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L’Umbria, rappresentata da IdeattivaMente, alla scuola di Vรฒ con la Parete della Creativitร  Digitale.

IdeattivaMenteย รจ protagonista nella scuola di Vรฒ Euganeo, la localitร  padovana che รจ stata una delle prime zone rosse della pandemia Covid-19. All’interno dell’edificio scolastico infatti รจ stata installata la Parete della Creativitร  Digitale, realizzata dalla startup umbra e presentata alla presenza della Ministra dellโ€™Istruzione e della Ricerca, Lucia Azzolina, in occasione dell’inaugurazione del nuovo anno scolastico avvenuta proprio a Vรฒ Euganeo. Una cerimonia che ha visto partecipare le massime cariche dello Stato, un momento solenne presieduto dal Capo dello Stato, Sergio Mattarella e dalla Ministra dellโ€™Istruzione.

 

Lo staff di IdeAttivaMente insieme alla Ministra Azzolina

La parete di IdeattivaMente

IdeattivaMente era stata contatta dal Dirigente Scolastico, Alfonso D’Ambrosio, per portare nella scuola di Vรฒ qualcosa di innovativo: una scuola allโ€™avanguardia ora arricchita da una parete interattiva, frutto del progetto e della realizzazione dello staff di IdeAttivaMente.
La Parete della Creativitร  Digitale copre una superficie di circa sette metri quadrati ed รจ stata collocata su uno dei corridoi della scuola a ribadire come anche semplici spazi, fino a ora utilizzati per altri scopi, possano diventare ambienti di apprendimento. La parete si ispira all’ambiente dei Colli Eugani con il Monte Lozzo a farla da padrone, e si focalizza sulle eccellenze locali, come l’agricoltura, il vino e l’olio. Ogni elemento รจ reso interattivo grazie all’utilizzo di schede elettroniche, sensori, sintetizzatori musicali e barre led programmabili: si tratta di un esempio di come la didattica possa trasformarsi, aprendosi a nuove esperienze e inglobando il digitale come strumento innovativo capace di coinvolgere alunni e docenti. Un laboratorio aperto, accessibile e infinito, che inizia dalla parete, passa tra i banchi delle aule e si evolve continuamente, per dare vita a nuove applicazioni alimentate dalla fantasia di tutta la comunitร  scolastica e di ogni suo singolo componente.

 

Installazione completata e funzionante

 

Questo pannello interattivo รจ stato progettato e realizzato dell’interno nei laboratori di IdeAttivaMente da un gruppo di lavoro composto da maker con diverse competenze: Roberto Raspa, Francesco Repola, Giacomo Piccioni, Luca Berichillo (Progetto OpenTech) solo per citare coloro che sono stati in prima linea. Un supporto importante รจ arrivato anche da altri amici e collaboratori che si sono occupati della redazione dei testi (Arcangela Andreoli), dell’impaginazione e dei bozzetti grafici (Riccardo Raspa), della progettazione grafica e stampa del disegno (a cura di Grafiche 2G di Lozzo Atestino).

 


IdeAttivaMente ha sede nel territorio di Assisi e Bastia Umbra mentre a Santa Maria degli Angeli si trova IdeAttivaMente PLAY SHOP diventato oramai punto di riferimento per il territorio in tema di giochi educativi e innovazione applicata alla didattica.

Le arti e i mestieri al Trasimeno, con i loro saperi, si compenetrano, da tempo immemore, nelle varie attivitร  che dimorano intorno all’antico lago Tarsminass, lo specchio d’acqua cosรฌ chiamato dagli Etruschi.

La pesca, con i suoi antichi metodi e gli atti millenari dei suoi pescatori, ha rappresentato e rappresenta un volano per molte altre attivitร  artigiane, agricole e commerciali. Immaginiamo chi costruiva le barche, chi ne faceva la ferramenta, chi le corde, chi gli accessori, chi le reti da pesca, chi pescava, chi trasformava il pesce e, ancora, chi merlettava o ricamava, chi faceva i cesti, chi lavorava le cannine e chi…

