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Evento di presentazione, lunedรฌ 29 aprile alle ore 10.

Lunedi 29 aprile 2024 alle ore 10:00, nellโ€™aula magna dellโ€™Istituto Professionale Alberghiero Assisi, sede di Santa Maria degli Angeli (PG), lโ€™associazione culturale di promozione enogastronomica e del turismo lento Umbriamoci aps organizza una tavola rotonda per presentare, insieme al Comune di Assisi e con il patrocinio della Regione Umbria, la prima edizione del Festival della Cucina Umbra, dei Borghi piรน Belli e dei Maestri Artigiani 4.0 che si terrร  dal 3 al 6 aprile 2025 nella piazza e vie principali di Santa Maria degli Angeli Comune di Assisi.

 

 

Con il supporto di tanti soggetti partner e sostenitori, pubblici e privati, lโ€™Associazione intende raccontare e mettere in vetrina lโ€™Umbria sotto tre diversi aspetti:

  • i suoi piatti piรน significativi che, valorizzando l’identitร  territoriale, possano esprimere la variegata, originale e unica ricchezza gastronomica,
  • i suoi borghi piรน belli capaci di offrire, accanto alle perle del turismo conosciute in tutto il mondo, una dimensione piรน intima ed emozionale;
  • i maestri artigiani le cui arti – dalla ceramica al legno, dal ferro alla tessitura e dal ricamo a mano allโ€™oreficeria – affondano le origini in un lontano passato, ma che ancora oggi rappresentano un giacimento di ricchezza anche lavorativa da valorizzare e rilanciare.

 

Allโ€™interno del festival si prevedono seminari, convegni e workshop per favorire il dialogo tra i principali protagonisti dellโ€™offerta enogastronomica e turistico-ricettiva della regione Umbria per tracciare un bilancio e aprire prospettive, evidenziando eccellenze e correggendo criticitร .

Il tema di discussione della Tavola Rotonda sarร  I piatti territoriali e iconici della cucina umbra. Strategie per svelarli e promuoverli in regione, in Italia e oltre i confini nazionali.

ยซIl festival della cucina umbraยป afferma Aldo Giuseppe Geraci, presidente dellโ€™Associazione Umbriamoci ยซdeve da subito affrontare una sfida: la cucina umbra fatica a emergere e a posizionarsi nella cucina nazionale e internazionale con piatti riconosciuti e riconoscibili, per quanto il 2023 abbia segnato successi incredibili confermando e conquistando importantissimi riconoscimenti con i nostri chef stellati (ben 6 in Umbria), che continuano a stupirci e riempirci di sincero orgoglio. Il nostro obiettivo รจ riunire attorno a un tavolo i principali protagonisti dellโ€™offerta ristorativa umbra affinchรฉ dalla loro competenza, sensibilitร  e cultura possano emergere i โ€œpiatti identitariโ€ capaci di caratterizzare lโ€™intera Regione e non solamente le sue microzone.ยป

Festival della Cucina Umbra, dei Borghi piรน Belli e dei Maestri Artigiani 4.0.

Nel cuore verde dell’Italia, tra colline che si fondono con il cielo e borghi incantati che raccontano storie millenarie, sorge un’iniziativa che promette di far brillare ancora di piรน la luce dell’Umbria nel firmamento turistico nazionale e internazionale: nasce Umbriamoci.

L’Associazione di promozione sociale Umbriamoci si propone il compito di celebrare e diffondere l’enogastronomia umbra, gioiello culinario spesso sottovalutato al di lร  dei confini regionali. Guidata da un gruppo di appassionati insegnanti e preside dell’Istituto Alberghiero di Assisi, l’associazione mira a coniugare la tradizione gastronomica umbra con l’innovazione e la sostenibilitร , promuovendo i cammini lenti che consentono di scoprire la bellezza e il gusto della regione in modo autentico e rispettoso dell’ambiente.

 

 

Il cuore pulsante dell’azione di Umbriamoci risiede nel suo impegno a favorire l’incontro e il dialogo tra tutti gli attori della ristorazione e dell’offerta turistica ricettiva. Questo ambizioso obiettivo mira a fare emergere l’identitร  culinaria unica dell’Umbria, fin troppo dispersa tra tanti localismi che hanno impedito il diffondersi di una riconosciuta e riconoscibile identitร  culinaria persino dentro gli stessi confini regionali. Lโ€™obiettivo รจ riunire attorno ad un tavolo i principali protagonisti dellโ€™offerta ristorativa umbra affinchรฉ dalla loro competenza, sensibilitร  e cultura possano emergere i piatti identitari capaci di caratterizzare l’intera Regione e non solamente le sue microzone.

La scommessa รจ ardua. Cosa si mangia in Umbria? La risposta dovrร  diventare finalmente univoca. Ciรฒ non vuol dire che le microzone cesseranno di caratterizzarsi con i loro piatti tipici, anzi, gli stessi verranno proposti come ulteriore ricchezza attrattiva e distinguente ma dentro la cornice di una Regione che finalmente ha elevato a piatti regionali quelli che fino a quel momento sono stati considerati prettamente territoriali.

 

prodotti tipici umbri

Umbricelli

 

Grazie alla passione e alla competenza dei suoi fondatori, lโ€™associazione si pone come catalizzatore di idee e iniziative che possono trasformare l‘Umbria in una meta turistica di eccellenza, capace di offrire esperienze autentiche e indimenticabili. Con il suo impegno nel promuovere un turismo esperienziale e sostenibile, Umbriamoci candida la regione ad essere ancor piรน una perla nel panorama italiano e internazionale, dove il viaggiatore diventa parte integrante della cultura e del paesaggio che visita.

