fbpx
Home / Posts Tagged "Magione" (Page 3)

Un breve spaccato di vita sulle sponde del Trasimeno, quello riservato a tre donne. Drammaticamente sentimentale, drammaticamente reale e dove tutto si risolve drammaticamente con la ruota del destino che gira tra la vita e la morte e dove, a volte, lโ€™esistenza si relaziona impietosa con le persone.

La storia di tre donne: Saura, nonna e madre, Elisa, mamma e figlia e Ginevra, nipote e figlia. Ebbe tutto inizio quando Elisa seppe di essere incinta e, felice di esserlo, condivise il suo stato con mamma Saura e papร  Marco, anchโ€™essi super contenti di sapere che da lรฌ a poco sarebbero divenuti nonni. Non stavano nella pelle per la gioia della notizia che gli aveva dato la loro adorata figlia Elisa, anchโ€™essa felicissima di diventare mammaโ€ฆ quanta gioia, quanto splendore, quanta bellezza, quanta armonia nellโ€™essere nonni e mamma e nel sapere di portare dentro di sรฉ quella meravigliosa creatura che stava crescendo e che presto avrebbe fatto la gioia di chi stava aspettando trepidante che venisse al mondo.
Quanta gaiezza nellโ€™attesa, quanta letizia, maโ€ฆ maโ€ฆ maโ€ฆ in quel giorno maledetto, al termine di un controllo sanitario, chi stava portando in grembo quellโ€™esserino portatore di sana felicitร , doveva fare i conti con le parole di quel medico che aveva detto a Elisa, che dentro di sรฉ stava subdolamente dimorando anche una terribile patologia in veloce evoluzione.
Elisa, in quel tragico tormento diviso tra la gioia di essere incinta e la drammaticitร  di quella malefica malattia, ha vissuto la felicitร  di aver portato alla luce una bellissima bambina, Ginevra. Una splendida creatura, che dalla profonditร  dei suoi occhioni guardava attraverso i vetri di unโ€™incubatrice e quando veniva portata tra le braccia della sua mamma ricoverata per quellโ€™infame patologia, Ginevra era divenuta inconsapevole dispensatrice di gioia e forza di vivere.
Mamma/nonna Saura e papร /nonno Marco hanno sperato fino allโ€™ultimo momento, prima che Elisa volasse in cielo. La sua Ginevra, ad appena un anno di vita, rimase agganciata agli animi dei suoi due splendidi nonni, Saura e Marco, per continuare a dare gioia e luce a quelli che erano divenuti animi spenti e affievoliti, a causa della scomparsa della loro amata figlia. Per fortuna che cโ€™era lei, Ginevra, fantastica bambina, dal sorriso calamitante.
A un anno di distanza dalla scomparsa di Elisa, le sue 4 amiche del cuore, Federica, Paola, Sara e Laura hanno organizzato un momento dedicato al ricordo della compagna, chiamando a raccolta le persone vicine ad Elisa e ovviamente Saura, Marco e la deliziosa Ginevra.
Insieme con il datore di lavoro di Elisa, il parrucchiere Marco di Castiglione del Lago, hanno promosso unโ€™iniziativa, il cui ricavato รจ stato utilizzato per acquistare un macchinario sanitario poi donato allโ€™Ospedale Maggiore di Parma, dove il personale aveva amorevolmente accudito la neonata Ginevra e lโ€™ammalata neomamma Elisa. Un gesto di riconoscenza nel ricordo dellโ€™affetto corrisposto, alle due donne, dallโ€™organico del nosocomio parmense.

 

 

Le due giornate dedicate alla memoria, si sono concluse il 2 marzo 2020 con una passeggiata lacustre – come amava fare Elisa – e con il lancio di una lanterna commemorativa che simbolicamente saliva in cielo. Da lassรน, quella splendida donna, andata via dai trascorsi terreni troppo presto, ammirava quelle altre donne che dalle rive del lago Trasimeno, unite nel nome, nel ricordo e nellโ€™amore di chi fisicamente non cโ€™era piรน ma che viveva ancora con loro e tra di loro. In quei momenti aleggiava uno spirito di comunanza e reazione ai fatti della vita che talvolta mutano e cambiano, anche per le donne che sono nonne, madri e figlieโ€ฆ
A volte la ciclicitร  naturale dellโ€™esistenza insegna la cruda realtร  e purtroppo, nella sua imprevedibilitร , ci riserva degli inattesi e tragici eventi che fanno male agli animi e ai cuoriโ€ฆ che, in questo caso, la piccola Ginevra ha provveduto a curare, dispensando dolci sorrisi affettivi e innocenti sguardi disarmanti, per un corroborante ristoro emotivoโ€ฆ
Storie di vita odierna, storie di risolute e sensibili donne contemporanee, quelle di Magione, lโ€™antica Pian del Carpine, storie che valgono e trasmettono sensibilitร  a ogni latitudine del mondo.
Il vostro inviato lacustre si รจ imbattuto casualmente in questa storia, capendo fin da subito la drammaticitร  ma anche quanta bellezza cโ€™รจ in questa vicenda dove la cucciola Ginevra รจ il perno centrale della narrazione e nellโ€™accogliere con favore lโ€™appassionato e amorevole racconto di mamma/nonna Saura. Si ricorda da queste pagine che a un anno circa di distanza dalla commemorazione definita #Eliperte, le protagoniste di quellโ€™evento hanno pensato di farlo rivivere con un breve video, il cui montaggio รจ stato curato da Alessandro Mastrini e che la redazione di AboutUmbria si รจ resa fin da subito disponibile e ben lieta di farlo conoscere ai suoi lettori. Si รจ previsto e ipotizzato che ci saranno delle prossime iniziative benefiche legate a #Eliperte.

Un’impresa epica ed eroica quella del fraticello francescano Giovanni da Pian del Carpine – lโ€™attuale Magione – che nel XIII secolo, aprรฌ allโ€™Occidente la conoscenza e la strada per il lontano Oriente.

