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ยซSono appassionata di arte e in questo modo ho unito la mia passione con il mio lavoro di chimica, in piรน do un contribuendo alla salvaguardia di opere che fanno parte della nostra storia e culturaยป.

Essere una salvatrice di opere d’arte, fermare – o quantomeno rallentare –ย  il loro invecchiamento, unire passione e lavoro, amalgamare alla perfezione chimica e arte รจ il lavoro della dottoressa Letizia Monico (35 anni), ricercatrice perugina che lavora al CNR e fa parte di un team che collabora col Dipartimento di Chimica di Perugia per salvare quadri in fase di deterioramento. I Girasoli di Van Gogh e lโ€™Urlo di Munch sono passati sotto la sua lente e, con studi curati e approfonditi, si รจ scoperto che i colori โ€“ in particolare il giallo โ€“ perdono la loro bellezza: la causa รจ lโ€™umiditร . Recuperare queste opere non si puรฒ, perรฒ si puรฒ prevenire. Vincitrice di diversi riconoscimenti e premi, Letizia vanta anche pubblicazioni in riviste internazionali come Analytical Chemistry.

Letizia, la prima domanda รจ dโ€™obbligo per tutti: qual รจ il suo legame con lโ€™Umbria?

Sono nata a Umbertide e cresciuta a Perugia, dove ho anche studiato. Mi considero una perugina D.O.C.

Come รจ avvenuta la scoperta del degrado dellโ€™Urlo di Edvard Munch?

Faccio parte di unโ€™รฉquipe di chimici che fa indagini sui materiali e collaboriamo con conservatori e storici dellโ€™arte. Proprio i conservatori si erano accorti del degrado in atto, per la precisione avevano notato degli sbiancamenti del colore giallo presente sul quadro e lo sfaldamento della pittura stessa.

Come si puรฒ intervenire per evitare il peggio?

Occorre capire quali sono le cause e cercare di prevenirle. Con i nostri studi abbiamo sia studiato lโ€™opera sia ricreato in laboratorio dei pigmenti quanto piรน simili a quelli utilizzati da Munch. In questo modo si รจ arrivati a scoprire quale potesse essere la situazione ambientale migliore affinchรฉ questi pigmenti non subissero modificazioni. Le opere sono a stretto contatto con lโ€™ambiente, in primis luce e umiditร  e abbiamo visto come i due fattori โ€“ separatamente โ€“ possono incidere sullโ€™opera. La scoperta รจ che non รจ tanto la luce che incide, quanto lโ€™umiditร .

 

Letizia Monico mentre cura i Girasoli

Quindi cosa si puรฒ fare?

Si puรฒ rallentare il degrado di questa tipologia di pigmenti e tenere lโ€™opera in condizioni di umiditร  controllata.

Questo studio puรฒ essere utilizzato anche per salvare altri quadri?

Ogni quadro ha una storia a sรฉ ed รจ realizzato con altrettanti materiali. La prima cosa da fare รจ capire la storia dellโ€™opera, come รจ stata conservata e quali sono i materiali che la compongono. In teoria lo studio puรฒ essere rivendibile per le opere che hanno il giallo di cadmio, sul quale abbiamo fatto lo studio.

In passato si era anche occupata dei Girasoli di Van Goghโ€ฆ

Sรฌ, ma in quel caso si trattava di un altro tipo di giallo, giallo di cromo, che tende a scurirsi avendo una chimica del pigmento diversa rispetto al giallo di cadmio. Il fenomeno a livello visivo รจ diverso. In entrambi i casi perรฒ, ora si puรฒ intervenire per rallentare o interrompere il peggioramento.

Per questo ha vinto il Premio Levi 2015, riconoscimento nazionale della Sezione Giovani della Societร  Chimica Italianaโ€ฆ

Sรฌ, lโ€™ho vinto con la pubblicazione legata proprio al lavoro sui Girasoli: questo studio nasce con la mia tesi di dottorato. Ma non รจ stato il primo: giร  nel 2013 avevo vinto altri premi – il Premio miglior tesi di dottorato e Eric Samuel Scholarship Award in America – sempre legati allo studio del giallo di cromo.

In questo momento si sta occupando di qualche altra opera dโ€™arte?

Di recente abbiamo lavorato su opere di Rubens e continuiamo su Munch e su unโ€™altra versione dei Girasoli di Van Gogh che si trova a Londra.

Ha mai lavorato su qualche dipinto umbro?