A partire dal 2025, nel mese di aprile di ogni anno, Umbriamoci si unisce con la Regione Umbria, il Comune di Assisi, Coldiretti, Federalberghi, Confcommercio, Associazione Borghi piรน Belli Umbria, Unpli e numerosi altri soggetti pubblici e privati per promuovere il Festival della Cucina Umbra, dei Borghi piรน Belli e dei Maestri Artigiani 4.0. Una vetrina meravigliosa in cui raccontare l’Umbria sotto tre aspetti:

 

1)ย ย ย ย ย ย ย  i suoi piatti piรน significativi che, valorizzando l’identitร  territoriale, possano esprimere la variegata, originale e unica ricchezza gastronomica;

2)ย ย ย ย ย ย ย  i suoi borghi piรน belli capaci di offrire, accanto alle perle del turismo conosciute in tutto il mondo, una dimensione piรน intima ed emozionale;

3)ย ย ย ย ย ย ย  i maestri artigiani le cui arti, dalla ceramica al legno, dal ferro alla tessitura e dal ricamo a mano all’oreficeria, affondano le origini in un lontano passato ma che ancora oggi rappresentano un giacimento di ricchezza anche lavorativa da valorizzare e rilanciare. L’idea che i nostri ragazzi terminati i percorsi scolastici possano andare a bottegaย ad apprendere arti e mestieri รจ particolarmente suggestiva.

 

Ceramica di Deruta

 

In un mondo sempre piรน globalizzato, lโ€™Associazione di promozione sociale Umbriamociย vuole rappresentare un faro di autenticitร  e tradizione, un invito a rallentare e assaporare ogni istante, ogni piatto, ogni passo lungo i cammini che solcano l’Umbria, terra di storia, tradizioni, emozioni e sapori da scoprire.

La Pasqua in Umbria fa tornare alla mente la grande colazione pasquale, simile un poโ€™ in tutto il centro Italia, quando da bambini, insieme a tutta la famiglia riunita si rideva e si mangiava, gustando la grande varietร  di cibi.

Le vecchie tradizioni sono ancora presenti in questa regione: prima i piatti venivano preparati rigorosamente in casa, oggi il tempo da dedicare alla cucina non รจ piรน quello di una volta, ma il desiderio di stare insieme la mattina di Pasqua รจ rimasto intatto.

prodotti tipici umbria

Cosa mangiare nella colazione di Pasqua?

Lโ€™alimento principale della tavola imbandita รจ la Torta o Pizza di Pasqua, una torta lievitata, salata a base di uova e farina, infarcita di formaggi. Un tempo veniva cotta nei forni a legna: le massaie la preparavano il giovedรฌ Santo e veniva fatta riposare per essere consumata il giorno di Pasqua. Di torte se ne realizzate tante, anche per essere regalate a parenti e amici come augurio di buona festivitร . Questa pizza chiaramente va accompagnata anche da un vino bianco sostanzioso, anche se il vino rosso la mattina di Pasqua, come da tradizione, non deve mancare.

 

 

La tavola imbandita riserva tante sorprese: dal salame alle uova sode colorate e gustate con un pizzico di sale, dal capocollo al pane. La frittata pasquale con i carciofi non puรฒ mancare, insieme a quella di asparagi, condite con le erbe aromatiche: mentuccia, erba cipollina, maggiorana o menta. La coratella dโ€™agnello che, anche se รจ un secondo piatto, possiamo trovarla anche a colazione: preparata con le interiora come cuore, fegato, polmone, tagliati in piccoli pezzetti e cotti al sugo. Di dolce immancabili le uova pasquali e la torta di Pasqua dolce farcita di canditi e aromatizzata con cannella e buccia di limone, da mangiare indifferentemente insieme al salame o al cioccolato.

Lโ€™attore e regista Gianluca Foresi ci ha regalato la sua personale descrizione di Orvieto, un girovagare per la cittร  tra monumenti, storia, odori e sapori. Unโ€™Orvieto come non lโ€™avete mai vista!

Chiamatemi orvietano. Non vi paia questo un altezzoso esercizio narcisistico o un supponente timbro identitario, che vuole la stirpe urbevetana essere superiore in censo e nobile per nascita. รˆ solo un umile omaggio a un viaggiatore, Ismaele, che quando lโ€™animo gli si volge alla melanconia, non ha altro rimedio e panacea che mettersi per viaggio e andar per mare. E quando anchโ€™io non per diporto o ferie drizzo la prua della mia automobile verso terre lontane, chรฉ lo faccio invece per mestiere, e volgo lo sguardo alla Rupe che tutto sovrasta e domina, giร  pochi chilometri trascorsi, sento nascere dentro di me la nostalgia e lโ€™amore per questo luogo ingombrante.

 

Veduta di Orvieto

 

Non si angoscino i miei concittadini: non ingombrante, perchรฉ pesante e fastidioso. Ingombrante per la sua storia, chรฉ nonostante il suo essere poco piรน di un borgo, ma non della Mancha, sul proprio suolo ha visto alternarsi eretici, architetti, pittori, filosofi, papi e financo imbonitori. I catari, a Orvieto conosciuti come patari (da qui la Strada Patarina), che qui hanno innalzato un baluardo contro la Santa Madre Chiesa; Lorenzo Maitani, che ha dato slancio ai marmi di una cattedrale a sostegno dellโ€™emo-miracolo; Luca lโ€™affrescatore, di cui non mi sovviene il cognome – โ€ฆ sarร  un lapsus, vero Sigmund? – colpito anche tu dalla stessa dimenticanza, dopo averne ammirato il ciclo pittorico nella cappella del Duomo, ne hai magistralmente raccontato in Psicopatologia della vita quotidiana; e immagino gli appunti sul comodino della tua camera dโ€™albergo in Corso Cavour.

 

Affreschi di Luca Signorelli nel Duomo di Orvieto. Foto di Eleonora Cesaretti

 

Orvieto crocevia di esperienze e di speranze, come quella di Gerolamo Ferrante detto lโ€™Orvietano, che nel 1603 ottenne dal comune la licenza a vendere un elisir, che famoso lo rese fino alla corte del Re Sole e onorato nelle lettere da Manzoni, Balzac, Moliรจre e Walter Scott; un elisir che se fosse venduto ai nostri giorni al mercato di Piazza del Popolo, ne sentiremmo gridare insieme a โ€œSignoโ€™, guardate che pommidoriโ€, โ€œCโ€™emo lโ€™impermiabbili peโ€™ la pioggia e le elastiche peโ€™ le mutandeโ€ e al cacio che โ€œfarebbe resuscitaโ€™ anche le morteโ€. รˆ un coro polifonico รก la Dostoevskji il mercato di Orvieto, in cui le voci rimbalzano da un banco allโ€™altro come arringhe in un tribunale a difesa della propria merce e svilimento dellโ€™altrui. Opimo di profumi, di sapori e il popolo vi pascola, chi indolente, chi schizofrenico, fra primizie che poi planeranno sulle tavole e sui banchetti di questi Etruschi 2.0.