Antiche arti

Un mondo di mani capaci ed esperte che dava forma, vita e attribuzione, con le loro specialitร  o specializzazioni, a ciascun manufatto richiesto o necessario. Il cordaio, il maestro d’ascia, il cestaio o intrecciatore, lo stuoiaio, il cantastorie, il bottaio, il boscaiolo, lo scalpellino, l’arrotino, lo stagnino o calderaio, il materassaio, il fabbro, il falegname, il carradore, il casaro, il frantoiano, il seggiolaio, il mugnaio, il carbonaio, il sellaio, il vasaio o cocciaio, il sensale, la sfilettatrice, lo scrivano, la lavandaia, il pastore, l’orologiaio, il calzolaio, il sarto, la tessitrice, l’arellaia, il banditore, lo stracciaio, il castrino, il ceraiolo, il tintore, il maniscalco, lo scopettaio, il legatore, il conciapelli, il contadino, il ghiacciaiolo, il norcino, il chiodaio, il minatore, il selcino, il pettinaio e il decoratore, …
Molte di queste attivitร  artigianali sono scomparse o sono in via di estinzione; alcune si sono confermate per passione e non certo per redditivitร , talune si sono trasformate e altre sopravvivono a fatica e solo con personale dedizione, amore e sacrificio.

 

Foto di Cooperativa dei Pescatori del Trasimeno

 

Come per i pescatori del Trasimeno, che sono ancora oggi i detentori del sapere della cattura del pesce, con metodi e strumenti rimasti ancora ancestrali, come il giacchio, il tufo e il martavello; le loro gesta sono tramandate oralmente e nella pratica dalle generazioni che perdono le proprie origini pescatorie nelle notti lontane.
Allo stesso modo il ricamo e il merletto delle donne, nell’utilizzazione della tecnica del Filet Modano di San Feliciano o dell’Ars Panicalensis di Panicale o del Pizzo d’Irlanda dell’Isola Maggiore o del Punto Umbro del Pischiello, hanno rappresentato la realizzazione di mirabili elaborati artistico-artigiani attraverso le trame e i filati avvolti nelle loro matassine, a integrazione economica familiare o nell’affrancata similitudine della lavorazione delle reti che gli uomini del lago usavano per la pesca.
Siamo di fronte a delle eccellenze umbre apprezzate a molte latitudini del globo, con delle tipiche unicitร  lacustri, tramandate gelosamente da molte generazioni, fino ad arrivare ai giorni nostri, dove sono residuali le poche testimonianze che portano avanti antichi e differenti saperi.

Il Barchetto del Trasimeno

Poco tempo fa รจ stata completamente riprodotta una vecchia imbarcazione lacustre, andata distrutta in un incendio, chiamata Il Barchetto del Trasimeno.ย Una volta terminata, รจ stata esposta agli occhi affascinati dei visitatori nel piazzale antistante il Museo della Pesca e del lago Trasimeno a San Feliciano di Magione.
Talvolta la barca si puรฒ ammirare in acqua, per le occasioni e ricorrenze importanti, dove la copia gemella dell’antico legno รจ attesa da protagonista. Alla sua ricostruzione ha partecipato un’intera comunitร  lacustre, in un afflato comune, dove le sinergie tra pubblico e privato hanno fatto sรฌ che un’imbarcazione navigante sia stata riprodotta fedelmente sia nell’essenze lignee sia nelle forme, nelle dimensioni come negli antichi metodi costruttivi. Un vero capolavoro artigiano!

 

Barchetto del Trasimeno

 

Nell’occasione, gli artigiani hanno dato sfoggio ad antichi e ritrovati saperi, con la perizia e i suggerimenti di esperti e titolati artieri e storici che hanno donato un particolare, anche minimo, per la riproduzione fedele del Barchetto del Trasimeno.
La tipologia del modello Barchetto ha origine lontane, prima dell’anno mille, e veniva detto del Gorro: era usato per la pesca a strascico che si praticava sul lago piรน antico d’Italia. Nel secolo scorso, tale pesca รจ stata definitivamente vietata.
Il Barchetto del Trasimeno, nella sua omologazione, era stato costruito, nelle forme e dimensioni, come quello del Gorro, successivamente integrato da una cabina passeggeri e da un motore per divenire un piccolo traghetto privato che ha navigato sul Trasimeno fino a qualche decennio fa. Infatti con l’avvento di nuovi materiali, tecnologie e imbarcazioni di moderna concezione, il Barchetto fu accantonato e posizionato in bella mostra ma, purtroppo, dimenticato e disusato. Un recente incendio ha decretato la fine dell’imbarcazione originale ma ha dato l’abbrivio a un vento ispiratore che ha portato al suo rifacimento in un’identica e bella copia e, come l’araba fenice, รจ rinato a nuova vita. Alcuni fantastici e volenterosi artigiani, supportati dalla societร  civile locale, con passione, dedizione, collaborazione e pazienza, hanno fatto sรฌ che tutto ciรฒ accadesse e soprattutto che la manuale creativitร  artigiana trionfasse su quella seriale dei macchinari industriali.
Anche San Francesco si fermรฒ al Trasimeno e con un tipico barchino lacustre dei pescatori, certamente realizzato da un artigiano, fu trasportato sull’Isola Maggiore. Nell’occasione prendiamo in prestito una frase di Francesco, il Santo Patrono d’Italia, sintonica e celebrativa sul tema: Un uomo che lavora con le sue mani รจ un operaio; un uomo che lavora con le sue mani e il suo cervello รจ un artigiano; ma un uomo che lavora con le sue mani, il suo cervello e il suo cuore รจ un artista.

