperire alimenti altrettanto nutrienti e spendibili, ma che oggi sembrano ormai gusci, svuotati di qualsiasi appiglio alla realtร .

รˆ vero che mangiamo meno pane, ma quando lo facciamo desideriamo provare unโ€™esperienza unica, elevata rispetto alla piattezza delle produzioni industriali. Oggi il consumatore sceglie prodotti a base di cereali alternativi al frumento โ€“kamut e farro, anche per via delle intolleranze alimentari sempre piรน evidenti -, ma sceglie anche di acquistare prodotti a chilometro zero e ad alto valore nutrizionale, che possano in qualche modo innalzare la qualitร  della sua esperienza culinaria.

Piรน qualitร  e meno quantitร , dunque, insieme alla volontร  di consumare anche prodotti che siano il frutto dellโ€™amore e del rispetto per la terra, e delle persone che li perpetrano.

Il pane di Strettura รจ lโ€™emblema di queste mutate abitudini alimentari. Si pone altresรฌ come anello di congiunzione tra passato e presente, unendo una filiera produttiva appartenente al passato con il moderno consumatore, piรน consapevole e attento.

ยซTu proverai sรฌ come sa di sale / lo pane altruiยป D. Alighieri, Paradiso โ€“ canto XVII

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รˆ vero, il pane di questo paesino dellโ€™entroterra umbro รจ merce rara: le colture sono limitate, peculiari di quelle terre che lambiscono quel versante appenninico; lโ€™acqua utilizzata รจ solo quella delle sorgenti, con quelle esatte proprietร  chimico-fisiche.

Il pane stesso non รจ adatto alla grande distribuzione, legato comโ€™รจ ad una lavorazione lenta e artigianale. รˆ infatti composto di farina di grano tenero, sapientemente unita al lievito della panificazione precedente e allโ€™acqua di sorgente appena salata: il pane di Strettura รจ infatti un pane sciapo, come lo sono notoriamente altri suoi parenti umbri, toscani e marchigiani.

Questa pagnotta, segnata con una croce al centro, riposa tutta la notte; il giorno dopo, lโ€™impasto viene rinfrescato con lโ€™aggiunta di altra acqua tiepida e farina. Segue una lavorazione rigorosamente manuale, che ha lo scopo di rendere lโ€™impasto liscio, omogeneo e con una consistenza โ€œgiustaโ€ che solo i fornai di Strettura sanno riconoscere.

Ancora alcune ore di lievitazione e finalmente si puรฒ procedere alla cottura, fatta esclusivamente in un forno di mattoni alimentato da fascine della macchia mediterranea: esse donano al filone acciaccato il caratteristico aroma che, insieme alla crosta non troppo spessa e alla mollica compatta, lo rendono il perfetto accompagnamento a salumi, formaggi, verdure e piatti brodosi.

 

 

Paciano appartiene al Club de
I Borghi Piรน Belli d’Italia

 


Paciano, un delizioso borgo di appenaย novecentoquarantaย abitanti, sorge sulle verdi colline che si affacciano sul Lago Trasimeno. Conosciuto ormai da tempo come uno deiย Borghi piรนย Belli dโ€™Italia e scelto da molti stranieri come luogo ideale per acquistare una seconda residenza, custodisce,ย nel cuore del centro storico allโ€™interno del seicentesco Palazzo Baldeschiย un museo atipico il cui obiettivo รจ quello diย mettere in scenaย un ricco patrimonio fatto di memorie, di ricordi, di testimonianze sul saper fare artigiano.ย 

Questo รจย TrasiMemo, il museo della memoria artigiana di tutti quei mestieri che hanno preso vita nel corso del tempo sulle terre lambite dal lago.


Fiore all'occhiello della comunitร 


TrasiMemoย รจ un progetto innovativo voluto e fortemente desiderato in primo luogo dagli abitantiย di questo piccolo comune, cittadini responsabili che si prendono cura del proprio patrimonio in cui vedono una generosa spinta propulsiva verso un futuro di rinnovamento. Entrando nella sala del museo subito si respira unย sentimento di comunitร ; non รจ raro incontrare cittadini volontari allโ€™Info Point o chi in questo momento sta allโ€™amministrazione comunale;ย ognuno di loro avrร  da raccontare un aneddoto o un particolare personale che andrร  ad arricchire la giร  speciale visita al museo.
Lโ€™allestimento รจ assai piacevole. Lโ€™ambiente รจย accogliente, i rumori tipici delle lavorazioni introducono i visitatori nelle realtร  artigiane sollecitando lโ€™udito; luci calde accompagnano i loro passi e attirano lโ€™attenzione su dettagli mai scontati. Si ha lโ€™impressione di attraversare un archivio dove sono contenuti documenti di vario genere divisi nei quattro ambiti principali: lavorazione di ferro e metalli, legno, cotto e tessile.