Dal suo viaggio, iniziato nel 1245 verso i potenti Mongoli e il loro Gran Khan, il frate ritornรฒ due anni e mezzo piรน tardi, con una serie di informazioni culturali, storiche, geografiche, etnografiche, militari e sugli usi e i costumi di quel popolo, talmente dettagliate e precise che, dopo 800 anni circa da quel viaggio, gli studiosi attingono ancora oggi alla sua Historia Mongalorum per ricerche e fonti. Lโ€™Historia Mongalorum di Fraโ€™ Giovanni – comandato dal Papa Innocenzo IV e recatosi in Oriente per svolgere una missione dettata da motivi religiosi e diplomatici – รจ il piรน antico documento che ci รจ pervenuto sulle terre e sui popoli dellโ€™Asia Centrale.

Opera di Gerardo Dottori: Giovanni da Pian di Carpine col Gran Khan

La storia di Fra’ Giovanni

Andiamo per gradi. Giovanni nasce da una famiglia umile a Pian del Carpine – detta cosรฌ per i tipici alberi di cui la vallata magionese era ricca – e si rivela fin da giovane un ragazzo di grande intelligenza e propensione culturale. Fu tra i primi e fedeli seguaci di San Francesco, stimato dal mondo ecclesiastico e popolare. In quei tempi, i Mongoli stavano invadendo e terrorizzando molte popolazioni, spingendosi fino alla vicina Dalmazia con le loro scorribande e conquiste.
Il Papa, Innocenzo IV, non voleva un altro popolo avverso alla Fede, visto che giร  i Musulmani gli davano non poche preoccupazioni. A tale scopo inviรฒ Fraโ€™ Giovanni come suo ambasciatore presso il Gran Khan dei Mongoli, per portargli la missiva intimidatoria di non avanzare ulteriormente e di convertirsi alla Cristianitร .
Il fraticello, giร  in etร  avanzata e di buona stazza, partรฌ alla volta di Karakorum, la capitale mongola, insieme ad altri due frati; non senza grandi difficoltร  e resistenze, attraversรฒ – con cavalli o cammelli o muli – la Polonia,la Boemia e la Russia, per poi arrivare nei domini mongoli, tra i quali Persia e Cina. Giunto alla corte mongola, dopo lunghe attese, ricevette, dal neo eletto Gran Khan Guyuk, risposte dure e minacciose da riportare al Papa.
La lunga ed estenuante missione fu inutile per gli scopi diplomatici per cui era stata concepita, ma fu molto proficua per la realizzazione dellโ€™Historia Mongalorum, ricca di notizie e suggerimenti sul popolo mongolo e sulle genti incontrate.
Fraโ€™ Giovanni da Pian del Carpine รจ stato lโ€™eroico apripista del viaggio che Marco Polo che avrebbe intrapreso diversi anni dopo di lui, per motivi economici. Le impressioni descritte dal commerciante veneziano si possono leggere su Il Milione. Varrebbe la pena di leggere anche la Historia Mongalorum, scritta dallโ€™intrepido fraticello… perchรฉ, come ha detto L. Scudiero: ยซNon dare mai nulla per scontato. Tutto puรฒ cambiare, tutto puรฒ finire e tutto puรฒ iniziareยป.

Un evento di rete che si colloca in maniera convinta e importante allโ€™interno del panorama culturale non solo regionale, ma anche nazionale, vista la caratura degli ospiti presenti.

Il Festival delle Corrispondenze โ€“ giunto alla sua nona edizione โ€“ possiamo definirlo un festival in evoluzione e in costante crescita. Anno dopo anno ha aggiunto un tassello importante e si รจ costruito una veste unica, miscelando in maniera inedita dibattiti sullโ€™attualitร , analisi storico-sociologica e letteratura, attraverso lettere e corrispondenze. Oltre 20 appuntamenti in 4 giorni โ€“ dal 3 al 6 settembre a Monte del Lago nel Comune di Magione – tutti a ingresso gratuito: tra reading, seminari, tavole rotonde, presentazioni di libri, serate teatrali, lezioni, approfondimenti ed eventi dedicati ai bambini, racconta uno spaccato storico e culturale attraverso le suggestioni della comunicazione epistolare. ยซUn evento per tutti i palati e tutte le sensibilitร ยป, cosรฌ ama definirlo Vanni Ruggeri, Assessore alla Cultura del Comune di Magione, che promuove il Festival con il sostegno delย GAL Trasimeno-Orvietano.

 

Lo staff del Festival con Piergiorgio Odifreddi, l’ospite d’onore dello scorso anno

 

ยซNonostante lโ€™emergenza sanitaria, non sarร  unโ€™edizione ridotta: il format salotto letterario ben si adatta alla situazione che dobbiamo affrontare e verranno prese tutte le precauzioni del caso. Le location – Piazzetta Santโ€™Andrea e Villa Aganoor – ci consentono di svolgere tutto in sicurezza e al meglio; inoltre lโ€™intero programma verrร  trasmesso in streaming sulle piattaforme social del Festival. Lโ€™unico aspetto di cui abbiamo dovuto far a meno รจ stato quello conviviale, gestito negli anni passati dalla Proloco di Monte del Lago che ci ha comunque fornito un ottimo supporto nellโ€™organizzazioneยป illustra lโ€™Assessore.