รˆ un formicolare il mercato, che poi si irradia per i vicoli, le strade e i boulevard (perdonami, Haussmannโ€ฆ), Corso Cavour e Via del Duomo, dove si impastano sguardi indagatori e voraci, perchรฉ sullโ€™Urbe il pettegolezzo รจ unโ€™arte, filosofia di vita degli altri, รจ la chiacchieraย heideggeriana che dร  la misura allโ€™Essere e la dimensione e giustificazione al Tempo. Ma trattasi non di semplice intrusione nella vita altrui, piuttosto di una cura, un omaggio, unโ€™attenzione che si pone a chi il proprio destino ha intrecciato al nostro, e come si intrecciano i destini degli uomini, cosรฌ fanno quelli delle strade. Perciรฒ tu, appassionato lettore, seguimi: vieni a gustare cornetti e cappelletti, insaccati e pasta fresca, odori di vigneti e fragranze di tozzetti. Lo so, cโ€™hai preso gusto, e come te anche Orvieto, tanto che proprio qui nel lontano 1992 รจ nata la condotta Slow Food e da quel momento sulla Rupe, ma anche sotto, tutto รจ slow, tutto รจ lento, un tripudio di lentezza: ospedali, teatri, cattedrali, sembra di ritornare al ritmo della fabriceria, quando in quella che oggi รจ Piazza del Duomo, il lento incedere del tempo veniva scandito dal Maurizio, un automa che dettava le ore e i quarti agli operai e diceva loro: Adesso lavora, adesso riposa, adesso riposa, adesso lavora. Don, don, don. Lo stesso automa che anche oggi batte metallicamente il maglio sulla campana e detta al turista il suo tempo: adesso dormi, adesso destati.

 

Palazzo dei Sette, foto di Eleonora Cesaretti

 

Quel turista che giunge sulla Rupe dallโ€™Oriente lungo la via della Carbonara o dal nuovo mondo a scoprire i Fettucciniii con tartuffffi e il panini al prisgiutto di cinghiale. Ma non di solo pane vive lโ€™uomo, chรฉ un altro impasto prezioso nasce in questa terra, una tradizione fatta dโ€™argilla e forgiata negli antichi forni al tempo dei Lucumoni e poi dei podestร . Buccheri con atleti, teste di madonne e di messeri su smalti gialli, cervi in volo su sfondi verdi immortalano unโ€™iconografia che ancora ci illuse e oggi ci illude. E guardandoli fissi ci si perde nel vortice dei dettagli ed รจ quasi una vertigine, come quella che prende chi per la prima volta sโ€™affaccia ai finestroni umidi del Pozzo di San Patrizio: proverbiale รจ la sua profonditร  e il numero delle scale che si intrecciano e si sovrappongono per farci guadagnare la discesa e faticare la salita. Il desiderio piรน gettonato che gli olimpionici turisti sembrano richiedere รจ quello di un lieve riaffiorare in superficie. E guardando e rimirando lโ€™orrifica struttura che si evince dai disegni, ovvero una doppia scala elicoidale, due volgari scale a chiocciola sovrapposte, immagino, con lโ€™alta fantasia a cui non manca possa, che un giorno a tavola sorseggiando del vino, giร  rinomato e voluto dal Signorelli – Danke, Doktor Freud –ย  a emolumento parziale dei suoi servigi e della sua arte, il giovane Sangallo sia rimasto folgorato da un torcolo di farina, olio, prosciutto e pecorino arrotolato su se stesso, una lumachella. Eureka!, avrebbe potuto esclamare, per poi chinarsi a trasporre tutto sulla carta. E infine in pietra.

 

Il Pozzo di San Patrizio, foto di Eleonora Cesaretti

 

Potrร  sembrarvi tutto questo un elogio della follia, ma non vi paia poi cosรฌ improbabile nel luogo dove gran parte dellโ€™economia, della prosperitร , della fortuna e del futuro ha avuto origine da un lontano evento, chรฉ nonostante il Miracolo Eucaristico sia avvenuto a Bolsena, รจ solo grazie al Social Media Manager ante-litteram con sede in Orvieto, papa Urbano IV, se รจ diventato una ricorrenza festeggiata da tutta la cristianitร : Il Corpus Domini.

 


Per scoprire il dialetto orvietano

Il 29 gennaio Perugia celebra San Costanzo, uno dei suoi tre patroni (gli altri sono San Lorenzo e Santโ€™Ercolano).

In questo giorno non puรฒ mancare sulle tavole dei perugini il Torcolo di San Costanzo. Nato come dolce povero, preparato con ingredienti semplici e facilmente reperibili – per lโ€™impasto di base si usava anche la pasta del pane โ€“ la tradizione vuole che doveva essere regalato, come buono auspicio, alle giovani donne in etร  da marito.

Diverse sono le versioni per spiegare la sua forma a ciambella: si dice che il buco rappresenti il collo decapitato del Santo, oppure che rappresenti la collana del Santo ricca di pietre preziose (da qui il cedro candito), che si รจ sfilata al momento della decapitazione, o che sia stato creato con un buco semplicemente per poterlo infilare facilmente nei bastoni per trasportarlo alle fiere o ai mercati. Mentre i cinque tagli obliqui sulla superficie rappresentano le porte di accesso ai cinque rioni del centro storico di Perugia: Porta Sole, Porta San Pietro, Porta Susanna, Porta Eburnea e Porta Santโ€™Angelo.

