Tra il 1863 e il 1865 Domenico Golini rinveniva in territorio orvietano, piรน precisamente in localitร Poggio del Roccolo di Settecamini, tra Orvieto e Porano, le celeberrime tombe affrescate che da lui presero nome. Si tratta di una coppia di monumenti di eccezionale valore artistico e documentario che costituiscono un unicum nel territorio di appartenenza (ad esse si aggiunga una terza tomba dipinta rinvenuta nella medesima area, pertinente alla famiglia hescanas).
Le pitture parietali, staccate per ovvi motivi di conservazione e sicurezza nel 1950, sono ora esposte presso il Museo Archeologico Nazionale di Orvieto in ambienti che riproducono in maniera fedele gli spazi della loro collocazione originaria.

Tomba Golini I. Banchetto infero alla presenza di Ade e Persefone; restituzione grafica (da P. Bruschetti, Gli Etruschi a Orvieto. Collezioni e territorio, Cittร di Castello 2006, p. 69).
La Tomba Golini I
La Tomba Golini I, detta anche dei Velii รจ costituita da un unico, ampio ambiente quadrangolare il cui spazio รจ bipartito da un tramezzo tufaceo che, partendo dalla parete di fondo, giunge circa a metร della camera sepolcrale. La decorazione pittorica rappresenta una scena di banchetto infero in cui il defunto รจ colto nel momento dellโarrivo nellโOltretomba, atteso dai suoi avi intenti nel convito. Di particolare interesse รจ il modo in cui architettura e pittura si fondono utilizzando parti strutturali, come strumento di separazione materiale e concettuale delle scene figurate; il divisorio tufaceo, infatti, non svolge solo la funzione di ripartire lo spazio, ma separa, nella raffigurazione, la parte servile da quella padronale, ribadendo anche materialmente una fondamentale divisione ideologica e delle due diverse fasi della festa, quella dei preparativi e quella del convito vero e proprio.

Tomba Golini I. Servo con pestelli (da P. Bruschetti, Gli Etruschi a Orvieto. Collezioni e territorio, Cittร di Castello 2006)
Le scene che adornano il vano di sinistra rappresentano, dunque, lโallestimento del banchetto, mostrando servi e cuochi mentre preparano pietanze accompagnati dalla musica di un flautista, etrusco more; caratterizzata da profondo realismo รจ la raffigurazione delle bestie necessarie allโapprestamento delle mense, sventrate e appese per le zampe a delle travi, cosรฌ come lโimmagine del servo addetto al depezzamento delle carni. Puntuale รจ inoltre la fotografia delle altre fasi preparatorie del pasto come mostra la figura dello schiavo colto nellโatto di triturare cibi, forse spezie, con dei pestelli in un grosso bacile a tre piedi, o ancora gli individui preposti allโaccensione del fuoco o quelli che imbandiscono una lunga trapeza con vasellame da mensa.
Nel vano di destra รจ invece raffigurato il defunto che su un carro trainato da cavalli, alla presenza di un genio alato (lasa) giunge nellโAldilร al cospetto di Ade e Persefone; la coppia infera, assisa su una lettiga, presiede il banchetto cui partecipano gli antenati e i membri della famiglia leinie, titolare del sepolcro, mentre servi ignudi allestiscono sontuoso vasellame in un ambiente rischiarato dalla luce di alti candelabri. Quasi tutti i personaggi raffigurati in entrambi gli ambienti, ed anche gli animali, sono accompagnati da iscrizioni, sorta di didascalie che hanno lo scopo di rammentare la genealogia dei componenti della famiglia, le cariche da essi ricoperte, ma anche le differenti funzioni cui erano preposti i servi.
La Tomba Golini II
La Tomba Golini II o delle Due Bighe consta di unโunica camera sepolcrale a pianta rettangolare su cui campeggiano le scene figurate, purtroppo assai danneggiate e a tratti illeggibili. Il soggetto รจ in tutto simile a quelle della sepoltura anzi descritta, lโarrivo di una coppia di defunti nellโAde dove si svolge un banchetto allietato da suonatori di lituo e tromba.

Tomba Golini I. Inserviente che prepara pietanze (da P. Bruschetti, Gli Etruschi a Orvieto. Collezioni e territorio, Cittร di Castello 2006)
I protagonisti sono raffigurati ai lati della porta di ingresso; lโindividuo di sinistra giunge su una biga trainata da una coppia equina; alle sue spalle, lungo la parete, si svolge un corteo composto di sei personaggi che procedono verso due klinai su cui sono rispettivamente assise due coppie di banchettanti che le iscrizioni individuano come personaggi appartenenti alla famiglia cnezus. A destra della porta compare una seconda biga condotta da auriga, oltre la quale, lungo la parete del medesimo lato, compaiono tre klinai in tutto analoghe alle precedenti; i personaggi ivi raffigurati sono individuati dalle iscrizioni quali membri della famiglia vercnas. Le pitture che adornavano la parete di fondo appaiono quasi del tutto deteriorate, fatta eccezione per scarsi lacerti riferibili a figure di guerrieri.
Una scuola pittorica
Entrambi i monumenti possono essere datati alla seconda metร del IV secolo a.C. e mostrano una sostanziale coerenza di concezione che pare indiziare lโesistenza di una bottega o scuola pittorica locale la cui attivitร cessa, verosimilmente, con la distruzione della cittร nel 264 a.C.
In conclusione, vale la pena sottolineare come le tombe in esame, oltre a costituire una preziosa e rara testimonianza storico-artistica circa la pittura etrusca di area volsiniese tra epoca tardo-classica e ellenistica, abbiano altresรฌ un fondamentale valore documentario in quanto fotografie degli aspetti quotidiani e delle usanze che caratterizzavano la vita delle aristocrazie dellโepoca. Esse rappresentano, inoltre, una tra le ultime attestazioni del tema figurativo del simposio nellโAldilร ove vivi e morti banchettano insieme, tema che successivamente scomparirร dal repertorio pittura tombale per lasciare spazio a una nuova concezione del sepolcro che sembra divenire, esso stesso, rappresentazione tridimensionale dellโAde in cui lโintero gruppo familiare lรฌ sepolto partecipa a un eterno banchetto.
Per saperne di piรน su Orvieto
-F. Boitani, M. Cataldi, M. Pasquinucci, Le cittร etrusche, Milano 1973.
-M. Cristofani, Etruschi. Cultura e societร , Novara 1978.
-M. Cristofani, Dizionario della civiltร etrusca, Firenze 1985.
-P. Bruschetti, Gli Etruschi a Orvieto. Collezioni e territorio, Cittร di Castello 2006.
-Camporeale, Gli Etruschi. Storia e civiltร , Torino 2000.
-A. E. Feruglio, Porano. Gli Etruschi, Perugia 1995.
-M. Torelli, Storia degli Etruschi, Bari 1981.
-Torelli 1985 M. Torelli, Lโarte degli Etruschi, Bari 1985.
-M. Torelli, โLimina Averniโ. Realtร e rappresentazione nella pittura tarquiniese arcaica, in M. Torelli, Il rango, il rito e lโimmagine. Alle origini della rappresentazione storica romana, Milano 1997, 122-151.
-M. Torelli (ed.), Gli Etruschi, Milano 2000.