Olga Urbani รจ il nuovo Presidente della Fondazione Giulio Loreti, a Campello sul Clitunno, nata per offrire assistenza medica e diagnostica gratuite per persone indigenti.

Succede al grande Prof. Valerio Di Carlo, rettore della Cattedra di Chirurgia Generale dellโ€™Universitร  del San Raffaele di Milano e Presidente della Fondazione umbra per ben 9 anni. A scegliere Olga Urbani, Sandro, Mariella e Anna Teresa Loreti, fondatori della prestigiosa Onlus che si รจ distinta per lโ€™attivitร  svolta in campo sociale ed in campo medico.

Olga Urbani

โ€œSono sicuramente orgoglioso di dire che oltre ad essere la stupenda mamma dei miei figli, Olga รจ sicuramente la persona giusta che puรฒ aggiungere valore allโ€™opera fin qui svolta da noi e dal Prof. Di Carloโ€ afferma Sandro Loreti. Mariella, moglie di Giulio Loreti e madre dei suoi due figli Andrea e Maria Giulia aggiunge: โ€œLa Fondazione รจ arrivata al grande traguardo di quasi 9.000 visite specialistiche gratuite, tra cui anche Mammografie e vari esami diagnosticiโ€.

Olga Urbani, che da sempre รจ alla guida dellโ€™azienda di famiglia, la Urbani Tartufi, รจ sempre stata vicina alle attivitร  della Fondazione di cui รจ anche membro del Consiglio Direttivo. โ€œSono onorata – ha detto la neo-Presidente – per il compito che mi รจ stato assegnato, consapevole dell’importanza del ruolo svolto nel territorio umbro dalla Fondazione Giulio Loreti, che รจ destinato a diventare ancor piรน significativo nel momento difficile e critico che stiamo vivendo a causa del Covid-19. Nei miei intenti programmatici ci sono tre principi: solidarietร , ascolto e volontariatoโ€.

Secondo una recente indagine ISTAT infatti, 6,6 milioni di italiani svolgono attivitร  gratuite a favore di altri, dentro un’organizzazione o anche individualmente. Le motivazioni di tanti volontari vanno dal sentirsi meglio con sรฉ stessi, allโ€™allargare la rete dei rapporti sociali e per cambiare il modo di vedere le cose ampliando gli orizzonti di ognuno.

โ€œรˆ solo attraverso iniziative di questo genere che possiamo davvero contribuire a rendere questo mondo un luogo migliore dove vivere e lottare. La Fondazione, con il suo Direttore Generale, dottoressa Raffaella Bartesaghi, e tutto il suo team, รจ giร  oggi un grande punto di riferimento per tanti malati che, di fronte alla scoperta di un problema, si sentono confusi e non sanno quale sia la strada giusta da intraprendere, ma spero davvero di riuscire ad essere un elemento di coesione che renda il lavoro di tutti ancora piรน importante per il nostro territorioโ€ aggiunge Olga Urbani.

โ€œRicevo unโ€™ereditร  morale importantissima, non solo da Giulio Loreti che fu la ragione primaria di tutto questo, ma anche dal Prof. Valerio Di Carlo che per primo ci insegnรฒ Lโ€™Amore per il Malato. La Fondazione Loreti avrร  giร  vinto se, oltre ad elargire cure, avrร  saputo comunicare, sorridere, ascoltare, se sarร  riuscita ad assistere il malato condividendolo pienamente, coltivando con lui una vera e propria amiciziaโ€ conclude la neo presidente.

Sarร  unโ€™edizione piรน breve, ma di grande impatto. Tre categorie di concorso, webinar, proiezioni online e la mostra Lo Spazio che Occupo, negli spazi di affissione comunale.