museo a paciano

I cassetti della memoria


Cari visitatori, non vi aspettate diย trovareย tomi da sfogliare,ย ma lasciatevi incuriosire dai cassetti delleย quattro scrivanieย e dalloย schedarioย posizionato allโ€™ingresso; aprite questi cassetti ed ammirate i tesori che contengono:ย un tombolo per il ricamo, fili colorati, fusi, ma ancheย pinze, lime, pialle e poi ancora disegni, coloriย eย maioliche.ย Tutto il sapere della tradizione artigiana condensato in piccoli oggetti dal forte potere evocativo. E poi cโ€™รจ lo schedario, pieno di volti, di chi il mestiere lo fa ancora e con passione o di chi vorrebbe passare il testimone a validi eredi dalle mani dโ€™oro.
trasimemo umbriaSono stati questi artigiani i protagonisti dei tanti raccontiย che animano le pareti diย TrasiMemoย nonchรฉ iย fornitori del materiale custoditoย nellaย Banca dellaย Memoria; fautori di tante opere che ancora fanno parte dellโ€™arredo urbano del borgo, sonoย ancheย gli animatori dei laboratori organizzatiย dal museo. Periodicamente infatti รจ possibile partecipare aiย workshop proposti e rivolti sia agli adulti che ai bambini per testare con mano e mettersi alla prova in unโ€™esperienza di lavoro artigianale vero!

Un museo smart


Lโ€™esperienza di una visita aย TrasiMemoย รจ entusiasmante per tutti; oltre a toccare e vedere affascinanti oggetti significativi, ci sono quattro grandi pannelli riassuntivi, uno per ogni area, che raccontano in pillole lavorazioni, aneddoti e segreti legati alla vita quotidiana e alla storia di quel mestiere. In piรน,ย contenuti multimediali contribuiscono a rendere piรนย smartย lโ€™esperienza al museo.
Di grande impatto รจ laย parete di parole, divertitevi a scegliere e fotografare quella che piรน ricorderร  la vostra visita. Non dimenticate infine, usciti dal museo, di andare a cercare gli oggetti simbolo dellโ€™attivitร  artigiana che fanno bella mostra diย sรฉย per le vie del borgo di Paciano. Lโ€™illuminazione pubblica, i numeri civici dipinti su maioliche e la struttura in ferro del pozzo cittadino sono solo alcuni esempi.
Quindi, perchรฉย andare a vedereย TrasiMemo?
ยซTrasiMemoย รจ un luogoย di tuttiย eย per tutti:ย รจ degli artigianiย e di chi ha memoria deiย saperiย locali; รจ delle persone che abitano il territorio e che in esso continuano a pensare spazi di lavoro e di vita; รจ dei professionisti del patrimonio che, attraverso la ricerca, provano a tutelare le forme del ricordare, sistematizzandole in narrazioni per il futuro;ย รจ dei visitatori che decideranno di attraversare le zone del Trasimeno conoscendo meglio il rapporto tra i suoi abitanti, i suoi paesaggi e le sue risorse locali.ยป

TrasiMemo, il museo della memoria artigiana – Paciano

Per saperne di piรน su Paciano

AboutUmbria continua il percorso intrapreso per la valorizzazione delle eccellenze umbre e lo fa aggiungendo un nuovo tassello allโ€™articolato puzzle che abbiamo iniziato a comporre due anni fa, con lโ€™apertura dello spazio promozionale allโ€™interno dellโ€™Aeroporto di Perugia.