Arte, crisi e anniversari

Sarร  unโ€™edizione che non rinuncia a confrontarsi con i temi di attualitร , pur trovando sempre un fil rouge che lega lettere e arte. Verranno celebrati, con degli eventi ad hoc, anniversari di respiro nazionale e internazionale come i 500 anni dalla morte di Raffaello con la lezione di Paolo Francesco Di Teodoro, storico dellโ€™arte e saggista, dal titoloย Lettera a Leone X di Raffaello e Baldassarre Castiglione (6 settembre ore 11); i 40 anni della strage di Bologna con la conferenza La strage alla stazione di Bologna attraverso le lettere ricevute dal Sindaco, con la professoressa di Storia contemporanea Cinzia Venturoli (6 settembre ore 17.00), lโ€™anniversario di Amedeo Modigliani e i 100 anni di Gianni Rodari con la presentazione del libro 100 anni di Rodari, di e con Vanessa Roghi (4 settembre ore 17.30).
Tra gli appuntamenti da segnare in agenda ci sono lโ€™incontro con il violinista Uto Ughi, che ripercorrerร  la propria carriera attraverso le corrispondenze (5 settembre ore 21.30); lโ€™intervista del giornalista Fausto Biloslavo, al giornalista e scrittore Toni Capuozzo (in collegamento skype, 5 settembre ore 18.00) e la presentazione del libro Il vento attraversa le nostre anime. Marcel Proust e Reynaldo Hahn. Una storia dโ€™amore e dโ€™amicizia, di e con la giornalista e scrittrice Lorenza Foschini (4 settembre ore 19.00). La chiusura dellโ€™edizione 2020 รจ affidata alla redazione di Lercio.it, con la serata Lercio live 2020, alle ore 21.30.

 

Monte del Lago

 

ยซQuestโ€™anno il festival รจ dedicato a due diverse e complesse relazioni che segnano e narrano importanti fasi della nostra storia: quella tra lettere e arte e tra lettere e crisi. รˆ inevitabile affrontare il periodo storico che stiamo vivendo e che rimarrร  ben impresso nella memoria collettiva. Unโ€™importante riflessione su questo verrร  fatta – venerdรฌ 4 ore 21.30 – con lo storico e saggista Franco Cardini e la sua lectio magistralis dal titolo: 1348/2020. Lโ€™annus horribilis tra crisi e rinascita (un appuntamento in collaborazione con il Festival del Medioevo di Gubbio). Inoltre, abbiamo voluto fortemente unire lโ€™attualitร  della comunicazione contemporanea con le lettere, che sembrano un sistema comunicativo lontano, vecchio e polveroso, ma che in realtร  tutti i giorni utilizziamo: post, chat, Tik Tok sono sempre modi epistolari per interagire. Cambia la piattaforma ma non la dinamica comunicativa. Il Festival, oramai da diverse edizione, tiene anche alta la guardia sul linguaggio impoverito e violento che viene utilizzato spesso nei social. Questโ€™anno lo farร  con la tavola rotonda Lโ€™odio corre sulla rete: hate speach, violenza verbale e uso dei social con Mario Morcellini, Massimo Arcangeli e Stefano Andreoli, fondatore del blog satirico collettivo Spinoza.itยป conclude Vanni Ruggeri.

 


Gli appuntamenti sono gratuiti ma con prenotazione telefonica (o tramite whatsapp) al numero 335 6871130.

Programma completo su: www.festivaldellecorrispondenze.it

Non stiamo facendo riferimento al celebre romanzo di Umberto Eco Il nome della rosa, dove s’intrecciano omicidi, Chiesa, veleni, frati e libri, ma a un piacevole accaduto di qualche tempo fa.

Il vostro inviato lacustre ha avuto il piacere di incontrare Francesco Girolmoni, diligente addetto alla Biblioteca Comunale Vittoria Aganoor Pompilj di Magione, nonchรฉ persona di una straordinaria sensibilitร  caratteriale e intellettuale.

 

Atlante geografico

Atlante geografico (1819) redatto dall’Abate Bartolomeo Borghi

Orgoglioso nel farmi vedere la sua biblioteca, tra l’altro ottimamente organizzata, mi ha mostrato delle fantastiche chicche librarie di grande pregio e valore storico-culturale: dapprima l’Atlante geografico (1819) redatto dall’Abate Bartolomeo Borghi nato nel territorio magionese, esattamente a Monte del Lago; l’opera ha le caratteristiche di essere stata, al tempo, sia il primo atlante italiano sia la raccolta cartografica mondiale piรน aggiornata dopo il Congresso di Vienna. A seguire l’Album Monumentale del viaggio del Papa Pio IX nella provincia di Perugia con illustrazioni dell’Abate Raffaello Marchesi, cittadino di Magione. Il libro contiene tavole e immagini dei principali monumenti e luoghi d’arte della metร  dell’Ottocento del territorio umbro. รˆ datato 1857 e ci troviamo nel periodo immediatamente precedente all’Unitร  d’Italia. Documenti straordinari, รจ stata una bella emozione vederli da cosรฌ vicino!

 

Francesco Girolmoni

Francesco Girolmoni, bibliotecario della Biblioteca di Magione

 

Durante l’incontro, Francesco Girolmoni ci ha confessato: ยซSono solo molto curioso e mi piace conoscere e approfondire tutto ciรฒ che suscita questa mia curiositร . รˆ molto semplice, al resto ci pensano i volumi conservati nel nostro archivio, i fondi speciali e le raccolte epistolari. Quello che piรน mi rende felice รจ il grande interesse che molti laureandi mostrano visionando questa preziosa documentazioneยป.
Quando andrete a visitare la Biblioteca di Magione, troverete un bibliotecario che vi trasmetterร , con sagace delicatezza, tutta la passione e la dedizione per il suo lavoro.

Unโ€™intervista, realizzata qualche mese fa dal vostro inviato lacustre, a uno dei protagonisti dell’iniziativa Ricostruiamo il Barchetto del Trasimeno, l’imbarcazione storica andata completamente distrutta durante un incendio. La storia รจ lieto fine, tanto che il Barchetto รจ stato – e sarร  – il protagonista indiscusso di diverse iniziative.