Malditos, di Elena Goatelli, Angel Esteban

 

PerSo โ€“ Perugia Social Film Festival non si ferma e torna in cittร  con la sesta edizione, dal 7 allโ€™11 ottobre. Lโ€™evento internazionale dedicato al cinema documentario metterร  in scena il meglio delle produzioni internazionali del cinema del reale: cinque giorni di proiezioni a ingresso gratuito (su prenotazione), tre categorie di concorso, eventi speciali fuori concorso e workshop. ยซAbbiamo deciso di organizzare una forma ridotta di soli 5 giorni, ma con la scelta coraggiosa di puntare sui film in anteprimaยป spiega Luca Ferretti che, con Giacomo Caldarelli e Ivan Frenguelli – coadiuvati da Giovanni Piperno, presidente del Festival e documentarista di grande esperienza – organizza lโ€™evento.

L’arte scende in strada

La vera novitร  di questa edizione รจ Lo Spazio che Occupo, un progetto di arte pubblica che coinvolgerร , con sette percorsi, diverse zone e quartieri di Perugia occupando gli spazi di affissione del Comune. Un evento multidisciplinare che coinvolge undici artisti fra cui pittori, scultori, performer e filmmaker come Riccardo Palladino โ€“ regista umbro di grande spicco โ€“ e Oskar Alegria, reduce dal Festival di Venezia. Le opere, da rintracciare in giro per la cittร  come in una caccia al tesoro artistica, offrono prospettive e punti di vista sulle possibili declinazioni dello spazio: che sia quello che gli artisti occupano nella societร  o quello che occupano come esseri umani. ยซAbbiamo deciso di far dialogare il linguaggio del cinema con altre arti e ampliare il Festival inserendo altri linguaggi e coinvolgendo la cittร . Questโ€™idea รจ nata anche in relazione alla situazione che si sta vivendo con il Covid: gli spazi al chiuso sono limitati e quindi usciamo e usiamo gli spazi di affissione pubblica e la strada. Le opere, che saranno affisse dal 7 al 21 ottobre, verranno poi raccolte in un catalogoยป prosegue Luca Ferretti.

 

Lo spazio che occupo di Alice Gosti

Cinque giorni di cinema

Ma il cinema resta il vero protagonista. Il cinema che racconta storie, ambiente, lotta per i diritti delle donne, disuguaglianze e il presente con tutte le sue contraddizioni, le sue crisi e le possibili vie dโ€™uscita. Questi i temi affrontati nelle tre categorie in concorso: PerSo Award per il miglior film documentario in anteprima italiana; PerSo Short Award per il miglior cortometraggio; PerSo Umbria in celluloide dedicato ai lavori sullโ€™Umbria e/o di autori umbri. Prevista anche una categoria fuori concorso, il PerSo Masterpiece, rassegna che offre una panoramica dei film documentari di maggior rilievo e prestigio dellโ€™ultima stagione cinematografica internazionale.
ยซCon il PerSo Short siamo tornati nel carcere di Capanne, qui i detenuti della sezione maschile voteranno il miglior cortometraggio. Questโ€™anno per ovvie ragioni la presenza in carcere si รจ interrotta nei mesi del lockdown ed รจ potuta riprendere solo nel mese di settembre. Perciรฒ, i percorsi di formazione che negli ultimi anni avevano previsto visioni durante diversi mesi dellโ€™anno, per garantire un approccio piรน completo al cinema del reale, non si sono potuti avviare. Per questa ragione, in via eccezionale, sono stati coinvolti nuovamente i detenuti formati per la giuria 2019ยป illustra lโ€™organizzatore.

 

Gli appunti di Anna Azzori / Uno specchio che viaggia nel tempo, di Constanze Ruhm

 

Il Festival, organizzato dall’Associazione RealMente e che racchiude nel claim Differente. Non indifferente tutto il suo spirito, non si รจ fermato e, con grande impegno da parte degli organizzatori, promette cinque giorni imperdibili: ยซAbbiamo fatto uno sforzo immane e non sappiano se tutto questo sarร  ripagato, anche economicamente, dai vari enti e istituzioni. รˆ stato costruito tutto con quel poco che avevamo, ma ne siamo orgogliosiยป conclude Ferretti.