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Da allora, il progetto รจ cresciuto e ha visto nella giornata dellโ€™11 aprile scorso il raggiungimento di un secondo importante obiettivo, lโ€™uscita di AboutUmbria Magazine, la rivista online che racconta lโ€™Umbria e le sue Eccellenze.
Avevamo in mente perรฒ un altro traguardo per dare completezza e concretezza a un progetto ambizioso ma che riteniamo, oggi piรน che mai, fondamentale per il rilancio della nostra regione, che ha bisogno di essere conosciuta al di fuori dei nostri confini, che necessita di strumenti che siano in grado di raccontarla non solo esaltandone le peculiaritร  giร  note e che rappresentano i punti cardine su cui si basa il registro comunicativo comunemente adottato per parlare di Umbria, ma anche sdoganando i luoghi comuni, andando oltre al giร  detto e al giร  sentito, presentando realtร  e potenzialitร  molto piรน vaste e molti altri scenari possibili.ย Siamo partiti da qui e abbiamo fissato alcuni punti.ย Lโ€™Umbria รจ verde. Questo รจ innegabile. Come non esaltarne la bellezza dellโ€™ambiente, la dolcezza delle sue colline, il verde che rimane dentro, che a volte sembra capace di riconciliarci con lโ€™universo? Perรฒ รจ molto di piรน e molto altro, e forse proprio attraverso il colore, anzi attraverso i colori, potremmo essere in grado di raccontarlo ricorrendo ad associazioni cromatiche inconsuete o, perchรฉ no, audaci.ย Abbiamo quindi pensato di raccontare lโ€™Umbria tramite un colore, analizzarla, studiarla e quindi presentarla attraverso una lente ogni volta di una tinta diversa, perchรฉ nessun aspetto resti indietro, perchรฉ nessuna anima rimanga inespressa.
Ma come parlare dโ€™Umbria? Su questo non abbiamo avuto dubbi, lasciando che fosse lei a parlare. Quindi grande spazio alle immagini, perchรฉ รจ inutile parlare se non riusciamo a far vedere.
E poi nessun annuncio roboante, niente spot o slogan da merce in vetrina. Solo grande cura nella ricerca, amore per la veridicitร  delle informazioni, attenzione ai dettagli. Abbiamo cercato di presentare lโ€™anima della regione che รจ stupenda nella sua concretezza, magnifica nella sua essenzialitร .ย Pensando allโ€™Umbria a noi viene in mente una donna bellissima che non ama perรฒ rossetto e fard. Una bellezza senza mistificazioni, la bellezza del tufo e del travertino, della pietra Assisi e dellโ€™arenaria, una bellezza autentica, segnata dal tempo, eppure senza tempo.ย Per questo non abbiamo aggiunto nessuna patina, ma abbiamo cercato di arrivare allโ€™essenza; con questo intento abbiamo scelto gli argomenti, selezionato le fotografie, pensato al formato della rivista e anche alla carta da usare.ย Insomma abbiamo cercato di andare dritti al cuore, quel cuore verde che saprร  tingersi di molte altre tinte. Di BLUE per esempio.

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Titolo: Mario Angeloni. Profilo biografico, documenti, testimonianze

Autore: Renato Traquandi

Editore: Volumnia

Anno di pubblicazione: 2016

152 p., f.to cm. 17 x 24, brossura illustrata

ISBN: 9788889024836

Prezzo: โ‚ฌ 12.00

 

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In occasione delle celebrazioni dei 120 dalla nascita e 80 dalla morte di Mario Angeloni, ricorrenza che si รจ tenuta nel 2016, si รจ costituito a Perugia un comitato per commemorarne lโ€™anniversario. Il comitato, nato su iniziativa della Societร  di Mutuo Soccorso tra gli Artisti e gli Operai di Perugia, ha visto lโ€™adesione di numerose istituzioni e associazioni. Oltre alla commemorazione del 24 giugno tenutasi alla Sala dei Notari e al convegno allโ€™Universitร  per Stranieri del 2 dicembre scorso, รจ stata pubblicata per i tipi della Volumnia questa importante testimonianza curata da Renato Traquandi.

Il libro

Il volume, corredato da testimonianze e documenti, si divide in tre parti: La storia e lโ€™ambiente. Perugia cittร  natale di Mario; Lโ€™espatrio e la vita politica in Europa; La guerra civile spagnola. Atto di nascita della resistenza europea. Inoltre include i discorsi tenuti da Mauro Volpi (professore di Diritto pubblico comparato allโ€™Universitร  di Perugia) e da Urbano Barelli (avvocato e vicesindaco di Perugia) in occasione della cerimonia del 24 giugno, una prefazione della di Maria Cristina Laurenti (docente di Storia del pensiero politico contemporaneo allโ€™Universitร  La Sapienza di Roma) e si conclude con la postfazione del politico Valdo Spini.