 

prodotti tipici umbria

Ingredienti per 6 persone

  • 600 gr di farina
  • 330 gr di acqua
  • 170 gr di zucchero
  • 170 gr di cedro candito
  • 85 gr di olio extravergine d’oliva
  • 85 gr di burro
  • 170 gr di uvetta sultanina
  • 170 gr di pinoli
  • un uovo
  • 25 gr di lievito di birra
  • semi di anice a piacere

Preparazione:

Porre la farina a fontana in unโ€™insalatiera, sgretolarvi il lievito e impastare tutto con acqua tiepida; lavorare la pasta (che dovrร  risultare della consistenza della pasta del pane) per qualche minuto, porre lโ€™insalatiera in un luogo caldo e al riparo dalle correnti dโ€™aria. Quando la pasta avrร  raddoppiato il suo volume, rovesciarla sulla spianatoia, spianarla leggermente con il palmo della mano, unire alla pasta il cedro candito tagliato a dadini, lโ€™uvetta, i pinoli, lโ€™olio, il burro, lo zucchero e due cucchiai di semi d’anice. Lavorare la pasta per una decina di minuti, arrotolarla e porla a ciambella in una tortiera bene imburrata. Porre la tortiera in un luogo caldo al riparo dallโ€™aria e per facilitare la lievitatura, dove si mette a lievitare il torcolo, aggiungere una pentola con lโ€™acqua bollente. Dopo tre ore la pasta sarร  ben lievitata. Indorare la superficie con il tuorlo dโ€™uovo e con un coltello a punta incidere lievemente centinando la pasta. Passare la tortiera in forno caldo (180ยฐ) per tre quarti dโ€™ora.

 


Accademia Italiana della Cucina di Perugia

Un evento che non ha bisogno di presentazioni, che ogni anno attira lโ€™attenzione di tutto il popolo italiano e non solo, e per la 74ยฐ edizione del Festival della Canzone Italiana di Sanremo ci sarร  anche un pezzo di Valnerina.

Lo chef Umberto Trotti di Ferentillo e la sua compagna pasticcera Fjorda Hamzai sono stati selezionati per far parte della Squadra di Chef che si occuperanno della parte culinaria presso il Salotto delle Celebritร .

 

Fjorda Hamzai e Umberto Trotti

 

Il Salotto delle Celebritร  รจ un talk-show live trasmesso in streaming sui principali canali social Facebook, Instragram e YouTube che ha lโ€™obiettivo di commentare in tempo reale, grazie a momenti di conduzione o interviste, tramite la partecipazione di personaggi televisivi, dello spettacolo e del cinema, grandi eventi internazionali come il Festival di Sanremo, il Festival del Cinema di Roma e la Mostra Internazionale dโ€™Arte Cinematografica di Venezia. Lโ€™hospitality, pensata e progettata da Alessandro Grifa, titolare dellโ€™agenzia AG Agency Management, รจ il nuovo format di intrattenimento per personaggi famosi e vip.

Gli chef avranno cosรฌ la possibilitร  di far degustare ai Vip del Festival di Sanremo le specialitร  della Valnerina e dell’Umbria presso la Sala Vip Lounge Room lโ€™area riservata alle celebritร , ai giornalisti, agli influencer e blogger dove potranno degustare le eccellenze gastronomiche e rinomate aziende vinicole. Unโ€™occasione unica per la promozione della ristorazione umbra e dei prodotti tipici che solo il Cuore Verde dโ€™Italia puรฒ offrire.

Lo storico Fabio Alberti (Bevagna 1719- 1803) nel suo libro “Notizie antiche e moderne riguardanti Bevagna cittร  dellโ€™Umbria”, cosรฌ scriveva nel 1786: ยซEd ecco quanto ho saputo porre insieme a memoria deโ€™ posteri rapporto allโ€™antica, e moderna Bevagna. Ne lascierรฒ la cura, ed il pensiero a quei veri, ed illuminati Cittadini, che verranno dopo di me; sperando, che sullโ€™esempio altrui, si animeranno ad impiegare gloriosamente qualche parte dellโ€™anno nel rintracciare, e pubblicare le memorie, ed i fasti della comune Patria.ยป

Nonna Iside di Bevagna ha raccolto lโ€™invito. Bevanate DOC – cosรฌ si definisce – nata nel 1939 nel paese del Mercato delle Gaite, casalinga appassionata di cucina (passione trasmessa da sua mamma Ida), dei piatti della tradizione, del suo orto e delle sue galline.

Nonna Iside con le sue preparazioni

Grazie a suo figlio Aristide (in realtร  di nome Osiride, ma Bevagna รจ famosa anche per i suoi nomi che raccontano la storia) e a sua nipote Sara รจ diventata una star dei social con la sua pagina Facebook La cucina di nonna Iside, raggiungendo in pochissimi anni (tutto รจ iniziato il 1 aprile 2021, con la prima diretta) 49.000 follower; 101.000 follower sono invece quelli di Instagram e Sara, con i suoi reel รจ arrivata a coinvolgere circa 15 milioni di persone di tutte le etร , giovani e meno giovani.

La sua storia รจ bellissima. Dopo la morte dell’amato marito Marzio, avvenuta nel 2020 in tempo di Covid, Aristide decise di non lasciare sua madre in preda alla depressione e iniziรฒ a riprenderla mentre preparava e cucinava i piatti tipici della tradizione culinaria bevanate. Nacque cosรฌ il primo video su Facebook, che mostrava nonna Iside, la figlia Luisa e la nipote Benedetta intente a preparare le tipiche pizze di Pasqua al formaggio fatte rigorosamente a mano e senza lโ€™aiuto di tecnologie moderne. Il video fu un successo. Raggiunse ben 1.029.797 persone, con 619.183 visualizzazioni e 5051 commenti e condivisioni. A distanza di una settimana (il 7 aprile 2021), arrivรฒ la seconda video-ricetta di un altro piatto tipico, la pizza sotto la brace, ricetta bizzarra che solo nonna Iside sa realizzare: anche in questo caso i numeri furono altissimi, ben 1.847.466 persone raggiunte, con 953.615 visualizzazioni e 10.943 reazioni, condivisioni e commenti.