 

PerSo Award

  • Beco, di Camilo Cavalcante, Brasile
  • Broken head, di Maciej Jankowski, Polonia
  • Si cโ€™รฉtait de lโ€™amour, di Patric Chiha, Francia
  • El father plays Himself, di Mo Scarpelli, Venezuela / Regno Unito / Italia /USA
  • Gli appunti di Anna Azzori / Uno specchio che viaggia nel tempo, di Constanze Ruhm, Austria / Germania / Francia
  • Malditos, di Elena Goatelli, Angel Esteban
  • Se ho vinto se ho perso, di Gian Luca Rossi, Italia
  • Still-lifes, di Filippo Ticozzi, Italia

 

PerSo Short

  • All on a mardi gras day, di Michal Pietrzyk, USA
  • I need the handshakes, di Andrei Kutsila, Bielorussia / Polonia.
  • Le veilleur (The watchman), di Lou du Pontavice, Belgio / Cina
  • Les aigles de Carthage, di Adriano Valerio, Francia / Tunisia / Italia
  • Polyfonatura, di Jon Vatne, Norvegia
  • Rewild, di Nicholas Chin e Ernest Zacharevic, Indonesia
  • Se asoma la marea, di Clara Cambadelis, Belgio
  • Selected milk, di Jose Luis Ducid, Spagna
  • Zu dritt, di Benjamin Bucher e Agnese Lร posi, Svizzera / Francia

 

Umbria in celluloide

  • Amori, di Stefano Ceccarelli e Gabriele Anastasio
  • Lโ€™anima errante, di Alberto Brizioli
  • Mio fratello ciclotimico, di Emilio Seri
  • Palla prigioniera, di Hermes Mangialardo
  • Pantagral, di Andrea Greco

 


Per informazioni e programma:ย  www.persofilmfestival.it

Un importante riconoscimento nazionale รจ arrivato allโ€™Associazione umbra Federico II di Svevia Hohenstaufen, nata a Perugiaย  nel 2018 dallโ€™impegno di un gruppo di storici e appassionati studiosi umbri che condividono interessi e obiettivi comuni.

Il sodalizio ha infatti ottenuto il prestigioso Premio Italia Medievale 2020, un riconoscimento annuale che dal 2004 viene assegnato a personalitร , istituzioni e privati che si sono particolarmente distinti nella promozione e valorizzazione del patrimonio medievale del Paese. Unโ€™iniziativa che sostiene concretamente lโ€™impegno di coloro che operano per la ri-scoperta e la ri-nascita di unโ€™epoca per nulla buia e barbara, come ancora troppo spesso si vorrebbe far credere.

 

 

โ€œรˆ per noi motivo di orgoglio e soddisfazione โ€“ commenta il presidente Calogero Alessi – che ci ripaga degli sforzi profusi, i quali, anche se siamo una giovane associazione, sono notevoli. Voglio ricordare che lo scorso anno abbiamo messo a segno con grande successo un convegno ad Assisi, per ricordare lโ€™incontro di Francesco nel 1219 con il Sultano Malik Al-Kamil, con cui Federico II trattรฒ la pacifica soluzione della VI crociata.ย  Il risultato della XVII edizione del Premio Italia Medievale era giร  stato annunciato domenica 27 settembre scorso al Festival del Medioevo, ma ora รจ arrivata la notizia ufficiale. รˆ un bel viatico anche per il nuovo impegno che ci attende, un convegno in programma per novembre sui rapporti tra Frate Elia da Cortona, San Francesco e lโ€™Imperatore Federico II, che รจ sempre al centro dei nostri interessiโ€.

Oltre ad alcuni riconoscimenti speciali, sono sette le sezioni nelle quali si articola il Premio Italia Medievale, dallโ€™editoria allโ€™arte, allo spettacolo, al turismo, al multimediale, passando per i gruppi storici e per le istituzioni. La cerimonia di consegna degli attestati ai vincitori della XVII edizione del Premio Italia Medievale 2020 si terrร  sabato 28 novembre nella prestigiosa Sacrestia del Bramante nella Basilica di Santa Maria delle Grazie a Milano.

Mostra itinerante Le Forme dell’Aria. Arte e Moda attraverso i sensi, dal 4 al 24 ottobre 2020 alla Sala Cannoniera della Rocca Paolina di Perugia.

Un autentico connubio tra Arte e Moda, dove da un’idea collaborativa tra Laura Cartocci, Carla Medici, Francesco Minelli e Marco Pareti ha preso vita un evento itinerante in cui la moda, l’arte, la fotografia e la poesia diventano complementari e s’intersecano in nome della bellezza etica ed estetica, oltre i canoni tradizionali.

Il visitatore potrร  ammirare i mondi della moda e dell’arte che vanno di pari passo nella visione di come trasmettere emozioni e sensazioni, sia per chi immagina e sia per chi osserva attraverso le proprie percezioni sensoriali. Alla manifestazione parteciperanno piรน di 40 artisti nazionali e internazionali, l’Accademia delle belle Arti P.Vannucci, l’istituto Italiano Design, l’I.I.S. Cavour-Marconi-Pascal, il Liceo Artistico B. di Betto e il Nuovo Istituto Design. Altresรฌ saranno allestite alcune istallazioni legate al mondo della moda e dell’arte a cura di Fiora Baglioni, CONVID 13, Kim Hee Jin, Michele & Co, Profumi di Perugia, Carla Tejo e Cinzia Verni. Taluni personaggi illustri, ospiti della mostra durante il periodo espositivo, impreziosiranno ulteriormente l’evento.