L'uomo

Il libro ha il pregio di riscoprire e valorizzare la persona di Mario Angeloni, figura di spicco, sicuramente molto nota ma poco conosciuta, soprattutto dalle nuove generazioni.

ยซUn uomo โ€“ ha ricordato Volpi – che ha onorato la sua cittร  non solo con la forza delle sue idee, democratiche, repubblicane, antifasciste e internazionaliste, ma anche con lโ€™esempio concreto giunto fino al sacrificio della propria vitaยป.

Nato e vissuto a Perugia, avvocato e fervente repubblicano, ha partecipato come volontario alla Prima Guerra Mondiale. Si รจ opposto strenuamente al regime fascista, subendo persecuzioni, aggressioni, lโ€™incarcerazione e infine lโ€™esilio, prima in Francia e poi in Spagna, dove nel 1936 si arruola come volontario a sostegno della Repubblica Spagnola. Ed รจ in un ospedale di Sarinera in Aragona che il 28 agosto del 1936 muore dopo essere stato colpito durante la battaglia del Monte Pelato.

 

 

 

Foto di Giovanni Bicerna

Quando, ormai piรน di un anno fa, un gruppo di professionisti della comunicazione e dellโ€™informazione si sono incontrati per dar vita a AboutUmbria, nulla faceva presagire che da lรฌ a poco si sarebbe creata una vera rete di differenti professionalitร  con lโ€™unico obiettivo di mettere a fattor comune la loro esperienza per costituire un Soggetto in grado di promuovere il brand โ€œUmbriaโ€ in modo puntuale, capillare e innovativo.

Le motivazioni? Sicuramente un senso di rispetto e di riconoscenza verso la propria Terra, una sublime forma di dedizione verso il palcoscenico delle proprie radici, ma anche un pizzico di vanitร  nel voler dimostrare alla nostra cara e amata Umbria di essere in grado di fare qualcosa per lei, o almeno di far sรฌ che tutti siamo in grado di conoscerla profondamente e di amarla per quello che realmente รจ.

La mission di AboutUmbria รจ quindi quella di potenziare la capacitร  comunicativa del territorio umbro attraverso la conoscenza delle aree e le dimore di valenza storico-artistico-architettonica, la divulgazione e promozione delle sue eccellenze, gli eventi, le mostre e le iniziative culturali in genere.

Ma anche un secondo e non meno importante obiettivo รจ quello di creare un nuovo format di comunicazione territoriale attraverso lโ€™esplorazione dei diversi linguaggi multimediali e delle innumerevoli potenzialitร  delle tecnologie per esaltare una Terra ricca di simboli, di cultura, di storia, ma anche di creativitร .

Cosa cโ€™รจ oggi di piรน multimediale che catturare unโ€™emozione attraverso unโ€™immagine o viverla attraverso la rappresentazione di un evento?

Sรฌ. Lโ€™idea รจ di costruire un vero e proprio ambiente di comunicazione multimediale allโ€™interno del quale raccontare lโ€™Umbria e le sue Eccellenze, vivendole; una sorta di comunicazione 2.0 dove il concetto di rete si trasforma in Comunitร  nella quale lโ€™esperienza dellโ€™uomo arricchisce ulteriormente il valore della sua terra, la reinterpreta e, interagendo tra passato e presente, pone le basi per un nuovo futuro.

 

arte liberty in umbria

Titolo: Il Liberty in Umbria.

Architettura โ€“ Pittura- Scultura e Arti decorative. Architecture โ€“ Painting โ€“ Sculpture and Decorative Arts

Curatore: Maurizio Bigio

Editore: Fabrizio Fabbri

Anno di pubblicazione: 2016

ISBN: 97888677806886

Caratteristiche: 231 p., formato cm 28 x 24,5, numerose illustrazioni fotografiche a colore, brossura illustrata con bandelle.

Prezzo: โ‚ฌ 35,00

 

 

ยซQuesta pubblicazione nasce dallโ€™interesse che ho sempre avuto per le arti in genere, per la pittura, la scultura, lโ€™architettura e la fotografia. Sono stato sempre interessato al Bello.ยป

L’autore

รˆ con queste parole che Maurizio Bigio, laurea in Economia e Commercio e trentasette anni di attivitร  svolta come Dottore Commercialista, parla della sua ultima impresa โ€œnel campo delle artiโ€. Avventure non nuove per lui che si รจ da sempre cimentato nel campo artistico come musicista, raggiungendo importanti traguardi che lo portarono, negli anni Settanta, a collaborare con i maggiori cantautori del periodo e a pubblicare lโ€™LP Rock Bigio Blues. Recentemente ha ampliato i propri orizzonti artistici dedicandosi alla fotografia, collaborando alla realizzazione del nuovo catalogo del MUSA (Museo dellโ€™Accademia di Belle Arti โ€œP. Vannucci di Perugia) a cura di Fedora Boco e al volume Ferdinando Cesaroni curato da Luciano Giacchรจ.