La nipote Sara, studentessa di Scienze della Comunicazione allโ€™Universitร  di Perugia nel corso di Laurea in Comunicazione pubblica, digitale e dโ€™impresa, decide โ€“ visto il successo – di prendere in mano la situazione e gestire i social della nonna. Si laurea anche con una tesi magistrale dal titolo: Analisi del fenomeno di Granfluencer: il caso โ€œLa cucina di Nonna Isideโ€, nellโ€™anno accademico 2020/2021. Nel giro di pochi giorni arrivano richieste di collaborazione con i ristoranti e le botteghe del paese; con due giovani cuochi bevanati, Monir Eddardary e Francesco Paccoi, realizza un video che spiega come si fa la polenta. Il 13 aprile 2021 viene aperto il canale YouTube La Cucina di Nonna Iside dove sono inseriti alcuni dei video relativi alle dirette della pagina Facebook.

 

Nonna Iside con le nipoti

 

Dopo essere arrivata sulle reti nazionali (Rai2 e Rai3 Umbria), nel 2022 – nel giorno del Pasta Day – viene eletta come la nonna delle Tagliatelle fatte in casa (il reel realizza 15.000.000 di visualizzazioni). Oggi viene chiamata per cooking show in paesi vicini (come La Sagrantina) e nel cassetto cโ€™รจ anche la richiesta di Antonella Clerici per la partecipazione al suo programma. Intanto viene raccontata nei quotidiani regionali e riceve telefonate da bambini e da tantissime persone. Il 23 novembre sarร  a Firenze, alla Leopolda, tra i semifinalisti degli Italy Ambassador Awards, (premio italiano dedicato ai migliori influencer e content creator di tutto il mondo), in nomination nella categoria Food&Beverage, unica umbra.

Sottolinea, con orgoglio, che lo scopo di tutto รจ quello di promuovere i piatti della tradizione locale (le ricette sono scritte sui fogli di un ricettario, naturalmente a mano) e della cucina anti-spreco; ma anche di raccontare e dimostrare come si possono ridurre i passaggi che vanno dalla terra alla tavola e di trasmettere alle nuove generazioni le antiche ricette.
Nelle sue dirette racconta e mostra, in dialetto bevanate come preparare i facioli con erba campagnola, i frascarelli con gli asparagi, le roccette di San Niccolรฒ, il pane casareccio o il pancaciato. Il tutto dalla cucina di casa, circondata dalla sua famiglia (tre figli: Aristide, Roberto, Maria Luisa; cinque nipoti: Daniele, Sara, Camilla, Benedetta, Edoardo) e accogliendo talvolta ospiti famosi e non, divulgando loro – senza prepotenza – il suo sapere e diffondendo positivitร  e buonumore. Nel paese del Medioevo e del Mercato delle Gaite sorge spontanea la riflessione su quanto scritto in un suo libro da Massimo Montanari, professore di Storia Medievale e Storia dellโ€™alimentazione allโ€™Universitร  di Bologna e piรน volte presente a Bevagna: ยซIl cibo รจ cultura perchรฉ ha inventato e trasformato il mondo. รˆ cultura quando si produce, quando si prepara, quando si consuma. รˆ il frutto della nostra identitร  e uno strumento per esprimerla e comunicarla.ยป

 

Nonna Iside che scrive nel suo ricettario

 

Nardi Cesira, poetessa dialettale beanata, le ha dedicato una poesia.

 

Evviva Nonna Iside!

Ha passato li confini der Fossatรฌllo

e… manco a dรฌllo,

รจ rinomata in tutt’er Mรณnno!

La cara, semprice e umile Nonna Iside

รจ ormai diventata la piรน famosa Beanata!

Ma va’!

Nonna Iside, se sveja la matina quannochรฉ canta er gallo,

lรฌa a tutto penza, como la Pruรฌdenza!

Stรฉte tranquilli che Iside ghjร  ha preparato l’occorrente

pe’ fa’ dรน ova de tajatรจlle

e ‘n sughetto co ‘lle pummitorรฉlle.

Con arte e semprice fantasia,sforna ghjornalmente

pane, biscotti, pizze e roccette varie!

Ma… ha parlato con Sanniccolรฒ?

Poรจsse ‘nco’!

‘Stu Santo gh’javrร  lasciato la farina e la ricetta de ‘lle famose pastarรจlle!

E ‘ntanto la TV c’jha piato spizzico a faje le Dirette!

รˆ proprio vero che a Beagne se bรฉe e se magna!

Fra fregnร cce e frittรจlle

gnocchi, frascarรฉlli, quadrucci e martajati

la pizza ‘ncรฉnnerata sott’ar foco

nรณantre beanati

con Nonna Iside non tremร mo piรน!

Sรฉmo nati furtunati!

Da umbro dโ€™origine non potevano mancare le mie raccomandazioni su cosa assaggiare una volta in Umbria.

Non si puรฒ non rimanere incantati dalla maestositร  dei paesaggi, dalla bellezza delle cittร  e soprattutto dai piatti tipici della tradizione. Quella umbra รจ una cucina semplice e a base di carne, con in piรน, i famosi salumi della zona di Norcia e i prodotti della terra. I piatti tipici sono unโ€™esplosione di gusti e di sapori antichi: giร  da bambino, quasi adolescente, ho il ricordo di mia nonna che preparava questi piatti cosรฌ semplici ma cosรฌ complessi allo stesso tempo.

ricette tipiche umbre

Crostini di fegatini

Gli antipasti

Tra gli antipasti troviamo il famoso piatto di salumi e formaggi tipici del territorio, ma ci sono anche altri piatti meno famosi che meritano una menzione. Uno di questi รจ la Fojata, un rotolo di pasta matta arrotolato a forma di chiocciola e farcito con erbe di campo, ricotta, pecorino grattugiato e uova. Cโ€™รจ poi la panzanella, una specialitร  estiva realizzata con ingredienti poveri come pane raffermo, pomodori, cetrioli, cipolle, carote, peperoni, sedano e tutto quello che la terra offre, da condire per realizzare unโ€™insalata. Immancabili a tavola durante un antipasto sono anche i crostini con rigagli di pollo e quelli al patรฉ di fegatini, fatti in casa e di cui ogni famiglia conserva la sua ricetta tradizionale.