Barchetto del Trasimeno

 

Si era da poco conclusa da poco la Festa del Giacchio, la sagra del borgo lacustre di San Feliciano organizzata dalla locale Pro Loco che vede ogni anno l’allegra e nutrita partecipazione di molti paesani e forestieri e ha come indiscusso protagonista il pesce di lago. Il nome della Festa prende origine dall’antica rete conica da pesca, appunto il giacchio, che ancora oggi i pescatori del Trasimeno lanciano in acqua con gesti liturgici che si ripetono incessantemente nella loro storia millenaria.
Durante lโ€™ultima serata della festa il vostro inviato lacustre, passeggiando tra i festaioli, รจ arrivato nei pressi del vicino Museo della Pesca e del Trasimeno che, sul suo piazzale, ospita una bella barca in legno di recentissima costruzione e dalle forme un po’ particolari, protetta da una tettoia tipica di cannine di lago.
Lรฌ ha incontrato casualmente una persona sconosciuta, con la quale รจ iniziata una piacevole conversazione che, dopo educati convenevoli, ha dato vita a un racconto molto interessante sulla barca esposta.
Il vostro inviato lacustre non ha resistito a fare qualche domanda per approfondire l’appassionata narrazione del gentile ignoto e cosรฌ ha preso avvio questa intervista, che riguarda una recente storia somigliante a una favola di altri tempi, dove i simbolici protagonisti sono rappresentati da un dragone e da quattro chiodi come cavalieri. Qualche riga piรน sotto scopriremo il perchรฉ.
Il misterioso interlocutore si รจ rivelato uno dei protagonisti dell’iniziativa Ricostruiamo il Barchetto del Trasimeno e ci ha descritto come questa sorta di fenice sia risorta dalle sue ceneri grazie all’unione di un’intera comunitร .

 

Il vecchio Barchetto prima dell’incendio

Da come mi ha detto, lei รจ uno dei promotori dell’iniziativa a favore del rifacimento del Barchetto del Trasimeno: mi dica, com’รจ andata?

Tutto parte con un’avventura intrapresa insieme all’amica Rosanna Milone: un’iniziativa sociale a favore della comunitร  di San Feliciano. Il 10 maggio 2017, Giacomo Chiodini, Sindaco di Magione, ci propose di indirizzare i nostri propositi verso un’iniziativa a favore del Barchetto, simbolo della gente del Trasimeno che era andata distrutta in un incendio qualche giorno prima. Con Rosanna ci siamo subito intesi e uscendo dal Comune abbiamo nell’immediato iniziato a progettare e pianificare. In realtร  fino al momento dell’incontro, la nostra proposta voleva essere direzionata verso l’acquisto di un defibrillatore cardiaco, ma ne siamo usciti con l’indicazione di una barca storica andata a fuoco da ricostruire.

Cosa avete fatto?

Nel corso di un mese abbiamo realizzato e presentato, il 10 giugno 2017, il Calendario dell’Estate, strumento che ci ha permesso di raccogliere una cifra netta disponibile, per la ricostruzione, di oltre 4.000 euro, ma soprattutto di sensibilizzare la comunitร  verso il rifacimento di un simbolo della vita lacustre: le persone ci hanno sempre dimostrato grande solidarietร  e affetto. Insieme a Rosanna abbiamo rappresentato una squadra di grande efficienza e questa iniziativa ci ha permesso di fare un’esperienza fantastica per la massiccia e trasversale partecipazione sia delle persone e delle famiglie sia per quella delle associazioni e delle aziende. All’importo raccolto con il calendario si รจ aggiunto il risarcimento assicurativo, e la somma ha permesso di coprire interamente il totale preventivato di spesa per il rifacimento del Barchetto.

Come sono stati impiegati i fondi raccolti?

Esattamente un anno dopo l’infausto incendio, il 5 maggio 2018, รจ partita la ricostruzione del Barchetto, con la presentazione del suo uscio, una specie di zattera che rappresenta la base intorno alla quale prende forma la barca. I lavori, intrapresi dal bravissimo Cristiano Vaselli con l’aiuto dell’esperto Verledo Dolciami, sono avvenuti presso il cantiere nautico Caporalini di San Feliciano e sono stati eseguiti con le tecniche costruttive di una volta, utilizzando le stesse essenze lignee dell’imbarcazione originale.

 

La ricostruzione del Barchetto del Trasimeno

Chi ha fornito le linee guida del progetto?

La strada da prendere รจ stata decisa dal gruppo di lavoro coordinato dal Comune di Magione, con il suo Assessore alla Cultura Vanni Ruggeri, costituito dalla Lega Navale sezione Trasimeno, dalla Cooperativa Pescatori del Trasimeno, dal Circolo Rematori di San Feliciano, da Sistema Museo, dalla locale Pro Loco, dall’A.R.B.I.T. (Associazione Recupero Barche Interne Tradizionali), dall’Universitร  di Perugia con il progetto A.L.L.I. (Atlante Linguistico dei Laghi Italiani), da me e Rosanna, come progetto Trasimeno in Dialogo.

Quando e come si รจ concluso il progetto?

Dopo qualche mese di certosino lavoro, il 15 dicembre 2018, il Barchetto del Trasimeno – presentato in tutta la sua bellezza – รจ stato posizionato nello stesso luogo di quello andato distrutto e consegnato alle comunitร  di San Feliciano e del Trasimeno, durante una cerimonia ufficiale avvenuta sul piazzale antistante il Museo della Pesca e del Lago Trasimeno a San Feliciano di Magione. Da qui il rammarico e il profondo dispiacere di non essere stato presente alla cerimonia per un motivo, imprevisto e lontano dalla mia volontร , di carattere puramente personale. Vorrei ricordare che LACEP e Della Ciana Legnami hanno realizzato a proprie spese la copertura di protezione (fino ad allora inesistente) del nuovo Barchetto.

Da lei abbiamo sentito parlare di quattro chiodi e di un dragone. Cosa intende dire?

Il dragone non รจ quello che ci immaginiamo tutti, che vola e sputa fuoco ma, รจ l’asse che unisce le tavole di riempimento del fondo della barca davanti e dietro all’uscio. Nelle vicinanze si trovano i peducci, staffe di legno a forma di L che collegano il fondo della barca con il suo fianco. Nella barca ci sono peducci sia a destra sia a sinistra e, come i dragoni, sono fondamentali per la tenuta e la robustezza dell’imbarcazione. I quattro chiodi sono quelli che avevo raccolto tra le ceneri del precedente barchetto e ho chiesto a Cristiano Vaselli di batterli a forza nella struttura lignea della nuova barca. Quindi nel ricostruito Barchetto del Trasimeno i quattro cavalieri sono stati inseriti nel peduccio centrale della fiancata di sinistra (il lato dove si trova anche la guida del timone e piรน precisamente in basso e sulla sinistra dell’area della cabina), in corrispondenza della sua parte mediana e nell’adiacente dragone.