L’argomento

Lโ€™argomento del Liberty nella nostra regione era stato affrontato precedentemente solo dal professor Mario Pitzurra quando nel 1995 pubblicรฒ per Benucci Editore, Architettura e ornato urbano liberty a Perugia, testo ormai introvabile, che aveva il limite, dichiarato dallโ€™autore, di occuparsi solo della realtร  del capoluogo. Infatti รจ lo stesso Pitzurra che concludendo la presentazione della sua opera si augura che ยซ…altri seguano il mio esempio, possibilmente estendendo la ricerca al resto dellโ€™Umbria.ยป

Ed ora, a distanza di ventโ€™anni, Maurizio Bigio raccoglie la sfida con lo scopo, riuscito, di svegliare lโ€™interesse per una parte di questโ€™arte novecentesca poco studiata nella nostra regione.

La pubblicazione

Il Liberty in Umbria, vede la prefazione di Anton Carlo Ponti ed รจ corredata dai testi di Federica Boco, Emanuela Cecconelli, Giuliano Macchia, Maria Luisa Martella, Elena Pottini, Mino Valeri oltre che dello stesso Bigio.

La pubblicazione suddivisa in sedici capitoli, percorre la regione da nord a sud toccando i centri di Cittร  di Castello, Perugia, Marsciano, Deruta, Foligno, Spoleto, Terni, Allerona, Avigliano, Acquasparta e Narni.

E lโ€™interesse dellโ€™autore non si ferma solo allโ€™architettura, ma con occhio attento si sofferma anche sui particolari decorativi in legno, ferro battuto, ceramica, vetro e, dove possibile, anche sulle decorazioni pittoriche presenti allโ€™interno delle abitazioni.

Un interessante capitolo, a cura di Elena Pottini, รจ dedicato alla scultura liberty al Cimitero monumentale di Perugia, mentre Fedora Boco delinea i protagonisti di questa stagione con una piccola biografia e relativa bibliografia. Non mancano testimonianze fotografiche del liberty perduto come il negozio della Perugina o le decorazioni allโ€™interno del Bar Milano. A completare lโ€™interessante volume la traduzione dei testi in inglese a cura di Eric Ingaldson.

Nei decenni tra la fine dellโ€™Ottocento e gli inizi del Novecento la vitivinicoltura italiana si avviava verso la modernizzazione.

Vini scadenti

Allโ€™epoca i giudizi sui vini italiani erano unanimi e impietosi. I metodi di fabbricazione risultavano antiquati e il risultato, tranne qualche rara eccezione, era la prevalenza di vini scadenti e di facile deperimento. Una delle principali ragioni che determinavano la mancanza di qualitร  nei vini erano le condizioni fisiche e ambientali delle cantine, descritte come luoghi umidi, malsani, pieni di muffe e completamente inadeguati al trattamento dellโ€™uva.

Utilitร  ed eleganza

Questa negativa situazione cominciรฒ a cambiare lentamente verso la fine del XIX secolo con la nascita dei primi stabilimenti industriali, che impostarono la produzione di vino in modo razionale anche con il sistematico ricorso alle macchine. Le moderne cantine, oltre allโ€™eleganza, dovevano dimostrarsi utili e confacenti alla produzione di buoni vini. La soluzione ideale era quella che prevedeva lโ€™esistenza di edifici a tre piani, di cui uno scavato sottoterra destinato allโ€™invecchiamento e alla bottiglieria. Il collegamento tra i piani si otteneva attraverso delle aperture nelle volte attraverso le quali si facevano scendere i tubi che portavano il mosto dopo la pigiatura. In questo modo anche in Italia cominciarono a sorgere degli impianti confacenti a tutte le esigenze della scienza e della pratica enologica portando a termine una sapiente fusione di utilitร  ed eleganza.