Pasta alla norcina

La pasta alla norcina รจ il piatto piรน famoso della cucina umbra. Ne esistono due diverse versioni e oggi รจ ancora difficile determinare quale sia quella piรน antica. La prima prevede che la pasta venga condita con tartufo, salsiccia e ricotta o pecorino, a volte sostituiti dalla panna, e insaporita con aglio e pepe. La seconda ricetta prevede invece come condimento il tartufo, le acciughe e lโ€™aglio, insieme a un po’ dโ€™olio. Quello che accomuna entrambi i piatti รจ che la pasta deve essere rigorosamente lunga, quindi la norcina si puรฒ fare con gli spaghetti, con le linguine, con le tagliatelle o con i tipici strangozzi.

Fricco allโ€™Eugubina

Il fricco umbro รจ tra le specialitร  gastronomiche di Gubbio e difficilmente si trova in altre localitร  nella regione. Si tratta di un secondo a base di carne simile allo spezzatino, che presenta due diversi tipi di cottura, in umido e rosolato. Solitamente รจ a base di carne bianca come pollo, coniglio o agnello, ma puรฒ essere preparato in diverse varianti, sia utilizzando un solo tipo di carne che mischiando diversi tipi. Anche i condimenti possono variare: cโ€™รจ chi utilizza solo pomodoro e aromi, e chi invece preferisce dare piรน sapore aggiungendo anche guanciale, acciughe e vino bianco. Nessun dubbio invece sullโ€™accompagnamento, un vero fricco umbro deve essere accompagnato con la tipica crescia, la versione eugubina della torta al testo.

 

Torta al testo

Torta al testo

Ed eccoci qui con uno dei piatti tipici umbri simbolo della cucina povera regionale: la torta al testo. Si tratta di una focaccia salata non lievitata che viene utilizzata sia come accompagnamento, che come portata principale; farcita con erbette e carne oppure con formaggi e verdure. Questo piatto ha una storia molto antica, perchรฉ nasce come alternativa al pane tradizionale, senza lievito, e il suo nome deriva dal testo (in latino Testum), un particolare strumento di forma circolare su cui viene cotta, che ricorda le tegole che venivano utilizzate per la cottura dagli antichi romani. La sua ricetta prevede lโ€™utilizzo di pochi ingredienti, acqua, farina, bicarbonato e sale, ma in alcune zone dellโ€™Umbria vengono aggiunte allโ€™impasto anche le uova.

Il pesce del lago Trasimeno

Le ricette umbre non sono solo a base di carne. Nelle zone del lago Trasimeno infatti, i piatti a base di pesce di lago sono molto famosi e apprezzati. Tra questi spiccano la regina in porchetta, ovvero la carpa regina farcita e cotta allo spiedo come se fosse porchetta, e il tegamaccio, una particolare zuppa di pesce che prende il nome dal tegame di terracotta in cui viene preparata. Il tegamaccio รจ a base di pesce di lago, tra cui principalmente anguilla, luccio, persico reale e tinca.

 

dolci tipici umbri

La rocciata

Dolci tipici umbri: rocciata e mostaccioli

Non possono mancare i dolci, tra cui i piรน particolari sono la rocciata e i mostaccioli. La rocciata รจ una torta di pasta sfoglia, ripiena con noci, mele e zucchero, molto simile allo strudel. Il nome deriva dalla sua forma arricciata e questo dolce puรฒ essere ripieno anche di frutta secca, vin santo e cannella, in base alla famiglia e alla zona di appartenenza. La sua caratteristica principale รจ la particolare striatura della sfoglia, che presenta zone colorate di rosso perchรฉ spennellate con lโ€™alchermes. I mostaccioli invece sono dei biscotti antichi a base di mosto preparati principalmente nei primi mesi autunnali, in cui si produce il vino e cโ€™รจ abbondanza di mosto. Si fanno preparando un impasto per il pane e aggiungendogli anice, mosto e zucchero. Tradizionalmente lโ€™impasto, che deve avere la forma di un filoncino, viene cotto due volte: la prima intero e la seconda una volta tagliato, per biscottarlo. Oggi si realizzano a forma di ciambella, ma possono avere anche altre forme.

Hirohiko Shoda, in arte Chef Hiro, dal Giappone รจ arrivato in Italia nel 2006 e da qualche mese si รจ traferito in Umbria, a Casteltodino. Con lui ha portato nella nostra regione la cultura della sua terra.

Hirohiko Shoda, conosciuto come Chef Hiro, ha lasciato il Giappone nel 2006 โ€“ dove perรฒ torna spesso a trovare la sua famiglia โ€“ per trasferirsi in Italia, dove da qualche mese vive con la moglie a Casteltodino (in provincia di Terni). ยซFinalmente possiamo immergerci in una dimensione piรน semplice, pulita, goderci la natura e il buon cibo, fonti di ispirazione continua per il nostro lavoro di creativiยป. Oramai lโ€™Umbria รจ un luogo che gli appartiene e che vive quotidianamente, essendosi integrato alla perfezione con la nostra terra. Con grande disponibilitร , ha risposto alle nostre domande dove Giappone e Umbria โ€“ anche se apparentemente lontane – si uniscono in un intreccio di cultura e sapori.
Lo abbiamo giร  visto nella trasmissione Ciao, sono Hiro su Gambero Rosso Chanel, al programma La Prova del Cuoco e su Radio Deejay รจ spesso ospite del Trio Medusa. Il suo talento si esprime anche in diversi libri di cucina, tra cui Washoku, lโ€™arte della Cucina Giapponese e Hiro Cartoon Food.

 

Chef Hiro

Il poeta uruguaiano Mario Benedetti scriveva che รจ ยซgrazie ai sentimenti che diventiamo consapevoli di essere noi stessiยป. Nel suo libro, Hiro Cartoon Food, lei racconta sรฉ stesso e la cucina giapponese attraverso emozioni e sentimenti. Ci puรฒ spiegare il perchรฉ di questa scelta?