 

 

L’inaugurazione della mostra Le Forme dell’Aria. Arte e Moda attraverso i sensi, avrร  luogo alle ore 18,00 di domenica 4 ottobre 2020 presso la Sala Cannoniera della Rocca Paolina, mentre per essere in linea con le disposizioni Covid 19, si potrร  assistere solo su invito, alla presentazione della mostra che avverrร , poco prima, alle 16,30 presso la Sala dei Notari.

All’evento interverranno, Leonardo Varasano, Assessore alla Cultura del Comune di Perugia, Erika Borghese, in rappresentanza della Provincia di Perugia, il critico d’Arte Andrea Baffoni, Eleonora Pieroni, attrice e Ambasciatrice del made in Italy in America, Catia Rogari, poetessa e l’attore Stefano de Majo.

L’evento รจ organizzato da Laura Cartocci, dalla Casa degli Artisti di Perugia e da Marco Pareti che, nell’occasione, sveleranno le localitร  dei successivi appuntamenti. Gli organizzatori, hanno semplicemente anticipato che le prossime due tappe dell’intrigante kermesse, saranno accolte in un suggestivo borgo del Trasimeno e in un affascinante borgo medievale ternano.

Dopo la presentazione e fino al 24 ottobre compreso, la mostra sarร  visitabile presso la Rocca Paolina di Perugia, dal martedรฌ alla domenica dalle ore 15,30 alle 19,00. Per eventuali informazioni chiamare il numero telefonico 348 5275776. L’evento รจ patrocinato dalla Provincia e dal Comune di Perugia e supportato dal GAL Trasimeno-Orvietano. Numerosi gli sponsor.

La palomba alla ghiotta รจ unโ€™antica specialitร  di Todi, che nei ristoranti si trova in autunno e neanche sempre, mentre fuori stagione รจ quasi introvabile.

La ghiotta, quella della palomba, รจ solo la leccarda dove si raccoglie il sugo di cottura degli uccelli, che girano adagio sullo spiedo senza essere lambiti dalla fiamma e, mentre sono spennellati di olio, i loro umori scendono nella ghiotta. Gustare la palomba alla ghiotta รจ, scusate la ripetizione, una vera ghiottoneria!
Io lโ€™ho mangiata per la prima volta questโ€™estate, cotta in maniera raffinata dalla mia amica Pina. Pina ha imparato a cucinare prima ancora di camminare e nel forno dei genitori ha preparato pane, dolci e ogni genere di squisitezze: delicatessen per gli stranieri della zona. Adesso che si รจ ritirata, solo poche persone fortunate possono gustare i suoi piatti speciali.
Tornando alla palomba, dopo una cottura di due giorni si presenta a pezzi, immersa in un sughetto denso da mettere sul pane bruscato. Ci sono varie scuole di pensiero disposte a scannarsi per affermare che il loro sughetto sia il solo valido. Cosa contiene quel sughetto cosรฌ denso e saporito: olive nere o verdi, fegatelli, vino rosso e chissร  quali altre prelibatezze.

 