I quattro chiodi hanno un valore simbolico o un messaggio che ci vuole spiegare?

I quattro chiodi rappresentano altrettanti pensieri che mi hanno costantemente accompagnato in questo progetto: l’incertezza, il sogno/desiderio, la concretezza, l’integrazione. Lโ€™incertezza in quanto, fin dall’inizio, per una serie di motivi, non c’era sicurezza del risultato finale e nulla era scontato. Sogno e desiderio, corrispondono alla volontร  di veder navigare nelle acque lacustri il nuovo Barchetto e che lo stesso potesse rappresentare un’attrazione per un turismo responsabile e sostenibile. Concretezza, perchรฉ essa รจ la forza di tradurre intenzioni e idee in fatti e sostanza. Integrazione, infine, perchรฉ essa trova la sua valenza nell’atteggiamento e nel comportamento della popolazione come sostegno e spinta alla realizzazione del progetto, cosรฌ come la positiva e riuscita complementarietร  tra pubblico e privato.

Cosa ha voluto dire questa iniziativa per le comunitร  di San Feliciano e del Trasimeno?

Questa iniziativa rappresenta una condivisone d’intenti delle comunitร , dove un gioco di squadra ha messo in pratica una delega suggerita da un vento ispiratore presente tra i tanti occhi speranzosi e fieri della gente. Allo stesso modo, porta un messaggio per tutti i giovani volenterosi: Con la convinzione e la forza delle idee e della concretezza, si puรฒ tendere a realizzare i sogni della propria vita… anche senza chiodi e dragoni.

Adesso che il Barchetto del Trasimeno รจ terminato, cosa succede?

Ovviamente dopo il 15 dicembre 2018, con la consegna del nuovo barchetto alle comunitร , posso dire con orgoglio e secondo i patti: ยซIo mi fermo qui!ยป Il Comune di Magione, il Museo di San Feliciano, la Pro Loco, la Cooperativa Pescatori, la Lega Navale sez. Trasimeno e il Circolo Rematori di San Feliciano si occuperanno della custodia, cura, gestione, manutenzione e promozione turistica del nuovo Barchetto del Trasimeno, localmente detto anche Barchino. Sono in progetto e in atto delle iniziative per le quali il Barchetto del Trasimeno sarร  presente ad alcuni eventi come simbolo e protagonista di attivitร  promozionali e turistiche del territorio lacustre.

 

Barchetto del Trasimeno terminato

Vuole aggiungere qualcosa?

Vorrei ringraziare di cuore tutti quelli che hanno spinto con fare positivo verso la realizzazione di tutto ciรฒ. Un grazie speciale va alla mia socia d’avventura, l’amica Rosanna Milone, persona fantastica e straordinaria.

C’รจ una frase con cui vorrebbe chiudere questa intervista?

Il Trasimeno, una volta conosciuto, lo amerai per sempre.

Mi scusi, ma qual รจ il suo nome?

Io mi chiamo Tarsminass (n.d.r. sorride), come l’antico nome etrusco del lago Trasimeno. In quel momento improvvisamente presero vita dei meravigliosi fuochi d’artificio che, riflessi e proiettati sulle placide acque del Lago, indicavano la chiusura della Festa del Giacchio di San Feliciano. Lo sguardo fu rapito dalla loro bellezza e quando terminarono mi voltai, ma il mio misterioso interlocutore era scomparso…

Dieci giorni per tornare a rivivere, per il terzo anno consecutivo, un evento storico ambientato nello scenografico Castello di Magione. Un modo diverso, originale e coinvolgente, quello della Congiura al Castello, per scoprire la storia, lโ€™arte e il gusto. Al via oggi l’edizione 2019.ย 

Lo scenario

Tra il gennaio 1500 e lโ€™estate del 1502, Cesare Borgia โ€“ una delle figure piรน controverse del Rinascimento italiano, passato alla storia come un leader cinico e spregiudicato, nonchรฉ come uno spietato assassino, al punto che solo nel 2007 gli รจ stata concessa la sepoltura cristiana โ€“ aveva ormai acquistato un grande potere politico.ย 
Dopo essersi alleato insieme al padre, papa Alessandro VI, con il re Luigi XII di Francia, si era infatti dato alla conquista del Ducato di Milano, presto seguito dal territorio della Romagna e dal Regno di Napoli.ย 
Furono proprio le sue mire su Bologna a destare grandi preoccupazioni, non solo nei suoi nemici, ma anche nei suoi stessi capitani e alleati, tanto che questi ordirono una congiura, nellโ€™umbro Castello della Magione, per toglierlo di mezzo.ย 
Lโ€™attentato fallรฌ e le ripercussioni furono fatali: i congiurati vennero quasi tutti strangolati, chi a Senigallia chi a Castel della Pieve (PU), pagando a caro prezzo il loro ardimento nonchรฉ la loro eccessiva fede nei fantomatici accordi di pace ventilati dal Valentino.ย 

Lo spettacolo teatrale

Il complotto del 1502 sarร  inscenato dalla compagnia teatrale itinerante guidata da Giampiero Frondini che, con i suoi sessantโ€™anni di esperienza e il grande merito di aver fondato la compagnia teatrale professionista piรน antica della regione, restituirร  al pubblico un avvincente connubio tra storia e fiction. Lโ€™idea, nata da Marcello Lillini, รจ arricchita dalla sceneggiatura di Valter Corelli e dello stesso regista e coadiuvata dalla consulenza storica di Giovanni Riganelli.ย 

 