Ancora il lavoro รจ nelle fasi iniziali, ma mi sto occupando anche degli affreschi del Cimabue di Assisi, quelli danneggiati durante il terremoto del 1997.

Comโ€™รจ arrivata da chimica a studiare le opere dโ€™arte?

A Perugia cโ€™รจ un gruppo di ricerca nel dipartimento di Chimica che lavora proprio sui beni culturali. Io ho iniziato con loro perchรฉ sono appassionata di arte. In questo modo sono riuscita a unire il lavoro con la passione. Sono molto fortunata!

Quanto รจ difficile essere ricercatori oggi?

รˆ un lavoro molto difficile e faticoso, ci vuole pazienza. Ma se uno รจ attivo, pubblica e collabora a livello internazionale โ€“ che รจ fondamentale โ€“ si pongono le basi per un futuro, per fare concorsi e per riuscire a entrare nel mondo del lavoro. Certo, le posizioni sono poche. Ripeto, non รจ facile.

Qual รจ il bello di questo lavoro?

La possibilitร  – come detto – di unire due delle mie piรน grandi passioni: la chimica e lโ€™arte; la grande opportunitร  di stare a stretto contatto con oggetti di straordinaria bellezza e la consapevolezza che, nel mio piccolo, sto contribuendo un poโ€™ alla salvaguardia di opere che fanno parte della nostra storia e cultura.

Come descriverebbe lโ€™Umbria in tre parole?

Natura, arte e tartufo.

La prima cosa che le viene in mente pensando a questa regione?

Casa.

Deruta, insieme a Gualdo Tadino, Gubbio e Orvieto costituisce uno dei quattro centri di antica tradizione ceramica.

A Deruta le prime attestazioni della produzione ceramica risalgono alla seconda metร  del Duecento; infatti, in un documento del 1277 si richiede la fornitura di mattoni da eseguire ad modum mattorum Dirupta, cioรจ secondo le misure e la qualitร  di Deruta, mentre รจ del 1296 la testimonianza di una zona – oggi identificata tra Perugia e Todi – denominata terra vasaria, che denota in modo inequivocabile lโ€™esistenza di una produzione di laterizi e terrecotte.

 

Dal bruno a blu cobalto

Nel Trecento a Deruta troviamo attestate organizzazioni di tipo cooperativistico con produzioni di oggetti dโ€™uso quali catini, scodelle, boccali e piatti, ma ancora dipinti nei soli colori di bruno e verde ramina su uno smalto di fondo biancastro. I motivi decorativi sono ancora molto semplici: elementi geometrici-floreali e, talvolta, raffigurazioni zoologiche e antropomorfe.
Lโ€™introduzione del blu, del giallo e dellโ€™arancio coincide con il periodo di massimo splendore della produzione derutese che si attesta tra la fine del Quattrocento e la metร  del Cinquecento. Nelle produzioni di questo periodo troviamo il blu cobalto intenso e diluito che si alterna in genere al giallo su uno smalto impreziosito da sovrapposizioni. I soggetti iconografici diventano molto piรน elaborati e raffinati e si ispirano spesso alle opere pittoriche dellโ€™artista perugino Bernardino di Betto detto il Pinturicchio.
Anche le piastrelle raggiungono grande raffinatezza. Ne sono esempi notevolissimi il magnifico pavimento della Cappella Baglioni nella Chiesa di Santa Maria Maggiore di Spello o lโ€™antico pavimento della Chiesa di San Francesco di Deruta, i cui frammenti con le loro splendide sfumature del blu e i raffinatissimi disegni catturano lo sguardo del visitatore che lo osserva dalle teche del Museo Regionale della Ceramica.
Accanto alla produzione di vasellame da tavola e oggetti dโ€™uso comune, una consistente fetta di artigiani si dedica in questo periodo alla produzione di ceramica ornamentale come piatti da pompa o coppe amatorie. Il blu utilizzato dai ceramisti derutesi era ricavato dallโ€™ossido di cobalto e veniva prodotto direttamente nelle botteghe che ne facevano uso.

Il colore della sfera religiosa e femminile

Il blu in tutte le sue sfumature, molto usato nel periodo del massimo splendore della ceramica di Deruta, diviene quasi colore obbligato per opere che rappresentano santi e madonne, che dovevano essere installate in un contesto religioso o che rappresentavano la sfera femminile. Il blu, sinonimo di cielo, acqua, serenitร  e pace, infatti, รจ da sempre associato alla sfera religiosa ed รจ presente nelle iconografie di tutto il mondo; per i primi cristiani era sinonimo di Dio Padre, nel corso del tempo รจ andato rappresentando sempre di piรน la Vergine Maria, simbolo della femminilitร  e delle qualitร  connesse alle donne quali la compassione, la devozione, la fedeltร , la maternitร . Le decorazioni in blu su ritratti di donna erano omaggio alla bellezza e alle qualitร  finora citate. Non a caso nei numerosissimi ex voto che troviamo nel Santuario della Madonna dei Bagni (o del Bagno), il blu รจ il colore predominante.