Un esempio di scienza enologica

Come dimostra la cantina fatta costruire dal principe romano Ugo Boncompagni Ludovisi in localitร  Scacciadiavoli (Montefalco) anche in Umbria allo scadere del XIX secolo cominciarono a costruirsi spaziose strutture rivolte alla moderna produzione di vino. Lโ€™azienda vitivinicola del principe aveva una capacitร  produttiva di 2.000-3.500 ettolitri e la direzione dellโ€™impianto fu affidata a Carlo Toni. Lo stabilimento colpiva perchรฉ costituiva un chiaro esempio di moderna scienza enologica. Toni fu affiancato dal figlio Giuseppe formatosi presso le scuole enologiche di Alba e di Avellino, anche questo rappresentava unโ€™assoluta novitร . A fine secolo, padre e figlio gestivano un negozio a Foligno specializzato nella vendita di ยซvino Montefalco rosso fino da pastoยป e grappa di pura vinaccia. Carlo Toni era competente: lo dimostra il fatto che nel 1894 egli fu chiamato a far parte della commissione per lo studio della fillossera nella provincia dellโ€™Umbria.
I vigneti dellโ€™azienda Boncompagni ricoprivano unโ€™estensione di oltre un centinaio di ettari, con oltre un milione di ceppi; la resa media per ogni ettaro era pari a 80 ettolitri. Le macchine erano state ideate da Carlo Toni. Il vino della cantina Boncompagni veniva smerciato non soltanto nelle principali cittร  italiane ma anche allโ€™estero: Germania, Stati Uniti e persino in Giappone.

L'architettura

Discostandosi dalla tradizionale cantina scavata in grotta o ricavata nelle fondamenta di qualche edificio religioso, la cantina dellโ€™azienda Boncompagni aveva (ed ha) una slanciata facciata principale divisa in due corpi. Anche il suo interno destava ammirazione: divisa in quattro piani, di cui uno interrato, a sorreggere i solai era un efficace sistema di colonne e travi in ghisa fatte arrivare da Prato, colonne dove ancora si possono vedere le iniziali del principe.
Nella parte posteriore del fabbricato, che era appoggiato a un colle leggermente inclinato, era situato lโ€™accesso alle tinaie, poste a un livello superiore rispetto agli ambienti di conservazione. Alle tinaie erano portate le uve mediante un efficace meccanismo di carrelli che scorrevano su binari fino alle bascule che servivano alla pesatura; le uve erano poi inviate alle pigiatrici poste sopra le bocche dei tini. Dopo la fermentazione, che durava da sei a otto giorni, dai tini il mosto scendeva fino al terzo piano, riservato alle botti. Un elemento che impresse alla cantina di Scacciadiavoli unโ€™immagine di grande ed efficiente modernitร  fu lโ€™istallazione di vasche in cemento armato foderate internamente da piastrelle vetrate. Soluzione dโ€™immagazzinamento, tuttora utilizzata, la quale oltre a permettere un considerevole risparmio di spazio, aveva il vantaggio di garantire la conservazione del vino in perfette condizioni ambientali, evitando inoltre la svendita del prodotto in caso di raccolti eccessivamente abbondanti.

Nella societร  contemporanea, alle prese con le rotture socio-culturali imposte dalla crisi del paradigma dellโ€™industrializzazione, allโ€™attuale viticoltura si chiede di concorrere alla realizzazione e conservazione del โ€œbel paesaggioโ€, da associare non da ultimo allโ€™armonica dislocazione dei filari lungo i pendii collinari. Si tratta, per rinviare alle scelte dellโ€™Unesco, di riconoscere il ruolo che ha svolto la viticoltura nella definizione dellโ€™identitร  dei territori, operazione di lunga durate che deve includere, per venir incontro a realtร  come quella della cantina del principe Ugo Boncompagni a Montefalco, la capacitร  di saper tramandare un patrimonio fatto tanto da edifici quanto da luoghi di lavoro.

 

 

 


Letture per sapere di piรน:
Vaquero Piรฑeiro, Storia regionale della vite e del vino in Italia, Umbria, Volumnia, Perugia, 2012

Nell’albo delleย eccellentiย personalitร  umbre รจ senza dubbio da annoverareย Fabio Melelli, la cui elegante e cordiale personalitร  ci ha accolto nelle ariose stanze del Palazzo della Penna.ย 

L’intervista che vedrete parla di una ricerca, di una passione e di unaย setย unico: l’Umbria.

 

 

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