Regina delle tavole umbre

Queste palombe sono uccelli migratori che, volando dallโ€™Ungheria allโ€™Africa, passavano sopra i boschi di Todi e di Amelia. Lรฌ erano attese dai cacciatori che, fra capanni, richiami e uccelli addestrati (i palombini), studiarono ogni genere dโ€™inganno per far scendere le palombe verso le pentole che le aspettavano. La caccia alla palomba era unโ€™attivitร  tipicamente umbra, anche se ora che i boschi sono stati sostituiti dai seminativi le palombe hanno modificato il loro percorso migratorio. Certi piatti, che oggi sono diventati prelibate raritร , qualche decennio fa erano invece piatti di sussistenza per i poveri, che mangiavano una palomba di tanto in tanto, di nascosto dai proprietari terrieri.
I signori, proprietari dei latifondi, ne cacciavano invece a centinaia, ma mai da soli, sempre con amici. La caccia alla palomba piaceva inoltre ai laici e ai religiosi; anzi i religiosi erano molto attenti che la caccia si svolgesse secondo le regole.
Con un editto del 1815 rivolto ai tuderti, il Cardinal Bartolomeo Pacca, Camerlengo di Santa Romana Chiesa, proibรฌ a ยซciascuna persona, secolare o ecclesiasticaยป di ยซtagliare legna, far chiassi, e qualsiano altri rumori nei siti, ove sono i palchi deโ€™ cacciatoriยป nella stagione della caccia ai palombacci, ยซsotto pena di scudi cinquanta per ciascheduno, ed altre pene anche corporaliยป. Multa e botte per i disturbatori della caccia alla palomba: se lo dice un cardinale vuol dire che era un rito della massima importanza. Fino a pochi anni fa sulla tavola delle famiglie benestanti di Todi il pranzo di Natale prevedeva la palomba alla ghiotta che, prima dellโ€™entrata in uso dei frigoriferi, veniva conservata nelle neviere (o ghiacciaie) dallโ€™autunno al Natale: tradizioni che sarebbero scomparse se non ci fosse il Club della palomba.
Cecanibbi di Todi รจ la sede dellโ€™Universitร  della Palomba, ovvero dellโ€™associazione venatoria da dove provenivano i migliori capocaccia e che รจ fondamentale per la promozione di eventi dove la palomba รจ la regina e i commensali sono i suoi adoratori.

ยซSono appassionata di arte e in questo modo ho unito la mia passione con il mio lavoro di chimica, in piรน do un contribuendo alla salvaguardia di opere che fanno parte della nostra storia e culturaยป.

Essere una salvatrice di opere d’arte, fermare – o quantomeno rallentare –ย  il loro invecchiamento, unire passione e lavoro, amalgamare alla perfezione chimica e arte รจ il lavoro della dottoressa Letizia Monico (35 anni), ricercatrice perugina che lavora al CNR e fa parte di un team che collabora col Dipartimento di Chimica di Perugia per salvare quadri in fase di deterioramento. I Girasoli di Van Gogh e lโ€™Urlo di Munch sono passati sotto la sua lente e, con studi curati e approfonditi, si รจ scoperto che i colori โ€“ in particolare il giallo โ€“ perdono la loro bellezza: la causa รจ lโ€™umiditร . Recuperare queste opere non si puรฒ, perรฒ si puรฒ prevenire. Vincitrice di diversi riconoscimenti e premi, Letizia vanta anche pubblicazioni in riviste internazionali come Analytical Chemistry.

Letizia, la prima domanda รจ dโ€™obbligo per tutti: qual รจ il suo legame con lโ€™Umbria?

Sono nata a Umbertide e cresciuta a Perugia, dove ho anche studiato. Mi considero una perugina D.O.C.

Come รจ avvenuta la scoperta del degrado dellโ€™Urlo di Edvard Munch?

Faccio parte di unโ€™รฉquipe di chimici che fa indagini sui materiali e collaboriamo con conservatori e storici dellโ€™arte. Proprio i conservatori si erano accorti del degrado in atto, per la precisione avevano notato degli sbiancamenti del colore giallo presente sul quadro e lo sfaldamento della pittura stessa.

Come si puรฒ intervenire per evitare il peggio?

Occorre capire quali sono le cause e cercare di prevenirle. Con i nostri studi abbiamo sia studiato lโ€™opera sia ricreato in laboratorio dei pigmenti quanto piรน simili a quelli utilizzati da Munch. In questo modo si รจ arrivati a scoprire quale potesse essere la situazione ambientale migliore affinchรฉ questi pigmenti non subissero modificazioni. Le opere sono a stretto contatto con lโ€™ambiente, in primis luce e umiditร  e abbiamo visto come i due fattori โ€“ separatamente โ€“ possono incidere sullโ€™opera. La scoperta รจ che non รจ tanto la luce che incide, quanto lโ€™umiditร .

 

Letizia Monico mentre cura i Girasoli

Quindi cosa si puรฒ fare?

Si puรฒ rallentare il degrado di questa tipologia di pigmenti e tenere lโ€™opera in condizioni di umiditร  controllata.

Questo studio puรฒ essere utilizzato anche per salvare altri quadri?

Ogni quadro ha una storia a sรฉ ed รจ realizzato con altrettanti materiali. La prima cosa da fare รจ capire la storia dellโ€™opera, come รจ stata conservata e quali sono i materiali che la compongono. In teoria lo studio puรฒ essere rivendibile per le opere che hanno il giallo di cadmio, sul quale abbiamo fatto lo studio.