 

Verso la monocromia turchina

Nel Seicento inizia la decadenza qualitativa e quantitativa della ceramica derutese e il blu diventa prevalentemente monocromia turchina con soggetti floreali, tralci e uccelli ricchi e articolati che tendono a ricoprire in fitte trame tutto il manufatto, probabilmente su imitazione della ceramica olandese che si ispirava a sua volta alla raffinatezza della porcellana cinese e alle ceramiche medio-orientali di Persia e Turchia. Nel secolo seguente raffinate decorazioni in bianco e blu continuano a ornare tavole di nobili e ricchi borghesi della regione.

Ispirazione per artigiani e artisti: il Museo regionale della Ceramica di Deruta

รˆ il piรน antico museo italiano dedicato alla ceramica; รจ stato fondato nel 1898 per iniziativa del notaio derutese Francesco Briganti con lโ€™intento di fare un museo ยซda servire agli artisti derutesi, alla storia dellโ€™arte ed al decoro della patria illustre delle majolicheยป tantโ€™รจ che nel primo appellativo, Museo artistico per lavoranti in maiolica, รจ contenuta la missione del museo, ancora estremamente attuale: luogo di conservazione della memoria storica, di cultura, ma anche modello e fonte di grande ispirazione per artigiani, artisti e designer.
Il museo, ospitato nel trecentesco complesso conventuale San Francesco, conserva piรน di seimila opere, dalla ceramica arcaica fino ai giorni nostri. In piรน, allโ€™interno di una torre metallica di quattro piani, รจ organizzato un deposito di opere ceramiche di vari periodi provenienti anche da collezioni private e sempre aperto al pubblico. Una curiositร : nel deposito sono conservati esempi di preziosi packaging in ceramica realizzati per una nota industria dolciaria perugina.
Molte opere colpiscono il visitatore per la raffinatezza del decoro, la minuziositร  del dettaglio, lโ€™uso del colore come esempio della piรน altra espressione del bello nella ceramica artistica.

 

Un unicum di stile: il pavimento della Chiesa di San Francesco

Rinvenuto nel 1902 durante i lavori di restauro della chiesa, รจ sicuramente una delle opere piรน significative della collezione museale. รˆ composto da duecento mattonelle di forme diverse, quadrate e rettangolari a componimento di una cornice, ma quelle che destano piรน stupore sono a forma di stella a otto punte e a croce obliqua, che si intersecano perfettamente. I motivi decorativi riportati sono assai diversi fra loro, figure sacre e profane nelle mattonelle a stella, arabeschi e girali in quelle a croce. Questa straordinaria opera si attribuisce a Nicola Francioli detto il Co, figlio di una delle famiglie piรน antiche di vasari derutesi; il ritrovamento di una mattonella con la data 1524 fa presumere lโ€™anno di realizzazione del manufatto, uno dei momenti piรน fiorenti per attivitร  produttiva e artistica derutese. Lโ€™utilizzo dei colori, la varietร  dei soggetti raffigurati e dei paesaggi collinari rappresentati, fanno pensare ad una chiara ispirazione alle opere del Perugino. La forma delle mattonelle invece, unica e inedita per lโ€™occidente cristiano, รจ una chiara evocazione dello stile moresco penetrato nella cultura derutese della ceramica. Infatti molte pavimentazioni islamiche dellโ€™epoca o piรน antiche riportano forme simili. Da notare anche la somiglianza con gli azulejos portoghesi e spagnoli, sottili lastre di argilla smaltata e decorata, prodotti dai vasari della penisola iberica sotto lโ€™influenza musulmana, nelle quali il blu costituisce la nota predominante.

 


FONTI:

Museo Regionale della Ceramica di Deruta

BUSTI-F. COCCHI, Museo regionale della ceramica di Deruta : ceramiche policrome, a lustro e terrecotte di Deruta dei secoli XV e XVI, Perugia : Electa-Editori umbri associati,1999

www.museoceramicadideruta.it

www.ceramicamadeinumbria.it

www.madonnadelbagno.it

www.scuoladarteceramica.com