La cena dโ€™epoca

 
Lโ€™esperienza offerta dalla Congiura non si limita allโ€™ascolto e alla vista. A soddisfare lโ€™olfatto e il palato interverranno le pietanze rielaborate da Paolo Braconi e Marino Marini di Archeofood, lโ€™associazione che da anni si occupa di riadattare o avvicinare al gusto attuale le ricette dellโ€™epoca, raccontandole al pubblico. Il fine ultimo di questo processo che, prima di essere fruizione, รจ uno studio lungo e approfondito, รจ quello di comprendere meglio la storia e non di rivivere soggettivamente le sensazioni del passato, peraltro irripetibili. A ispirare il menu dellโ€™edizione 2019, al pari delle precedenti, รจ il banchetto di oltre cento portate offerto da Malatesta IV Baglioni โ€“ figlio del sopravvissuto congiurato Giampaolo โ€“ ai suoi ospiti nella cittร  di Crema. Questo lauto pasto era arricchito da pesce dโ€™acqua dolce, come pesci perseghi fritti e tenconi di laco a lesse, che riporta alla mente quello del Lago Trasimeno, allโ€™epoca assente ma oggi ben noto al grande pubblico. Carpe regine, tinche e persici sono stati quindi reinterpretati seguendo le ricette proprie dellโ€™alta cucina dellโ€™epoca e privilegiando le preparazioni in cui era previsto il mosto cotto, come dolcificante o base per mostarde. Altra novitร  di questa edizione รจ quello che nel ricettario di Scappi viene identificato come succussรน, cioรจ il couscous, la pasta di semola di origine araba che nel 1500 aveva cominciato a diffondersi anche in Europa.ย 


 

Le mostre

Altra novitร  dellโ€™edizione 2019 รจ la doppia mostra dโ€™arte firmata dallโ€™artista umbro Giorgio Lupattelli: una, incentrata sulla Congiura, trae ispirazione dallo spettacolo teatrale per addentrarsi in un ragionamento sul territorio dellโ€™artista, sulla sua gente e sulle sue origini; lโ€™altra si configura come un omaggio, nel cinquecentesimo anno dalla morte, a Leonardo Da Vinci. Questa seconda mostra, assumendo come tema quel volo al quale aspiravano le macchine volanti di Leonardo, procede per citazioni sino allโ€™allunaggio, di cui ricorre il cinquantesimo anniversario.
Le tavole in digital painting di Lupattelli, integrando fotografie e immagini prese dal web, riproducono un mondo parallelo, onirico e surreale, con chiaroscuri di matrice caravaggesca e citazioni colte dallโ€™arte antica e contemporanea, arricchite dagli elementi tipici dellโ€™iconografia dellโ€™artista.ย 

Date e prezzi

Mercoledรฌ 17 e Mercoledรฌ 24 Luglio

  • Biglietto spettacolo, cena e mostra: โ‚ฌ 50.00

Ore 20.45: convocazione per aperitivo | Ore 21.30: spettacolo | Ore 22.30: cena

  • Biglietto solo cena: โ‚ฌ 30.00

Ore 19.45: convocazione per aperitivo | Ore 20.15: cena

  • Biglietto solo spettacolo: โ‚ฌ 20.00

Ore 21.45: convocazione per aperitivo | Ore 22.30: spettacolo

16-18-19-20-22-23-25-26 Luglio

Biglietto spettacolo, cena e mostra: โ‚ฌ 50.00

  • Ore 19.45: convocazione per aperitivo | Ore 20.15: cena | Ore 22.30: spettacolo
  • Ore 20.45: convocazione per aperitivo | Ore 21.30: spettacolo | Ore 22.30: cena

Per informazioni e prenotazioni

www.congiura.it
info@congiura.it
+39 348 3065019

Lโ€™amore per un mestiere che si trasforma in arte: questa รจ la storia di come ragazzo ha salvato il sapere di un tempo. A guidarlo, lโ€™anziana nonna.

Siamo attesi presso il Retificio Mancinelli, a San Feliciano (Magione). A incorniciare il giardino ci sono i cerchi di plastica delle reti piรน grandi, affastellati da una parte a indicare lโ€™industriositร  di quella apparentemente tranquilla villetta di lago.

Andrea Mancinelli e sua nonna ci accolgono nella stanza da lavoro, grande e luminosa, che il sole mattutino taglia obliquamente come un diamante perfetto. Da un lato, le sedie di legno impilate si innalzano faccia a faccia con un appendiabiti particolare, che invece dei vestiti mette in mostra le reti.

Una stanza smarrita tra le pieghe del tempo

Sรฌ, perchรฉ รจ in questa stanza tutta finestre che Andrea e sua nonna cuciono le reti. Il Retificio Mancinelli potrebbe infatti ridursi a questa luminosa scatola, dove il ragazzo impara il mestiere dei vecchi e gli dona nuova vita, coadiuvato da quella che รจ una vera e propria istituzione da queste parti. Non sembra poi cosรฌ fuori luogo quel tavolo, pericolosamente simile alla cattedra di una scuola, stretto tra scatoloni ripieni di reti e ricoperto di piombini, galleggianti e aghi.

Una stanza che sembra smarrita nel tempo, con i modellini in cotone delle reti e la foto del defunto patriarca a tenere sotto controllo ogni colpo di ago e gioco di mano, elementi coreografici, sebbene pratici, di un lavoro artigianale che affonda le sue radici nella vita quotidiana dei pescatori del Trasimeno.

A completare la scena, una sorta di sgabello di legno posto sopra un armadietto โ€“ che poi scoprirรฒ essere un sostegno per le grosse nasse di nylon โ€“ e alcune carrucole che pendono dal soffitto e alle quali Andrea appende subito un tofo.

Mentre i fotografi si scatenano, osservo la perfezione tecnica di tale creazione, con i suoi inganni dal nome emblematico che intrappolano lโ€™ingenuo pesce. Andrea, nel frattempo, ci dร  una dimostrazione pratica di come la rete viene attaccata ai cerchi, contando i punti uno per uno: ogni quattro punti si ferma e fa un nodo, lasciando presagire un lavoro piuttosto ripetitivo, ma che chiede in cambio unโ€™estrema attenzione. Quello che lui chiama ago, รจ in realtร  lโ€™achecella, una sorta di pettine a due soli denti che Andrea muove in maniera fluida e sapiente, come se stesse pettinando la chioma dellโ€™amata.