Dopo tanti anni nellโ€™alta ristorazione stellata, sia in Giappone sia in Italia, dopo alcuni anni di lavoro come docente in varie accademie e soprattutto dopo lโ€™uscita del mio libro Washoku, lโ€™arte della Cucina Giapponese (edito da Giunti, manuale completo sulla cucina e la cultura giapponese tradizionale), ho sentito il bisogno di evadere un poโ€™ dal mio ruolo istituzionale di Ambasciatore Ufficiale della cucina giapponese in Italia e ritrovare i ricordi della mia infanzia, recuperare e rivivere alcune emozioni lasciate in disparte da alcuni anni. Riconoscendo quelle emozioni del passato si puรฒ dare completezza alla propria vita di adulto e soprattutto si puรฒ apprezzare lโ€™affetto e la condivisione da parte di tante persone con lo stesso vissuto, al di lร  della nazionalitร  di origine.

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Tra le ricette del suo cuore ce nโ€™รจ una in particolare alla quale รจ piรน legato? Perchรฉ?

Io cito sempre i dorayaki, i famosi pancake giapponesi, che gustavo sempre da bambino dopo la scuola, a merenda, con gli amici o insieme a mio fratello e a mia sorella. Questo dolcino, semplicemente buono, รจ molto popolare in Giappone e compare in tantissimi anime, manga e film, come il gattone spaziale Doraemon o la dolce signora del film Le ricette della signora Toku. Non รจ solo un dolce, ma un simbolo di famiglia e di affetto.

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Nel libro la presentazione dei piatti รจ ispirata alle piรน popolari serie manga e anime giapponesi: quali sono i suoi manga e anime preferiti e in particolar modo quale tra i film di animazione dello Studio Ghibli genera in lei piรนใƒ‰ใ‚ญใƒ‰ใ‚ญ.

Eh sรฌ, ใƒ‰ใ‚ญใƒ‰ใ‚ญ in giapponese si pronuncia doki doki, รจ unโ€™espressione onomatopeica che si puรฒ tradurre con bum bum, come il battito del cuore delle prime emozioni, della trepidazione giovanile, che io ho voluto associare alla consistenza tenera e soffice dei dolci giapponesi. Ogni capitolo del mio libro Hiro Cartoon Food (edito Mondadori) รจ legato a una di queste onomatopee che in realtร  rappresentano uno stato dโ€™animo, una sensazione, un sentimento, spesso suscitati anche dai suoni del cibo, oltre che dellโ€™anima. Tutte le opere dello Studio Ghibli, in particolare quelle del grande maestro Hayao Miyazaki, si fondano su tematiche universali che accomunano tutti gli uomini e vanno oltre, nella fantasia, nel mondo onirico ed epico, fino allโ€™aldilร . E anche il tema del cibo รจ ricorrente e molto potente, simbolo di un quotidiano che trascende in qualcosa di piรน intimo e recondito. In Giappone fin da piccoli, a scuola, si trasmettono le opere dello Studio Ghibli, che sono molto piรน di un film dโ€™animazione, ma strumenti didattici e culturali che insegnano valori e principi sempre attuali e sempre validi, in ogni epoca storica e in ogni Paese del mondo.

 

Hiro Cartoon Food e Washoku

 

Il suo viaggio in Italia รจ iniziato nel lontano 2006, in Veneto; che cosa lโ€™ha portato in Umbria? Per Hirohiko Shoda cosa rappresenta questa regione? E per Chef Hiro?

Sono arrivato in Italia nel lontano 2006, ormai sono oltre 17 anni, tanto tempo! Il primo accesso รจ stato per motivi di lavoro, per collaborare con lo chef de Le Calandre di Padova, ristorante tre stelle Michelin. Dopo circa 7 anni, ho conosciuto la mia compagna Letizia che mi ha fatto capire che il lavoro รจ fondamentale e va rispettato e tutelato, ma che cโ€™รจ anche altro da preservare, la salute innanzitutto e gli affetti piรน cari che nel tempo, presi da una vita impegnata h24, si trascurano, si perdono. E la stessa scelta di vita lโ€™abbiamo percorsa insieme qualche mese, trasferendoci da Roma in Umbria, dove finalmente possiamo immergerci in una dimensione piรน semplice, pulita, goderci la natura e il buon cibo, fonti di ispirazione continua per il nostro lavoro di creativi. Oggi posso dire che Chef Hiro e Hirohiko Shoda sono la stessa persona, il mio lavoro รจ perfettamente integrato nella mia vita, e la mia vita รจ stimolo e carburante per la mia professione.


In questa ricerca gastronomica, le รจ capitato di testare dei sapori umbri che in qualche modo le hanno ricordato la sua terra dโ€™origine?

Ovviamente sto testando tutto, piano piano voglio scoprire nel dettaglio le varie produzioni e toccarle da vicino, i prodotti umbri hanno storia e radice profonda, come la vecchia quercia che protegge la mia casa, e questa bellezza di tramandare sapori e cultura รจ unโ€™usanza molto tipica anche in Giappone. In particolare, io sono nato nella Prefettura di Nara, lโ€™unica regione del Giappone che non รจ toccata dal mare, proprio come la Regione Umbria, il cuore verde dโ€™Italia.

 

 

 

Ci sono delle affinitร  tra Giappone e Italia nel rapporto col cibo?

Sรฌ, molte, soprattutto nellโ€™aspetto di condivisione del cibo con le persone care, e lโ€™offrire il cibo come gesto dโ€™amore e di cura.

 

Se dovesse descrivere sรฉ stesso con un piatto quale sceglierebbe?

Ormai รจ molto difficile rispondere a questa domanda perchรฉ ho vissuto metร  della mia vita in Giappone e lโ€™altra metร  in Italia, continuo a viaggiare molto e a scoprire le bellezze gastronomiche che ogni Paese del mondo offre, quindi non saprei piรน fare una scelta. Lโ€™importante per me รจ che un piatto contenga un messaggio, anche piccolo o invisibile, ma che abbia sempre qualcosa da dire, da raccontare, da tramandare.

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Grazie alle diverse trasmissioni che ha fatto a partire da Ciao, sono Hiro, abbiamo avuto modo di constatare la sua passione per la natura, la musica e lโ€™arte in generale, fondamentali nel processo creativo dal quale nascono i suoi piatti. In che modo lโ€™Umbria riesce ad ispirarla nelle sue creazioni?