In passato si era anche occupata dei Girasoli di Van Goghโ€ฆ

Sรฌ, ma in quel caso si trattava di un altro tipo di giallo, giallo di cromo, che tende a scurirsi avendo una chimica del pigmento diversa rispetto al giallo di cadmio. Il fenomeno a livello visivo รจ diverso. In entrambi i casi perรฒ, ora si puรฒ intervenire per rallentare o interrompere il peggioramento.

Per questo ha vinto il Premio Levi 2015, riconoscimento nazionale della Sezione Giovani della Societร  Chimica Italianaโ€ฆ

Sรฌ, lโ€™ho vinto con la pubblicazione legata proprio al lavoro sui Girasoli: questo studio nasce con la mia tesi di dottorato. Ma non รจ stato il primo: giร  nel 2013 avevo vinto altri premi – il Premio miglior tesi di dottorato e Eric Samuel Scholarship Award in America – sempre legati allo studio del giallo di cromo.

In questo momento si sta occupando di qualche altra opera dโ€™arte?

Di recente abbiamo lavorato su opere di Rubens e continuiamo su Munch e su unโ€™altra versione dei Girasoli di Van Gogh che si trova a Londra.

Ha mai lavorato su qualche dipinto umbro?

Ancora il lavoro รจ nelle fasi iniziali, ma mi sto occupando anche degli affreschi del Cimabue di Assisi, quelli danneggiati durante il terremoto del 1997.

Comโ€™รจ arrivata da chimica a studiare le opere dโ€™arte?

A Perugia cโ€™รจ un gruppo di ricerca nel dipartimento di Chimica che lavora proprio sui beni culturali. Io ho iniziato con loro perchรฉ sono appassionata di arte. In questo modo sono riuscita a unire il lavoro con la passione. Sono molto fortunata!

Quanto รจ difficile essere ricercatori oggi?

รˆ un lavoro molto difficile e faticoso, ci vuole pazienza. Ma se uno รจ attivo, pubblica e collabora a livello internazionale โ€“ che รจ fondamentale โ€“ si pongono le basi per un futuro, per fare concorsi e per riuscire a entrare nel mondo del lavoro. Certo, le posizioni sono poche. Ripeto, non รจ facile.

Qual รจ il bello di questo lavoro?

La possibilitร  – come detto – di unire due delle mie piรน grandi passioni: la chimica e lโ€™arte; la grande opportunitร  di stare a stretto contatto con oggetti di straordinaria bellezza e la consapevolezza che, nel mio piccolo, sto contribuendo un poโ€™ alla salvaguardia di opere che fanno parte della nostra storia e cultura.

Come descriverebbe lโ€™Umbria in tre parole?

Natura, arte e tartufo.

La prima cosa che le viene in mente pensando a questa regione?

Casa.

Il primo ottobre verrร  presentata a Perugia la prima Guida dei 27 Borghi piรน belli d’Italia in Umbria.

 

Si tratta di un’opera di rilievo che racconta la bellezza della regione, attraverso i suoi piccoli comuni di eccellenze certificata. Gli รจ stato dedicato un anno di lavoro, intensificato durante la quarantena e continuato fino all’estate, grazie al prezioso contributo di tutte le amministrazioni comunali coinvolte, coordinate dall’associazione I Borghi piรน belli d’Italiaย e con la realizzazione grafica di qualificate imprese umbre. รˆ un volume snello in formato tascabile, bilingue e gratuito, finanziato esclusivamente con i fondi associativi e messo a disposizione delle comunitร  e dei turisti.

Domenica 27 Settembre, in occasione delleย Giornate Europee del Patrimonio 2020, Acquasparta vi aspetta per unโ€™iniziativa speciale: lโ€™itinerario guidato delย Centro esperienziale di Palazzo Cesi!

Un percorso immersivo e multimediale, unico nel suo genere, che come tale catturerร  i visitatori e li condurrร  al cospetto di Federico Cesi, dei membri dellโ€™Accademia dei Lincei e di Galileo Galilei. Le loro esperienze, i legami di amicizia, gli esperimenti e lโ€™importanza del metodo scientifico applicato agli studi: del territorio, della vegetazione, degli insetti, ma anche del cielo, delle stelle e dei pianeti.

 

 

Unโ€™esperienza eccezionale da non perdere, che sarร  possibile effettuare negli orari di apertura del palazzo (dalle h.11:00 alle h. 13:00 e dalle h. 15:30 alle h.18:30) al costo del solo ticket dโ€™ingresso.

Evento a cura dellโ€™Associazione ACQUA, in collaborazione con il Comune di Acquasparta e con il supporto della societร  Euromedia di Terni.

 


Informazioni

Cel. 351 703 18 53 (operatori)

e.mail:ย infopalazzocesi@gmail.com

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