 

Dal 1955

E pensare che, secondo sua nonna, ha ancora molto da imparare. Cerco di capire se รจ fiera di suo nipote, di come ha ripreso il mestiere sul quale ha ruotato la sua vita. Invece di rispondermi, inizia a parlare di sรฉ.

รˆ dal lontano 1955 che fa questo lavoro certosino, ma da un anno a questa parte ha dovuto smettere per via della salute che comincia a vacillare. Ha lavorato tanto e con passione, ma ora sente di essersi invecchiata e le si spezza il cuore. La paura per la sua salute, cosรฌ come lโ€™impossibilitร  di rassegnarsi allโ€™inevitabilitร  di una situazione, le incrinano la voce โ€“ ma non cโ€™รจ bisogno che sia io a dirle che รจ una guerriera e che tutti vorremmo avere una nonna come lei.

Precisione ed esperienza

Dalla breve dimostrazione di Andrea capiamo che questo tipo di lavoro รจ estremamente complicato: richiede precisione e esperienza, cosรฌ come una soglia dโ€™attenzione estremamente elevata. A dimostrazione di tale tesi, Andrea dispiega un tramaglio stendendolo tra lโ€™appendiabiti e la finestra a est: il nylon, inizialmente di un azzurro chiarissimo, sembra quasi scomparire, sospeso tra il pulviscolo e il sole di tarda mattina. Adesso capisco perchรฉ la stanza รจ cosรฌ luminosa.

Non deve essere facile, inoltre, ricordarsi gli innumerevoli schemi delle altrettanto innumerevoli tipologie di reti. Spuntano allora degli appunti consunti, conservati nei cassetti della cattedra-scrivania: schemi, numerazioni, aggiornamenti. Tutto quello che serve per costruire una rete perfetta รจ scritto lรฌ, su fogli contabili e quaderni scollati, un patrimonio dallโ€™aspetto umile che vale piรน di un raro tesoro.

รˆ il sapere che permette di costruire i complicati tramagli e le similari reti per la caccia alla lepre, o quelle per il mare, per lo sport, per le vetrine, per i ristoranti e per i giochi dei bambini. Quelle reti che generazioni e generazioni di pescatori hanno steso sul lago Trasimeno, il cui verde pastello si staglia discreto in fondo alla strada.

 


Retificio Mancinelli

ยซDopo lโ€™iscrizione allโ€™Albo dโ€™Oro del Comune di Perugia, voglio che il grifo mi accompagni nelle mie scalate. Voglio portare la peruginitร  in giro per lโ€™Italia e non soloยป.

Con queste parole di Luca Panichi, nato a Magione 49 anni fa, spiega orgoglioso lโ€™importante riconoscimento ricevuto. Lui รจ uno sportivo, un ciclista, uno scalatore. Uno che non si รจ mai arreso, nemmeno dopo lโ€™incidente avvenuto nel 1994 quando aveva 25 anni: stava facendo quello che amava di piรน, la cronoscalata del Giro dellโ€™Umbria internazionale dilettanti, quando unโ€™auto lo ha travolto. Oggi con la sua carrozzina – fatta su misura per lui – scala montagne, porta in giro per lโ€™Italia il messaggio che i limiti si possono superare, presiede associazioni ed รจ il vice presidente del Comitato Paralimpico Umbria. Ma soprattutto รจ riuscito a non abbandonare la sua passione: il ciclismo. Passione che si percepisce chiacchierando con lui, tanto che mi chiede: ยซSegui il ciclismo?ยป Ammetto di non saperne molto, ma che mi sono preparata per intervistarlo. La prima domanda รจ quasi scontataโ€ฆ

 

Luca Panichi, 49 anni

Come le รจ venuto in mente di scalare le montagne con la carrozzina?

Bella domanda! Subito dopo lโ€™incidente sono stato in Germania in una clinica riabilitativa, lรฌ andavo su in paese – che era in collina rispetto alla clinica – spingendo con le mie braccia la carrozzina. In questo modo mi sono accorto che potevo continuare a essere un ciclista anche stando su una sedia a rotelle. Quando vivevo a Firenze giravo tutta la cittร  e tornavo a Careggi senza prendere mai un mezzo. Stesso discorso a Perugia: frequentavo lโ€™universitร  e non parcheggiavo mai nei posti riservati, lasciavo la macchina in via Ruggero Dโ€™Andreotto – vicino allโ€™Hotel Giรฒ – e salivo fino alla facoltร . Mi sono allenato sempre di piรน fino a che tutto questo non รจ diventato per me uno sport.

Qual รจ stata la sua prima scalata?

Nel 2009 ho scalato lโ€™ascesa del Blockouse in Abruzzo, arrivo di tappa al Giro dโ€™Italia: a pochi metri dallโ€™arrivo fui intercettato da Cassani e Bulbarelli, che fecero in diretta la cronaca degli ultimi metri. Da questo episodio ogni anno individuo una tappa con arrivo in salita da scalare. In questo modo posso continuare a vivere la mia grande passione, il ciclismo e portare il mio messaggio: ยซRompere il senso del limiteยป.

Tre Cime di Lavaredo, Zoncolan, Stelvio e Gavia: cโ€™รจ una montagna che le piacerebbe scalare?

La Marmolada e il Passo del Mortirolo, ma anche il Colle di Portet-d’Aspet, che รจ una tappa del Tour de France. In quel punto morรฌ, nel 1995, Fabio Casartelli, proprio un anno dopo il mio incidente. Sono molto legato alla Fondazione Casartelli e ogni anno partecipo al Gran Premio di Capodarco, comunitร  che mi ha aiutato nel mio percorso riabilitativo, consegnando il premio allโ€™atleta piรน combattivo della giornata.

Che sensazione si prova?

Mi sento ancora un ciclista quando salgo su per le salite. Per me non cโ€™รจ stata frattura, รจ in continuitร  col mio sport precedente.