In Umbria posso finalmente godermi il silenzio della natura, che in realtร  รจ un silenzio solo apparente, ricco invece di suoni, rumori, urla, sibili, canti, crepitii, fruscii, molti dei quali ricordano proprio i rumori e i suoni della cucina, ad esempio mentre si frigge o si cuoce alla brace. Dellโ€™Umbria amo proprio il fuoco, la brace, le lunghe cotture, tutti metodi antichi molto vivi e presenti anche nella cucina giapponese autentica, spesso erroneamente collegata soltanto alla cruditร  degli ingredienti.


Da quella trasmissione a oggi, comโ€™รจ cambiato il suo rapporto con i social?

Nel 2014, quando ho debuttato in tv, i social non erano cosรฌ presenti nella nostra quotidianitร , erano principalmente mezzi di evasione, di distrazione, di svago. Oggi si sono trasformati, per molti sono anche un mezzo importante di comunicazione e di lavoro, ma, come in tutte le sfere della vita e del lavoro, occorre sapere trovare il giusto metro di utilizzo, tenere la distanza necessaria senza farsi sopraffare. Io personalmente condivido e amo molto comunicare sui social, mostro me stesso senza grandi filtri, ma alcune cose in particolare, come eventi personali o dolori, preferisco lasciarli nella mia sfera privata. Lโ€™aspetto negativo dei social รจ non essere regolamentato e disciplinato. Non รจ possibile dire e fare tutto perchรฉ siamo in una sfera virtuale. Il virtuale oggi esiste, ed รจ molto piรน materiale di quello che sembra. Io credo che il rispetto e lโ€™educazione, la civiltร  e la discrezione (aspetti fondamentali della mia cultura dโ€™origine) vadano sempre garantiti, tutelati e preservati. Lโ€™essere un personaggio pubblico non equivale ad essere un pungiball, tutti si possono esprimere liberamente, ma sarebbe preferibile intervenire se si ha veramente qualcosa da dire, altrimenti a volte รจ meglio tacere e investire il tempo ad osservare, studiare e magari migliorarsi.

 

Chef Hiro al corteo storico di Casteltodino

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Di traguardi nella vita ne ha raggiunti tanti, come la nomina del MAFF Japan nel 2019 di Ambasciatore della Cucina Giapponese in Italia. Ci sono ancora dei sogni nel cassetto che vorrebbe realizzare?

Sono giร  molto contento e realizzato, il vero sogno รจ non perdere mai lโ€™entusiasmo e la voglia di imparare e di conoscere.


Cosa le manca di Nara, antica capitale del Giappone e patrimonio UNESCO, nonchรฉ sua cittร  dโ€™origine?

La mia famiglia, ma fortunatamente torno spesso in Giappone e riesco a non sentire troppo la distanza.


Cโ€™รจ qualche appuntamento in programma per i nostri lettori che avrebbero piacere di incontrarla?

Sto scrivendo il nuovo libro insieme a Letizia, e siamo entrambi felici di aver aspettato di completarlo proprio in Umbria, nella nostra nuova casa, ricca di ispirazioni e buone vibrazioni. Speriamo che lโ€™Umbria ci porti fortuna e tanta serenitร .

 


Facebook: Chef Hirohiko Shoda

Instagram: chef_hiro

Twitter: Chef Hiro

TikTok: hirohikoshoda

Parte a settembre il nuovo format ideato da Borgo Santa Cecilia e les Collectionneurs, tre appuntamenti per vivere a 360ยฐ la cucina selvaggia del borgo in una scenografia wild e indimenticabile.

Gli eventi, nati dalla collaborazione tra Borgo Santa Cecilia e gli chef di les Collectionneurs, puntano alla valorizzazione della selvaggina e dellโ€™allevamento brado e avranno come protagonisti i boschi della Tenuta insieme alle 4 mani dello chef resident del Borgo Alessio Pierini e dei tre chef che lo accompagneranno negli appuntamenti, per lโ€™occasione nella veste di veri domatori di fuoco. Lโ€™idea nasce dallo spirito che anima la community di les Collectionneurs, di cui Borgo Santa Cecilia fa parte, che vede nella collaborazione tra le diverse realtร  un suo punto di forza.

Il tutto avrร  luogo in un contesto ricco di suggestione, il territorio nel quale sorge Il Borgo Santa Cecilia, una tenuta di oltre 300 ettari, habitat ideale per cinghiali, caprioli, cervi, lepri, starne, fagiani, beccacce e pernici. Il Borgo Selvaggio รจ quindi unโ€™immersione nella cultura gastronomica wild e nella natura lussureggiante di questo angolo di Umbria grazie allโ€™allestimento dei pranzi direttamente allโ€™interno dei boschi che circondano la struttura. Gli ospiti avranno modo di assaggiare i prodotti del borgo, vere eccellenze della tradizione norcina e della famiglia Onorato e, dopo unโ€™affascinante passeggiata nella vegetazione, saranno accolti tra gli alberi per un pranzo dโ€™eccezione. Qui, intorno a unโ€™unica tavolata conviviale, si degusteranno i piatti selvaggi realizzati a 4 mani dagli chef les Collectionneurs, cucinati direttamente in loco solo con fuoco vivo, in quegli stessi luoghi dai quali provengono la maggior parte delle materie prime che li compongono, immersi in una sinestesia di suoni, luci e odori nella natura piรน selvaggia.

 

Gli appuntamenti e gli chef partecipanti. Resident chef del Borgo: Alessio Pierini

  • Mercoledรฌ 20 settembre: pranzo nel bosco con gli chef Sara Scarsella e Matteo Compagnucci – SINTESI* (Ariccia RM)
  • Mercoledรฌ 25 ottobre: pranzo nel bosco con lo chef Roberto Allocca – MARENNAโ€™ – Borgo San Gregorio – Feudi San Gregorio (Sorbo Serpico AV)
  • Mercoledรฌ 22 novembre: pranzo nel bosco/cena in ristorante con lo chef Daniele Usai – IL TINO* (Fiumicino RM)
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