Cosa pensa quando รจ lรฌ che fatica?

Quando mi alleno spesso mi capita di dire: ยซMa chi me lo ha fatto fare!ยป Poi perรฒ penso alle persone che mi seguono, loro sono sempre uno stimolo. Sinceramente, per me sarebbe un sacrificio non fare quello che faccio. รˆ una vera passione!

Prossimo traguardo?

Ad agosto parteciperรฒ al Gran Premio di Capodarco, poi a ottobre rifaccio la scalata dello Zoncolan, ma in condizioni climatiche diverse rispetto alla prima volta.

Parliamo dellโ€™Umbria: qual รจ il suo legame con la sua regione?

Ho un amore estremo per questa regione. Grazie alla bicicletta ho girato tanti borghi e abbracciato tanti paesaggi. รˆ bellissimo conoscere altre comunitร  e scoprire posti che, magari, non visiteresti. Cโ€™รจ un ambiente bucolico che si fonde con la storia, anche dei personaggi che lโ€™hanno vissuta: penso non solo a San Francesco, ma anche a Fra’ Giovanni da Pian del Carpine, nativo di Magione proprio come me, che รจ stato un precursore dei viaggi e di Marco Polo. In pochi lo conoscono!

Girare per Perugia o per lโ€™Umbria – per un disabile – non รจ come scalare una montagna?

Sicuramente. I borghi umbri hanno una loro configurazione, ma col tempo sono stati fatti degli adeguamenti per renderli piรน accessibili, la stessa Perugia รจ diventata piรน fruibile in alcuni punti. Manca perรฒ ancora molto. Si possono fare passi avanti con la visibilitร : la persona disabile deve dare il suo contributo, deve dire quello che va migliorato.

Perchรฉ รจ cosรฌ difficile, secondo lei, rendere tutto accessibile?

รˆ un problema culturale, ma penso che occorra anche un approccio piรน equilibrato: lโ€™ostacolo va abbattuto, ma anche la persona disabile deve aiutare a migliorare. Occorre un adattamento urbano e un approccio reciproco da entrambe le parti. Le istituzioni vanno stimolate e va cambiata la mentalitร  con lโ€™educazione, partendo proprio delle scuole. Su questo fronte, anche come vice presidente del Comitato Paralimpico umbro, sono molto attivo.

Come descriverebbe lโ€™Umbria in tre parole?

Romantica, affascinante e ironica.

La prima cosa che le viene in mente pensando a questa regioneโ€ฆ

Casa.

ยซAvvedutisi li Orsini, tardi, che la grandezza del Duca e della Chiesia era la loro ruina, feciono una dieta alla Magione, nel peruginoยป. Cosรฌ narrava Niccolรฒ Machiavelli.

Mercoledรฌ 18 luglio inizia lโ€™edizione 2018 de La congiura al Castello,ย la suggestiva rievocazione di un evento storico intrigante e sanguinoso: lโ€™annientamento sul nascere della cospirazione che nellโ€™autunno del 1502 fu ordita ai danni di Cesare Borgia da parte di alcuni nobili dellโ€™Italia centrale.
Lโ€™evento si svilupperร  in modo originale e coinvolgente allโ€™interno delle stanze del Castello dei Cavalieri di Malta, alcune appositamente aperte al pubblico per lโ€™occasione. Si tratta di unโ€™iniziativa riportata in auge dal Cral Domenico Cancelloni, che ha colto in questo evento lโ€™opportunitร  di valorizzare un intero territorio, coniando per lโ€™occasione il motto Rivivi, gusta e ammira, esortazione che prelude a unโ€™esperienza totalizzante e immersiva.

Locandina, grafica digitale di Giorgio Lupattelli

Rivivi, gusta e ammira

Rivivi perchรฉ la congiura verrร  ricostruita dalla Compagnia teatrale magionese, con la regia di Giampiero Frondini e la direzione artistica di Giorgio Lupattelli. Gli attori ricreeranno nelle suggestive sale del meraviglioso Castello di Magione, quei momenti drammatici in uno spartiacque suggestivo sospeso fra realtร  e finzione, coinvolgendo gli spettatori in un intenso percorso esperienziale.
Gusta perchรฉ lโ€™esperienza coinvolgerร  tutti i sensi: pensata per accontentare anche i palati piรน raffinati, proporrร  infatti cene basate su pietanze dellโ€™epoca, riscoperte e rivisitate da Archeofood.
Ammira perchรฉ lโ€™occhio sarร  catturato da scene suggestive, impreziosite dai quadri in grafica digitale dellโ€™artista Giorgio Lupattelli.

Il regista Giampiero Frondini, grafica digitale di Giorgio Lupattelli

La presentazione

Durante la conferenza stampa tenutasi giovedรฌ 5 luglio presso la sala Fiume di Palazzo Donini alla presenza della presidente dellโ€™Assemblea legislativa dellโ€™Umbria, Donatella Porzi, del sindaco di Perugia, Andrea Romizi, del sindaco di Magione, Giacomo Chiodini, dellโ€™assessore alla Cultura del Comune di Magione, Vanni Ruggeri e di Marino Marini di Archeofood, Fabio Cancelloni ha sottolineato come iniziative di questo tipo siano fondamentali per richiamare turisti e coalizzare gli abitanti di un territorio che: ยซQuestโ€™anno ha cominciato a volare. Abbiamoยป sottolinea il presidente di Cancelloni Food Service ยซun patrimonio enogastronomico che fa muovere persone da tutto il mondo e abbiamo iniziato a richiamare grandi network internazionaliยป.
Insomma, รจ proprio il caso di dire che gli ingredienti ci sono tutti: storia, arte, enogastronomia e, non da ultimo, amore per un territorio che merita di essere promosso e valorizzato con cura, attenzione ai dettagli e voglia di sperimentare, con lo sguardo orientato al futuro ma sempre ancorati alle nostre radici.

 

 


Per maggiori informazioni:ย http://www.congiura.it

 

  • 3